Non capita spesso di poter dare due buone notizie in una volta. La prima è che tra pochi giorni arriverà in libreria la ristampa dello Hobbit nell’edizione uscita nel novembre scorso, forse la più bella mai realizzata, con le illustrazioni di Tolkien, che mancava dagli scaffali da tre mesi. La nuova traduzione è stata emendata da alcuni errori e migliorata in tanti piccoli dettagli. La seconda notizia è che è già disponibile sul portale Storytel l’audiolibro dello stesso volume, realizzato da un doppiatore e lettore che è anche appassionato tolkieniano: Riccardo Ricobello.
La ristampa

È arrivata dalla Cina una nave cargo su cui hanno viaggiato le copie della ristampa dello Hobbit. Ebbene sì, anche l’editoria si piega ai bassi costi della manodopera cinese, talmente bassi, a quanto pare, da rendere conveniente stampare un libro dall’altra parte del mondo e farlo arrivare via mare fino al porto di Venezia, piuttosto che ricorrere a uno stampatore italiano, anche se questo comporta tempi assai più lunghi per riavere un titolo sugli scaffali delle librerie (dai quali mancava da Natale). Non è un segreto infatti che la nuova edizione dello Hobbit è andata esaurita piuttosto in fretta e ormai risulta introvabile. Dai primi di aprile dovrebbe quindi essere di nuovo disponibile in libreria.
La ristampa in arrivo ha un valore aggiunto, perché oltre a essere stata emendata di alcuni errori, è stata integrata con svariate migliorie meno visibili e vistose, ma importanti per ottimizzare questa versione. Che non si siano dovuti aspettare anni o addirittura decenni per farlo, è un grosso passo avanti, per altro già riscontrato per la nuova traduzione del Signore degli Anelli.
Anche in questo caso, come già per il Signore degli Anelli, le correzioni sono state suggerite dal fandom. E questo è un altro dato importante da registrare, perché l’intelligenza collettiva è sempre più forte di quella singola. La raccolta di note è stata avviata subito, all’indomani dell’uscita in libreria del volume, e ha coinvolto diverse persone, tre delle quali però meritano di essere ringraziate pubblicamente. Si tratta di due membri fondatori dell’Aist, ovvero Norbert Spina e Giampaolo Canzonieri (quest’ultimo già consulente di Ottavio Fatica), e soprattutto di Riccardo Ricobello.
L’audiolibro

Ricobello, doppiatore e lettore di audiolibri, è stato coinvolto proprio nelle due principali presentazioni pubbliche della nuova traduzione tenutesi a FantastikA 2024, biennale di illustrazione fantasy, a Dozza (BO), nel settembre scorso, e a Lucca Comics and Games, a novembre, oltre a essere spesso ospite sul canale YouTube del nostro socio Paolo Nardi. In quelle occasioni, ha letto e interpretato alcuni passaggi della nuova traduzione, dando prova della sua passione per l’opera di Tolkien, oltreché della sua bravura professionale. Piace pensare che occasioni come quelle siano state un buon viatico perché gli venisse assegnata la realizzazione dell’audiolibro dello Hobbit.
Per Bompiani è un notevole cambiamento di linea editoriale – dopo che per Il Signore degli Anelli si era avvalsa di un attore di cinema e teatro come Massimo Popolizio – scegliere per Lo Hobbit una “pura voce” come Ricobello. Ma la differenza sostanziale è piuttosto un’altra. Se Popolizio non è un estimatore e conoscitore di Tolkien, Ricobello al contrario è un grande appassionato, nonché un volto familiare nel fandom tolkieniano. Questo ovviamente gli garantisce una marcia in più nel cogliere ogni sfumatura del testo letterario e nel provare a restituirla con il suo mestiere. Prova ne è il fatto, come già detto, che Ricobello ha suggerito la maggioranza delle migliorie per la ristampa. Chi ha avuto modo di ascoltarlo nelle “pillole” che ha voluto regalare finora, non potrà che esserne felice. È molto probabile che ne sia uscita una bellissima resa finale.
