Giochi da tavolo, 4 novità sulla Terra di Mezzo

Giocatori da tavoloIl mondo dell’intrattenimento non finisce mai di produrre occasioni per un viaggio nella Terra di Mezzo e, in vista delle festività invernali e dei tanti regali che ci aspettano sotto l’albero o nella calza della Befana, ecco uscire non uno, non due, ma ben tre novità per quanto riguarda i giochi da tavolo! Ne avevamo già scritto qui. In realtà, ne sarebbero stati annunciati anche altri, ma se ne parlerà al momento dell’uscita. Per ora, concentriamoci su quelli già in distribuzione e acquistabili nei negozi e negli store digitali.

Il destino della Compagnia

Destino della CompagniaUscito quest’estate e già annunciato sul nostro sito web, il nuovissimo gioco della serie Pandemic System ha posato il suo sguardo sul mondo immaginato da J.R.R. Tolkien. Il Signore degli Anelli: Il Destino della Compagnia ha richiesto ben tre anni di sviluppo, ma a quanto pare le cose sono state fatte bene. Il gioco da tavolo combina il collaudato sistema Pandemic con il mondo della Terra di Mezzo, creando un gioco cooperativo che richiede sia strategia che lavoro di squadra. I giocatori assumono il ruolo di eroi per difendere i rifugi della Terra di Mezzo dall’avanzata delle truppe dell’Ombra, aiutando Frodo a sfuggire ai Nazgûl durante il suo viaggio verso il Monte Fato per distruggere l’Unico Anello. Il gioco da tavolo è pensato per un numero di giocatori compreso tra uno e cinque. Ogni giocatore impersona due personaggi della Terra di Mezzo che, usando le loro abilità speciali, collaborano per proteggere Frodo e la Compagnia. Con 13 personaggi giocabili, 14 carte evento e 24 obiettivi, il gioco offre un’enorme varietà di esperienze di gioco. Il gioco include anche una Torre dei Dadi Barad-dûr costruibile da 28 cm, miniature Nazgûl, illustrazioni originali dei personaggi e molto altro. Destino della CompagniaÈ ideale per giocatori dai 12 anni in su, il che lo rende un’ottima scelta per le serate di gioco in famiglia o con gli amici. Il prezzo attuale si aggira intorno ai 68 euro, che, viste le caratteristiche e la portata, rientra nella fascia media per i giochi per intenditori.
L’accoglienza ricevuta dal gioco è stata altissima al punto che è esaurito in moltissimi negozi. Anche chi non è un fan di Pandemic si è divertito molto con il gioco, che è rimasto in cima alle classifiche dei bestseller e dei titoli più gettonati di Boardgamegeek per molti giorni dalla sua uscita. Il gioco è stato recensito da oltre 500 utenti, ottenendo un solido punteggio di 8,3 stelle. I commenti elogiano in particolare la riuscita combinazione di strategia, modalità cooperativa e profondità tematica. Feedback positivi si possono trovare anche su Amazon, che ne sottolineano l’alta qualità delle funzionalità e l’implementazione dell’atmosfera.

Lo Hobbit: La Riconquista del Tesoro

Lo Hobbit La riconquista del tesoroUscito proprio in questi giorni, ma già ordinabile da un mesetto, Lo Hobbit: La Riconquista del Tesoro è un gioco “roll&write” di avventure ideato dal celebre Reiner Knizia. Con oltre 800 giochi pubblicati in tutto il mondo, è uno degli autori più riconosciuti e apprezzati nel mondo dei giochi da tavolo. Nel 2001, Knizia ha creato Lord of the Rings, gioco cooperativo confezionato graficamente da John Howe, inventando di fatto un nuovo genere: il gioco cooperativo-competitivo. In Lo Hobbit: La Riconquista del Tesoro, da 1 a 4 giocatori competono per ottenere più punti nel viaggio verso la Montagna Solitaria, recuperare il tesoro dei Nani e sconfiggere il Drago Smaug. Bisogna tirare i dadi e disegnare il proprio percorso per eludere i Troll, combattere i Goblin, Lo Hobbit La riconquista del tesororisolvere gli indovinelli e scrivere la migliore conclusione di ogni capitolo nella propria guida all’avventura, completando le otto avventure della storia. Si tirano cinque dadi e ogni giocatore, a turno, sceglie un dado per applicarne l’effetto sulla propria guida. Le azioni includono creare percorsi, raccogliere risorse (pane, spade), lanciare magie, eludere i troll, affrontare i goblin e risolvere enigmi. Ogni partita include 4 pennarelli cancellabili, 4 guide all’avventura, dadi e vari segnalini. Vince lo hobbit con il maggior numero di punti! Il gioco è abbastanza veloce e dura in media circa 30 minuti. Si può scaricare il manuale da qui. Il costo? È di circa 30 euro.

Dobble: La ricerca dell’Unico Anello

Dobble: Alla Ricerca dell'Unico AnelloDobble: Alla Ricerca dell’Unico Anello è un gioco di osservazione dal ritmo serrato che combina le semplici meccaniche del Dobble standard con la grafica e i personaggi de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. È apprezzato per essere un gioco portatile e facile da imparare, adatto sia agli appassionati del tema che ai giocatori occasionali. Tuttavia, le recensioni sottolineano che il gameplay di base è lo stesso delle altre versioni di Dobble, rendendolo una rivisitazione a tema piuttosto che un gioco fondamentalmente nuovo.
Tra gli aspetti positivi c’è il fatto di essere accessibile e veloce: è facile da imparare, insegnare e giocare, con partite che durano in genere 15 minuti. I personaggi e gli oggetti de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit sono una grande attrazione, mentre la grafica è deliziosa e appropriata. La confezione in latta lo rende un ottimo gioco da viaggio, giocabile in vari luoghi. È adatto sia agli appassionati che desiderano un gioco a tema, sia per coloro che già apprezzano Dobble. Ci sono 5 varianti di gioco e viene fornita una chiave simbolica per chi non ha familiarità con i libri di Tolkien o i film di Peter Jackson. Tra i potenziali svantaggi, come scritto, c’è il fatto che il gameplay di base è invariato. L’esperienza di Dobble è sempre la stessa, solo con una grafica diversa. Per chi non apprezza le meccaniche di base, il tema non cambierà. Infine, come il Dobble standard, questo gioco richiede un rapido ragionamento visivo-spaziale, che alcuni giocatori potrebbero trovare difficile o “implacabile”. Il prezzo a cui si trova è di 17 euro. Qui si può scaricare il regolamento.

Duel, arriva l’espansione “Alleati”

DuelIl Signore degli Anelli: Duel for Middle Earth è un gioco da tavolo per due giocatori che riprende l’edizione da un altro celebre gioco: 7 Wonders. Ma se i due giochi hanno una meccanica identica di fondo, la dinamica è  profondamente diversa. Da uno svolgimento prettamente gestionale del primo si è passati a un gioco altamente interattivo e finalizzato non più a collezionare punti, ma a raggiungere uno dei tre obiettivi di fine partita prima dell’avversario. Qui bisogna sviluppare la propria strategia e cercare di vincere. Il gioco si svolge in 3 capitoli successivi, che procedono in modo simile. Nel loro turno, i giocatori rafforzano le proprie abilità, accumulano tesori, estendono la loro presenza nella Terra di Mezzo, raccolgono il sostegno delle razze o avanzano nell’impresa dell’Anello. È una corsa contro il tempo, con Sauron che insegue sul tracciato dell’Anello. Le orde del male e le unità della Compagnia combattono a tutto spiano sulla mappa, specie nel terzo capitolo con l’ingresso delle carte viola. Il giocatore che soddisfa una delle 3 condizioni di vittoria vince immediatamente la partita. DuelA tutto questo, si aggiunge ora l’Espansione Il Signore degli Anelli: Duel for Middle-Earth. L’espansione introduce il sistema dei segnalini Potere per reclutare alleati, modificando alcune regole di base ma mantenendo le condizioni di vittoria originali. Bisogna raccogliere il sostegno di 6 Razze diverse e conquistare la Terra di Mezzo. È una variante tematica, ma rimane la sfida tattica diretta. All’interno ci sono 14 carte, 8 segnalini, 2 schede riassuntive. Qui si può scaricare il regolamento.

Chiude Il Signore degli Anelli: Rise to War

Rise to WarPer tre che ne arrivano, uno se ne va, anche se si tratta di un videogioco. Ecco l’annuncio ufficiale della chiusura: «Ai tattici de Il Signore degli Anelli: Rise to War, dopo anni di battaglie epiche e alleanze forgiate nei regni della leggenda, annunciamo con il cuore pesante che The Lord of the Rings: Rise to War chiuderà i battenti il ​​31 dicembre 2025. Vi siamo profondamente grati per la vostra fedeltà». Il videogioco su telefonino chiuderà così i battenti dopo appena 5 anni (ne avevamo dato l’annuncio qui). La community è molto insoddisfatta, soprattutto perché ci sono persone che nel gioco hanno speso migliaia, in alcuni casi centinaia di migliaia di euro. Il server Discord ufficiale ha silenziato tutti i canali, ma per quanto riguarda le chat globali in-game, i giocatori sono molto tristi. Il gioco è stato chiuso a causa della perdita della licenza de Il Signore degli Anelli, ma c’erano probabilmente molti altri problemi, perché il videogioco non veniva aggiornato da molto tempo. Per quanto riguarda i rimborsi, la situazione non è chiara, ma sembra che nessuno riceverà indietro i soldi spesi.

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito web della Zmangames

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Tolkien and the Mystery of Literary Creation. La Recensione

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Lo scorso 3 Luglio 2025 è stato pubblicato per la Cambridge University Press il saggio di Giuseppe Pezzini Tolkien and the Mystery of Literary Creation. Pezzini è Fellow e Tutor presso il Corpus Christi College di Oxford e Professore Associato di Lingua e Letteratura Latina all’Università di Oxford. Classicista di formazione, ha pubblicato ampiamente sulla lingua e letteratura latina, sulla commedia romana, sulla filosofia antica del linguaggio e sulla teoria della narrativa, antica e moderna. Con ulteriori interessi nella critica testuale e nelle discipline umanistiche digitali, è anche un importante studioso tolkieniano; ha ricevuto nel 2021 il Philip Leverhulme Prize ed è attualmente Tolkien Editor per il Journal of Inklings Studies.

Di seguito pubblichiamo la recensione del saggio di Giuseppe Pezzini redatta da Claudio Antonio Testi, saggista e socio AIST.

Contenuto

In questo pregevole studio l’autore si pone il “semplice” problema di capire cosa Tolkien intende dire quando afferma:

I am interested in mythological ‘invention’, and the mystery of literary creation (or sub-creation as I have elsewhere called it) and I am the most readily available corpus vile for experiment or observation. (Tolkien, Lettera n. 180, enfasi aggiunte)

Il libro si struttura in una introduzione e sette capitoli di cui riportiamo brevemente i titoli:

  • Introduction A Piece of Tolkien Scholarship Structure and Overview
  • I The Cats of Queen Berúthiel: Linguistic Aesthetic and Literature for Its Own Sake
    • I.1 ‘Names Come First’: From Berúthiel to Eärendil
    • I.2 ‘Gratuitous’ Creations and the Re-awakening of Sea-Longing
    • I.3 The Paradox of Creation and the Purpose of Purposeless Beauty
    • I.4 Epilogue: Berúthiel’s Fate
  • II The Authors of the Red Book: Meta-textual Frames and Writing as Discovery and Translation
    • II.1 The Meta-textual Frame of Middle-earth
    • II.2 The (Double) Meaning of the Meta-textual Frame
  • III The Lords of the West: Cloaking, Freedom, and the Hidden ‘Divine’ Narrative
    • III.1 The Unnamed Authority in The Lord of the Rings
    • III.2 Secondary Meanings: Cloaking and Freedom
    • III.3 Primary Meanings: Cloaking and Sub-creation
  • IV Beren and Frodo: Intratextual Parallels and the Universality of the Particular
    • IV.1 The ‘Seamless Web of Story’: Parallelism in the Secondary World
    • IV.2 Criss-Crossing between Secondary and Primary Planes
    • IV.3 Conclusions: Tolkien and the Universality of the Particular
  • V Gandalf’s Fall and Return: Sub-creative Humility and the ‘Arising’ of Prophecy
    • V.1 Gandalf’s Fall and the Loss of Hope
    • V.2 The Arising of Prophecy
  • VI The Next Stage: The Death of the Author and the Effoliation of Creation
    • VI.1 The Death of the Sub-creator
    • VI.2 The Resurrection of the Author: Taking Up to the Primary Plane
    • VI.3 Explicit
  • VII Epilogue: A Short Introduction to the Ainulindalë
    • VII.1 Textual History
    • VII.2 Structure and Content

Come spiega l’autore:

The book consists of five chapters (I – V), followed by a conclusive, more theoretical chapter (VI) and an epilogue (VII). Each of the main chapters focuses on a formal feature of Tolkien’s literary work: the primacy of language-invention and its integration into the narratives (Chapter I); the extensive use of meta-textual frames (Chapter II); the fondness for lacunae, omission, and allusive language, especially as regards “highest matters” (Chapter III); narrative parallelism and cross-referencing inside (intratextual) and between (intertextual) texts (Chapter IV); and unexplained narrative events, (allegedly) transcending the author’s intentions (Chapter V). In the second part of each chapter, the theoretical implications of these formal features are discussed, through extensive analysis of internal meta-literary references, the editorial history of Tolkien’s texts […]
These five main chapters are followed by the concluding Chapter VI, which offers an overview of the main themes addressed in the book and integrates them into a cohesive, overarching framework : the aesthetic and ‘gratuitous’ dimension of literary inspiration; writing as ‘discovery’ and ‘translation’; the poetics of cloaking and its relation with the freedom of literature (in all senses); the writer as a co-author contributing to a single, polyphonic Story criss-crossing the primary and secondary worlds, and ultimately converging on the Resurrection (“the greatest ‘eucatastrophe’ possible in the greatest Fairy Story”, Letters 89 : 142 [100]); the ‘death’ of the sub-creator as an unavoidable step in any successful sub-creation. (Pezzini 2025 p. 12, 19)

Già da queste indicazioni si può ben capire la vastità dei temi toccati da Pezzini. Il “modo” in cui li tocca, tuttavia, è molto omogeneo, nel senso che l’autore cerca di concentrarsi principalmente sugli aspetti letterari dell’opera tolkieniana, e lo fa con grande chiarezza, anche perché il lettore ideale di Pezzini è:

the educated reader of English literature, who might have read The Hobbit and/or The Lord of the Rings in their youth but has strong doubts and biases about the literary merits and sophistication of Tolkien’s enterprise, and may even belittle the genres with which it is often (inappropriately) associated, namely ‘fantasy’ and ‘children’s literature’. (Pezzini 2025 p. 2)

Pregi

I pregi di questo volume sono molti e rilevanti. Prima di tutto, il saggio riguarda essenzialmente l’aspetto letterario dell’opera di Tolkien, e su questo versante gli studi tolkieniani sono curiosamente pochi. Come Scrivono Drout e Wynne:

Un tema che ad oggi non è ancora stato studiato adeguatamente dalla critica tolkieniana è sicuramente l’aspetto letterario e stilistico delle sue opere: «Il maggior limite nella critica tolkieniana, comunque, è la mancanza di discussione sullo stile di Tolkien, sui suoi diversi livelli di scrittura, sulla sua scelta delle parole e della sintassi». (Drout-Wynne 2000, 123)

Quaderni di Arda 3In questo senso il testo si aggiunge ad altri importanti saggi sul medesimo tema, tra i quali ricordo Walker 2009; Simonson 2008; Clark-Timmons 2000, Drout 2004; Sullivan 2008; Bratman 2000; Christopher 2000; Jeffrey 2007; Rosebury 2009, Grybauskas 2021. Sullo stile letterario di Tolkien anche l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani ha dedicato un percorso di studio interno che è poi sfociato nella pubblicazione del volume III dei Quaderni di Arda (rivista dell’Associazione) intitolato Beowulf a Oxford: lo stile di Tolkien.

Altro pregio del volume è a mio avviso l’apparato bibliografico imponente. Qualcuno ha criticato questo eccesso di citazioni, che alle volte sconfinano anche nel corpo del testo, perché in effetti alle volte appesantisce la lettura (“dull to read”: Roberts 2025). Io tuttavia ritengo che questo sia anche un importante valore aggiunto del volume. Con questa ricchezza di riferimenti, infatti, lo studio riesce a fare “il punto della situazione” nella critica tolkieniana su vari aspetti. Aggiungo anche che citare quelli che prima di te hanno studiato i medesimi argomenti è segno non solo di “umiltà”, ma direi anche di correttezza professionale. Gli studi tolkieniani, anche esteri, sono infatti anche troppo pieni di contributi che esaminano un tema senza porsi adeguatamente il problema di leggere quanti prima lo hanno affrontato. Certo, è una via molto comoda e breve per scrivere e dire la propria opinione su qualsiasi tema, ma di certo questo dilettantismo rende un pessimo servizio a Tolkien, che va invece studiato con una modalità adeguata a un vero classico della letteratura.

Lo studio di Pezzini ha inoltre il merito metodologico di basarsi sui testi di Tolkien, partendo sempre da brani letterari che poi vengono “interpretati” alla luce degli scritti più saggistici dell’autore, in primis ovviamente On Fairy Stories e Beowulf: The Monsters and the Critics, ma anche le Lettere e Secret Vice. Ogni capitolo ha infatti una sorta di “brano guida” preso dalla narrativa, che poi viene con rigore e perizia analizzato anche alla luce degli altri scritti. È una impostazione molto chiara e intelligente, perché “si costringe” a stare aderente al testo il più possibile e per questo tende a limitare quei voli pindarici che fanno dire a Tolkien tutto e il contrario di tutto.

Entrando nel merito dei vari temi trattati, il capitolo che ho più apprezzato è stato il secondo, nel quale Pezzini con grande rigore esamina il “gioco” delle cornici e delle tradizioni di traduzioni di tradizioni… tipiche della narrativa tolkieniana e che ci portano a chiederci “chi è l’autore del racconto?” Qui Pezzini alla fine vede che l’autore della narrativa tolkieniana è, alla luce dei saggi critici e delle lettere di Tolkien, Dio stesso

The ultimate Author of Tolkien’s stories is not Tolkien himself, but rather an Unnamed Person, “who is never absent and never named”, as Tolkien puts it in a letter; 131 that is to say, “the Writer of the Story”. The ‘otherness’ of the stories, and the necessary imperfection of Tolkien’s reports, are thus depending on their ultimate Divine (co-)Authorship. Tolkien’s conviction that God is the ultimate source of his own stories, specifically of their ‘otherness’ and ‘truth’, can be traced throughout his fictional works. (Pezzini 2025 p. 144)

At the same time, the meta-textual frame also expresses, in secondary forms, some key aspects of Tolkien’s ‘primary’ perception of his literary activity, and by reflection of his literary theory: the unplanned inspiration of his stories; their organic and independent development; and their inherent ‘otherness’ and ‘truth’, which ultimately derive from a Divine Authorship, and yet are necessarily mediated by a human co-author – the ‘chosen instrument’ who ‘translates’ and ‘edits’ these stories in imperfect, incomplete, and yet indispensable human language. (Pezzini 2025 p. 147)

Questa è in fondo la tesi di tutto il libro: quando Tolkien parla di “mystery of literary creation” allude al fatto che sorgente ultima delle storie non è la cosciente pianificazione dello scrittore, ma una inconscia inspirazione divina che l’autore, scrivendo, “scopre” senza nulla inventare:

Tolkien does not conceive his work as an intellectual act consisting of the assertion of pre-existing convictions under the veil of literary fiction; rather he views it as the artistic (or ‘sub-creative’ , ‘mythological’, ‘literary’) expression of non-rationalised experiences. (Pezzini 2025 p. 117)

This is the reason why Tolkien considered literary creation as a “mystery”: its occurrence and offspring cannot be fully explained, for Tolkien, in rational terms, as purely human activities autonomously performed by individual human beings. (Pezzini 2025 p. 146)

Molto pregevole anche il capitolo quarto, che nella conclusione spiega chiaramente e con dovuti supporti testuali che in Tolkien non vi sono allegorie univoche e meccaniche, perché ogni personaggio è un individuo che però, con la sua storia, i suoi dilemmi e le sue scelte, “incarna” e/o “rappresenta” in sé stesso un problema universale. Questo è vero per ogni personaggio, da Frodo a Beren e Lúthien che, apparentemente, sarebbero ottimi candidati per diventare “allegorie” di J.R.R. Tolkien e sua moglie Edith:

For this reason, the kind of narrative parallels discussed here should not be construed as ‘internal allegories’. Frodo is not an ‘allegorical’ figure for Beren or Bilbo (or vice versa). Frodo’s story is tightly connected with those of Beren and Bilbo, and many others. (Pezzini 2025, p. 231)

Limiti

Il primo limite che mi permetto di rilevare è, per così dire, di natura “logica”, ed è in qualche modo già visibile dal titolo del libro. Mi spiego meglio. L’autore, come si è visto, si pone il problema di capire cosa Tolkien intenda con “mystery of literary creation” e, per farlo, si basa sui testi narrativi di Tolkien che vengono interpretati alla luce degli scritti saggistici del medesimo. Ora, è abbastanza evidente che questo approccio “funziona” (e, intendiamoci, funziona davvero!) perché per spiegare un autore si usa il medesimo autore e dunque la spiegazione non può essere falsa. Esemplificando: se (come teorizza Tolkien) Dio crea l’uomo come sub-creatore di storie allora per forza l’uomo (e Tolkien medesimo) tende a narrare storie; e, d’altra parte, se Tolkien narra un certo tipo di storie, per forza quando cerca di spiegarle lo farà trovando una teoria che calzi perfettamente con ciò che ha narrato. Con questo voglio semplicemente dire che Pezzini, spiegando Tolkien con Tolkien, raggiunge lo scopo che si era prefissato ma, in realtà, non spiega qual è il mistero della creazione letteraria. Ad essere precisi, secondo me Pezzini ha avuto la “giusta” intuizione per spiegarlo, perché alla fine del libro lega questo mistero alla cosiddetta “mistica”:

It would take another book to discuss the many parallels and possible sources of this ‘mystic’ conception of artistic creation, from classical literature and medieval mysticism to romantic and modernist literature. (Pezzini, p. 320).

