Bologna diventa Mordor: un murale per Tolkien

Blu04: l'AnelloMetabolizzare J.R.R. Tolkien. È un auspicio tra i più sfrenati che si possano desiderare: la società che non solo si scrolla di dosso tutte le incrostazioni ideologiche del passato, restituendo all’autore il ruolo che gli è proprio tra i classici della letteratura, ma assume la visione che lo scrittore aveva del mondo e che viene trasmessa dalle sue opere. È un azzardo pensare concretamente che si possa giungere fino a questo punto, e raramente accade di poterlo constatare nei fatti. Ebbene, qualche giorno fa è avvenuto proprio questo: Tolkien è stato metabolizzato fino al punto di divenire strumento nelle lotte sociali della nostra società. Ma andiamo con ordine.

Sotto il segno di Blu

Blu al lavoro sul muraleUn dipinto che ricopre l’intera facciata di un edificio nella città di Bologna. Gli street artist contemporanei prediligono le “tele” cittadine, scegliendo quelle vuote e spesso anonime per realizzare le loro opere. Ma mai svincolandosi dal contesto urbano o industriale in cui si inseriscono poiché la pittura cerca sempre di dialogare con la società che vi abita alla ricerca della specificità di ogni luogo. E Blu lo ha fatto con un murales di 8 metri per 8. Nascosto dietro uno pseudonimo, l’artista italiano è tra i più famosi in Italia e apprezzatissimo all’estero (The Observer e The Guardian lo hanno inserito tra i dieci migliori street artist contemporanei). Nell’ambito della seconda edizione del Bologna Brucia (7-9 marzo 2013), festival che ha attraversato alcuni degli spazi in lotta per la sopravvivenza nella città, Blu è tornato a dipingere su uno dei muri che, assieme ad un’altra cospicua parte del centro sociale Ex Mercato 24 (Xm24) in via Fioravanti, l’amministrazione minaccia di abbattere.
I murales di Blu interpretano il linguaggio architettonico dello spazio pubblico, per ripensarlo e reinventarlo. Per l’artista di età imprecisata che ha già “colorato” i muri di mezzo mondo, la critica ai governi e alla società odierna è diventata parte integrante del suo lavoro. Lavoro sul murale di BluNel nuovo lavoro di Blu c’è spazio anche per una critica all’eccesso di violenza nell’operato delle forze dell’ordine, alla religione, al cittadino reso obeso dalla sua dieta mediatica e ai soldati-marionette che combattono guerre inutili. Blu non vuole soldi, ma viaggia continuamente verso i festival e le manifestazioni disposte a ospitarlo in cambio di un murales. Pare che non abbia nemmeno un cellulare e che tenga i suoi contatti solo attraverso e-mail. Lui, infatti, non parla con la stampa e non intende diventare una celebrità. Il suo sito ufficiale è il suo unico contatto con il mondo. Un mondo che ha iniziato a seguirlo anche grazie al successo clamoroso del suo canale su YouTube che ha raccolto, finora, più di 20 milioni di visualizzazioni. Di queste 10 milioni sono state collezionate dall’incredibile filmato che animava i suoi murales, finito on line nel maggio del 2008.

