Montanini a Fantastika: da Frazetta a Caravaggio

frank-frazetta-death-dealerL’illustrazione è un’arte. Non solo perché solo chi ha molto talento può dedicarvisi, ma anche perché è un dialogo continuo con artisti e pittori del passato. È questo che ha sempre fatto Angelo Montanini, padrino di Fantastika (qui il programma), che si terrà sabato 24 e domenica 25 settembre nella Rocca di Dozza (Bologna). Gli appassionati di J.R.R. Tolkien conoscono l’artista milanese da sempre. E nel sul viaggio personale nella Terra di Mezzo ci sono moltissime avventure: è docente di anatomia dell’immagine figurativa presso lo Ied moda Lab di Milano e docente d’illustrazione all’Accademia delle Belle Arti “Galli” di Como. Ma per gli appassionati di Tolkien, Montanini ha fatto la storia dell’illustrazione fantastica in Italia, avendo annoverato collaborazioni con case editrici come Rusconi, Mondadori, Longanesi, Editrice Nord e la Società Tolkieniana Italiana (per cui ha realizzato diversi calendari), mentre per quanto riguarda l’estero è universalmente noto per la pubblicazione del gioco di carte del Signore degli Anelli edito dalla I.C.E. nel 1995-96 e per il quale Montanini ha realizzato tantissime tavole (il suo Unico Anello è stata la carta più famosa dell’intero gioco).
Manuale di MERPDal 1996 al 1999 ha svolto anche l’attività di coordinamento artistico per la casa editrice Stratelibri di Milano, collaborando alla realizzazione di vari moduli di gioco, con illustrazioni sia di copertina che interne del Manuale di gioco di ruolo per Il Signore degli Anelli (Girsa), ma anche per StormbringerFantasy Warriors e altri).
L’ultima in ordine di tempo è la sua partecipazione al calendario AIST 2017 “Lords for the Ring – I maestri del fantasy italiano incontrano J.R.R. Tolkien”, in cui una delle due illustrazioni è un omaggio a Caravaggio e al suo quadro La vocazione di San Matteo e sabato mattina terrà un workshop in cui svelerà molti particolari di quest’ultima illustrazione, mentre durante l’anteprima del calendario, sempre sabato ma nel pomeriggio, l’artista potrà rispondere alle domande degli appassionati. Montanini non è nuovo a questi tributi e in vista dell’anteprima del calendario, che verrà svelato al pubblico a Fantasika per poi essere presentato ufficialmente solo durante Lucca Comics & Games, lo abbiamo intervistato e ci siamo fatti raccontare la storia del suo omaggio a Frank Frazetta.

