Anche dietro a un «semplice» fumetto c’è una storia. Una storia di millenni, una storia di decenni, un lavoro certosino che coinvolge molte persone, soprattutto gli artisti che si confrontano con una trama e dei personaggi per trarne qualcosa di nuovo. È capitato una volta di più nel caso di Beowulf, poema epico anglosassone narrato oltre un millennio fa e riadattato innumerevoli volte da cinema, letteratura, teatro, musica, videogiochi e fumetti (per una lista esaustiva si può leggere qui). E proprio della graphic novel appena pubblicata in Italia dalla casa editrice Tunué e della sua lunga e travagliata storia che vogliamo occuparci.
I testi curati da Santiago García, vividi e d’effetto, risultano piuttosto fedeli all’opera originale, mentre le tavole di David Rubín spiccano per un ampio uso del rosso, vero e proprio filo conduttore della storia.
Restando coerenti allo spirito del racconto, gli autori rappresentano scontri e massacri in tutta la loro violenza più cruda e feroce, arricchendo le tavole con dettagli macabri e spesso impressionanti. Ma prima di analizzare il volume, è meglio raccontare la storia che c’è dietro.
