Un’agenzia letteraria a capo della Tolkien Estate

Sito web Tolkien EstateLa Tolkien Estate entra in una nuova era. Dopo la gestione illuminata e personale di Christopher Tolkien, dopo una breve transizione che ha rivoluzionato i rapporti interni ed esterni (soprattutto con l’editore HarperCollins), la fondazione custode delle opere letterarie dello scrittore de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit entra a far parte del grande gruppo Curtis Brown Heritage, che la rappresenterà in tutto ciò che riguarda gli aspetti commerciali ed editoriali.

Il nuovo accordo

Norah PerkinsL’annuncio è stato dato non appena i responsabili di Curtis Brown Heritage e Tolkien Estate hanno trovato l’accordo.  «Sono lieto, a nome di Curtis Brown, di dare il benvenuto a una delle più grandi proprietà letterarie del mondo nella nostra agenzia», ​​ha dichiarato Jonny Geller, CEO di Curtis Brown. «Tutti noi, cresciuti con la passione per la lettura, siamo stati influenzati e affascinati dalle opere di J.R.R. Tolkien e ci impegniamo a contribuire a far conoscere a una nuova generazione di lettori il piacere duraturo di questi grandi libri». «È un grande onore e una gioia collaborare con la Tolkien Estate per preservare e celebrare la straordinaria eredità letteraria di J.R.R. Tolkien e contribuire ad avvicinare nuovi lettori, spettatori e ascoltatori, alla sua scrittura», ha affermato Norah Perkins, responsabile di Curtis Brown Heritage. «Sono entusiasta di unirmi alla Tolkien Estate per la prossima parte di questo viaggio».
La Tolkien Estate, che continua a essere gestita dai familiari dell’autore, ha dichiarato in una nota: «Come famiglia, siamo profondamente consapevoli della responsabilità di prenderci cura delle opere letterarie e dell’eredità di J.R.R. Tolkien. Ci impegniamo a mantenere vive le sue storie per le generazioni future. In Curtis Brown Heritage abbiamo trovato partner che condividono questa passione e siamo lieti di collaborare con loro».

Cosa cambierà in futuro

Christopher TolkienLa Tolkien Estate è custode di tutte le opere e dell’eredità di Tolkien pubblicate durante la sua vita, e custode congiunto delle opere pubblicate dopo la sua morte, insieme alla neocostituita Christopher Tolkien Estate. Il terzo figlio dello scrittore inglese, infatti, è stato esecutore testamentario letterario tra il 1973 (anno della scomparsa del padre) e il 2017 e in quegli anni ha selezionato, composto, in parte scritto e infine pubblicato ben 24 nuovi libri lavorando sui manoscritti inediti di J.R.R. Tolkien.
Il Curtis Brown Group, con sede a Londra e fondato nel 1899, detiene il Curtis Brown Heritage, lanciato nel 2016 con l’obiettivo di gestire alcune delle più amate proprietà letterarie del mondo; rappresenta già le proprietà di Douglas Adams, A.A. Milne e Barbara Taylor Bradford. A sua volta, il Curtis Brown Group fa parte di United Talent Agency (UTA) a seguito di un’acquisizione avvenuta nel 2022. Heritage vanta una comprovata esperienza nella gestione creativa e sensibile dei patrimoni letterari di amati scrittori britannici (tra cui quelli di Douglas Adams, Iain Banks, Gerald Durrell, Laurie Lee, Fay Weldon, A.A. Milne e Barbara Taylor Bradford) e di alcuni dei più grandi storici, poeti e filosofi del XX secolo (tra cui Isaiah Berlin, E.H. Carr, Nevill Coghill, C.L.R. James, Iris Murdoch e Stephen Spender).
Curtis-Brown-HeritageQuesta sembra un’opportunità per l’agenzia letteraria di spremere il più possibile valore da quella proprietà. In fondo, rimangono solo 18 anni prima che il copyright su Il Signore degli Anelli scada nel Regno Unito e nel resto del mondo (in 90 Paesi è già scaduto) e non mi stupisce che gli eredi stiano cercando di sfruttare la situazione finché possono. L’alleanza fornisce alla Tolkien Estate un’ampia gamma di competenze in settori come la gestioni dei marchi, podcast, talenti digitali, sponsorizzazioni, diritti media, analisi dei dati e altro ancora. Curtis Brown Heritage ha fatto sapere che continuerà comunque a collaborare con tutti i partner storici dell’Estate, tra cui Embracer e HarperCollins.

La questione dei diritti

Sceneggiatori "lo Hobbit": Peter Jackson, Philippa Boyens e Fran WalshLa società svedese Embracer detiene la maggior parte dei diritti cinematografici delle due opere di Tolkien, dopo averli acquistati nel 2022. Prima l’azienda si chiamava Middle-earth Enterprises, ma qualche mese fa è stata rimodellata e divisa come Fellowship Entertainment. Da questa linea discendono i progetti legati ai prossimi film del Signore degli Anelli, che sono realizzati dal team vincitore dell’Oscar per le precedenti trilogie de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit: Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens, che si sono riuniti per produrre almeno due nuovi film per la Warner Bros Pictures e la New Line Cinema. Il primo, Caccia a Gollum (The Hunt for Gollum) è previsto per il 2027.
Un accordo diverso – che non passa per Embracer ma coinvolge tutti gli altri attori legati ai diritti – ha visto nel 2017 Tolkien Estate e Tolkien Trust (la fondazione di famiglia dedita alla beneficenza) con HarperCollins cedere i diritti televisivi a Amazon Prime Original per la produzione, con Amazon MGM Studios e in collaborazione con New Line Cinema (una divisione di Warner Bros. Entertainment), della serie TV The Lord of The Rings: The Rings of Power. Dopo il lancio nel 2022, Amazon sta preparando ora la terza stagione della serie, che dovrebbe uscire anch’essa nel 2027.

 

ARTICOLI PRECEDENTI
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LINK ESTERNI
– Vai al sito web della Tolkien Estate
– Vai al sito web del gruppo Curtis Brown Heritage
– Vai al sito web del Tolkien Trust

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A Tradate (VA), Tolkien tra pineta e planetario

Planetario TradateUn fine settimana tutto dedicato alla Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien al Centro Didattico Scientifico del Parco Pineta a Tradate (in provincia di Varese), in occasione dei 71 anni dalla pubblicazione del “Signore degli Anelli”. Si potrà partecipare a giochi da tavolo, workshop di scrittura elfica e una conferenza sul tema. Per i più piccoli ci saranno laboratori e tante attività per scoprire i segreti della natura e dell’astronomia. La partecipazione è gratuita e l’evento inizia alle ore 14.00.

La Terra di Mezzo al Parco Pineta

Si comincerà sabato 6 settembre, alle 20.30, con una serata di giochi di ruolo in compagnia dell’associazione Ruolatori Seriali che proporranno quattro tavoli condotti da master esperti con altrettante avventure ambientate nella terra di Mezzo fra la Contea, le Miniere di Moria, Brea e Dale. L’evento è a partecipazione libera, ma iscrizione obbligatoria tramite il sito web del centro didattico scientifico, per giocatori con età minime (a seconda del tavolo) di 15 e 16 anni.

Una domenica tolkieniana

Locandina TradatePer la domenica invece è previsto un pomeriggio a tutto tondo sempre d’ispirazione tolkeniana. A partire dalle 14 ci saranno un corso di lingua e scrittura elfica (prenotazione obbligatoria in loco fino a esaurimento posti) a cura di Michele Miatello, si potrà provare la scherma storica con l’associazione ASD Sword Academy, alle 17 ci sarà la conferenza “Tolkien e l’Irlanda. Un grande scrittore e una terra fatata” con Paolo Gulisano, appassionato esperto di letteratura fantasy; non mancheranno il laboratorio STEAM “Crea la colonna sonora del tuo racconto” con la creazione di strumenti musicali e il laboratorio artistico e comunicativo inclusivo a cura de L’Arca «Il sentiero dell’avventura – giochi, storie e pan di via nella Terra di Mezzo”. L’evento è organizzato dal Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate, e rientra nel progetto “BenEssere in natura” sostenuto con il contributo di Regione Lombardia. É realizzato in collaborazione con Terra Insubre e Arca Società Cooperativa Sociale. La partecipazione è gratuita. Per partecipare alle attività bisogna effettuare la prenotazione on-line e poi presentarsi all’ingresso. Non è necessario stampare alcun biglietto, basta comunicare il cognome riportato nella prenotazione al personale al cancello. Consultare tutti i dettagli al sito web del Centro Didattico Scientifico.

 

PROGRAMMA:
– ‍Corso di lingua e scrittura elfica (prenotazione obbligatoria in loco fino a esaurimento posti – 2 turni 14.30 e 17.00). Laboratorio a cura di Michele Miatello, per scoprire e sperimentare la scrittura del Primo Popolo. Età consigliata: dai 14 anni;

– Prova di scherma storica per adulti e bambini a cura di ASD Sword Academy – scherma storica civile rinascimentale;

– h. 16.00 Conferenza “TOLKIEN E L’IRLANDA. Un grande scrittore e una terra fatata” – (ingresso libero). Conferenza di Paolo Gulisano, uno dei maggiori esperti europei di letteratura fantasy;
– Laboratorio STEAM “Crea la colonna sonora del tuo racconto” – Costruisci degli strumenti con ciò che ti circonda e usali per fare i suoni che accompagnano il racconto.
– Laboratorio “Il sentiero dell’avventura– giochi, storie e pan di via nella Terra di Mezzo”- Un pomeriggio nella Terra di Mezzo… sei pronto a partire?Dalla Contea fino a Bosco Atro, passando per le miniere di Moria e i saloni di Erebor, unisciti alla nostra compagnia per un viaggio indimenticabile tra giochi, misteri e magia. Laboratorio artistico e comunicativo inclusivo per bambini e ragazzi a cura de L’Arca Società Cooperativa Sociale Lab ARCA

Ecco altre opportunità di partecipazione:

– Viaggio in EcoPlanetario (unica attività a pagamento)
– Sentiero Natura (percorribile con visita gratuita guidata con le GEV del Parco Pineta o in autonomia)

– Striscia sensoriale a piedi nudi
– Campo sperimentale di Orienteering
– Sentiero della Magia del Bosco
– Sentiero F.A.T.A.
– Percorso del Sistema Solare
– LibroGame Live “La Selva del Fato”
– FitoSafari Fotografico

 

 

Tolkien Society Awards 2025: ecco i vincitori

Tolkien Society EventDomenica 27 Aprile 2025 la Tolkien Society inglese ha annunciato i vincitori annuali degli ambiti Tolkien Society Awards 2025 assegnati a contributi eccezionali nell’ambito della ricerca accademica e nella divulgazione dell’opera tolkieniana. I premi riconoscono l’eccellenza non solo nel campo degli studi tolkieniani ma anche nel più ampio concetto di creazione di una comunità tolkieniana e della promozione dell’opera dell’autore. Lo scopo è quello di valorizzare quei contributi che, in linea con gli obiettivi della Società tolkieniana inglese, cercano di diffondere la conoscenza nel pubblico degli scritti del Professore e di promuovere la ricerca sulla vita e le opere di J.R.R. Tolkien.
I vincitori sono stati annunciati ufficialmente durante la Cena Annuale del Meeting Generale della Tolkien Society, nell’ambito delle celebrazioni per lo Springmoot che quest’anno si è tenuto presso il Leonardo Hotel di Cardiff.

La Votazione e le Categorie Premiate

Collected Poems
La candidatura per i premi è stata aperta a Gennaio e i finalisti, selezionati da un comitato interno, sono stati votati online dai membri della Società inglese.
Le categorie premiate quest’anno sono state: Best ArtworkBest ArticleBest BookBest Online Content e Outstanding Contribution Award.
Per quanto concerne la Migliore Opera d’Arte, il premio è stato conferito a Ted Nasmith, artista noto al mondo tolkieniano, per l’illustrazione “Arrival in the Shire” che rappresenta l’arrivo nella Contea di Gandalf. Nella shortlist dei candidati al premio compaiono anche Matěj Čadil con “Niggle’s Wet Bicycle Ride”, Yifan Jia con “The Hobbit” e Jay Johnstone con “Helm’s Deep”.

Nella categoria Miglior Articolo, la cui unica restrizione in fase di candidatura, come per i libri, è rappresentata dalla lingua di destinazione (vengono infatti presi in considerazione solo gli elaborati in lingua inglese), sono risultati vincitori Andoni Cossio e Dimitra Fimi per il loro saggio “Sir Gawain and the Green Knight”, J. R. R. Tolkien’s 1953 W. P. Ker Memorial Lecture: An Update Chronology and Related Findings, pubblicato su English Studies. Tra i finalisti di questa categoria ricordiamo anche il saggio “The Ghostly Language of the Ancient Earth”: Tolkien, Geology, and Romantic Lithology di Nick Groom (contenuto nel volume The Romantic Spirit in the Works of J.R.R. Tolkien edito da W. Sherwood e J. Eilmann), l’articolo di Yvette Kisor “The Horror of the Unnarrated in The Lord of the Rings: Implications for Tolkien’s Reader” (pubblicato su Mallorn 65), l’articolo “Beyond the Circles of the World”: The Meaning of Death and Immortality as Reflected in Tolkien’s ‘Incarnate’ Beings di Siobán Maloney Latar (pubblicato su Journal of Inkling Studies 14) e l’articolo Tolkien, “The Battle of Maldon”, and “The Homecoming of Beorhtnoth”: Poetic Allusions and the Experience of Time di Anna Smol (pubblicato su Journal of Tolkien Research 20).

Il premio per il Miglior Libro è stato assegnato a “The Collected Poems of J.R.R. Tolkien”, curato da Christina Scull e Wayne Hammond (di cui possiamo trovare qui una recensione ad opera del socio AIST Paolo Pizzimento). Tra i libri finalisti figurano Cities and Strongholds of Middle-earth: Essays on the Habitations of Tolkien’s Legendarium di Cami D. Agan, Mapping Middle-earth: Environmental and Political Narratives in J.R.R. Tolkien’s Cartographies di Anahit Behrooz, The Romantic Spirit in the Works of J.R.R. Tolkien di Will Sherwood e Julian Eilmann e Tolkien and the Kalevala di Jyrki Korpua e J.R.R. Tolkien: A Very Short Introduction di Matthew Townend.

Il Digital Tolkien Project ha, invece, vinto il premio per il Miglior Contenuto Online. Il progetto, realizzato grazie all’impegno di una numerosa coorte di studiosi ed appassionati tolkieniani tra i quali ricordiamo James Tauber e Chiara Palladino, rappresenta una risorsa online che ha ormai assunto un’importante rilevanza nell’esplorazione del Mondo Secondario di J.R.R. Tolkien, impegnandosi nel renderlo accessibile a un pubblico globale. Il progetto sta sviluppando una notevole quantità di risorse che spaziano dalla cronologia degli eventi di Arda (funzionalità di prossima attivazione), alla possibilità di trovare paragrafi nell’opera a partire dall’interrogazione di una singola parola (attraverso lo strumento “Search Tolkien“). La funzionalità “Cite Tolkien” inoltre identifica un riferimento univoco per ogni paragrafo delle opere di Tolkien, il “Tolkien Glossary” fornisce l’occorrenza nei testi di un determinato termine e la sezione “Poetry indicizza i poemi di Tolkien e ne identifica la struttura ritmica. Ogni dettaglio è controllato sistematicamente dai curatori del sito con rigore scientifico, al fine di conferire al progetto una credibilità che riesca a collocarsi al di sopra delle varie correnti di pensiero nella lettura e nella critica tolkieniana. Il Digital Tolkien Project è riuscito ad assicurarsi il premio di Migliore Contenuto Online 2025 superando il progetto Ardacraft, l’Athrabeth Podcast, il sito Tea With Tolkien e il progetto An Unexpected Soundscape – The Hobbit.

L’Outstanding Contribution Award è stato, infine, assegnato a Douglas A. Anderson. La motivazione che accompagna il conferimento del premio sottolinea gli eccellenti contributi accademici forniti nei decenni del noto scrittore e studioso tolkieniano statunitense, ricordando l’impegno profuso nella realizzazione de Lo Hobbit Annotato, di Tales Before Tolkien: The Roots of Modern Fantasy e di J.R.R. Tolkien: A Descriptive Bibliography e nella redazione dei fondamentali Tolkien Studies: An Annual Scholarly Review.

 

Considerazioni finali

"Arrival in The Shire" by Ted Nasmith

Anche questa edizione dei Tolkien Society Award dimostra come il panorama tolkieniano sia particolarmente vivo, non solo per quanto concerne il continuo fiorire di studi e pubblicazioni accademiche che gettano nuova luce sulla comprensione dell’opera tolkieniana, ma anche per la realizzazione di progetti digitali che sono fondamentali in un mondo nel quale l’accesso al sapere è sempre più mediato dalle piattaforme e dai siti online. Iniziative come il Tolkien Digital Project sono emblematiche in tal senso; esse permettono l’accesso all’opera tolkieniana a un pubblico sempre più indirizzato alla fruizione di contenuti mediati dallo strumento del web. Così facendo si elicita la fruizione di un mondo letterario anche alle generazioni native digitali, che tramite questi progetti possono esperire la meraviglia della creazione artistica, il potere dell’immaginazione che permea il Legendarium.

 

LINK AGLI ARTICOLI PRECEDENTI
– Link agli articoli sulle edizioni passate dei Tolkien Society Awards (2020, 2019, 2018, 2017)
Recensione de The Collected Poems of J.R.R. Tolkien di Paolo Pizzimento

LINK ESTERNI
Link al sito della Tolkien Society con annuncio dei vincitori
Link al sito di Ted Naismith per l’illustrazione “Arrival in The Shire”
Link per consultare l’articolo “Sir Gawain and the Green Knight”, J. R. R. Tolkien’s 1953 W. P. Ker Memorial Lecture: An Updated Chronology and Related Findings
Link al sito del Digital Tolkien Project

Lo Hobbit, confessioni di un traduttore

Premessa

Lo HobbitEsce oggi in libreria Lo Hobbit, in un’edizione illustrata con gli stessi disegni di Tolkien. Dal punto di vista estetico forse la più bella edizione dello Hobbit mai realizzata. E con una nuova traduzione.
Non avrei mai pensato che potesse essere la mia. Nonostante negli ultimi anni io abbia discusso a iosa della traduzione del Signore degli Anelli realizzata da Ottavio Fatica e di quella storica di Vittoria Alliata, e nonostante studi i testi tolkieniani da quasi vent’anni, non mi sarei aspettato che mi venisse fatta un’offerta del genere. Quando è capitato, la prima cosa che ho pensato è che non avevo alcun titolo per farlo. Troppa poca esperienza di traduzione, troppo senso di inadeguatezza, troppa ansia da prestazione verso un autore amato.
Era un pensiero più che legittimo.
Se ho accettato di ritradurre Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien è essenzialmente per due motivi, egualmente importanti.
Lo HobbitIl primo è proprio che, dopo anni trascorsi a parlare di traduzioni altrui, a polemizzare sul lavoro degli altri, pareva coerente mettermi alla prova in prima persona, mettermi in gioco, accettando di farmi massacrare dal fandom. Perché la cosa scontata – come sa chiunque bazzichi gli ambienti tolkieniani – era che la traduzione sarebbe stata fatta a brandelli, com’era stato per i casi precedenti, a prescindere dalla levatura del traduttore o traduttrice: Alliata con le sue lacune e libertà stilistiche; Jeronimidis Conte con le sue italianizzazioni; Saba Sardi con i suoi abbagli; Fatica con i suoi… “fatichismi”; Giorgianni/Rialti con l’onere di adeguarsi alla nomenclatura di Fatica (lo stesso che avrei avuto io). Indegnamente sarei stato «sesto tra cotanto senno» e avrei ricevuto la mia dose di critiche, sfottò, insulti, nitpicking, ecc. Ma a darmi lo slancio per gettare il cuore oltre l’ostacolo è intervenuta la solida e inesorabile materialità delle cose.
Il secondo motivo per cui ho accettato di ritradurre Lo Hobbit infatti è che mi è stata offerta quasi la cifra esatta che mi serviva per pagare una spesa sanitaria importante. Soldi che in quel momento non avevo. E quando vivi di sola scrittura perché hai avuto la malaugurata idea di non imparare a fare nient’altro nella vita né di fare uno straccio di concorso pubblico (quante sacrosante cazzate si pensano a vent’anni, soprattutto se sono gli anni Novanta), ti può capitare di dover mettere da parte le remore per necessità.
Questo è quanto. Se qualcuno si aspettava del romanticismo può anche smettere di leggere qui. Tanto più che la prima cosa che intendo fare è autodenunciarmi per avere preso braci per bretelle.

Braci per bretelle

Sembra un modo di dire, come “prendere fischi per fiaschi”. Eccolo lì l’errore stupido, da pollo, proprio all’inizio. È il “falso amico” che ti forma un’immagine mentale, quella della brace della pipa tappata con il pollice, perché Bilbo sta facendo gli anelli di fumo. Anche se lo sai che “braci” si dice embers e non braces, e quella scena, di Bilbo che si infila il pollice dietro le bretelle l’hai letta una dozzina di volte. Quella posa l’hai vista nel film di Jackson e rappresentata da fior di artisti, è una delle più famose di Bilbo: pipa in bocca e pollice dietro la bretella. Eppure ti si forma quell’immagine nella mente, quella di lui che tappa la pipa con il dito per ravvivare la brace e sbuffare fuori il fumo e…. invece di tradurre la frase dall’inglese, una frase inequivocabile – «[Bilbo] stuck one thumb behind his braces» -, ti resta bloccato in testa il falso amico e sulla pagina ci finisce quello. Il risultato è che hai modificato un’azione di Bilbo, hai cambiato il testo di Tolkien. Certo alla prima ristampa verrà corretto, ma intanto c’è il tuo zampone, un errore-marchio di fabbrica “Wu Ming 4” che ricorderà a tutti – e al sottoscritto in primis – che le remore non sono mai abbastanza quando si ha poca esperienza. Hai voglia a circondarti dello Hobbit annotato, The History of The Hobbit, vocabolari etimologici, vocabolari cartacei, vocabolari online, traduttori automatici, consulenti madrelingua… niente ti mette al riparo dalla svista che è sempre dietro l’angolo. E per certi versi è giusto che ti sia toccata in sorte, così la hybris manifestata in più di un’occasione nelle discussioni di questi anni potrà essere disintegrata. Redde rationem. Ci sta. Ho premesso che essere fatto a pezzi era nel conto.

Buongiorno

Un altro gancio da tirare per smontare la traduzione si trova sempre lì, nel celeberrimo dialogo tra Bilbo e Gandalf che ha al centro il gioco di parole su “good morning”. Fin da ragazzino non mi era mai tornato il senso di quel dialogo… Se in inglese “good” può stare sia per “buono” sia per “bene”, in italiano appunto abbiamo due parole che esprimono un significato diverso, e a mio avviso andavano usate entrambe per rendere il senso del gioco di parole di Gandalf:

“What do you mean?” he said. “Do you wish me a good morning, or mean that it is a good morning whether I want it or not; or that you feel good this morning; or that it is a morning to be good on?”

Ecco la traduzione che lessi allora, quella di Jeronimidis Conte:

“Che vuol dire?” disse “Mi auguri un buon giorno o vuoi dire che è un buon giorno che mi piaccia o no; o che ti senti buono, quest’oggi; o che è un giorno in cui si deve essere buoni?”

