Lo Hobbit, l’8 febbraio una fiaba per l’Inghilterra

prender-notaSiamo giunti alla terza lezione del corso “Approfondire Lo Hobbit, organizzato dall’Associazione italiana studi Tolkieniani al museo Vigamus, in via Sabotino 4 a Roma. Dopo gli incontri tenuti dallo scrittore Wu Ming 4 e dal saggista e traduttore Giampaolo Canzonieri, che sono stati particolarmente apprezzati e hanno suscitato un bel po’ di domande finali, ora è la volta di Saverio Simonelli, giornalista e scrittore, responsabile dei programmi culturali di Tv2000 e Cecilia Barella, saggista ed esperta di letteratura inglese vittoriana. L’incontro di domenica 8 febbraio 2015, dalle ore 11 alle 13, avrà il titolo Lo Hobbit, una fiaba per l’Inghilterra. Lingue: a lezione di elficoAttenzione, c’è un cambiamento importante nel programma: siamo riusciti ad ottenere una lezione in più per il corso, eliminando definitivamente la “coda” delle lezioni che avremmo dovuto tenere ad aprile. Il corso così potrà continuare con la lezione aggiuntiva del 29 marzo, dedicata all’analisi dei videogiochi realizzati sullo Hobbit e Il Signore degli Anelli. L’assoluta mancanza di uno spazio disponibile per aprile in cui tenere lezioni ci costringe invece a eliminare la lezione sulle lingue elfiche, che verrà posticipata al prossimo anno.

Dalle fiabe ai fratelli Grimm

Fantastico, fate, FaerieLa lezione si propone di analizzare Lo Hobbit collocandolo tra le fiabe e il folklore da una parte e la letteratura giovanile dell’epoca dall’altra. È indubbia l’influenza che su Tolkien ebbe «l’epoca d’oro» della letteratura inglese, come è stata definita quella fase storico-culturale in cui nacque la letteratura per ragazzi moderna. L’assenza di un vero e proprio canone inglese della fiaba (e di una voce inglese nel canone europeo) portò alla nascita di un importante corpus di letteratura per ragazzi. Forse non è un caso che proprio l’Inghilterra abbia sviluppato il genere della fiaba letteraria e addirittura una letteratura per ragazzi che in fondo ha poco a che fare con la fiaba. L’Inghilterra, infatti, non ha avuto una vera e propria scuola di studi sulle fiabe, diversamente dalla Germania, dalla Scandinavia e dalla Russia (in questo ordine cronologico) che partendo da discipline filologiche o antropologiche hanno sviluppato teorie influenti a livello mondiale. La mancanza di una tale scuola di pensiero non è da collegarsi con quel vuoto di mito di cui Tolkien parlava nel saggio “Sulla Fiabe”? Il Professore di Oxford fece, inoltre, qualcosa di molto simile all’operato, più di un secolo prima, dei fratelli Grimm. Fratelli Grimm: statua ad HanauI due autori delle “Fiabe per bambini e del focolare”, il libro dei libri per gli amanti del genere fiabesco, erano anche, come Tolkien, filologi e (più il primo del secondo) indagatori del patrimonio mitico primordiale dell’area di lingua germanica filtrato poi attraverso le storie epiche e romanzesche, dai poemi al maerchen. Così come Tolkien sosteneva di voler dare una mitologia all’Inghilterra, Jacob Grimm nella prefazione alla prima edizione delle Fiabe del 1812 afferma testualmente che «era venuto il momento di fissare queste fiabe perché quelli che le devono conservare diventano sempre più rari».

