La Città Nomade è tornata come ogni anno nell’altopiano di Colfiorito
Montelago Celtic Festival è giunto al termine di un’altra edizione da record per quanto riguarda le presenze e le attività proposte da questa città nomade che, per cinque giorni l’anno, si erge magicamente al centro della vallata umbro-marchigiana. Il Popolo di Montelago è un popolo consapevole che in quei giorni può accadere di tutto, ci possono essere le condizioni atmosferiche più avverse, dal sole cocente alle tempeste di pioggia (fortunatamente quest’anno nemmeno un giorno di temporali), dai 40 gradi al sole ai 10 gradi notturni, ma nonostante ciò ogni anno il festival ha dovuto allargare sempre di più i confini, proprio perché migliaia di persone accorrevano da fuori regione e fuori Italia per assaporare quelle sensazioni. La forza di Montelago è proprio nelle emozioni, più che nell’attività al suo interno, e non è un caso che da diversi anni il Festival sia a numero chiuso, proprio per riuscire a mantenere alta la qualità dei propri servizi.
Ma catapultiamoci nell’edizione 2025. Come ogni anno il Festival decide un tema sul quale interrogarsi e far dialogare i conferenzieri nella Tenda Tolkien, e non solo. Il tema del 2025 è stato il Viaggio. Che sia nel tempo o nello spazio, il viaggiare richiede un’irrequietezza che, come scriveva il nomade Bruce Chatwin, è della stessa sostanza – scrivono gli organizzatori – di cui sono fatti i bambini e i poeti: un animo predisposto alla sorpresa, infastidito dalla noia del clan e dei dettami collettivi, individuale ma mai individualista. Questa è la magia dei grandi viaggiatori, anche nel mondo della letteratura fantastica. Tolkien lo sapeva bene: Bilbo Baggins rinuncia all’essere Hobbit per mettersi in viaggio. Aragorn è Ramingo prima che Re. Gandalf stesso mal si associa con i diritti e doveri della gilda degli stregoni. Montelago, in tal senso, nasce e vuole rimanere un’ode all’irrequietezza, un grande raduno degli irrequieti. Il suo nomadismo è musicale, per la sua intolleranza ai muri costrittivi del genere; logistico, fissato com’è per il temporaneo e per l’estemporaneo; sociale, con il suo tipico sarcasmo nei confronti del certo e del dogmatico. Nomadismo talmente forte dal voler stuzzicare – dispettoso come Loki, altro instancabile viaggiatore – anche le proprie genti più fedeli.
Ed ecco allora che in questa edizione vogliamo chiedere e chiederci: come possiamo mantenerci viaggiatori e non turisti? Come possiamo affrontare il lungo viaggio alla scoperta di civiltà antiche senza cadere nello scimmiottamento e nella mera postura? Come evitare di portare anche nel nomadismo gli inutili pesi del pensiero più stanziale?
In questa edizione, Montelago ha invitato ad abbracciare appieno l’alternativa nomade, fatta di sostanza più che di forma: trasformate radicalmente l’essere umano, con la speranza che sia la libertà a traboccare nella vostra vita quotidiana e non il contrario.
L’AIST a Montelago: tra la tenda Tolkien e i Giochi di Ruolo
Nella grande città nomade c’è stato spazio anche per eventi e conferenze organizzate o coadiuvate dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Sì, perché all’interno del festival c’è una tenda che si chiama Tenda Tolkien, nata inizialmente come piccolo angolo di lettura tolkieniana (la lettura libera su Tolkien è rimasta come da tradizione), trasformata poi nel tempo nell’arena di divulgazione del festival, non solo tolkieniana. Luca Pakarov e Loredana Lipperini ogni anno cercano di coinvolgere conferenzieri, autori e scrittori per poter donare al popolo di Montelago un programma sempre più interessante. Nel 2025, con il tema del viaggio, ci sono state diverse situazioni nelle quali soci AIST hanno potuto fare divulgazione di fronte a una platea sempre colma di curiosi. Ha iniziato il presidente Stefano Giorgianni, in dialogo con Loredana Lipperini, con la presentazione “La caduta di Númenor e il crollo della saggezza degli uomini”, per poi passare a Paolo Nardi con la conferenza “Lo Hobbit, il viaggio dell’eroe come scoperta di sé”. Sempre Stefano Giorgianni ha poi avuto il piacere di dialogare con Einar Selvik, musicista norvegese noto per essere stato il batterista della band black metal Gorgoroth dal 2000 al 2004, e per essere stato il frontman del progetto folk nordico Wardruna, fondato nel 2002. Ma non ci sono state solo conferenze e interviste; l’AIST era tra le coordinatrici della Tenda Giochi – The Riddle Pit dove si sono imbastiti tavoli con i giochi di ruolo a tema tolkieniano (e non solo). Insomma, dove c’era la possibilità di divulgare la parola del Professore l’AIST ha risposto, come sempre: “presente!”, anche quest’anno nella prestigiosa cornice di Montelago Celtic Festival.