Un murale per legarli tutti

Murale di Blu: l'OcchioPer molti versi Bologna è un campo di battaglia e Blu è riuscito a rappresentarlo lasciandosi ispirare proprio dall’immaginario tolkieniano. L’artista elabora un intricatissimo dipinto ispirato al Signore degli Anelli (guarda qui tutti i dettagli), più precisamente alla battaglia finale, si vede quindi l’Occhio di Sauron sopra la grande torre degli Asinelli e a cascata una serie infinita di uomini e personaggi tra i quali spiccano le truppe bianche dell’Impero e Darth Vader di Star Wars, circondati dai corrotti, dai banchieri, dai giornalisti, militari, ma anche un bel parallelo dove vediamo Sauron con tanto di fascia tricolore, giganteschi Ent, una quantità sterminata di dettagli ed attacchi più o meno celati ad alcune tipologie sociali. Tutti i componenti del dipinto si accalcano tra di loro, rivolgendosi verso l’Anello del potere. Il significato è racchiuso non solo nell’immagine del gioiello ritratto a colori in primo piano, ma anche da Sauron avvolto nel drappo tricolore. E il cielo, diviso a metà, da una parte brucia e dall’altra è blu. È un’immagine molto dura quella di Blu, con la figura del sindaco in primo piano e tante altre figure che rappresentano il volto più osceno e violento (potenti, macellai e bottegai) della città, chiusa nelle sue mura trecentesche, difesa con le armi spianate, governata da personaggi avidi e bugiardi. Il male la domina, volteggiando sulla Torre degli Asinelli in un’atmosfera malata e su uno sfondo in fiamme da bolgia dantesca. Fuori porta c’è lo scontro frontale e i due eserciti si combattono: il Bene assedia la città. Murale di Blu: SauronIn mezzo alla folla di chi difende la rocca ci sono personaggi riconoscibili, ben delineati: banchieri con la bandiera coi dollari, bottegai con le loro casse, macellai che contro gli avversari lanciano grosse mortadelle: carne morta, insaccata. E ancora la politica bugiarda, sotto forma di Pinocchio attorniata da giornalisti e microfoni (Blu non rilascia interviste…). Poi un groviglio di automobili
a ridosso delle mura: il traffico. Tanta polizia a difesa della città, le ruspe violente e anche Darth Vader con le truppe dell’Impero. Ci sono vigili, tori, orchi, un Nazgul e perfino la statua del Nettuno di piazza Grande a far le veci di un Troll incatenato. Sul fronte opposto risponde un massa di persone, molto più numerose («siamo il 99%»). Se ne distinguono vari gruppi: i “book bloc”, con i libri a far da «scudi letterari» (si riesce a leggere “Q” di Blissett/Wu Ming, “Bartleby” di Melville, “1984” di Orwell, “Alice” di Lewis Carroll), il movimento del software libero, quelli del riuso e del commercio equo e solidale, diversi Chewbecca di Guerre Stellari e il gruppo hacker Anonymous. Willie TatùLa musica è forte nelle retrovie, dove il mercatino ortofrutticolo del centro sociale fornisce i proiettili da lanciare, soprattutto frutta fresca (cocomeri e zucche). Una linea avanzata di Ent lancia oggetti (uno di loro lancia un estintore, forse si chiama Carlo Giuliani…) ed è preceduta da gruppi con bandiere “No Tav” e “No Vat”, mentre in prima fila va in scena la splendida carica dei Rohirrim, tutti in bicicletta perché si tratta della critical mass! Al centro di tutto questo due mani che si contendono l’Anello: quella con gli artigli del sindaco, raffigurato come Sauron, e quella di un ragazzo tutto tatuato con una felpa con la scritta Xm24, che poi sarebbe l’ex “candidato sindaco” Willie (Uilli Tatù), immigrato inglese, musicista e attivista, personaggio leggendario per chi vive in città. Insomma, un murale tutto da vedere e da scoprire.