Io condivido questa intuizione, essendo io stesso arrivato alla medesima conclusione per altre vie, tanto che a breve pubblicherò un saggio proprio su questo. Ma, appunto, il libro che spiega “veramente” il mistero della creazione letteraria dovrebbe iniziare proprio lì dove finisce questo di Pezzini. Si tratterebbe quindi di vedere cosa si intende per mistica in tutte le sue declinazioni e come questa “spieghi” così il mistero della creazione letteraria, ma questo, appunto è un altro libro.

Il secondo “limite” che vedo nel testo è una certa “oscillazione irrisolta” tra due poli:

  •  da un lato l’autore vuole proporre una lettura “non confessionale” di Tolkien facendo ad esempio grande uso del concetto di “inconscio” (“unconsciousness” è usato 31 volte nel libro) e similari (“inspiration”, “not rational”, ecc…);
  • dall’altro, però, usando Tolkien per spiegare Tolkien non può evitare di dire che per Tolkien il mistero della creazione letteraria è sì legato all’inconscio, ma a un inconscio che va oltre la ragione concettuale perché è radicato in Dio; non in un dio qualsiasi, tuttavia, bensì nel Dio specificamente cristiano, come si afferma inequivocabilmente nell’epilogo di Sulle Fiabe e in tanti altri brani (che peraltro Pezzini cita in modo completo).

Questa “oscillazione irrisolta” la si vede anche in alcune analisi testuali operate da Pezzini; ne cito solamente tre:

  1. il capitolo terzo è tutto dedicato a dimostrare (peraltro con argomenti molto solidi) che, quando nel Signore degli Anelli si parla di “Lords of the West” (SDA, Il Ritorno del Re, Libro 6 cap. 5) si devono intendere i Valar stessi e non i semplici signori che si oppongono all’orientale Mordor. Tuttavia, se si resta al testo, questa identificazione non si evince;
  2. in quello stesso capitolo, quando Pezzini “spiega” la scelta di Frodo al Consiglio di Elrond di prendere l’anello, afferma che si tratta di una scelta libera e che la sua volontà è mossa sicuramente dai Valar:

    The first passage is about Frodo’s momentous decision to take the Ring at the end of the Council of Elrond, which Tolkien describes as a free individual choice, and yet involving the participation of “some other will”, to the hobbit’s own wonder. That this is the will of the Valar is suggested by Elrond’s reaction to Frodo’s words (“I think that this task is appointed for you, Frodo”). (Pezzini 2025 p. 165)

    Qui però Pezzini si dimostra poco attento al testo, perché Tolkien scrive diversamente:

    At last with an effort he spoke, and wondered to hear his own words, as if some other will was using his small voice. ‘I will take the Ring,’ he said, ‘though I do not know the way.'[…]

    ‘But if you take it freely, [afferma Elrond] I will say that your choice is right’

    Qui non si dice affatto che qualcuno sta usando la voce di Frodo (e che quindi la sua volontà è mossa da altri), ma solamente che è “come se” questo avvenisse, e questo “as if” apre a diverse possibili opzioni senza indicare qual è quella sicuramente corretta. Similmente, Elrond non afferma affatto che la scelta di Frodo è libera, ma “solo” che “se la scelta è libera allora la tua decisione è giusta”, e questo “if” non è di sicuro introdotto casualmente da Tolkien (su questi punti mi permetto di rimandare al mio contributo);

  3. la medesima oscillazione la si vede anche nel capitolo 5, tutto teso a dimostrare che il ritorno di Gandalf dopo lo scontro col Balrog è una reale resurrezione di Gandalf il Grigio in anima e corpo. Anche qui Pezzini avanza argomenti molto solidi e tuttavia non si premura adeguatamente di dimostrare quello che è il vero punto dirimente della questione, ovvero capire se il corpo di Gandalf il Bianco è lo stesso corpo di Gandalf il Grigio. Solo se la risposta è sì si può “correttamente” parlare di resurrezione, e non di semplice “ricostituzione” come ad esempio è avvenuto per l’altro Maia, Sauron, post “uccisione” da parte di Elendil, o di “reincarnazione” (Pezzini 2005 pp.303, 307). In merito, noto anche che l’autore non tematizza la differenza tra diversi tipi di resurrezione, visto che Tolkien stesso dice che la resurrezione di Lazzaro è diversa da quella di Cristo (Lettera n. 212 in nota, non citata da Pezzini) [Dopo la pubblicazione della recensione l’autore, in un carteggio privato mi fa però presente che la lettera 212 è citata in nota a p.314 del suo saggio].

Questi tre esempi, infine, mi permettono di mettere in luce l’ultimo punto in cui non mi trovo completamente in sintonia con Pezzini. A livello interpretativo, infatti, lo studioso italiano non coglie una cosa molto importante della narrativa di Tolkien, ovvero che il testo tolkieniano (anche al di là di quello che Tolkien stesso può aver poi scritto in altri luoghi, dalle lettere alla History of Middle-earth) in alcuni punti importanti resta aperto a varie letture, e questa apertura è sicuramente voluta da Tolkien stesso. Come noto, infatti, egli quando scrive soppesa ogni singola parola per cui, se avesse voluto inequivocabilmente dire al lettore che Gandalf è risorto, o che la volontà di Frodo è stata mossa dai Valar Signori dell’Ovest, lo avrebbe scritto esplicitamente con chiarezza. Aggiungo poi che queste volute ambiguità sono una delle più distintive caratteristiche dell’opera di Tolkien, che peraltro rendono la sua narrazione molto più intrigante, affascinante, coinvolgente e “cattolica” nel senso di universale. Per questo, quando si incontrano questi passi “aperti” a più letture, vanno semplicemente registrati come tali, senza volerli a tutti costi “risolvere” con certezza.

Conclusione

Il libro di Giuseppe Pezzini è sicuramente un testo pregevolissimo, che si colloca nella fascia “alta” dei Tolkien Studies. Personalmente considero poi questa pubblicazione un evento estremamente positivo anche perché la critica tolkieniana sta attraversando un momento molto scadente a livello qualitativo, con fortissime polarizzazioni ideologiche che non possono giovare alla comprensione di Tolkien. In quest’orizzonte, purtroppo, saggi come questo di Pezzini, così ben articolati e documentati, oggi sono diventati le eccezioni che confermano la regola: anche per questo ne raccomando sicuramente la lettura e lo studio.

Bibliografia

  • BRATMAN DAVID (2000), The Literary Value of The History of Middle-earth, in FLIEGER-HOSTETTER 2000, pp. 69-94
  • CHRISTOPHER JOE R. (2000), Tolkien’s Lyric Poetry, in FLIEGER-HOSTETTER 2000, pp. 143-160.
  • CLARK GEORGE – TIMMONS DANIEL (ed.) (2000), J.R.R. Tolkien and his Literary Resonances, Greenwood Press, Connecticut, London.
  • DROUT MICHAEL (2004b), Tolkien’s Prose Style and its Literary and Rhetorical Effects, «Tolkien Studies» 1 (2004), pp. 139-63.
  • DROUT MICHAEL – WYNNE PATRICK H. (2000), Tom Shippey’s J.R.R. Tolkien: Author of the Century and a Look Back at Tolkien Criticism since 1982, «Envoi» 9/2 (2000), pp. 101-167
  • FLIEGER VERLYN – HOSTETTER CARL (ed.) (2000), Tolkien’s Legendarium, Greenwood Press, USA-London
  • GRYBAUSKAS PETER (2021), A Sense of Tales Untold, Kent State UP, Kent USA
  • HART TREVOR – KHOVACS IVAN (2007), Tree of Tales. Tolkien, Literature and Theology, Baylor University Press, Waco.
  • JEFFREY DAVID LYLE (2007), Tolkien and the Future of Literary Studies, in HART-KHOVACS 2007, pp.55-70
  • PEZZINI GIUSEPPE (2025). Tolkien and the Mystery of Literary Creation, Cambridge University Press, Cambridge (Edizione del Kindle)
  • QUADERNI DI ARDA (2022), Beowulf a Oxford: lo stile di Tolkien, in Quaderni di Arda volume III 2022-23,
  • ROBERTS ADAM, Recensione a Pezzini 2025, disponibile qui
  • ROSEBURY BRIAN (2008), Revenge and Moral Judgment in Tolkien, «Tolkien Studies» 5 (2008), pp. 1-20.
  • SIMONSON MARTIN (2008), The Lord of the Rings and the Western Narrative Tradition,Walking Tree Publishers, Zurich-Berne.
  • SULLIVAN III C.W. (2000), Tolkien the Bard, in CLARK – TIMMONS 2000, pp. 11-20.
  • WALKER STEVE (2009), The Power of Tolkien Prose, Palgrave Macmillan, NewYork

RECENSIONI PRECEDENTI:

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LINK ESTERNI:

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– Vai al sito del Corpus Christi College
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LOTRO, bonus da 300 dollari fino al 3 novembre

LotroStanding Stone Games ha lanciato una promozione significativa per ringraziare la community del videogioco Il Signore degli Anelli Online (LOTRO) offrendo un buono sconto per missioni gratuite. Questa iniziativa è stata descritta ufficialmente come un gesto di gratitudine verso chi gioca, ma la portata dell’offerta è tale che molti utenti su Reddit stimano il valore “di mercato” dei contenuti sbloccati come equivalente a circa 250-300 dollari, se acquistati singolarmente.

L’offerta coupon e l’espansione Kingdoms of Harad

Cop- Kingdoms of HaradCon l’offerta couponFree Questing / Free Quest Packs” dal 28 agosto 2025 fino al 3 novembre 2025, usando il codice EXPLOREOURWORLD nella sezione “Riscatta codice / Redeem Code” dello store in game, ogni account può sbloccare gratuitamente un gran numero di Quest Packs già disponibili. Il coupon include molti pacchetti di missioni che coprono parecchie regioni/quest ambientate in oltre 20 regioni, tra cui Gondor, Anórien, Far Anórien, Black Gate, Legacy of the Necromancer, Where Dragons Dwell, e altri fino a Fate of Gundabad. C’è anche una vendita temporanea: alcuni contenuti ed espansioni / missioni aggiuntive si possono acquistare a prezzo ridotto (es. “Instance Cluster: Return to Carn Dûm” e “Quest Pack: Gondor Renewed”) a soli 99 LOTRO Points. Infine, è stata presentata la terza espansione ambientata nella regione meridionale di Umbar de Il Signore degli Anelli Online, dal titolo Kingdoms of Harad. La nuova espansione uscirà il 3 dicembre, ma la compagnia ha voluto mettere le mani avanti scrivendo un generico “Fall 2025” con un asterisco che informa i giocatori che potrebbero esserci ritardi, nel qual caso il lancio verrebbe rimandato al 2 gennaio 2026, con raid e dungeon rilasciati non più tardi di 90 giorni. La nuova trama partirà immediatamente dopo gli eventi dell’ultima espansione, Legacy of Morgoth, con i giocatori che viaggeranno insieme a Mithrandir nelle profondità di Harad per combattere l’oscurità crescente, mentre i vari Regni di questa regione si contendono il vuoto di potere lasciato dalla caduta di Sauron. Si esplorerà la regione di Mûr Ghala, completa di quattro nuove zone che faranno viaggiare gli avventurieri fin nel cuore dell’antico potere di Morgoth. Precedentemente nota come “la Terra dell’Abbondanza”, la regione è stata a lungo saccheggiata dai servitori dell’Oscuro Signore per alimentare la loro macchina da guerra. Gli sviluppatori hanno dichiarato che, anche se alcune linee temporali tra le espansioni non sono del tutto sincronizzate, siamo solo “tre mesi dopo la caduta dell’Anello” con Aragorn che sta cercando di rimettere insieme i pezzi di Gondor dopo le devastazioni della Guerra dell’Anello, mentre Éomer è a Rohan, a seppellire Re Théoden e a rimettere in ordine gli affari del Riddermark. Oltre alle nuove regioni tra le novità principali troviamo un aumento del level cap a 160 (senza nuove abilità per le classi), più di 400 nuove quest e uno storytelling completamente doppiato, con oltre 2300 linee di dialogo che immergeranno maggiormente i giocatori nelle vicende e nei pericoli di questo antico regno.

Perché questo coupon così generoso?

Ci sono varie ragioni plausibili per questa decisione di Standing Stone Games: l’azienda l’ha esplicitamente pubblicizzata come gesto di gratitudine per il supporto. Un modo per rafforzare il rapporto con i giocatori fedeli. Sicuramente l’operazione punta però anche a ridurre le barriere all’accesso di nuovi potenziali giocatori: offrendo gratuitamente molti quest packs si permette a chi entra adesso, o ha giocato poco, di esplorare gran parte del mondo senza dover investire soldi. Questo può stimolare l’interesse, far restare i giocatori più a lungo e aumentare l’engagement. La mossa però mira sicuramente ad anticipare la concorrenza: come è noto, Amazon Games ha annunciato di stare sviluppando un MMO basato sull’universo del Signore degli Anelli. Standing Stone Games ha già rassicurato la propria comunità con dichiarazioni su «non stiamo andando da nessuna parte», «il gioco è evergreen», «abbiamo intenzione di continuare a crescere e supportare la comunità». Offrire un valore così elevato gratuitamente può essere un modo per rinforzare la lealtà dei giocatori, migliorare il passaparola, e rendere più difficile per un nuovo MMO tirare via la base esistente che è già impegnata in un mondo grande e ben sviluppato da esplorare. Infine, eventi limitati, coupon e offerte generose sono strumenti che possono aumentare il numero dei “ritorni” dei giocatori ormai inattivi e possono mantenere attiva la community. A volte le offerte a tempo creano urgenza e spingono a rientrare nel gioco. LOTRO non è nuovo, ma si è appena rinnovato con passaggio ai server a 64 bit: è un gioco che esiste da quasi vent’anni, con una base di utenti leale, ma con limiti tecnologici e con la necessità di restare rilevante. Infine, gli sviluppatori hanno anche svolto un test speciale sul server Bullroarer per trovare una soluzione per migliorare le prestazioni del gioco.

Quanti giocatori ha LOTRO oggi?

Lotro: GundabadIl videogioco Il Signore degli Anelli Online è stato originariamente sviluppato da Turbine e rilasciato nel 2007. In termini informatici è quasi un’era geologica, visto che sono passati ben 18 anni! Da qualche anno, inoltre, tutte le missioni, le istanze e le espansioni principali sono divenute gratuite per tutti. Pertanto, i giocatori possono cercare, esplorare e crearsi la propria strada nella Terra di Mezzo gratuitamente fino al livello 95. Oggi LOTRO è un MMO di nicchia con una comunità fedele: ha, inoltre, meno concorrenti in termini di numeri rispetto ai grandi MMO moderni, ma la base dei giocatori è stabile e attiva, anche se i conteggi ufficiali completi non sono pubblici.
Quanti giocatori ha LOTRO? Su Steam il videogioco ha una media relativamente modesta di giocatori contemporanei (concurrent), qualche migliaio nei momenti di picco. Ad esempio, secondo Steam Charts, negli ultimi 30 giorni si parla di meno di 2.000 giocatori contemporanei al picco sulla versione Steam. Lotrostats ha segnalato oltre 250.000 accessi all’MMO tra domenica 28 settembre e martedì 30 settembre 2025. Gli utenti hanno persino segnalato ritorno delle code di accesso e dei server sovraffollati. Tuttavia, la comunità fa notare che la maggior parte dei giocatori non usa Steam, ma il client standalone di LOTRO (e pure un server dedicato al gioco classico), quindi i numeri Steam raccontano una minima parte del totale. Bilbo Baggins su LotroSecondo fonti come Wikipedia (versione tedesca, portoghese, ecc.), nel 2020 LOTRO aveva oltre 100.000 giocatori attivi al mese, di cui circa 41.000 con abbonamento VIP/a pagamento. Il gioco ha raggiunto il picco di oltre 3.700 giocatori simultanei il 21 aprile 2022, secondo SteamDB. Questo è appena al di sotto del record di giocatori simultanei di tutti i tempi di LOTRO di 3.965 che è stato stabilito nel 2012, quando il gioco venne lanciato su Steam. Se si facesse una stima su questi ultimi numeri, ci sarebbero oltre 111mila utenti mensili (per un totale di oltre 1,3 milioni l’anno). Per rimanere su cifre certe, è bene riferirsi ai numeri tracciati da Steam Charts/SteamDB: negli ultimi mesi la media mensile su Steam è stata nell’ordine di circa 800–1.200 giocatori medi con picchi giornalieri intorno a 1.600–2.400 contemporanei (peak). Combinando i dati da Steam, Twitch, forum e altri indicatori, mmostats suggerisce per esempio una stima dell’ordine di circa 20.000 giocatori giornalieri. Nelle discussioni di community (Reddit, forum ufficiali) emergono stime non ufficiali che piazzano la base attiva complessiva (considerando client standalone, server EU/Nord Am, giocatori inattivi ma registrati) nell’ordine di decine di migliaia di utenti attivi mensili — ad esempio alcuni utenti e moderatori parlano di stime intorno a 30–40mila come ordine di grandezza, ma sono valutazioni non certificate. In comunicazioni ed analisi aziendali passate si è parlato di una “resurgence” e di «rinascita mainstream», cioè di notevoli incrementi percentuali di giocatori e di un grande ritorno d’interesse, ma non ci sono resoconti pubblici recenti per il 2024–2025. In base a tutte queste riflessioni si stima che ci sia una base di circa 2 milioni di giocatori ancora attivi.

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Lotro, ci sono ancora problemi con i server
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito di The Lord of the Rings online
– Vai al sito della Standing Stone Games

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The Hobbit Graphic Novel (Revised and Expanded), la Recensione

Poco meno di un anno fa abbiamo riportato la notizia (qui) che David Thorne Wenzel era al lavoro su una versione rivista ed estesa dell’adattamento a fumetti de Lo Hobbit. Lo scorso 11 settembre questa nuova versione, pubblicata in lingua inglese per i tipi di HarperCollins con il titolo The Hobbit. A Graphic Novel – Revised and Expanded [ISBN: ‎ 9780008694401], è finalmente giunta sugli scaffali delle librerie.

Il 15 Ottobre è uscita anche in italia una nuova edizione, per la prima volta anche in digitale, de Lo Hobbit a fumetti. Per l’occasione il titolo è stato cambiato da Bompiani in Lo Hobbit. Graphic Novel [ISBN: 9788830153806]. Curiosamente, però, la nuova edizione italiana non adotta le nuove tavole di Wenzel, ma risulta essere la traduzione italiana del fumetto originale del 1989.

La graphic novel originale

La prima pubblicazione, in inglese, dello Hobbit a fumetti risale al 1989, quando l’ormai scomparsa casa editrice americana Eclipse Comics fece uscire i tre volumi sceneggiati da Chuck Dixon e Sean Deming e illustrati da David T. Wenzel. Si è dovuto aspettare fino al 2006 per avere una prima revisione nella quale l’illustratore ha modificato 32 tavole [ISBN: 9780063388468]. Una seconda revisione risale invece al 2012 quando, in vista dell’uscita nelle sale cinematografiche del film Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato, sono state aggiunte 6 illustrazioni.

La graphic novel ha il grande pregio di fornire uno sguardo sulla Terra di Mezzo, e in particolare su Lo Hobbit, ancora scevro di qualsivoglia influenza Jacksoniana. Le tavole di Wenzel sono molto dettagliate e seguono fedelmente le descrizioni dei personaggi fornite da Tolkien; il suo stile, anche grazie all’uso dell’acquerello, ai toni caldi e ai colori accesi, ben si adatta all’atmosfera fiabesca del romanzo.

L’edizione originale di The Hobbit. A graphic novel consta di 144 pagine nelle quali Dixon e Deming adattano il testo originale di Tolkien senza alterarne la trama. L’adattamento dei dialoghi è efficace, ma la maggior parte del testo consiste in descrizioni fin troppo lunghe. Ne consegue che le tavole sono a volte troppo dense, rallentando di fatto la scorrevolezza della lettura.

La nuova edizione rivista ed estesa

La nuova edizione è rilegata e presenta in copertina un’illustrazione dello stesso Wenzel. Il titolo leggermente in rilievo conferisce al volume un tocco deluxe. Come promesso nel titolo, le pagine del libro sono state aumentate a 192. Di queste, 30 sono dedicate a una lunga postfazione nella quale il disegnatore, attraverso parole e immagini, racconta la genesi dell’opera e illustra il processo con cui ha lavorato alle illustrazioni.

Il lavoro svolto da Wenzel per quest’edizione è senz’altro notevole: l’illustratore canadese ha infatti selezionato le tavole più dense di testo e le ha sostituite con un numero maggiore. In totale per quest’edizione sono state realizzate ben 40 illustrazioni nuove; queste sono andate a sostituire 18 delle vecchie tavole, allungando in questo modo la storia di 22 pagine. Questo permette al testo, che risulta invariato, di respirare meglio e rende quindi la storia, nel suo complesso, più scorrevole.

Un enorme difetto di quest’edizione, che si auspica venga risolto nella prossima ristampa, è stato però commesso in fase editoriale: le pagine 77 e 78 della vecchia edizione, che in questa avrebbero dovuto corrispondere alla 84 e 85, sono state, infatti, dimenticate. Questo porterà inevitabilmente molti lettori a restiuire le loro copie e ad attendere la ristampa che risolva il problema.