Approfondire Lo Hobbit

Lesson03Dopo l’introduzione alla vita e all’opera di J.R.R. Tolkien nel 2014, questo secondo ciclo si prefigge di conoscere meglio il suo primo romanzo, Lo Hobbit, reso ancor più celebre dai film al cinema. Il corso è la soluzione ideale per chi, tra i vari impegni della giornata, non riesce sempre a trovare il tempo di leggere, ma non rinuncia ad approfondire l’opera dello scrittore e vorrebbe evitare libri di critica che potrebbero risultare deludenti. Vedrà la partecipazione come relatori alcuni tra i maggiori studiosi di Tolkien in Italia, che hanno analizzato l’opera dello scrittore secondo diverse prospettive di ricerca. Il seminario si articola in una serie di incontri a carattere critico, letterario, filosofico e artistico. L’eterogeneità dei testi analizzati nel programma del corso vuole infatti riflettere, sia pure sinteticamente, diverse prospettive culturali e letterarie nell’approccio critico alloHobbit, mettendo anche a disposizione nuove risorse per possibili percorsi didattici. Dopo i primi incontri introduttivi e sui cambiamenti tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, la seconda parte del corso si occuperà di aspetti particolari del primo romanzo di Tolkien, analizzando l’opera nel contesto della letteratura per ragazzi. L’attenzione sarà poi concentrata su aspetti specifici dell’opera, meno conosciuti, ma ugualmente importanti: i Nani e le figure femminili. Uno sguardo sarà dedicato, infine, all’influenza dello scrittore inglese sul cinema e in particolare alla trilogia dei film di Peter Jackson.
SeminarioPer iscriversi al corso è sufficiente presentarsi alla prima lezione di domenica 11 gennaio. L’abbonamento ha un costo complessivo di 50 euro e dà diritto alle 7 lezioni del corso, all’ingresso al museo (che normalmente ha un costo di 8 euro) e all’utilizzo delle postazioni per tutto il giorno della lezione. È possibile anche partecipare alle singole lezioni a un costo di 10 euro a lezione. Attenzione, però: l’aula delle lezioni è grande, ma i posti non sono infiniti! Se si vuole avere la sicurezza di avere un posto al corso già da adesso, si può prenotarlo, facendo una pre-iscrizione. Si può inviare una mail di pre-iscrizione qui: info@jrrtolkien.it. La mail darà un posto sicuro alla lezione in caso di esubero di iscritti. Nell’ultima lezione verrà rilasciato attestato di partecipazione.

Approfondire Lo Hobbit

Corso su J.R.R. Tolkien a cura dell’Associazione romana studi Tolkieniani
Presso la sede del Vigamus – il Museo dei Videogiochi
Via Sabotino 4, 00195 – Roma
L’orario delle lezioni è sempre dalle 11,00 alle 13,00
Programma completo
Tolkien leggeDomenica 11 Gennaio 2015: Lo Hobbit: un viaggio di crescita individuale – Relatore: Wu Ming 4
Domenica 25 Gennaio 2015: Dallo Hobbit al Signore degli Anelli: i personaggi sono gli stessi? – Giampaolo Canzonieri
Domenica 8 Febbraio 2015: Lo Hobbit, una fiaba per l’Inghilterra – Relatori: Saverio Simonelli e Cecilia Barella
Domenica 22 Febbraio 2015: Dal libro allo schermo: la trilogia dello Hobbit di Peter Jackson – Relatori: Manuel Chiofi
Domenica 8 Marzo 2015: Le figure femminili nello Hobbit e nelle opere di Tolkien – Relatore: Roberto Arduini
Domenica 22 Marzo 2015: I Nani di Tolkien tra mitologia e letteratura fantastica – Relatore: Norbert Spina
Domenica 29 Marzo 2015: Tolkien e i videogiochi – Relatore: Marco Accordi Rikards

Dati essenziali del corso
Data inizio: domenica 11 gennaio 2015
Durata: 6 lezioni (dall’11 gennaio al 22 marzo)
Giorno e orario: ogni 15 giorni, la domenica dalle 11 alle 13
Sede: museo Vigamus, in via Sabotino 4 (metro A, fermata Ottaviano) – Roma
Costo: 10 euro a lezione o abbonamento a 50 euro (acquistabile solo l’11 gennaio)

ARTICOLI PRECEDENTI:
Corso Aist 2015: Lo Hobbit, viaggio verso la maturità
Corso Aist 2015: Lo Hobbit, come mutano i personaggi?

LINK ESTERNI:
– Vai al sito Vigamus – museo del videogioco di Roma

.



Utenti online

Università: è pronto l’autunno del Mythgard

Mythgard InstituteAnche se è agosto c’è già chi si organizza per studiare J.R.R. Tolkien. Nuove opportunità sono all’orizzonte per gli appassionati, che avranno l’opportunità di approfondire ancor di più le opere del professore di Oxford. Torna il Mythgard Institute, con i suoi corsi telematici tenuti da professori universitari e dagli studiosi più importanti degli studi tolkieniani. Dopo un rodaggio di due anni e con sei sessioni di corsi alle spalle, l’istituto si prapara a fare le cose in grande per il prossimo anno accademico.

