Trento, un convegno a lungo atteso su Tolkien

Manifesto-TrentoIl countdown è finalmente giunto al termine, l’AisT sbarca a Trento e il dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento, che ha ospitato i due giorni di lavoro, si trasforma in un laboratorio di riflessioni e di spunti sulle opere “minori” del Professore; credo che dopo questo convegno ci si rifletterà su due volte prima di definirle “minori” non essendo inferiori alle sue opere più famose dal punto di vista dell’instancabile lavoro di cesellatura di Tolkien – tratto peculiare della sua intera vita – quasi come un poeta ellenistico in Grecia o neoterico nella Roma cesariana.

Il primo giorno

Trento: inaugurazionePronti, partenza, via! Abbellita la facoltà con l’esposizione su “Lo Hobbit: In te c’è molto più di quanto tu creda”, riunita la Compagnia di studiosi (che verrà però a completarsi del tutto solo l’ultimo giorno di lavoro con l’arrivo di Claudio Testi) e ricevuti i saluti dal rettore dell’Università Paolo Collini e dal direttore di dipartimento Fulvio Ferrari, in questi giorni diviso tra il ruolo burocratico (quante “sudate carte” da firmare!) e quello più prettamente accademico, il convegno si apre con Federico Guglielmi, in arte Wu Ming 4, ormai di casa a Trento avendo partecipato lo scorso anno ad un seminario sul mito nella stessa facoltà, che cattura la platea gremita dell’Auditorium parlando di “Onore, viltà e salvezza collettiva nel Ritorno di Beorhthnoth figlio di Beorthelm“. Nella durata del suo intervento Federico ha dissipato la foschia che si era creata attorno al tema del coraggio e dell’orgoglio che interessa principalmente Il Signore degli Anelli: nessuna esaltazione dell’eroismo epicamente germanico, anzi, un rifiuto dell’accecamento dato dall’orgoglio o dal “furor belli” in favore della salvezza collettiva anche grazie al sacrificio dell’uno in favore dei molti. E guai a peccare di “ofermod”!
Roberto ArduiniLa platea, addentratasi nel laboratorio filologico, ha toccato quasi con mano il pennello creatore grazie all’intervento del nostro presidente Roberto Arduini che ha saputo districarsi tra i vari rami di Niggle illustrando e spiegando uno dei testi più criptici ossia Foglia, di Niggle. Mentre Roberto disquisiva di questo racconto metaletterario assolutamente non facile al primo impatto, io pure temo di aver assunto espressioni enigmatiche durante l’intervento, è stata messa in luce la parte più intima di Tolkien, quella più consapevole dei propri limiti anche caratteriali: la costante ricerca della forma più calzante ed i dubbi su una reale riuscita dell’opera.
Stefano GiorgianniAbbandonata la sicura mano di Roberto che ha spostato tutte le ramificazioni dell’albero permettendo agli ascoltatori di non perdersi, è stato il turno di Stefano Giorgianni, il relatore più giovane del convegno, autore di uno, a mio parere, degli interventi più riusciti delle due giornate: “Mr Bliss & Roveandom. Fonti filologiche e contaminazioni letterarie nel Tolkien didascalico”. Chi pensa che Tolkien abbia applicato il suo modus operandi solo ne Lo Hobbit e nel Signore degli Anelli dovrà ricredersi: anche in una storia dove a farla da padrone è un cagnolino di latta fa capolino una creatura che richiama il nordico Jormungandhr e nei nomi notiamo la filologia creativa che porta ad “anglosassonizzare” nomi e luoghi da letture che avevano particolarmente colpito il Professore; al termine l’unica parola è: WOW.
PAUSA! Ai nostri eroi (imperfetti, ovviamente) viene concessa una mezz’ora da spendere in caffeina attorno ad un tavolo, ma anche tra un macchiato caldo ed un cappuccino il tema è sempre quello: Tolkien. Si inizia a fare la conoscenza dei nostri due ospiti stranieri, Mark Atherton e Thomas Honegger, ma il più è rimandato all’ora di cena: il ritorno al dovere (o al piacere?) chiama. Il cortometraggio su Mr. Bliss in russo, sottotitolato, è il naturale proseguimento dell’intervento precedente e chiude, tra qualche risatina, il discorso aperto un’ora prima. I filmati avranno una grande funzione in questo convegno riuscendo a fare da ponte tra un intervento e l’altro ed avranno il merito di portare -virtualmente- Tom Shippey a Trento.
Mr. Bliss di TolkienGli interventi della prima giornata vengono chiusi dalla professoressa Francesca di Blasio, la prima dei tre accademici trentini che prenderanno parola in questi due giorni, con Uncautionary tales. Draghi e altre meraviglie nella letteratura “minore” di J.R.R. Tolkien. Da meraviglie a meraviglie: durante le domande il pubblico, spezzato il ghiaccio grazie alla nostra Roberta Tosi, non si fa pregare e tempesta di domande soprattutto Wu Ming, Arduini e la padrona di casa Francesca.
Terminato il dibattito e svuotatasi la sala è giunto il momento di pensare alla cena e alla sistemazione degli ospiti! Raggiunto l’albergo ci si dà appuntamento per la cena, dove purtroppo si è divisi in due tavolate, e gli argomenti non mancano di certo: accompagnati da squisite specialità trentine, approfittando della presenza di un inglese ci si interroga sulle elezioni inglesi e sulle sue ripercussioni, si scoprono elementi in comune tra i vari componenti della (mia) tavolata, si parla di mitologia, di indoeuropei, di quello che ci avrebbe atteso il giorno dopo. Argomenti che chiunque a cena tratta, no?

