La telepatia degli elfi anche in francese

ElfaLa cosa fantastica di J.R.R. Tolkien, è che, come recita un vecchio proverbio, «quando non ce n’ è più, ce n’ è ancora». Tolkiendil, la maggiore associazione in Francia dedicata alle opere del professore di Oxford, corrispondente a una Tolkien Society, ha appena pubblicato sul proprio sito tre testi inediti in lingua francese dell’autore del Signore degli Anelli e dello Hobbit. Andando nella sezione “Lingue”, si può leggere ora quelli che vengono definiti il frutto di un successo editoriale dovuto alla passione dei membri dell’associazione francese. I primi due testi, l’Ósanwe-kenta e il suo seguito Note etimologiche sull’Ósanwe-kenta, riguardano la trasmissione del pensiero e spiegano come Elrond, Galadriel e Gandalf riuscissero a dialogare telepaticamente tra di loro. Nel terzo, Note su Óre, Tolkien torna sul termine “óre”, che significa “cuore, mente interiore” in elfico. Questi tre saggi sono apparsi nella rivista americana Vinyar Tengwar, specializzata in linguistica tolkieniana, e le loro traduzioni sono state gentilmente autorizzate dalla Tolkien Estate e dal gruppo editoriale di Vinyar Tengwar. Interessante è il fatto che il successo ottenuto in Francia dalla Tolkien Society locale è, per una fortuita coincidenza, è già avvenuto in Italia e portato alla pubblicazione di un libro con questi saggi! La trasmissione del pensiero e la numerazione degli elfi, pubblicato nella collana Tolkien e dintorni dalla Marietti 1820 (2008, 19 euro), presenta i tre saggi più un quarto dedicato al modo in cui gli elfi di Tolkien usano le mani per contare e per comunicare, tramite una precisa gestualità, alcuni stati d’animo.

La telepatia degli elfi

Copertina del libro di Tolkien "La trasmissione del pensiero degli elfi"Il saggio più interessante è proprio l’Ósanwe-Kenta, che significa “Indagine sulla trasmissione del pensiero”, in cui si narra di come gli elfi e i Valar si avvalgono di questa particolare capacità comunicativa, la telepatia. Si tratta di una profonda riflessione sulla psicologia e la corporeità degli elfi. Questo testo risale agli anni 1959-60, nei quali Tolkien, rinfrancato dal successo del Signore
degli Anelli
e stimolato dalle tantissime lettere di ammiratori che gli facevano le più svariate domande sul mondo da lui inventato, conosce un periodo creativo straordinario, che lo porta a scrivere (in bozza o in forma quasi definitiva) tantissimi saggi sui numerosissimi dettagli della Terra di Mezzo. Tra questi, riveste particolare importanza Quendi and Eldar (pubblicato nella History of the Middle-earth, nel volume The War of the Jewels), un lungo testo linguistico sull’origine e il significato dei vocaboli elfici, e del quale l’Ósanwe-kenta doveva essere un’appendice. In questo breve scritto troviamo quindi alcuni profondissimi spunti di riflessione: la distinzione tra apertura e volontà attiva di ascoltare, il linguaggio che da un lato impedisce l’Ósanwe e dall’altro risulta un mezzo per aggirare la rete di falsità generate da una frase identica al celebre paradosso logico del Mentitore, l’analisi del benevolo comportamento dei Valar (unica via per debellare autenticamente il male).

Elrond e Arwen nella trilogia di Peter JacksonI Valar, per quanto siano anch’essi naturalmente aperti, non possono tuttavia vedere la mente di Eru senza il suo consenso: i Valar che non scelgono di «auto-rivestirsi» con un corpo, hanno inoltre una trasmissione e ricezione del pensiero molto più nitida di quella dei Valar con “rivestimento” corporeo (sostanzialmente i Valar del Silmarillion), e ancor più degli Incarnati (Mirröanwi: Elfi e Uomini; per quanto, le osservazioni riguardino soprattutto i primi). Per questo gli incarnati, per praticare l’ósanwe, devono rafforzare i vincoli trasmittente/ricevente per mezzo di tre fattori: l’affinità (parentela, amore o amicizia), l’urgenza o l’autorità del trasmittente. Vicinanza e lontananza, invece, non incidono sulla riuscita di questo tipo di comunicazione. Proprio per questo Elrond, Galadriel e Gandalf potevano dialogare telepaticamente tra di loro, come si intuisce nel Signore degli Anelli ed è esplicito in molte occasioni della trilogia di Peter Jackson. L’unione era resa ancor più forte dal fatto che tutti e tre portavano i tre anelli elfici, legati indissolubilmente tra loro e all’Unico Anello.


 


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1 Comment to “La telepatia degli elfi anche in francese”

  1. Norbert ha detto:

    L’unica nota stonata nell’articolo è la foto dal film
    😀

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  1. Il nuovo libro Marietti? La reincarnazione degli Elfi « Tutto sul mondo di J.R.R. Tolkien e dintorni – Tolkien Society of Italy

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