Una bella campagna che è nata dal basso. Si può sintetizzare così l’iniziativa nata in Brasile da pochissimi giorni. Il Brasile è considerato uno dei paesi con il maggior numero di appassionati dei libri di J.R.R. Tolkien. L’autore inglese è diventato ancor più conosciuto nel Paese dopo l’uscita della trilogia cinematografica dedicata al Signore degli Anelli da Peter Jackson. Con l’uscita dello Hobbit, migliaia di nuovi appassionati brasiliani hanno comprato i libri di Tolkien e si sono interessati per saperne di più. Tuttavia, sono ancora da pubblicare ben 12 volumi con testi inediti sulle storie della Terra di Mezzo, la The History of the Middle-earth (HoME). Accade così in quasi tutto il mondo, a eccezione dei Paesi in lingua spagnola e in Francia, dove sono ancora in corso di pubblicazione. Ma i lettori locali hanno deciso di prendere l’iniziativa.
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Scompare Anne C. Petty studiosa di J.R.R. Tolkien
Ogni tanto capita di dover dare brutte notizie. La Mythopoeic Society ha dato oggi l’annuncio che Anne C. Petty è scomparsa, dopo una lotta contro un cancro ai polmoni, pur non avendo mai fumato in vita sua. Ovviamente, non è la prima, ma è sconfortante pensare che stiamo perdendo quella prima generazione di studiosi di Tolkien che hanno combattuto per portare Tolkien nel mondo accademico. Almeno nei Paesi anglosassoni, perché in Italia questo deve ancora accedere. La notizia è giunta tramite una mail che sua figlia, April, ha inviato alla sua casa editrice, la Kitsune Books, poi postata sulla pagina Facebook di sua madre a tutti i suoi amici. «Per tutti quelli che conoscevano mia madre, Anne C. Petty, ha avuto una lunga e difficile battaglia contro il cancro. È morta oggi pomeriggio intorno alle 01:00 EST. Mio padre ed io siamo stati con lei, al suo fianco, fino al suo ultimo respiro. Grazie a tutti voi per il vostro amore e sostegno. Arrivederci alla mia incredibile, brillante mamma».
Primo round a Warner sulla Tolkien Estate
La Warner Bros. ha vinto il primo round nella battaglia legale in corso con la Tolkien Estate, la casa degli eredi di di J.R.R. Tolkien, in relazione allo sfruttamento dei profitti accessorie del Signore degli Anelli e Lo Hobbit (ne avevamo parlato qui). La Tolkien Estate e l’editore HarperCollins hanno infatti citato in giudizio (qui si può leggere la versione completa) per 80 milioni di dollari la major, la sua sussidiaria New Line e il detentore dei diritti sulle due saghe, la Saul Zaentz Co., con l’accusa di aver oltrepassato i confini della loro licenza di sfruttamento delle opere dell’autore inglese, ottenuta nel ’69 e, secondo l’accusa, limitata ai soli beni di consumo materiali, come figurine, gadget, collezionismo ecc. I diritti sul merchandising concessi non erano invece concessi per prodotti come videogame scaricabili o giochi d’azzardo, come i giochi di slot machine online dal titolo Lord of the Rings Casino Game, che hanno recato un danno irreparabile all’eredità dell’autore e alla sua reputazione. Lo studio ha inoltre dichiarato che aveva già stipulato dei piani con la compagnia WMS Gaming, per la realizzazione delle slot machine con il tema di Lo Hobbit, ma non ha potuto procedere a causa della querela, perdendo così milioni di dollari in licenze. Nella controquerela, Warner e Zaentz sostengono che l’Estate ha precedentemente ripudiato delle sovvenzioni, in violazione del contratto. L’Estate ha risposto a sua volta che non avrebbe potuto ripudiare questi accordi, in quanto tali diritti non sono mai stati assegnati.
Giovedì scorso un giudice federale ha respinto la richiesta della Estate di non accogliere la controquerela della Saul Zaentz Co. che ha detto di aver perso milioni di dollari in spese di autorizzazione e di merchandising, perché a causa delle denuncia ricevuta, molti produttori hanno smesso di utilizzare i filmati dei personaggi di Tolkien nelle slot machine e nei giochi online. «Queste affermazioni nascono da “un’interpretazione divergente da parte di Warner Bros” e dei diritti di Zaentz sul Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Sono, reclami e querele di routine sul copyright», ha scritto il giudice distrettuale Audrey Collins nella sua sentenza. La Zaentz potrà così andare avanti. Questa decisione è una vittoria per lo studio, ma non pone fine alla disputa tra le due parti, sul non rispetto degli accordi per la creazione di merchandise lucrativo. Come si può immaginare, la disputa legale andrà avanti ancora per lungo tempo. Si può leggere la sentenza qui. La Tolkien Estate non ha ancora deciso se presentare appello contro la decisione emessa la scorsa settimana dal giudice.