L’intelletto generale del fandom
Tutto questo offre l’occasione per una riflessione estemporanea sul ruolo del fandom come risorsa creativa e non solo come mero bacino d’acquirenti. Il dato di fatto è che nel caso di certi autori o autrici di culto, le major dell’editoria, quelle con i maggiori capitali a disposizione e con i fatturati più imponenti, possono avvalersi dell’apporto del fandom a titolo completamente gratuito, grazie all’amore degli stessi fan. Il feedback dato dai lettori di Tolkien alle varie ritraduzioni o riedizioni delle sue opere è una risorsa che diventa strategica nel momento in cui porta a un miglioramento della qualità del prodotto finale. E se il coinvolgimento di associazioni come la STI, in passato, o l’AIST, oggigiorno, può essere a volte contrattualizzato e riconosciuto nel frontespizio delle varie edizioni, quello dei “cani sciolti” che hanno dato il loro piccolo o grande contributo, spesso destinato a rimanere anonimo e nell’ombra, non è meno importante.
Eppure certe discussioni interne al fandom, come quella lunghissima e accesissima sulla nuova traduzione del Signore degli Anelli realizzata da Ottavio Fatica, possono perfino esondare dall’ambito del fandom in senso stretto e raggiungere il mainstream. Quando capita, ne viene influenzato il dibattito letterario e si richiama l’attenzione su un’opera narrativa. Tutti fattori che pesano su un’operazione editoriale e che la arricchiscono e la fanno durare nel tempo.
L’intelletto generale del fandom non va certo inteso come qualcosa di omogeneo, dato che non lo è affatto. Il fandom è spesso variegato e spaccato al suo interno in faide infinite, che però comunque producono discorso, o quanto meno lo stimolano rendendo necessario uno sforzo dialettico per superarle. E anche se non si tratta sempre di un discorso costruttivo, anche se a volte diventa rumore di fondo, o bisticcio da social, nondimeno nelle sue forme più fertili può arrivare a sopperire alle carenze della critica letteraria. Il caso Tolkien nel nostro paese lo dimostra. Come dimostra che questo intelletto generale, perfino quando è parassitato dai grossi gruppi editoriali, ha primamente a cuore l’opera narrativa, la accompagna con premura nelle sue vicissitudini e ne garantisce la sopravvivenza decennio dopo decennio.
Correzioni & migliorie
Nella nuova traduzione dello Hobbit c’eran alcuni errori, magari non tali da compromettere il senso del racconto, ma comunque era necessario emendarli. Non solo il già citato falso amico “braces”, reso scioccamente con “braci” anziché con “bretelle”, ma ad esempio una delle due occorrenze di “vessel”: nel primo caso tradotto giustamente con “vasi”, mentre nella seconda, complice il contesto dell’attacco di Smaug a Città del Lago, con “imbarcazioni”. Il contesto, appunto, rendeva impercettibile l’errore, ma tale era. Gli esempi di migliorie sono senz’altro più interessanti.
Nella prima stampa “butler” era stato tradotto con “maggiordomo”, in riferimento al custode delle cantine del re degli Elfi dei Boschi. Come già nella traduzione storica del 1973 e nella revisione del 2013, la scelta era stata dettata dal fatto che nelle magioni aristocratiche il maggiordomo prima ancora di essere il capo della servitù era il custode della chiave delle cantine. Nessun altro domestico poteva accedere alle cantine del signore. Il problema è che la parola italiana “maggiordomo”, per quanto semanticamente equivalente a “butler”, ha un’etimologia completamente diversa, derivando dalla locuzione latina medievale «(servus) maior domus», cioè il maggiore dei servitori domestici. L’etimologia del termine inglese, invece, è precisamente quella a cui faceva riferimento Tolkien utilizzando “butler”, che viene dal francese “bouteillier” e indicava il servo che portava la coppa al signore. In buona sostanza il ruolo di questo domestico si è evoluto da responsabile delle cantine mescitore di vino a capo della servitù, ma Tolkien faceva evidentemente riferimento alla fase originaria, dato che il butler del palazzo degli Elfi non sembra svolgere alcuna mansione dirigenziale, oltre a quella di gestire le cantine, appunto. Dunque piuttosto che “maggiordomo” meglio tradurre “cantiniere” (nell’italiano rinascimentale è esistito anche un corrispondente “bottigliere”, ma il suo utilizzo avrebbe senz’altro portato ad accuse di fatichismo…). Dunque nella ristampa compare “cantiniere”.
