Verlyn Flieger a Gorizia: ecco cosa dirà!

Convegno ËStoriaNell’anno del centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale ecco che una delle città italiane più nel conflitto, Gorizia, ospita un grande convegno storico sul fronte dell’Isonzo e sui luoghi della Grande Guerra. “Trincee” è il titolo della manifestazione, che dal 22 al 25 maggio si terrà «èStoria 2014», decima edizione del Festival internazionale della storia: i maggiori studiosi si riuniranno da mezzo mondo per celebrare l’anniversario e perché a Gorizia, quella storia, la storia della Grande Guerra, si è vissuta più che altrove.
Verlyn Flieger al Convegno "Tolkien e la Filosofia"In questa apoteosi di eventi un piccolo spazio se lo ritaglia anche J.R.R. Tolkien. A dispetto del fatto che lo scrittore inglese non combatté a Gorizia sul fronte italiano, e che inoltre nel 1914 stava ancora finendo l’università, un incontro sarà dedicato alla sua esperienza durante il conflitto. In «Dalla terra di nessuno alla Terra di Mezzo. J.R.R. Tolkien e la Grande Guerra», sabato alle ore 18,30, tra gli altri ne parleranno Sebastiano Fusco con John Garth e Verlyn Flieger. Verlyn Flieger sarà chiamata nel ruolo inedito di storica: la studiosa statunitense non si è mai occupata del Tolkien soldato. Autrice di pietre miliari in questo campo (il suo studio Schegge di Luce è l’unico tradotto in italiano, grazie alla collana “Tolkien e dintorni” della casa editrice Marietti), curatrice di alcune delle opere brevi del Professore di Oxford (On Fairy-stories, Smith of Wootton Major), direttrice e tra i principali artefici della rivista specialistica “Tolkien Studies”, attivissima scrittrice, Libro: "Tolkien e la Grande Guerra" di John Garthstudiosa (un suo saggio è tradotto qui nel nostro sito) e conferenziera, ospitata più volte nei nostri Tolkien Seminar, saprà comunque essere all’altezza di un tema che non ha mai affrontato. Nel libro Tolkien e la Grande Guerra, scritto da John Garth, nella collana “Tolkien e dintorni” della casa editrice Marietti e tradotto dall’Istituto filosofico di studi tomistici di Modena e dall’Associazione romana studi tolkieniani, sono rivelati l’orrore e l’eroismo che lo scrittore inglese ha realmente vissuto come ufficiale durante nella Battaglia della Somme, combattuta nella Francia settentrionale tra le truppe anglo-francesi e quelle tedesche del Kaiser Guglielmo II. Purtroppo molti dei nostri lettori non potranno raggiungere Gorizia per ascoltare la conferenza. Così, abbiamo ricevuto il permesso di Verlyn Flieger di pubblicare la traduzione di un lungo estratto di quel che dirà.

L’intervento di Verlyn

J.R.R. Tolkien soldato (1916)«L’impatto della guerra sulle opere di J.R.R. Tolkien si può misurare in molti modi, anche se la prima interpretazione del Signore degli Anelli come un’allegoria della Seconda Guerra Mondiale è stata giustamente scartata, in primo luogo dall’autore stesso. Molto più determinante fu l’impatto diretto della Prima Guerra Mondale, durante la quale Tolkien prestò servizio, essendo anche testimone della terribile battaglia della Somme nel 1916. Il trauma subito e le perdite sofferte esercitarono su di lui e sui suoi amici d’infanzia un effetto profondo e a molti livelli; per paradosso, nella sua scrittura alimentò la fantasia, conferendo ai suoi romanzi una profondità e una serietà che forse altrimenti non avrebbero avuto. Le tre principali opere di Tolkien, Lo Hobbit, Il Silmarillion (entrambi da considerarsi come libri a sé stanti, ma anche come parte della Storia della Terra di Mezzo) e Il Signore degli Anelli parlano tutti di guerra, benché la trattino in modi diversi: come storia per ragazzi, come mito e come narrazione fantastica».
«Lo Hobbit è un libro per bambini, all’inizio sotto forma di una fiaba scanzonata, che a metà si amplia a un livello più serio, per poi raggiungere il culmine con la battaglia dei Cinque Eserciti. Nella sua politica e nei suoi cambiamenti di alleanze dell’ultimo minuto è una replica palese delle alleanze dichiarate e sottaciute che trascinarono le nazioni europee nella Prima Guerra Mondiale: elfi, nani e uomini, in una preliminare lotta fra loro sui diritti al tesoro del drago, sono costretti ad allearsi dall’inaspettato attacco dei lupi e degli orchi (ed ecco i Cinque Eserciti). E mentre Tolkien descrive questa battaglia, vale la pena notare che proprio all’inizio il suo eroe, lo hobbit Bilbo Baggins, riceve un colpo alla testa, perde conoscenza e non partecipa al combattimento; Tolkien era un ufficiale segnalatore, e mentre si trovava in Francia e assisteva alla carneficina, di fatto prese parte attiva per breve tempo agli scontri veri e propri».
Soldati-prima-guerra-mondiale«[…] Gli effetti della guerra sono svariati e terribili, e la storia di Tolkien ribadisce questo aspetto. Il ritratto di Frodo in trance nelle Paludi Morte, il suo trauma sempre più profondo mentre lotta per impossessarsi dell’Anello, il suo sguardo fisso, le mani tremanti, il crescente distacco dal mondo che lo circonda sono tutti sintomi di quanto oggi è definito “stress post-traumatico”, ma che all’epoca di Tolkien si chiamava “choc da esplosione”. Durante il periodo trascorso in trincea Tolkien deve esserne stato testimone, ma senza dubbio lo riscontrò nella sua stessa famiglia: per la precisione nel suo secondogenito Michael, che prestò servizio durante la Seconda Guerra Mondiale, e che nelle sue lettere descrive come un soldato molto provato; inoltre, in una nota Tolkien precisa che Michael venne giudicato inadatto a proseguire il servizio in seguito a un grave trauma al sistema nervoso dovuto alla prolungata esposizione all’azione nemica».

L’intervento è stato tradotto grazie al permesso di Verlyn Flieger
 

– Vai al sito del Convegno èStoria 2014
– Vai al Programma completo del Convegno
– Vai al saggio di Verlyn Flieger
– Vai al saggio di John Garth
– vai al sito dell’Istituto filosofico di studi tomistici
– vai al sito della casa editrice Marietti 1820

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