Peter Jackson ha “ucciso” J.R.R. Tolkien?

The Hobbit: An Unexpected JourneyIn questo articolo non voglio parlare dei film di Peter Jackson, di quanto siano stati più o meno fedeli ai libri : voglio cercare di capire quali effetti essi abbiano avuto sulla conoscenza e sulla diffusione delle opere  di Tolkien. Soprattutto attraverso la versione cinematografica realizzata dal regista neozelandese, l’opera di Tolkien è arrivata a un pubblico ancora più vasto che, però, non ha fatto che aggiungersi al progressivo cammino di diffusione e di successo in atto da 40 anni.  L’adattamento cinematografico di Jackson ha guadagnato 17 Oscar (4 per La Compagnia dell’Anello, 2 per Le due Torri e 11 per Il ritorno del Re): il premio come “miglior film” a Il ritorno del Re, può venir considerato un premio dato all’intera trilogia da parte della critica. I film contengono però molte alterazioni rispetto alla storia originale, e hanno un tono un po’ diverso dalla narrazione del romanzo e dalla visione originale di Tolkien. A titolo di esempio, Roger Ebert, critico cinematografico statunitense ha detto: «Jackson ha preso un’opera letteraria incantevole e unica e l’ha ri-raccontata nei termini del cinema moderno […] Fare quello che ha fatto in questi film deve essere stato molto difficile, e merita un applauso, ma rimanere fedeli a Tolkien sarebbe stato ancora più difficile e coraggioso».

Ian Mckellan - Gandalf

Ian McKellen aka Gandalf aka Magneto

La trilogia jacksoniana del Signore degli Anelli ha avuto indiscutibilmente alcuni effetti positivi:

  • ha reso il Signore degli Anelli notissimo. Quasi tutti, a livello mondiale, l’hanno quantomeno sentito pronunciare questo nome;
  • ha indotto molti appassionati dei film a cercar di conoscere ancor meglio la Terra di Mezzo
  • ha fatto diventare “di moda” Tolkien: l’effetto positivo è che molti libri validi sono stati dati alle stampe perché “Tolkien era di moda”, libri che, altrimenti sarebbero stati scartati dagli editori;
  • in Italia, ha aiutato a superare l’errata “associazione” di Tolkien con il fascismo e la destra estrema

Ma ci son stati anche molti effetti negativi, non lievi:

  • cate blanchett

    Cate Blanchett aka Galadriel

    ha fatto diventare “di moda” Tolkien: l’effetto negativo, perfettamente simmetrico a quello visto nei “pro”, è che anche molti libri sciatti e malfatti sono stati stampati solo perché “Tolkien vende”;

  • le immagini tolkieniane dopo il 2001 sono spesso influenzate, talvolta pesantemente, da quelle dei film.
  • l’immaginario collettivo è stato “cristallizzato”. Perfino per me che ho visto solo una volta i film è difficile non pensare Gandalf e vedere il viso di Ian McKellen, o Galadriel e vedere il viso di Cate Blanchett;
  • mi sembra che molti di coloro i quali hanno visto il film sian convinti (in buona fede) di conoscere Tolkien, e che, pertanto, non si preoccupino di leggerne le opere. Come successe già con i film di “Don Camillo” tratti dai
    racconti di Giovannino Guareschi. Anche in questo caso il grande successo dei film mi sembra aver ‘messo in ombra’ i libri. E ciò, naturalmente, non piace a me, appassionato lettore;
  • infine l’effetto che io trovo peggiore, e che a un tempo mi fa infuriare e mi deprime, è che in molti sembrano confondere le opere di Peter Jackson con quelle di Tolkien. E non solo tra gli appassionati “di primo pelo”. Capiamoci: io non demonizzo le pellicole del regista neozelandese; e non ho nulla in contrario che ne siano citate scene e dialoghi. Ci mancherebbe! Ma chi cita Peter Jackson sia conscio che stai citando Peter Jackson e non Tolkien (o viceversa), accidenti! Son stufo di ascoltare (o leggere) frasi del tipo: “nel libro, quando Gandalf a Moria dice che nemmeno i più saggi possono prevedere tutte le conseguenze”. No! È nel film che quella frase è detta a Moria. Nel libro è detta a casa Baggins!
don camillo e peppone

Don Camillo e Peppone

Come (tentare di) minimizzare gli effetti più deleteri?