Il secondo giorno

Mark Atherton e Thomas HoneggerLa mattinata del secondo e – sigh – ultimo giorno vede i due nostri ospiti tenere magistrali interventi: Mark Atherton e Thomas Honegger mostrano un altro aspetto del laboratorio tolkienano: le caratterizzazioni negative di alcuni personaggi, che vanno via via assomigliandosi arrivando ad un archetipo comune soprattutto ne La Caduta di Artù ed in Beowulf, ed un interessante confronto tra il Sellic Spell/Beowulf danno quel tocco di internazionalità al convegno, la ciliegina sulla torta, una possibilità per tutti gli studenti, ed appassionati, di aprire una finestra sullo studio critico di uno dei più grandi autori svolto in un paese che non sia il nostro. Gli interventi in inglese non hanno creato alcuna difficoltà, costante in questi due giorni è stato il bilinguismo soprattutto nelle diapositive raggiungendo l’apice con gli interventi dei nostri, ormai, amici e colleghi stranieri.
Conferenza-Tom-ShippeyDeliziati da una lettura in anglosassone del Beowulf da parte di Mark vediamo apparire sullo schermo il simpatico volto di Tom Shippey che, scusandosi dal profondo del cuore di non poter essere presente al convegno e salutandoci con un bicchiere di Lambrusco, introduce e commenta Le Avventure di Tom Bombadil, enigmatica figura del Signore degli Anelli che è anche protagonista di una raccolta di poesie. L’argomento rasenta la filologia e lo studio critico del testo, come mai alcune poesie sono state scattate? Perché altre sono confluite nell’edizione? Locandina Tolkien's RoadNon potremo, forse, mai avere una risposta, perfino Shippey dall’alto della sua conoscenza lo ammette, tuttavia anche se siamo rimasti con meno dubbi ma senza risposte certe, averlo visto, seppur virtualmente, e averlo udito non è un fatto comune; una di quelle esperienze da portare con sé e custodire gelosamente.
Terminata la pausa viene proiettato Tolkien’s Road di Nye Green, un toccante cortometraggio che mostra lo scrittore inglese e i suoi demoni, eredità della Grande Guerra, che non gli consentono di esprimere sulla carta tutto il suo genio (lo vediamo attento alla compilazione del Libro dei Racconti Perduti); avrà bisogno dell’aiuto delle creature che popoleranno il suo mondo per riuscire a superare alcuni scogli e va dato merito al regista per l’aver mostrato Tolkien vivere le stesse situazioni che racconterà più avanti nel Signore degli Anelli, come se tutto fosse sempre esistito nella sua mente e fosse solo da gettare con l’inchiostro su un foglio. Da brividi, e per me anche da occhi lucidi, le citazioni messe in bocca a Gandalf, toccante il suo rapporto con la famiglia e il grande amore verso i figli (è consigliata la visione).
Claudio TestiL’ultima sessione si apre con Claudio Antonio Testi che, sopravvissuto indenne alle mie domande sul suo ultimo sforzo letterario durante il pranzo, con la sua grandissima chiarezza espositiva e capacità di utilizzare esempi comuni per spiegare idee filosofiche (soprattutto alle 14.30 e a pancia piena) mostra avvalendosi anche di tabelle e calcoli – aiuto! – la verità analogica e la polifonia in Sulle Fiabe.