Perché questo risvolto etico? Cosa c’entra l’essere buoni col fatto che è una splendida giornata? Gandalf/Tolkien qui sta giocando con le accezioni della parola “good”, ma riferite allo stato d’animo e alle condizioni ambientali, non al comportamento. È chiaro che per mantenere invariata la parola “buono”, la precedente traduttrice aveva scelto di sacrificare il senso del gioco di parole. Io ho fatto il contrario, ho scelto di far prevalere il senso. Partendo dal fatto che to feel good significa anche sentirsi bene, e to be good on significa passarsela bene, trascorrere bene il tempo, ho tradotto così:

“Cosa intendi?” disse. “Mi stai augurando una buona giornata, o intendi dire che è una bella giornata che io lo voglia o no; o che oggi ti senti bene; o che è una giornata da trascorrere bene?”

Nello stesso passaggio si potrà avvertire anche un’altra differenza rispetto al passato. È quando Bilbo, per due volte, usa come intercalare di cortesia l’espressione «I beg your pardon».
Jeronimidis Conte aveva tradotto: «Vi chiedo scusa». Di conseguenza Gandalf rispondeva con «Sei scusato». [In questo caso non considero la revisione del 2013 di Ciuferri, perché traduceva le due occorrenze con due espressioni diverse, cioè «Ti chiedo scusa» e «Perdonami», privando così di senso la frase di Gandalf sul fatto che Bilbo gli abbia chiesto perdono due volte: «Yes, you have! Twice now. My pardon. I give it you». Non sono l’unico a fare errori marchiani, anche se il male comune non è mai mezzo gaudio]. Io ho reso le due occorrenze rispettivamente con «Ti chiedo perdono» e «perdonami». Questo perché credo che sia proprio il concetto di perdono qui a essere in ballo. La formula di cortesia di Bilbo rivela l’inconscio del personaggio e non è un caso che Gandalf la prenda alla lettera, come se Bilbo avesse davvero bisogno di essere perdonato. Perdonato per essersi dimenticato del sé bambino, del senso di meraviglia davanti al fantastico, della propria madre… Non del tutto, per fortuna, qualcosa riaffiora e su questo, dice Gandalf, si può lavorare: «that is not without hope» e quindi «I will give you what you asked for», «ti darò quello che hai chiesto», cioè il perdono, più che le sue scuse – ego te absolvo… – insieme a una bella spinta fuori dalla porta di casa.
Ho sovrainterpretato? Il gancio è lì, basta tirare. Tanto più che non vado da nessuna parte. E soprattutto, ho appena cominciato a nutrire i troll.

Troll

Nell’originale inglese i Troll parlano cockney. Usano parole storpiate come «tomorrer», «yer», «blimey», «lumme» ed espressioni monche come «’Ere, ’oo are you?» o «what the ‘ell» o ancora antepongono una “a-” davanti ai gerundi, come «a-thinking», «a-arguing», «a-talking».
La traduzione storica non aveva riportato questo aspetto se non blandamente. Io ho calcato la mano, attingendo al mestiere. Nell’Armata dei Sonnambuli, un romanzo di una decina d’anni fa, noi Wu Ming ci inventammo la parlata della plebe parigina di fine Settecento. Un’intera linea narrativa era tenuta dalla voce collettiva del proletariato urbano, con una specie di grammelot che ricorreva a vari dialettismi e storpiature dell’italiano. Non ho proceduto allo stesso modo, ma mi sono ispirato a quello.
Ad esempio:

A William andò tutto di traverso. “Chiudi ‘sta bocca!” disse appena ci riuscì. “Mica puoi pretendere che la gente si ferma qui solo per farsi pappare da te e da Bert. Tra lui e te vi sarete pappati un villaggio e mezzo da quando siam venuti giù dalle montagne. Chevvuoi di più? E c’è stato un tempo che m’avresti detto ‘grazie Bill’ per un bel pezzo di montone ciccio e tenero come ‘sto qua.”

O ancora:

“Mi cecassero, Bert, guarda cos’ho acchiappato!” disse William.
“Che cos’è?” dissero gli altri avvicinandosi.
“Mi venga un colpo se lo so! Chessei?”
“Bilbo Baggins, uno scass… hobbit,” disse il povero Bilbo, tutto tremante, mentre si chiedeva come fare il verso del gufo prima che quelli lo strozzassero.
“Uno scasshobbit?” dissero loro un po’ allarmati. I troll sono lenti di comprendonio, e molto diffidenti di qualunque cosa risulti nuova.
“‘D’ogni modo checcentra uno scasshobbit con la mia tasca?” disse William.

Per la cronaca, a un certo punto avevo ipotizzato di rendere il dialetto cockney con il romanesco, slang della capitale per slang della capitale. Ma l’effetto era quello dei film con Tomas Milian e Bombolo. Non propriamente tolkieniano.

Allitterazioni, arcaismi

A Tolkien l’allitterazione piaceva un bel po’. È vero che è una cosa tipica dell’inglese, in poesia e anche in prosa, e che di per sé in italiano potrebbe anche essere lasciata cadere, ma appunto, conoscendo il nostro professore, sciogliere la lingua gli piaceva, quindi valeva la pena provare.

Un esempio possono essere i due participi riferiti a Bilbo che si affretta ad andare ad aprire la porta di casa: «bewildered and bewuthered». Nella traduzione storica era reso con «sconcertato e sconvolto», che io ho reso con «tutto in subbuglio e imbufalito» esaltando l’aspetto della rabbia di Bilbo che si precipita alla porta («Bilbo rushed along the passage, very angry»), e cercando di mantenere al centro dell’assonanza il suono della lettera “w”. Quel bewuthered è un neoarcaismo che mi ha fatto pensare a Wuthering Heights, cioè Cime Tempestose (1847).

Non sempre sono riuscito a rendere gli arcaismi, soprattutto quelli creativi. Quel «Confusticate and bebothered these dwarves!», sempre nel primo capitolo, non ho saputo renderlo meglio di chi mi aveva preceduto. Jeronimidis Conte aveva un bellissimo «Vadano in malora tutti quanti, questi nani!». Io ho optato per un più secco e colloquiale «Maledizione a questi nani!» che mi suonava adatto allo sbotto di esasperazione di Bilbo (nelle altre due occorrenze di «confusticate» ho usato espressioni analoghe).

Altre volte invece ho usato la fantasia per rendere l’arcaismo. Nella canzone provocatoria di Bilbo per i ragni, Tolkien gli mette in bocca la parola «attercop» (letteralmente “testa di veleno”), che è un nome per i ragni in Middle English, a sua volta derivato dall’Old English, e presente in una poesia medievale che Tolkien conosceva bene, The Owl and the Nightingale, sopravvissuto in un dialetto del nord dell’Inghilterra e nello scozzese ettercap.
In questo caso ho ragionato alla maniera di Fatica. Ho cercato una parola arcaica italiana e ci ho aggiunto un suffisso dispregiativo, per rafforzare il senso dell’insulto. Ecco com’è nato «aracnaccio», con un suono cacofonico che mi sembrava ancora più adatto all’uopo. Non ero obbligato a farlo, certo, potevo seguire chi mi aveva preceduto, col suo «Sputaveleno». Ma in italiano “sputaveleno” significa “malalingua”, lo si dice di una persona che parla male degli altri. Non c’entra con il senso della canzone di Bilbo. Inoltre volevo provare a rendere l’arcaismo, appunto. E così ho azzardato.

Un arcaismo invece l’ho mancato. Ma rimedierò nella prima ristampa. Ho tradotto «butler» con «maggiordomo», come già aveva fatto Jeronidimis Conte, sapendo che il maggiordomo nelle magioni inglesi derivava il suo nome proprio dall’essere il detentore della chiave della cantina. Di per sé non è scorretto. Ma butler viene dal francese medievale bouteillier. E l’amico Riccardo Ricobello mi ha fatto notare che proprio in quel senso Tolkien probabilmente lo intendeva. Non già quindi come capo della servitù di palazzo con la chiave delle cantine, ma come domestico «bottigliere», ossia addetto allo smistamento di bottiglie e botti. Lo conferma il Treccani: «Bottigliere, s. m. – Cantiniere, chi ha in custodia le bottiglie di una cantina (in case signorili, principesche, ecc.». Nell’Italia medievale questa figura era chiamata così. In Francia e Inghilterra il nome è rimasto attaccato al capo della servitù. Credo quindi che l’elfo ubriacone raccontato da Tolkien sarebbe meglio descritto come bottigliere o cantiniere che come maggiordomo. Per la ristampa.

Una delle prime cose che si imparano traducendo – oltre al fatto che l’errore stupido è sempre dietro l’angolo – è che la coperta è quasi sempre corta. Non si può avere tutto. Per esempio il fatto che con la parola worm < wyrm l’inglese medievale indicasse sia il verme sia il drago genera un gioco di parole quando Bilbo ricorda il detto di suo padre: «Every worm has his weak spot». Lì worm era reso da Jeronimidis Conte con «drago», già saggiamente rivisto da Ciuferri in «verme». Suona altamente improbabile che Bungo Baggins pronunciasse detti a proposito di draghi. Mentre è facile che «Ogni verme ha il suo punto debole» possa riferirsi al deterrente naturale per un parassita che infesta le piante o gli animali d’allevamento. Ma Bilbo può usare lo stesso detto riferendosi a Smaug. In italiano ovviamente rendere questo doppio senso è impossibile, tocca fare una scelta, e sicuramente andava confermata quella di Ciuferri.

Eufonia e onomatopea

Ci sono parole di cui Tolkien si innamora. Alcune ricorrono spesso nel romanzo, altre in poche occasioni, ma significative. Certi suoni li inflaziona, altri li centellina come il vino buono. Anche qui due esempi.

Un aggettivo che gli piace molto è «grim», con questo suono breve, secco e arrotato. Rende l’idea, ma un’idea vasta. Infatti sembra quasi che lui si diverta a usarlo in tutte le sue varie accezioni. E la sfida per il traduttore è coglierle, invece di appiattirle. Ci sono più di venti occorrenze di «grim» e «grimly» nel romanzo. Spesso è riferito ai Nani, che hanno un’aria «truce» o «torva». Quando però si riferisce alla voce di Bard, prima, e alla sua espressione, poi – l’ordine è questo perché è un personaggio che entra in scena come voce fuori campo («a grim-voiced man») e solo in seguito acquista una presenza fisica («grim-faced» / «grim of face») – sfuma piuttosto nel significato di «severo». In questo caso ho sacrificato l’eufonia e l’omofonia alle sfumature di senso.

Un altro esempio è «ominous», un latinismo che ha il suo corrispettivo in italiano e che io, come ha fatto anche Fatica, ho mantenuto in «ominoso». Nello Hobbit compare soltanto due volte: una riferito al gestaccio che gli abitanti di Città del Lago rivolgono in direzione della Montagna dove dorme il drago; e una riferita a un corvo che volteggia da quelle parti, il tipico uccello del malaugurio, che in inglese è detto “bird of ill omen”. Ma quanto è più eufonico «ominoso»… rispetto a «del malaugurio» o «malaugurante». Per me non c’è confronto, e ho tradotto di conseguenza.

A volte sembra quasi che Tolkien voglia trasmetterci i suoni di ciò che accade, e allora, ad esempio, nella scena in cui i barili vengono fatti rotolare nel fiume sotterraneo attraverso la botola delle cantine degli Elfi, c’è una sequenza di verbi come questa: «thudding», «smacking», «jostling», «knocking», «bobbing»… che purtroppo non trovano tutti un effetto altrettanto “sonoro” in italiano. Io non sono riuscito a fare di meglio di «cadendo», «schiantandosi», «andando a sbattere», «cozzando», «sobbalzando». Tant’è, la lingua ha i suoi limiti.

Titoli

I titoli dei capitoli dello Hobbit sono frasi fatte o doppi sensi ironici.
Per esempio, nel titolo del primo capitolo, An Unexpected Party, noi tutti traduciamo “party” con “festa”, e non si può fare altrimenti, perché il collegamento è con il titolo del primo capitolo del Signore degli Anelli, A Long Expected Party. Ma se nel successivo romanzo la festa è proprio quella di compleanno di Bilbo, nello Hobbit si tratta piuttosto di una “riunione” inattesa. Gandalf convoca a casa di Bilbo una riunione segreta, non organizza proprio nessuna festa. Anche qui, come nel caso di “worm”, il doppio senso non riesce a passare nell’italiano, se non attribuendo appunto alla parola “festa” un senso ironico.

Il titolo del capitolo quarto: Over Hill and Under Hill fa certamente riferimento al fatto che la compagnia di Thorin sale su per i Monti Brumosi e poi viene trascinata sotto gli stessi, ma ho provato a cercare una resa che tenesse sia il senso materiale sia quello figurato di stare in alto e poi in basso. Così ho optato per Sali e scendi la china, visto che “to be over hill” è anche un modo di dire (avere scollinato nel senso di avere passato la mezza età, non essere più giovani).

Per il titolo del capitolo nono, Barrels Out of Bond, Jeronimidis Conte molto liberamente aveva storpiato un modo di dire italiano: La botte piena e la guardia ubriaca. Ciuferri aveva optato invece per Barili in libertà. Ma “out of bond” si dice di merci che sono uscite da un magazzino doganale e hanno passato il confine, ecco perché ho optato per Barili sdoganati, perché mi sembrava cogliere il doppio senso rispetto a quello che succede.

Lo stesso dicasi per il titolo del capitolo dodicesimo: Inside Information era stato precedentemente tradotto con Notizie dall’interno, che non è certo scorretto, ma tralascia l’effetto ironico. Una “inside information” può essere l’Informativa interna, nel senso della circolare per il personale di un’azienda o di un ufficio. Ecco spiegato il titolo che ho scelto.

Canzoni e indovinelli

Nelle canzoni e nelle filastrocche si può tirare finché si vuole, di ganci ce n’è in quantità. Per fortuna ho avuto la revisione di Beatrice Masini, perché certo da solo non ci sarei riuscito a tradurle come si deve. La linea guida che mi sono dato è quella di non modificare per quanto possibile lo schema delle rime, ma di cercare di rispettarlo anche in italiano. Forse questa è la differenza più evidente rispetto a chi mi ha preceduto nell’impresa. E anche il fatto che io ho cercato di non aggiungere parole, di non allungare i versi per renderli più tondi.

Questo è capitato anche negli indovinelli di Bilbo e Gollum. Un esempio è l’indovinello del vento, che ha una rima ABAB:

Voiceless it cries,
Wingless flutters,
Toothless bites,
Mouthless mutters.

Jeronimidis Conte aveva usato quattro rime uguali, facendo rimare tra loro i verbi (la traduzione è riproposta identica da Ciuferri):

Non ha voce e grida fa,
non ha ali e a volo va,
non ha denti e morsi dà,
non ha bocca e versi fa.

Io invece ho provato un’altra strada:

Grida senza voce,
Senz’ali il volo spicca,
Senza denti è mordace,
Borbotta senza bocca.

Un buon esempio della stessa diversità d’approccio è la canzone del ritorno del Re sotto la Montagna:

The King beneath the mountains,
The King of carven stone,
The lord of silver fountains
Shall come into his own!

His crown shall be upholden,
His harp shall be restrung,
His halls shall echo golden
To songs of yore re-sung.

The woods shall wave on mountains
And grass beneath the sun;
His wealth shall flow in fountains
And the rivers golden run.

The streams shall run in gladness,
The lakes shall shine and burn,
All sorrow fail and sadness
At the Mountain-king’s return!

Jeronimidis Conte (e Ciuferri si discostava di pochissimo, cambiando appena qualche parola) traduceva così:

Il re degli antri che stan sotto il monte
e delle rocce aride scavate,
che fu signore delle argentee fonti,
queste cose riavrà, già a lui strappate!

Sul capo il suo diadema poserà,
dell’arpa ancora sentirà il bel canto
ed in sale dorate echeggerà
di melodie passate il dolce incanto.

Sui monti le foreste ondeggeranno,
ondeggeranno al sole l’erbe lucenti,
le ricchezze a cascate scenderanno
ed i fiumi saranno ori fulgenti.

I ruscelli felici scorreranno,
i laghi brilleran nella campagna
e dolori e tristezza svaniranno
al ritorno del Re della Montagna!

Rispetto all’originale io ho provato a rimanere più asciutto, come si capisce già dalla brevità dei versi:

Il Re sotto l’ombra dei monti,
Il Re della roccia scolpita,
Signore di argentee fonti
Ritorni alla sua terra avita!

Lui innalzerà la corona,
E l’arpa sarà riaccordata,
Già l’aula preziosa risuona
Di quella canzone obliata.

I boschi a danzare sui monti,
Nel sole biondissimo i prati;
Ricchezza a fiottar dalle fonti
E fiumi a fluire dorati.

Ruscelli che scorrono gai,
Rilucerà d’or l’acqua stagna,
Spariscono dolore e guai
Se torna il Re della Montagna!

Bene. Offro ancora un ultimo gancio prima di lasciare il lavoro di demolizione ad altri.

Mappa e Nota

Non ho traslitterato in rune naniche la traduzione italiana di certe frasi che compaiono nella mappa di Thrór e nella nota introduttiva, come era stato fatto nelle edizioni precedenti. Ho lasciato la traslitterazione dell’inglese, sia nel titolo dello pseudobiblion (The Hobbit or there and Back Again) sia nella mappa. Rispetto a cinquant’anni fa oggi in Italia un po’ di inglese lo conoscono in tanti di più, e cambiare quelle scritte avrebbe significato amputare anche la nota introduttiva, che si riferisce appunto a quelle e ad altre caratteristiche del testo. In passato questa era stata la soluzione. In quella nota lo pseudotraduttore/narratore fornisce la chiave di lettura delle rune e fa riferimento a suoni della lingua inglese. Trattandosi di un oggetto che compare nel testo, e la cui riproduzione è addirittura allegata al libro, ho ritenuto che non andasse toccato, che dovesse rimanere come lo ha concepito l’autore (e di conseguenza ho dovuto fare lo stesso per la mappa delle Terre Selvagge, anch’essa allegata al volume). Tanto più che forse per la prima volta è stato riprodotto l’effetto trasparenza per leggere le rune naniche, quello che Tolkien avrebbe voluto fin dalla prima edizione del romanzo. Lasciare la mappa di Thrór in originale è stata una scelta tanto più coerente con un volume come questo, letteralmente infarcito di immagini realizzate da Tolkien medesimo, ma vuole anche essere un invito a superare la diatriba sulla resa in italiano della toponomastica e nomenclatura tolkieniana, che ha sottratto tantissimo tempo alla critica propriamente letteraria. Meglio non dimenticarsi che quei nomi hanno una versione originale, ed è quella davvero importante. E ovviamente anche questa scelta, quella di lasciare le mappe con le loro scritte originali, trattandole come fossero “oggetti di scena”, potrà essere criticata e smontata.

Buon lavoro a chi ci si metterà d’impegno.

Wu Ming 4

P.S. Chi volesse ascoltare Riccardo Ricobello, introdotto dal sottoscritto, leggere brani della traduzione, può venirci a sentire a Lucca Comics and Games, venerdì 1 novembre, dalle ore ore 12.30 alle 13.30 in Sala Ingellis.

Qui invece la lunga intervista che mi ha fatto Paolo Nardi per il suo canale YouTube:

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ARTICOLI PRECEDENTI
– Vai all’articolo Lo Hobbit, confessioni di un traduttore
– Vai all’articolo Il 30 agosto 2023 Sir Gawain in nuova traduzione
– Vai all’articolo Traduzione, archiviata la querela di Alliata
– Vai all’articolo Gennaio 2019, ritradotto Il ritorno di Beorhtnoth
– Vai all’articolo L’AIST: sarà tradotta la History of Middle-earth
– Vai all’articolo Alliata contro Bompiani: ritiro la mia traduzione
– Vai all’articolo Pubblicata la nuova traduzione della Compagnia dell’Anello
– Vai all’articolo Annunciata una nuova traduzione per le Lettere di Tolkien!

 

LINK ESTERNI
– Vai al sito della Bompiani editore
– Leggi l’articolo Perché (ri)leggere Lo Hobbit? di Sebastiano Tassinari
– Leggi l’articolo La nuova traduzione de Lo Hobbit:: intervista a Wu Ming 4 di Alessio Vissani

 

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Sabato a Torre Cajetani (Fr) la Notte dell’Anello

Torre CajetaniLa Notte dell’Anello arriva a Torre Cajetani (Frosinone) per la sua settima edizione. Il piccolo borgo di poco più di mille abitanti ospiterà la manifestazione il 31 agosto presso il castello Teofilatto di Torre Cajetani grazie all’organizzazione congiunta dell’Associazione Culturale “Radici” di Alatri, in collaborazione con “Turris in Fabula” e il blog “Storicamente Torre”. Il castello di Torre Cajetani ricorda le fortezze della Terra di Mezzo, offrendo ai partecipanti un breve viaggio nel mondo fantastico di Tolkien.

Il Programma

Torre CajetaniL’evento inizierà alle 17:00 con giochi a tema “Il Signore degli Anelli” per i più piccoli, seguiti da tre conferenze sulle erbe medicamentose alle 17:30. Marco Sarandrea, Biagio Cacciola e Luigi Vacana parleranno dell’uso delle piante medicinali sia nel mondo di Tolkien che nel nostro.
Alle 18:15, Pietro Teofilatto, Daniele Baldassarre, Ennio Quatrana, Gabriele Paris e Valentina Cardinale confronteranno le fortezze medievali della Ciociaria con quelle descritte nel “Signore degli Anelli”, esplorando l’influenza delle architetture medievali sull’immaginario tolkieniano.
Dopo una pausa per la cena, la conferenza principale vedrà studiosi come Saverio Simonelli (ha rinunciato all’ultimo per un problema di salute) e Paolo Gulisano, si confronteranno col politologo Francesco Severa, lo storyteller Angelo Astrei e lo youtuber Sir Percival sul tema dell’umiltà nelle opere di Tolkien. Questo tema sarà analizzato nei suoi molteplici aspetti, con un focus sulla sua rilevanza contemporanea.
La Notte dell'AnelloL’intrattenimento musicale sarà curato da Luca Santucci e dal Quartetto Syrinx, che con le loro melodie scritte da Giorgio Astri e ispirate al Signore degli Anelli, trasporteranno i partecipanti direttamente nelle atmosfere del libro. Parteciperà anche l’Ordine degli Elementi (Land of Ancient), che intratterrà i più piccoli con i loro costumi a tema Il Signore degli Anelli, trasportandoli in un mondo di fantasia e avventura. Oltre a scoprire nuovi aspetti dell’autore, i partecipanti potranno riflettere sulla sua attualità, dimostrata dai numerosi adattamenti cinematografici e serie TV. Con l’uscita imminente della seconda stagione de “Gli Anelli del Potere”, l’evento offrirà un’occasione unica per approfondire la conoscenza di un autore che continua a influenzare la cultura popolare e a ispirare nuove generazioni di lettori.

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Il 5 e 6 luglio, la Notte dell’Anello ad Alatri

LINK ESTERNI:
– Vai alla pagina facebook dell’Associazione Culturale “Radici” di Alatri

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Scoperta una nuova poesia di C.S. Lewis

J.R.R. Tolkien e C.S. LewisLa ricerca sulle fonti d’archivio riserva ancora molte sorprese che possono contribuire a una migliore conoscenza degli Inklings e del loro mondo fatto di libri, relazioni personali e raffinati giochi letterari. Nei primi mesi di quest’anno, infatti, è stata portata alla luce una poesia finora sconosciuta di C.S. Lewis che si trovava all’interno del ms. 1952/2/17 della Collezione Tolkien-Gordon, un fondo acquisito nel 2014 dall’Università di Leeds e oggi conservato presso la biblioteca dell’ateneo inglese. L’autore della scoperta è Andoni Cossio, giovane ricercatore presso l’Università dei Paesi Baschi e l’Università di Glasgow. Lewis poemLa poesia di Lewis, che riporta il titolo in Old English Mód Þrýþe Ne Wæg ed è firmata sotto lo pseudonimo di Nat Whilk, consta di 12 versi nei quali l’autore rievoca lo stile poetico del metro allitterativo comune alle prime opere letterarie delle lingue germaniche, con un particolare riferimento al Beowulf, dal quale è tratto lo stesso titolo. In essa, Lewis ringrazia i coniugi Eric Valentine Gordon (1896–1938) e Ida Lilian Gordon (1907–2002) per l’ospitalità ricevuta presso la loro casa a Manchester.