Un Istituto tolkieniano made in Usa

Corey OlsenFondato nel 2011 dal professor Corey Olsen, famoso per la realizzazione dei podcast del Tolkien Professor, in collaborazione con i fondatori della Middle-Earth Network, il Mythgard Institute riunisce alcuni dei pezzi da novanta della critica tolkieniana: oltre a Olsen, infatti, parteciperanno Tom Shippey, Verlyn Flieger e Michael Drout! L’istituto offre corsi su Tolkien, gli Inklings, Arthur Conan Doyle e altri autori di letteratura fantastica. Sono già stati attivati i corsi per l’autunno 20131 e la primavera 2014. La prima sessione iniziareà prestissimo: già dal 26 agosto e fino al 15 novembre, per 12 settimane, come in un corso universitario le lezioni si terranno due volte a settimana, con un esame finale. È possibile partecipare i due duistinte vesti, come studente universatario accreditato e come uditore semplice. Nel primo caso, si dovranno seguire tutte le lezioni, fare un compito finale e ottenere 3 crediti di Master Level. La scadenza per le domande per il semestre autunnale 2013 è il 15 agosto e il costo è di 525 dollari, 392 euro circa. La seconda modalità è la più interessante: partecipare come uditore dà accesso al materiale digitale del corso, con la possibilità di partecipare alle discussioni online con gli altri studenti e col professore e, a seconda del numero di lezioni e corsi a cui si assisterà, si potrà ottenere un Certificato di frequenza. In questo caso, il costo per ogni corso è di molto inferiore (150 dollari, 112 euro). Nelle sessione, spiaccano i due corsi su Tolkien, tenuti da Verlyn Flieger e Tom Shippey. Ecco tutti i dettagli.

La Filologia attraverso Tolkien

Corso-Philology«La Filologia – la mia personale borsa dei trucchi – può essere astrusa…» e «Io sono un filologo puro…». Basterebbero questi due estratti dalle lettere per capire come Tolkien si considerasse soprattutto un filologo. Ecco la presentazione del corso che sarà tenuto da Tom Shippey e Nelson Goering: «Tolkien è famoso nel mondo per i suoi racconti. Nel frattempo, nella sua
carriera professionale di alto livello, era un filologo, più precisamente un filologo comparativo, che seguì le orme di Jacob Grimm, le cui innovazioni nella filologia comparativa (vergleichende Philologie) devono essere considerate come la rivoluzione darwiniana delle scienze umanistiche nel XIX secolo. Non è casuale che, mentre la serie di Tolkien sulla Terra di Mezzo fu uno dei successi popolari più grandi del XX e XXI secolo, le favole dei fratelli Grimm furono uno dei successi popolari più grandi del secolo precedente. La filologia e la fantasia vanno a braccetto. Meritano di essere studiate insieme. Questo corso mira a usare la vita e le opere di Tolkien come mezzo per fornire un’introduzione alla disciplina della filologia comparativa e a mettere in luce i molti legami tra questo campo e i suoi scritti creativi. Conferenza Shippey a Modena 2013Il corso offrirà una panoramica introduttiva (e necessariamente selettiva) di molte delle vecchie lingue germaniche e delle loro letterature, come il Gotico, l’Antico e Medio Inglese e l’Antico Norvegese, e coprirà argomenti selezionati nella grammatica comparativa germanica (ad esempio la legge di Grimm). Sarà data anche attenzione ad altre tematiche correlate, come la filologia celtica e le lingue inventate da Tolkien. Non è necessario che gli studenti abbiano familiarità con lingue diverse dall’Inglese moderno. Il lavoro del corso comprenderà letture, esercizi di filologia e lo studio di brevi estratti commentati da testi antichi. Lo scopo finale è fornire una familiarità di base con i metodi e lo specifico ambito della filologia e far apparire meno distanti le antiche lingue e i testi che forniscono i dati grezzi in questo campo, così come esaminare la forte influenza della filologia negli scritti di Tolkien.