  • per il problema della “moda”, finiti i film sparisce anche quella – per fortuna;
  • per quanto riguarda l’iconografia ispirata alla terra di Mezzo, credo che col tempo diminuiranno le opere ispirate al film;
  • riguardo la “cristallizzazione dell’immaginario”, è inevitabile, credo. Lo stesso Guareschi ammetteva di essersi immaginato il personaggio di Don Camillo diverso da Fernandel (l’attore che impersona il battagliero parroco nei film) ma di non riuscire, dopo il primo film basato sui suoi racconti, a scrivere nuove storie di Don Camillo senza immaginarlo con la faccia di Fernandel;
  • riguardo il fatto che i film abbiano “messo in ombra” i libri temo si possa fare poco, se non ribadire, ogni volta sia possibile, che i libri sono più alti, più profondi, più belli dei film;
  • riguardo l’ultimo punto, per me il più importante, non ho soluzioni. Cerco di correggere tutti i casi di confusione tra Tolkien e Jackson o viceversa in cui mi imbatta.

 

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12 Comments to “Peter Jackson ha “ucciso” J.R.R. Tolkien?”

  1. Silma ha detto:

    Eh che dire, mi trovi d’accordo su tutto quanto hai detto.
    Gli effetti negativi dovuti alla moda io li sento molto anche perché sono molto gelosa, non so se mi spiego. Quando una cosa che amo diventa pubblica da un lato mi fa piacere, ma dall’altra non sopporto l’idea che ciò che amo non sia solo mio, è come dividere un innamorato! Soprattutto se mi tocca condividerlo con persone non degne, e parlo ovviamente di quelli che si limitano a guardare i film e a pensare di conoscere e a quelli che invece nn sanno proprio nulla e criticano.
    Diventa sempre un’impresa colossale cercare di far comprendere alla massa ignorante ciò che di profondo c’è in quella letteratura che per loro non è degna nemmeno di essere classificata come tale!
    Piuttosto che sentire blasfemie da parte di chi ha sentito dire, preferisco quando qualcuno mi risponde “non lo conosco”, c’è molto più margine per lavorarci sopra 🙂

  2. Norbert ha detto:

    Come ho scritto mi rattrista meno che alcuni scelgano di non leggere Tolkien – magari tra coloro che hanno apprezzato il film.

    Mi rattrista assai di più che per alcuni le differenze tra libro e film sbidiscano lasciando il campo a un qualcosa che non è né completamente Tolkien né completamente Jackson.

  3. Paola ha detto:

    Onestamente non condivido. Mi sembra che ci sia un presupposto sbagliato: film e libro non “devono” coincidere, non è possibile fare un buon film che sia l’esatta riproduzione del libro, proprio perchè sono due tipi di rappresentazioni diverse. Il film è abbastanza fedele, ma quel che conta è convincente.
    Io per esempio rientro nella categoria di quelli che hanno prima visto il film, se ne sono “innamorati” (tra tutti e tre li ho visti più di 100 volte) e ha deciso di leggere tutto il libro. Mi sono innamorata anche di quello. Non penso di essere l’unica. 🙂
    Bisogna mettersi nei panni di Peter Jackson e pensare a quanto lavoro c’è stato dietro la realizzazione di questo capolavoro cinematografico (non ha caso ha vinto tanti Oscar, ammettiamolo). I punti positivi-negativi esposti li possiamo ribaltare su qualunque film tratto da un libro. È sempre così, ci sono sempre questi stessi pensieri in chi ama solo il libro e chi ama solo il film. Ed io mi trovo perennemente in mezzo, perché per me sono due cose distinte. Nel momento in cui ho letto il libro ho immaginato gli attori del film, è vero, ma questo non può che aver facilitato la mia rappresentazione mentale di ciò che veniva raccontato. Non a casa il libro mi ha catturata subito!
    Il punto sulla popolarità del film lo eliminerei dalle conseguenze negative, perché è servito a far emergere nuovi appassionati. Poi ovviamente c’è chi l’ha visto e non si è appassionato, ma è giusto così. Custodire “gelosamente” a pochi eletti mi sembra una presunzione davvero inaccettabile. La conoscenza, per definizione, è bene che sia diffusa, perché male non ne fa, anzi.
    Poi ci sono quelli che fanno citazioni sbagliate, e sia! Come hai detto tu, Norbert, quando si può le si corregge, ma onestamente: pensare che Gandalf abbia detto quella cosa a Moria anziché a casa Baggins… cosa cambia? Nulla!
    Io sono per la tolleranza delle differenze film-libro, con la consapevolezza che si tratta di due tipi di arte diversa che vanno nella stessa direzione.