Una straordinaria scoperta (1)

poesia CS LewisSarah Prescott, archivista delle collezioni speciali dell’Università di Leeds, ha dichiarato: «La Collezione Tolkien-Gordon è un’acquisizione relativamente recente per la Biblioteca universitaria e ha colmato una lacuna nel nostro patrimonio sul periodo trascorso da Tolkien a Leeds, un argomento di perenne interesse per i ricercatori. Essa fornisce una visione approfondita del lavoro di sviluppo di Tolkien e dell’impatto che le relazioni durature formate all’Università avrebbero avuto su di lui. Ha inoltre consentito ai ricercatori di esplorare il ruolo di E.V. Gordon e della moglie Ida, sia come amici di Tolkien, sia come importanti studiosi a pieno titolo. Questa entusiasmante scoperta del dottor Cossio fa davvero rivivere il valore di questo periodo a Leeds: siamo molto entusiasti di poter affermare che abbiamo anche una poesia originale di C.S. Lewis nelle nostre collezioni! Non vediamo l’ora di accogliere più persone nelle Collezioni speciali per studiare la Collezione e vedere quali ulteriori approfondimenti si possono trovare».
«Nel momento in cui ho letto per la prima volta il manoscritto», ha dichiarato Cossio, «sono rimasto estasiato dal suo contenuto. Aveva tutto ciò che potevo desiderare: dettagli biografici, inglese antico, metro allitterativo e la migliore scrittura di Lewis. La cosa che mi piace di più di questa poesia è che apre una piccola porta su quel mondo. È apparso subito evidente che essa era passata del tutto inosservata da quando il suo proprietario privato l’aveva trasferita all’Università di Leeds nel 2014. Per scoprire i segreti della poesia, avrei dovuto fare io stesso le ricerche». E così ha fatto, documentando la scoperta in un denso saggio (2) che, con un’acribia filologica purtroppo ancora rara per gli studi tolkieniani, ha offerto un’edizione critica della poesia, una probabile datazione e un’interpretazione convincente.

Tolkien, Lewis e i Gordon

Lewis poemLa poesia di Lewis è scritta con pennino e inchiostro nero su un foglio di carta di 17,7 x 11,2 cm con il logo “Magdalen College, Oxford” stampato sull’angolo in alto a destra. La busta originale non è stata conservata, quindi non si hanno prove dirette della data di invio. Al testo è però acclusa una nota adesiva della precedente proprietaria, Bridget MacKenzie (figlia di E.V. e Ida Gordon) che recita: “Un altro insolito ringraziamento da parte di J.R.R.T. CS Lewis”, che parrebbe dimostrare un’iniziale incertezza della donna sull’autore della poesia.
È ampiamento noto dalle varie ricostruzioni biografiche che Tolkien conobbe E.V. Gordon a Leeds negli anni Venti. In questo periodo, i due collaborarono all’edizione del Sir Gawain (1925) e fecero parte del Viking Club. Nel 1927, Gordon pubblicò An introduction to Old Norse e quattro anni dopo divenne Smith Professor di Lingua Inglese e Filologia Germanica all’Università di Manchester, dove la sua ricerca si focalizzò sull’Old English e il Middle English. Dopo la sua morte improvvisa nel 1938, la moglie Ida – che aveva preso un dottorato in Filologia a Leeds – assunse molti dei suoi incarichi di insegnamento, terminando e pubblicando molte delle sue opere ancora inedite, prima di ritirarsi nel 1968. Carpenter racconta che, tra il 1932 e il 1933, Tolkien e Lewis lavorarono a stretto contatto con Gordon (3). Entrambi, inoltre, dovettero soggiornare dal collega nel 1935: ne rimane traccia in una poesia epistolare inedita di Tolkien che, proprio come Mód Þrýþe Ne Wæg, ringrazia i Gordon per il piacevole soggiorno presso la loro casa. Questa poesia è datata al 26 giugno 1935 e, poiché nei suoi versi iniziali suggerisce che i Gordon avevano ospitato anche Lewis qualche tempo prima e palesa la speranza che i versi di ringraziamento dell’amico abbiano già raggiunto la coppia, contribuisce a datare Mód Þrýþe Ne Wæg al medesimo anno. Del resto, anche l’impeccabile schema metrico della poesia punta verso il 1935, l’anno in cui Lewis pubblicò il suo fondamentale saggio teorico A Metrical Suggestion (4). Il metro allitterativo, di cui l’autore tratta, prevede che ogni verso si divida in due semi-versi o emistichi (solitamente denominati a e b), contenenti ciascuno due accenti e divisi da una cesura o pausa marcata. Nello schema “classico”, i due accenti di a e il primo di b allitterano, mentre il secondo accento di b è libero. Mód Þrýþe Ne Wæg osserva alla lettera i principi metrici enunciati in A Metrical Suggestion; quindi, la si potrebbe considerare come la messa in pratica di quanto formulato teoricamente da Lewis in quegli anni.

Echi del Beowulf

Queen Hydg pouring wineCome si è detto, la poesia di Lewis presenta più di un richiamo al grande poema anglosassone, oggetto di studio appassionato da parte dell’autore (oltreché, naturalmente di Tolkien). D’altro canto, anche lo pseudonomo Nat Whilk con cui Lewis si firma nel v. 11 è, secondo la convincente ricostruzione di Cossio, una versione modernizzata dell’Old English nāt-hwylc, un pronome indefinito (“qualcuno”) che qui vale per “anonimo”. Più difficile è, invece, ricostruire il significato ed il valore del titolo e del nome Þrýþ al v. 2, che fanno riferimento a una vera e propria crux che ha afflitto i molti filologi cimentatisi sul testo del Beowulf. Com’è noto, già da studente Lewis aveva letto con grande entusiasmo il poema (sebbene solo in traduzione); anni più tardi, quando già lavorava come tutor didattico a Oxford, la sua conoscenza dell’opera si era tanto approfondita da renderlo il principale promotore e animatore delle serate “Birra e Beowulf” rivolte agli studenti del Magdalen College. Il titolo della poesia è un chiaro riferimento ad alcuni versi del poema che si riferiscono a Hygd, figlia di Hæreth e moglie del re dei Geati Hygelac, sulla quale occorre spendere qualche parola. Dopo aver sconfitto Grendel e sua madre, Beowulf lascia Heorot e prende parte, insieme ai suoi uomini, ad una scorreria contro i Franchi guidata da re Hygelac; questi, però, cade in battaglia, così l’eroe fa ritorno a Götaland, ove è accolto con ogni cortesia dalla bella e saggia Hygd, la quale addirittura gli offre il trono, considerando il figlio Heardred troppo inesperto per difendere il regno. Beowulf, tuttavia, parla a favore del giovane e convince la regina a proclamare quest’ultimo re dei Geati.
Proprio nei versi che elogiano le virtù e l’ospitalità di Hygd, si legge d’improvviso: «Mód þrýðo wæg / fremu folces cwén, | firen’ ondrysne» (1931b-1932). I critici sono stati a lungo indecisi – lo sono ancor oggi, a dire il vero – se leggere il «Mód þrýðo» del manoscritto come due parole separate o come una sola, «Módþrýðo», e se in questo caso attribuire al termine il valore di un nome proprio. L’interpretazione corrente vuole che il poema faccia riferimento a una regina che, per i suoi comportamenti terribili, è posta in contrapposizione con la saggia sposa di Hygelac (ad esempio, la traduzione italiana curata da Ludovica Koch per Einaudi nel 1987, recita: «invece un’altra superba | regina della nazione, / Módþrýð, aveva commesso | crimini raccapriccianti») (5).  Si tratterebbe, dunque, di una lode per contrasto tutt’altro che assente nello stile poetico del Beowulf. Nella sua traduzione del poema, però, Tolkien difese una lezione alternativa, «mód Þrýðo [ne] wæg» («non dimostrava [Hygd] il temperamento feroce di Thryth», «The fierce mood of Thryth she did not show»), in realtà già proposta da Levin L. Schücking nella sua edizione critica del 1905 ma assai contrastata dagli altri editori. Tolkien giustifica la sua scelta spiegando: «La frase mód Þrýðo wæg ci fa però dire: “Hygd era buona; ella mostrò il carattere di Þrýðe, buona regina, la sua crudele malvagità.” Ma questo è proprio l’opposto della volontà di creare un contrasto. Siamo pertanto condotti a credere che ne sia caduto” (6). Occorrerebbe notare, en passant, come la prassi filologica di Tolkien non fosse ciecamente asservita alla “facies originale” e alla sua ricostruzione (andrà ricordato che Beowulf è tramandato da un unico manoscritto, il Cotton Vitellius A. xv o Codice Nowell, e che quindi non è possibile alcun raffronto con altri testimoni) ma si mostrasse disponibile a intervenire sul testo laddove questo lo richiedesse da un punto di vista narrativo e poetico. Un atteggiamento che centra l’attenzione «nella considerazione del Beowulf in quanto poema, con un intimo significato poetico» (7).
Non è il caso di addentrarci in questioni filologiche. Ciò che sembra evidente è che Lewis segue l’interpretazione di Tolkien, tant’è che inserisce nel titolo della sua poesia la negazione mancante ne da lui supposta. I versi chiariscono le motivazioni della sua scelta: la sua ospite, Ida Gordon, è simile a Hygd (si noti l’assonanza tra i due nomi) e proprio come la regina dei Geati è ospitale, saggia e amabile tant’è che il suo cuore «knows not / The temper of Þrýþ». Per Tolkien, Lewis e la loro cerchia, la poesia era un modo per esplorare il comune amore per il linguaggio. Mód Þrýþe Ne Wæg offre un’ulteriore riprova dei raffinati e dottissimi giochi letterari che questi accademici amanti dell’antichità e della tradizione erano soliti scambiarsi.

Il testo della poesia

È finalmente venuto il momento di leggere la poesia di Lewis, nella trascrizione dell’originale inglese eseguita da Cossio e in una traduzione italiana che tenta, per quanto possibile, di riproporne lo schema e le allitterazioni:

Hail oh hostess, whose heart knows not
The temper of Þrýþ. Talk was kindly,
Whetted with whiskey. The white blanket,
Winter’s wearing, worked about us
Till the house was hush’d, the hearth brighter,
And bed-time better. In billowy nest
The stranger stretched _ stove beside him _
Bless’d, blanket-warm, blithely slumbered
Thro’ noiseless night. Noble weaver
of people’s peace, your poor servant,
Nat Whilk by name, on knee bended
gives you grammercy for guest-frendship.

O ospite, salve,     dal cuore che ignora
di Þrýþ l’aspra tempra.     Gentil fu il parlare,
dal whisky aguzzato.     La bianca coperta,
d’inverno la veste,     intorno ci avvolse
la casa fe’ muta,     più vivo fu il fuoco,
migliore il dormire.     Nel turgido nido
s’adagiò l’estraneo     – la stufa d’accanto –
tepor di coperta,     il sonno lo colse
per notte silente.     Nobil tessitrice
della pace altrui,    il tuo servitore,
Nat Whilk il suo nome,     piegato in ginocchio,
suo grazie ti rende     per l’ospitalità (8).

 

(1) Desidero ringraziare di cuore il dr. Andoni Cossio per avermi messo a disposizione il suo studio sulla poesia di Lewis.
(2) A. Cossio, The Unpublished ‘Mód Þrýþe Ne Wæg’ by C.S. Lewis: A Critical Edition, in «Journal of Inklings Studies» 14,1, 2024, pp. 62-68.
(3) Si vedano H. Carpenter, Gli Inklings: Clive S. Lewis, John R. R. Tolkien, Charles Williams e i loro amici, tr. it. di M.E. Ruggerini, Genova-Milano, Marietti 1820, 2011 (ed. or. The Inklings: CS Lewis, JRR Tolkien, Charles Williams and their Friends, 1978); D.A. Anderson, “An industrious little devil”: E.V. Gordon as friend and collaborator with Tolkien, in Jane Chance (ed.), Tolkien the Medievalist, London, Routledge, 2003, pp. 15-25; C. Scull, W.G. Hammond, The J.R.R. Tolkien Companion and Guide: Reader’s Guide, Part I, London, HarperCollins, 2017.
(4) C.S. Lewis, A Metrical Suggestion, in «Lysistrata», 2, 1935, pp. 13–24, poi ripubblicato come The Alliterative Metre in Rehabilitations and Other Essays, Oxford, Oxford University Press, 1939, pp. 117-132.
(5) R.D. Fulk, R.E. Bjork, J.D. Niles (eds.), Klaeber’s Beowulf and the Fight at Finnsburg, Toronto, University of Toronto Press, 2008, p. 65.
(6) J.R.R. Tolkien, Beowulf con Racconto meraviglioso, a cura di C. Tolkien, trad. it. di L. Manini, Milano, Bompiani, 2019 (ed. or. Beowulf. A Translation and Commentary together with Sellic Spell, 2014) p. 432.
(7) J.R.R. Tolkien, Il Medioevo e il fantastico, a cura di C. Tolkien, trad. it. di C. Donà, Milano, Bompiani, 2003 (ed. or. The Monsters and the Critics and Other Essays, 1983) p. 432.
(8) Ringrazio Giampaolo Canzonieri, che ha offerto un impagabile supporto per la traduzione del testo.

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A Chianciano Terme torna la Terra di Mezzo

Chianciano TermeDopo il successo della passata edizione, che ha visto e goduto di visitatori e ospiti giunti da tutt’Italia, ecco che Chianciano Terme torna a vestire e godere dell’atmosfera della Terra di Mezzo con un evento straordinario che si rinnova per rendere omaggio, anche per il 2024, allo scrittore J.R.R. Tolkien e alla sua opera. Questa nuova edizione, che si svolgerà dal 28 al 30 giugno alle porte della città prende l’avvio da una poesia di Tolkien stesso, una delle prime, in cui lo scrittore affronta uno degli argomenti a lui più cari ovvero la natura e, con essa, gli alberi.
Chianciano TermeIl professore inglese vissuto a Sarhole nei pressi di Birmingham, aveva forte predilezione e sensibilità per tutto ciò che concerneva il territorio, il paesaggio, la natura e questa poesia, intitolata Kortirion tra gli alberi o Gli alberi di Kortirion, è una celebrazione del Warwickshire, la città della Terra degli olmi, e di Alaminore del Reame Fatato. Per Chianciano, terra benedetta da un paesaggio rigoglioso e da acque salutari, una conferma in più di quanto il suo stesso territorio si avvicini a quella visione vissuta e sognata da Tolkien, che troviamo descritta in tante opere dello scrittore.

In tre giorni due mostre e una dozzina di esperti

Locandina Davide FrisoniPer questa seconda edizione il programma, partendo proprio da un’attenzione e una valorizzazione particolare nei confronti della realtà territoriale, si presenta quanto mai ricco di eventi. In questa importante tre giorni ci si potrà infatti confrontare con i maggiori studiosi, traduttori ed esperti dell’opera dello scrittore inglese attraverso incontri, dialoghi e seminari legati al tema della natura. I nomi sono i più prestigiosi ovvero quelli di coloro che da anni si dedicano allo studio e alla traduzione delle opere di Tolkien ma anche alcuni dei protagonisti della cultura e dell’arte in Italia, tra riconferme e nuovi arrivati: Luca Manini, Barbara Sanguineti, Edoardo Rialti, Davide Rondoni, Andrea Monda, Roberto Arduini, Stefano Giorgianni, Giuseppe Pezzini, Sergio Lombardi, Alessandro Bottero e Roberto Fontana sono infatti i nomi eccellenti per questa nuova rassegna.
Ci sarà poi la possibilità di visitare due mostre imperdibili “firmate” da due straordinari artisti come Sergio Padovani e Friba Art ovvero Davide Frisoni, noti sia a livello nazionale ma anche riconosciuti a livello internazionale. Locandina PadovaniDavide Frisoni, già autore dell’attuale come anche della precedente suggestiva locandina della manifestazione, sarà presente con una mostra dal titolo: L’incantesimo del drago, dedicata al mondo di queste misteriose e seduttive creature in Tolkien e non solo. Creature infatti che hanno acceso la fantasia e la narrativa dello scrittore fin da bambino ma che “abitano” il nostro territorio nascosti tra leggende e curiosità.
Sergio Padovani, uno dei più importanti, interessanti e noti artisti dell’attuale scenario dell’arte contemporanea, sarà invece protagonista della mostra La strada perduta (dal titolo del quinto volume della Storia della Terra di Mezzo): un viaggio onirico in luoghi obliati e negli abissi dell’animo umano. Per l’occasione l’artista modenese realizzerà anche un’opera inedita intitolata proprio La strada perduta che sarà esposta per la prima volta in assoluto a Chianciano Terra di Mezzo, nella bellissima sede di Villa Simoneschi. La mostra si protrarrà poi per tutto il mese di luglio.

Anche teatro, laboratori e sfilate Cosplayers

cucinaInoltre la manifestazione sarà ulteriormente arricchita con attività e laboratori capaci di coinvolgere i visitatori di tutte le età: si potranno degustare menu ispirati alla Terra di Mezzo, realizzati ad hoc e si scopriranno i sentieri, i percorsi per gli hobbit accompagnati da atmosfere suggestive e da canti elfici.
Ma Chianciano Terra di Mezzo è un kermesse che non dorme mai.
Gli eventi a cui assistere, tra letture notturne, spettacoli e passeggiate, proseguiranno infatti per tutta la notte così da poter cogliere insieme, per i più temerari come Frodo e Sam, il sorgere delle prime luci dell’alba.
Tra questi eventi non si può non citare la splendida serata teatrale con tre delle voci protagoniste delle saghe tolkieniane. Voci della Terra di MezzoIl 29 giugno presso il Teatro Caos di Chianciano saliranno infatti sul palco le Voci della Terra di Mezzo ovvero Gollum, Frodo e Thorin Scudodiquercia. Un’occasione magistrale per incontrare tre dei più importanti doppiatori italiani come il maestro Francesco Vairano, Davide Perino e Fabrizio Pucci che hanno saputo dar vita e voce ad attori indimenticabili. Ad aprire la serata il Coro Altreterre: una meravigliosa ensemble di voci capaci di traportare chiunque li ascolti in luoghi remoti ed evocative atmosfere ancestrali. Chianciano Terra di Mezzo è un’occasione sempre preziosa per accostarsi in modo differente all’opera di Tolkien che, come scrive e ci rammenta una delle sue maggiori studiose Verlyn Flieger, nel leggerlo ci permette di apprendere qualcosa di noi stessi che ancora non sapevamo o che avevamo dimenticato. Tolkien ha sempre la capacità di farci aprire gli occhi alla meraviglia restituendoci poi le parole per dirla. E la meraviglia è ciò che da sempre muove alla conoscenza.

Roberta Tosi

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Programma
VENERDÌ 28 giugno 2024

Ore 18.00 Inaugurazione Mostra Davide Frisoni (Friba Art) “L’INCANTESIMO DEL DRAGO”  c/o  ex Biblioteca di Chianciano Terme
(Viale Dante, 4 – Chianciano Terme, accanto al Teatro Caos)
Ore 18.30 A seguire Opening Lecture di Roberta Tosi, Direttore Artistico della manifestazione, in
dialogo con l’artista  Davide Frisoni Davide Frisoni (Friba Art) “ILLUSTRARE TOLKIEN E LA NATURA”
Ore 20.00 Cena a Tema con musica dal vivo c/o Centro storico di Chianciano Terme.
SI CONSIGLIA di prenotare prima.
Ore 22:00 Maratona di Lettura Collettiva dei capitoli del Signore degli Anelli non rappresentati nella trilogia cinematografica c/o Teatro Caos (Viale Dante, 4 Chianciano Terme)


SABATO 29 giugno 2024   

Ore 10.00 Seminario sulla lingua Quenya: come parlavano gli elfi  a cura di Roberto Fontana presso il Teatro Caos
Dalle ore 10.00 Ludoteca GAMESTORM con possibilità di giochi di ruolo  non solo c/o Area Chianciano Terra di Mezzo, Viale Dante, 4 (ex biblioteca)
Dalle ore 11.00  Attività Cosplayers presso l’Area Chianciano Terra di Mezzo, Viale Dante, 4 a cura dell’associazione “Terra di Mezzo Cosplayers”

Ore 11.30 Inaugurazione della Mostra di Sergio Padovani  “La Strada Perduta” c/o Villa Simoneschi, Viale Dante, 37 Chianciano Terme
Ore 12.00 CORSO DI CUCINA HOBBIT presso l’area antistante il Teatro Caos , a cura di Rossana Giulianelli. (prenotazione obbligatoria)

Dalle ore 15:30 Incontri letterari, con la moderazione di Roberto Arduini
Ore 15.30 Incontro con Sergio Lombardi e Alessandro Bottero “C’E’ DEL BUONO IN QUESTO MONDO, PADRON FRODO”
Ore 17.00 Incontro con Barbara Sanguineti “TRA LUCE E OSCURITA’: LA NATURA COME GRAMMATICA MITICA NELL’OPERA DI TOLKIEN”
Ore 17.45 Incontro con Andrea Monda “A PROPOSITO DEGLI HOBBIT”

Ore 21.00 Evento-Spettacolo “VOCI DALLA TERRA DI MEZZO” con Francesco Vairano, Davide Perino e Fabrizio Pucci  (doppiatori di Gollum, Frodo e Thorin Scudo di Quercia), c/o Teatro Caos Viale Dante, 4 Chianciano Terme).
Con la partecipazione straordinaria del Coro Altreterre (prenotazione obbligatoria)
Dalle 23.00 Live music e esposizione a tema tolkeniano in centro storico

DOMENICA 30 giugno 2024 
Ore 4.30 Passeggiata notturna nel bosco alla scoperta dell’alba con letture di Tolkien, lanterne e Pan di Via
(Ritrovo presso Parcheggio Piscine Theia, Piazza Guglielmo Marconi, 42 Chianciano Terme e prenotazione obbligatoria)

Dalle ore 10.00 Attività Cosplayers presso l’Area Chianciano Terra di Mezzo di Viale Dante, 4, a cura dell’associazione “Terra di Mezzo Cosplayers”
Dalle ore 10.00 Ludoteca GAMESTORM con possibilità di giochi di ruolo e non solo c/o l’Area Chianciano Terra d Mezzo in Viale Dante, 4

Dalle ore 11.00 Incontri letterari c/0 Teatro Caos
Ore 11:00 Davide Rondoni e Luca Manini “Cos’è la natura? Chiedetelo a Tolkien e ai poeti”
Ore 12.00 Stefano Giorgianni e Edoardo Rialti ” MOLTE VOLTE UNDICICENTO, IL RITORNO DELL’OMBRA”
Ore 12.45 Seminario Stefano Giorgianni “TRADURRE JRR TOLKIEN: LE BOZZE DE IL SIGNORE DEGLI ANELLI” (Prenotazione obbligatoria onsite)
Ore 15.00 Giuseppe Pezzini “IL GIARDINAGGIO DELLA CREAZIONE: PER UN’ECOLOGIA INTEGRALE TOLKENIANA”

 

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Chianciano Terme, ecco gli ospiti e le mostre
– Leggi l’articolo Chianciano Terra di Mezzo a fine giugno
– Leggi l’articolo Il Salone di Torino in virtuale parla di Tolkien
– Leggi l’articolo Ritorno dal Salone e dal Viaggio nella TdM
– Leggi l’articolo Dozza, il 19 settembre il Tolkien Studies Day
– Leggi l’articolo Sarzana, arriva il Tolkien Studies Day

LINK ESTERNI:
– Vai al sito ufficiale di Chianciano Terra di Mezzo
– Vai alla pagina facebook di ViviChianciano
– Vai al sito del comune di Chianciano

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Diritti di JRR Tolkien, «Embracer si dividerà»

Embracer GroupIl colosso Embracer Group, il conglomerato di giochi svedese proprietario delle opere più importanti di J.R.R. Tolkien, di fronte a debiti e difficoltà significativi, ha annunciato che si dividerà in tre società per cercare di non affogare. Il colosso svedese di videogiochi e giochi da tavolo aveva fatto notizia due anni fa per una campagna sfrenata di acquisizioni, culminate con l’acquisto dei diritti di sfruttamento commerciale del Signore degli Anelli e Lo Hobbit (con un prezzo stracciato secondo gli analisti). Dal 2021, l’azienda ha vissuto gravi battute d’arresto: debiti per quasi 700 milioni di euro, fallimento di partnership, chiusura di studi, cancellazione di progetti di giochi… Appena due mesi fa, aveva rivelato che i risultati del terzo trimestre 2023 erano stati salvati grazie agli introiti delle licenze legate a Tolkien. Ora Embracer si dividerà in tre.