Lorenzo Gammarelli mostra un Tolkien ironico ed onirico, oltre ad una personale abilità anagrammatica, in Farmer Giles of Ham e Smith of Wotton Major; Lorenzo Gammarellientriamo nel laboratorio di Tolkien dove simultaneamente lo vediamo da una parte alquanto ironico e pungente, senza però perdere la sua capacità e abilità linguistica nel creare nomi e riutilizzare o capovolgere temi ben noti della tradizione epica, e dall’altra creatore di una dimensione onirica dove Feeria non è altro che un qualcosa di sfumato, di sfuggente, dove se si chiude gli occhi finito il racconto ci si può entrare anche senza aver ingoiato la stella argentea contenuta nella torta.
Torniamo alla realtà con il professor Alessandro Fambrini che mostra la risposta del/la fantasy tedesco/a (prima o poi ci metteremo d’accordo) al fenomeno tolkienano concentrandosi principalmente su una delle punte di diamante del fantasy moderno ossia Markus Heitz, già ospite a Lucca l’anno scorso. Personalmente, ritengo che in Heitz vi siano o meno elementi tolkeniani in base a ciò che vuole scrivere pur sempre rimanendo all’interno del panorama fantasy, tuttavia quando decide di inserire qualcosa del Professore non svuota mai la boccetta ma col contagocce centellina. Magari faremo un evento proprio su questo.
Fulvio FerrariLast but not the least, il professore-direttore Fulvio Ferrari chiude i giochi confrontando la leggenda Volsungica con la riscrittura di Tolkien su Sigurd e Gudrun. Terminate le tante domande anche da parte degli stessi convegnisti è arrivato il momento degli arrivederci, alcuni rimangono a Trento ancora qualche ora, altri partono per ricaricarsi in vista di Dozza. Di una cosa si è certi: si è deciso di chiamare questo convegno “All’ombra del Signore degli Anelli” poiché effettivamente molte opere vengono un po’ messe in ombra se confrontate con il racconto che tutti noi amiamo, tuttavia è indubbio che sia attraverso gli interventi dei relatori sia con i futuri atti molte torce abbiano scacciato l’oscurità attorno a queste opere dando loro il giusto peso nella bibliografia tolkieniana.

PS: tornare alla normalità, lo ammetto, mette tristezza; basi tuttavia sono state gettate, il più grande convegno italiano sul nostro Professore è proseguito senza intoppi e credo che per chiunque abbia partecipato, ma soprattutto per chi ha lavorato nella realizzazione, sia stata un’esperienza indimenticabile e forse l’inizio di qualcosa di nuovo.
Anche il mio è un arrivederci, giacché la speranza di scrivere di un secondo convegno a Trento è tanta e forte!
A presto!

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(Immagini gentilmente concesse da Emanuele DelMiglio, Leonardo Mantovani e Roberta Tosi)

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