Il 23 a Firenze Tolkien e il Fantasy italiano

Libreria La Citè FirenzeCosa vuol dire scrivere fantasy oggi in Italia? Cos’è che attira di questo genere? E come fa un genere così antico e complesso ad avere una diffusione tanto vasta? Ecco le domande a cui cercheranno di rispondere un gruppo di giovani scrittori, blogger, saggisti e traduttori fiorentini. Ma l’incontro aspira anche al dialogo con i lettori e gli appassionati per avventurarsi insieme “oltre i confini delle terre degli Elfi”. Contemporaneamente, i relatori racconteranno la storia culturale, sociale e politica del nostro tempo – perché “ogni genere letterario è uno specchio nel quale l’uomo conosce sé stesso”. L’incontro si chiama Sublime Simposio del Potere e si svolgerà sabato 23 gennaio (a partire dalle 15) alla Cité di Borgo San Frediano a Firenze. A coordinare tutto sarà Vanni Santoni.

Una pausa dalla letteratura mainstream

Scrittori: Vanni SantoniSotto il nome di Sublime Simposio del Potere andava la mailing list che ha usato Vanni Santoni per convocare un manipolo di scrittori e blogger prescelti a parlare di fantasy il 17 gennaio 2015 a Firenze, nella bellissima libreria TodoModo. La discussione è stata ampia e interessante e tutti i partecipanti ha presentato una diversa visione del mondo del fantasy. Gli interventi sono poi stati pubblicati durante l’anno sul blog 404. Talento del 1978 con cinque romanzi alle spalle (Personaggi precari, 2007; Gli interessi in comune, Feltrinelli 2008; Se fossi fuoco, arderei Firenze, Laterza 2011, In territorio nemico, Minimum Fax 2013 e Muro di casse, Laterza 2015), Santoni è fondatore del progetto SIC – Scrittura Industriale Collettiva e dal dicembre 2012 dirige la narrativa di Tunué – editori dell’immaginario. Nel 2013 lo scrittore fiorentino ha avviato un percorso differente e parallelo nel genere fantasy, aggiungendo alla sua firma la sigla HG (un omaggio al Guido Morselli di Dissipatio HG, grande romanzo fantastico italiano): Terra Ignota è la sua prima trilogia fantasy, composta per ora da due volumi pubblicati da Mondadori, Terra ignota – Il Riveglio (2013) e Terra ignota 2 – Le figlie del rito (2014). Il terzo e ultimo capitolo è in fase di scrittura, col titolo provvisorio di Terra ignota 3 – Il delegato di argilla, ed è previsto per la fine del 2016. Libri: Terra Ignota“Terra Ignota” è un fantasy che non è solo un fantasy, un pastiche ben congegnato, con più livelli di lettura. Il libro è ricolmo di citazioni, di livelli metaletterari, di interazioni tra testi pre-esistenti. Un mondo inventato ben scritto, in cui mondi reali e passati sono incastrati in quelli fantastici con abilità. Le ispirazioni per Santoni sono state infatti le più disparate: dai giochi di ruolo ai modelli letterari ‘alti’ e ‘bassi’, come Virgilio, Ariosto, Calvino e gli eroi giapponesi dei ‘Cavalieri dello Zodiaco’ e ‘Naruto’, passando per lo studio delle religioni di James Frazer e l’esoterismo di Aleister Crowley. Ma sono i contenuti letterari, iconografici e cinematografici ad affollare i romanzi, dalle ‘Citta’ Invisibili’ di Italo Calvino al ‘Conan’ di John Milius, dalla pittura Preraffaellita ad ‘Excalibur’ di John Boorman.