La denuncia tolkieniana

Murale di Blu: panoramicaL’immensa immagine è tutta calata nell’attualità, con riferimenti precisi a personaggi felsinei, ma è anche piena di molti messaggi tolkieniani. La lotta dei “piccoli” contro i “potenti”, la violenza dell’omologazione tecnologica e di uno sviluppo sfrenato, la corruzione e la miopia del potere, i piccoli e beceri interessi di parte delle diverse lobby cittadine, il desiderio di una vita più in armonia con la natura, l’uso di libri e frutta contro armi, ruspe, mannaie, manganelli, mazze, martelli e asce (ovvero: cultura e natura contro la tecnologia di morte). E nel complesso, una critica profonda a un modello capitalista votato a consumare se stesso, come dimostra il rogo sullo sfondo dietro la città. Sarà pure un disegno, ma vale più di un saggio critico!
Murale di Blu: bottegaiA suscitare tanta indignazione sono le evidenti somiglianze di Bologna con Mordor osservate durante l’ultima decade in cui Blu ha vissuto lì: «È un tributo con molti riferimenti ai fatti bolognesi», scrive l’artista sul suo blog. Poi però ci fa sapere direttamente che l’opera è in sintonia con letture e visioni su Tolkien condivise anche qui sul sito dell’ArsT e soprattutto su Giap! di Wu Ming, anche a proposito della situazione bolognese e non solo. Segno che il lavoro di questi anni sta dando ottimi risultati. «Quel muro nel giro di pochi anni ha cambiato faccia più volte», è il commento dei membri del centro sociale bolognese: «Questa potrebbe essere l’
ultima». Murale di Blu: PinocchioCon l’avanzamento del cantiere del «nuovo Navile», il muro e tutto il centro sociale Xm24 dovrebbero essere abbattuti per fare largo a una rotonda per le auto. Adesso per farlo l’amministrazione dovrà assumersi la responsabilità di distruggere l’opera di uno dei più noti street artist europei. Blu ha fatto un atto di guerriglia artistico-urbanistica. Probabilmente, anche di questo Tolkien sarebbe stato fiero…

 

GUARDA IL VIDEO DA DI BLU (QUASI 3 MILIONI DI VISITATORI):
GUARDA LA GALLERIA DI IMMAGINI:

– Vai al sito di Blu
– Vai al sito del centro sociale Xm24
– Guarda tutti i dettagli del murales
– Vai al sito di Giap!

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11 Comments to “Bologna diventa Mordor: un murale per Tolkien”

  1. Hyperion ha detto:

    “la società che non solo si scrolla di dosso tutte le incrostazioni ideologiche del passato”

    “Tolkien è stato metabolizzato fino al punto di divenire strumento nelle lotte sociali della nostra società”

    Non entro in merito all’opera di Blu. La cosa che mi lascia sconcertato è il vostro non accorgervi di come questa (al pari di De Turris, ma dall’altra parte) sia una forzatura ideologica di Tolkien. Usare Tolkien per dinamiche di lotta sociale, in forme che non gli appartengono minimamente. Bel modo di restituire un autore alla sua reale dimensione. Complimenti soprattutto per aver la presunzione nel dire:”Probabilmente, anche di questo Tolkien sarebbe stato fiero…” (e il “probabilmente” non vi salva).

    • Wu Ming 4 ha detto:

      C’è una bella differenza tra far passare Tolkien (inteso come autore, con un suo discorso, una sua poetica, un suo percorso letterario) per ciò che non è mai stato, come hanno fatto De Turris e compagnia bella per quarant’anni, e utilizzare l’immaginario tolkieniano per rappresentare le lotte sociali del presente, come ha fatto Blu. La prima opzione travisa l’autore e cerca di farlo passare per qualcuno che non è mai stato, la seconda ne usa l’opera in quanto parte integrante dell’immaginario collettivo. In altri termini: con quel murale Blu non sta parlando di Tolkien, ma sta rappresentando la propria visione dei conflitti bolognesi utilizzando liberamente l’immaginario tolkieniano (e mescolandolo a molto altro). E’ ciò che accade ogni volta che utilizziamo una metafora che tiri in ballo figure letterarie come Robin Hood, i tigrotti della Malesia, Pinocchio, Sherlock Holmes, V/Guy Fawkes, etc.
      Dopodiché uno può anche non condividere per niente l’uso che Blu ha fatto di quell’immaginario.
      Io guardo il murale e vedo da un lato il potere in tutte le sue forme; urbanisti, fautori della cementificazione automobilistica, i commercianti bolognesi (che, per chi non lo sa, sono da sempre contrari a qualunque ipotesi di pedonalizzazione), banchieri, politici, etc.; dall’altra parte vedo i ciclisti di critical mass, gli ent, i No Tav che si oppongono alla devastazione della loro valle da parte dei falsari del progresso, insomma vedo tutti coloro che tentano di sottrarsi alla presa del potere e al dominio della merce e del profitto ad ogni costo. Sinceramente faccio fatica a immaginare qualcosa di più tolkieniano.
      Detto questo, secondo me, di fronte all’ipotesi che le ruspe e il cemento spazzassero via una comunità di persone liberamente associate, che organizzano il mercato dei prodotti della terra equo e solidale e svariate altre attività no profit, uno come Tolkien non avrebbe avuto dubbi su da che parte stare. Ma come ha scritto l’autore del post, siamo nel campo delle probabilità, e lì ci fermiamo.