 

Si rimanda all’articolo precedente per le anteprime del work in progress delle nuove illustrazioni, condivise dal disegnatore.

 

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– Leggi l’articolo Hobbit a Fumetti, in arrivo le nuove tavole
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– Leggi anche la sezione Fumetti di questo sito

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– Vai al sito ufficiale di David T. Wenzel
– Vai al sito di HarperCollins
– Vai al sito di Bompiani

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Un nuovo videogioco de Il Signore degli Anelli in arrivo?

miscellanea videogiochiIndiscrezioni diffuse da Insider Gaming riportano lo sviluppo di una nuova esperienza videoludica ambientata nella Terra di Mezzo. Dopo gli insuccessi di prodotti come The Lord of the Rings: Gollum e Tales of the Shire: A The Lord of the Rings Game i fan di tutto il mondo dell’opera tolkieniana e delle sue trasposizioni videoludiche aspettano con trepidazione l’uscita di un gioco AAA ambientato negli scenari della Terra di Mezzo.

Drago videogioco LOTRUn videogioco AAA

Secondo le informazioni riportate da Mike Straw di Insider Gaming, il videogioco sarà parzialmente finanziato da ADIO, l’Abu Dhabi Investment Office, con un investimento che si avvicinerebbe alla cifra di 100 milioni di dollari. Nello sviluppo del videogioco saranno coinvolte diverse entità tra cui Embracer che detiene i diritti di proprietà intellettuale per le trasposizioni video e videoludiche (ottenuti con l’acquisizione di Middle-earth Enterprises dalla Saul Zaentz Company nell’Agosto 2022 per circa 400 milioni di dollari) e i Revenge Studios, che si occupano della fase di sviluppo di videogiochi. La rivista Insider Gaming ha provato a contattare le compagnie coinvolte, le quali hanno tuttavia rifiutato di emettere comunicati in quanto gli accordi non sono ancora conclusi tra le varie aziende coinvolte, ma l’ufficialità potrebbe arrivare nelle prossime settimane. Embracer, in particolare, alla domanda sull’uscita del videogioco ha detto che non è nella loro politica aziendale commentare indiscrezioni e speculazioni. Si potrebbe anche trattare di una mossa cautelativa dell’azienda dopo le alterne fortune degli ultimi titoli videoludici basati sulla Terra di Mezzo (i già citati The Lord of the Rings: Gollum e Tales of the Shire: A The Lord of the Rings Game). Conferme sulla realizzazione del videogioco potrebbero venire dalle dichiarazioni di Embracer ormai risalenti a più di un anno fa, nelle quali è stato affermato come l’azienda stesse realizzando prototipi per diversi videogiochi, che vanno a sommarsi alle affermazioni ancora antecedenti del CEO dell’azienda, Lee Guinchard, nelle quali era espressa la volontà di una rinascita dei giochi basati su Il Signore degli Anelli.
Il gioco, che sarebbe in fase di sviluppo già dal 2024, dovrebbe essere un gioco d’azione in terza persona ideato per entrare in concorrenza con Hogwarts Legacy, il fortunato videogioco open world ispirato al Wizarding World della scrittrice J.K. Rowling, uscito nel 2023 e divenuto il gioco più venduto dell’anno negli Stati Uniti. Ciò fa pensare che non si tratti di un’esperienza videoludica free-to-play online, bensì di un videogioco premium classico e single player.
Nel corso degli anni abbiamo assistito alla realizzazione di molti titoli iconici ambientati nella Terra di Mezzo, dai tie-in legati all’uscita delle trasposizioni cinematografiche di Peter Jackson, che hanno goduto di una buona ricezione, fino ai molto apprezzati Shadow of Mordor e Shadow of War (il cui sviluppatore, Monolith, ha però terminato le sue attività). Da ricordare sono poi i video Lego Lord of the Rings e Lego The Hobbit, che non hanno la pretesa di essere presi troppo sul serio ma che comunque si rivelano decisamente godibili.

Videogiochi LOTR mixConclusioni

La realizzazione di un gioco open world di tale investimento e portata potrebbe rivelarsi un grande successo, anche economico, qualora si riveli essere di buona qualità, vista la fanbase veramente estesa degli appassionati delle trasposizioni videoludiche delle opere tolkieniane. Bisogna solo aspettare e prepararsi a godere di questo nuovo viaggio nelle ambientazioni magiche della Terra di Mezzo.

ARTICOLI PRECEDENTI
– Vai alla sezione Videogiochi del sito
– Leggi l’articolo Esce oggi il videogioco Tales of the Shire
– Leggi l’articolo Gollum, dopo un mese il gioco va in pensione
– Leggi l’articolo Tanti nuovi videogiochi, ma nessun capolavoro

LINK ESTERNI
Link all’articolo su Insider Gaming

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Bompiani: esce oggi il settimo volume della History

Copertine nuove HistoryEsce oggi per Bompiani Il Tradimento di Isengard, l’atteso settimo volume della History of Middle-earth. Si tratta anche in questo caso di un ineditomai pubblicato prima in italiano, che vede confermato alla traduzione Stefano Giorgianni, presidente dell’AIST. Come possiamo leggere dalla sinossi fornitaci dalla casa editrice: “Il settimo volume dell’opera magistrale di Tolkien, La storia della Terra di Mezzo, ripercorre la grande espansione del racconto che raggiunge nuove terre a sud e a est delle Montagne Nebbiose, in un susseguirsi di meraviglie: l’emergere di Lothlórien, degli Ent, dei Cavalieri di Rohan e di Saruman il Bianco nella fortezza di Isengard. In abbozzi vergati a penna da Tolkien su ritagli di carta fanno così la loro prima comparsa Galadriel, gli albori della storia di Gondor e l’originale incontro tra Aragorn ed Éowyn, molto diverso dalla versione finale. Il tutto arricchito da un brogliaccio della mappa originale che doveva diventare la base della geografia della Terra di Mezzo, oltre a un’appendice sugli alfabeti runici e un’analisi delle rune utilizzate nel Libro di Mazarbul trovato accanto alla tomba di Balin a Moria.”

I contenuti del volume

Con Il Tradimento di Isengard, pubblicato in lingua inglese nel 1989 con il titolo The Treason of Isengard , continua la sezione della History of Middle-earth che documenta il processo ideativo de Il Signore degli Anelli. Tale sezione, che consta di quattro volumi, inizia con Il Ritorno dell’Ombra, edito in italiano dal maggio 2023, e prosegue con la prossima pubblicazione, contenendo anche i titoli The War of the Ring e Sauron Defeated (entrambi inediti in Italia).
Nelle prime pagine del libro, come per ognuno dei volumi della History of Middle-earth, troviamo una scritta in rune Tengwar di Christopher Tolkien che descrive il contenuto dell’opera. In particolare per il settimo volume possiamo leggere: “In The Treason of Isengard the story of the Fellowship of the Ring is traced from Rivendell through Moria and the Land of Lothlórien to the time of its ending at Salembel beside Anduin the Great River then is told of the return of Gandalf Mithrandir, of the meeting of the hobbits with Fangorn, and of the war upon the Riders of Rohan by the traitor Saruman.”
Il Tradimento di Isengard era il titolo originale scelto da J.R.R. Tolkien per il terzo libro de Il Signore degli Anelli, in seguito non più utilizzato. Questo libro, come descritto anche nell’introduzione di Christopher, copre parte de La Compagnia dell’Anello e de Le Due Torri. Troveremo al suo interno alcuni dei personaggi più amati dal pubblico tolkieniano come Saruman il Bianco, Théoden, re di Rohan, e potremo assistere all’invenzione ed evoluzione di Lothlórien e Galadriel. Nel frattempo continua il viaggio di Frodo e Sam verso Mordor. Molto interessante è la sezione dedicata alla scrittura di uno dei personaggi più profondi dell’intero legendarium, Barbalbero. Sempre qui vedremo le iconiche descrizioni degli Ent e di Fangorn.
La seconda parte de The History of the Lord of the Rings presenta anche i primi germogli della storia di Gondor e la versione iniziale dell’incontro fra Aragorn ed Éowyn, il cui significato sarà poi destinato a una completa revisione. Al suo interno è contenuto anche un resoconto completo della mappa originaria della Terra di Mezzo alla fine della Terza Era, che rappresenta il nucleo dal quale evolverà poi tutta la geografia delle terre nelle quali si sviluppano le storie de Il Signore degli Anelli.

All’interno del volume anche una perla per gli appassionati delle lingue secondarie

Da menzionare, infine, l’appendice dedicata all’evoluzione delle Cirth, un antico sistema di scrittura runico (cirth significa infatti “rune” in Sindarin). Il sistema si basa sull’utilizzo di un alfabeto runico chiamato Certhas ed è l’antico metodo di scrittura degli Elfi che, sebbene in seguito abbandonato in favore delle Tengwar fëanoriane (inventate da Fëanor sulla base dell’alfabeto Sarati elaborato dal loremaster elfico Rúmil), viene ripreso dai Nani in quanto le linee dritte che lo compongono si adattano maggiormente all’incisione su pietra rispetto alle linee più sinuose dell’alfabeto fëanoriano.
Il sistema delle Cirth, che vede la sua definitiva codificazione nel certhas elaborato dal loremaster elfico Daeron, non copre l’ampia gamma di suoni del later Sindarin (in particolare i fonemi rh, lh, mh, v, y ed œ), in quanto essendo utilizzato per una sua versione antica è lecito supporre un’assenza in quest’ultimo delle articolazioni alfabetiche successive. E’ importante sottolineare che anche i suoni w e a, di ampio utilizzo anche nel Sindarin antico, non trovano spazio nell’alfabeto elaborato da Daeron. Ciò fa supporre come probabilmente alcune delle cirth siano andate perdute nel corso del tempo, e quindi non vi sia stata la possibilità di codificarle nel Certhas né sarà possibile disporre di una tabella più completa in futuro (a meno di inattesi ritrovamenti).
Per quanto riguarda le vocali, è lecito supporre come la certh che identifica il suono u venisse utilizzata anche per il suono w. Non disponiamo nemmeno della certh per a, ciò potrebbe significare che tale suono venisse sottinteso, si tratterebbe dunque di una vocale intrinseca (tipica delle scritture abugide del Mondo Primario) come in alcuni sistemi Tengwar del Quenya. Un’altra possibilità è che tale certh fosse una delle due rune il cui valore non può essere determinato oppure ancora una di quelle cirth che non sono sopravvissute a codificazioni successive. Nella tabella a destra viene riportato l’Angerthas Moria, il Certhas adattato alla lingua nanica Khuzdul elaborato ad Erebor, che mostra alcune rune aggiuntive rispetto a quello iniziale di diretta derivazione dal Certhas Daeron. Qui, a differenza del sistema sviluppato da Daeron, troviamo la runa che identifica la vocale a, che nelle forme più evolute del Khuzdul non aveva valenza di vocale intrinseca e quindi doveva essere sempre espressa.
Queste ed analoghe considerazioni mostrano come le lingue foggiate da Tolkien siano molto complesse. Esse evolvono (parallelamente agli alfabeti) con l’evolvere della storia, sono influenzate dal divenire storico e lo influenzano (come vediamo per esempio nel famoso caso di The Shibbolet of Fëanor) e alcune conoscenze legate ad esse sono andate perdute nel corso delle Ere. Ciò conferisce una dimensione estremamente realistica al Mondo Secondario tolkieniano, ad oggi ancora impareggiata nel quadro dell’intera letteratura occidentale.
Dopo la lettura del volume e dell’analisi delle rune utilizzate nel Libro di Mazarbul, non resta quindi che recarsi alla Tana del Drago di Dozza, sede dell’AIST, per visitare la mostra realizzata in collaborazione con Edouard Kloczko, noto studioso di lingue secondarie tolkieniane, sulle rune naniche.

 

ARTICOLI PRECEDENTI:

– Vai alla pagina dedicata alla Cronologia delle pubblicazioni Tolkieniane
– Leggi l’articolo Storia della Terra di Mezzo: esce il sesto volume
– Leggi l’articolo Recensione: La Strada perduta e altri scritti
– Leggi l’articolo Bompiani: il 10 Maggio il 4° libro della History
– Leggi l’articolo I Lai del Beleriand, la presentazione a Lucca
– Leggi l’articolo La strenna di Bompiani: Mr. Bliss in cartonato
– Leggi l’articolo La History in libreria: il 22 l’incontro al Salone
– Leggi l’articolo L’AIST: sarà tradotta la History of Middle-earth
– Leggi l’articolo La History di Tolkien: Bompiani e la traduzione
– Leggi l’articolo Bompiani pubblicherà la History of Middle-earth?

 

LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Bompiani

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Il nuovo numero di «ContactZone» dedicato allo Hobbit

Giunge alle stampe il nuovo numero (2, 2024) di «ContactZone», con una ricca selezione monografica di articoli interamente dedicati allo Hobbit. Il volume, intitolato Nel tempo di Bilbo Baggins: (ri)leggere The Hobbit di J.R.R. Tolkien, è curato da Oriana Palusci (Università “l’Orientale” di Napoli) e Giuseppe Pezzini (Corpus Christi College di Oxford) e ospita i saggi di alcuni tra i più importanti Tolkien scholars della scena internazionale.

La rivista

Pubblicata da Paolo Loffredo Editore, «ContactZone» è una rivista scientifica digitale peer-reviewed  a diffusione internazionale specializzata nello studio della fantascienza, del fantastico e della rappresentazione di mondi immaginari e/o alternativi in questi ambiti letterari. Legata all’Associazione italiana per lo studio della fantascienza e del fantastico, copre vaste aree di ricerca, dalla letteratura al cinema, dai fumetti ai videogame, toccando un ampio spettro di approcci critici che riguardano la critica letteraria in senso stretto ma anche la linguistica, la traduzione, gli studi culturali, etc.

Il numero 2, 2024 di «ContactZone» prende le mosse dagli interventi proposti alla giornata di studi dedicata allo Hobbit tenutasi a Milano il 13 novembre 2023, presso la Biblioteca Comunale di Palazzo Sormani, in occasione dei cinquant’anni dalla morte dell’autore e dalla prima traduzione italiana del romanzo. Tuttavia, solo una parte degli interventi milanesi sono confluiti in questa sede, mentre altri ne sono stati aggiunti per completare e confermare la scientificità dell’approccio. L’idea dei due curatori del numero è chiara: «Affrontare Tolkien seriamente, accademicamente, come si studiano Shakespeare, Dante o Virgilio, non solo è possibile, ma è un dovere, ed è infatti ormai una pratica diffusa in tutto il mondo che piano piano sta arrivando in Italia, grazie anche al contributo e alla competenza di molti pionieri in questo campo» (Introduzione, p. 4). Certo: nel nostro Paese, a dispetto degli studi che procedono pressoché ininterrotti da oltre un quarantennio, l’opinione pubblica sembra ancora faticare a ravvisare in Tolkien qualcosa di più che un autore di “fantasy” – peraltro fatto proprio da una parte politica e a lungo trascurato da un’altra – o tutt’al più un autore per ragazzi. Se l’autore inglese rimane, per molti versi, estraneo al mondo universitario italiano, le eccezioni esistono e sono sempre più notevoli. Non per caso, l’obiettivo di questo volume di «ContactZone» è proprio «dare un contributo in questa direzione, presentando una raccolta di saggi con un taglio prettamente scientifico, scritti da studiosi appartenenti al mondo accademico» (p. 5).

L’indice di questo numero

Articoli

Oriana Palusci e Giuseppe Pezzini, Introduzione: The Hobbit entra all’università.
Piero Boitani, Tolkien e i mostri.
Carlo Pagetti, A.D. 1937: Bilbo Baggins va alla guerra.
Giuseppe Pezzini, The Memoirs of Bilbo Baggins: finzione metatestuale e hobbito-centrismo in The Hobbit.
Mark Atherton, L’Arkenstone e l’interpretazione di The Hobbit.
John Garth, La mira di Tolkien e la morte di Smaug.
Oriana Palusci, “Dreaming of eggs and bacon”: il pasto dello hobbit.
Paolo Pizzimento, Le pipe, il tabacco e l’imagery del “fumo lento” in The Hobbit.

Recensioni

Paolo Pizzimento, recensione a Paolo Nardi e Nicola Nannerini, Guardare verso Occidente. Tempo, trascendenza e destino nell’opera di J.R.R. Tolkien. Verona: Fede & Cultura, 2024.
Matteo Sanfilippo, recensione a Rossana Morriello, Gino Roncaglia e Federico Meschini (a cura di), Le biblioteche nella fantascienza. Utopie, distopie, intelligenze artificiali. Milano: Editrice Bibliografica, 2024.
Giulia Iannuzzi, recensione a Riccardo Gramantieri, Presagi di postumanesimo. Dal romanzo vittoriano all’epoca dei pulp. Milano: Mimesis, 2024.

Il volume, in formato digitale, è acquistabile online sul sito dell’editore e consultabile sulla piattaforma Torrossa.

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– Leggi gli altri articoli della categoria Riviste

LINK ESTERNI:
– Vai al sito dell’Associazione italiana per lo studio della fantascienza e del fantastico
– Vai al sito della rivista ContactZone
– Vai al sito della piattaforma Torrossa.

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Tolkien Studies 21,
ecco il nuovo numero

Cop-Tolkien Studies 2Recentemente David Bratman ha annunciato, come di consueto sul suo blog Kalimac’s corner, l’arrivo del numero 21 di Tolkien Studies: An Annual Scholarly Review. La prestigiosa rivista, pubblicata dalla West Virginia University Press, è diretta dallo stesso Bratman insieme a Michael D.C. Drout e Yvette Kisor, che con questo numero subentra ufficialmente nel ruolo che per anni era stato ricoperto da Verlyn Flieger (che comunque è sempre in attività, nonostante stia diradando gli impegni).

Claudio TestiIl nuovo numero sarà presto disponibile sia in formato cartaceo con copertina flessibile sia in pdf sul sito Project MUSE.

Fra i numerosi contributi siamo orgogliosi di sottolineare quello di Claudio Antonio Testi, socio fondatore dell’AIST, che con l’articolo “From ‘The Tree’ to ‘Leaf by Niggle’: Up to the Mountains and Beyond” viene pubblicato per la seconda volta su questa importante rivista.

Indice dei Tolkien Studies 21

Articoli:

  • Alexandra Bolintineanu, “Tolkien’s Elegiac Trees: Enta Geweorc and the Ents Across Time
  • Patrick J. Murphy, “The Riddles of The Hobbit, the Academic History of the Exeter Book, and the Invention of Tolkien’s Ring
  • Anika Jensen, “‘I Wonder If Any Song Will Ever Mention It’: Locating Precarious Time in The Lord of the Rings”
  • Eduardo Boheme Kumamoto, “The Allegiant Translator: J.R.R. Tolkien, Burton Raffel, and Verse Translation
  • John Garth and Peter Gilliver, “The Wanderer’s Return: New Findings on Tolkien in Oxford 1918-19
  • Claudio A. Testi, “From ‘The Tree‘ to ‘Leaf by Niggle‘: Up to the Mountains and Beyond
  • Peizhen Wu and Michael D.C. Drout, “‘The Course of Actual Composition’: Analysis of some aspects of the revision history of The Lord of the Rings using ‘Lexomic’ digital methods

Note e Documenti:

  • Łukasz Neubauer, “The ‘Origin of Gandalf’: Josef Madlener’s Der Berggeist and the Transboundary Mountain Spirit Rübezahl as Purported Sources of Inspiration for Tolkien’s Wizard
  • Matthew Thompson-Handell, “Reconsidering the Early Critical Response to The Lord of the Rings”

Recensioni:

  • Tolkien, Race, and Racism in Middle-earth, by Robert Stuart, reviewed by Yvette Kisor
  • Representing Midle-earth: Tolkien, Form, and Ideology, by Robert T. Tally, Jr., reviewed by Douglas C. Kane
  • Pity, Power, and Tolkien’s Ring: To Rule the Fate of Many, by Thomas P. Hillman, reviewed by Clare Moore
  • Theology and Tolkien: Practical Theology, ed. Douglas Estes, reviewed by Nick Polk
  • How to Misunderstand Tolkien: The Critics and the Fantasy Master, by Bruno Bacelli, reviewed by Lori Campbell-Tanner

Varie:

  • Cami D. Agan, David Bratman, The Rev. Tom Emanuel, Jonathan Evans, Jason Fisher, and John Magoun, “The Year’s Work in Tolkien Studies 2021
  • David Bratman, “Bibliography (in English) for 2022
  • Errata: TS 18

 

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Mythopoeic Awards: i vincitori di quest’anno

Mythpoeic AwardsA breve distanza dai Tolkien Society Awards (di cui abbiamo parlato qui) arrivano anche i Mythopoeic Awards 2025, riedizione di un appuntamento annuale che dall’ormai lontano 1971 premia tanto i principali contributi nell’ambito della ricerca su Tolkien, gli Inklings e la letteratura fantastica sia le più interessanti novità letterarie del mondo del fantasy. Dopo aver comunicato i finalisti lo scorso 2 giugno, la Mythopoeic Society ha annunciato i vincitori in occasione dell’Online Midsummer Seminar 2025 “More Perilous and Fair: Women and Gender in Mythopoeic Fantasy” tenutosi il 2 e 3 agosto. I premi, suddivisi nelle cinque categorie di Adult Fantasy, Young Adult Fantasy, Children Fantasy, Inklings Studies e Myth and Fantasy Studies, sono stati assegnati a opere in lingua inglese pubblicate tra il 2023 e il 2024.