Un’altra miglioria che può essere emblematica è la resa dell’espressione “bee-autiful sleep” che compare nella parlata dei ragni di Boscuro in riferimento a uno dei nani imbozzolati. Nella prima stampa era stato reso semplicemente con “bel sonnellino”, senza dar conto del gioco di parole sarcastico del ragno. Nella ristampa – e nell’audiolibro – lo si troverà invece reso con “merapiglioso sonnellino” (ma poteva starci anche “una bell’apennica”).
Qua e là sono state ritoccate tante altre piccole cose come queste. Ovviamente una traduzione potrebbe essere implementata all’infinito, potenzialmente si potrebbe non smettere mai di migliorarla, ma per quanto riguarda questa, si può dire che la sinergia di traduttore e revisori spontanei ha prodotto il meglio che questi potessero fare nelle condizioni date.
Nel prossimo futuro ci sarà magari occasione di fare anche meglio, quando Bompiani deciderà di realizzare una sua edizione dello Hobbit, ovvero non la riproposizione di un’edizione britannica, come in questo caso, ma qualcosa concepito dentro la casa editrice. Allora si potranno tradurre anche le mappe ed eventualmente traslitterare in runico l’italiano (anche se non sarebbe una scelta necessariamente felice). Intanto però godiamoci Lo Hobbit tradotto, riveduto e corretto.
ARTICOLI PRECEDENTI
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– Vai all’articolo Traduzione, archiviata la querela di Alliata
– Vai all’articolo Gennaio 2019, ritradotto Il ritorno di Beorhtnoth
– Vai all’articolo L’AIST: sarà tradotta la History of Middle-earth
– Vai all’articolo Alliata contro Bompiani: ritiro la mia traduzione
– Vai all’articolo Pubblicata la nuova traduzione della Compagnia dell’Anello
– Vai all’articolo Annunciata una nuova traduzione per le Lettere di Tolkien!
LINK ESTERNI
– Vai al sito della Bompiani editore
– Leggi l’articolo Perché (ri)leggere Lo Hobbit? di Sebastiano Tassinari
– Leggi l’articolo La nuova traduzione de Lo Hobbit:: intervista a Wu Ming 4 di Alessio Vissani

Fra l’annuncio del nuovo film The Hunt for Gollum prodotto da Jackson e diretto da Andy Serkis (ne abbiamo parlato
se le vendite andranno come previsto dall’editore Bompiani, il pubblico italiano nei prossimi anni avrà presumibilmente la possibilità di ascoltare anche altre opere di Tolkien in questo formato. Secondo il
Bompiani per la realizzazione di questa versione si è affidata alla voce di Massimo Popolizio, noto attore, regista teatrale e doppiatore di origini genovesi, con alle spalle più di 40 anni di carriera. Popolizio, dopo aver concluso la registrazione della prima parte del romanzo, è stato protagonista, con Vanni Santoni, dell’evento Un viaggio nella Terra di Mezzo al Salone del Libro di Torino (lo scorso 12 maggio) e ha già rilasciato svariate interviste dalle quali riportiamo alcune dichiarazioni:
correggerti il meno possibile, e vai. Ne esci stremato. È una prestazione atletica, una specie di kamasutra. C’è chi teorizza che nella lettura devi essere il più neutro possibile, ma io non sono d’accordo. Quando leggi per gli altri è diverso che farlo per te stesso. Non sei tu che elabori delle immagini mentali, a quel punto, sono io che le devo creare per te. Dunque devo ideare dei primi piani, dei campi lunghi, tutto». (
Mentre in Italia fino a oggi non erano state realizzate, quantomeno in via ufficiale, trasposizioni audio dei libri di Tolkien, in lingua originale si possono trovare svariati adattamenti sia nella classica modalità dell’audiolibro che in quella del radiodramma. Chi già apprezza questi formati, ma anche chi, una volta ascoltata questa versione in italiano, volesse cimentarsi con l’ascolto delle opere del Professore in inglese non avrà che l’imbarazzo della scelta. Riportiamo nel seguito una breve lista dei titoli disponibili: sia di The Hobbit che di The Lord of the Rings esistono almeno 3 versioni: Il primo radiodramma dello Hobbit, realizzato dalla BBC quando Tolkien era ancora in vita, risale al 1964. Ben più noto e apprezzato dal pubblico inglese è però l’adattamento per la radio