  2. Roberto ha detto:

    Una battaglia sociale non ha appartenenza. Lo sciopero dei tassiti è di destra? Bisognerebbe andare oltre la superficie.
    Mi pare che qui la cosa sia ben diversa dall’uso veramente politico e strumentale di Tolkien che hanno fatto per 30 anni Forza Nuova e la destra in genere.
    Io penso, e l’ho scritto nell’articolo, che questo sia soprattutto un segnale di cambiamento importante. Che poi si tratti dell’omaggio di un artista a una battaglia connotata come di sinistra radicale è un fatto episodico, ma al tempo stesso importante, perché proprio da quella parte giungevano le critiche più feroci e sbagliate contro Tolkien.
    Infine, la mia non è una presunzione, ma una chiosa giornalistica: ho scritto “Tolkien sarebbe stato fiero” della lotta contro la distruzione di un’area verde, perché lui stesso partecipò a una lotta di questo tipo nel 1968 a Birmingham. Erano tempi diversi naturalmente, ma il richiamo a lui è stato fatto persino durante le lotte ambientaliste in Gran Bretagna negli anni ’80, come scrive Patrick Curry. Non vedo presunzioni in questo.
    Un saluto

  3. Francesco ha detto:

    Interessante quest’analisi, credo che il più grosso difetto dell’opera sia che se non si abita a Bologna è molto difficile capire i significati metaforici dei singoli personaggi o gruppi di personaggi. È però chiarissima la scelta dell’uso dell’immaginario tolkieniano: nel murale è palesemente rappresentata una lotta contro l’autorità e il concetto stesso di autorità, contro il potere in quanto potere, qualcosa che traspare in tutte le opere maggiori di Tolkien ed anche da certe lettere (esemplare quella in cui dice che la sua visione politica tende sempre più verso l’anarchia).

    • Roberto ha detto:

      Hai ragione, Francesco. Lo stesso Blu nel suo annuncio sul suo sito ha spiegato che non tutti riusciranno a cogliere al 100% i riferimenti, e questo perché l’opera è calata nel suo contesto bolognese.
      Grazie

  4. Hyperion ha detto:

    @WuMing4 e Roberto.
    Mah. Io non metterei mai in bocca a un autore apprezzamenti o censure postume. E’ questione di buon gusto (questo sul “probabilmente etc…”).
    Sul resto, mi chiedo perché, ad esempio, non abbiate messo in risalto anche la superata impostazione dualistica che mi sembra emergere dall’opera di Blu (o almeno dalla lettura che ne fa l’articolo): la semplicistica contrapposizione bene (noi, bravi belli e armati di fiori, di sinistra – novità!) contro male (loro, le ruspe, il politico che pensa solo al denaro, i capitalisti). Sappiamo che non è così, che in Tolkien è tutto molto più complesso e problematico (lo ha detto anche WuMing4 recentemente: perfino la natura non sotto l’influenza di Mordor può essere pericolosa e aggressiva, anche con i buoni). Veramente si rischia l’appiattimento alla Guerre Stellari: Tolkien ridotto a slogan, a retorica (come un po’ la seconda parte della risposta di WuMing4), a un qualcosa da usare (anche De Turris, attraverso Tolkien, critica la tecnica… Ma con quale impostazione?). E se non fate attenzione voi a queste cose, che giustamente volete portare aria fresca nella critica tolkieniana, non so chi deve farlo. Questo per rispondere alla questione “Tolkien e uso del suo immaginario mescolato con altro”.
    In definitiva, non vorrei che l’evidente vostra simpatia per queste forme di lotta sociale attenuasse l’attenzione critica in senso stretto. Di solito spaccate il capello in quattro, fatelo sempre.

