La Tolkien Estate cede a una studiosa gallese

Bodleian LibraryUna cosa più unica che rara, tanto da far notizia. Come detto in più occasioni, non tutti i manoscritti di J.R.R. Tolkien sono accessibili. Esiste una sezione riservata di quelli contenuti alla Bodleian Library che conserva le carte private della vita dello scrittore. