I Lai del Beleriand, la presentazione a Lucca

Cop Lucca locandina Ted NasmithLasciata alle spalle un’edizione di Lucca Comics & Games che resterà nella storia se non altro per le benedette condizioni climatiche (circostanza probabilmente irripetibile: chi frequenta Lucca lo sa) diamo qui conto del secondo appuntamento dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani (AIST) con la casa editrice Bompiani riguardo alla collaborazione al progetto di traduzione della History of Middle-earth, la serie di dodici volumi contenente gli scritti postumi di J.R.R. Tolkien curati dal figlio Christopher.

Gli interventi

Lucca ComicsNel corso dell’edizione 2021, oltre a presentare il piano generale dell’opera, ci si era concentrati in particolare sui primi due volumi, Il Libro dei Racconti Perduti – Prima Parte e Il Libro dei Racconti Perduti – Seconda Parte, poi pubblicati rispettivamente a maggio e a settembre 2022 e già ristampati o in ristampa. Il focus si sposta ora naturalmente sul terzo volume, I Lai del Beleriand, disponibile allo stand Bompiani in occasione della Convention con qualche giorno di anticipo rispetto all’uscita ufficiale. Giampaolo CanzonieriAll’incontro, moderato dal Presidente AIST Roberto Arduini, partecipano Giampaolo Canzonieri, membro del team di curatela redazionale dell’opera e principale curatore del terzo volume, e Luca Manini, traduttore dell’opera. Giampaolo Canzonieri, Socio Fondatore dell’AIST, collabora con Bompiani ormai dal 2018. Ha svolto il ruolo di consulente nel progetto di nuova traduzione del Signore degli Anelli a cura di Ottavio Fatica e in quello della riedizione dell’Atlante della Terra di Mezzo di Tolkien di Karen Wynn Fonstad, e ha tradotto la nuova edizione del poema di J.R.R. Tolkien Il ritorno di Beorhtnoth Figlio di Beorhthelm. Attualmente è membro del team AIST di curatela redazionale della Storia della Terra di Mezzo, che comprende anche Roberto Arduini, Barbara Sanguineti, Norbert Spina e Claudio Antonio Testi, e ha curato in particolare il volume oggetto della presentazione.
Luca ManiniLuca Manini è insegnante per mestiere e traduttore per passione, particolarmente incline alla traduzione di opere in versi tra cui spiccano, almeno a parere di chi scrive, la prima traduzione italiana integrale del poema cavalleresco The Fairie Queene di Edmund Spenser (La Regina delle Fate, Bompiani 2012) e Wilfred Owen, poesie (La Finestra Editrice 2020), che raccoglie l’opera completa del più rappresentativo dei War Poets inglesi che diedero voce alla tragedia della Prima Guerra Mondiale, che Tolkien conobbe così bene e che aleggia in modo percepibile nelle sue opere. In campo tolkieniano Manini ha tradotto, da solo o in collaborazione, i volumi Beowulf, La Storia di Kullervo, Beren e Lúthien e La Caduta di Gondolin, oltre naturalmente a I Lai del Beleriand.

Il progetto

Racconti perduti 1Dopo l’introduzione del moderatore la presentazione si apre con l’intervento di Giampaolo Canzonieri, che dopo aver brevemente riassunto le caratteristiche e il piano editoriale della Storia della Terra di Mezzo nel suo insieme fornisce maggiori dettagli sul volume appena pubblicato. I Lai del Beleriand rappresenta un punto cardine dell’intera Storia della Terra di Mezzo; non solo è il primo volume del tutto inedito, essendo i primi due già stati pubblicati nel 1986 e 1987, per quanto in un’edizione non integrale che risentiva per di più della limitata conoscenza allora disponibile della materia tolkieniana, ma soprattutto perché ci presenta per la prima volta la Terra di Mezzo vista con gli occhi del Tolkien poeta. Se si escludono infatti le poesie incluse direttamente nei romanzi, il volumetto Le Avventure di Tom Bombadil che, per quanto a tratti interessante, rappresenta comunque una raccolta di respiro minore, e quanto citato nel volume Beren & Lúthien, nulla era stato finora reso disponibile in italiano. Ora non tutti, e invero forse pochi, sanno che la vera aspirazione di Tolkien in gioventù era di affermarsi come poeta, come testimonia il fatto che nel 1916, all’età di 24 anni, egli aveva sottoposto all’editore inglese Sidgwick & Jackson una selezione di poesie intitolata The Trumpets of Faerie, sfortunatamente rifiutata. Racconti Perduti 2Nonostante la battuta d’arresto Tolkien continuò tuttavia a scrivere versi, e I Lai del Beleriand ci mostra finalmente i suoi poemi ambientati nella Terra di Mezzo. Il libro comprende i due maggiori, “Il Lai dei Figli di Húrin” e “Il Lai del Leithian”, incompiuti ma molto corposi, più altri tre iniziati e presto abbandonati. Il primo poema narra naturalmente la storia di Túrin Turambar e Nienor Níniel, mentre il secondo, dal titolo meno esplicito, racconta la vicenda di Beren & Lúthien. Data la diversa natura dei soggetti, tragedia epica il primo, romance lirico/avventuroso il secondo, Tolkien, come si conviene, sceglie mezzi espressivi diversi. Per il primo adotta il metro allitterativo degli antichi scaldi inglesi, di cui ambisce a mostrare la validità anche per il suo tempo, mentre per il secondo si affida a distici ottosillabi in rima baciata, nella tradizione della materia arturiana di Chrétien de Troyes.

Il Tolkien poeta

BompianiLa parola passa a questo punto a Luca Manini, che racconta la sua esperienza di traduzione presentandola prima dal punto di vista tecnico e quindi da quello estetico e personale. La sua visione riguardo alla traduzione in generale si può riassumere nel «non togliere e non aggiungere nulla a quanto l’autore ha voluto dire», conciliando quindi la resa estetica con la fedeltà ai contenuti. Ciò è più semplice per il “Lai dei Figli di Húrin”, dove l’opera del traduttore si esplica nel cercare di rendere il ritmo del verso, la scansione delle cesure e, per quanto possibile, l’allitterazione, elementi tipici del metro utilizzato, mentre per il “Il Lai del Leithian” la presenza della rima richiede scelte più radicali. L’approccio programmatico di Manini, in questa come nelle sue precedenti traduzioni ad eccezione di una raccolta di nursery rhymes, è quello di rinunciare alla rima, il cui mantenimento costringerebbe ad allontanarsi troppo dall’originale. Da qui la scelta del verso sciolto, e di una traduzione tesa a conservare la poesia senza obbligarsi ai compromessi che la rima inevitabilmente richiederebbe. Traduttori: Luca ManiniPassando all’aspetto estetico e personale, Manini, pur ammirando tutte le opere che compongono I Lai del Beleriand, compresi i brevi poemi presto abbandonati, manifesta una particolare vicinanza al Lai del Leithian, del quale lo colpiscono la forza della storia d’amore e le scene liriche che precedono e seguono quelle avventurose, come ad esempio quella in cui l’Uomo Beren danza con Lúthien degli Elfi nel momento in cui il suo amore si esprime apertamente per la prima volta, oppure quella in cui le lacrime di Lúthien aiutano la guarigione di Beren ferito. La presentazione si chiude con il traduttore che legge un brano del poema con toni che lasciano chiaramente percepire la sincerità e l’intensità del suo coinvolgimento, che si trasmettono agli ascoltatori. Un bel momento per un libro atteso per più di trent’anni e che è finalmente disponibile al pubblico italiano.
Il prossimo appuntamento è ora con il quarto volume della Storia, La Formazione della Terra di Mezzo, che esplorerà ulteriormente le basi del grande affresco che è Il Silmarillion, già oggetto dei primi due volumi.

SCHEDA TECNICA
I Lai del Beleriand

    • Editore: Bompiani
    • Autore: J.R.R. Tolkien
    • Titolo: I Lai del Beleriand
    • Traduzione: Luca Manini
    • Curatori: Roberto Arduini, Barbara Sanguineti
      Norbert Spina, Giampaolo Canzonieri, Claudio A. Testi
    • Anno: Milano, 2022
    • Formato: 15 x 21
    • Legatura: Brossura con bandelle
    • Pagine: 400
    • Isbn: 9788830118447
    • Ebook: disponibile

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo La strenna di Bompiani: Mr. Bliss in cartonato
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– Leggi l’articolo Bompiani pubblicherà la History of Middle-earth?

LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Bompiani

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