    • Roberto ha detto:

      Innanzitutto, mi fa piacere che tu sia un nostro attento lettore e grazie per i complimenti indiretti che ci fai. Il lavoro sul nostro sito è molto impegnativo e ci dedichiamo molto tempo e attenzione!
      Detto questo, l’articolo è una descrizione e al tempo stesso un compiacersi del fatto che certe forme del passato siano finite (almeno questo è l’auspicio), con la speranza che ci siano presto molti altri esempi di questo genere. Sono anni che seminiamo, questo è uno dei primi frutti concreti…
      Sul mettere in bocca all’autore frasi non sue, ripeto, è una chiosa giornalistica. Non stavo scrivendo un manifesto, né un saggio. Se uno scrittore ha partecipato a proteste contro la cementificazione di Birmingham e Oxford (si oppose anche alla costruzione della circonvallazione che avrebbe distrutto i parchi pubblici), io posso come giornalista presumere che lui si sarebbe rallegrato di una protesta simile a quelle a cui partecipò. Parlare, quindi, come fai tu di mancanza di buon gusto mi pare veramente esagerato! 🙂

    • Wu Ming 4 ha detto:

      @ Hyperion
      Sulla concezione dualistica, be’, bisognerebbe allora criticare la concezione stessa dell’opera, ovvero la rappresentazione di una battaglia campale/assedio, perché il dualismo le è connaturato. Tuttavia, sappiamo che, benché le storie di Tolkien non siano dualistiche, sono costellate di battaglie campali buoni contro cattivi: che ci siano due fronti contrapposti non ci piove. E’ precisamente quello che intendevo con la mia distinzione tra distorsione della poetica di un autore e utilizzo del suo immaginario. E’ proprio Tolkien a insegnarci che il fatto di mettere in campo i “buoni” contro i “cattivi” non significa che i buoni sono tutti affidabili e che i cattivi sono tutti irredimibili. Nondimeno il conflitto si dà.
      Mi pare quindi che Blu abbia voluto rappresentare questo: una faglia. E’ evidente che si tratta di una forzatura: tra le realtà evocate dalla parte dei “buoni” vigono mille divisioni e attriti, e non si tratta in alcun modo di un fronte unito come viene rappresentato dall’artista. Lo stesso vale per la parte dei “cattivi” che escono dalla cittadella. Bologna non è tutta Mordor.
      Ma che una faglia esista e possa in qualche modo essere tracciata, be’, è innegabile, su questo bisogna che mi credi sulla parola, perché in questa città ci vivo da una vita e ti assicuro che è così. C’è chi difende certi interessi e chi li contrasta. Ecco perché la metafora scelta da Blu funziona.
      Dopodiché, se permetti, ancora non abbiamo speso una parola sul personaggio che in primo piano contende l’Anello al Sindaco Sauron. Al di là del fatto che rappresenti una persona in carne, ossa e tatuaggi, ben nota a Bologna, a cosa allude il fatto che stia per infilarsi l’Anello al dito? (N.B. l’espressione volgare invisa dentro l’anello è uno dei tipici modi di dire del personaggio a cui il disegno è ispirato). La contesa primaria è per il possesso dell’Anello e tutta la battaglia sullo sfondo è solo un grande diversivo? Be’, non è questa la trama tolkieniana, lo sappiamo bene. Ecco la dimostrazione che si tratta della trama di Blu, non di Tolkien.

  5. Gwindor ha detto:

    Sono d’accordo con Wu Ming sulla differenza tra forzare l’Autore e la sua poetica in una cornice e limitarsi a usarne l’immaginario. Temo però che il secondo atteggiamento non faccia altro che d a preludio al primo. In ogni caso penso che più che da JRRT il murale sia ispirato da PJ

  6. Norbert ha detto:

    Che Il Signore degli Anelli sia stato “metabolizzato” e faccia parte della cultura popolare come Guerre Stellari lo trovo positivo.

    Temo, come scrive Gwindor, che Blu si sia ispirato più ai film di PJ che al libro di Tolkien. Ma questo è un mio pregiudizio che spero infondato.

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