I vincitori delle cinque categorie

Mythopoeic AwardsIl premio per la categoria Adult Literature, conferito a romanzi fantasy che esprimono al meglio lo spirito degli Inklings, è stato assegnato a Minsoo Kang per The Melancholy of Untold History (William Morrow, 2024). Tra i finalisti compaiono anche Katherine Arden, The Warm Hands of Ghosts (Del Rey, 2024), Yangsze Choo, The Fox Wife (Henry Holt & Co., 2024), Deborah K. Vleck, The Society of Guenevere (FTL Publications, 2024) e Nghi Vo, The City in Glass (Tordotcom, 2024).
Il premio per la categoria Young Adult Literature, conferito a romanzi fantasy dedicati a un pubblico tra i 13 e i 18 anni, è stato assegnato ad Amie Kaufman per The Isles of the Gods (Knopf Books for Young Readers, 2024). Tra i finalisti, Anna Bright, The Hedge Witch of Foxhall (HarperCollins, 2024), Darcie Little Badger, Sheine Lende (Levine Querido, 2024), Kelly Murashige, The Lost Souls of Benzaiten (Soho Teen, 2024) e A.B. Poranek, Where the Dark Stands Still (McElderry Books, 2024).
Il premio per la categoria Children’s Literature, conferito a romanzi fantasy dedicati a un pubblico dai 12 anni in giù, è stato assegnato a Frances Hardinge (autrice) ed Emily Gravett (illustratrice) per Island of Whispers (Harry N. Abrams, 2024). Tra i finalisti, Rajani LaRocca, Sona and the Golden Beasts (Quill Tree Books, 2024), Kaela Rivera, The Cece Rios Trilogy (HarperCollins, 2021-2024), David A. Robertson, The Misewa Saga (Tundra Books, 2020-2024) e Lisa Stringfellow, Kingdom of Dust (Quill Tree Books, 2024).
Collected PoemsNella categoria Inklings Studies, che premia i più importanti contributi accademici su J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis e Charles Williams, il vincitore era probabilmente scontato: dopo il meritato successo ai Tolkien Society Awards, infatti, Christina Scull e Wayne G. Hammond ottengono anche il premio della Mythopoeic Society per The Collected Poems of J.R.R. Tolkien (HarperCollins, 2024), probabilmente la più importante pubblicazione nel panorama tolkieniano degli ultimi anni (l’abbiamo recensita qui). Tra gli altri finalisti della categoria, Anahit Behrooz, Mapping Middle-earth: Environmental and Political Narratives in J.R.R. Tolkien’s Cartographies (Bloomsbury Academic, 2024), Annie Brust, Tolkien’s Transformative Women: Art in Triptych (Vernon Press, 2024), Robert Stuart, Tolkien, Race, and Racism in Middle-earth (Palgrave Macmillan, 2022) e Hamish Williams, J.R.R. Tolkien’s Utopianism and the Classics (Bloomsbury Academic, 2023).
Infine, per la categoria Myth and Fantasy Studies, che si concentra su altri autori nella tradizione degli Inklings o su opere di carattere generale sul mito e il fantastico, il vincitore è Stefan Ekman con Urban Fantasy: Exploring Modernity through Magic (Lever Press, 2024). Gli altri finalisti sono Sophus Helle (ed.), Enheduanna: The Complete Poems of the World’s First Author (Yale University Press, 2023), Matthew Oliver, Magic Words, Magic Worlds: Form and Style in Epic Fantasy (McFarland, 2022), Dennis Wilson Wise (ed.), Speculative Poetry and the Modern Alliterative Revival: A Critical Anthology (Fairleigh Dickinson University Press, 2023) e Jack Zipes, Buried Treasures: The Power of Political Fairy Tales (Princeton University Press, 2023).

Alcune considerazioni

Mythpoeic AwardsCome di consueto, i Mythopoeic Awards offrono un’utile cartina di tornasole del panorama fantasy contemporaneo, che si dimostra particolarmente vivo e – quel che forse conta maggiormente – sempre più impegnato in un’opera di comprensione della realtà contemporanea attraverso la magia e il mito. Nell’ambito delle opere di critica letteraria, inoltre, parrebbe delinearsi un’attenzione crescente dell’accademia nei confronti di Tolkien e della letteratura fantastica in generale, che lascia ben sperare sugli sviluppi futuri degli studi in quest’ambito che, fino a pochi anni fa, era trattato con suffisance.

 

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Tanti nuovi videogiochi, ma nessun capolavoro

EA-videogiochiOgni volta che viene annunciata l’uscita di un nuovo gioco basato sul Signore degli Anelli, gli appassionati lettori di J.R.R. Tolkien provano un breve momento d’eccitazione, inevitabilmente seguito da un senso di sventura imminente. Nonostante la ricchezza del materiale da cui attingere (e un fandom consolidato disposto a comprare praticamente qualsiasi gioco, solo per l’amore verso la saga), i recenti giochi ambientati nella Terra di Mezzo si sono rivelati dolorosamente deludenti. Tra il gioco d’avventura The Lord of the Rings: Gollum, accolto male, il gioco di sopravvivenza The Lord of the Rings: Return to Moria, accolto male, e il gioco d’avventura Tales of the Shire, accolto male, sono stati un paio d’anni difficili per i giochi del Signore degli Anelli. Ma le cose non sono sempre state così.

Oltre 40 anni di storia

Hobbit-1982-Melbourne-HouseI videogiochi basati sul Signore degli Anelli esistono in qualche modo dal 1982, con l’uscita di The Hobbit di Beam Software – che per l’epoca ebbe un enorme successo , ma hanno visto un aumento di popolarità dopo l’uscita dei film di Jackson all’inizio degli anni 2000. I giochi basati su licenza tendono a essere… ripetitivi, ma nel complesso, i giochi del Signore degli Anelli erano piuttosto solidi! I giochi d’azione basati sui film Le Due Torri (2002) e Il Ritorno del Re (2003) erano davvero divertenti e fedeli al materiale originale. Mentre Il Signore degli Anelli: La Guerra del Nord (2011) era un videogioco di ruolo d’azione (action RPG) con elementi cooperativi, Il Signore degli Anelli: La Terza Era (2004), pur essendo sia un clone di Final Fantasy sia un gioco su licenza, è nel pantheon dei giochi di ruolo a turni. A sua volta, tra i videogiochi di strategia in tempo reale spicca The Lord of the Rings: The Battle for Middle-earth II (2006), mentre per la categoria MMORPG (gioco di ruolo online multiplayer) The Lord of the Rings Online (2007) ha catturato cuori e menti per oltre 18 anni ed è attivo ancora oggi. Nonostante la grafica datata, il gioco rimane in ottima salute: solo la piattaforma Steam vanta una media di circa 830 giocatori simultanei, con picchi superiori a 1.600, escludendo la popolazione di client standalone, ben più numerosa (in totale, si parla di circa 13 milioni di utenti). Standing Stone continua a pubblicare espansioni come l’ultima, Allies and Adversaries (22 luglio 2025), che aggiungono nuove regioni, esperienze iniziali aggiornate e livelli “delving” di difficoltà più elevata, a dimostrazione del fatto che il classico ha ancora vita.
Questa serie di uscite – alcuni successi, altri insuccessi (quelli legati alla trilogia di The Hobbit) – è continuata fino alla metà degli anni 2010, quando ha probabilmente raggiunto il suo apice. Nel 2014, WB Games ha pubblicato Middle Earth: Shadow of Mordor, un titolo d’azione e avventura in terza persona sviluppato da Behaviour Interactive e dall’ormai defunta Monolith Productions (ne abbiamo scritto ampiamente qui). Nessun gioco è perfetto, ma Shadow of Mordor è stato divertentissimo e senza dubbio il miglior gioco del Signore degli Anelli a cui si sia potuto mai giocare. Non è solo narrativamente avvincente e graficamente fantastico. Gran parte di ciò che ha reso il gameplay così interessante è stato il sistema Nemesis brevettato da WB Games, che ha cambiato completamente il modo in cui funzionavano le interazioni tra giocatori e nemici. In Shadow of Mordor (e nel suo sequel del 2017, Middle Earth: Shadow of War), i nemici non erano lì solo per essere picchiati, saccheggiati e scofitti. Il sistema Nemesis ha trasformato i nemici Uruk del gioco in molto più che semplici spugne per frecce. La maggior parte degli Uruk era unica, ognuno con il proprio nome, design e personalità. Inoltre, ricordavano le azioni fatte dal giocatore. Un Uruk che ti aveva già ucciso in precedenza poteva sfotterti la volta successiva che ti incontrava. Se fuggivi da uno scontro, il nemico ti faceva notare la tua codardia. Alcuni Uruk risorgevano dai morti dopo essere stati uccisi e davano la caccia al giocatore in cerca di vendetta. Gli Uruk diventavano più forti dopo essere risorti dai morti, rendendo queste rivincite piuttosto impegnative. I giocatori potevano persino far passare gli Uruk dalla loro parte, usandoli per la ricognizione o come rinforzi in battaglia.
The Lord of the Rings GollumMa dopo L’Ombra della Guerra, le cose sono state piuttosto tranquille sul fronte dei videogiochi del Signore degli Anelli. Poi, a marzo 2019, Daedalic Entertainment ha annunciato che The Lord of the Rings: Gollum era in produzione, con uscita prevista per il 2021. Certo, nessuno aveva chiesto un gioco d’avventura in cui i giocatori assumessero il ruolo di un giovane Sméagol, ma la premessa era molto interessante, e la possibilità di dare a Gollum il suo prezioso momento sotto i riflettori attraverso una trama sulle sue origini era intrigante. Nel maggio 2023, Gollum fu lanciato tra il disprezzo quasi unanime. Giocatori e critici si lamentarono dei bug del gioco, della grafica scadente, della trama deludente e della sgradevole esperienza di gioco. Il fallimento del videogioco fu così grande che lo studio che aveva sviluppato il gioco, Daedalic Entertainment, chiuse i battenti a giugno 2023.
Heroes of Middle earthPrima dell’uscita iniziale di Gollum, un nuovo gioco per dispositivi mobili, intitolato The Lord of the Rings: Heroes of Middle-earth, fu pubblicato per iOS e Android il 10 maggio 2023 da Electronic Arts, il primo gioco ad essere pubblicato dall’editore dopo The Lord of the Rings: Conquest del 2009. Si trattava di un gioco di ruolo a turni sviluppato da EA Capital Games, il cui gameplay era simile a quello del precedente sulla saga di Star Wars. Tuttavia, quasi un anno dopo il lancio, Electronic Arts ha interrotto prematuramente il supporto per il gioco, chiudendolo il 24 maggio 2024, anche a causa dei licenziamenti nel settore dei videogiochi del 2023-2024 che hanno influenzato i progetti di sviluppo dell’azienda.
The Lord of the Rings: Return to Moria è un videogioco survival-crafting multigiocatore per console di nona generazione (PlayStation 5 e Xbox Series) e computer, sviluppato da Free Range Games Return to Moriae pubblicato da North Beach Games, uscito per la prima volta il 24 ottobre 2023 su Microsoft Windows. La storia è ambientata durante la Quarta Era e segue una compagnia di nani nel tentativo di riconquistare la loro patria, Moria, e di ripristinare l’antico regno perduto di Khazad-dûm. Il gioco ha ricevuto recensioni “miste o nella media”, con giudizi che evidenziano come «spesso manchi di raffinatezza», che «mette a dura prova la pazienza per le carenze e i problemi tecnici» e che non ci siano «molte ragioni per scegliere questo gioco di sopravvivenza rispetto alla pletora di opzioni migliori quando è sempre e solo un gioco mediocre nella migliore delle ipotesi». Il videogioco comunque riceverà una nuova espansione quest’anno, prevista entro la fine del 2025, che si intitola Durin’s Folk.
Tales of the ShireIn questo periodo, infine, Tales of the Shire: A Lord of the Rings Game sta ricevendo un trattamento piuttosto simile. Le recensioni danno un voto mediocre. I giocatori sono ampiamente scoraggiati dallo stile artistico del gioco, dagli ambienti piatti, dal gameplay superficiale e dalla trama noiosa. Le recensioni degli utenti sono attualmente “contrastanti“ su Steam). Ma a differenza di Gollum, creato da uno studio noto principalmente per le sue avventure Gandalf_Tales-of-the-Shire“punta e clicca”, Tales of The Shire è stato creato dalla divisione gaming di Wētā Workshop, lo studio che ha lavorato agli effetti speciali per i film di grande successo de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson. Se c’è qualcuno che sa come dovrebbe apparire e vivere la Terra di Mezzo, quello è Wētā Workshop. Quindi, come ha fatto lo studio a mancare così clamorosamente l’obiettivo? Come spiegato in un approfondito articolo di The Verge, che ha parlato con più di una dozzina di addetti ai lavori legati alla produzione di Tales of the Shire: A Lord of the Rings Game, la risposta a questa domanda è simile alla risposta alla domanda “Perché Gollum è venuto fuori così male?” (ne abbiamo scritto approfonditamente qui): cattiva gestione dello studio.

I prossimi videogiochi

MMO-Amazon-GamesNaturalmente, questa non è la fine per i giochi del Signore degli Anelli. Secondo le dichiarazioni degli sviluppatori di Wētā Workshop, il prossimo gioco dello studio sarà anch’esso un titolo del Signore degli Anelli. Infatti, dopo il completamento della versione finale di Tales of the Shire nel novembre 2024, circa metà dello studio è stata incaricata di sviluppare il prototipo successivo: nome in codice “Groundhog”, il gioco sarebbe un roguelike che trae ispirazione da titoli come Baldur’s Gate e Diablo.
Nel frattempo, Amazon sta attualmente lavorando a un MMO del Signore degli Anelli, anche se il gigante dello streaming – che ha recentemente fatto un’intensa attività nel mondo dei videogiochi – ammette di essere ancora alla ricerca del “gancio” giusto per il gioco. Amazon Games ha confermato di aver firmato un accordo di licenza con Middle-earth Enterprises di Embracer Group e di star lavorando su un’“avventura MMO open-world persistente” che abbraccia gli eventi de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. Lo sviluppo è guidato da Amazon Games Orange County, lo studio dietro New World, e il titolo verrà lanciato sia su PC che su console. Invece di sostituire LOTRO, il progetto di Amazon si propone come un’interpretazione completamente diversa, più orientato all’azione, magari sfruttando le lezioni apprese dai sistemi di combattimento e di gestione del territorio del gioco New World. Amazon dovrà bilanciare la fedeltà al canone con l’accessibilità e distribuire su più piattaforme contemporaneamente. La complessità delle licenze rimane, poiché diverse aziende detengono i diritti sulle immagini dei film, sul materiale editoriale e sul merchandising. Infine, lo studio dovrà dimostrare la sua abilità nel servizio live, pubblicando aggiornamenti di contenuti di grandi dimensioni a una cadenza più rapida rispetto a agli altri titoli Amazon. Insomma, è una partita ancora tutta da giocare.

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– Leggi l’articolo Tales of the Shire, uscita posticipata al 2025
– Leggi l’articolo Tales of the Shire, un omaggio a Tolkien
– Leggi l’articolo Tales of the Shire posticipato a Luglio

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Esce oggi il videogioco Tales of the Shire

Dopo più di un anno di attesa è finalmente possibile sperimentare il prodotto videoludico legato alle atmosfere conteali tanto care al fandom tolkieniano. Il videogioco, la cui release era inizialmente prevista per la seconda metà del 2024 (per informazioni sulle possibili motivazioni del ritardo leggere qui), nasce da un’idea dei creatori della Wētā Workshop ed è pubblicata da Private Division, l’etichetta editoriale di Take-Two Interactive Software che si occuperà della diffusione del videogioco disponibile su PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox Series X/S e PC.

Tales of the Shire propone un’esperienza videoludica di vita da Hobbit della Contea. Nella descrizione del videogioco infatti leggiamo: «Goditi il calore della cucina e sfoggia le tue abilità culinarie con le ricette per qualsiasi pasto. Organizza una cena con gli altri amici hobbit, condividi i piatti con gli ospiti per creare nuovi rapporti, oppure esplora gli spazi aperti per scoprire le radure segrete e i tesori perduti della Contea». L’idea è quella di «offrire ai giocatori l’opportunità di realizzare la loro fantasia di vivere la propria vita tranquilla da Hobbit della Contea», come affermato da Kelly Tyson, responsabile del prodotto presso Wētā Workshop. Per ulteriori dettagli rispetto al videogioco si rimanda a questo articolo.

Non resta quindi che provare il videogioco nella speranza che il ritardo nella pubblicazione sia stato utile agli sviluppatori per implementare il livello di immersività videoludica all’interno della Contea. Con l’auspicio che non si tratti dell’ennesima versione stereotipata di un paradiso bucolico in cui i personaggi vivono in armonia con la natura dedicandosi agli ozi e ai vizi; prospettiva che, invero, svilisce la complessità della dimensione conteale evidenziata dagli studi di critica tolkieniana (anche italiana).

Buon divertimento!

 

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JTR 2025 #2 : un dossier su psicologia e Tolkien

Un numero speciale

Il numero speciale del Journal of Tolkien Research, il secondo dell’anno in corso, a cura di Kristine Larsen, Sara Brown e Christopher Vaccaro, ha un tema accattivante: le possibili letture psicologiche dell’opera di Tolkien. Opera il cui successo duraturo non può certo essere spiegato solo dalla vastità di costruzione del mondo immaginario o dalla potenza del suo epos. Per quanto una parte della critica letteraria si accanisca a ignorarlo, è nelle pieghe dell’animo umano, nelle dinamiche psicologiche e morali, che il Legendarium tolkieniano rivela la sua forza più penetrante. Infatti i saggi di questo numero della rivista mettono in luce aspetti profondamente umani e moderni dei personaggi, capaci di interagire con le categorie della psicologia, della percezione, dell’etica linguistica e dell’identità.

Gli articoli

Riviste: Journal of Tolkien ResearchNel saggio Fears and Pains and Rages: The Psychology of Gandalf’s Anger, Nicholas Birns prende in considerazione il sentimento della rabbia, ovvero le reazioni irose di alcuni personaggi tolkieniani, e in particolare di Gandalf, una figura positiva e altruista, ma anche piuttosto irascibile. La sua collera – che emerge in alcuni momenti chiave, come con Saruman, Denethor e Pippin – si carica di ambiguità morali e sociali, riconducibili sia alla tradizione classica del thumos greco e della saeva indignatio latina, sia a una forma moderna e “professorale” di frustrazione in cui Tolkien doveva riconoscersi. In Gandalf, Tolkien ridefinisce l’archetipo del vecchio mentore saggio e del mago buono, mettendo in scena una mascolinità complessa, un soggetto affettuoso ma severo, che accoglie e punisce, guida e giudica. Insomma un personaggio davvero complesso e non facile da maneggiare.
L’esplorazione psicologica ovviamente si estende anche a personaggi secondari. Nel loro saggio The Only Thriller J.R.R. Tolkien (Never) Wrote: Jungian Shapes of Evil in “The New Shadow”, Martin Hauberg-Lund Laugesen e Bo Kampmann Walther prendono in esame “The New Shadow”, il sequel incompiuto del Signore degli Anelli, ambientato nella Quarta Era, dove Tolkien sembra abbandonare i conflitti epici per esplorare un male interiore, propriamente psicologico. In quelle poche pagine presto abbandonate la tensione generazionale e il senso di disillusione post-bellica diventano protagonisti. Il male non è più rappresentato da orchi, spettri e stregoni, ma dall’apatia, dal vuoto, dalla malinconia generazionale. Viene davvero da chiedersi cosa Tolkien sarebbe riuscito a dire se avesse voluto proseguire il romanzo.
La dimensione emotiva si intreccia poi con i temi importanti del lutto e della perdita. Nel Signore degli Anelli e nel Silmarillion, la morte è onnipresente e mai neutrale. Come sottolineano Ali Mirzabayati, nel suo articolo Mourning and Melancholia in The Lord of the Rings, e Dawn Walls-Thumma in Grief, Grieving, and Permission to Mourn in the Quenta Silmarillion, le reazioni al dolore – da Denethor che cede alla follia, a Théoden che invece riscopre la speranza – non solo definiscono i loro rispettivi caratteri, ma propongono visioni contrastanti dell’umano. Inoltre, il narratore stesso nel Quenta Silmarillion racconta il lutto da un punto di vista morale, che esalta certe morti e ne silenzia altre, contribuendo a costruire una gerarchia affettiva e simbolica della memoria.
Ma l’analisi psicologica si spinge oltre. Il saggio di Sara Brown, “Restless and uneasy… thin and stretched”: The Ring, The Ringbearers, and Bodies in Psychological Crisis in Tolkien’s The Lord of the Rings, esplora le crisi psicofisiche che l’Anello scatena nei suoi portatori. Frodo, Bilbo e Gollum mostrano sintomi di alienazione profonda: sono irrequieti, introflessi, svuotati da un potere che devasta la mente e il corpo. La dipendenza dall’Anello diventa così una metafora della dipendenza emotiva, una forma distorta di attaccamento che rivela la fragilità della volontà umana.
La teoria dell’attaccamento, appunto, è quello di cui parla Lelie Bremont in Tolkien and Attachment Theory: a Theory to Bind Them All?, che propone una lettura sistematica delle relazioni nei romanzi tolkieniani. Da Frodo e Sam a Merry e Pippin, la forza dei legami primari è ciò che permette ai personaggi di sopravvivere alla paura, alla solitudine e alla guerra. L’universo narrativo di Tolkien, in questa prospettiva, si presenta come un laboratorio narrativo di resistenza emotiva e coesione affettiva, che evidentemente nasce dall’esperienza vissuta al fronte.
Non è solo la psiche a parlare nel Legendarium: è anche il linguaggio, e con esso la percezione morale. Mareike Huber, in The Moral Function of Invented Languages in J.R.R. Tolkien’s Legendarium, mostra come le lingue inventate da Tolkien – dal suono melodioso del Quenya al minaccioso Linguaggio Nero – trasmettano già di per sé un giudizio morale, attraverso le loro qualità fonoestetiche. Tuttavia, queste associazioni, lungi dall’essere oggettive, riflettono codici culturali e aspettative personali, dimostrando quanto l’etica linguistica faccia parte integrante della complessità del mondo secondario.
A proposito di percezione, l’indagine di Cameron Bourquein in Perceiving the Perceiver: “Viewing” Sauron Through the Gestalt Theory of Perception, utilizza la teoria psicologica della Gestalt per mostrare come Sauron nel Signore degli Anelli agisca più come una costruzione mentale che come un personaggio definito. La sua presenza – sempre fuori scena, ambigua, frammentaria – obbliga il lettore a “completarlo” cognitivamente, a metterci del suo. Questo meccanismo percettivo si estende anche agli adattamenti visivi (Gli Anelli del Potere, ad esempio), in cui la figura di Sauron diventa una “scatola di Schrödinger”: presente e assente, vero e falso al tempo stesso.
Infine, la complessità dei ruoli di genere in Tolkien viene evidenziata nel saggio di Kristine Larsen, The Mariner and his Astronomer Father: Victorian Masculinities in Númenor, che nel rapporto tra Aldarion e il padre Tar-Meneldur individua un’allegoria del conflitto tra mascolinità vittoriane. Il re astronomo e il figlio marinaio rappresentano due ideali maschili opposti: il sapere contemplativo e domestico da un lato, l’avventura coloniale dall’altro. Tolkien, attento osservatore dei cambiamenti storici e culturali, tratteggia così un dramma familiare che riflette le tensioni di un’intera epoca.