  4. Hyperion ha detto:

    Un po’ alla Leopardi dico che la moda è sorella della morte. Sono pieno di tristezza quando vedo in giro tutto il ciarpame commerciale intorno a Tolkien. Soprattutto, e qui Norbert individua bene il problema, questi film, pur se molto meritevoli in alcuni aspetti, ci hanno rubato l’immaginazione, o almeno una parte di essa. Ed è una cosa terribile.

    • Roberto ha detto:

      @Hyperion Sono d’accordo con te. Due anni fa, in un articolo che puoi leggere qui: https://www.jrrtolkien.it/2011/01/18/verso-la-liberta-grafica/, scrivevamo esattamente questa cosa, salutavamo la fine della “moda” e il ritorno alla libertà di ogni lettore di fantasticare con la sua immaginazione, basandosi sulle descrizioni del capolavoro di Tolkien, come avviene per la maggior parte delle opere di narrativa.
      Penso che dovremmo aspettare ancora un po’! 🙂

  5. Paige ha detto:

    Concordo ma in parte..
    è vero che, ormai, è impossibile non associare i volti degli attori ai personaggi: se non ce la fai tu, che hai visto il film una volta, immagina io o chi, come me, ha visto i film più volte. Purtroppo credo sia inevitabile per questa come per tutte le altre opere da cui sono stati tratti film successivi. Quello che mi dispiace di più è di non riuscire più a ricordare come avevo immaginato i vari volti prima di vedere i film.
    Il fatto che Tolkien sia diventato una “moda” forse non è un male dopotutto: grazie ai film molte persone si sono avvicinate ai libri e questo, per quanto mi riguarda, è sempre un bene. Se poi si siano appassionate o meno questo è un problema loro ma, magari, il film ha dato quella spinta all’incertezza se cimentarsi o no nella lettura del libro per avere poi la rivelazione che Tolkien, per quanto Jackson sia stato bravo, è molto molto molto di più.
    Purtroppo per le vicende “falsate” non si può fare altro che correggere all’occasione..come l’esempio che hai fatto sulla frase di Gandalf o come ad esempio, la morte di Saruman: che non muore cadendo giù da Orthanc l’avrò detto non so più quante volte.
    Certo è un peccato vedere, da parte di alcuni, Tolkien ridotto a quello che ci racconta Jackson ma se il loro interesse si limita alla trilogia cinematografica non posso fargliene una colpa. Per tanta gente che si è limitata a guardare i film ce n’è tanta che dopo i film ha deciso di leggere i libri..e non solo il signore degli anelli ma anche gli altri. Per me basta questo per dire che i film non hanno “ucciso” Tolkien 😉

  6. Ivan ha detto:

    Per un illustratore il film di P.J. è stato devastante perchè ora è impossibile dire “Frodo” e non pensare a E. Wood. Lo stesso illustratore “storico” A. Montanini, dopo il film, ha smesso di disegnare immagini ispirate alle opere di Tolkien…

    Eppure se uno ha la voglia di esprimere la propria arte in qualche modo troverà il modo: alcuni illustratori ora dipingono in maniera più decorativa ed essenziale per distaccarsi dal figurativo Jacksoniano, mentre altri, come me, si buttano nella scultura o nell’esaltare e sviluppare i concetti raccontati dal film, per non parlare di artisti come Donato Giancola che riescono ad essere più iperrealisti dei due conceptual designer Alan Lee e John Howe.

    Allo stesso modo anche un altro regista, tra qualche hanno, troverà il modo di rifare un reboot de “il signore degli anelli” e de “Lo hobbit”, magari facendo dimenticare Peter Jackson 🙂

  7. Norbert ha detto:

    @ Paola
    Scrivi: “I punti positivi-negativi esposti li possiamo ribaltare su qualunque film tratto da un libro.”

    E io sono totalmente d’accordo – e pensavo d’averlo scritto chiaramente nell’articolo, citando anche Guareschi come altro caso in cui il film aveva messo in ombra (secondo me) gli scritti.
    Ma, sembra, non son stato chiaro.
    Riprovo.
    Il film non è male, ma io vorrei che chi parlasse di libro e film sapesse _sempre_ di quale dei due stia parlando. Forse è una posizione minoritaria, ma è la mia
    😉

  8. Lino ha detto:

    Sono d’accordo nel “minimizzare gli effetti negativi. A valorizzare i libri devono pensarci quelli come noi, che scriviamo qui!