«Tre si è in compagnia»

EmbracerIl consiglio di amministrazione della società ha proposto di separare il gruppo in tre società di giochi e intrattenimento. Nel farlo, metterà in mostra i gioielli di famiglia, per così dire: Asmodee Group, Coffee Stain & Friends e Middle-earth Enterprises & Friends. Asmodee è uno dei più grandi editori e distributori di giochi da tavolo con una rete di studi e un catalogo IP proprietario, quindi continuerà a concentrarsi sui giochi da tavolo. Coffee Stain & Friends è un’entità di gioco con un duplice focus sui giochi indie e premium A/AA e free-to-play per PC/console e dispositivi mobili, quindi riunirà i giochi per PC, console e cellulari, a volte gratuiti. Le attività videoludiche più note saranno concentrate nella terza società, che oltre a gestire i diritti di proprietà intellettuale del Signore degli Anelli e Tomb Raider, si dedicherà allo sviluppo e la pubblicazione di giochi AAA per PC e console. AAA è il termine utilizzato per classificare i videogiochi prodotti o distribuiti da un importante editore, che solitamente dispone di budget di sviluppo e marketing più elevati rispetto ad altri livelli di giochi. Gli azionisti che rappresentano più del 50% del capitale e dei voti di Embracer Group hanno espresso sostegno al piano, ha affermato la società.
Le azioni di Asmodee e Coffee Stain & Friends saranno distribuite, sotto forma di dividendi, agli azionisti di Embracer Group e saranno quotate al Nasdaq di Stoccolma. Invece, Middle-earth Enterprises & Friends sostituirà Embracer come principale società quotata. Per giungere a questo senza perdite e cambi troppo radicali, Middle-earth Enterprises & Friends rimarrà, in pratica, all’interno dell’attuale società quotata Embracer Group, che alla fine verrà rinominata con quel nome, in contemporanea al cambio di nome dello spin-off Coffee Stain & Friends. La quotazione di Asmodee dovrebbe, infine, avvenire «entro dodici mesi».

«Il boom degli anni 2020 è finito»

Lars Wingefor CEO EmbracerIl maggiore azionista, il fondatore e attuale CEO Lars Wingefors, nel presentare il piano ha detto che tutto è causato dal contesto storico: «Il boom degli anni 2020 è finito, era un mondo diverso. Dobbiamo adattarci a un nuovo ambiente». Wingefors intende formare una nuova struttura proprietaria a lungo termine, comprese le attuali partecipazioni in Embracer Group (circa il 20% del capitale e il 40% dei voti). Ognuna delle tre entità avrà una nuova struttura di leadership e Wingefors «rimarrà proprietario a lungo termine, attivo, impegnato e di supporto di tutte e tre le entità», ha affermato la società. Kicki Wallje-Lund, presidente del consiglio di amministrazione di Embracer, ha aggiunto: «Questa trasformazione è un passo importante per sbloccare valore per gli azionisti. Con questa nuova struttura, le tre entità saranno in grado di concentrarsi sull’esecuzione delle proprie strategie principali e sullo sfruttamento dei propri punti di forza, fornendo storie azionarie più differenziate e distinte sia agli azionisti esistenti che a quelli nuovi. Dopo un’attenta valutazione di varie alternative strategiche, crediamo fermamente che questa decisione andrà a beneficio di tutte le parti interessate e ci posizionerà per un successo continuo in futuro».

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Embracer: salvati dal Signore degli Anelli
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LINK ESTERNI:

– Vai al sito web della Embracer Group
– Vai al sito web della Middle-earth Enterprises

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Francia, pubblicato Tolkien et l’Antiquité

Casa editrice Classiques GarnierÉ appena stato pubblicato Tolkien et l’Antiquité. Passé et Antiquités en Terre du Milieu, un volume di saggio a cura di Dimitri Maillard (Université Paris 1, Pantheon-Sorbonne) per i tipi di Classiques Garnier, una storica casa editrice che, nel mercato editoriale francese, costituisce il sicuro riferimento per le opere letterarie antiche e moderne e i testi scientifici. Il volume, attraverso molteplici punti di vista e differenti campi di studi, intende indagare le influenze antiche – finora considerate in un certo modo secondarie rispetto a quelle medievali – nell’opera tolkieniana. In effetti, i principali dibattiti nei Tolkien Studies hanno finora contrapposto chi, come Tom Shippey e Thomas Honegger, ritiene che Il Signore degli Anelli e il legendarium possano essere interpretati al meglio dagli specialisti di letteratura medievale e chi, come Verlyn Flieger, ne sottolinea invece la capacità di ridiscutere e decostruire le strategie di rappresentazione attraverso una consapevolezza squisitamente (post)moderna.
Il volume a cura di Maillard, dunque, si propone di colmare un vuoto esegetico sempre più evidente e di dimostrare come l’eredità culturale e letteraria dell’Antichità abbia fornito a Tolkien non soltanto elementi generici e di secondaria importanza ma anche – attraverso la ripresa di miti come quelli di Orfeo e di Atlantide, della Caduta di Troia e dell’Eneide – dei modelli attivi, capaci di conferire profondità storica e realismo al suo Mondo Secondario: l’Antichità “trasposta” nella Terra di Mezzo emerge in modi molteplici che esprimono l’idea di un passato classico e idealizzato. Tolkien et l'AntiquitéIl progetto di Maillard è certamente valido, sebbene vada commisurato alla ben nota circospezione del Professore verso la “critica delle fonti”: da un lato, infatti, attraverso la gustosa (in tutti i sensi) allegoria del “Calderone delle Storie” contenuta nel saggio Sulle fiabe, afferma sì che la “minestra” è «il racconto che viene offerto dai suoi autori o narratori» e le “ossa” «le sue fonti o materiali» (Il Medioevo e il fantastico, p. 182) ma sancisce anche il ruolo attivo dell’autore: «se parliamo di un Calderone, non dobbiamo dimenticare completamente i Cuochi. Vi sono molti ingredienti nel Calderone, ma i Cuochi non immergono il mestolo del tutto alla cieca. La loro selezione è importante» (Ivi, p. 192); dall’altro, poi, egli sostiene che «la cosa più interessante da considerare è l’uso particolare che viene fatto in una situazione particolare di un qualche motivo, che sia inventato, deliberatamente preso a prestito o inconsciamente ricordato» (Lettere, n. 337). Se, dunque, occorre usare prudenza nel parlare delle “fonti” di Tolkien, nondimeno ragionare in termini di complanarità tra la sua opera e quelle antiche e medievali può costituire un esercizio ermeneutico appagante.

Tolkien e l’Antichità

Tolkien et l’AntiquitéCom’è noto, il percorso universitario di Tolkien iniziò con lo studio dei classici per poi deviare improvvisamente nello studio della lingua e della letteratura inglese. In diverse occasioni, il Professore segnalò come i suoi interessi lo spingessero più verso il settentrione medievale che non verso il meridione antico. Ciò non significa, nondimeno, che egli ignorasse i classici né tantomeno che il suo legendarium fosse “ricalcato” sul medioevo europeo. Quest’idea, del resto, sembra dipendere, più che da una qualità intrinseca dell’opera tolkieniana, da un’impressione generata nei lettori dai vagheggiamenti romantici dell’Età di Mezzo o dalle ambientazioni medievaleggianti dell’heroic fantasy. Un Medioevo, dunque, rappresentato con lampanti anacronismi, distorsioni e idealizzazioni e spesso semplicisticamente, quando non indebitamente, proiettato sulle Ere di Arda. La Terra di Mezzo è ben lontana da simili semplificazioni, tant’è che il Signore degli Anelli mostra, nei vari popoli che rappresenta, mondi culturali in qualche modo assimilabili – ma non sovrapponibili – a epoche differenti del nostro Mondo Primario: così, se è evidente l’attitudine degli Elfi a “imbalsamare” nei propri domini il ricordo del passato, l’immagine intatta delle Ere più antiche di Arda, la Contea appare «simile a un villaggio del Warwickshire nel periodo intorno al Giubileo di Diamante» (Lettere, n. 178), i Rohirrim non sono «”medievali”, nel nostro senso» (Lettere, n. 211),  sebbene possano essere paragonati ai cavalieri coperti di cotta di maglia dell’Arazzo di Bayeux, e i Númenóreani di Gondor potrebbero essere «raffigurati al meglio come (diciamo) Egizi» (Ivi). Sebbene, dunque, gli interessi personali e professionali spingessero Tolkien a raffrontare la propria mitopoiesi con le grandi opere del Medioevo germanico o anglosassone, non è pensabile che egli intendesse creare un mondo “copiato” da un’immagine oleografica dell’Età di Mezzo europea.

Declinare l’Antichità al plurale

Ne consegue che anche l’Antichità, come il Medioevo, costituisce un serbatoio di temi e storie disponibili alla capacità creativa di Tolkien. Da qui il valore certamente positivo della proposta del volume curato da Maillard, che analizza la tematica attraverso i seguenti saggi:

  • Dimitri Maillard, Introduction. L’Antiquité et la Terre du Milieu, deux mondes “autres”;
  • Première Partie, Un Âge ou des Âges Antiques:
    • Leo Carruthers, Le Troisieme Âge comme Medium Ævum. Des Âges de la Terre du Milieu à “nos Jours”;
    • Christopher Chinn, Phoebe J. Thompson, The Vergilian Golden Age in Tolkien’s Legendarium;
  • Deuxième Partie, Évocations sensibles d’un passé antique:
    • Benjhamin E. Steven, “All… that walk the world in these after-days”. Classical Receptions as Gothic “Haunting” in J.R.R. Tolkien;
    • Damien Bador, La langue de la connaissance. L’influence du latin sur le quenya de J.R.R. Tolkien;
    • Jean-Rodolphe Turlin, Vestiges de l’Antiquité chez les Hobbits;
  • Troisième Partie, Ères et empires antiques:
    • Thibaud Nicolas, De Babilone à Númenor. La réception de l’Antiquité proche-orientale et l’usage des sources akkadiens dans l’œuvre de J.R.R. Tolkien;
    • Maxime Émion, Rome en Terre du Milieu. Échos d’un passé à venir;
    • Charles Delattre, Velléda et Galadriel, les Antiquités de Chateaubriand et Tolkien

Libri Tolkien e i ClassiciIl volume, dunque, suggerisce l’idea di un’Antichità declinata al plurale, nel duplice senso che non limita l’indagine al solo mondo greco-romano (si veda il saggio di Nicolas sulle fonti accadiche del Professore) e che tiene conto della tradizione e risemantizzazione dei classici nel tempo (come nei saggi di Steven sulla loro rilettura gotica o di Delattre sul confronto tra il “classicismo” di Chateaubriand e Tolkien). Tolkien et l’Antiquité si presenta, dunque, come un’opera di sicuro interesse su un aspetto relativamente poco esplorato della cultura di Tolkien e conferma positivamente le intuizioni di raccolte di saggi come Tolkien and the Classical World, curata da Hamish Williams (2021), e Tolkien e i classici, curata da Roberto Arduini, Cecilia Barella, Giampaolo Canzonieri e Claudio A. Testi (2015 e 2018).

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Vai alla recensione di: Tolkien e i Classici: quante belle recensioni
– Vai alla recensione di: Esce Tolkien e i Classici anche in inglese!
– Vai alla recensione di: Pubblicato il libro Tolkien e i Classici II
– Vai alla recensione di: Il 12/5 Tolkien e i Classici al Salone di Torino

LINK ESTERNI:
– Vai alla pagina dell’editore Classiques Garnier

 

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Il Tolkien Reading Day in Italia: quante letture!

"Tolkien Reading Day"Qualche giorno fa abbiamo pubblicato il programma delle attività che la nostra associazione ha organizzato per il Tolkien Reading Day 2024, che si svolgeranno a Dozza, il 24 marzo, e online, il 25. Siamo lieti che, anche quest’anno, altre realtà associative e smial, in tutta la penisola, aderiscano a questa consuetudine che da ormai oltre 20 anni, vede gli appassionati del professore oxioniense radunarsi per commemorare la sua opera. Riportiamo quindi di seguito gli eventi di cui abbiamo notizia, nella speranza che quanti più di voi possibile possano partecipare per unirsi a noi, simbolicamente, nel celebrare il professore. Seguiremo un ordine geografico, da sud a nord, per facilitare la ricerca dell’evento più vicino alle vostre dimore. Qualora foste a conoscenza di altri eventi in giro per l’Italia non esitate a informarci nei commenti!

Messina e Cagliari: letture su Tolkien nelle isole

Ormai in Sicilia la capitale tolkieniana è Messina, che da mesi ha iniziato un’intensa attività di conferenze, seminari e incontri in libreria, grazie a un gruppo molto affiatato e alla bravura del coordinamento di un’associazione “storica” tolkieniana, che da poco si è rinominata Eriador. Il 23 marzo alle ore 18.00, in occasione del Tolkien Reading Day, proprio l’associazione Eriador con la collaborazione dell’AIST e dell’Officina del Sole, nei locali di Via Giacomo Venezian, Marco Boncoddo e Paolo Pizzimento, insieme al padrone di casa Lelio Bonaccorso, ci catapulteranno all’interno del mondo tolkieniano. Dopo aver affrontato il personaggio di Galadriel ne “Il Silmarillion” e ne “Il Signore degli Anelli”, la letteratura inglese tra le due guerre mondiali, il potere e le sue ipostasi, il saggio Sulle fiabe, ora sarà la volta di un confronto tra Aragorn II e Turin Turambar, nella più ampia tematica dell’eroe letterario.
Seguendo il confine del Mar Tirreno puntando verso Capo Teulada, si sbarca a Cagliari, città dalla forte tradizione tolkieniana. Qui è, infatti, presente da anni gli Araldi di Alqualonde, lo smial sardo affiliato a S‘Arda – Tolkien Sardegna, la società tolkieniana che si propone di riunire gli appassionati, gli artisti e coloro che desiderano approfondire lo studio delle opere di Tolkien in Sardegna e in lingua sarda, che ha realizzato grandi incontri molto partecipati e di valore letterario. Il 26 marzo, alle ore 18,00, lo smial  si riunirà presso la libreria Ubik di Cagliari (via Sidney Sonnino 186/A) per leggere brani e discutere insieme delle opere, dei mondi e del pensiero di J.R.R. Tolkien.

In Liguria ed Emilia in viaggio con Tolkien

Salendo lungo la penisola, si può partire dalla Liguria. Qui, in provincia di Savona, il borgo medievale di Laigueglia, famoso per il corallo, ha avviato da alcuni mesi un percorso culturale tutto dedicato a JRR Tolkien, In Viaggio con Tolkien. Domenica 24 marzo, al termine delle giornate di primavera del FAI, alle 17.45 al centro civico “Semur en auxois” in piazza San Matteo, si terrà l’evento laiguegliese del Tolkien Reading Day, giornata celebrata in tutto il mondo, con letture, commenti, visione di scene cinematografiche e dibattiti sulla saga del Signore degli Anelli. In questa terza tappa della nostra rassegna sul padre della letteratura fantasy verranno mostrate e commentate scene e i dialoghi più iconici e famosi della saga cinematografica e si terrà una lettura teatrale di alcuni brani centrali nello sviluppo della storia, analizzandone i temi con l’aiuto di alcuni esperti, registi e attori, e ci sarà anche un collegamento web a sorpresa.
Non è da meno l’Emilia, dove ormai Pieve di Cento (BO) è il centro di molte attività tolkieniane. Già in occasione della Fiera di Pieve di Cento, che annualmente riempie le strade del paese con tanti ragazzi giovani e tanta musica, la parrocchia locale aveva organizzato una serata culturale dedicata a J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis, con la presenza di due relatori: Claudio Antonio Testi ed Annalisa Teggi. Ora sarà il turno della biblioteca “Le scuole”, in collaborazione con la Fumetteria Geco e nell’ambito del Patto per la lettura – Pieve di Cento città che legge, in occasione del Tolkien Reading Day, organizza una serata di letture coordinata da Stefano Tassinari. Così lunedì 25 marzo, alle ore 18.00 si terrà l’incontro. Il tema di quest’anno è, naturalmente, quello scelto dalla Tolkien Society Inglese e quindi “Servizio e Sacrificio”.

A Pinerolo con il gruppo Inkiostri

Molto strutturato l’incontro del 24 marzo, dalle ore 14.30 a Pinerolo (TO) presso il salone parrocchiale San Maurizio, dove il gruppo letterario Inkiostri in collaborazione con l’Associazione Culturale Sentieri Tolkieniani ha previsto un fitto programma di conferenze e letture, tutti incentrati sul tema “Servizio e Sacrificio”: la prima conferenza vedrà Chiara Bertoglio (musicista e teologa ) e Davide Gorga (scrittore e studioso) affrontare il tema “Servizio e sacrificio in Dante e Tolkien: l’Autorità e il pericolo del Potere“; a seguire Luisa Paglieri (germanista e scrittrice) si concentrerà sul tema del servizio con “Sam: servizio e fedeltà”. Maria Finello (insegnante) analizzarà, invece, il tema del sacrificio dell’eroe nel Silmarillion con il suo “Dare la vita per tramandare vita. La morte dell’eroe nel Silmarillion”. A queste conferenze seguirà una lettura teatrale incentrata sul “Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm”. La lettura è il frutto dell’adattamento da parte Adriana Comaschi (scrittrice fantasy) dell’omonimo testo di Tolkien. A valle della piece teatrale, Mauro Toninelli (insegnante e saggista) dialogherà con il pubblico a proposito del suo libro “Al Drago verde”. A chiudere la serata, sono previste letture libere e una Tavola Rotonda moderata da Chiara Nejrotti (insegnante e saggista).

Tolkien nel Triveneto: Vicenza e Spilimbergo

Il 25/03, alle ore 20.30 a Vincenza presso il centro culturale Porto Burci, grazie all’associazione culturale La Loggia del Crepuscolo si svolgerà un incontro con lo scrittore e socio fondatore dell’AIST Wu Ming 4, autore di alcuni saggi importanti come l’Eroe Imperfetto, Difendere la Terra di mezzo e Il Fabbro di Oxford e Francesco Nepitello, notissimo autore del gioco di ruolo, di cui L’Unico Anello e soltanto l’ultimo grande esempio.
Di Difendere la Terra di mezzo è recentemente uscita una nuova edizione, rivista dall’autore 10 anni dopo la pubblicazione originale – ne abbiamo parlato qui. La seconda edizione del gioco di ruolo l’Unico Anello, nella sua versione inglese, è stata oggetto di kickstarted di grandissimo successo nel 2021 – ne abbiamo parlato qui – e vedrà a breve la pubblicazione di un’espansione molto attesa sulle miniere di Moria (Moria – through the Doors of Durin).
Chiudiamo questa bella carrellata di incontri culturali con un incontro che si terrà in Friuli. Sempre domenica 24 marzo alle 17.30 presso il Molino di Mezzo a Spilimbergo (PN), interverrà Nicolò Del Grande, saggista dell’Associazione Il Raduno – Tolkien Fest in una conferenza dal titolo J.R.R. Tolkien – Mito. Epica. Tradizione. Nicolò Dal Grande (Montecchio Maggiore, Vicenza, 1983), laureato in Storia Moderna e Contemporanea presso l’Università degli Studi di Padova (2010), ha successivamente conseguito il diploma nel Corso di Alta Formazione in Dialogo Interreligioso e Relazioni Internazionali presso L’ISSR Marvelli di Rimini (2021). Saggista, collabora con la rivista online Domus Europa, apparendo in alcuni documentari di natura storica. Segretario Nazionale dell’Associazione Culturale Identità Europea dal 2014, per i tipi del Cerchio ha pubblicato Il Risorgimento Italiano (2011); è fra gli autori con Franco Cardini, Francesco Mario Agnoli, Luigi Pedrone del testo Grande Guerra: le radici e gli sconfitti (2014) e Veneto 1866 (2016). Già in passato, Dal Grande si è occupato dello scrittore inglese, con approfondimenti su George MacDonald e JRR Tolkien.

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mappa TRD 2024

 

ARTICOLI PRECEDENTI:

– Leggi l’articolo Tolkien Reading Day 2024: ecco il programma
– Leggi l’articolo Difendere la Terra di Mezzo: l’intervista
– Leggi l’articolo Kickstarter, successo per L’Unico Anello 2a edizione
– Leggi l’articolo L’AIST raddoppia il Tolkien Reading Day
– Leggi l’articolo Il 25 marzo unisciti al Tolkien Reading Day!
– Leggi l’articolo Oggi è il Tolkien Reading Day: festeggia con noi!
– Leggi l’articolo Il Tolkien Reading Day 2019: a Dozza e in Italia
– Leggi l’articolo L’AIST raddoppia: il Tolkien Day a Formello
– Leggi l’articolo Tolkien Day 2017, un successo a Roma!
– Leggi l’articolo Il 25 marzo partecipa al Tolkien Day a Roma

LINK ESTERNI:

– Leggi l’articolo Pinerolo. domenica 24 marzo il “Tolkien Reading Day” targato Inkiostri

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Nuovo libro a settembre le Poesie di Tolkien

Tolkien è noto a tutti per i  suoi romanzi Lo Hobbit Il Signore degli Anelli ed è ormai considerato un indiscusso maestro del Fantasy, se non il padre di questo genere. Non tutti però si sono soffermati a considerare le sue indubbie abilità come poeta. A questo cercheranno di porre rimedio i noti studiosi Wayne Hammond e Cristina Scull che, dopo aver mostrato agli appassionati del professore l’artista, con pubblicazioni come Tolkien: Artista e Illustratore, L’Arte dello Hobbit e L’Arte del Signore degli Anelli, approfondiranno il poeta con una nuova raccolta di poesie intitolata The Collected Poems of J. R. R. Tolkien in arrivo per Harper Collins a Settembre.

Tolkien e la poesia

Goblin FeetPer molto tempo, se non per tutta la sua carriera, Tolkien si è considerato (anche) un poeta. Come scrive John Garth in Tolkien e la Grande Guerra “fu con lo studio dei classici (…) che il gusto di Tolkien per la poesia fu risvegliato”, durante gli anni passati alla King Edward’s School di Birmingham. Molte tra le sue prime poesie, si pensi a Tinfang Warble del 1914 o a  dell’anno successivo, sono già a tema fantastico, ma gli elfi e le fate che vi sono rappresentati sono ancora quelli tipici dell’epoca vittoriana. Ben presto però, l’influenza del Nord e ancor più l’incombere della guerra sulle vite di Tolkien e dei suoi amici, spazzeranno via le fatine vittoriane per dare vita a una poesia più matura con la quale inizia a prendere vita la Terra di mezzo: Eärendil, la città di Kor (i.e. la futura Tirion), l’isola di Tol Eressëa prendono vita per la prima volta fra il 1915 e il 1916, in forma poetica. Il professore cercò di pubblicare, senza successo, alcune fra queste poesie nella raccolta The Trumpets of Faerie dapprima nel 1916 e in seguito sia durante la sua permanenza a Leeds, nei primi anni 20, sia ad Oxford, nel 1926. La maggior parte di queste è stata pubblicata postuma da Christopher Tolkien nei primi due volumi della monumentale Storia della Terra di Mezzo, insieme alle storie del Libro dei Racconti Perduti che a queste sono legati strettamente.