Conclusioni

In conclusione, le letture critiche contenute nell’ultimo numero del Journal of Tolkien Research dimostrano che la forza dell’opera di Tolkien non risiede solo nei suoi aspetti mitici e avventurosi, e nemmeno soltanto nella grandiosità e complessità degli scenari evocati, come qualcuno potrebbe credere. La narrativa tolkieniana è anche una lente attraverso cui esplorare l’interiorità umana, le costruzioni sociali e le ambiguità morali. Come ogni grande autore, Tolkien ci parla tanto della Terra di Mezzo quanto del nostro stesso mondo e, soprattutto, della nostra psiche.

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LOTRO, ci sono ancora problemi con i server

Videogiochi: Lotro "Collevento"Ci sono un sacco di aggiornamenti ed eventi in arrivo per The Lord of the Rings online, secondo una recente diretta streaming sulle novità del MMORPG free-to-play dedicato alla Terra di Mezzo di JRR Tolkien. Standing Stone Games ha annunciato che il processo di trasferimento di “Dark Worlds” è in corso, con server come Sting che hanno recentemente aperto i battenti. I trasferimenti continueranno a ruotare nelle prossime settimane, sebbene il team abbia capacità limitate per risolvere i problemi con server più vecchi e inaccessibili.
L’aggiornamento 44.2.1 è appena stato rilasciato e porta diverse correzioni di bug e miglioramenti. Tra questi, correzioni alle meccaniche di combattimento a Dun Shuakh, la risoluzione di problemi con PNG specifici (come il maestro d’armi che non subisce danni ridotti) e la risoluzione di reset errati durante gli incontri con i boss. Corregge anche problemi con l’istanza “Difendere la Cittadella con gli scudi” di Gundabad e un bug nella missione di pesca a Rohan Ovest. Inoltre, la Cassa del Commerciante di Ordai viene correttamente associata all’account come previsto, influenzando tutte le casse non associate esistenti una volta rimosse dal magazzino. Una recente livestream di “Casual Stroll”, era incentrata sulle principali strade della Terra di Mezzo e sul loro sviluppo. Anche la beta dell’aggiornamento 45 è all’orizzonte, sebbene non siano state annunciate date specifiche.

I nuovi server e i “Mondi Oscuri”

Dopo diversi rimandi, il videogioco Il Signore degli Anelli Online ha finalmente lanciato del server Sting, ma anche per i “mondi oscuri” e le migrazioni incrociate dei server a 64 bit. Il server Sting, come già scritto in precendenza, è il terzo e il più recente dei server a 64 bit con sede negli Stati Uniti. Standing Stone Games ha lanciato così quattro di questi server – due negli Stati Uniti e due in Europa – a inizio primavera, in una serie di trasferimenti piuttosto travagliati, a cui ha fatto seguito un terzo server europeo già attivo. Sting aveva subito diversi ritardi, a causa della perdita di oggetti personali di molti giocatori durante i trasferimenti. SSG ha voluto assicurarsi che il problema fosse risolto prima che qualcuno salisse sul bus di Sting. Ora, finalmente, è stato aperto.
Lotro: Echoes of AngmarUno svantaggio della problematica situazione dei trasferimenti di marzo era che i Dark Worlds – ovvero i server legacy chiusi da tempo, su cui molti utenti hanno ancora personaggi abbandonatinon erano disponibili per l’emigrazione e i ritardi del server Sting hanno influenzato anche questo lancio. I personaggi rimasti sui “server chiusi” sono rimasti inaccessibili fino a marzo 2025. Da allora e fino ad agosto 2025, i personaggi possono essere trasferiti gratuitamente da quei Dark Worlds a uno qualsiasi dei quattro nuovi server a 64 bit. Dopo agosto 2025, i personaggi rimanenti sui Dark Worlds scompariranno per sempre. La rotazione è prevista dal 3 giugno: i trasferimenti saranno possibili da due mondi di gioco a 64 bit a un terzo mondo di gioco a 64 bit su base settimanale. Ogni settimana, per una settimana, i giocatori potranno trasferire i propri personaggi da due mondi degli Stati Uniti a uno dei mondi degli Stati Uniti e da due mondi dell’UE a uno dei mondi dell’UE, e i mondi in cui i giocatori potranno effettuare il trasferimento ruoteranno ogni settimana. Si continueranno a offrire questi trasferimenti per sei settimane, dando a ogni giocatore due settimane per trasferirsi in ciascun mondo. Dopo questo periodo di tempo, i trasferimenti gratuiti tra questi mondi non saranno più disponibili.

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Su Lotro regali, cambi di server e aggiornamenti
– Leggi l’articolo Lotro: fino a Umbar la nuova espansione
– Leggi l’articolo Lotro, un trailer per Before the Shadow
– Leggi l’articolo Lotro, nasce il classico ma viola il copyright
– Leggi l’articolo Lotro, missioni gratuite fino a dicembre
– Leggi l’articolo Weatherstock, ecco perché Lotro è migliore
– Leggi l’articolo Aragorn e Arwen si sposano anche online
– Leggi l’articolo Lord of the Rings Online: più di 10 anni online
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito di The Lord of the Rings online
– Vai alla sezione di Secrets of Utug-bûr
– Vai alla sezione per il passaggio ai nuovi server 64-bit
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Tolkien in Bielorussia: storia di lotta e libertà

Andrej Januškievič e la libreria Knihauka

Andrej JanuškievičLa Bielorussia rappresenta una piccola ma notevole eccezione per il mondo tolkieniano: qui, infatti, la norma sul copyright delle opere letterarie prevede che ogni diritto decada dopo soli 50 anni dalla morte dell’autore contro i 70 previsti altrove, pertanto dal 2023 le opere di J.R.R. Tolkien sono legalmente di pubblico dominio e possono essere tradotte e distribuite. Questa situazione non susciterebbe grandi interessi se non dal punto di vista delle politiche editoriali, eppure fa da sfondo a una vicenda di respiro ben più ampio che ha a che fare con la lotta, la libertà e l’identità linguistica e culturale di un popolo.

Ma andiamo con ordine. Siamo nel 2014: nella capitale Minsk, Andrej Januškievič fonda una piccola casa editrice indipendente specializzata in saggistica storica, letteratura bielorussa e letteratura straniera in traduzione. Sono gli anni d’oro della “bielorussizzazione soft”, durante i quali la causa della lingua e della cultura nazionale trova crescente sostegno da parte degli intellettuali in contrapposizione alla sempre più massiccia russificazione imposta dal presidente Aleksandr Lukašėnka (saldamente – e tutt’altro che limpidamente – al potere dal 1994). Nel giro di poco tempo, Januškievič mette in fila una serie di colpi editoriali a dir poco clamorosi, pubblicando le saghe di Harry Potter e The Witcher nonché classici internazionali come 1984, ben presto diventato un bestseller. Le cose, però, cambiano nel 2020, quando la sesta rielezione consecutiva di Lukašėnka scatena proteste di massa contro i brogli elettorali e la corruzione del governo, cui il presidente risponde sommariamente con l’intimidazione e la violenza. In questo clima di palpabile tensione, Januškievič entra nel mirino del governo con l’accusa – probabilmente pretestuosa – di aver pubblicato “materiale estremista”. Tra perquisizioni in casa e congelamenti temporanei dei fondi, l’uomo non si dà per vinto e il 16 maggio 2022 apre una nuova libreria a Minsk, Knihauka. Il nome contiene un gioco di parole poiché in bielorusso ‘knihauka’ designa la pavoncella – simbolo della primavera ma anche e soprattutto della rinascita nazionalista in Bielorussia dopo la caduta dell’Unione Sovietica – mentre ‘kniha’ significa “libro”. Passano solo poche ore dall’inaugurazione, però, e due giornalisti filogovernativi si presentano da Januškievič contestandone le idee politiche e i gusti in fatto di libri; la situazione degenera in pochi minuti e interviene la polizia. Il finale è francamente orwelliano: Knihauka viene chiusa il giorno stesso della sua apertura e Januškievič arrestato insieme a un impiegato. Dopo un mese di detenzione e la revoca della sua licenza da editore e libraio in patria, l’uomo si trasferisce in Polonia – destinazione prediletta da decine di migliaia di suoi compatrioti fuggiti dal governo di Lukašėnka – e riprende a pubblicare libri in bielorusso sotto una nuova casa editrice, la Andrej Januškievič Publishing. Tra il 2023 e il 2024, la casa editrice pubblica a Varsavia Il Signore degli Anelli; di questi giorni, inoltre, è la notizia della pubblicazione di Sir Gawain e il Cavaliere Verde, mentre Lo Hobbit è attualmente in fase di lavorazione.

 

La situazione del bielorusso

Belarusso e RussoL’Atlante Mondiale delle Lingue dell’UNESCO ha classificato il bielorusso (беларуская мова, bělaruskaja mova o semplicemente mova) come una lingua «potenzialmente vulnerabile» all’interno del suo stesso Paese: non sarebbe, quindi, in pericolo imminente ma la sua sopravvivenza è tutt’altro che assicurata. Sebbene il russo e la mova – entrambi appartenenti, insieme all’ucraino, al sottogruppo orientale delle lingue slave – godano teoricamente di pari status come lingue ufficiali dello Stato, Lukašėnka ha sempre sostenuto il primo – da lui definito una lingua di “livello mondiale”, paragonabile solo all’inglese – e screditato l’altra come una lingua “povera”. Si tratta, a ben vedere, di un tema costante sin dalla sua ascesa al potere nel 1994, segnata da politiche culturali tese ad allineare l’identità bielorussa a quella russa. Secondo Ethnologue, attualmente la mova è parlata complessivamente da circa 8 milioni di persone, la maggior parte delle quali vive in Bielorussia. Qui, nel 2001, si contavano 6,72 milioni di parlanti attivi ma il dato si è ridotto considerevolmente fino a dimezzarsi negli ultimi anni. Nel Paese non ci sono università in lingua bielorussa e l’insegnamento nelle scuole è fortemente osteggiato dal governo: tant’è che, se a metà degli anni Novanta quasi tre quarti degli scolari iniziavano la prima elementare con la mova come lingua di insegnamento, un decennio dopo erano appena un quarto. A fronte di questa situazione, il bielorusso è diventato un potente strumento di opposizione culturale al governo filorusso di Lukašėnka e, sebbene i suoi parlanti abbiano subito non poche repressioni, ha persino conosciuto una recente rinascita letteraria.

Gli oppositori politici di Lukašėnka prendono la questione molto seriamente e non nascondono che la rinascita della lingua e della cultura bielorussa costituisca un passo fondamentale per raggiungere i loro obiettivi a lungo termine. «Se vogliamo liberare il nostro Paese, dobbiamo promuovere la nostra identità nazionale, con una migliore comprensione del luogo storico della Bielorussia», ha affermato Alina Koushyk, funzionaria responsabile della cultura nel governo bielorusso in esilio. «Senza una lingua nazionale, la rinascita dei bielorussi sarà difficile». Il governo in esilio ha anche affermato che la decisione se mantenere due lingue ufficiali o ripristinare la mova come unica lingua ufficiale dovrà essere presa dal popolo bielorusso, tramite referendum. Il giurista Ihar Sluchak è invece tra i sostenitori della campagna per l’abbandono del sistema bilingue, temendo che il bielorusso resti sempre oscurato dal russo. E cita il destino del gaelico d’Irlanda come monito. «Quando il bielorusso sarà la lingua più parlata, non ci saranno dubbi sull’indipendenza del Paese», ha affermato Sluchak. «La storia ci insegna che il bielorusso deve essere l’unica lingua di Stato se vogliamo che la Bielorussia sia veramente forte».

 

Tolkien in Bielorussia

Andrej Januškievič, dal canto suo, afferma perentoriamente: «Vedo che il bielorusso di oggi non è più alla ricerca di un’identità, ma di pilastri su cui fondarla. E credetemi, i libri svolgono un ruolo importante come pilastro». E aggiunge: «Quando leggi in bielorusso, sai per certo di essere bielorusso e ti immergi in quest’acqua della cultura bielorussa. Leggendo in un’altra lingua, ti immergi nel contesto di un’altra cultura, in un modo o nell’altro». Dunque, anche la pubblicazione di opere straniere tradotte in mova risponde a un’esigenza profondamente identitaria. Né è un caso, forse, che a diventare strumento di una lotta per l’identità linguistica e culturale siano proprio le opere di Tolkien – il quale, com’è noto, considerava il suo capolavoro «principalmente un saggio di “estetica linguistica”» (Lettere, n. 165). Attualmente, Knihauka distribuisce Il Signore degli Anelli (Валадар Пярсцёнкаў, Valadar Pjarscionkaw) nella traduzione di Igar Kulikow: tre splendidi volumi con rilegatura rigida, carta di buona qualità, nastri segnalibro colorati e caratteri cirillici di facile lettura che faranno la felicità anche dei collezionisti che non leggono la mova. Ma oltre al capolavoro del 1954, anche Lo Hobbit è presente in Bielorussia con ben tre traduzioni in mova: la prima (Хобіт, або Вандроўка туды і назад, Hobit, abo Vandroŭka tudy i nazad) risale al 2002 e pare sia ormai introvabile; una seconda, pubblicata dall’editore indipendente Knizhny rys (che ha già dato alle stampe Le Cronache di Narnia), è stata tradotta da Franz Korzun e illustrata da Iryna Drazhyna ed è attualmente ordinabile online; la terza, ancora per i tipi di Knihauka, è in lavorazione con la traduzione di Igar Kulikow.

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– Leggi l’articolo Lo Hobbit tradotto e pubblicato in romancio
– Leggi l’articolo Verrà ritradotto Il Silmarillion in Francia
– Leggi l’articolo Tolkien fuori dai diritti: in Cina c’è il boom di traduzioni
– Leggi l’articolo Gennaio 2019, ritradotto Il ritorno di Beorhtnoth
– Leggi l’articolo Tradotto in inglese Tolkien e la Filosofia
– Leggi l’articolo Pubblicato il Beowulf tradotto da Tolkien
– Leggi l’articolo Simonson, tradurre Tolkien in spagnolo

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Pubblicato il n. 28 della rivista Other Minds

Immagine di copertina del sito Other MindsLo scorso 17 maggio è uscito, disponibile gratuitamente online in formato pdf, il numero 28 di Other Minds.  Questa rivista online, dedicata ai giochi di ruolo ambientati nella Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien ed edita da Thomas Morwinsky e Hawke Robinson è nata nel lontano 2007 dalle ceneri di Other Hands e da allora continua a fornire contenuti – saggi, mappe, illustrazioni, moduli per giochi di ruolo specifici, etc. – grazie ad una solida community di appassionati.
Come si è scritto in un precedente articolo (qui), mentre Other Hands era prevalentemente dedicata al MERP (Middle-earth Role Playing), Other Minds fornisce sia approfondimenti e strumenti utilizzabili indipendentemente dal sistema di gioco, sia moduli dedicati anche ad altri sistemi come l’Unico Anello (TOR) o Avventure nella Terra di mezzo. Occorre inoltre sottolineare che i contenuti di questa e-zine non sono unicamente a beneficio dei giocatori di ruolo; la rivista presenta infatti anche molti saggi che approfondiscono i più disparati aspetti della lore della Terra di Mezzo dal punto di vista interno del Legendarium. Uno strumento particolarmente utile per navigare all’interno dell’ormai considerevole mole di articoli prodotti negli anni è il comodo spreadsheet filtrabile disponibile qui, una sorta di indice analitico per argomenti.

Il numero 28
Cover nel numero 28 di Other Minds

Il nuovo numero di Other Minds consta di ben 110 pagine e si avvale di un’illustrazione di copertina di Angus McBride, già utilizzata dalla Iron Crown Enterprises per l’avventura di MERP Thieves of Tharbad. Se si escludono le prime tre sezioni “standard”, il numero è dedicato quasi nella sua interezza a materiali pensati per il sistema TOR (cioè per il gioco L’Unico Anello).

I contenuti di questo numero sono i seguenti:

1. Editoriale
Alcune divagazioni del curatore sull’attuale numero e argomenti correlati.
2. The Road Goes Ever On
Cosa c’è là fuori di interessante nel mondo dei giochi di ruolo legati a Tolkien e alla Terra di Mezzo.
3. Informazioni Privilegiate
Alcune informazioni (recenti e non) sulla rivista.
4. Riguardo al Ferro delle Stelle (TOR) – Jens Peters
Saggio che analizza le caratteristiche del “ferro delle stelle”, il metallo meteoritico con cui furono forgiate Anglachel e Anguirel, fornendo spunti su come utilizzarlo in TOR.
5. Riflessioni sul potere delle menti elfiche (TOR) – Gabriele Quaglia
Saggio che approfondisce la comunicazione degli Elfi attraverso la mente e propone delle regole su come incorporare questa tematica all’interno del sistema TOR.
6. Sulle rive del Pienagrigia (Unico Anello) – Rafael Perez
Avventura ambientata nella decadente città di Tharbad e ispirata all’espansione Rovine del Reame Scomparso
7. Recensione di Moria – Oltre le Porte di Durin (Unico Anello) – Thomas Morwinsky
Recensione dell’espansione di TOR che esplora uno dei luoghi più iconici della Terra di Mezzo.
8. Harondor a colori (MERP)
Resoconto del processo di colorazione e aggiornamento da parte di Cirdànn de Felrive della vecchia mappa dell’Harondor per MERP di Thomas Morwinsky
9. Recensione: Regni dei Tre Anelli (Unico Anello)
Recensione dell’espansione di TOR dedicata ai tre anelli elfici

ARTICOLI PRECEDENTI

Riviste, un nuovo numero per Other Minds
– Other Minds n. 15 è pubblicato online
– Other Minds n. 14 è ora pubblicato online
– Other Minds, other hands: il gioco di ruolo e J.R.R. Tolkien
– Gioco di ruolo, ecco le Avventure a Cuiviénen

LINK ESTERNI

– Scarica qui i numeri passati della rivista Other Minds

 

 

 

 

Embracer cambia nome e diventa “Fellowship Entertaiment”

Embracer GroupEmbracer Group ha annunciato il rebranding in Fellowship Entertainment. Si tratta di un chiaro omaggio alla proprietà intellettuale del Signore degli Anelli, i cui diritti sono stati acquisiti da Embracer circa due anni fa per una cifra relativamente bassa (395 milioni di dollari). A seguito dell’acquisizione, il COO Matthew Karch ha affermato che la priorità del gruppo sarebbe stata quella di trasformare Il Signore degli Anelli in uno dei franchise più importanti del settore videoludico. Karch non fa più parte di Embracer (che si è separata da Saber Interactive qualche tempo fa), ma il sentimento sembra essere rimasto lo stesso, data la scelta del nome del marchio. L’anno scorso, Embracer aveva deciso di separare diverse etichette e studi dal suo portfolio per aumentare i profitti. Embracer si è separata da Asmodee a febbraio 2025 e ha ora annunciato i prossimi passi nella trasformazione della sua attività, che si basa principalmente sul Signore degli Anelli. Il processo di trasformazione in tre entità indipendenti quotate in borsa sta procedendo secondo i piani. Questo permetterà a ciascuna di concentrarsi con maggiore efficacia sulle proprie strategie principali, offrendo agli azionisti – attuali e futuri – opportunità di investimento più chiare, differenziate e mirate.

