Domenica 13 Aprile: le lingue elfiche

prender-notaSi avvia alla conclusione il corso “Conoscere Tolkien”, organizzato dall’Associazione romana studi Tolkieniani al museo Vigamus, in via Sabotino 4 a Roma. Dopo aver analizzato le opere più importanti dello scrittore nelle prime lezioni con un focus sul Silmarillion e un approfondimento tutto dedicato al Signore degli Anelli e a Lo Hobbit, dopo aver parlato delle principali tematiche che l’autore ha trattato, analizzando in particolare La Natura nelle opere di J.R.R. Tolkien, e aver dato uno sguardo alle due trilogie cinematografiche di Peter Jackson, si chiude in bellezza con un’introduzione alle lingue elfiche. Nella lezione di domenica 13 Aprile, dalle 11 alle 13, dal titolo Il vizio segreto di Tolkien: le lingue elfiche, Roberto Arduini ripercorrerà la passione di J.R.R. Tolkien per le lingue e le sue creazioni più riuscite: le lingue elfiche.

Dalla lingua alla scrittura

Studiare le lingueTolkien era un filologo che conosceva i meccanismi di funzionamento di molte lingue antiche e moderne. Non stupisce quindi che fosse in grado di idearne di nuove. Non inventò, però, le sue lingue per rendere più realistici i suoi romanzi, al contrario erano le sue creazioni linguistiche a dare continui nuovi spunti per le storie. «Nessuno mi crede quando dico che il mio lungo libro», scrive Tolkien (Lettere, n. 205) «è un tentativo di creare un mondo in cui una forma di linguaggio accettabile dal mio personale senso estetico possa sembrare reale. Ma è vero». Creare lingue era quello che Tolkien considerava il suo “vizio segreto”, come scrive in un saggio (in Il medioevo e il fantastico, Bompiani, Milano 2004). Per rendere tutto più realistico, lo scrittore creò inizialmente delle “radici comuni” da cui fece poi derivare tutti i vari vocaboli di ogni lingua parlata in Arda. Nella History of the Middle-earth (The Lost Road, p. 342), Christopher Tolkien descrive la strategia di suo padre come creatore di linguaggi in una frase formidabile: «Egli, dopotutto, non “inventò” nuovi termini e nomi arbitrariamente: in principio, li concepì entro la struttura storica, procedendo dalle “basi” o radici primitive, aggiungendo suffissi o prefissi o formando combinazioni, decidendo (o, come avrebbe detto, “trovando”) quando il vocabolo entrò nel linguaggio, seguendolo attraverso le modifiche regolari nelle forme cui sarebbe stato sottoposto, e osservando le possibilità di influenze formali o semantiche da altri vocaboli nel corso della sua storia». Queste ed altre regole per variazioni sonore furono così disegnate in modo che i linguaggi risultanti ebbero il genere di
musicalità che Tolkien cercava: uno prossimo alla fonologia “finnica” (Quenya), mentre l’altro venne a suonare molto simile al gallese (Sindarin). «Avrei preferito scrivere in elfico Il Signore degli Anelli!», ammette Tolkien, che in un’altra occasione spiega che «tranne che per alcuni frammenti nella Lingua Nera di Mordor [l’iscrizione sull’Anello, una frase pronunciata dagli orchi di Barad-dur (II, p. 545) e la parola “Nazgul”], un po’ di nomi e un grido di battaglia nella lingua dei Nani, questi sono quasi interamente elfici (Sindarin e Quenya)». La lezione vuole illustrare la struttura grammaticale delle lingue elfiche, il loro sviluppo interno (diacronico dalla proto-lingue fino alle lingue elfiche derivate) e lo sviluppo esterno (cioè come Tolkien le ha inventate).

Il corso “Conoscere Tolkien”

Lesson03Questo primo ciclo si prefigge d’introdurre la vita e l’opera di J.R.R. Tolkien ed è la soluzione ideale per chi, tra i vari impegni della giornata, non riesce sempre a trovare il tempo di leggere, ma non rinuncia ad approfondire l’opera dello scrittore e vorrebbe evitare libri di critica che potrebbero risultare deludenti. Vedrà la partecipazione come relatori alcuni tra i maggiori studiosi di Tolkien in Italia, che hanno analizzato l’opera e la biografia dello scrittore secondo diverse prospettive di ricerca. Il seminario si articola in una serie di incontri a carattere critico, letterario, filosofico e artistico. L’eterogeneità dei testi analizzati nel programma del corso vuole infatti riflettere, sia pure sinteticamente, diverse prospettive culturali e letterarie nell’approccio critico a Tolkien, mettendo anche a disposizione nuove risorse per possibili percorsi didattici. È possibile partecipare alle singole lezioni a un costo di 10 euro ognuna, biglietto che comprende nel prezzo anche l’ingresso al museo (che normalmente avrebbe un costo di 8 euro) e l’utilizzo dei videogiochi per tutto il giorno. Per informazioni si può inviare una mail qui: info@jrrtolkien.it.

 

Programma completo

Conoscere la Terra di Mezzo
corso su J.R.R. Tolkien a cura dell’Associazione romana studi Tolkieniani
Presso la sede del Vigamus – il Museo dei Videogiochi
Via Sabotino 4, 00195 – Roma
L’orario delle lezioni è sempre dalle 11,00 alle 13,00
Tolkien leggeSabato 15 Marzo: Introduzione a J.R.R. Tolkien
Relatore: Lorenzo Gammarelli
Domenica 16 Marzo: I Tempi remoti del Silmarillion
Relatore: Giampaolo Canzonieri
Domenica 23 Marzo: Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit
Relatori: Norbert Spina ed Erin Oak
Domenica 30 Marzo: La Natura nelle opere di Tolkien
Relatore: Claudia Manfredini
Domenica 6 Aprile: Da Tolkien a Peter Jackson: gli abiti della Terra di Mezzo
Relatori: Daniela Mastroddi e Manuel Chiofi
Domenica 13 Aprile: Il vizio segreto di Tolkien: le lingue elfiche
Relatore: Roberto Arduini

 
Dati essenziali del corso
Data inizio: sabato 15 marzo 2014
Durata: 5 settimane (dal 16 marzo al 13 aprile)
nGiorno e orario: la domenica dalle 11 alle 13
Sede: museo Vigamus, in via Sabotino 4 (metro A, fermata Ottaviano) – Roma
Costo: 10 euro a lezione

ARTICOLI PRECEDENTI:
– La presentazione del corso “Conoscere Tolkien”
– La lezione sul Signore degli Anelli e Lo Hobbit
– La lezione sul La natura nelle opere di J.R.R. Tolkien
– La lezione sugli abiti nella Terra di Mezzo

LINK ESTERNI:
– Vai al sito Vigamus – museo del videogioco di Roma
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