Dopo la fine della guerra, per tutti gli anni 20 e 30, Tolkien abbandonò I Racconti Perduti per dedicarsi al Silmarillion, il progetto che porterà avanti per tutta la vita. Questo periodo fu anche molto prolifico per la sua produzione poetica anche se solo una piccola parte di essa fu inizialmente pubblicata. Ricordiamo, per esempio, le raccolte Northern Venture del 1923 – che contiene 23 poesie di 10 autori dell’Università di Leeds, 3 delle quali di Tolkien – e Songs for the Philologists, stampata privatamente nel 1936, che contiene versi – alcuni dei quali di Tolkien e di E.V. Gordon – in numerose lingue: Inglese, Medio Inglese, Antico Inglese, Antico Islandese, Latino e Gotico. Questi anni però furono sopratutto quelli dei Lai. Il professore scrisse infatti svariati poemi narrativi, la maggior parte dei quali incompiuti, sia in versi allitterativi che in distici rimati: Il Lai dei Figli di Húrin (fra il ’20 e il ’25), Il Lai di Leithian (fra il ’25 e il ’31), Il Lai di Aotrou e Itroun (nel ’30), La Caduta di Artù (negli anni ’30) e Il Nuovo Lai dei Volsunghi Il nuovo Lai di Gudrún (negli anni ’30). Nessuno di questi poemi è stato pubblicato quando l’autore era ancora in vita, ma con il successo planetario di Tolkien, ormai tutti sono stati pubblicati o come parte della Storia della Terra di Mezzo o come opere indipendenti.

Gli anni dello Hobbit e del Signore degli Anelli, furono, naturalmente altrettanto prolifici, ma in questo caso la maggior parte della produzione poetica del professore ha trovato la giusta collocazione all’interno dei romanzi stessi. Fra le eccezioni, figura il poema drammaturgico in versi allitterativi Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm inspirato al poema in antico inglese La Battaglia di Maldon, che ha avuto una recente riedizione inglese nel Marzo dello scorso anno.

Con gli anni ’60 vediamo una riduzione progressiva della produzione poetica del professore, forse dovuta a un aumento di interesse di Tolkien per gli aspetti filosofici del Legendarium, o perché tutti i suoi sforzi erano profusi verso il completamento del Silmarillion. Risale però proprio a questi anni la pubblicazione di due importanti raccolte di poesie: Le Avventure di Tom Bombadil nel 1962 e The Road Goes Ever On nel 1967.

La nuova raccolta

In questo contesto si inserisce la nuova raccolta curata da Cristina Scull e Wayne Hammond. Secondo quanto riportato sul blog dei due studiosi il progetto è in cantiere dal 2016 ed è stato discusso con Christopher Tolkien svariate volte fino a Marzo 2019, data del suo ultimo messaggio con il quale approvava l’idea e le proposte fatte fino a quel momento. Il progetto iniziale di Christopher era quello di pubblicare unicamente le poesie scritte prima degli anni 30, ma i curatori col tempo lo hanno convinto a “raccogliere quante più poesie di suo padre possibile, indipendentemente dalla loro data di composizione, dalla lingua e dalle circostanze e di seguire per questa collezione il modello della Storia della Terra di mezzo, combinando i testi originali con note editoriali e commenti.

La collezione di poesie avrà la forma di un cofanetto di 3 volumi rilegati per un totale di più di 1500 pagine e includerà “la maggior parte delle poesie note scritte da Tolkien e per molte di queste multiple varianti che ne mostrano l’evoluzione”. I Collected Poems conterranno 195 titoli, considerando che ogni titolo può corrispondere a più varianti della stessa poesia, almeno 240 poesie e 5 appendici. Fra questi 77 sono completamente inediti (i.e. non sono stati pubblicati in alcuna forma in precedenza a meno di alcuni versi) mentre di altri sono state pubblicate delle varianti. I lunghi poemi citati in precedenza e già oggetto di pubblicazioni dedicate non saranno naturalmente citati per intero, ma ne verranno forniti estratti significativi al fine di “mostrare lo sviluppo di Tolkien come poeta o forme metriche non utilizzate da lui altrove”. La collezione inoltre non contiene tutti i poemi inclusi ne Lo Hobbit o ne Il Signore degli Anelli ma solo una selezione rappresentativa. “Il libro includerà un lunga introduzione su Tolkien come poeta, una breve cronologia delle sue poesie e un glossario dei termini arcaici, inusuali e poco noti utilizzati nei suoi versi”

LINK ESTERNI:
– Vai al blog di Wayne Hammod e Christina Scull : Too Many Books and Never Enough
– Vai al sito ufficiale di Harper Collins: The Collected Poems of J. R. R. Tolkien

ARTICOLI PRECEDENTI:

– Leggi l’articolo Come ascoltare il suono delle poesie in Tolkien
– Leggi l’articolo All’asta libro raro con tre poesie di Tolkien
– Leggi l’articolo Non sono perdute le due poesie «ritrovate» a Oxford
– Leggi l’articolo Scoperta una poesia di Tolkien sconosciuta

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Embracer: salvati dal Signore degli Anelli

Embracer groupIl colosso Embracer Group, il conglomerato di giochi svedese proprietario dei diritti di sfruttamento commerciale del Signore degli Anelli e Lo Hobbit, ha rivelato che i risultati del terzo trimestre 2023 sono stati aiutati tantissimo da quelli derivanti dalle licenze legate alle opere di J.R.R. Tolkien, nonostante siano stati nel complesso inferiori alle aspettative.

Il rapporto ottobre-dicembre 2023

Lars Wingefor CEO EmbracerIl margine di guadagno per l’ultimo trimestre 2023 «più elevato si spiega principalmente con i ricavi delle licenze più grandi del previsto per la proprietà intellettuale del Signore degli Anelli». Si può riassumere in questa frase il senso del rapporto presentato giovedì scorso da Lars Wingfors, CEO di Embracer. Nell’ultimo anno la società svedese ha tagliato l’8% della sua forza lavoro globale. Questo numero probabilmente non include coloro che lavorano come freelance, perché il conglomerato è passato attraverso un pesante programma di ristrutturazione in cui ha chiuso o ceduto dozzine di studi e titoli di giochi e licenziato centinaia di dipendenti, provocando scosse di assestamento che si sono riverberate in tutto il settore dei giochi. Prima di avviare il suo programma di ristrutturazione, Embracer aveva intrapreso una spesa sfrenata pluriennale, acquistando dozzine di studi di giochi e proprietà di intrattenimento tra cui l’editore di fumetti Dark House, il big della distribuzione Embracer reportAsmodee Group (già licenziataria di numerosi giochi da tavolo e giochi di carte de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit), il franchise di Tomb Raider e, naturalmente, Middle-earth Enterprises, venduta dalla casa di produzione The Saul Zaentz Company, che ha dato loro i diritti del Signore degli Anelli, appunto. Alla fine delle operazioni, era giunta a supervisionare 12 gruppi operativi e possedere 138 studi interni di sviluppo di giochi, impiegando più di 16.600 dipendenti in più di 40 Paesi. Per cercare di ottimizzare tutte le forze in campo è inevitabile il piano di ristrutturazione.

Salvati dal Signore degli Anelli

reportL’orizzonte si fa più roseo se ci si concentra solo sulla divisione Entertainment and Services, sotto la quale sono finite le proprietà intellettuali – e quindi anche i diritti di sfruttamento commerciale – del Signore degli Anelli e Lo Hobbit. L’ultimo rapporto ha rilevato che questa divisione ha registrato una crescita delle vendite nette su base annua del 12%, spingendo tutta la holding svedese in positivo al 4% di utili. Nel report infatti si può leggere che «nel trimestre, il segmento Intrattenimento e Servizi ha registrato una crescita organica del –2%, ma ha prodotto ancora una volta una forte redditività, con un EBIT rettificato in crescita del 63% su base annua a 3,05 miliardi di corone svedesi (271 milioni di euro), con un margine del 12%. La forte crescita degli utili è stata trainata da ricavi da licenze più forti del previsto derivanti dalla proprietà intellettuale del Signore degli Anelli. I fattori principali sono stati la continua e solida performance del gioco di carte collezionabili Magic the Gathering, The Lord of the Rings: Tales of Middle-earth, la performance costante del catalogo cinematografico della Warner Bros. con la trilogia del Signore degli Anelli e dello Hobbit e il nuovo gioco per PC/console The Lord of the Rings: Return to Moria pubblicato dal licenziatario esterno North Beach Games. Quest’ultimo videogioco, uscito verso la fine di ottobre 2023 su Epic Game Store (PC) si è comportato in linea con le aspettative del management. A dicembre il gioco è stato rilasciato per PlayStation 5». E per quanto riguarda le previsioni del futuro, «al di là del trimestre, la Middle-earth Enterprises attende con impazienza l’uscita nelle sale di The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim, prevista per il 13 dicembre 2024. Prodotto da New Line e Warner Bros. Animation, l’anime originale è ambientato 183 anni prima degli eventi del Signore degli Anelli e racconta la vita e i tempi sanguinosi del famoso re di Rohan, Helm Hammerhand» (Helm Mandimartello).
Embracer ha pagato 368 milioni di euro per la Middle-earth Enterprises, una somma molto inferiore a quanto alcuni avevano previsto per l’amato franchise, valutato almeno 2 miliardi di euro. Nonostante abbia concluso l’accordo con l’ex proprietario The Saul Zaentz Company nell’agosto 2022, lo scorso inverno Embracer stava ancora effettuando i pagamenti finali. L’ultimo rapporto afferma, infatti, che 1,9 miliardi di corone svedesi (172 milioni di euro) sono usciti dalle casse di Embracer nel terzo trimestre in relazione al corrispettivo differito sia per Middle-earth Enterprises sia per l’operazione di acquisto di Tripwire Interactive, che ha acquisito da Sabre Interactive insieme ad altre filiali nello stesso periodo.

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Diritti mondiali, un affare per Embracer
– Leggi l’articolo Il Signore degli Anelli, i diritti vanno a Embracer
– Leggi l’articolo Zaentz mette in vendita i diritti del Signore degli Anelli
– Leggi l’articolo L’eredità di Christopher Tolkien quasi 3 milioni
– Leggi l’articolo Amazon compra MGM… e i diritti su Lo Hobbit
– Leggi l’articolo Prima del Signore degli Anelli: ci sarà la serie tv
– Leggi l’articolo Christopher Tolkien si dimette dalla Tolkien Estate
– Leggi l’articolo Tolkien Estate e Warner Bros trovano l’accordo
– Leggi l’articolo Scompare Saul Zaentz: portò Tolkien al cinema
– Leggi l’articolo J.R.R. Tolkien e il gioco di ruolo: un approfondimento
– Leggi l’articolo Torna al cinema il film di Ralph Bakshi

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LINK ESTERNI:p

– Vai al sito web della Embracer Group
– Vai al sito web della Middle-earth Enterprises

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A febbraio il numero 26 della rivista Endòre

Fra qualche giorno uscirà, unicamente in formato elettronico, il numero 26 della rivista Endòre, diretta da Franco Manni, con instancabile dedizione, da più di 30 anni: sotto la sua curatela sono, infatti, usciti almeno 37 numeri, in varie vesti editoriali: Terra di Mezzo – Rivista interamente dedicata a Tolkien [4 numeri], Terra di Mezzo – Rivista della Società Tolkieniana Italiana [7 i numeri diretti da Manni], Endòre – La Rivista della Terra di Mezzo [26 numeri].

Un po’ di storia

La storia di questa fanzine è strettamente legata a quella del fandom e degli studi tolkieniani italiani: Terra di Mezzo – Rivista interamente dedicata a Tolkien, infatti, ha visto la luce nel lontano 1992 come prima pubblicazione autonoma dedicata a Tolkien in Italia. Nel 1995 la rivista è stata rinominata in Terra di Mezzo – Rivista della Società Tolkieniana Italiana, e, con una nuova numerazione, è diventata una pubblicazione ufficiale della STI (anch’essa fondata nel 1992). Questa collaborazione è continuata fino al 1999, quando è stato pubblicato il primo numero di Endòre, mentre Terra di Mezzo, come pubblicazione della STI, ha continuato un percorso distinto sotto una nuova direzione editoriale. Endòre, invece, è rimasta indipendente sino al 2015, quando la rivista si è affiliata all’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. La collaborazione con l’AIST è stata mutualmente proficua sino al 2021, quando la nostra associazione e la fanzine hanno preso percorsi diversi. Endòre è quindi figlia diretta di Terra di Mezzo e nonostante nel corso del tempo siano mutati il numero di pagine, la varietà degli argomenti, le affiliazioni e, naturalmente, i collaboratori che vi hanno contribuito, la linea editoriale è rimasta quella originaria. Tutti i numeri di Endòre sono disponibili online qui. I primi 8 numeri della rivista sono stati pubblicati sia in formato elettronico – in italiano e in inglese – sia cartaceo – le copie fisiche sono attualmente acquistabili unicamente sul mercato dell’usato.

Il nuovo numero

Nonostante la collaborazione ufficiale fra Endòre e l’AIST sia terminata da tempo, sono molti i soci, gli ex-soci e gli amici dell’associazione che, a titolo personale, hanno deciso di collaborare all’uscita di questo numero.

La fanzine, come di consueto, è strutturata nelle seguenti sezioni:

  1. Editoriale
  2. Articoli
  3. Forum
  4. Fiction
  5. Recensioni
  6. Rubriche

Editoriale

L’editoriale di questo numero si concentra sul rapporto di Tolkien con Politica e Cultura e in particolare chiarisce la posizione della redazione, non tanto sulla mostra Tolkien, Uomo, Professore, Autore che tanto ha fatto discutere il pubblico tolkieniano – e non solo – italiano in questi ultimi mesi, quanto sulla strumentalizzazione politica di questo evento.

Articoli

La seconda sezione contiene 4 articoli:

  1. Da Morgoth a Gollum (passando per Frodo) di Vincenzo Gatti esamina la natura del male nel Legendarium analizzandone le manifestazioni nelle creature e nei personaggi che lo popolano.
  2. Continua invece il suo studio Alberto Quagliaroli, iniziato nel numero 25, sulla Spiritualità di Tolkien e nel suo Legendarium secondo il metodo di Domenico Sorrentino, applicando quindi all’opera di Tolkien il metodo di analisi storica e sistematica del vissuto cristiano proposto dal vescovo di Assisi.
  3. La Caccia alla Compagnia di Valerio Merenda analizza i movimenti e le azioni delle fazioni nemiche durante il viaggio della Compagnia da Imladris a Lórien dal punto di vista di Fingedil, uno studioso di Gondor durante la Quarta Era. Lo studio ha l’obiettivo di capire quali siano gli obiettivi di queste fazioni e se queste siano o meno coordinati da un’unica volontà.
  4. In La Geografia di Tol Eressëa Gianluca Meluzzi propone un’affascinante ricostruzione filologica della geografia dell’isola degli Elfi, utilizzando in modo sincretico, ma ragionato, tutte le fonti disponibili per creare una mappa e una descrizione geografica il più possibile coerente con l’idea dell’isola che poteva avere Tolkien.

Forum

La terza sezione propone le seguenti tematiche:

  1. Nell’articolo In ricordo di Charles Noad, Franco Manni scrive il necrologio dello studioso, scomparso nel luglio dello scorso anno e che aveva conosciuto durante le sue frequentazioni dello smial “Northfarthing” di Londra.
  2. L’Opera di Tolkien trascende la”wokeness” è la traduzione di un articolo di Bradley J. Birzer del giugno 2021 in cui lo storico americano esprime la sua opinione sull’approccio della Tolkien Society inglese alla “diversità” nelle opere del Professore e nei loro adattamenti.
  3. Il terzo testo di questa sezione presenta i risultati della Tavola Rotonda su Sessualità nelle opere di Tolkien svolta dalla redazione della rivista (Adriano Bernasconi, Simone Bonechi, Elena Grecchi, Franco Manni, Alberto Quagliaroli e Filippo Rossi)
  4. In Una nuova tendenza negli studi Tolkieniani, Claudio Antonio Testi fa una carrellata sugli studi tolkieniani che negli ultimi anni sono stati dedicati a questo tema ed esprime a sua volta la sua opinione su tale approccio, concentrandosi in particolare sull’articolo “On Love” di Molly Ostertag – articolo già pubblicato nel 2022 su questo sito come Il “Queer Approach” nei Tolkien Studies.
  5. La sezione si chiude con il resoconto dell’evento Omaggio a Tolkien a Civitanova Marche che fornisce “una cronaca delle gesta compiute” il 2 settembre 2023 in occasione dei 50 anni dalla morte di J.R.R. Tolkien.

Fiction

La quarta sezione presenta un misto di racconti in prosa, di varia lunghezza, e poesie:

  1. Le poesie Il Bianco Cavaliere e Il Re del Palazzo d’Oro di Enrico Imperatori
  2. Le poesie Un Capitano di Rohan e Profezia sul Ritorno del Re di Daniela Giledhel
  3. I racconti Boromir il Giovane, La morte di Halbarad e Partenza di Legolas e Gimli di Locigenius

Recensioni

La quarta sezione è dedicata alla recensioni:

  1. Il Lai di Aotrou e Itroun per la prima volta in italiano di Emilio Patavini introduce in modo chiaro ed esaustivo il lettore italiano a questo testo di Tolkien finora inedito in Italia, fornendo gli elementi chiave che sono necessari per mettere in relazione quest’opera con gli altri scritti di Tolkien, siano essi parte del Legendarium o meno.
  2. L’articolo di Roberto Arduini, Ottavio Fatica traduce “Bagshot Row” – già pubblicato nel 2020 su questo sito come Quante storie dietro il vico Scarcasacco! – approfitta della nuova traduzione di Fatica per raccontare l’interessante etimologia del termine “Bagshot Row”, tradotto da O. Fatica con vico Scarcasacco e da V. Alliata con via Saccoforino. L’articolo mostra come la presenza di molteplici traduzioni permetta di scoprire nuove storie, spingendo il lettore a interrogarsi sui meriti dell’una piuttosto che dell’altra soluzione.
  3. Anche la recensione di Claudio Antonio Testi  Il contributo della traduzione di Fatica è già stata pubblicata su questo sito  – questa volta nel 2019 con il titolo La versione di Fatica: contributo per una messa a fuoco. Lo studioso, oltre a esprimere il suo personale giudizio sulla traduzione di Fatica, fa chiarezza su molti aspetti: (a) le molteplici traduzioni della Compagnia dell’Anello ad oggi pubblicate in Italia, (b) il ruolo dell’AIST in questa pubblicazione e (c) il rapporto di Tolkien con le traduzioni italiane.
  4. Juxhin Deliu recensisce approfonditamente il libro di Mauro Toninelli Colui che Raccontò la Grazia. Una Rilettura de «Il Signore degli Anelli» di J.R.R. Tolkien sottolineando come «questa rilettura consigliata sia agli appassionati di Tolkien che gli studiosi di teologia, riempa entrambi di rivelazioni che fanno scorgere una “Buona Novella” in tutto il Legendarium di Arda».

Rubriche:

Chiude la rivista la sezione dedicata alle rubriche dove troviamo:

  1. La Biblioteca di Hobbivillle, appuntamento ricorrente con la rubrica a carattere bibliografico curata da Enrico Imperatori.
  2. Un altro appuntamento ricorrente è quello con Mathom di Riccardo Moretti, dove Miniature Tolkieniane: Un anno in chiaro scuro parla di miniature in Mithrill nel 2022.
  3. L’ultima rubrica è invece una traduzione della Cronologia della Tolkien Society e delle riviste collegate a cura di Charles Noad.

 

ARTICOLI PRECEDENTI:

– Vai alla presentazione del numero 21 di Endóre
– Vai alla presentazione del numero 19 di Endóre
– Vai alla presentazione del numero 18 di Endóre
– Vai alla presentazione del numero 17 di Endóre
– Vai alla presentazione del numero 16 di Endóre
– Vai alla presentazione del numero 15 di Endóre
– Vai alla presentazione del numero 14 di Endóre
– Vai alla presentazione del numero 13 di Endóre

LINK ESTERNI:
– Vai al sito web di Endòre – La Rivista della Terra di Mezzo

 

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In Russia, un deputato avverte: «la lingua degli Elfi è pericolosa»

Elfi in Russia Una lingua immaginaria può essere pericolosa? Sembra proprio di sì, almeno secondo alcuni. La popolarità dell’Elfico, termine con cui in maniera impropria vengono racchiuse genericamente le diverse lingue degli Elfi della Terra di Mezzo inventate da J.R.R. Tolkien, sta, infatti, rappresentando una minaccia crescente per la Russia. Questa è l’opinione reiterata in diverse occasioni da un membro del Consiglio per le relazioni interetniche del presidente Vladimir Putin.

 

«L’Elfico? un pericolo serio»

Per capire il motivo che fa di una lingua immaginaria un serio pericolo per la Federazione Russa bisogna capire come funzionano certe cose in quel lontano Paese. Come riferisce l’agenzia URA.RU, «il crescente interesse della gioventù russa per la lingua elfica immaginaria rappresenta una «seria minaccia» per la società russa», secondo quanto affermato Andrii Khudoleev, membro del Consiglio per le relazioni internazionali sotto il presidente della Federazione Russa. Intervenendo al forum della Gioventù Multinazionale dei Trans-Urali nella regione russa di Kurgan, Khudoleev si è lamentato del fatto che durante l’ultimo censimento – quello del 2021 – della popolazione in Russia, la “nazionalità elfica” è stata ufficialmente registrata con il numero di poco più di 12mila persone. «Secondo la Costituzione della Federazione Russa, la nazionalità è definita come segue: “Chiunque si chiami, ecco quello che è”. Non vorrei affrontare questo argomento, ma in ogni città trovo insegnanti che mi dicono che hanno dei bambini che stanno imparando la lingua elfica… Da allora non gioco più e lo considero una seria minaccia», ha detto Khudoleev. Traduzione SindarinSuccessivamente, il funzionario si è detto indignato del fatto che il sito Yandex offra da molti anni la possibilità di una traduzione in una lingua elfica, il Sindarin, mentre ci siano ancora molte lingue reali dei popoli che vivono nella Federazione Russa per cui la traduzione non è possibile. Yandex.Perevdochik è una sorta di Google Translator per la Russia, e il sito web a cui fa capo è il motore di ricerca più popolare in Russia e il più visitato, tanto da convogliare il 57,1% di tutto il traffico di ricerca all’interno della Federazione ed è molto usato anche in Ucraina, Kazakhstan, Bielorussia e Turchia. Yandex Translate offre 63 lingue, comprese lingue regionali come il tataro e il baschiro, ma il Sindarin è l’unica lingua fittizia. Nella Federazione ci sono però 26 lingue regionali ufficialmente riconosciute e circa 100 lingue minoritarie.
TatariSecondo la costituzione del Paese, la nazionalità è appunto determinata da come una persona definisce sé stessa. Questo criterio è fonte di discriminazione da sempre. In Russia la discriminazione dei caucasici ha una lunga storia, come sono particolarmente forti i pregiudizi nei confronti di ceceni, rom, ebrei, turchi mescheti, secondo quanto riferito dai rapporti internazionali. Era usuale negli anni sovietici, come la discriminazione dei lavoratori migranti provenienti dall’Asia centrale, ed è sopravvissuta alla caduta dell’Unione Sovietica nel 1991. Addirittura, c’è una sorta di “tartarofobia”, cioè il pregiudizio e la discriminazione contro i tartari del Volga, della Siberia e di Crimea, il più grande gruppo etnico non slavo in Russia (quasi 4 milioni). tatar workersLa discriminazione razziale restringe anche l’accesso delle minoranze razziali all’istruzione, al lavoro, agli alloggi, ai servizi pubblici e ai luoghi pubblici nonché alla cittadinanza e al sistema di registrazione anagrafica. Una conferma indiretta è giunta proprio dall’ultimo censimento del 2021, quando è stato possibile per i russi identificarsi come Elfi o Hobbit, ma non dichiararsi circassi, musulmani o cosacchi. Per alcuni, definirsi Elfi è stato comunque un modo per non essere discriminati per la propria nazionalità.