Il cambio del nome e di società

Lars Wingefor CEO EmbracerIl secondo passo della big dei videogiochi è cambiare il suo nome in Fellowship Entertainment, che si concentrerà sulla creazione e la gestione delle opere di J.R.R. Tolkien in diverse iniziative commerciali e transmediali. Questo comprenderà accordi di licenza, fumetti, merchandising, film, videogiochi e altro ancora. Si spera che questo nuovo approccio non finisca per sminuire il significato e il valore dell’opera di Tolkien, finora custodita con grande cura e rispetto da Christopher Tolkien e dagli altri eredi. Naturalmente, l’amato universo immaginario dello scrittore inglese è solo uno dei tanti grandi franchise di proprietà di Fellowship Entertainment, come Kingdom Come Deliverance, Metro, Dead Island, Killing Floor, Darksiders, Remnant e Tomb Raider. La nuova società avrà oltre 6.000 dipendenti distribuiti in circa 50 aziende. Fellowship Entertainment comprenderebbe quindi studi come 4A Games, Aspyr Media, Crystal Dynamics, Dambuster Studios, Dark Horse, Gunfire Games, Limited Run Games, Middle-earth Enterprises, THQ Nordic, Tripwire Interactive e Warhorse Studios, tra molti altri.
Nel suo comunicato stampa, Embracer ha affermato che creerà questi due gruppi entro la fine del 2025. Fellowship Entertainment gestirà molti studi, compresi quelli che gestiscono i titoli legati al Signore degli Anelli e allo Hobbit (il che significa la partnership con Amazon per l’MMO del Signore degli Anelli, non l’MMO del Signore degli Anelli gestito da Daybreak/EG7).
L’altra grande novità annunciata è che Coffee Stain Group (Goat Simulator, Satisfactory, Deep Rock Galactic) verrà scorporato in una società quotata separatamente. Coffee Stain Group sarà composto da 250 studi ed editori che gestiranno un’enorme lista di titoli. Coffee Stain Group sarà così responsabile di quelli che vengono definiti giochi “evergreen”. Si tratta di titoli live-service con flussi di entrate costanti o aggiornamenti regolari che attraggono nuovi giocatori, come Deep Rock Galactic, Satisfactory, Teardown, Welcome to Bloxburg e Valheim. Anton Westbergh, co-fondatore e CEO del gruppo Coffee Stain, ha detto: «L’industria dei videogiochi è più competitiva che mai, ma anche più gratificante se si fanno le cose per bene, e crediamo che questa mossa ci dia la chiarezza e il controllo necessari per muoverci meglio nel panorama, alle nostre condizioni. Ora possiamo concentrarci ancora di più su ciò che sappiamo fare meglio: supportare i nostri sviluppatori, rimanere vicini alle nostre community e costruire un futuro ancora più luminoso per Coffee Stain».

Il futuro dell’azienda

Embracer group lotrIl nome Embracer continuerà a vivere, seppur macchiato da innumerevoli licenziamenti e chiusure, solo come holding proprietaria di Fellowship Entertainment, Coffee Stain Group e Asmodee Group (che era stato scorporato all’inizio di quest’anno). Lars Wingefors, azionista di riferimento, manterrà il controllo. L’azienda ha anche fornito una panoramica del programma di lancio annunciato. Sono previsti nove giochi tripla A in uscita entro aprile 2028, un notevole incremento rispetto all’attuale ritmo di un gioco tripla A ogni cinque anni circa. Con questa scissione, è possibile che Fellowship Entertainment si concentri principalmente su esperienze single player di alta qualità, mentre Coffee Stain Group si occuperà di tutti i titoli live. In questo grande gioco di società sembra anche che Asmodee, che hanno scorporato a febbraio, abbia finito per detenere il debito. Una pessima notizia per l’industria dei giochi da tavolo.

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Diritti di JRR Tolkien, «Embracer si dividerà»
– Leggi l’articolo Embracer: salvati dal Signore degli Anelli
– Leggi l’articolo Diritti mondiali, un affare per Embracer
– Leggi l’articolo Il Signore degli Anelli, i diritti vanno a Embracer

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito web della Embracer Group
– Vai al sito web della Middle-earth Enterprises

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L’adattamento musicale del Signore degli Anelli

Immagine di copertina di Musical Chapters from the Lord of the RingsDopo il successo del precedente Epic Scenes from the Silmarillion, di cui abbiamo parlato qui, Paul Corfield Godfrey e il suo trust Zarathustra hanno ripreso in mano gli episodi, i frammenti e le bozze musicali su cui il compositore inglese ha lavorato sin dagli anni ’60 per realizzare Musical Chapters from the Lord of the Rings, un adattamento operistico del Signore degli Anelli. Volante Opera Productions ha completato le registrazioni della demo dell’intero ciclo che sarà disponibile in un cofanetto dal 5 settembre 2025.

I contenuti

Musical Chapters from the Lord of the Rings, già disponibile in pre-ordine sul sito di Volante, è composto da quindici CD e un libretto di 64 pagine che include il testo messo in musica nella registrazione. Ad impreziosire ulteriormente l’opera sono le copertine di Ted Nasmith, incluse sia nel libretto che nelle partiture vocali e complete (ordinabili separatamente rispetto al cofanetto).

Il ciclo musicale consta di trenta capitoli e sei appendici, per un totale di oltre quindici ore di musicaMusical Chapters from the Lord of the Rings - Indice pensate per essere messe in scena nell’arco di sei serate. Il testo del romanzo di J.R.R. Tolkien è stato naturalmente ridotto e leggermente modificato per essere trasposto in musica, ma resta aderente alle parole originali dell’autore senza alterazioni alla trama del Signore degli Anelli; l’opera è il primo adattamento ad includere alcuni episodi, come gli incontri con Tom Bombadil e con lo Spettro dei Tumuli.

Il permesso concesso all’opera dagli eredi di Tolkien è di per sè una notizia molto importante; per la prima volta la Tolkien Estate ha permesso un adattamento musicale del Signore degli Anelli che facesse uso esplicito delle parole scritte dal professore oxoniense. Questo dipende, probabilmente, dal grande apprezzamento mostrato da Christopher Tolkien e Rayner Unwin per il precedente ciclo dedicato al Silmarillion ad opera del musicista britannico.

Il Cast

I 35 cantanti professionisti che compongono il cast, molti dei quali hanno già partecipato al precedente progetto sul Silmarillion, provengono principalmente dalla Welsh National Opera. Fra tutti ricordiamo gli interpreti dei personaggi principali:

  • Frodo: Simon Crosby Buttle
  • Sam: Julian Boyce
  • Merry: Dyfed Wyn Evans
  • Pippin: David Fortey
  • Gandalf: Philip Lloyd-Evans
  • Aragorn: Stephen Wells
  • Legolas: Rhodri Prys Jones
  • Gimli: Gareth Long
  • Boromir e Denethor: Laurence Cole
  • Faramir e Elrond: James Schouten
  • Galadriel: Angharad Morgan
  • Gollum: Michael Clifton-Thompson
  • Théoden: Gavin Davies
  • Éowyn: Helen Jarmany
  • Éomer e Bilbo: Huw Llywelyn

Un’anteprima del ciclo è disponible sul canale YouTube di Volante Opera Productions:

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ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Tolkien e l’Opera di Paul Corfield Godfrey
– Leggi l’articolo Tolkien e la musica, il TolkienLab l’11 aprile
– Leggi l’articolo l film su Tolkien avrà la musica di Tom Newman
– Leggi l’articolo Milano, Tolkien e la musica a Serate Musicali
– Leggi l’articolo Stàlteri e Torbidoni: la musica in Tolkien è magia
– Leggi l’articolo Il 25 marzo a Roma Tolkien in musica
– Leggi l’articolo Due sabati tolkieniani: musica e arte a Verona
– Leggi l’articolo A Rimini il 25 luglio Il Silmarillion in musica
– Leggi l’articolo «La musica e Tolkien? È un intero universo»

LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Paul Corfield Godfrey – Zarathustra
– Vai al sito di Volante Opera Productions
Vai al sito di Ted Nasmith
Vai al sito della Tolkien Estate
Vai al sito della Welsh National Opera

Pubblicato Galadriel, Artbook tutto al femminile

Stand Eterea EdizioniCredo che ogni scrittore abbia, nei recessi della sua fucina creativa, dei ‘personaggi in cerca di autore’. Si tratta di creature sfuggenti e insistenti allo stesso tempo: a differenza dei personaggi usuali (concepiti, per così dire, a tavolino) non è facile per l’autore determinarne origine e motivazioni, eppure si impongono come fonte di ispirazione perdurante e talora contraddittoria, enigmi per lo scrittore stesso ma anche potenti aggregatori di storie. Oserei dire che per Tolkien Galadriel è stata uno di questi. Apparsa relativamente tardi nel Legendarium (all’inizio degli anni ’40 durante la stesura del Signore degli Anelli), questa straordinaria dama elfica è stata da allora in poi soggetta a continui cambi di prospettiva e la sua storia sottoposta a innumerevoli modifiche spesso in contrasto tra loro, fino alla fine della vita del Professore.
La forza narrativa di Galadriel nel romanzo, e le sue sfaccettature negli altri testi tolkieniani, hanno attirato l’interesse e l’amore dei lettori, facendone sicuramente il personaggio femminile più conosciuto e amato di Arda. Gentile e saggia, ma anche indomita e, potrei dire con una battuta, poco incline a farsi intimidire dal ‘maschio alpha’ di turno, si chiami egli Fëanor o Sauron, si tratta di una delle creature più antiche dell’universo tolkieniano: la sua storia personale, infatti, si intreccia con quella di Arda, spaziando per svariati millenni.

Il progetto

Cover GaladrielProprio le vicende millenarie del personaggio sono l’aspetto che ha colpito inizialmente l’illustratore e fumettista Emanuele Manfredi, ideatore di questo progetto artistico; ma poiché non vi è storia che si tramandi senza la voce di un cantore adeguato, Manfredi ha avuto un’idea interessante per originalità e merito: riunire una squadra tutta femminile, quattordici illustratrici di talento che già aveva visto all’opera in gruppo e singolarmente, ciascuna con il proprio stile e la propria personalità. Insieme, queste artiste sono state chiamate a interpretare la storia dell’Elfa più celebre e, contemporaneamente, a rovesciare l’immagine di un mondo, quello dell’illustrazione tolkieniana, ancora prevalentemente ‘al maschile’. Un progetto, insomma, molto ambizioso e quasi ‘di rottura’, divenuto realtà grazie alle case editrici Eterea Edizioni e Mirage Comics che hanno garantito al volume in stampa una veste grafica accattivante e curata.
Elisa SeitzingerIl libro, vale la pena di ribadirlo, è principalmente un libro di illustrazioni, con un corredo testuale che riassume e spiega il contesto di ogni singola tavola. La vocazione artistica del volume è chiara fin dalla copertina (standard e variant), opera dell’artista piemontese Elisa Seitzinger, celebre anche all’estero per il suo stile di ispirazione medievale, bizantina e gotica. L’interpretazione di Galadriel data dalla Seitzinger, così particolare e anticonformista, testimonia anche la volontà di scardinare il cosiddetto ‘canone’ visivo tolkieniano, per lo più legato ai film di Peter Jackson, che da più di vent’anni condizionano l’immaginario collettivo degli appassionati.
Per delineare l’impianto dell’opera, e selezionare i momenti salienti della lunghissima vita di Galadriel nella corretta sequenza, è stata scelta la sottoscritta. Galadriel: tavola 02Mi sono anche occupata della stesura dei testi che accompagnano le tavole, affinché chiunque sfogli il libro possa immediatamente orientarsi tra le immagini proposte. Ma, per quanto mi riguarda, posso affermare che il compito di gran lunga più stimolante è sicuramente stato affiancare le illustratrici durante il loro lavoro, per garantire, fatto salvo lo stile personale di ciascuna di loro, coerenza con le opere tolkieniane. Per me, da sempre affascinata dal disegno, è stata una vera emozione seguire i passaggi del loro processo creativo e vedere le parole trasformarsi in immagini suggestive. Il confronto con le artiste e la cura dei dettagli sono stati costanti, e spero di essere stata capace di comunicare l’amore e la meraviglia che ci lega all’universo tolkieniano e che sicuramente spingerà anche tanti appassionati ad accostarsi a questo volume.

I dettagli sul volume

Galadriel: Tavola 00Il libro, un cartonato in due versioni (regular e variant) dal titolo Galadriel – Potere, bellezza e leggenda dell’Elfa suprema, uscirà il 15 maggio e si compone di quaranta illustrazioni, in ordine cronologico, dall’inizio dei tempi fino al termine della Terza Era con la partenza di Galadriel dalla Terra di Mezzo. Nello specifico 33 illustrazioni riguardano direttamente Galadriel, mentre sette, dette ‘Interludi’, raffigurano altrettanti momenti decisivi nella storia di Arda e della Terra di Mezzo. Ogni illustrazione è corredata di un testo a fronte esplicativo.
Molte delle autrici, e la sottoscritta, saranno presenti al Salone del Libro (Torino, 15-19 maggio) per i firmacopie. In attesa di scoprire i loro disegni e il loro stile all’uscita del libro, ecco i nomi delle illustratrici che hanno preso parte al progetto:

Galadriel: Tavola 01Elena Albanese – Vanadia Bolognesi (Vanadia art) – Elisa Brondolo (Elizart) – Alessia Ciambrone (Alciko) – Federica Dall’Omo (Ariélika) – Jessica Dardano – Livia De Simone – Paola Fiorentino – Elisabetta Giulivi (BettaFly) – Cristiana Leone – Maria Panturoiu – Marica Picciocchi – Melissa Spandri – Florinda Zanetti.

Dulcis in fundo, dopo la sua pubblicazione il libro è destinato anche a divenire una mostra, che troverà spazio in vari festival e manifestazioni sul fantastico in giro per l’Italia (è già stato presentato alla Contea Gentile, a giugno lo sarà a Sentieri Tolkieniani, e così via): sicuramente un’occasione per gli appassionati di accostarsi ancora una volta all’intramontabile universo tolkieniano e a Galadriel con la sua, tutta femminile, maestà.

DATI TECNICI

Cover GaladrielTitolo: Galadriel – Potere, bellezza e leggenda dell’Elfa suprema
Responsabile del progetto: Emanuele Manfredi
Testi: Barbara Sanguineti
Illustrazioni: Alessia Ciambrone, Cristiana Leone, Elena Albanese, Elisa Brondolo, Elisa Seitzinger, Elisabetta Giulivi, Federica Dall’Omo, Florinda Zanetti, Jessica Dardano, Livia De Simone, Maria Panturoiu, Marica Picciocchi, Melissa Spandri, Paola Fiorentino, Vanadia Bolognesi
Copertina: Elisa Seitzinger
Progetto grafico: Davide Romanini
Dimensioni: 21 x 29,7 cm | Pagine: 96
Caratteristiche: copertina rigida | ISBN: 9791281947269
Prezzo: 25 € regular 30 € variant (ediz. limitata a 400 copie)

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Lo Hobbit: la ristampa e l’audiolibro
– Leggi l’articolo La Caduta di Númenor esce oggi in libreria
– Leggi l’articolo Nuovo libro a settembre le Poesie di Tolkien
– Leggi l’articolo Continua la stagione dei libri tolkieniani!
– Leggi l’articolo Estate 2023: un’ondata di libri su JRR Tolkien!!!
– Leggi l’articolo Bompiani: il 10 maggio il 4° libro della History

LINK ESTERNI:
– Vai al sito web della casa editrice Eterea Edizioni
– Vai al sito web di Mirage Comics

 

 

A ottobre un nuovo inedito di J.R.R. Tolkien

Oxford UniversityChi ha detto che J.R.R. Tolkien scriveva solo di elfi, anelli e draghi? Il prossimo ottobre 2025, i lettori appassionati della Terra di Mezzo scopriranno un lato completamente diverso del professore di Oxford: HarperCollins ha annunciato l’uscita infatti di un nuovo inedito, che avrà il titolo de I Frammenti di Bovadium. Si tratta di un breve romanzo fantasy satirico scritto dall’autore alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso. Il testo sarà accompagnato da un saggio di Richard Ovenden e arricchito da illustrazioni dello stesso autore.

Motori, caos e un demone chiamato… traffico

Bovadium fragmentsThe End of Bovadium (questo il titolo originale) è una parabola che racconta la distruzione della città di Oxford, ribattezzata ironicamente Bovadium, per mano dei Motores: automobili infernali fabbricate dal Demone di Vaccipratum — un velato riferimento a Lord Nuffield e alla sua fabbrica di motori a Cowley. Il risultato? Strade bloccate, cittadini asfissiati, città esplosa. E no, non è fantascienza. È satira. Tolkien prende di mira l’invasione dell’automobile e la trasformazione del mondo moderno, proprio nella sua amata Oxford, trasformandola in un campo di battaglia urbano dominato dal traffico. Altro che Orchi: i veri nemici sono i parcheggi introvabili.
A renderlo ancora più peculiare è lo stile: Tolkien gioca con il linguaggio, inserendo molti passaggi in latino, mescolando personaggi assurdi come Rotzopny, il Dottor Gums e il misterioso Śarevelk. Un mix di erudizione e umorismo che, secondo chi lo lesse in anteprima, avrebbe potuto essere respinto dai lettori meno pazienti: troppo latino, troppa ironia, troppo… Tolkien?
Non a caso, nel 1968 l’autore dichiarò di non avere alcuna intenzione di pubblicarlo — o, come disse lui: «Non ho intenzione di farlo intralciare col mio lavoro vero e proprio». Ma la verità è che ci aveva provato eccome: nel 1960 lo aveva proposto (tramite la sua segretaria) alla rivista Time and Tide (che nel 1955 aveva già pubblicato la sua poesia Imram), e nel 1966 prestò il manoscritto all’editore Rayner Unwin, che suggerì di pubblicarlo sull’Oxford Magazine. Anche Clyde S. Kilby ne ricevette una copia e, anni dopo, nel suo libro Tolkien e il Silmarillion la descrisse come una storia «piena dell’inventiva che ci si aspetta da Tolkien» e un primo, ironico commento sulla commercializzazione del nostro mondo.

La nuova edizione postuma

Cronache di Narnia“Prima pubblicazione in assoluto”, si legge nella fascetta, è vero, ma “precedentemente sconosciuto”? Assolutamente no. Come per altre pubblicazioni “postume” di Tolkien pubblicizzate come “precedentemente sconosciute”, la sua esistenza è stata rivelata per la prima volta nella biografia di Humphrey Carpenter quasi 50 anni fa. I Frammenti di Bovadium sono menzionati in una nota a piè di pagina e la citazione è riportata nel paragrafo precedente. La descrizione lo rende simile a una poesia allitterativa quasi incoerentemente rabbiosa sulle motociclette, scritta probabilmente più di 40 anni prima, che è la n. 1. 63 nella raccolta di Poesie pubblicata l’anno scorso, e che in quel momento era precedentemente sconosciuta.
Finora dov’era nascosto questo testo? Il manoscritto, lungo circa 53 pagine, è conservato alla Bodleian Library di Oxford (Mss. Tolkien, Serie A, cartella A62). La sua esistenza è nota agli studiosi da decenni, e venne menzionata anche nella biografia ufficiale scritta da Humphrey Carpenter, che lo descrisse come una sorta di cugino ribelle di Mr Bliss, l’altra storia “automobilistica” di Tolkien.
Acquarello Bovadium fragmentsLa nuova edizione in uscita il 9 ottobre 2025, a cura di Christopher Tolkien, include sia il testo narrativo che un saggio di accompagnamento intitolato L’origine del Bovadium, firmato da Richard Ovenden, bibliotecario della Bodleian Library e studioso di Tolkien. Mentre la copertina è stata disegnata da Emily Langford (cover designer alla HarperCollins, qui a sinistra una copertina con il suo stile) basandosi su un’immagine di Tolkien, le illustrazioni per accompagnare il racconto, come nella miglior tradizione tolkieniana, sono state realizzate dall’autore stesso e anch’esse sono finora inedite. L’acquerello originale di Tolkien è stato dipinto l’8 luglio 1913 a Bilberry Hill: il suo titolo è “King’s Norton da Bilberry Hill” ed è visibile a pag. 21 del volume JRR Tolkien. Artista e illustratore di Hammond e Scull. Se non lo avete notato, c’è un’altra grande notizia: come suo padre che scrisse numerosi volumi postumi, anche Christopher Tolkien sta iniziando a curare libri inediti, ma pubblicandoli da morto. Anche questa diverrà un’altra tradizione di famiglia?

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
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– Leggi l’articolo Un inedito di Tolkien: “The fall of Arthur”

LINK ESTERNI:
– Vai al sito web della casa editrice Harper Collins
– Vai al sito web di Amazon

 

 

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Su Lotro regali, cambi di server e aggiornamenti

LOTROGli aggiornamenti 43 e 44 di The Lord of the Rings Online (spesso abbreviato in Lotro), intitolati rispettivamente Secrets of Utug-bûr e Crown of Hamât, sono stati rilasciati negli ultimi due mesi e hanno portato un’ampia gamma di novità e miglioramenti al gioco, ampliando l’esperienza per i giocatori e introducendo nuove avventure nel mondo di Arda.
Le novità si inseriscono in un’annata fondamentale per i giocatori e fan di Lotro in quanto il 2025 sarà l’anno della migrazione ai server 64-bit. Annunciati a gennaio 2025, sono stati lanciati due mondi per il gioco classico (Glamdring, per il Nord America, e Orcrist per l’Europa) e due per il role-play (Peregrin, per il Nord America, e Meriadoc, per l’Europa). E una settimana fa, SSG ha aperto un regno aggiuntivo per far fronte all’elevata domanda di nuovi personaggi e trasferimenti: Grond è stato lanciato per i giocatori dell’Ue e finora il team ha affermato: «Finora le cose sul server Grond sembrano funzionare bene, senza problemi relativi a trasferimenti o housing». Subito dopo è giunta l’apertura del server Sting che dovrebbe aiutare ad alleviare la congestione per i giocatori statunitensi. Così, oltre ai server VIP a 64 bit Angmar e Mordor, i giocatori hanno ora a disposizione un totale di otto server a 64 bit, su un totale di 12 server attivi (suddivisi tra server 64-bit di nuova generazione, server leggendari e server classici a 32-bit). I trasferimenti gratuiti dai vecchi server ai nuovi saranno disponibili fino al 31 agosto, mentre i trasferimenti gratuiti tra quelli nuovi saranno attivi settimanalmente fino al 30 aprile. Questi nuovi server offriranno (in teoria) un ambiente server più stabile, privo di lag e problemi di rubber banding che hanno afflitto i server a 32 bit per tanti anni. Quando i server a 64 bit sono stati lanciati per la prima volta, gran parte dei problemi iniziali dei giocatori nel trasferimento si è dovuta alla corsa ai terreni per le abitazioni, sia per i quartieri premium che per quelli classici. Di conseguenza, Standing Stone Games ha chiuso la distribuzione di alloggi sui nuovi server nel tentativo di raffreddare parte della domanda. Circa tre settimane dopo le case popolari sono state riaperte a partire dal 31 marzo e il servizio viene ora distribuito in più fasi. SSG ha annunciato un codice coupon gratuito per tutti per ricevere un regalo speciale nel gioco. Il regalo in questione è un ringraziamento ai giocatori per la loro pazienza e il loro feedback positivo. «C‘è ancora del lavoro da fare, come l’apertura del trasferimento dai mondi precedentemente chiusi (Dark World) ai nuovi server a 64 bit, l’apertura dei trasferimenti settimanali a rotazione tra i diversi mondi e l’apertura di un quarto server a 64 bit negli Stati Uniti».