Il corso si svolgerà il martedì e il venerdì (lezione introduttiva e sessione conclusiva) dalle 16.00 alle 17.30 (UTC-5)

Programma del corso
Settimana 1 (26-30 Agosto) – Filologia comparativa e legge di Grimm
Settimana 2 (2-6 Settembre) – I Goti e il Gotico
Settimana 3 (9-13 Settembre) – Antico Norvegese: nomi e indovinelli
Settimana 4 (16-20 settembre) – Antico Inglese: parole e cultura
Settimana 5 (23-27 Settembre) – Antico Inglese: poesia e versi
Settimana 6 (30 Settembre – 4 Ottobre) – La Britannia dei primordi: lingua e storia
Settimana 7 (7-11 Ottobre) – Lo sviluppo delle lingue celtiche
Settimana 8 (14-18 Ottobre) – Radici: Eldarin comune e Proto- Indoeuropeo
Settimana 9 (21-25 Ottobre) – L’Inglese dopo il 1066
Settimana 10 (28 Ottobre – 1° Novembre) – Lingua AB: Layamon e Sir Gawain
Settimana 11 (4-8 Novembre) – Dialetti e filologia non Indoeuropea
Settimana 12 (11-15 Novembre) – Lit e Lang

youtube placeholder image

Tolkien e la tradizione: l’orfano, l’eroe e il re

Tolkien_TraditionDal 26 agosto, Verlyn Flieger terrá un corso dal titolo L’orfano, l’eroe e il re. Ecco un estratto della presentazione: «Tolkien disse che la sua immediata risposta alla lettura di qualsiasi storia medioevale era volerne scrivere una simile. E lo fece. Tre volte. “La storia di Kullervo” viene dal Finlandese Kalevala, Sigurd e Gudrun è la sua versione degli Eddas Islandesi, mentre The Fall of Arthur è stata insiprata
dal poema allitterativo in Medio Inglese Morte Arthure e dal poema a stanze dal medesimo titolo. Leggeremo ognuno di questi lavori nel contesto della sua particolare tradizione letteraria per esplorare come Tolkien adatti/alteri/estenda/comprima il materiale tradizionale per renderlo proprio. Il corso si divide naturalmente in tre segmenti ognuno deputato a una storia mitica e al suo trattamento Tolkieniano. Verlyn FliegerOgnuna delle prime due sezioni sarà seguita da un esame su quella sezione. Le lezioni dell’ultima settima saranno un compendio attraverso una discussione/valutazione/critica dell’uso che Tolkien fece del suo materiale. Fornirò degli spunti di discussione da cui partiremo, ma questa sarà la vostra opportunità per testare le vostre opinioni su quanto avete letto. È, se volete, una prova generale per l’esame cumulativo finale del venerdì dell’ultima settimana in cui vi sarà richiesto di valutare gli scritti di Tolkien sia individualmente che comparativamente, giudicandoli nel contesto di ciascuno degli altri e in quello delle loro fonti così come lette in classe».

Programma del corso
Settimana 1 (26-29 Agosto) – Contesto
Lunedì: Il movimento del folklore, mito, lingua, romanticismo, nazionalismo;
Giovedì: Lönnrot, Proto-Kalevala 1834, Vecchio Kalevala 1835, Kalevala 1849. Folklore o falsa tradizione?

Settimana 2 (2-5 Settembre) – L’Orfano: Tolkien e Kalevala
Lunedì: Tolkien e il mito. Lingua e linguaggi. Lingua, storia, cultura.
Giovedì: Saggi sul Kalevala pp. 246-277 «Vorrei che ne fosse rimasto di più»

Settimana 3 (9-12 Settembre) – Tolkien e Kalevala
Lunedì: Runos 31-33 – La discendenza di Kalervo e la Moglie di Ilmarinen
Giovedì: Runos 34-36 – Kullervo e la sua famiglia

Settimana 4 (16-19 settembre) – Tolkien e Kalevala
Lunedì: La storia di Kullervo pp. 214 – 227
Giovedì: La storia di Kullervo pp. 227 – 245

20 settembre: Esame a casa (scadenza il lunedì successivo)

Settimana 5 (23-26 Settembre) – L’eroe: Tolkien e i Volsungs
Lunedì: la visione del mondo norvegese. Fonti: Edda di Snorri, Codex Regius, Völsungasaga
Giovedì: Tolkien e il Nord da Andrew Lang a Beowulf al Kolbítar