Tributo a Frank Frazetta

Frank FrazettaMontanini, l’anno scorso ha presentato un quadro intitolato Tribute to Frank Frazetta. Ce ne vuole raccontare l’origine?
«Tutto nasce da un mio viaggio in Svizzera, al museo Greisinger. Volevo presentare una nuova opera e mi era stato suggerito l’idea di finire uno dei bozzetti di Frank Frazetta, uno degli artisti più influenti dell’illustrazione fantasy degli anni Settanta. Inizialmente, rimasi un po’ perplesso. Copiare Frazetta mi sembrava una cosa strana. Poi, andai a rivedere il bozzetto in questione che ricordavo vagamente e vidi che in effetti era rimasto incompleto. Mi sembrava un’idea simpatica completare elementi che lui aveva accennato o aveva lasciato all’immaginazione dello spettatore. E naturalmente, avrei potuto apportare delle correzioni laddove necessario, perché sempre di bozzetto si trattava».
Entriamo nel dettaglio: nel 1975 la Middle Earth portfolio publishing company di Denver pubblicò un portfolio di Frank Frazetta dedicato alla Terra di Mezzo. Esso conteneva anche il bozzetto Éowyn and the Nazgûl, che fece insorgere i lettori più fedeli di Tolkien, perché apparentemente presentava una guerriera di spalle, ma senza pantaloni. A ben guardare le altre illustrazioni si vede che anche gli Orchi apparentemente non indossano nulla sotto la cintura, ma questo è dovuto al fatto che Frazetta aveva scelto per questi personaggi delle tute aderenti che coprono, ma non possono essere mostrate con le matite in altro modo. Le polemiche, in realtà, contribuirono al già enorme successo dell’artista, che dall’inizio degli anni Settanta spopolava soprattutto grazie al suo Conan sulle copertine della Lancer books. Frazetta non era esperto tolkieniano e non si occupò più di Tolkien, purtroppo per noi.
Frank Frazetta: "Gollum"«Sì, appunto, Frazetta non era esperto tolkieniano, ma aveva evidentemente letto bene il testo e lo aveva interpretato con il suo stile. Mi intrigava l’idea di unire i due filoni dell’illustrazione fantasy, diciamo la high fantasy con l’heroic fantasy di cui Frazetta è il caposcuola. Lui fece solo quel portfolio e nulla più, ma ha lasciato comunque il segno anche nell’illustrazione tolkieniana. Solo il suo Smeagol è a colori, mentre il suo Gollum è stato ripreso da tantissimi altri illustratori e ha un’influenza che dura ancora oggi nell’immaginario. Si può dire che il Gollum di Peter Jackson sia un po’ figlio del Gollum di Frazetta…».
Se vogliamo un filo diretto c’è anche. Dopo il tentativo pionieristico del film d’animazione per adulti sul Signore degli Anelli di Ralph Bakshi, purtroppo penalizzato da un clamoroso insuccesso, il regista chiese proprio la collaborazione di Frank Frazetta per realizzare Fire and Ice “Fuoco e ghiaccio” (Fuga dal mondo dei sogni del 1992)… Ma torniamo al suo lavoro su Éowyn and the Nazgûl.
frank_frazetta_bw_nazgul«Sì, osservando il bozzetto di Frazetta si capisce perché forse fu lasciato incompleto. L’artista non era soddisfatto del risultato, che deve essere più uno studio della scena che un quadro definitivo. Studiando la costruzione di tipo armonico delle scena, si capisce come il realismo abbia ceduto il passo all’armonia della scena. Senza arrivare a Paolo Uccello o al Beato Angelico, con la prospettiva si cerca sempre di distribuire gli equilibri per rendere armonica tutta la scena e a volte il pittore si prende delle “licenze poetiche” da queste regole prospettiche. Qui Éowyn è in una posa innaturale: il suo fendente è contrario a quello naturale. La guerriera colpisce la cavalcatura del Nazgûl in un senso contrario a quello che in uno scontro verrebbe più naturale. Avendo lo scudo sul braccio sinistro e la spada nella mano destra, dovrebbe dare il fendente alla gola della creatura con un colpo che va da sinistra a destra. Questo per dare più forza e avere più spazio di movimento. Nella scena avviene il contrario: lei dà il colpo da destra a sinistra. Inoltre, si tratta di una donna, seppur una guerriera energica. Neanche un uomo avrebbe decapitato un animale gigante con un solo colpo netto. La testa salta via, la spina dorsale è tranciata di netto con un colpo solo. frank_frazetta_bw_orcsÈ una soluzione innaturale, che Frazetta ha dovuto prendere per mantenere l’armonia. La figura del mostro, che la sua apertura delle ali sarebbe stata in una posizione disarticolata altrimenti. Ho provato a disegnare la stessa scena in maniera realistica disarticolava completamente la struttura delle ali e del Nazgûl, la figura di Éowyn sarebbe uscita dal peso dell’intera immagine. Orribile! Licenza poetica dell’artista in virtù della forza di composizione di tutta la scena: mi va benissimo e ora si capisce anche il perché. Ho così voluto rispettare queste scelte anche nel mio tributo. Ed ho trovato delle soluzioni di tipo armonico che mi soddisfacevano».
Frazetta ha anche tolto il Nazgûl dalla scena, come se fosse stato disarcionato.
frank_frazetta_bw_lordoftherings«Ecco questa è un’altra licenza che all’inizio mi faceva impazzire. Se i Nazgûl sono incorporei, come possono essere disarcionati? Se è un’entità senza corpo non può cadere, ma Tolkien ne descrive anche alcune parti terrene, come l’elmo che indossa. Io ho risolto restituendo la fedeltà al testa: nella mia scena il Re Stregone non è disarcionato, magari è un po’ sorpreso, ma è ancora in sella alla sua cavalcatura, come nel testo. Il bozzetto di Frazetta aveva, inoltre, un’ombra sullo sfondo una parte che poi lui non ha sviluppato. Purtroppo, ho cercato ma l’artista non ha lasciato scritto le sue intenzioni. C’è un’altra illustrazione di Frazetta che ritrae sempre lo stesso momento, con Éowyn di spalle e il Nazgûl che sembra un re medievale con la corona in testa. Non sembra un essere privo di corpo. Ecco, anche se non è chiaro se sia precedente o posteriore nell’azione, lì il Re Stregone ha una mazza che io ho voluto restituire nel mio tributo».
Cosa ci può dire sui vestiti di Éowyn?
Angelo Montanini: "Tributo a Frank Frazetta"«Ecco una bella questione. Nell’originale sembra che la protagonista sia nuda dalla vita in giù. Una cosa tipica di quegli anni e soprattutto di Frazetta. Lo faceva spesso per evidenziare la massa muscolare, per dare una massa al corpo dei protagonisti. Poi ha una corazza, scudo ed elmo. Tutto è strano, ma anche lì c’è la libertà di immaginare la Terra di Mezzo. Eppure Tolkien ci dà forti indizi: nella descrizione di Rohan, dei suoi cavalieri, la descrizione minuziosa di certi particolari, tutto ci porta a pensare un’ambientazione vicina ai popoli vichinghi o ai normanni. I vestiti di Éowyn come li fa Frazetta sono figli degli anni Settanta. Ormai da tempo sappiamo che gli elmi vichinghi non avevano le corna… Nel tempo, anche l’illustrazione è influenzata dall’evoluzione tecnologica e dalla scoperta archeologiche. Mi ha colpito tantissimo la notizia del ritrovamento di una fossa comune sul sito di una battaglia del periodo vichingo. Sono stati ritrovati così centinaia di scheletri e più della metà erano donne. Quindi, le donne non stavano solo a casa ad accudire i figli, ma combattevano al fianco dei mariti, facevano parte attiva dei guerrieri. Éowyn si finge un uomo, ma al tempo stesso è chiamata “shieldmaiden” e direi proprio che non è un caso: una volta di più Tolkien la sapeva lunga…».
Dopo queste interessanti considerazioni, non siete curiosi di sapere cosa c’è dietro l’omaggio di Angelo Montanini a Caravaggio? Venite a Fantastika e lo saprete!

GUARDA IL TRIBUTO A FRANK FRAZETTA DI ANGELO MONTANINI:
 

Il programma di Fantastika

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LINK ESTERNI
– Vai al sito ufficiale di Fantastika
– Vai alla Pagina Facebook di Veerena Stima
– Vai alla Sito ufficiale dell’associazione culturale Eldalie
– Vai alla Pagina Facebook di Tolkieniano Collection
– Vai alla Sito ufficiale di Ivan Cavini
– Vai al sito della Fondazione Dozza Città d’Arte


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