Accampamento storico, le attività e il grande fuoco.
Nella parte centrale del festival è possibile visitare l’affascinante accampamento storico dove si svolgono la maggior parte delle attività, sia dedicate all’artigianato e tradizione, che prettamente sportive e fisiche. Il tiro con l’arco storico e il lancio del tronco, le danze celtiche e il lancio del peso, la falconeria e la spada storica sono alcune delle attività che è possibile vivere intorno all’accampamento; l’idea è proprio quella di testare le proprie abilità e imparare dei giochi o sport che in altre situazioni è difficile reperire. Inoltre non ci sono solo attività “fisiche”, ma è possibile anche vivere arti e mestieri di ogni tipo; confrontarsi con coloro che gestiscono il campo sul cibo di una volta, la fusione del bronzo, la lavorazione della pelle, il tiro con l’ascia, e imparare il combattimento all’arma bianca; insomma un vero e proprio villaggio ricreato alla perfezione dove la storia si intreccia con la realtà e nella quale è possibile tuffarsi per vivere un giorno da vichingo (e non solo). E quando cala la notte Montelago vive un’altra dimensione, le temperature si abbassano drasticamente, ogni giorno è possibile assistere ad un tramonto incredibile fino all’ultima sera e all’accensione del fuoco sacro. Il fuoco prende vita al posto delle classiche “torce elettriche”, chi vive nelle tende il più delle volte usa una candela o un barbecue dove tutti si siedono intorno e discutono di ogni argomento degustando cibo e leccornie. Ma il fuoco sacro del sabato notte, simbolo di Montelago, è uno degli eventi più sentiti dell’intero festival; le persone si commuovono e piangono di fronte all’accensione del grande fuoco, tutto il popolo si ricongiunge attorno ad un grande abbraccio: è un momento fondamentale della festa e lo stesso rito trae origine dalla cultura degli antichi Celti. Mentre lo speaker racconta dell’origine della tradizione dei grandi fuochi, centinaia di persone si mettono a sedere in religioso silenzio aspettando l’accensione che arriva inesorabile grazie alla maestria di coloro che hanno visto nascere questo Festival: sì, proprio coloro che hanno voluto scommettere su questa manifestazione sono anche coloro che accendono il fuoco finale, per poi lasciarsi andare ad un abbraccio collettivo con le migliaia di persone che si trovano insieme su un altopiano ad inizio agosto. Montelago Celtic è un festival anomalo. Un festival per tutti, ma non proprio. Come scrissi nel reportage del 2024 si deve essere motivati a sacrificare il proprio tempo nel vivere in modo lento, perché Montelago Celtic Festival è un festival lento proprio come gli Ent di Tolkien. Va assaporato anche nelle ore dove apparentemente non c’è nulla da fare, basta aprire mente e cuore e scovare quella fiamma che in
altre situazioni, più caotiche e frenetiche, sarebbe impossibile da vivere. Montelago quindi sì, è per tutte e tutti (ma anche per nessuno se non si è dediti a questo tipo di vita); di ogni età, mamme e papà con bimbi vestiti da scozzesi ed hobbit, fidanzati e fidanzate di ogni categoria o viaggiatori solitari, trekker, giocatori di ruolo, tiratori d’arco e appassionati di musica o letteratura che vogliono vivere un festival “lento” in un’era dove la velocità la fa da padrona. Montelago Celtic Festival è una pietra rarissima da proteggere… come “Valerio”, ma questa è una storia che può conoscere solo un montelaghista.
Alessio Vissani
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Festival di Montelago
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