Settimana 6 (30 Settembre – 3 Ottobre) – Sigurd
Lunedì: Sturluson, Gylfaginning pp. 7-19, Bellows Poemi Mitologici Voluspø
Giovedì: Sturluson, Gylfaginning pp. 99-104, Bellows Poemi Eroici Gripispo, Reginsmol, Fafnismol

Settimana 7 (7-10 Ottobre) – Sigurd
Lunedì: Tolkien, Leggenda Volsungakvitha pp. 59-126
Giovedì: Leggenda Volsungakvitha pp. 59-126

Settimana 8 (14-17 Ottobre) – Gudrún
Lunedì: Bellows, Atlakvitha
Giovedì: Leggenda Gudrúnarkvitha

15 ottobre: Esame a casa (scadenza il lunedì successivo)

Settimana 9 (21-24 Ottobre) – Il re: Tolkien e Artù
Lunedì: Tradizione arturiana da Geoffrey a Malory a Tennyson
Giovedì: Tolkien, le lettere di Waldman, The Notion Club Papers

Settimana 10 (28-31 Ottobre) – Tolkien e Artù
Lunedì: Benson, Morte Allitterativa
Giovedì: Benson, Morte A Stanze

Settimana 11 (4-7 Novembre) – Tolkien e Artù
Lunedì: Tolkien, The Fall of Arthur Canti 1-5
Giovedì: «Il poema non scritto»

Settimana 12 (11-14 Novembre) – Tolkien e Artù
Conclusioni e discussione in classe

15 Novembre: Esame a casa finale (scadenza il lunedì successivo)

– Vai al sito del Mythgard Istitute

.


 

Antonio Faeti su Tolkien: «Immensa la sua eredità»

Faeti ritrattoAvevamo segnalato la lectio magistralis su J.R.R. Tolkien di Antonio Faeti, decano degli studi della letteratura per ragazzi in Italia, avrebbe tenuto lunedì 18 febbraio 2013, nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’università di Bologna. Lo studioso ha preso spunto dal prossimo anniversario della morte dello scrittore inglese, scomparso quarant’anni fa, per ragionare sull’eredità che ha lasciato con la pubblicazione dei primi libri di letteratura fantastica di successo planetario, libri a cui tanti autori si sono successivamente ispirati e che non smettono di dare vita a rivisitazioni di tutti i tipi. Abbiamo avuto la fortuna di poter assistere all’incontro intitolato Il lungo viaggio per Pianilungone. J.R.R. Tolkien quarant’anni dopo e ne riportiamo qui il nostro resoconto.

Un’eredità importante

Lezione all'Aula magna«Le opere di J.R.R. Tolkien, a mio avviso, ha una sua importanza perdurante al di là dell’attuale fenomeno», racconta Faeti. «Grazie a un indiscutibile genio, Tolkien ha creato quelle cattredali dell’immaginario che ancora oggi contraddistinguono la sua produzione con un’assoluta originalità. Tuttavia, Tolkien deve essere a tutto diritto inserito in quella diffusissima corrente nostalgica che si prodiga nel recupero di un ipotetico Medioevo lontano; penso ai Nazareni in Germania o ai Preraffaelliti in Inghilterra. È in quest’ottica che a me preme appoggiare il caso Tolkien, e questo è il mio metodo di lavoro da cinquant’anni: non tendo a isolare i fenomeni, ma a congiungerli in un reticolo di emozioni, ricerca, eventi e aspettative, ed è questo reticolo che mi interessa decifrare e studiare». Lungo tutta la storia umana ci sono stati dei momenti, in genere di crisi culturale ed economica, in cui la nostalgia di un passato più o meno remoto si faceva pressante, ma Faeti mette in guardia dal rischio di semplificazione e idealizzazione in cui è facile ricadere. «Il problema nasce quando questo passato non viene elaborato storicamente e con critica filologica, ma è reso sogno e fantasia, un semplice mezzo per creare una sorta di patria onirica e ideale in cui rifugiarsi. Bisogna mostrare che i sogni sono belli, ma anche dimostrare come sono costruiti, che caratteristiche hanno e che non sono del tutto privi di derive pericolose; sto pensando a Hitler, ai suoi viaggi a Bayreuth per il suo grande amore per Wagner e Sigfrido». Non un razionale e negativo disincanto quindi, ma una pretesa di consapevolezza: «Lasciando questi sogni senza spiegazione corriamo il pericolo di un equivoco che non deve arrivare per forza ad Auschwitz o Treblinka per essere dannoso, potrebbe comunque portare a una mistificazione del presente».