Il sistema di gioco

LotroPer chi non è a conoscenza del titolo, Il Signore degli Anelli Online, sviluppato originariamente dalla Turbine, è un MMORPG (massively multiplayer online role-playing game) ambientato nella Terra di Mezzo basato sulle opere di J.R.R. Tolkien, la cui prima edizione risale all’ormai lontano 2007 negli Stati Uniti e in Europa. Similmente ad altri MMORPGs, i giocatori controllano un personaggio nel mondo di gioco, interagendo con oggetti, personaggi non giocabili e altri giocatori. I personaggi guadagnano livelli ottenendo punti esperienza, acquisendo sia nuove abilità che punteggi caratteristica, i quali possono essere assegnati in varie configurazioni per personalizzare lo stile di gioco personale. I personaggi attraversano il mondo di Lotro a piedi, utilizzando cavalcature o attraverso opzioni di viaggio istantanee. I giocatori migliorano le loro caratteristiche implementando il loro equipaggiamento e possono personalizzare il loro aspetto attraverso il Cosmetic System, il quale può permettere l’utilizzo di armature e armi supplementari. I personaggi guadagnano anche reputazione presso le varie fazioni del gioco completando diverse missioni e raggiungendo livelli che sbloccano svariati premi di qualità sempre superiori.
Il sistema di potenziamento permette a ogni personaggio di padroneggiare più di quattro professioni, che si dividono tra la raccolta di materie prime e la fabbricazione di oggetti. A causa della caratterizzazione degli Hobbit negli scritti di Tolkien, un’enfasi significativa è posta sulla cucina, su agricoltura ed allevamento. Ogni personaggio ha un portafoglio con monete d’oro, d’argento e di bronzo, che si possono guadagnare grazie alle attività che si svolgono nel gioco e che sono utilizzate per la compravendita. Molte regioni del mondo, gruppi etnici e festival stagionali presentano una specifica valuta. Il negozio interno al videogioco utilizza i punti Lotro, che possono essere comprati sia con denaro reale sia guadagnati all’interno del gioco. I giocatori possono possedere case di proprietà che possono essere decorate e garantiscono l’accesso a servizi e possono fungere anche da magazzino per conservare equipaggiamento ed oggetti. Quattro quartieri con alloggi sono ubicati nelle zone di partenza di Uomini, Elfi, Nani e Hobbit e sono accessibili gratuitamente a ogni giocatore appartenente alla specifica razza. Quartieri con case più spaziose e più opzioni di decorazione sono situati in località come Gondor, Rohan ed Erebor. Ogni espansione ed aggiornamento ha introdotto nuovi sistemi all’interno del gioco. Per esempio, l’espansione Mines of Moria ha introdotto gli Oggetti Leggendari; ogni personaggio possiede un’arma leggendaria specifica rispetto alla sua classe d’origine e un oggetto supplementare, i quali crescono in potere parallelamente alla crescita del livello del personaggio e possono essere potenziati per mezzo di modificatori addizionali. L’espansione Riders of Rohan ha, invece, introdotto il combattimento a cavallo; le cavalcature presentano delle statistiche analoghe a quelle dei personaggi e possono essere personalizzate. Con l’espansione Gondor abbiamo assistito, inoltre, all’introduzione del meccanismo degli slot per l’essenza che permettono ai giocatori un’ulteriore personalizzazione dell’armatura più consona al loro stile di gioco.

Secrets of Utug-bûr

Molte sono le novità di queste release: oltre alle nuove aree giocabili vi sono importanti aggiornamenti per quanto concerne la caratterizzazione dei personaggi, sia in termini di definizione della stirpe di appartenenza che delle abilità e talenti di ciascuna delle classi di appartenenza. L’obiettivo è quello di assicurare che tutte le classi siano parimenti competitive e divertenti da giocare, mantenendo un occhio di riguardo per la fluidità delle meccaniche di gioco e l’esperienza di combattimento. Per questo motivo sono state apportate delle ottimizzazioni alle prestazioni generali del gioco, con l’intento di migliorare la stabilità, ridurre i tempi di caricamento e rendere, così facendo, l’esperienza di gioco più coinvolgente.
Sono state introdotte anche alcune modifiche alle ambientazioni, nelle quali sono stati corretti alcuni bug precedentemente presenti. Una delle caratteristiche principali di questo aggiornamento è l’introduzione della nuova area di Utug-bûr, posta nelle terre dell’Haradwaith. In seguito alla conclusione della Dagor Carlanthir, la Battaglia della Cascata Rossa, alcuni esploratori alla ricerca del numenoreano nero Azagath Sea-Shadow hanno scoperto un passaggio nascosto verso il santuario nascosto di Utug-bûr ormai in rovina. A livello del Vestibolo della struttura essi hanno stabilito un piccolo avamposto, aspettando l’arrivo di alleati per affrontare un male fuori dal tempo. Come afferma il claim di questa release: «Il santuario nascosto di Utug-bûr apre i suoi cancelli, le forze oscure si radunano e un rituale si avvicina al completamento – uno di quelli che potrebbe cambiare la Terra di Mezzo per sempre. Solo i coraggiosi possono opporsi ad Azagath e a ciò che è in agguato oltre. Riuscirai ad affrontare la sfida prima che sia troppo tardi?».
Questa nuova zona è stata progettata per offrire un’esperienza di esplorazione unica, ricca di segreti da scoprire e sfide da affrontare. I giocatori possono aspettarsi di imbattersi in nuove creature e nemici, ognuno dei quali è legato alla storia di Utug-bûr. Le quest nella nuova area presentano una combinazione di missioni di storia, missioni per gruppi e sfide giornaliere. Questo approccio permette ai giocatori di immergersi in una narrativa avvincente mentre guadagnano ricompense esclusive e oggetti rari, mentre i raid offrono esperienze di combattimento epiche che richiedono un lavoro di squadra coordinato.
Per quanto concerne la creazione dei personaggi, sono state aggiunte tre nuove stirpi umane: Harad/Ordâkh, Rhûn e Umbar. I personaggi possono ora selezionare un retaggio appropriato alla loro stirpe parlando con un notaio e completando la rispettiva quest. Per far ciò i Nani dovranno visitare Wárr Ink-sleeve in Thorin’s Hall, gli Hobbit dovranno incontrare Wistan Whitfoot nell’insediamento di Michel Delving, gli Umani dovranno parlare con Bonnie Milkweed a Bree mentre gli Elfi dovranno recarsi da Lubathred a Duillond o da uno dei notai di Rivendell.
È altresì possibile ravvisare cambiamenti per quanto riguarda le missioni e le esplorazioni. A partire da questo aggiornamento, infatti, tutti i nemici all’interno di una missione (eccezion fatta per quelli soggetti a re-spawn e quelli evocati) una volta sconfitti rilasceranno trofei. Inoltre, saranno disponibili due nuovi animali da esplorazione: il criceto bianco e il verme della sabbia rubino.
I giocatori potranno inoltre osservare alcune modifiche a livello artistico delle rappresentazioni di personaggi e ambientazione. In particolare sono state introdotte delle importanti migliorie visive agli Alti Elfi, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto dei capelli, del volto e della bocca. I giocatori che vorranno risistemare il look del personaggio potranno comunque recarsi da un barbiere, situato nei principali insediamenti tra cui Bree, Thorin’s Hall, Dale-Lands, Erebor, Minas Tirith e Rivendell.
Per gli amanti del bird-watching sono stati inoltre creati più di cento nuovi esemplari di uccelli da trovare in luoghi come le foreste di Fangorn e Mirkwood, i boschi di Lorien, la Marca Occidentale ed Orientale e il corso del Grande Fiume. Un titolo viene rilasciato al giocatore che riesce ad avvistare l’uccello più raro in ciascuna delle nuove regioni. In conclusione, Secrets of Utug-bûr presenta una grande quantità di novità per gli appassionati videogiocatori di The Lord of The Rings Online. In esso i giocatori potranno dedicarsi alle missioni del nuovo aggiornamento e continuare con il role-playing. La speranza è che queste nuove release possano offrire agli utenti un’esperienza sempre più ricca ed immersiva, continuando ad espandere l’universo di Lotro e le sue storie. Anche grazie a queste trasposizioni videoludiche le parole di Tolkien espresse nella lettera 131 a Milton Waldman possono trovare accoglimento e il Mondo Secondario può essere esplorato e continuato da altre menti ed altre mani.

Crown of Hamât

LotroL’aggiornamento 44 presenta un pacchetto di contenuti con nuove missioni, missioni e un’istanza per 6 giocatori. Il pacchetto di contenuti è rivolto ai giocatori di livello 150 e prosegue la storia del popolo di Shagâna. Purtroppo, il rilascio del Tempio di Utug-bûr ha richiesto più tempo del previsto e sicuramente ci sarà un nuovo raid nell’espansione più avanti quest’anno. L’aggiornamento 44 aggiunge anche il potenziamento VIP “Favorite Standing”, esteso a quasi tutte le Reputazioni del gioco. Introdotta come funzionalità accessibile solo ai giocatori VIP che hanno acquistato l’espansione “L’Eredità di Morgoth”, questa funzionalità sarà presto accessibile a partire dalle prime reputazioni nella Contea, negli Ered Luin o nella Terra di Brea, per poi estendersi a tutta l’espansione “L’Eredità di Morgoth”. Questo potenziamento accelerato, a condizione che uno dei loro personaggi abbia una reputazione maggiore con la fazione. Quest’anno, festival ed eventi riceveranno un trattamento più mirato e completo. L’evento Anniversario, disponibile gratuitamente per tutti i giocatori con l’uscita dell’Aggiornamento 44, rappresenta la prima revisione e inclusione significativa di questo trattamento. L’evento del 18° Anniversario offrirà nuove missioni, con un numero di giocatori che va da 20 a 150, con nuove ricompense e la possibilità di affrontarle come Esplorazioni. In seguito, il Festival di Mezza Estate aggiungerà una nuova isola del festival con nuove missioni, esperienze e ricompense.

ARTICOLI PRECEDENTI:
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Lord of the Rings online
– Vai alla sezione di Secrets of Utug-bûr
– Vai alla sezione per il passaggio ai nuovi server 64-bit
– Vai al sito della Standing Stone Games

Francia, Tolkien cambia editore e va al Folio

cop - libri francesiGallimard Editions annuncia l’arrivo del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien all’interno del catalogo Folio. La pubblicazione della trilogia di romanzi, inizialmente tradotta in francese e pubblicata da Christian Bourgois Éditeur tra il 1972 e il 1973, concretizza la volontà espressa al momento dell’acquisizione della maison da parte del gruppo Madrigall, nel settembre 2024, «di sviluppare sinergie tra i marchi del gruppo e i loro team». I volumi pubblicati nella collezione Folio utilizzeranno la traduzione stabilita da Daniel Lauzon per Christian Bourgois Éditeur, pubblicata nel 2016.

Una lenta ascesa

Edizione francese ISDAIl percorso editoriale delle opere di Tolkien in Francia segna una lenta ascesa verso l’olimpo dei classici contemporanei (per una storia editoriale di Tolkien in Francia, leggi qui). In un Paese in cui gli scrittori stranieri difficilmente ottengono molta attenzione, a meno di non essere dei giganti della letteratura mondiale, lo scrittore inglese ha guadagnato sempre maggiore credito tra i lettori. Dal 1972, le edizioni Christian Bourgois sono associate, in Francia, alle opere di Tolkien e soprattutto dal 2000 in poi è iniziata una lenta revisione dei testi sotto la direzione di Vincent Ferrè che ha portato a nuove traduzioni delle opere maggiori e alla pubblicazione sistematica delle novità postume: ben 34 opere tra il 2002 e il 2022. Tra il 2019 e il 2020 la Bibliothèque Nationale de France – che non conserva alcun manoscritto di Tolkien – ha tenuto la prima mostra dedicata a un autore non francese da quando è stata istituita nel 1461.
Il 4 settembre 2024, Antoine Gallimard e Olivier Mitterrand hanno concluso l’accordo per l’acquisizione delle case editrici Christian Bourgois Éditeur e Globe da parte del gruppo Madrigall. Fondata nel 1966, la casa editrice Bourgois, indipendente dal 1992, è così diventata una filiale del gruppo Gallimard. Valentine Gay è rimasto direttore editoriale del Globe, mentre nello stesso ruolo è stato nominato Jean Mattern per Christian Bourgois. Specializzata in letteratura straniera, la casa editrice pubblica anche Pessoa e Toni Morrison. Già distribuita da Madrigall, l’acquisto di Bourgois ha rafforzato il suo radicamento nel gruppo con un’opera di riorganizzazione generale.
GallimardQuando nel 2000 Gallimard creò la collezione Folio SF, il genere fantasy era ancora relativamente raro nelle librerie francesi. All’epoca era considerato, nella migliore delle ipotesi, solo un ramo del più ampio genere della fantascienza. Ventitré anni dopo, il fantasy è diventato un genere a sé stante, uno dei più importanti, se non addirittura il più diffuso. Per questo, nel 2023, è nata la collana gemella, Folio Fantasy, in cui verranno ospitate ora le opere di Tolkien. Questa operazione dovrebbe essere il preludio a un’altra ancor più prestigiosa: Tolkien entrerà a far parte della Bibliothèque de la Pléiadela più prestigiosa collana letteraria francese, curata sempre dall’editore Gallimard. La Pléiade è il corrispettivo ideale dei nostri Meridiani Mondadori, ed essere accolti nel suo catalogo equivale a un riconoscimento di alto valore letterario, di cui non si può che gioire. L’ingresso di Tolkien nella Bibliothèque de la Pléiade è stato annunciato nel 2018, suscitando grande attesa tra i lettori e gli specialisti della sua opera.

A giugno le nuove edizioni

Il prossimo 12 giugno 2025 Il Signore degli Anelli di Tolkien arriverà quindi nel catalogo Folio in una nuova edizione tascabile divisa in tre volumi. La notizia è stata data dallo stesso Pascal Godbillon, direttore della collezione Folio SF che, in un’intervista con i nostri colleghi di Elbakin.net, ha annunciato che Il Signore degli Anelli sarebbe stato pubblicato nella sua collezione. Finora, l’edizione in tre volumi del capolavoro di Tolkien era stata pubblicata in edizione tascabile da Pocket fin dagli anni ’80 (in precedenza, era stata pubblicata da Le Livre de Poche tra il 1976 e il 1985). Ogni volume beneficerà di una produzione attenta, promette l’editore, con copertine a ribalta illustrate con opere dello stesso Tolkien. Verrà naturalmente ripresa l’ultima traduzione istituita per Christian Bourgois Editore da Daniel Lauzon, pubblicata nel 2016.
Questo spostamento è solo l’inizio di una più vasta razionalizzazione di tutto il catalogo del gruppo editoriale.

 

DATI TECNICI
1) Le Seigneur des Anneaux, I. La Fraternité de l’Anneau
816 pagine, sovracopertina illustrata, 108 x 178 mm
Codice ISBN 9782073114075
2) Le Seigneur des Anneaux, II. Les Deux Tours
688 pagine, sovracopertina illustrata, 108 x 178 mm
ISBN 9782073114129
3) Le Seigneur des Anneaux, III. Le retour du Roi
816 pagine, sovracopertina illustrata, 108 x 108 mm
Codice ISBN 9782073114174

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
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– Leggi l’articolo Francia, su Tolkien tanti romanzi e critica
– Leggi l’articolo Il Signore degli Anelli: in Francia una nuova traduzione

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della casa editrice Gallimard
– Vai al sito della casa editrice Christian Bourgois

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Recensione: Le miniere di Moria per L’Unico Anello

Cop_L-Unico-Anello-Moria-Oltre-le-Porte-di-DurinL’Unico Anello: Moria: Attraverso le porte di Durin (Free League, 2024) è un manuale di riferimento per il gioco di ruolo basato sull’opera di JRR Tolkien. Come altri, si prende qualche libertà, seppur in termini di espansione della lore e non di una deviazione da essa. Il volume costituisce anche un tesoro di illustrazioni e testi da cui gli appassionati dell’ambientazione o del fantasy in generale possono trarre ispirazione o modelli. Frutto di una campagna su Kickstarter che ha coinvolto 13mila sostenitori e ha racimolato oltre 1 milione e 250mila euro, l’edizione italiana è curata da Needs Games (44,90 euro, 2024) e presentata a Lucca Comics and Games 2024.

La recensione

Moria-Cover-ITAGran parte del libro è dedicata a una descrizione dettagliata delle montagne e delle miniere di Moria. Questa include non solo le gallerie e le camere interne, e il terreno sottostante, ma anche i gruppi e gli individui che le abitano e che si contendono il potere su di esse. Si tratta di un’ampia raccolta e include una varietà di personaggi menzionati nelle opere classiche, così come nuovi individui estrapolati da accenni fugaci. Le descrizioni degli interni delle montagne e delle miniere sono similmente approfondite, spiegando i luoghi visti e approfondendo quelli che si presumeva fossero.
C’è del materiale che probabilmente Tolkien non avrebbe mai scritto, anche se il testo appare molto fedele ai suoi scritti.
L-Unico-Anello-Moria-Oltre-le-Porte-di-Durin-1Un aspetto interessante di questo libro in particolare deriva dal presupposto di familiarità. Vale a dire che il team creativo è consapevole che i giocatori potrebbero, e francamente molto probabilmente lo faranno, avere familiarità con alcuni colpi di scena, come il significato dell’enigma alle porte e la natura della Rovina di Durin. Pur presentandoli nella loro natura tradizionale in tutto il libro, il testo riserva un po’ di spazio per consentirne una eventuale modifica qualora lo si ritenesse più divertente (pagina 149 per le porte e pagina 62 per la Rovina di Durin).
UnicoAnello-02Come artbook, questo non è il miglior volume che si possa trovare nella serie L’Unico Anello di Free League, ma è comunque valido. Uno dei principali difetti deriva dal semplice fatto che, pagina per pagina, presenta meno delle grandi sezioni a colori a due pagine che le suddividevano, come invece accadeva negli altri. Detto questo, quelle presenti sono decisamente belle. Un suggestivo sguardo cupo alle porte in una cornice austera e l’illustrazione del Balrog si sposano bene con il libro. Quest’ultimo riesce persino a fare un buon lavoro nel mantenere la questione delle ali un po’ ambigua, un bell’easter egg di per sé.
UnicoAnello-03Allo stesso tempo, le illustrazioni, sia principali che secondarie, continuano a contribuire alla bellezza e all’intrattenimento del libro, senza risultare dipendenti dallo stile dei film di Peter Jackson. In effetti, le illustrazioni a colori e in bianco e nero di Rovina di Durin non presentano alcuna somiglianza con la versione cinematografica che non si potrebbe ricavare dalle parole dell’autore originale. È simile nello stile alla maggior parte, se non a tutti, gli altri personaggi e luoghi condivisi nel volume. Considerata la longevità di quei film, qualsiasi nuova interpretazione, indipendente da essi, è molto apprezzata.

Giudizio finale

L’Unico Anello: mappa di MoriaPer gli appassionati del gioco, questo è un libro imperdibile. È ricco di contenuti che possono ampliare il materiale esistente, permettendo così a chi lo legge di accedere a un pezzo dell’ambientazione che desiderava da tempo. Anche per i non giocatori è uno dei libri più interessanti, con tantissime illustrazioni inedite e meravigliose, alcune espansioni impressionanti sui classici della Terra di Mezzo e riflessioni intelligenti su e sulla categorizzazione del materiale precedente.

 

lunico-anello-moria-oltre-le-porte-di-durinDATI TECNICI

ISBN: 9791255980773
Marca: Need Games
Categoria: L’UNICO ANELLO
Lingua: Italiano
Prezzo: € 44,90
Pagine: ‎228

 

 

 

 

ARTICOLI PRECEDENTI
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– Vai all’articolo Trovato l’accordo, tornerà L’Unico Anello
– Vai all’articolo L’Unico Anello: un annuncio inaspettato
– Vai all’articolo The One Ring, l’Unico Anello in un nuovo gioco di ruolo
– Vai all’articolo Esce oggi il manuale riveduto di The One Ring
– Vai all’articolo Other Minds, other hands: il gioco di ruolo e J.R.R. Tolkien
– Vai all’articolo Other Minds n. 14 è ora pubblicato online
– Vai all’articolo Pubblicato il n. 15 della rivista Other Minds
– Vai all’articolo 40 anni fa il primo D&D: intervista a Gary Gygax
– Vai all’articolo sulla storia dei giochi di ruolo
– Vai all’articolo J.R.R. Tolkien e il gioco di ruolo: un approfondimento
– Vai all’articolo della L’Unico Anello, gdr su Tolkien a RovigoComics

 

LINK ESTERNI
– Vai al comunicato Free League Publishing
– Vai alla newsletter del gioco
– Vai al sito di Free League, editore del gioco
– Vai al sito di Need Games, editore italiano di Avventure nella Terra di Mezzo
– Vai al profilo di Alvaro Tapia su Behance
– Vai all’intervista a Francesco Nepitello su The One Ring

 

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Lo Hobbit: la ristampa e l’audiolibro

Non capita spesso di poter dare due buone notizie in una volta. La prima è che tra pochi giorni arriverà in libreria la ristampa dello Hobbit nell’edizione uscita nel novembre scorso, forse la più bella mai realizzata, con le illustrazioni di Tolkien, che mancava dagli scaffali da tre mesi. La nuova traduzione è stata emendata da alcuni errori e migliorata in tanti piccoli dettagli. La seconda notizia è che è già disponibile sul portale Storytel l’audiolibro dello stesso volume, realizzato da un doppiatore e lettore che è anche appassionato tolkieniano: Riccardo Ricobello.