Aprirà a settembre il museo su Tolkien
Dopo circa 7 anni di lavori, a fine settembre verrà inaugurato il Greisinger Museum, ovvero il primo museo al mondo interamente dedicato alla Terra di Mezzo. È la più grande collezione di opere pittoriche, disegni, libri, armi, merchandising e tutto quel che è stato realizzato o ispirato dalle opere del professor Tolkien. Ci eravamo già occupati del museo, con un’intervista a Ivan Cavini, che potete leggere qui. Il museo deve il suo nome a uno dei più importanti collezionisti del mondo di Tolkien, che è riuscito a realizzare il sogno di molti appassionati di Tolkien: una vera e propria casa hobbit nel proprio cortile. Ma ad accogliere i visitatori ci saranno altri 300 metri quadrati di ambienti a tema, 6 sculture alte fino a sette metri (le cosiddette «big-ature lifesize»), quadri, libri, un cinema con schermo ad alta definizione, e molto altro ancora sul mondo immaginario dell’autore del Signore degli Anelli. Un luogo a metà tra la cultura e l’intrattenimento, voluta e creata da appassionati della Terra di Mezzo per gli appassionati della Terra di Mezzo.
La History di Tolkien: Bompiani e la traduzione
«Grosso libro, grosso guaio», scriveva il poeta Callimaco. In senso lato, potremmo applicarlo anche alla vicenda di cui oggi ci occupiamo, anche se i libri sono dodici in tutto. Passateci al licenza, visto che il titolo è uno solo: la History of Middle-earth (HoME), cioè la Storia della Terra di Mezzo, l’universo fantastico in cui J.R.R. Tolkien ha ambientato i suoi romanzi. Il vecchio adagio calza a pennello se lo si guarda dal punto di vista della casa editrice che detiene i diritti delle opere dello scrittore inglese in Italia. Mai come in questi ultimi anni, la Bompiani è, infatti, sulla graticola per la sua condotta circa le opere di Tolkien, spesso piene di imprecisioni, lacune e pressappochismo sia editoriale sia culturale, dovuti anche alla scottante eredità lasciatale dalla Rusconi. Ma è la stessa casa editrice milanese a sentirsi in una posizione scomoda, come dimostra un recentissimo intervento del suo direttore editoriale, Elisabetta Sgarbi. Cerchiamo, allora, di fare un quadro della situazione, ripercorrendo gli eventi di questa vicenda per sommi capi.
La Torre di Tolkien venduta per una sterlina
Si chiama Perrott’s Folly, si erge in un quartiere di Birmingham e pur necessitando di lavori di ristrutturazione per oltre un milione di sterline è stata acquistata da un ente benefico per la simbolica somma di una sterlina: affare andato in porto solo perché – a detta degli esperti – l’edificio sarebbe servito da ispirazione a J.R.R. Tolkien. Come riporta il quotidiano britannico The Guardian infatti l’amministratore delegato della Trident Reach the People Charity è un appassionato dello scrittore inglese e ha accettato di trasformare la torre – più nota all’estero che a Birmingham – in un centro di accoglienza, a un costo non certo economico. Tutelato dalle Belle Arti britanniche, l’edifico è stato più recentemente usato per esposizioni artistiche e celebrazioni tolkeniane. I nuovi proprietari del Trident non ne vogliono fare soltanto un’attrazione turistica, ma usarlo anche per attività sociali.
Scompare Riccardo Valla, traduttore di Tolkien
A pochi giorni dalla morte di Alberto Lisiero, fondatore dello Stic, Star Trek italian club, il mondo del fantastico italiano perde un altro dei suoi nomi eccellenti. È scomparso ieri, stroncato da un infarto, Riccardo Valla, decano della fantascienza in Italia. Se ne è andato nella sua Torino, dove era nato, abitava, aveva collaborato con la Bollati Boringhieri, aperto una delle prime librerie specializzate in fantascienza d’Italia, fatto le sue numerose traduzioni e poi dato man forte al Museo del fantastico, di cui era presenza fissa.