La crescita degli Elfi in Russia

SamizdatI libri di Tolkien divennero famosi in Russia alla fine degli anni ’80, quando Il Signore degli Anelli fu pubblicato per la prima volta in russo. I lettori appassionati conosciuti come “Tolkinisty” iniziarono a ricreare le scene delle sue opere nei parchi. Le traduzioni russe del Signore degli Anelli non ufficiali, un sistema di diffusione clandestina di libri passato alla storia con il nome di samizdát: il testo veniva riprodotto su macchine da scrivere con carta carbone e poi rilegato alla meglio. Esistono almeno dieci traduzioni sovietiche complete o parziali del romanzo, pubblicate tra il 1966 e il 2005. La più diffusa e più vicina all’originale è quella del filologo di Perm Aleksandr Gruzberg, completata nel 1976. Una analisi approfondita delle pubblicazioni clandestine in Unione Sovietica è realizzata da Alena Afanasyeva sul numero due della rivista I Quaderni di Arda. Oggi il numero totale delle traduzioni russe ammonta a 27, molte di bassa qualità e hanno seguito linee guida molto diverse l’una dall’altra.
Elfi in Russia Già alla fine degli anni Ottanta si era formata in Unione Sovietica una numerosa sottocultura tolkieniana. Il nucleo di questa sottocultura era costituito da membri di vari movimenti giovanili: club di appassionati di fantasy, club di canto amatoriale, “kommunary” (i primi appassionati sovietici di giochi di ruolo). Nel 1990, in Siberia, vicino a Krasnojarsk, si svolsero i primi Giochi dello Hobbit, un gioco di ruolo live-action su larga scala basato sulle opere di Tolkien, che in seguito è diventato un appuntamento annuale. La popolarità di Tolkien in Russia dipende dal fatto che i lettori hanno avuto accesso alle sue opere quando il sistema sociale dell’intero Paese era stato spazzato via, quando i vecchi valori culturali venivano svalutati e nuovi valori culturali scarseggiavano. KhraniteliNel 1991, lo stesso anno in cui si sciolse l’Unione Sovietica, la Televisione di Leningrado mandò in onda un film tv intitolato Khraniteli (che significa «Custodi» o «Guardiani»), basato su La Compagnia dell’Anello, che è l’unico adattamento della trilogia realizzato in Unione Sovietica. Il film negli anni fu dimenticato, perduto, nessun produttore si impegnò nel trasmetterlo in tv o al cinema. Pochi sapevano dell’esistenza del film tv fino a quando l’emittente che è succeduta alla televisione di Leningrado, 5TV, nel 2021 ha pubblicato il film su Youtube. Negli anni Novanta, il tradizionale luogo di incontro dei tolkieniani era il parco Neskuchnyj Sad a Mosca, soprannominato dai membri della sottocultura “Eglador”; il nome del primo regno elfico della Terra di Mezzo (poi Doriath). Ogni giovedì vi affluivano giovani con mantelli realizzati con vecchie tende e scudi ricavati da cartelli stradali.
Elfi in RussiaUn nuovo impulso al movimento tolkieniano venne dall’adattamento cinematografico de “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson, con la sua trilogia uscita tra il 2001 e il 2003. Al primo censimento post-sovietico della popolazione della Russia nel 2002, circa 600.000 persone si sono identificate come Elfi, Hobbit o altre nazionalità fittizie! Nel 1999 è pubblicato The Last Ring-Bearer (L’ultimo portatore dell’Anello), una rivisitazione della storia del Signore degli Anelli in termini reali e dal punto di vista degli sconfitti, gli abitanti di Mordor. YeskovL’autore, il dottor Kirill Yuryevich Yeskov, un paleontologo professionista ma anche un grande appassionato lettore di Tolkien ha avuto un successo a punto tale che il suo romanzo è stato tradotto in inglese, spagnolo e, più tardi, in italiano. Alcuni degli appassionati delle opere di Tolkien non solo indossavano mantelli da elfo e si facevano crescere i capelli: i giornali dei primi anni 2000 riportavano di interventi di chirurgia plastica per allungare le orecchie. Elfi in RussiaNel 2004 il regista russo Gennadij Tiščenko crea un cortometraggio d’animazione partendo dalle illustrazioni uscite dalla penna di J.R.R. Tolkien dell’opera Mr. Bliss. Nel 2017, ad esempio, nella metropolitana di Mosca è stata presentata in anteprima un’opera basata su “Il Silmarillion” in lingua elfica, con l’Orchestra presidenziale russa. Ancora oggi in Russia e Kazakhstan, vivono comunità di neoelfi e neohobbit che organizzano grandi raduni in costume, a metà tra festa giovanile e protesta sociale su tematiche vagamente ecologiste, osteggiati e talora repressi dalle polizie locali. Nel 2021 è stata fondata a Mosca e San Pietroburgo la Società Tolkieniana Russa, che da allora ha tenuto 8 incontri online e in presenza per presentarsi agli appassionati e per approfondire molte tematiche delle opere, con autori, disegnatori, studiosi e artisti stranieri.

ARTICOLI PRECEDENTI
– Leggi l’articolo Mosca ospita l’AIST: per ora in modo virtuale
– Leggi l’articolo Ritrovato Il Signore degli Anelli sovietico
– Leggi l’articolo L’ultimo portatore degli Anelli ora in italiano
– Leggi l’articolo Il Google russo ora traduce in Sindarin
– Leggi l’articolo L’Ultimo portatore dell’Anello: parla l’autore
– Leggi l’articolo L’Ultimo portatore dell’Anello: il contrattacco di Mordor

LINK ESTERNI
– Vai al Blog sugli eventi tolkieniani a Mosca e all’estero
– Vai al sito ufficiale di Yandex

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Tolkien Estate: vinta la causa contro Polychron

Demetrious PolychronIn passato, si era già scritto della vicenda di uno strano caso in corso nei tribunali statunitensi. Nel 2022, uno scrittore di fan-fiction di nome Demetrious Polychron ha autopubblicato un libro intitolato La Compagnia del Re, sostenendo che era il «sequel perfetto del Signore degli Anelli». Nell’aprile di quest’anno, Polychron ha citato in giudizio Tolkien Estate e Amazon (per 250 milioni di dollari!), sostenendo che la serie tv Il Signore degli Anelli: Anelli del Potere aveva violato il copyright sul suo libro. La causa era stata respinta dal giudice Usa, ma a settembre le due major avevano controquerelato e poi chiesto anche all’autore più di 153.000 dollari per le spese legali. Più che una vendetta era il modo con cui la Tolkien Estate cercava di impedire la distribuzione del libro derivato di Polychron e dei sei sequel che lui aveva pianificato. «L’opera in violazione è attualmente offerta in vendita su varie piattaforme online negli Stati Uniti tra i 17,99 e i 26,99 dollari a copia», si legge nella causa. Nel frattempo, Polychron si era dichiarato senza più un soldo.

Novità dalla Tolkien Estate

Polychron: The Fellowship of the KingNei documenti giudiziari emessi dalla Corte distrettuale della California il 14 dicembre, entrambi i casi intentati da Demetrious Polychron sono stati definitivamente respinti dal giudice Stephen V. Wilson, che ha ordinato a Polychron di pagare le spese legali della Tolkien Estate e di Amazon per un totale di circa 134000 dollari (leggi la sentenza qui).
Ecco cosa racconta il comunicato ufficiale della Tolkien Estate, sulla conclusione di questa vicenda: «La JRR Tolkien Estate ha vinto due cause legali riguardanti un libro intitolato La Compagnia del Re dell’autore statunitense Demetrious Polychron. Lo scrittore ha pubblicato e promosso commercialmente il libro, che affermava essere “il seguito perfetto del Signore degli Anelli”. Polychron ha quindi avviato una causa contro Tolkien Estate e Amazon nell’aprile di quest’anno, sostenendo che la serie tv di Amazon The Rings of Power violava il copyright del suo libro. La Corte distrettuale degli Stati Uniti ha archiviato sommariamente il caso, ritenendo che il libro di Polychron fosse illegale e non potesse essere utilizzato come base per un reclamo.
La Tolkien Estate ha intentato una causa separata contro Polychron per un’ingiunzione volta a impedire che La Compagnia del Re venisse ulteriormente distribuita.
Nelle sentenze emesse dal giudice Steven V. Wilson il 14 dicembre, la Corte ha assegnato a Tolkien Estate un giudizio sommario sulla sua richiesta, concedendo un’ingiunzione permanente che impedisce a Polychron di distribuire ulteriori copie de La Compagnia del Re e i suoi libri seguiti pianificati o qualsiasi altra opera derivata basata sui libri di J.R.R. Tolkien. È inoltre tenuto a distruggere tutte le copie fisiche ed elettroniche del suo libro e a presentare una dichiarazione, sotto pena di spergiuro, di aver ottemperato.
La Corte ha inoltre riconosciuto spese legali per un totale di 134.000 dollari alla Tolkien Estate e ad Amazon in relazione alla causa di Polychron, che la Corte ha ritenuto essere stata intentata in modo frivolo e irragionevole. Gli avvocati di Klaris Law, New York – Lance Koonce e Gili Karev – hanno rappresentato la Tolkien Estate. L’avvocato britannico dell’Estate, Steven Maier di Maier Blackburn, ha commentato: “Questo è un successo importante per la Tolkien Estate, che non consentirà ad autori ed editori non autorizzati di lucrare sulle opere tanto amate di J.R.R. Tolkien in questo modo. Questo caso riguardava una grave violazione del diritto d’autore de Il Signore degli Anelli, intrapresa su base commerciale, e l’Estate spera che l’assegnazione di un’ingiunzione permanente e le spese legali siano sufficienti a dissuadere altri che potrebbero avere intenzioni simili.

Conclusioni

Sito web Tolkien EstateUna delle conseguenze della sentenza è che il sito della casa editrice Fractal Books che aveva pubblicato e distribuito finora il libro è stato chiuso. Polychron è ora costretto a pagare le spese processuali pari a 134 mila dollari, anche se lui al momento non ha «niente da dare» dopo aver messo tutti i suoi risparmi nella sua causa archiviata. La sentenza così emessa comunque scoraggerà future rivendicazioni sui diritti d’autore da parte di neoscrittori e aspiranti tali.

 

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– Leggi l’articolo Copyright, Polychron: «Non posso più pagare»
– Leggi l’articolo Respinta la causa di Polychron, chieste le spese legali
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Piemonte, premio per le migliori tesi su Tolkien

Regione PiemonteUna borsa di studio universitaria su J.R.R. Tolkien. Sembra incredibile, ma accade in Italia, in occasione del cinquantesimo anniversario dalla morte dello scrittore inglese, il Consiglio regionale del Piemonte bandisce un concorso che premia le migliori tesi di laurea o di dottorato, redatte in un ateneo piemontese negli anni accademici 2022/2023 e 2023/2024. Tale iniziativa risulta, come recita il bando, «in un’ottica di riconoscimento della pace e dello sviluppo quali diritti fondamentali delle persone e dei popoli, coerente con i principi costituzionali e dello Statuto regionale. Finalità del premio è inoltre quello di contribuire alla promozione degli studi tolkieniani ancora marginali in molti atenei italiani».

Le migliori due tesi in Piemonte

Regione PiemonteIl concorso bandito dal Consiglio Regionale del Piemonte è stato dettagliatamente presentato nel corso della conferenza stampa di presentazione delle nuove iniziative del Consiglio per gli studenti tenutasi il 13 settembre a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale piemontese a Torino. Il Consiglio regionale ha voluto bandire un concorso che premia le due migliori tesi di laurea (triennale o magistrale) o di dottorato, redatte in un ateneo piemontese negli anni accademici 2022/2023 e 2023/2024. La tesi deve essere dedicata allo studio dell’opera di Tolkien, con una particolare attenzione al tema della pace tra i diversi popoli del mondo tolkieniano. La tesi deve essere dedicata allo studio dell’opera di Tolkien, con una particolare attenzione al tema della pace tra i diversi popoli del mondo tolkieniano, e in particolare:

  • Il problema della rappresentazione narrativa dei rapporti con l’alterità e dunque contese e alleanze tra personaggi e comunità appartenenti a culture e storie differenti;
  • Il contrasto tra la logica del potere, della sopraffazione e della guerra (l’anello di Sauron) e quella della protezione e valorizzazione della libertà e dei rapporti con la natura (il ‘giardinaggio’ di Gandalf).
  • La lotta tra bene e male intesa non in un’ottica manichea come guerra tra potenze ma semmai come conflitto interiore che tutti i personaggi sono chiamati ad affrontare, e a esprimere attraverso la varietà dei linguaggi tolkieniani.

Ai primi due elaborati giudicati vincitori verranno assegnati i seguenti premi: 1° premio: 1.500 euro e diploma di attestazione; 2° premio: 1.000 euro e diploma di attestazione. Nel presentare l’iniziativa il promotore, il consigliere Silvio Magliano (Moderati), ha voluto ringraziare il professor Giuseppe Pezzini (Fellow e Tutor, Università di Oxford), che presiederà il comitato scientifico, e il gruppo locale degli Inkiostri «la cui originaria intuizione e proposta, da me immediatamente accolta con entusiasmo, si è ora concretizzata in questa borsa di studio universitaria».

Una proposta tolkieniana

Gli InkiostriCome scritto, l’originaria proposta è giunta dagli Inkiostri. Il gruppo è attivo già dalla fine del 2022 (ha un sito web, un blog, un canale youtube e una pagina Facebook) soprattutto a Torino e provincia, ha partecipato ai festival di Sentieri Tolkieniani e Il Raduno a San Marino. Molti i relatori tra i membri attivi (Chiara Nejrotti, Luisa Paglieri, Chiara Bertoglio, Ives Coassolo, Patrizio Righero e Paolo Gulra creativa. Ecco la loro presentazione: «Siamo innanzitutto un gruppo di amici, di varie età, provenienze geografiche, professioni e formazione. Ci uniscono molte cose: l’affetto reciproco, il riconoscerci in una visione cristiana della vita e del mondo, l’amore per la letteratura, l’arte, le cose belle e l’allegria. Il nome – omaggio ai ben più noti Inklings – permette immediatamente di comprendere quali siano i riferimenti letterari dei suoi membri: J.R.R.Tolkien e C.S.Lewis, innanzitutto, a cui si aggiungono Chesterton e Mac Donald, ma anche Borges e molti altri. Nel contempo, il termine allude anche ai “chiostri”, luogo di contemplazione di Dio ma anche di incontro con i fratelli e le sorelle, luogo della cultura, della preghiera, dell’arte e del fantastico, e simbolo di quelle radici cristiane in cui affonda il meglio della nostra civiltà culturale e artistica».

 

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Polychron fallisce, chieste le spese legali

TribunaleÈ un susseguirsi di colpi di scena la vicenda che vede un piccolo Davide – l’autore Demetrious Polychron – contro i due giganteschi Golia – Amazon e Tolkien Estate – in una causa per violazione del copyright intentata presso il tribunale federale di Los Angeles. Lo scrittore di fan-fiction è ora accusato di di aver scritto e venduto un sequel non autorizzato del Signore degli Anelli. La causa è la reazione al fatto che lo stesso Polychron aveva intentato ad aprile una causa per copyright da 250 milioni di dollari contro Jeff Bezos, Jennifer Salke, Simon Tolkien, Patrick McKay, John D Payne, Amazon Studios LLCAmazon Content Services LLCThe Tolkien EstateThe Tolkien Estate Limited e The Tolkien Trust, sostenendo che tutti loro avevano violato i diritti d’autore del suo sequel dopo che Prime Video ha rilasciato la serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere.

Richieste le spese legali

Polychron: The Fellowship of the KingA metà agosto il sistema giudiziario americano ha archiviato il caso, respingendo senza ulteriori azioni la denuncia di Demetrious Polychron, ritenendo che la violazione del diritto d’autore non fosse sufficientemente caratterizzata e poiché sembrava essersi «appropriato palesemente» di una serie di elementi delle opere di Tolkien, inclusi personaggi, trame e ambientazioni per i suoi romanzi di fan-fiction, un passo coraggioso nella sua immaginata serie di sette libri basata sul legendarium dello scrittore inglese. La novità è ora che i due giganti, forti della sentenza appena acquisita, si sono rivolti a un giudice federale della California, chiedendo oltre $ 153.000 in spese legali. La mozione di 24 pagine presentata sia da Amazon che dalla Tolkien Estate ha richiesto infatti spese legali rispettivamente di 74.150 dollari e 78.865 dollari. Lo scopo del compenso, come sostenuto da Amazon e dall’Estate, è quello di inviare un chiaro segnale per scoraggiare altri dal violare capolavori iconici come Il Signore degli Anelli. The Fellowship of the King (La Compagnia del Re) è tra l’altro ancora venduto, da settembre 2022, da Fractal Books – casa editrice di Polychron (e lo è stato fino ad aprile scorso su… Amazon!). Oltre a tutto questo, l’autore ora sta affrontando la causa di violazione del copyright, che sembra aver ammesso nelle lettere portate come prova, con la Tolkien Estate.

Una scelta dissennata

Demetrious PolychronLa causa iniziale di Polychron, lanciata ad aprile scorso, era una battaglia legale a tutto campo contro Amazon ed Estate, i suoi principali dirigenti e persino il nipote di Tolkien, Simon Tolkien. La causa sosteneva la storia di Polychron che aveva cercato una collaborazione con la Tolkien Estate dopo che Polychron aveva ottenuto la registrazione del copyright del suo primo libro. Ma le sue richieste sono state accolte nel silenzio, solo per scoprire in seguito che era stato firmato un accordo da 250 milioni di dollari tra Amazon e Tolkien Estate, apparentemente basato sulle sue opere. L’attore, Demetrious Polychron, è stato avvertito fin dall’inizio, sia attraverso la corrispondenza precontenziosa che all’inizio del processo, riguardo all’infondatezza delle sue affermazioni. La mozione degli imputati – che nel frattempo avevano anche controquerelato Polychron – suggerisce che invece di riconsiderare la questione, Polychron ha continuato la sua battaglia, carica di dichiarazioni ingannevoli, mentre il suo avvocato, Katie M. Charleston, ha utilizzato questa scaramuccia legale come trampolino per promuovere il proprio nome. Le fasi successive hanno visto prima Polychron ritirare la sua mozione di archiviazione del caso, poi rispondere punto per punto alle contestazioni della Tolkien Estate.
In un colpo di scena che ricorda un romanzo avvincente, infine, l’avvocato di Polychron ne ha abbastanza di questo caso ridicolo e ha appena chiesto alla corte di permetterle di fare un passo indietro dal rappresentare lo scrittore. Questa mossa inaspettata è stata accelerata da un rapporto teso tra avvocata e cliente e dalla presunta mancanza di risposta e da ritardi nei pagamenti di Polychron. Nel pronunciare la sentenza, il giudice distrettuale statunitense Stephen V. Wilson, è giunto a definire il lavoro del querelante come un «lavoro derivato non autorizzato». Secondo le norme del distretto orientale della giustizia Usa (il Nono Circuito) un’opera derivata è quella che «sarebbe stata considerata un’opera illecita se il materiale che deriva da un’opera esistente fosse stato preso senza il consenso del titolare del diritto d’autore di tale opera preesistente». Proprio ciò che è accaduto qui. Due casi precedenti sono stati richiamati esplicitamente  contro il querelante. Il primo è Anderson v. Stallone riguardante un trattamento non autorizzato per un seguito di “Rocky III” e Salinger v. Colting riguardante un seguito non autorizzato di “Catcher in the Rye” (Il giovane Holden). Si è scoperto che entrambi, a causa del loro status di opere derivate non autorizzate, non avevano il diritto di rivendicare né il diritto d’autore (nel caso Salinger) né il diritto di citare in giudizio per violazione (nel caso Stallone). «Qui, il Querelante ha ammesso che i personaggi sono stati presi direttamente da Il Signore degli Anelli ha anche ammesso che la sua serie è destinata ad essere un seguito de Il Signore degli Anelli, quindi ogni punto della trama deriva dal finale de Il Signore degli Anelli». Il giudice ha continuato sostenendo che «di conseguenza, il lavoro del Querelante è un lavoro derivato non autorizzato che non ha diritto alla protezione del copyright… Il lavoro del Querelante è inteso come una continuazione letterale di un’opera protetta da copyright, ma non è stato autorizzato a utilizzare la proprietà intellettuale delle opere di Tolkien, e il Querelante ha citato in giudizio i creatori originali, quindi la sezione 106(2) del Copyright Act preclude tale pretesa». Ma cosa accadrebbe se il lavoro del querelante contenesse elementi nuovi e originali? Secondo la Corte anche in questo caso la richiesta di Polychron fallisce, poiché le opere (il suo romanzo e la serie tv di Amazon) non sono sostanzialmente simili tra loro. Il problema è che si devono sottrarre tutti gli elementi che compaiono ne Il Signore degli Anelli. Pertanto «i riferimenti del querelante ai personaggi creati da J.R.R. Tolkien come Elanor, Marigold, Durin, Galadriel, Elrond e Celebrimbor sono elementi che non possono essere utilizzati nella causa. Anche le altre somiglianze generali, come i tipi di specie che abitano la Terra di Mezzo, gli anelli magici e la lotta contro il male, sono attribuibili a Tolkien o derivano dal mondo da lui creato. Dopo aver filtrato questi elementi non tutelabili con un nuovo copyright, il querelante non sostiene in modo plausibile alcuna somiglianza tra il suo lavoro e la serie tv Rings of Power». Pertanto, questo caso sottolinea il pericolo sempre presente delle “fan fiction”. Anche nel caso in cui il detentore del copyright consentisse la proliferazione delle fan fiction, può sorgere comunque la possibilità di un’azione legale per presunta violazione dell’opera di fan fiction. Ma in questo caso, la Tolkien Estate ha da tempo messo le cose in chiaro.

Strette le maglie con la serie tv

Scrivere fanfictionAll’inizio del 2022, la Tolkien Estate si è opposta risolutamente alla pratica delle fanfiction, indicando sul proprio sito ufficiale: «[Non] puoi copiare alcuna parte degli scritti o delle immagini di Tolkien né creare documenti riferiti ai personaggi, alle storie, ai luoghi, agli eventi o altri elementi contenuti in una delle sue opere». Un’applicazione del diritto d’autore particolarmente severa che ha sconvolto i fan della saga, poiché condanna di fatto la scrittura amatoriale di testi che continuassero la storia della Terra di Mezzo, raccontando gli eventi della saga dal punto di vista di questo o quel personaggio, o immaginare narrazioni alternative. Questa pratica amatoriale, la fanfiction, è centrale nella cultura pop, soprattutto per le storie ambientate nella Terra di Mezzo. Autore egli stesso di fan fiction, Demetrious Polychron ha commesso inoltre l’errore di commercializzare il suo lavoro, da un lato, ma anche di farsi notare un po’ troppo, querelando lui stesso i detentori dei diritti… sono infatti moltissimi i siti web nel mondo che pubblicano storie simili, che vedono un enorme numero di lettori di Tolkien scrivere e leggere avidamente racconti ambientati nella Terra di Mezzo.

