«Tolkien in love»: lo scrittore e l’amore

Aragorn e ArwenIl prossimo 19 marzo la casa d’aste inglese Bonhams batterà, per un base tra le 6.000 e le 8.000 sterline, una lettera che J.R.R. Tolkien indirizzò al proprio editore nel 1955, poco prima di vedere pubblicato il terzo volume del Signore degli Anelli. Nel testo Tolkien riferisce la critica che il poeta W.H. Auden gli mosse riguardo alle nozze tra Aragorn e Arwen alla fine della guerra dell’Anello. Secondo Auden quei fiori d’arancio risulterebbero «superflui e frettolosi», ovvero ben poco significativi nel quadro dell’happy ending. Dal suo punto di vista Tolkien avrebbe tranquillamente potuto eliminare la scena. Wystan Hugh Auden fu uno dei primi e più ferventi ammiratori del Signore degli Anelli. In una celebre trasmissione radiofonica alla BBC, nel 1956, disse che non si sarebbe più fidato del parere letterario di chi non avesse apprezzato il romanzo di Tolkien. Per lui, intellettuale di sinistra, reduce della guerra di Spagna, non era scontato e tanto meno gratuito prendere le difese di un autore così demodé come Tolkien, per di più cristiano, lontano mille miglia dai temi e dagli stilemi cari all’intellighenzia di sinistra inglese. Auden ci si mise d’impegno, al punto che Tolkien arrivò a considerarlo uno dei suoi più cari amici di penna. Viene dunque da pensare che la critica di Auden avesse piuttosto a che fare con lo Arwen e Aragornscarso peso che ha la scena delle nozze nell’economia generale del racconto. Auden infatti non aveva ancora potuto leggere le Appendici del Signore degli Anelli, nelle quali viene narrata tutta la storia d’amore tra l’uomo Aragorn e l’elfa Arwen. Dunque ai suoi occhi quel matrimonio risolto in pochi capoversi appariva scarsamente significativo. Il punto è che non lo è affatto, e anzi, implica una delle più complesse e amare riflessioni sull’amore prodotte dal grande autore inglese.