Sono solo sogni?

Faeti-conferenzaLa rappresentazione dei sogni collettivi e del folklore trova terra fertile sia nel genere fantasy, a cui la produzione di Tolkien viene ricondotta, sia nella letteratura per l’infanzia, due generi che sono accomunati anche dall’etichetta di
letteratura minore e d’evasione. Una componente da cui Faeti si discosta, mettendo anzi in risalto la componente storica della fiaba: «Il compito dei fratelli Grimm era cercare la legittimazione dell’unità germanica partendo dallo studio del diritto e dell’analisi della mentalità collettiva. Trovarono invece il fiabesco, che fino ad allora aveva funzionato, in modo sotterraneo, da elaborazione comunitaria e autonoma di tutti quei sogni collettivi che i Grimm stavano cercando: il folk, appunto». Questa scoperta non è tuttavia l’atto di nascita della letteratura per l’infanzia, che va fatta invece risalire a una quarantina di anni prima. Continua il professor Faeti: «Contro l’idea francese per cui si debba acculturare indifferentemente gli adulti come i bambini su filosofia, religione o diritto, a metà Settecento Madame Leprince de Beaumont volle invece specificare, nei “Magasins des enfants”, cosa tra tutti gli aspetti della cultura potesse davvero parlare ai bambini e come. Si fece così erede di Johan Amos Komensky, che nel suo “Orbis Pictus” aveva creato il primo sillabario illustrato per i bambini». Alla letteratura per l’infanzia come la intendiamo oggi si arriva quindi lentamente, per gradi: «Ciò viene talmente tanto prima dei Grimm che già loro sentono quella tradizione come distante: quando la letteratura per l’infanzia incontra il fiabesco è già molto robusta, tanto da poterlo modificare essa stessa», spiega Faeti. «Ma è solo con Collodi che si comincia a ridare ai bambini una specificità bambinesca: Pinocchio è un personaggio popolare, bizzarro, è una canaglia che Madame de Beaumont non si sarebbe mai sognata di rappresentare. Tuttavia, questo è un percorso molto complesso e richiede oggi giovani energie e nuove ricerche: c’è molto da scavare». «Le fiabe non sono mai state semplicemente una cosa da bambini», spiega Antonio Faeti, «fin da uno dei loro atti di nascita, la Legenda Aurea del beato Jacopo da Varagine, che raccoglie ad uso dei predicatori un repertorio di esempi, destinati all’intero popolo cristiano. Il pubblico bambino non è il primo referente neppure di autori come Andersen, Wilde e Yeats, che si sentivano soprattutto scrittori».