 

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Ci lascia Michela Murgia, scrittrice appassionata di Tolkien

Scrittori: Michela MurgiaI molti necrologi usciti nei giorni scorsi per la prematura scomparsa della scrittrice Michela Murgia (1972-2023) hanno ripercorso le tappe della sua carriera di autrice e attivista culturale e politica. Sembra però che nessuno abbia ricordato la sua passione per Tolkien, che era ben nota. È giusto rimediare aggiungendo la nostra piccola voce a quelle che hanno compianto la sua morte, perché non sono molti gli scrittori e le scrittrici italiane che hanno dichiarato la propria ammirazione per l’opera del Professore. Il fandom tolkieniano ha perso una testimonial che, anche se non era un’accanita studiosa della materia, ha dato il suo contributo alla divulgazione di Tolkien presso il grande pubblico.

Michela Murgia

Michela-Murgia«Impazzisco per Il Signore degli Anelli di Tolkien. Lo leggo una volta all’anno. È una bibbia». È stata questa la confessione di Michela Murgia a un quotidiano nel 2010. La scrittrice sarda era una appassionata dello scrittore inglese e non ne faceva un mistero. Aveva una predilezione per gli Elfi di cui aveva studiato le lingue: «Adoro Tolkien, adoro gli Elfi e adoro l’elfico, che ho imparato in tutte le varianti e che ho talvolta usato in pubblico anche per cantare» [un esempio nel finale del video qui sotto!!!]… Il fantastico ha avuto anche un ruolo fondamentale nel suo avvicinarsi alla scrittura: «La mia palestra in scrittura l’ho fatto dal 2000 al 2007 dentro a una comunità virtuale di gioco online ispirata alle opere di Tolkien» [Extremelot], ha raccontato nel 2014 all’AIST. «Era una cosa molto lontana dai giochi 3D e dalla grafica cinematografica che già allora spopolavano. Non c’erano avatar di impressionante realismo come in World of Warcraft né trame chiuse dove le possibilità narrative, per quanto numerose, erano comunque limitate a quelle che il programmatore aveva previsto per lo sviluppo di quella vicenda, come avveniva in Final Fantasy. Extremelot Michela MurgiaNella fase finale della mia avventura online, quando ormai giocavo da sei anni, ho rinunciato al gioco attivo e mi sono dedicata a costruire le “quest”, le storie che dovevano giocare gli altri. Oggi raccontare è il mio mestiere, ma è con Tolkien che ho imparato che la narrazione è un gioco dove vinci solo se riesci a convincere il lettore a stare nella storia insieme a te fino alla fine». In un’altra occasione, il suo amore per Il Signore degli Anelli è stato lo spunto per scrivere un saggio. «Gli amici e le amiche conoscono questa mia debolezza e l’accettano, anche perché molti di loro la condividono. Così è accaduto che Chiara Valerio, tra i curatori del numero monografico di Nuovi Argomenti che esce in questi giorni in edicola, mi abbia detto: “Perché non affronti il tema della misericordia in Tolkien?”. Ho scritto dunque un piccolo saggio – che trovate nel link a fondo pagina, ma ovviamente anche sul sito della rivista, dove ce ne sono di altri interessantissimi – in cui affronto il tema della misericordia tolkeniana (che è misericordia cristologica) e spiego quali sono le razze che possono agirla e quelle che proprio non ci sono portate».
Michela MurgiaOggi vogliamo ricordarla linkando i post che il nostro sito web aveva dedicato ai suoi interventi su Tolkien, soprattutto l’audio dello speciale di Pantheon di Radio3 a cui l’AIST ha collaborato, in cui Michela parla delle figure femminili in Tolkien e il video di una bellissima conversazione con Chiara Valerio in cui Michela, da cattolica, mostra la sua competenza delle opere di Tolkien e dei film di Jackson: Tolkien e quegli stronzi degli Elfi. Si può anche scaricare e leggere il suo saggio sulla misericordia in Tolkien. Namárië
RIP.

redazione

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Diritti mondiali, un affare per Embracer

Embracer GroupEmbracer Group, il conglomerato di giochi svedese che si è sorprendentemente assicurato i diritti del Signore degli Anelli e Lo Hobbit la scorsa estate, ha finalmente rivelato quanto ha pagato – e sembra essere stato un vero affare. La società ha confermato di aver speso 4,2 miliardi di corone svedesi – 395 milioni di dollari al tasso di cambio odierno – per l’acquisizione di Middle-Earth Enterprises da Saul Zaentz Company lo scorso agosto.

Un ottimo affare

Lars WingeforsDopo l’acquisizione del franchise del Signore degli Anelli e Lo Hobbit, il CEO e fondatore dell’Embracer Group, Lars Wingefors, disse: «Sono davvero entusiasta di avere Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, uno dei franchise fantasy più epici del mondo, entrare a far parte della famiglia Embracer. Non vediamo l’ora di collaborare con i licenziatari esterni esistenti e nuovi del nostro portafoglio IP sempre più forte». Al momento dell’annuncio dell’accordo, Embracer e Saul Zaentz si erano rifiutati di dire a quanto stava vendendo la proprietà del Signore degli Anelli. Ma le stime all’epoca davano i diritti – che includono diritti mondiali su film, videogiochi, giochi da tavolo, merchandising, parchi a tema e produzioni teatrali relative alla trilogia del Signore degli Anelli e Lo Hobbit, oltre ai diritti corrispondenti in altre opere letterarie legate alla Terra di Mezzo dalla Tolkien Estate e dall’editore HarperCollins – fino a 2 miliardi di dollari. Si scopre che la vendita effettiva dei diritti è stata di gran lunga inferiore a quanto stimato dagli esperti. Al confronto, secondo quanto riferito, Amazon ha pagato 250 milioni di dollari solo per i diritti della serie televisiva c, che ha acquisito direttamente dalla proprietà di JRR Tolkien (il diritto di produrre una serie televisiva tolkieniana con più meno di otto episodi girati è stato uno dei pochi progetti non di proprietà di Saul Zaentz). Sebbene l’acquisto sembri un vero affare rispetto alle stime del settore, Embracer ha ammesso che la sua acquisizione di Middle Earth Enterprises ha avuto un impatto sul flusso di cassa dell’azienda da qualche parte nell’area di 2,9 miliardi di corone svedesi (267 milioni di dollari).

Una ristrutturazione strategica

Embracer GroupLa scorsa settimana, il gigante globale dei media ha rivelato che sta pianificando un’importante ristrutturazione delle sue attività, inclusi licenziamenti, chiusure di studi e nomine provvisorie di dirigenti. Con sede a Karlstad, in Svezia, Embracer è una holding globale di videogiochi e media che supervisiona 12 gruppi operativi: THQ Nordic, Plaion, Coffee Stain, Amplifier Game Invest, Sabre Interactive, DECA Games, Gearbox Entertainment, Easybrain, Freemode, Crystal Dynamics – Eidos, il big della distribuzione Asmodee Group (già licenziataria di numerosi giochi da tavolo e giochi di carte de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit) e la casa editrice di fumetti Dark Horse. In questo quadro, Embracer possiede 138 studi interni di sviluppo di giochi e impiega più di 16.600 dipendenti in più di 40 paesi. La società sta cercando di tagliare i costi di almeno il 10% annuo e vuole ridurre il proprio debito a meno di 10 miliardi di corone svedesi (928 milioni di dollari) entro la fine del 2023/2024 anno finanziario. Il nuovo Chief Operating Officer, Matthew Karch, ha illustrato i piani dell’azienda per raddoppiare la sua enorme libreria di proprietà intellettuali: «Sappiamo che dobbiamo sfruttare Il Signore degli Anelli in modo molto significativo e trasformarlo in uno dei più grandi franchise di giochi al mondo. E questo è ovviamente qualcosa che faremo. E quindi questo è un uso delle risorse molto migliore rispetto ad alcuni degli altri progetti su cui hanno lavorato alcuni dei nostri team». Quindi, sarà bene gli gli appassionati si preparino a una nuova e più consistente ondata di giochi e fumetti sulla Terra di Mezzo.

 

 

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– Leggi l’articolo Il Signore degli Anelli, i diritti vanno a Embracer
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Lucca, Il Signore degli Anelli sbarca a teatro

Villa Bernardini, LuccaIl calendario del Teatro di Verzura di Villa Bernardini a Lucca si arricchisce con tre nuove date: prosegue nei mesi di luglio e agosto il ciclo di incontri culturali nel giardino dell’ex Convento delle Oblate a Borgo a Mozzano. Si comincia sabato 17 giugno alle 21.15 con il mondo fantastico de “Il Signore degli Anelli“, il capolavoro di J.R.R. Tolkien che sarà protagonista della serata a tema fantasy dal titolo La Terra di Mezzo: solo fantasy?. A far gli onori di casa, lo scrittore Nicola Pardini. Sul palco, Francesco Poggi e Emanuele Vietina, direttore di Lucca Comics&Games, il professor Gabriele Colombini e il professor Andrea Santoro, esperti e cultori dell’universo tolkieniano e il giornalista Emanuele Custodontis, della redazione montecatinese de La Nazione.

Lucca, teatro di verzuraGli incontri al Teatro di Verzura sono organizzati dal comune di Borgo a Mozzano con il patrocinio della Regione Toscana, della provincia di Lucca, di Anci Toscana e dell’Unione dei Comuni Media Valle del Serchio, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e in collaborazione con la Fraternita di Misericordia di Borgo a Mozzano – gruppo donatori sangue Fratres, commissione pari opportunità del comune di Borgo a Mozzano e Ubik Lucca.
Gli spettacoli in programma inizieranno alle 21,15, l’ingresso è libero e gratuito. Per maggiori informazioni contattare il numero 333.4922193.

 

Francia, dal 3 giugno in Angiò una mostra su Tolkien

locandina mostra John HoweLa Francia sembra innamorata di J.R.R. Tolkien, l’autore del Signore degli Anelli. Dopo la mostra “Tolkien, Journey to Middle-earth” che si è tenuta al BnF di Parigi nel 2019 e nel 2020 e che ha avuto un record storico di 135.000 visitatori, nel 2022 per la prima volta la regina di Danimarca Margrethe II, grande ammiratrice di Tolkien ed essa stessa pittrice, ha esposto 52 tavole originali a china utilizzate per l’edizione danese del 1977 del Signore degli AnelliMostra SorèzeL’esposizione dal titolo Voyage au cœur de l’imaginaire de J.R.R. Tolkien si è tenuta dal 1 agosto al 13 ottobre 2022 presso la Bibliothèque patrimoniale di Cahors (Occitania).
Nel 2023 sono previste ben altre quattro mostre: nel il collegio abbaziale di Sorèze, nel Tarn (Francia meridionale) ha inaugurato dal 18 maggio e fino all’8 ottobre 2023, la mostra Images/Imaginaires dans le livre illustré – d’Homère à  Tolkien (“Immagine/Immaginario nel libro illustrato da Omero a Tolkien”); Grossouvrea Landerneau, in Bretagna, si è in attesa dell’inaugurazione di “Sur les traces de Tolkien et de l’Imaginaire médiéval” (Sulle orme di Tolkien e dell’immaginazione medievale) a , la mostra che dal 25 giugno 2023 al 28 gennaio 2024 esporrà 250 illustrazioni dell’artista John Howe dedicate a Tolkien; a Grossouvre (Centre-Val de Loire) l’evento Tolkien, voyage au coeur des forges (Tolkien, viaggio nel cuore delle fucine) si svolgerà dal 1 luglio al 5 novembre 2023 una mostra immersiva, questa volta grazie alle opere fornite da un collezionista appassionato, amante di film e libri, con ricostruzioni di scene mitiche dei film Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli e numerose attività e laboratori.
Ed ecco ora che, per rendere omaggio a Tolkien in occasione del 50° anniversario della sua morte, il Château-Musée di Saumur presenta dal 3 giugno al 5 novembre 2023 una mostra intitolata Tolkien – Le pouvoir de l’imaginaire. D’Aubusson à Saumur, voyage en Terre du Milieu. (“Tolkien, il potere dell’immaginazione. Da Aubusson a Saumur, viaggio nella Terra di Mezzo”).

Le tematiche della mostra

Locandina mostra SaumurGrazie all’eccezionale prestito di arazzi e cartoni degli arazzi tessuti dalla Cité internationale de la Tapisserie di Aubusson, il Castello-Museo propone un viaggio nell’immaginario di Tolkien e nella fantasia. L’opera monumentale di Tolkien, composta nel corso del XX secolo attingendo alla tradizione letteraria occidentale, crea un universo il cui arricchimento sempre rinnovato struttura le nostre società, alimenta il nostro intrattenimento e le nostre rappresentazioni del mondo. In questo continuo movimento di ispirazione e diffusione della fantasia, il Medioevo è reso fantastico attraverso il prisma del meraviglioso che le sue produzioni immaginarie dell’autore hanno contribuito a plasmare. Il castello di Saumur, in Angiò, la cui architettura ascendente e signorile è stata progettata per segnare gli spiriti e il paesaggio del XIV secolo, incarna oggi il castello ideale, incastonato nell’altrettanto ideale Valle della Loira.
Con l’aiuto di prestiti concessi da numerose istituzioni o privati, opere Preparativi mostra Saumurprovenienti dalle collezioni del Château-Musée e una curatela dell’artista Émeric Lhuisset, la mostra propone di esplorare i seguenti temi: l’opera di Tolkien, esponendo arazzi di Aubusson e cartoni da Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e Il Silmarillion; il genere letterario del fantastico e i suoi topoi che sono l’eroe, la ricerca, il viaggio, l’enigma, il tesoro, il passaggio, il drago; il medioevo immaginato e il castello ideale; la declinazione del fantasy nell’arte e nella cultura pop, con cinema, fumetti, videogiochi, cosplay; infine, le prospettive contemporanee e geopolitiche del fantastico. Preparativi mostra SaumurL’arte dell’arazzo in generale e la conoscenza acquisita a Aubusson in particolare saranno particolarmente presenti durante tutta la mostra. Un programma culturale e attività di mediazione per tutti i pubblici accompagneranno la mostra fino a novembre. Tutti i giorni sono previste visite guidate alla mostra, secondo questo orario: dal 3 giugno al 31 luglio 2023 due visite al giorno (11:15 e 15:00), dal 01 al 31 agosto 2023 solo una visita giornaliera (11:15) e dal 1 settembre al 5 novembre 2023 di nuovo due visite al giorno (11:15 e 15:00).

Laboratori ed eventi

Castello SaumurNei mesi di luglio e agosto, il Château-Musée offrirà laboratori ed eventi per il grande pubblico dedicati tanto al mondo di Tolkien quanto all’arte dell’arazzo e al mondo della fantasia:
Stile officina: l’arte e la materia della cimosa! Tutte le età / Tra le 14:30 e le 17:30, accesso continuo / Ogni mercoledì (tranne il 19/07 e il 9/08): un laboratorio partecipativo consente la scoperta e la pratica del know-how dei tessitori Aubusson-Felletin con l’uso della cimosa (il bordo non tagliato di una pezza di tessuto). È gestito da Sylvie François, titolare di un DNAP (diploma nazionale di arte plastica) e il pubblico è invitato a eseguire i gesti tradizionali della tessitura. Le competenze tecniche si uniscono a quelle artistiche per creare e interpretare l’opera di un pittore fumettista e dare vita all’arazzo. Questo laboratorio diventa un luogo di scambio attorno al gesto, al materiale e alla creazione contemporanea.
L’avventura di Bilbo la Volpe! Per bambini dai 3 ai 6 anni / Durata: 1 ora / Ogni martedì e giovedì alle 11:00. I personaggi di Tolkien invitano al Castello-Museo di Saumur! In un mondo magico, Bilbo la Volpe sta per vivere una divertente avventura con il suo compagno di viaggio, Gandalf il Cavallo. Il loro obiettivo? Trovare il drago che ha rubato la casa di Thorin la Pecora… I bambini accompagneranno i tre amici nella loro ricerca attraverso una visita narrativa, divertente e interattiva.
Eroi e creature immaginarie. Per bambini dai 6 ai 12 anni / Durata: 1h30 / Ogni martedì e giovedì alle 14:30. Unicorno, Basilisco e Drago raccontano ai bambini la storia di eroi e creature fantastiche che hanno scosso l’immaginazione medievale. Viaggiano dalla Terra di Mezzo al castello di Saumur per illustrare i codici della fantasia. Per finalizzare questa ricerca magica nel mondo di Tolkien, i nostri eroi ed eroine di un giorno creano il proprio pupazzo di drago!
Le incantevoli porte… Per tutti dagli 8 anni / Durata: 1h30 / Ogni martedì e giovedì alle 16:15 . Il destino della Terra di Mezzo è nelle tue mani! Elfi, Nani, Hobbit o Orchi? Sta a voi scegliere da che parte stare per essere i primi a impadronirsi del tesoro sotto la Montagna… Quale squadra prenderà il potere? Per scoprirlo, attraversate le incantevoli porte del castello-museo di Saumur e inizia l’avventura nel mondo fantastico di Tolkien. Una caccia al tesoro interattiva e divertente!
Alla ricerca di due mondi: grande gioco di ruolo al castello-museo di Saumur. In un universo mitico ispirato al mondo di Tolkien, un’avventura coinvolgente ed epica vi aspetta allo Château-Musée de Saumur. Tra misteri nascosti ed enigmi da risolvere nelle Terre del Nord e dell’Est, preparatevi per una ricerca straordinaria in cui lo spirito di squadra sarà la vostra risorsa migliore. Avete il coraggio di raccogliere la sfida?
Una creazione di Aurélie Derussé, con la partecipazione dei Duchi d’Angiò. Tutte le età / Durata: 2 ore / Tutti i mercoledì alle 20:00, dal 28 giugno al 30 agosto 2023 Prenotazione obbligatoria – 30 partecipanti massimo. € 9,50 intero / € 7,50 ridotto / Gratuito fino a 7 anni.
La trilogia del Signore degli Anelli sul grande schermo nel cortile principale del Castello-Musée de Saumur. Il giovane Hobbit Frodo Baggins eredita un anello, uno strumento di potere assoluto che consentirebbe a Sauron, il Signore Oscuro, di regnare sulla Terra di Mezzo e di ridurre in schiavitù i suoi popoli. Frodo, aiutato da una Compagnia di Hobbit, Uomini, un Mago, un Nano e un Elfo, tenta di portare l’Anello attraverso la Terra di Mezzo fino al luogo in cui è stato forgiato per distruggerlo per sempre. La Compagnia non deve solo combattere le forze esterne del male, ma anche i dissensi interni e l’influenza corruttrice esercitata dall’Anello stesso…
Ciné-Musée, in collaborazione con Le Grand Palace / 21:30 / 5,50 € (senza prenotazione). Tutti (non consigliato per i bambini sotto i 12 anni). Giovedì 24 agosto 2023: La Compagnia dell’Anello, 2001, di Peter Jackson – 2h58 min. Giovedì 31 agosto 2023: Le due torri, 2002, di Peter Jackson – 2h59 min. Venerdì 8 settembre 2023: Il ritorno del re, 2003, di Peter Jackson – 3h21 min. La mostra temporanea Tolkien, il potere dell’immaginazione. Da Aubusson a Saumur, Viaggio nella Terra di Mezzo sarà eccezionalmente aperto dalle 20:30 alle 21:15. Sessioni all’aperto: portate un po’ di lana!
Evento cosplay La fantasia eroica conquista il castello di Saumur! Direttamente dagli schermi o dai romanzi, personaggi fantasy emblematici invadono il Château-Museum. Passeggiando e rievocando episodi del genere, il pubblico è invitato a votare i costumi e le trasformazioni di maggior successo. Conferenze, attività e workshop scandiranno questa giornata dedicata al mondo della fantasia.
Tutte le età / sabato 30 settembre dalle 11:00 alle 21:00. Programma dettagliato disponibile in seguito. € 8,50 per adulti / € 6,50 per 7-16 anni / Gratuito per bambini sotto i 7 anni.

INFORMAZIONI UTILI
Mostra Tolkien – Le pouvoir de l’imaginaire. D’Aubusson à Saumur, voyage en Terre du Milieu.
Dal 3 giugno al 5 novembre 2023 al castello di Saumur.
Prezzi: intero 8,50 €, ridotto € 6,50, gratuito per i bambini sotto i 7 anni.
Le attività pubbliche per giovani sono limitate a 12 partecipanti, le attività familiari a 20 partecipanti. Prenotazione obbligatoria allo 0241402440.
Animazione a pagamento, 2€ oltre all’ingresso al castello (nessun supplemento per il laboratorio sugli arazzi). Per informazioni e prenotazioni consultare il sito web www.chateau-saumur.fr o telefonare al 0241402440.

 

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LINK ESTERNI
– Vai al sito web della Museo della città di Soréze

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Soncino, dopo 7 anni torna il Fantasy il 25/3

SoncinoDopo una lunghissima pausa si torna a casa. Massimo Stassano, ideatore di Soncino Fantasy, e la sua organizzazione confermano l’evento per il prossimo 25 aprile. Si tratta di un ritorno atteso da ben sette anni, quando si ruppe in maniera clamorosa con l’amministrazione comunale. Gli organizzatori si sbilanciano anche sul numero di visitatori attesi, puntando al record assoluto dell’ultima edizione: «Quindicimila visitatori e 3.500 bambini completamente vestiti a tema». Non solo: «Confermati già cinquanta stand e ci saranno anche diverse aree tematiche, laboratori e tavoli gioco. E non mancherà il Villaggio Hobbit».

Un ritorno

Soncino Fantasy 2023Dopo la conferma del Comune e dei volontari che si occupano della logistica, Castrum Soncini e Il Borgo, è così giunta anche la comunicazione ufficiale degli organizzatori da Pavia. E, almeno sulla carta, questa sarà la manifestazione tolkieniana a Soncino più grande di sempre. Per capire il perché serve un piccolo riassunto delle puntate precedenti: si tratta di un evento nato nel 2007 per raccogliere in rocca e filanda gli appassionati del Signore degli Anelli sull’onda lunga dei film di Peter Jackson. Poi, fino al 2016, la manifestazione è cresciuta moltissimo. Non sono mancati però i problemi, soprattutto quello legato alla logistica, dalla raccolta firme di pochi residenti contrari alla convention fino alla querelle col comune che ha portato a una clamorosa rottura del 2016. Poi, la ricerca da parte del privato di una location più sicura in caso di pioggia con la breve parentesi alle Casematte di Pizzighettone e l’arrivo della pandemia. Nel 2016, comunque, Soncino Fantasy è riuscita nell’impresa di portare nel piccolo borgo da meno di ottomila anime oltre 15mila spettatori in una sola giornata. La media delle varie edizioni si è comunque sempre attestata intorno ai 10mila biglietti venduti.

L’edizione di quest’anno

Soncino Fantasy 2023Per l’edizione del 2023, ci saranno oltre 100 figuranti vestiti da personaggi del mondo di J.R.R. Tolkien a intrattenere i bambini, due accampamenti di Rohirrim e Uruk-Hai visitabili, esibizioni di musica, danza, arceria, battaglie e ballate con gli elfi. All’interno dello spazio fiera, cioè castello e opificio, anche taverne e punti ristoro. Attesi come ospiti speciali anche i doppiatori italiani del Signore degli Anelli.
E già si preannuncia un successo: gli organizzatori della fiera sono stati costretti a sospendere per qualche giorno le prenotazioni online. Trecento biglietti sono stati comprati nelle due ore dall’attivazione degli sportelli digitali. Il messaggio diffuso dalla direzione dell’evento: «Grazie a tutti ma, per evitare il rischio di un eccessivo sovraffollamento il giorno della manifestazione, dobbiamo sospendere le prenotazioni per un po’». Si può pagare anche all’ingresso il giorno stesso, comunque. Molto variegato il target di riferimento che spazia dai giovani, tra i 18 e i 30 anni, alle tantissime famiglie con bambini. Soncino Fantasy 2023Queste ultime soprattutto dal Cremonese e Cremasco, ma anche da Brescia e Bergamo. Che Soncino Fantasy piaccia ai bambini, però, non è una grande novità. Più curioso il rapporto coi commercianti locali che, benché non coinvolti direttamente nell’evento, lo adorano. «Non ci faccio l’incasso di un mese in quella giornata. Ma forse quello di una settimana sì», l’ormai storica battuta diffusa tra gli esercenti.