La ristampa

Arriva una nave carica di…hobbit!

È arrivata dalla Cina una nave cargo su cui hanno viaggiato le copie della ristampa dello Hobbit. Ebbene sì, anche l’editoria si piega ai bassi costi della manodopera cinese, talmente bassi, a quanto pare, da rendere conveniente stampare un libro dall’altra parte del mondo e farlo arrivare via mare fino al porto di Venezia, piuttosto che ricorrere a uno stampatore italiano, anche se questo comporta tempi assai più lunghi per riavere un titolo sugli scaffali delle librerie (dai quali mancava da Natale). Non è un segreto infatti che la nuova edizione dello Hobbit è andata esaurita piuttosto in fretta e ormai risulta introvabile. Dai primi di aprile dovrebbe quindi essere di nuovo disponibile in libreria.

La ristampa in arrivo ha un valore aggiunto, perché oltre a essere stata emendata di alcuni errori, è stata integrata con svariate migliorie meno visibili e vistose, ma importanti per ottimizzare questa versione. Che non si siano dovuti aspettare anni o addirittura decenni per farlo, è un grosso passo avanti, per altro già riscontrato per la nuova traduzione del Signore degli Anelli.

Anche in questo caso, come già per il Signore degli Anelli, le correzioni sono state suggerite dal fandom. E questo è un altro dato importante da registrare, perché l’intelligenza collettiva è sempre più forte di quella singola. La raccolta di note è stata avviata subito, all’indomani dell’uscita in libreria del volume, e ha coinvolto diverse persone, tre delle quali però meritano di essere ringraziate pubblicamente. Si tratta di due membri fondatori dell’Aist, ovvero Norbert Spina e Giampaolo Canzonieri (quest’ultimo già consulente di Ottavio Fatica), e soprattutto di Riccardo Ricobello.

L’audiolibro

Riccardo Ricobello

Ricobello, doppiatore e lettore di audiolibri, è stato coinvolto proprio nelle due principali presentazioni pubbliche della nuova traduzione tenutesi a FantastikA 2024, biennale di illustrazione fantasy, a Dozza (BO), nel settembre scorso, e a Lucca Comics and Games, a novembre, oltre a essere spesso ospite sul canale YouTube del nostro socio Paolo Nardi. In quelle occasioni, ha letto e interpretato alcuni passaggi della nuova traduzione, dando prova della sua passione per l’opera di Tolkien, oltreché della sua bravura professionale. Piace pensare che occasioni come quelle siano state un buon viatico perché gli venisse assegnata la realizzazione dell’audiolibro dello Hobbit. 

Per Bompiani è un notevole cambiamento di linea editoriale – dopo che per Il Signore degli Anelli si era avvalsa di un attore di cinema e teatro come Massimo Popolizio – scegliere per Lo Hobbit una “pura voce” come Ricobello. Ma la differenza sostanziale è piuttosto un’altra. Se Popolizio non è un estimatore e conoscitore di Tolkien, Ricobello al contrario è un grande appassionato, nonché un volto familiare nel fandom tolkieniano. Questo ovviamente gli garantisce una marcia in più nel cogliere ogni sfumatura del testo letterario e nel provare a restituirla con il suo mestiere. Prova ne è il fatto, come già detto, che Ricobello ha suggerito la maggioranza delle migliorie per la ristampa. Chi ha avuto modo di ascoltarlo nelle “pillole” che ha voluto regalare finora, non potrà che esserne felice. È molto probabile che ne sia uscita una bellissima resa finale.

L’intelletto generale del fandom

Tutto questo offre l’occasione per una riflessione estemporanea sul ruolo del fandom come risorsa creativa e non solo come mero bacino d’acquirenti. Il dato di fatto è che nel caso di certi autori o autrici di culto, le major dell’editoria, quelle con i maggiori capitali a disposizione e con i fatturati più imponenti, possono avvalersi dell’apporto del fandom a titolo completamente gratuito, grazie all’amore degli stessi fan. Il feedback dato dai lettori di Tolkien alle varie ritraduzioni o riedizioni delle sue opere è una risorsa che diventa strategica nel momento in cui porta a un miglioramento della qualità del prodotto finale. E se il coinvolgimento di associazioni come la STI, in passato, o l’AIST, oggigiorno, può essere a volte contrattualizzato e riconosciuto nel frontespizio delle varie edizioni, quello dei “cani sciolti” che hanno dato il loro piccolo o grande contributo, spesso destinato a rimanere anonimo e nell’ombra, non è meno importante.

Eppure certe discussioni interne al fandom, come quella lunghissima e accesissima sulla nuova traduzione del Signore degli Anelli realizzata da Ottavio Fatica, possono perfino esondare dall’ambito del fandom in senso stretto e raggiungere il mainstream. Quando capita, ne viene influenzato il dibattito letterario e si richiama l’attenzione su un’opera narrativa. Tutti fattori che pesano su un’operazione editoriale e che la arricchiscono e la fanno durare nel tempo.

L’intelletto generale del fandom non va certo inteso come qualcosa di omogeneo, dato che non lo è affatto. Il fandom è spesso variegato e spaccato al suo interno in faide infinite, che però comunque producono discorso, o quanto meno lo stimolano rendendo necessario uno sforzo dialettico per superarle. E anche se non si tratta sempre di un discorso costruttivo, anche se a volte diventa rumore di fondo, o bisticcio da social, nondimeno nelle sue forme più fertili può arrivare a sopperire alle carenze della critica letteraria. Il caso Tolkien nel nostro paese lo dimostra. Come dimostra che questo intelletto generale, perfino quando è parassitato dai grossi gruppi editoriali, ha primamente a cuore l’opera narrativa, la accompagna con premura nelle sue vicissitudini e ne garantisce la sopravvivenza decennio dopo decennio.

Correzioni & migliorie

Nella nuova traduzione dello Hobbit c’eran alcuni errori, magari non tali da compromettere il senso del racconto, ma comunque era necessario emendarli. Non solo il già citato falso amico “braces”, reso scioccamente con “braci” anziché con “bretelle”, ma ad esempio una delle due occorrenze di “vessel”: nel primo caso tradotto giustamente con “vasi”, mentre nella seconda, complice il contesto dell’attacco di Smaug a Città del Lago, con “imbarcazioni”. Il contesto, appunto, rendeva impercettibile l’errore, ma tale era. Gli esempi di migliorie sono senz’altro più interessanti.

Nella prima stampa “butler” era stato tradotto con “maggiordomo”, in riferimento al custode delle cantine del re degli Elfi dei Boschi. Come già nella traduzione storica del 1973 e nella revisione del 2013, la scelta era stata dettata dal fatto che nelle magioni aristocratiche il maggiordomo prima ancora di essere il capo della servitù era il custode della chiave delle cantine. Nessun altro domestico poteva accedere alle cantine del signore. Il problema è che la parola italiana “maggiordomo”, per quanto semanticamente equivalente a “butler”, ha un’etimologia completamente diversa, derivando dalla locuzione latina medievale «(servus) maior domus», cioè il maggiore dei servitori domestici. L’etimologia del termine inglese, invece, è precisamente quella a cui faceva riferimento Tolkien utilizzando “butler”, che viene dal francese “bouteillier” e indicava il servo che portava la coppa al signore. In buona sostanza il ruolo di questo domestico si è evoluto da responsabile delle cantine mescitore di vino a capo della servitù, ma Tolkien faceva evidentemente riferimento alla fase originaria, dato che il butler del palazzo degli Elfi non sembra svolgere alcuna mansione dirigenziale, oltre a quella di gestire le cantine, appunto. Dunque piuttosto che “maggiordomo” meglio tradurre “cantiniere” (nell’italiano rinascimentale è esistito anche un corrispondente “bottigliere”, ma il suo utilizzo avrebbe senz’altro portato ad accuse di fatichismo…). Dunque nella ristampa compare “cantiniere”.

Un’altra miglioria che può essere emblematica è la resa dell’espressione “bee-autiful sleep” che compare nella parlata dei ragni di Boscuro in riferimento a uno dei nani imbozzolati. Nella prima stampa era stato reso semplicemente con “bel sonnellino”, senza dar conto del gioco di parole sarcastico del ragno. Nella ristampa – e nell’audiolibro – lo si troverà invece reso con “merapiglioso sonnellino” (ma poteva starci anche “una bell’apennica”).

Qua e là sono state ritoccate tante altre piccole cose come queste. Ovviamente una traduzione potrebbe essere implementata all’infinito, potenzialmente si potrebbe non smettere mai di migliorarla, ma per quanto riguarda questa, si può dire che la sinergia di traduttore e revisori spontanei ha prodotto il meglio che questi potessero fare nelle condizioni date.

Nel prossimo futuro ci sarà magari occasione di fare anche meglio, quando Bompiani deciderà di realizzare una sua edizione dello Hobbit, ovvero non la riproposizione di un’edizione britannica, come in questo caso, ma qualcosa concepito dentro la casa editrice. Allora si potranno tradurre anche le mappe ed eventualmente traslitterare in runico l’italiano (anche se non sarebbe una scelta necessariamente felice). Intanto però godiamoci Lo Hobbit tradotto, riveduto e corretto.

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– Vai all’articolo Lo Hobbit, confessioni di un traduttore
– Vai all’articolo Il 30 agosto 2023 Sir Gawain in nuova traduzione
– Vai all’articolo Traduzione, archiviata la querela di Alliata
– Vai all’articolo Gennaio 2019, ritradotto Il ritorno di Beorhtnoth
– Vai all’articolo L’AIST: sarà tradotta la History of Middle-earth
– Vai all’articolo Alliata contro Bompiani: ritiro la mia traduzione
– Vai all’articolo Pubblicata la nuova traduzione della Compagnia dell’Anello
– Vai all’articolo Annunciata una nuova traduzione per le Lettere di Tolkien!

LINK ESTERNI
– Vai al sito della Bompiani editore
– Leggi l’articolo Perché (ri)leggere Lo Hobbit? di Sebastiano Tassinari
– Leggi l’articolo La nuova traduzione de Lo Hobbit:: intervista a Wu Ming 4 di Alessio Vissani

“Fuori e Dentro Tolkien”: il dossier di Alphaville

Tra divulgazione ed intrattenimento il filone dei podcast tolkieniani offre contenuti che si adattano a un pubblico variegato, dal neofita all’appassionato, finanche all’accademico. Tra i più rilevanti in ambito internazionale sono da annoverare i popolari The Tolkien Professor di Corey Olsen e The Prancing Pony di Alan Sisto e Shawn E. Marchese, ma anche The Fantasy Literature, un podcast dell’Università di Oxford con interventi, tra gli altri, di Simon Horobin, Caroline Batten, Stuart Lee, Grace Khuri e Giuseppe Pezzini. In ambito nazionale sono invece sicuramente da menzionare John R.R. Tolkien, Un viaggio inaspettato, una serie del 2017 registrata per il programma radiofonico Pantheon di Rai Radio 3 da Arturo Stalteri e Loredana Lipperini, e Cronache dalla Terra di Mezzo di Frank Moretti.
In questo florido panorama si inscrive Fuori e Dentro Tolkien, un dossier del redattore e corrispondente audio Yari Bernasconi per il programma Alphaville della Radiotelevisione svizzera, le cui registrazioni sono poi confluite in un podcast. Realizzata in occasione dei 70 anni dall’uscita de Il Signore degli Anelli, la serie di episodi è andata in onda da lunedì 10 a venerdì 14 marzo 2025 alle ore 12:05 sulla Rete 2 della radioemittente svizzera. Come è possibile leggere nella descrizione del programma, essa è stata l’occasione «per fare un passo indietro e interrogarci su cosa rappresenti e abbia rappresentato Tolkien per la letteratura, cercando di ritornare dentro ai suoi libri e alle sue carte, e scavando in quell’inesauribile immaginario letterario e visivo che continua ad affascinare lettrici e lettori (e oltre)».

Gli episodi

Il dossier, in cinque episodi, ha visto la presenza di un ospite diverso per ciascuna delle registrazioni. Il prezioso contributo di ognuna delle personalità tolkieniane coinvolte permette all’ascoltatore di addentrarsi nel mondo creato da J.R.R. Tolkien attraverso un originale punto di vista, mostrando, ancora una volta, come vi siano diverse vie per entrare nella Terra di Mezzo.
Il primo episodio dal titolo “J.R.R. Tolkien e il fantasy“, con ospite Anne Besson, analizza il ruolo di Tolkien all’interno delle coordinate letterarie del genere fantasy. Specialista di fantascienza, letteratura dell’immaginario e fantasy, la ricercatrice francese ha descritto nel corso della puntata l’evoluzione della letteratura che ha nell’immaginazione il suo cuore pulsante a partire dal romanzo gotico per approdare al fantastico, al meraviglioso scientifico e al fantasy (il regno del meraviglioso magico, ovvero del sovrannaturale naturalizzato).
Il secondo episodio, “In una buca nel terreno viveva uno hobbit“, ha visto la presenza di Wu Ming 4 e si è incentrato sul romanzo Lo Hobbit e sulla sua nuova traduzione ad opera dello scrittore bolognese. Nel corso dell’intervento si è parlato della natura di questo peculiare romanzo “per ragazzi” nato dalle storie che Tolkien raccontava ai suoi figli al tepore del focolare, e dell’esperienza traduttiva che ha visto come protagonista l’ospite.
Tradurre il Signore degli Anelli“, terzo episodio della serie, ha invece ospitato Ottavio Fatica, che si è cimentato nell’impresa tanto discussa (spesso a sproposito) della traduzione italiana de Il Signore degli Anelli. Il noto traduttore, partendo dal suo lavoro su Il Signore degli Anelli, ha mostrato uno scorcio del suo approccio alla traduzione e della sfida di veicolare in una lingua di destinazione diversa da quella originale la stratificazione di significati di un’opera. In particolare per quanto concerne il romanzo tolkieniano, si è soffermato sulla difficoltà di rendere la varietà dei registri linguistici presenti al suo interno.
Il quarto episodio ha visto la presenza di John Howe, celebre illustratore dell’opera tolkieniana. Il titolo, “L’immaginario visivo della Terra di Mezzo“, rende il senso dell’intervento dell’artista che ha l’arduo compito di cristallizzare una materia addiveniente e fluida come la scrittura in immagini che riescano a coglierne le policrome sfumature.
Il quinto ed ultimo episodio ha infine ospitato Stefano Giorgianni, linguista, traduttore e presidente AIST. Il tema toccato è stato quello delle “Opere Postume“, che vede l’invitato coinvolto in prima persona in quanto traduttore per Bompiani dei volumi della Storia della Terra di Mezzo. Affrontare il colossale corpo letterario realizzato da Tolkien è un’impresa ardua che però non ha scoraggiato in primis il figlio Christopher. Grazie al lavoro di revisione di quest’ultimo sono stati pubblicati volumi di vitale importanza per la comprensione della complessa stratificazione del Mondo Secondario dal quale originano i racconti del padre.

Podcast, prospettive future

Tolkien fuma la pipaIl dossier Fuori e Dentro Tolkien si presenta nella sua totalità come un contenuto godibile che offre degli spunti all’ascoltatore per approfondire alcuni dei numerosi approcci alla Terra di Mezzo. Nonostante la natura introduttiva al Legendarium esso offre, grazie alla competenza degli ospiti coinvolti, spunti di riflessione che possono essere utili nell’orientarsi all’interno del mare magnum dell’opera tolkieniana. Il mezzo del podcast permette una fruizione agile dei contenuti e una diffusione anche a un pubblico che può essere più ampio rispetto a quello del fandom tolkieniano classico. Si tratta di una possibilità probabilmente poco sfruttata nell’ambito tolkieniano italiano, che offre potenzialità in larga parte non esplorate. L’auspicio è dunque che vengano in futuro realizzate più iniziative di questo genere anche a livello divulgativo, nell’ottica di portare ad una maggiore comprensione dell’opera di Tolkien anche per quanto concerne il superamento di alcuni pregiudizi ancora duri da eradicare, soprattutto in Italia.

ARTICOLI PRECEDENTI
– Leggi l’articolo Lo Hobbit, confessioni di un traduttore
– Leggi l’articolo La versione di Fatica: contributo per una messa a fuoco
– Leggi l’articolo Colloquio con John Howe: il resoconto
– Leggi l’articolo La Caduta di Númenor esce oggi in libreria

LINK ESTERNI
– Vai al sito web Il dossier “Fuori e Dentro Tolkien”, link al sito della RSI
– Vai al sito web Link Spotify al podcast “The Tolkien Professor”
– Vai al sito web Sito del podcast “The Prancing Pony”
– Vai al sito web Pagina del podcast “Fantasy Literature” della University of Oxford
– Vai al sito web Link a RaiPlaySound del Podcast “John R. R. Tolkien. Un viaggio inaspettato”
– Vai al sito web Link Spotify al podcast “Cronache dalla Terra di Mezzo”

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Tales of The Shire posticipato a luglio

Tales of the Shire 03I videogiocatori amanti della Terra di Mezzo dovranno pazientare ancora per la loro prossima avventura.
Con un annuncio risalente a febbraio, la Wētā Workshop ha posticipato l’uscita del videogioco Tales of the Shire: A The Lord of the Rings Game al 29 Luglio 2025. Si tratta di un ulteriore rinvio per questo videogioco, la cui pubblicazione, inizialmente prevista per la seconda metà del 2024, era già stata spostata alla primavera di quest’anno. Salta dunque anche la possibilità, precedentemente ventilata, di pubblicazione per il 25 Marzo, data del Tolkien Reading Day.

Vivere come gli Hobbit

Tales of the Shire

Come già descritto dettagliatamente in questo articolo, Tales of the Shire propone un’esperienza videoludica di vita da Hobbit nella Contea. L’obiettivo non è quello di riproporre le vicende epiche della Guerra contro l’Oscuro Signore, ma di permettere al videogiocatore di sperimentare la vita bucolica della Contea nella sua quiete, stringendo amicizia con altri Hobbit, pescando, cucinando, praticando il giardinaggio e rifacendo persino il letto. Nella descrizione del videogioco infatti leggiamo: «Goditi il calore della cucina e sfoggia le tue abilità culinarie con le ricette per qualsiasi pasto. Organizza una cena con gli altri amici Hobbit, condividi i piatti con gli ospiti per creare nuovi rapporti, oppure esplora gli spazi aperti per scoprire le radure segrete e i tesori perduti della Contea». L’idea dalla quale è nato il progetto è, dunque, quella di «[…] offrire ai giocatori l’opportunità di realizzare la loro fantasia di vivere la propria vita tranquilla da Hobbit nella Contea», come affermato da Kelly Tyson, responsabile del prodotto presso Wētā Workshop. La volontà degli sviluppatori è quella di creare intorno al videogioco una community virtuale che porti alla realizzazione della più grande festa Hobbit mai vista nella Contea.

Un videogioco atteso a lungo

r/lotr - Tales of the Shire delayed to July 29, 2025.

Come riportato, dunque, dovranno passare ancora più di quattro mesi prima del rilascio di Tales of the Shire. Ma quali possono essere i motivi dietro a tale decisione? Weta Workshop, in concerto con Private Division (l’etichetta editoriale di Take-Two Interactive Software che si occuperà della diffusione del videogioco), ha affermato nel comunicato accompagnatorio al rinvio della pubblicazione che tale decisione è stata presa per soddisfare gli standard di qualità richiesti da videogiocatori esigenti quali sono i fan delle trasposizioni videoludiche del Legendarium tolkieniano. Nonostante non siano stati forniti ulteriori dettagli, gli sviluppatori hanno riconosciuto che i ritardi, per quanto possano creare malcontento, sono a volte inevitabili per poter raggiungere l’obiettivo di garantire la miglior esperienza videoludica possibile. La dichiarazione ufficiale dell’ulteriore rinvio riporta: «Cari compagni Hobbit, una buona festa Hobbit richiede tempo, e così ne richiede anche Tales of the Shire! Ci stiamo prendendo ancora un po’ di tempo per assicurarci che ogni Hobbit, su ogni piattaforma, possa godere della stessa esperienza accogliente. Il gioco quindi sarà lanciato il 29 Luglio 2025. Vogliamo che questo gioco sia come un caldo abbraccio dalla Terra di Mezzo, e stiamo facendo in modo che su qualsiasi piattaforma voi lo proviate, vi possiate sentire a casa nella Contea. Dalla foggia dei peli dei piedi alle torte più soffici, ogni dettaglio dovrà essere quello giusto. Apprezziamo la vostra pazienza e non vediamo l’ora che voi possiate sperimentare la vita nella Contea quest’estate! Nel frattempo preparate la tavola, lucidate l’argenteria e preparatevi per un banchetto degno degli Hobbit! Siamo in attesa di darvi il benvenuto ad Acquariva. Dagli amici del Weta Game Studio».
Tales of the Shire 02Agli appassionati non resta dunque che rimanere in attesa dell’uscita fra qualche mese, magari riscoprendo videogiochi come Lord of the Rings Online, che si presta anche ad un utilizzo life-sim, oppure riprendendo in mano i libri e viaggiando con l’immaginazione nelle atmosfere che questo videogioco vorrebbe proporre – pur tenendo a mente forse che questa prospettiva bucolica della Contea potrebbe risultare riduttiva rispetto alle riflessioni di J.R.R. Tolkien.

ARTICOLI PRECEDENTI
Tales of the Shire, un omaggio a Tolkien
Tales of the Shire, uscita posticipata al 2025
Tales of the Shire: vivere come un Hobbit!
Tales of the Shire: gli Hobbit in un videogame

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