Nè evasione, né diserzione

Copertina di "Albero e foglia" d J.R.R. TolkienTolkien, nel suo Saggio sulla fiaba, contesta la coincidenza tra fantasia e irrazionalità, la fantasia è una naturale attività umana che di per sé non distrugge e neppure reca offesa alla ragione, anzi dichiara che in un mondo in cui la ragione venisse meno non ci sarebbe più fantasia ma solo morbosa illusione. Oggi, forse, Tolkien sarebbe giudicato politically incorrect per questa appassionata difesa della Fantasia creativa, definita una «razionale attività umana» fondata sulla coscienza dei dati di fatto, ma anche sul rifiuto di «divenirne schiavi». Il Mondo Secondario, o Terra di Mezzo, creato da Tolkien non è frutto di «illusione morbosa»: si pone fuori dalla storia, vi si parlano lingue inesistenti ma, a differenza delle leggende arturiane (che Tolkien giudica incoerenti), le trame hanno cronologia, mappe, nomenclature precise come si conviene a un mondo virtuale che non è il nostro ma è regolato da leggi minuziose e coerenti. A chi lo accusa di Evasione, il professore replica che «l’Evasione del Prigioniero non va confusa con la Fuga del Disertore». Evasione da cosa? Faeti ricorda qui le parole di Tolkien: «Per quanto oggi le fiabe non siano affatto l’unico mezzo di Evasione, sono oggi una delle forme più ovvie, e (per alcuni) più oltraggiose, di letteratura di “evasione”…». Lo scrittore afferma che l’Evasione è una delle principali funzioni delle fiabe ed è in disaccordo col tono di disprezzo o di pietà con cui “Evasione” viene oggi così spesso utilizzato:
un tono per il quale gli usi della parola al di fuori della critica letteraria non forniscono giustificazione alcuna. Faeti continua a leggere Tolkien: «Perché un uomo dovrebbe essere disprezzato se, trovandosi in carcere, cerca di uscirne e di tornare a casa? Oppure, se non lo può fare, se pensa e parla di argomenti diversi che non siano carcerieri e mura di prigione? Il mondo esterno non è diventato meno reale per il fatto che il prigioniero non lo può vedere. Usando Evasione in questo senso, i critici hanno scelto la parola sbagliata, e, ciò che più importa, confondono, non sempre in buona fede, l’Evasione del Prigioniero con la Fuga del Disertore». Qui, però, Faeti spiega come lo scrittore inglese prenda le distanze da entrambe le posizioni, perché, dice Tolkien, «Un portavoce politico avrebbe potuto etichettare allo stesso modo la fuga dalle miserie del Reich del Führer o di qualsiasi altro regime, o anche solo la sua critica, come un tradimento». Tolkien, infatti, aveva orrore di Hitler, gli rimproverava anche questo, l’aver inquinato l’immagine dell’antica mitologia germanica piegandola alla sua perversa propaganda. Ma Tolkien si spinge ancora oltre: «Non solo [i critici] confondono la fuga del prigioniero con la fuga del disertore, ma sembrerebbe anzi che essi preferiscano l’acquiescenza del collaborazionista alla resistenza del patriota». Nonostante i suoi 74 anni Antonio Faeti si dimostra così un lucidissimo critico dell’autore del Signore degli Anelli. L’esperto ha concluso il suo intervento annunciando che le attuali energie del suo gruppo di allievi presto confluiranno nel nuovo Centro di Ricerca in Letteratura per l’infanzia, che a breve aprirà le porte presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Alma Mater. Sarà il primo centro in Italia a occuparsi specificatamente di questo genere letterario.

 

Conferenza su Tolkien di Antonio Faeti
.

– Vai al sito di Antonio Faeti
scarica in formato stampabile i consigli di lettura di Antonio Faeti
– Vai al sito dell’università di Bologna
– Vai alle lezioni di letteratura fantastica di Faeti dal 2007 al 2011

La Fondazione ha reso fruibili al pubblico le 100 lezioni in formato DVD tenute dal Prof. Antonio Faeti durante i quattro corsi promossi presso Casa Saraceni dall’ottobre 2007 al maggio 2011. Il trailer dei corsi di letteratura per l’infanzia è disponibile sul canale You Tube della Fondazione Carisbo: http://www.youtube.com/user/fondazionecarisbo. Si potrà fare domanda presso la Biblioteca di Arte e Storia San Giorgio in Poggiale, via Nazario Sauro 20/2 a Bologna, tel. 051-19936361, biblioteca@genusbononiae.it e ascoltare (o riascoltare) le sue lezioni, presso postazioni appositamente adibite all’interno della struttura. Orari al pubblico: lunedì – venerdì, dalle ore 9 alle 15; sabato dalle 9 alle 13.

I corsi disponibili sono i seguenti:

ITINERARI DEL FIABESCO
25 lezioni sul fantastico, sull’immaginario e sulle nostre specifiche
radici [2007-2008]

GLI ETERNI DEL SOGNO
25 lezioni sulle icone, i personaggi, i temi ricorrenti dell’immaginario collettivo [2008-2009]

LE DOPPIE NOTTI DEI TIGLI
25 lezioni per far leggere gli adolescenti (ma anche: i 25 libri che non possiamo non aver letto da ragazzi) [2009-2010]

IL PROFUMO DEL NAGATAMPO
25 lezioni su Emilio Salgari e il suo immaginario a 100 anni dalla morte [2010-2011]

.