Al Tolkien-Lab di Modena i Signori della Paura

Tolkien LabMercoledì 25 gennaio torna il Tolkien-Lab, appuntamento mensile organizzato dalla Associazione Italiana Studi Tolkieniani e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici. Il tema dell’incontro saranno i Signori della Paura: i Non-morti nelle opere di Tolkien e vedrà come relatrice Barbara Sanguineti, traduttrice, saggista e responsabile culturale AIST, da sempre appassionata di letteratura e cinema horror. L’appuntamento si terrà alle ore 20,45 nella sede dell’istituto tomistico, in Strada San Cataldo 97 a Modena (vedi l’evento facebook del Tolkien-Lab: Tolkien e i Non-morti).

Signori della Paura: i Non-morti nelle opere di Tolkien

Lo Spettro dei Tumuli - Andrea PiparoGià proposto come Tolkien seminar a Lucca Comics & Games 2016 e pubblicato all’interno del numero 19 della rivista Endóre (ne abbiamo parlato qui), la conferenza di Barbara Sanguineti prenderà in analisi le rappresentazioni tolkieniane di una tematica che affascina e al contempo spaventa l’umanità intera dai tempi più remoti, guidandoci in un sinistro percorso nel quale però non manca una scintilla di luce. Partendo da una visione generale della figura del non-morto nel folkore e nella letteratura, ci si focalizzerà sull’interpretazione che ne da il professore oxoniense.
Essendo, per dichiarazione stessa di Tolkien (lettera n. 203), la morte e il desiderio di immortalità i temi del Signore degli Anelli la rappresentazione dei Non-morti all’interno di tale opera assume una particolare importanza.
Nella Terra di Mezzo ciò che attende gli individui dopo la morte varia a seconda del popolo di appartenenza, e dove la sorte degli Elfi è più chiara, quella degli uomini mortali resta un enigma irrisolto. Gli Elfi (e i Nani) sono vincolati al mondo in un ciclo di continuo ritorno, pertanto non possono essere oggetto di quella che si potrebbe definire una vera a propria non-morte (per un approfondimento in merito, si veda il volume La reincarnazione degli Elfi, a cura di Roberto Arduini e Claudio Antonio Testi, Marietti 1820, 2016 anch’esso già presentato come Tolkien seminar a Lucca Comics & Games 2016 e al Tolkien-lab).
Presentata come il Dono di Ilúvatar ai suoi Secondogeniti, la morte degli uomini appare come un confine assai più netto, un distacco doloroso e definitivo, dal quale non c’è ritorno e che porta verso l’ignoto.

Frodo e i Nazgul - John HoweI Non-morti più conosciuti dell’opera tolkieniana sono i Nazgûl, gli Spettri dell’Anello, eppure essi non sono interamente ascrivibili ad un’unica categoria tradizionale di Non-morti: immuni alle armi comuni, dall’urlo che incute terrore come gli spettri essi risucchiano la forza vitale dalle ferite inferte, temono l’acqua, il fuoco e la luce del sole come i vampiri. La non-morte è però giunta per consunzione e non tramite un morso o una morte violenta: la vita è sfumata, ma non del tutto.
Dai tratti vampireschi è anche l’Unico Anello, che seduce e trasforma coloro con cui viene in contatto. Il suo creatore Sauron ha a sua volta connotazioni simili.
Appartenenti alla categoria dei Non-morti spettri ci sono poi i Morti di Dunclivo, soggetti alla maledizione scagliata da Isildur in seguito al loro tradimento e solo ponendo ammenda al loro spergiuro potranno essere liberi dalla non-morte e il loro spirito potrà abbandonare infine la Terra di Mezzo.
Sempre di spiriti si tratta nel caso degli Spettri dei Tumuli, dove empi spiriti inviati dal Re Stregone di Angmar prendono possesso dei resti dei sovrani Dúnedain (e non si tratta pertanto delle anime di questi ultimi di ritorno dall’Oltretomba).
Gli spiriti delle Paludi Morte infine, tra i quali si annoverano anche degli Elfi ed Orchi, sono forse più da considerare come immagini evocative che creature vere e proprie.

Da questa breve panoramica si evince una particolare caratteristica dei Non-morti tolkieniani che li differenzia nettamente dalle tradizioni che ispirarono il Professore: nessuno di essi infatti è morto per poi rinascere fisicamente. Separata l’anima dal corpo non v’è modo, in tutto il creato, di riunirli. C’è una sola cosa che può riportare in vita, alla vita nella sua totalità come unione armoniosa di corpo e spirito: la volontà del Creatore, di Ilúvatar. Un caso più unico che raro.
Tinuviel Reborn - Ted NasmithNel Silmarillion Beren resuscita grazie all’intercessione dell’amata Lúthien, la quale a sua volta sceglie di perdere la propria immortalità per amore, rinunciando anche alla possibilità di vivere a Valinor, il Reame Beato. La regione in cui gli innamorati si stabiliscono una volta tornati nella Terra di Mezzo, Tol Galen, viene infatti successivamente chiamata anche Dor Firn-i-Guinar, la Terra dei Morti che Vivono.
Tanto può l’Amore.

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Pubblicato il numero 19 della rivista Endóre
– Leggi l’articolo A Lucca C&G una mostra i seminari e il calendario
– Leggi l’articolo Laboratori Tolkieniani

LINK ESTERNI:
– Vai all’ evento facebook del Tolkien-Lab: Tolkien e i Non-morti
– Vai al sito dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici
– Vai al sito della rivista Endóre

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