 

 

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– Vai al sito del Soncino Fantasy

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Brighton, la Enterprises contro una ditta dei bidoni

Lord of the Bins A un’azienda di rifiuti di Brighton chiamata Lord of the Bins (“il Signore dei bidoni”) è stato ordinato dagli avvocati di cambiare nome dopo essere stata accusata di aver violato le leggi sul copyright dei loro marchi. L’attività di raccolta dei rifiuti di due uomini è stata contattata da Middle-earth Enterprises, che possiede i diritti mondiali di commercializzazione della trilogia de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli e che è stata recentemente acquisita dalla Embracer Group, multinazionale svedese focalizzata su videogiochi e su intrattenimento .

La diffida legale

Lord of the BinsNick Lockwood e Dan Walker gestiscono l’azienda, che raccoglie rifiuti domestici, da costruzione e da ufficio nell’East Sussex e nel West Sussex. La coppia ha dichiarato di aver ricevuto un avviso di “cessazione e desistenza” dopo che secondo l’accusa avevano violato il copyright del noto franchise. «La Middle-earth Enterprises ci ha inviato una diffida imponendoci un cambio di nome, sostenendo che stiamo violando i loro marchi protetti da copyright», ha affermato Lockwood. «Affermano che i clienti potrebbero pensare che noi siamo stati approvati o siamo affiliati al Signore degli Anelli. Ma chiunque sia sano di mente sa che siamo un’azienda completamente separata e non competitiva». I due gestori, oltre a cambiare il nome e il sito web dell’azienda, sono stati costretti ad abbandonare anche lo slogan aziendale: «Un anello per rimuovere tutto». Tecnicamente, si tratta di una lettera di “cease-and-desist”, una diffida legale usata nel campo giuridico anglosassone, con cui viene intimato di interrompere una certa attività poiché non si possiedono i diritti di utilizzare a fini commerciali il nome e le opere di Tolkien. Lord of the Bins Se questo non dovesse avvenire, allora si passerebbe dalla diffida alla causa legale con tanto di richiesta di risarcimento danni. Di solito, non si arriva mai al tribunale perché nessuno si può permettere di sostenere una causa contro un gigante come la Middle-earth Enterprises. Lockwood, 36 anni, secondo quanto ha riportato il quotidiano The Sun, ha commentato ironicamente: «Se non arriviamo in tempo, nessuno getterà il dvd de Il Signore degli Anelli nella spazzatura, in segno di protesta per il nostro disservizio! E se tirano fuori un successo al botteghino con un film tratto da Tolkien, non credo che più persone chiameranno noi per la raccolta dei rifiuti. Queste sono solo tattiche da bullo». E ha aggiunto: «Ora siamo costretti a spendere migliaia di sterline e [molti] sforzi per il cambio di brand e il suo riposizionamento, solo per placare un’azienda multimiliardaria. Sopravviveremo a questa tempesta e continueremo a fornire un ottimo servizio alla nostra città, qualunque sia il nostro nome».
Lord of the BinsNella lettera dei legali si può leggere: «Avete fatto uso di nomi e slogan molto simili al Signore degli Anelli. La vostra attività equivale a una violazione dei diritti sui marchi del nostro cliente». Gli avvocati del franchising hanno anche detto agli imprenditori che si riserveranno il diritto di «chiedere i danni» per «l’attività illecita». Walker, anche lui 36enne, ha dichiarato: «Non possiamo permetterci di combatterli. Stiamo solo cercando di far sorridere le persone e guadagnarci da vivere». La Middle-earth Enterprises è stata contattata per un commento, ma non ha rilasciato dichiarazioni. Secondo il quotidiano The Guardian: «Non è il primo esempio di aziende globali che mostrano i loro muscoli legali per costringere le piccole imprese a cambiare nome». Tra gli altri, si possono ricordare gli episodi della diffida legale contro un pub di Southampton, colpevole di chiamarsi The Hobbit e di avere cocktail come “Frodo” e “Gandalf” nel 2012,  una caffetteria di Birmingham, colpevole di chiamarsi Lo Hobbit Affamato e un campo estivo per i bambini vicino Calgary, in Canada, colpevole di chiamarsi Rivendell.

 

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LINK ESTERNI
– Vai al sito web della Middle-earth Enterprises

 

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Abruzzo, dalla Regione 25mila euro per Tolkien

Nell’anno del Cinquantenario di J.R.R. Tolkien un bel regalo giunge dall’Abruzzo. Il prossimo 2 settembre cadrà l’anniversario della scomparsa dell’autore del Signore degli Anelli e proprio per celebrare questa ricorrenza, la giunta comunale ha messo a bilancio 25.000 euro, che sono intestati al Consiglio regionale e sono destinati a finanziare un «evento per il centenario [sic!] della morte di Tolkien». Ma vediamo nel dettaglio.

Il maxiemendamento di Capodanno

Il documento risale al 30 dicembre scorso, quando durante il consiglio regionale, è stato approvato in fretta e in furia, senza dibattito. È consueto che ci sia questa urgenza a fine anno, visto che andava approvato il bilancio sull’attività dell’assemblea nel 2022 per evitare lo spettro dell’esercizio provvisorio che aleggiava in caso si fosse sforato il 31 dicembre. Ben 60 pagine di esborsi decisi a discrezione dai consiglieri regionali di maggioranza e assessori, con un budget personale di 300mila euro, e da quelli delle opposizioni di centrosinistra e Movimento 5 stelle, che, dopo un proficuo accordo, si sono aggiudicati 200mila euro ciascuno. «È stato giusto pulire i cassetti della Regione Abruzzo… Mai il bilancio della Regione è stato messo così in ordine», ha detto il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri (Forza Italia), mostrando in una conferenza stampa all’Aquila il bilancio sull’attività dell’assemblea nel 2022. Sospiri ha rivendicato bontà ed efficacia della legge di Bilancio, approvata il 30 dicembre, anche nella parte cosiddetta dei fondi a pioggia, a discrezione dei consiglieri, di maggioranza e opposizioni. «È stato permesso ai consiglieri regionali di proporre misure in favore di comuni e associazioni, altro che legge mancia, se si entra nel merito ci sono opere importanti e utili. Del resto, non ci sono leggi di settore per piccole opere pubbliche, e i piccoli comuni non hanno fondi propri», ha concluso.

I fondi stanziati

Sono oltre 1.400 i destinatari dei circa 13 milioni di euro stanziati la sera del 30 dicembre in consiglio regionale, con la pioggia di emendamenti alla legge di Bilancio, e nei rispettivi allegati a cui non è stata data pubblicità. Tra essi, c’è un elenco delle associazioni, eventi e interventi di tenore culturali: il Centro menziona, nell’elenco, il Festival di Primavera (15.000 euro), Campovalano viva (40.000), Albergatori Caramanico Terme (30.000), Diversuguali (130.000), Gianima Soccer (50.000), Mastrogiurato di Lanciano (60.000), Circolo ricreativo culturale “Il Melatino” (40.000), Blubar festival 2023 ( 5.000), Associazione Virtù quotidiane (5.000),associazione parrucchieri Accademy L’Aquila (10.000), Croce Verde Montesilvano (50.000), Noi Insieme (50.000 euro), Il Maestrale (40.000), a Comune di Giulianova 40.000 euro per “Giuiliaeventi, al Carnevale Giuliese ” 38.000 euro, al Comune di Lanciano 15.000 euro per il bicentenario di Francesco Masciangelo, al Comune di Pescara 20.000 euro per il convegno “9 settembre 1943”, al Comune di Torre de’ Passeri 100.000 euro per realizzare il monumento ai caduti di Nassiriya, a Scurcola Marsicana 50.000 euro per realizzare il monumento alla Battaglia di Piani Palentini, a Fano Adriano 50.000 euro per realizzare una scultura in bronzo.
Nicolas GentileBuon ultimo, lo stanziamento di 25.000 euro per un evento per celebrare Tolkien. Del resto, proprio in Abruzzo è in atto il tentativo di far rivivere un villaggio hobbit ad opera di Nicolas Gentile, nel comune di Bucchianico, in provincia di Chieti. «I libri di Tolkien non mi bastavano più. Io volevo vivere DAVVERO nella Contea», ci aveva raccontato Nicolas Gentile, autore di una recente guida al mondo di Tolkien, un libro illustrato dedicato ai bambini dal titolo “In viaggio per la Terra di Mezzo” e pubblicato da Electa-Mondadori. Il suo progetto My Hobbit Life continua e dopo l’enorme successo del Viaggio della Compagnia, con 9 eroi che da Bucchianico sono arrivati a piedi fino al Vesuvio per gettare l’Unico Anello (c’era anche un cronista d’eccezione, Gandalf! Si può leggere il suo diario qui.), è giunto ora a organizzare eventi diverse volte durante l’anno. E speriamo vivamente che il Consiglio regionale abruzzese dia ora una mano concreta agli hobbit di Bucchianico.

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– Leggi l’articolo Festeggiare Bilbo coi Beorniani in Abruzzo
– Leggi l’articolo Hobbit Day 2019: in Italia e all’estero
– Leggi l’articolo Il Tolkien Reading Day 2019: a Dozza e in Italia
– Leggi l’articolo Come rinascerà la Contea abruzzese
– Leggi l’articolo In Abruzzo il primo Concilio di Elrond
– Leggi l’articolo Hobbit Day 2017: all’estero e in Italia

LINK ESTERNI:

– Vai al sito ufficiale del progetto La Contea Gentile
– Vai alla pagina Facebook di My Hobbit Life

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Audio dell’AIST: ecco i Quaderni di Arda 3

Shippey-Gruppo-di-StudioL’ultima edizione di Fantastika, la Biennale di arte fantastica tenutasi a Dozza (BO) lo scorso settembre, ha riunito dopo quattro anni di attesa artisti, illustratori, relatori, ospiti, espositori, volontari, organizzatori e pubblico per un fine settimana all’insegna del fantastico. Tra le numerose conferenze, Roberto Arduini e Wu Ming 4, rispettivamente direttore e caporedattore dei Quaderni di Arda hanno presentato il terzo numero della rivista, con un’interessante coda finale di domande e risposte con il pubblico.

L’audio e i contenuti extra

Quaderni di Arda 3La rivista è il fiore all’occhiello dell’Associazione ed è il risultato del lavoro svolto dal Gruppo di Studio, che normalmente si struttura in cicli biennali di analisi e riflessione su una singola opera di JRR Tolkien, una determinata tematica in esse presente o perfino un fenomeno come possono essere tutte le opere derivate, dai film di Peter Jackson alla serie tv di Amazon. Il terzo numero dei «Quaderni di Arda», dal titolo Beowulf a Oxford: lo stile letterario di Tolkien (Eterea Edizioni, € 25), è dedicato appunto allo stile letterario delle opere dello scrittore. È sorprendente constatare come un simile tema – anche se ovviamente fondamentale per capirne l’opera – sia uno di quelli meno trattati dalla critica internazionale. Esistono appena due monografie generali, mentre la moltitudine di saggi pubblicati in passato ha sempre concentrato la propria attenzione solo su aspetti specifici dello stile letterario, a volte con acume, ma senza mai giungere a uno studio definitivo e completo. Eppure gli studiosi che più se ne sono occupati sono tra i maggiori: Ursula K. Le Guin, Colin Manlove, Tom Shippey, Brian Rosebury, Steve Walker, Michael Drout e Alan Turner. Seduta di FirenzePur non avendo l’ambizione di pubblicare uno studio esaustivo, il presente volume vuole aprire la pista, suggerire nuovi percorsi, soprattutto far conoscere ai lettori italiani il dibattito internazionale, trovando anche molte soluzioni originali. I Quaderni di Arda hanno anche questo scopo. Per questo motivo, fin dall’editoriale si possono cogliere molti spunti validi per leggere Tolkien con occhi diversi (si può scarica l’editoriale di Wu Ming 4 qui: Lo stile ineffabile). Il lettore appassionato si può anche ascoltare l’audio integrale dell’evento qui: ecco. Mentre qui si possono acquistare i Quaderni di Arda.

I saggi del volume 3

A seguire, un assaggio di ciascun articolo pubblicato sul volume numero 3: “Beowulf a Oxford: lo stile di Tolkien”.
Wu Ming 4Wu Ming 4, Lo stile ineffabile: «Uno stile tolkieniano non esiste. Ne esistono molti. Dei testi narrativi pubblicati da Tolkien non ce n’è uno stilisticamente uguale all’altro. […] Il motivo di questa varietà è presto detto: Tolkien non era uno scrittore professionista, cioè faceva innanzi tutto un altro mestiere – lo studioso e l’insegnante di filologia – e si dedicava alla scrittura creativa per passione, a tempo perso. Pertanto faceva quello che voleva, libero dal problema di trovare un proprio stile idiosincratico, romanzo dopo romanzo, e di crearsi un pubblico di lettori. Scriveva in base all’ispirazione e alla voglia di sperimentare, nei tempi e nei modi che l’insegnamento gli concedeva. E se la voglia passava, se il risultato tradiva le sue aspettative o se non trovava la soluzione narrativa che lo soddisfacesse, lasciava il testo incompiuto, magari per riprenderlo anni, o perfino decenni, dopo, o ancora per non riprenderlo affatto.» (L’editoriale è scaricabile in versione integrale qui…).
Colin ManloveColin Manlove, Lo stile di Tolkien: «Il dettato di Tolkien è ovviamente molto diverso da quello di Rowling, che pure deve davvero molto al lavoro del suo predecessore. Rowling si prefigge di rappresentare un intero universo di personaggi nel modo più vivido possibile. Lo stile di Tolkien, invece, è molto meno incentrato sulla resa delle singole identità, e le descrizioni di molti personaggi del Signore degli Anelli sono concepite per mostrarci non già un soggetto peculiare, quanto piuttosto un individuo calato nella natura che lo circonda, il cui aspetto fisico fa riferimento a un modello astratto. Questo non fa di Tolkien un allegorista, ma piuttosto uno scrittore che “incarna” i concetti, mettendo continuamente il lettore davanti a personaggi il cui aspetto si sposa alle idee che vivono attraverso la loro corporeità».
ARDUINIRoberto Arduini, Preservare la scintilla: il processo compositivo del Signore degli Anelli: «Leggere il brano riportato in esergo può sorprendere la maggior parte dei lettori e dei critici. Sintetizzando, quando J.R.R. Tolkien iniziò a scrivere il suo capolavoro, Il Signore degli Anelli, non aveva in mente Aragorn, Barbalbero, Saruman, località fondamentali come Bree, Moria, Lothlórien e Fangorn, così come il popolo dei Rohirrim e il regno di Gondor. Inoltre, nelle sue lettere, spesso si dice sorpreso di aver scoperto avvenimenti e personaggi mentre scriveva il suo romanzo. L’autore, infatti, confidò più volte la sua sorpresa riguardo al modo in cui l’opera prendeva forma; aveva avuto spesso la sensazione che il libro si scrivesse da solo. Quindi ci si può domandare quale fosse – e se c’è mai stata – l’idea originaria dell’opera. Soprattutto, se queste erano le modalità, come si è giunti a un capolavoro come Il Signore degli Anelli?».
Elisabetta MarchiElisabetta Marchi, Come un battito: Il ritmo del Signore degli Anelli: «L’analisi dello stile del Signore degli Anelli non può essere slegata dalla questione del ritmo, così come viene suggerito da Ursula K. Le Guin: «style is a very simple matter: it is all rhythm». E se il ritmo in fondo non è che ripetizione, la domanda che ne consegue riguarda il modo in cui Tolkien è riuscito a inserire elementi ricorrenti nel testo. Qual è l’articolazione strutturale che attraverso l‘uso di particolari varianti espositive genera un meccanismo ritmico? Secondo Le Guin il ritmo espressivo del Signore degli Anelli è dato dalla ripetizione della polarità negativo/positivo».
Eleonora AmatoEleonora Amato, Come la prosa si fa poesia: la prosa poetica in The Lord of the Rings: «Questo è quello che accade anche dal punto di vista linguistico in LOTR: il vecchio e il nuovo (il lessico obsoleto, i pattern grammaticali del XIX secolo, ma anche l’inglese contemporaneo e di tutti i giorni) si combinano per creare lo stile personalissimo dell’autore. Non solo, questo stile è la manifestazione sul piano linguistico dell’intricato sostrato di riferimenti intertestuali che danno corpo e profondità alla narrazione. Il discorso dell’intertestualità è strettamente legato alle scelte linguistiche dell’autore. I cambi di registro, la sintassi marcata e reminiscente di altri generi letterari, il lessico inusuale, possono essere letti, infatti, come segnali che in quel punto della narrazione sta emergendo un substrato di tradizioni letterarie, non solo nel “nostro” mondo primario, ma anche – cosa forse più interessante – nel mondo secondario».
Luca ManiniLuca Manini, Un verso per evocare, un verso per narrare. Osservazioni sullo stile poetico di Tolkien: «Considerando le poesie sparse nel Signore degli Anelli, esse mi appaiono un momento di sosta e di sospensione e, al contempo, un’apertura verso spazi altri. Le poesie interrompono lo scorrere del racconto in prosa ma, in certo qual modo, lo potenziano dall’interno, poiché esse sono poste in un preciso momento della narrazione e nascono dallo stato d’animo che un personaggio vive in quel momento; e perché vi è in esse un senso d’ampliamento e d’apertura, mediante uno spostamento che è sia all’indietro, verso il passato, sia in avanti, verso il futuro, in una squisita fusione di ricordo e d’anticipazione, di memoria e di speranza».

Matteo StefaniMatteo Stefani, Fonti storiche fittizie nel Signore degli Anelli: La Cronaca di Barahir, le morti di Denethor e Aragorn e la storiografia latina: «La storia del Libro Rosso è un vero e proprio compendio di alcuni concetti fondamentali della disciplina che faceva parte del bagaglio accademico di Tolkien. L’intera vicenda del Libro Rosso si configura come una “storia della tradizione” di una precisa opera, cioè la vicenda della trasmissione manoscritta del diario di Bilbo, Frodo e degli altri Hobbit. L’originale del testo è un “archetipo mobile”: con il termine ‘archetipo’ viene designato il manoscritto da cui discendono tutte le copie note di un’opera; con ‘mobile’ il fatto che tale manoscritto è passato attraverso stadi di redazione successivi (Bilbo è ritornato sul suo lavoro diverse volte, Frodo ha arricchito il lavoro di Bilbo, e Sam quello di Frodo)».
Anna SmolAnna Smol e Rebecca Foster, Il ritorno di Tolkien e il metro allitterativo moderno: «Nel Ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm Tolkien ha uno scopo: egli usa il metro allitterativo per trasformare l’opera in una summa delle sue idee sulla poesia anglosassone, sui poeti dell’alto medioevo, sulla Battaglia di Maldon e sulla possibilità di scrivere in metro allitterativo in tempi moderni. Se vogliamo, quest’opera si può quindi considerare la sua eredità poetica ma, ancora di più, Il Ritorno è un dramma originale, scritto in metro allitterativo con risultati notevoli da un poeta che riesce a dimostrare come trovi ancora piacere nell’uso di questo schema metrico».
Claudio TestiClaudio Antonio Testi, Lo “stile” di Tolkien nei “Tolkien Studies”: «Il presente contributo è frutto di uno studio in sé molto semplice: ho infatti ricercato su tutta la collana dei Tolkien Studies la parola “style” e, nel caso in cui il suo contesto fosse effettivamente rilevante per la tematica dello stile nell’opera di Tolkien, ho brevemente riassunto il discorso lì sostenuto riportando alle volte anche i brani relativi. Ho scelto come base di indagine i “Tolkien Studies” non solo perché è la collana attualmente più autorevole nell’ambito degli studi tolkieniani, ma anche perché è quella che ha il miglior apparato a livello di indicazioni bibliografiche».
Tania TodeschiTania Todeschi, recensione di Thomas Kullman e Dirk Siepmann, Tolkien as a Literary Artist: Exploring Rhetoric, Language and Style in The Lord of the Rings: «Ma il vero elemento di novità del volume sono i saggi di analisi linguistica, condotta con grande dovizia di particolari, premunendosi di illustrare la metodologia utilizzata per condurre lo studio. L’analisi delle parole e delle collocazioni tipiche dello stile di Tolkien attraverso l’utilizzo dei diversi corpora linguistici elencati occupa una buona parte della monografia. È interessante considerare la metodologia (gli strumenti, l’approccio e la strategia) del lavoro svolto, specialmente per chi si occupa dello studio della linguistica applicata. Le parole, le collocazioni e le costruzioni frasali utilizzate nel Signore degli Anelli vengono sempre accompagnate da collegamenti ad altre opere letterarie più o meno moderne, seguendo dunque il fil rouge del volume: trovare un posto per Tolkien nella tradizione letteraria inglese».
Roberta TosiRoberta Tosi, recensione di John Garth, I mondi di J.R.R. Tolkien. I luoghi che hanno ispirato la Terra di Mezzo: «Quella di John Garth è dunque un’approfondita disanima che attraverso undici ricchi capitoli ci permette di accostarci alla storia personale di Tolkien, facendoci muovere sinuosamente per i luoghi a lui cari o che lo hanno maggiormente impressionato, affrontando il suo Legendarium per confrontarlo con un apparato descrittivo, fotografico e illustrativo che permette davvero di seguire, passo dopo passo, l’evoluzione di un territorio a noi sempre più familiare».
Claudio Antonio Testi, recensione di J.R.R. Tolkien, The Nature of Middle-earth. Late Writings on the Lands, Inhabitants and Metaphysics of Middle-earth, a cura di Carl Hostetter: «Questo preziosissimo volume raccoglie 62 scritti di J.R.R. Tolkien, tutti incentrati sulla storia del suo legendarium, dai periodi antichi fino a notizie riguardanti la Quarta Era della Terra di Mezzo. Il merito della straordinaria operazione va tutto a Carl Hostetter, che qui raccoglie la sua venticinquennale attività di “curatore ufficiale” degli scritti linguistici di Tolkien (xii). Il volume infatti consta di alcuni testi già curati e pubblicati da Hostetter, a cui egli ha aggiunto moltissimo materiale inedito (circa l’80% dei saggi)».
Nicola NanneriniNicola Nannerini, The Lord of the Rings online. Aspetti e forme transmediali di adattamento in un MMORPG: «I MMORPGs [massive multiplayer online role-playing games], e i giochi di ruolo in generale, permettono ai partecipanti – oltre alle interazioni con gli altri, di cui si è appena detto – una più profonda riflessione su se stessi. Creando una propria mitologia personale, infatti, essi imparano a conoscere qualcosa in più del proprio essere, esplorando aree liminali popolate tanto da archetipi inconsci quanto da tabù atavici».
Gianluca MeluzziGianluca Meluzzi, Gli emblemi araldici del Silmarillion [versione completa]: «Uno di questi aspetti, a oggi ancora solo parzialmente esplorato, è quello degli emblemi araldici di corredo al Silmarillion. Li disegnò tutti (o forse, quasi tutti) tra il 1960 e il 1961, compiendo rapidamente una vera rivoluzione stilistica nell’araldica dell’intero Legendarium. Perché nella loro astrattezza e complessità grafica sono completamente nuovi e diversi dal semplice simbolismo di qualsiasi descrizione che si possa trovare nei testi: dalle armi dei dodici casati di Gondolin, che risalgono al 1917, fino alle insegne di scudi e vessilli di The Lord of the Rings».

Quaderni di Arda 3

 

 

 

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