  9. Alfio ha detto:

    Non penso che un film fatto così bene come il Signore degli anelli possa aver influenzato in modo negativo, anzi. Ha portato moltissimi fan (come me e milioni di altri al mondo) che guardando il film si sono appassionati al libro e all’intera letteratura Tolkeniana. I film sono stati uno strumento per portare in auge qualcosa di così spettacolare quale il mondo di Tolkien.
    L immaginazione è qualcosa di diverso, se noi ci siamo immaginati Frodo e tutti gli altri in maniera diversa non vedo cosa possa centrare il film, soprattutto per i “puristi” cioè coloro che hanno letto prima i libri e poi visto il film. Il discorso invece potrebbe essere vero per chi come me ha letto il libro dopo aver visto il film, anche se io stesso mi sono immaginato i personaggi diversamente.
    In conclusione condivido con chi dice che ci sono più pregi che difetti alla realizzazione di questi film perché hanno reso popolare qualcosa di bellissimo che ha influenzato moltissime persone! Non condivido l’idea di custodire il tutto con gelosia, anzi ben venga questo tipo di condivisione!

  10. Norbert ha detto:

    Sul fatto di “non essere gelosi” di Tolkien, come scrive Alfio, sono assolutamente d’accordo.

    Son così completamente d’accordo che faccio parte dell’associazione roma studi Tolkieniani, che ha, tra gli scopi statutari, ha la diffusione della conoscenza di Tolkien.
    E questo sito è uno degli strumenti di questa diffusione

  11. PePPeZ ha detto:

    Ciao Norbert, mi trovo quasi d’accordo con te un po’ su tutto.
    Ci sono alcuni punti sui quali volevo fare delle considerazioni:
    1) L’immaginario tolkieniano è stato pesantemente influenzato dal film è vero ma solo in parte. Mi spiego. Sono certo che tu ovviamente abbia un’ampia conoscenza del mondo di Tolkien pre-film e, come molti di noi, ti sia capitato di curiosare tra le immagini presenti in rete, oltre che nei libri, di autori come John Howe ed Alan Lee. Personalmente son quelle immagini che hanno contribuito a dar forma nella mia fantasia ai miti de Il Signore degli Anelli ecc.
    Infatti quando al cinema ho visto il primo film della trilogia mi è venuto un colpo perchè quei personaggi sembravano tirati fuori dalla mia testa. In questo c’è da dare il merito a Jackson che ha deciso di farsi aiutare per la realizzazione delle scenografie proprio dai citati autori. Gandalf, casa Baggins, la Contea, Smeagol, gli Argonath, Rivendel, Barad-dûr, sono tutti personaggi e luoghi già cristallizzati nella nostra mente e per questo ancor più magnifici.
    2) Per quel che concerne la “moda” Tolkien vorrei sottolineare l’effetto positivo che ha avuto sull’avvicinamento all’opera letteraria di Tolkien da parte di lettori di tutte le età. Non sai che gioia mi dà quando in libreria vedo ragazzetti ronzare intorno alle opere di Mr. Tolkien, opere che adesso hanno il posto d’onore in quasi tutte le librerie ma che fino a 15 anni fa dovevi andare a cercare nei meandri dell’improponibile.
    3) L’effetto davvero negativo di questa moda è che ahimé, come hai ben detto, vengono pubblicati testi davvero inutili, commentari ed interpretazioni dell’opera che farebbero rigirare il Prof. nella tomba.
    4) Ultima cosa: occorre a mio avviso riconoscere a Jackson la capacità che ha avuto nell’approcciarsi ad un racconto non semplice riuscendo quasi sempre a cogliere ed a mettere in luce temi ed aspetti centrali della principale (per fama) opera Tolkieniana. Pensa a con quanta maestria in tutta la trilogia sia riuscito a “caratterizzare” l’Unico, dotato di volontà propria e capace di corrompere, di annientare la volontà del Portatore al fine di raggiungere il proprio obiettivo; pensa a come è riuscito a far emergere con chiarezza il dualismo presente in Gollum/Smeagol ecc.
    5) E’, in qualche modo, tuo/nostro compito, tramite questo spazio fare chiarezza in caso di dubbio e sempre, sempre, invitare gli appassionati alla lettura dell’Opera di Tolkien.
    Un abbraccio
    Giuseppe Truono

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