del Signore degli Anelli scritto, sempre per la BBC, da Michael Bakewell e Brian Sibley. Non si tratta di una lettura, ma, appunto, di un adattamento per la radio a più voci in cui recitano alcuni attori inglesi molto noti fra cui Ian Holm, conosciuto dai più per aver interpretato Bilbo Baggins nella trilogia cinematografica di Peter Jackson, che qui interpreta, invece, Frodo. A questi seguono temporalmente le versioni integrali in audiolibro di Rob Inglis, pubblicate rispettivamente nel 1990 (The Lord of the Rings) e nel 1991 (The Hobbit), quando l’attore britannico, dopo essersi cimentato, fra gli anni ’70 e ’80 con la drammatizzazione teatrale e interpretazione in solitaria di questi due
romanzi, fu scelto da Recorded Books come voce narrante. Le versioni di Inglis sono ritenute da molti dei capolavori e senza dubbio riescono a rendere perfettamente l’atmosfera della Terra di mezzo, anche grazie ad un’eccellente interpretazione delle canzoni e delle poesie. Recentemente, a valle del successo dei film di Peter Jackson, Harper Collins ha deciso di realizzare nuove versioni di questi libri puntando sulle incredibili capacità vocali di Andy Serkis. La versione di Serkis di The Hobbit e di The Lord of the Rings è eccellente, soprattutto perché l’attore riesce a trovare in sé una voce distinta per ognuno degli innumerevoli personaggi che emergono dalla fantasia di Tolkien. L’interpretazione di Serkis dei personaggi, deve molto, all’esperienza passata sul set dei film di Peter Jackson e se il suo Gollum, è, per
interpretazione vocale, indistinguibile da quello cinematografico, il suo Gandalf per certi versi ricorda l’interpretazione di Ian Mckellen. Finiti questi due primi Audiolibri, Serkis si è cimentato anche con The Silmarillion. Nonostante questo romanzo, per la natura del testo, esalti meno le abilità vocali dell’attore inglese, anche in questo caso il risultato è, senza ombra di dubbio, superlativo. Sia The Silmarillion che The Hobbit sono stati pubblicati in precedenza in un’altra versione integrale: quella letta da Martin Shaw. Il Silmarillion di Shaw, nonostante sia senza dubbio ben realizzato, presenta alcuni errori sulla pronuncia dei nomi che potrebbero, almeno inizialmente, far storcere il naso ai fan più integerrimi.
Terminato Il Silmarillion non si potrà fare a meno di passare ai Racconti Incompiuti e ai 3 Grandi Racconti : The Children of Húrin ci viene letto da un magistrale Christopher Lee, mentre ai bravissimi Timothy West e Samuel West è stata affidata la lettura di Beren and Lúthien, The Fall of Gondolin, Unfinished Tales. In questi testi, come sappiamo, gli scritti di J.R.R. Tolkien vengono intervallati dai lunghi commenti del figlio Christopher. Così negli audiolibri la voce di Tolkien figlio viene affidata al West padre), mentre
quella di Tolkien padre al West figlio (Samuel). Lo stesso schema viene utilizzato per The Letters of J. R. R. Tolkien e The Fall of Númenor dove la voce di Tolkien viene nuovamente affidata a Samuel West e quella dell’editore rispettivamente a Mike Grady e allo stesso Brian Sibley. Questo schema è molto efficace perché, naturalmente, permette di distinguere in modo chiaro i testi del professore dai commenti del curatore. Sempre in audiolibro si possono trovare: The Adventures of Tom Bombadil, Farmer Giles of Ham, Leaf by Niggle, Letters from Father Christmas, Mr Bliss, Roverandom e Smith of Wootton Major tutti affidati alla voce di Derek Jacobi, Tales from the Perilous Realm realizzato per la BBC e Sir Gawain and the Green Knight, letto da Terry Jones.
pubblicato per la prima volta nel 1953 nel sesto volume di Essays and Studies, è stato pensato dall’autore per la lettura ad alta voce. Tolkien ne fece una registrazione all’interno del proprio garage, con tanto di effetti speciali ottenuti tramite il movimento degli oggetti che aveva a disposizione, per testarne la qualità performativa. A questa registrazione, Christopher Tolkien aggiunse una sua lettura della parte introduttiva, The Death of Beorhtnoth, e del saggio conclusivo Ofermod. Christopher, lui stesso un discreto lettore, nel 1977 ha pubblicato in vinile tre capitoli del Silmarillion: Of Beren and Lúthien e Of The Darkening of Valinor and Of the Flight of the Noldor.