Andare oltre Tolkien

Scrittori: Vanni Santoni«Il mio obiettivo non è convincere i miei amici letterati delle possibilità racchiuse nel genere fantastico (preferisco non parlare di fantasy, termine divenuto fuorviante, ma più in generale di fantastico), ma parlare a un pubblico più ampio possibile», ha spiegato l’autore. «La cosa interessante dello scrivere narrativa fantastica è che puoi, anzi devi, confrontarti continuamente con gli archetipi, e ho intenzione di farlo senza risparmiarmi, sia a livello strutturale che di singoli elementi…».
Perché il genere è ancora considerato minore? «Se il fantastico in Italia ha una cattiva reputazione – nonostante esistano molti autori validi, sia annoverati tra i “fantastici” che mimetizzati tra quelli considerati più letterari – è anche perché gli editori, nella speranza di far cassetta, hanno fatto uscire, negli anni, una quantità enorme di libri ingenui, poco curati, spesso scritti da autori troppo giovani per saper gestire la materia romanzesca, e pian piano il genere ha perduto credibilità».
“Terra ignota” vuole invertire questa tendenza? «L’idea era quella di dare vita a un romanzo fantastico con più livelli di lettura, ma nel quale il primo, quello della grande narrazione avventurosa, fosse dominante: in una parola ho cercato di scrivere il libro fantastico che mi sarebbe piaciuto leggere. Tutta la saga ha, però, un sistema interno di riferimenti che vanno oltre la letteratura fantastica, ma su questo non voglio sbottonarmi troppo; dico solo che a mio avviso Il Signore degli Anelli può essere visto anche come un’opera modernista imparentata con La terra desolata di T.S. Eliot… Chi ha orecchie per intendere, intenderà».
Scrittori: Vanni SantoniAppunto, sono citate in maniera forte e programmatica le Città Invisibili di Calvino, ma vi è un puro omaggio a Tolkien, visto che c’è un incontro con Tom Bombadil. Il progetto non è pensato per andare oltre il fantastico “alla Tolkien”? «Quello che mi premeva era andare oltre tutto ciò che da Tolkien è derivato, o peggio ancora deriva da cose a loro volta derivate da Tolkien. Tutti quegli elfi algidi e dai capelli lunghi, tutti quei nani burberi… Molto fantastico contemporaneo patisce questo eccesso di derivazione, questo attingere da Tolkien come se fosse mito o fiaba, invece che direttamente dal mito o dalla fiaba. Al di là di ciò, è ovvio che il fantasy moderno (le sue origini in realtà derivano da The worm Ouroboros di Eddison e dalle opere di Robert E. Howard), trova la sua prima sintesi davvero efficace nel lavoro di Tolkien, e quindi non lo si può mai dire completamente archiviato».
Libri: "The worm Ouroboros " di E.R. EddisonQuesto è il motivo per cui nei libri non sono incluse mappa, altro “cliché” tolkieniano che allontana dalla dimensione della fiaba? «Sì, esatto. Anzitutto volevo certamente evitare di avere un Glork figlio di Glodok, nipote dell’Arcimago Valarod Slobadar. Questo è un problema del fantasy che ha una sua origine evidente nel fatto che Tolkien invece era un linguista, uno che sui nomi ci si spaccava la testa, e quindi i suoi Lothlorien o Minas Tirith, Galadriel – e si potrebbe continuare all’infinito – sono nomi che echeggiano verità non meno di Firenze o Samarcanda, comportano la medesima stratificazione di significati, storia e anche suono, che magari muta nel tempo, come “Fiorenza”; e certo Tolkien ha chiaramente meriti infiniti ma, secondo me, raggiunge un’eccellenza che ha del mistico proprio nei nomi, dei personaggi e ancor più dei luoghi. Parafrasando Re Theoden – visto il tema della conversazione, mi si concederà tanto la parafrasi quanto la sua sciocca pomposità – “alla fine dei miei giorni vorrei andare al cospetto dei ‘padri’ e alla loro possente presenza non essere completamente pieno di vergogna”».
Orlando-Furioso_canto20Quindi, è necessario andare oltre Tolkien?
«Sì, c’è molto oltre Tolkien e in Italia abbiamo le nostre fonti. Nessuno vuole crocifiggere un quindicenne perché ha scimmiottato Tolkien o ha messo su carta l’ultima sessione di D&D giocata con gli amici, ma il fatto è che il genere in Italia non si rianima imitando Tolkien, bensì (sia pur tenendo conto del suo lavoro e dell’enorme influenza che ha avuto) ripartendo dalla solida tradizione fantastica che abbiamo in casa. Il filone fantastico in Italia parte dai classici, da Virgilio, Ovidio e Apuleio, passa dall’Inferno di Dante e dall’Orlando Furioso toccando lande curiose come quella dell’Hypnerotomachia Poliphili e poi, dopo una tappa attraverso le nostre fiabe, o “novelle”, arriva a Collodi, Papini, Buzzati, Landolfi, Calvino e Manganelli. Bisogna ripartire da questa genealogia, e però lo si deve fare tenendo conto del fatto che oggi, in epoca di crossmedialità, il fantastico è un genere tra i più ibridati: princess-mononoke-manifestola sua forma odierna gli viene anche dal fumetto (penso, più che a lavori europei deliberatamente paratolkieniani come Leggende delle Contrade Dimenticate o Cronache della luna nera, allo Slaíne di Mills e Bisley, o ancora a opere giapponesi come Berserk di Kentaro Miura, Bastard!!! di Kazushi Hagiwara e, in senso più ampio, a tutto il macrogenere shonen, al modo in cui ha fatto virare l’intero filone verso l’action), dal cinema (guardo soprattutto ai fantasy anni ’80, come l’Excalibur di Boorman e il Conan di Milius, ma anche a anime come La principessa Mononoke di Miyazaki), Tv (Game of Thrones, Shannara) e addirittura videogioco (la saga Ultima è una delle grandi narrazioni fantastiche del secolo scorso, ma si potrebbero citare anche Legend of Zelda e Final Fantasy), e di fronte a tutto ciò non si può far finta di essere ancora a fumare la pipa nella Contea (a maggior ragione se tali pipe sono già state fumate, e nel migliore dei modi). Solo se si ricomincerà a lavorare seriamente sul fantastico, case editrici e mondo culturale smetteranno di considerarlo una cosa “facile”, e torneranno a dargli la considerazione e la dignità che merita».

L’incontro di sabato 23 gennaio

LocandinaA partire dalle 15 di sabato 23 gennaio alla Cité di Borgo San Frediano a Firenze si svolgerà quindi la seconda edizione del Sublime Simposio del Potere, in cui si dibatteranno i principali archetipi dell’immaginario “fantastico”. Durante l’incontro ciascun partecipante illustrerà gli aspetti di un elemento tipicamente fantastico (un archetipo, un mito o anche un personaggio), cercando di indagare in che modo e perché il fantasy non smetta di affascinare il grande pubblico. E per riflettere sulla portata del fenomeno è sufficiente pensare al successo mondiale di serie come “Il Trono di spade”, agli adattamenti cinematografici come “Lo Hobbit” di Peter Jackson – senza contare i centinaia di nuovi titoli l’anno, i blog di appassionati o i giochi di ruolo e i fumetti. E cresce nei lettori la voglia di confrontarsi sulle radici profonde del fascino di un ambiente immaginario (e letterario), spesso snobbato dalla cultura accademica.
Libreria La Citè FirenzeL’incontro di sabato prossimo è aperto, chiunque voglia è invitato dagli organizzatori a intervenire. Al momento la lista dei partecipanti comprende: Silvia Costantino (critica e blogger), Francesco D’Isa (scrittore e artista), Giovanni De Feo (scrittore), Vincenzo Marasco (sociologo), Francesca Matteoni (poetessa e scrittrice), Edoardo Rialti (critico e traduttore), Vanni Santoni (scrittore e editor), Matteo Strukul (scrittore e editor) e Sergio Vivaldi (critico e blogger).

LINK ESTERNI:
– Vai al sito dell’associazione tolkieniana Libreria La Citè.


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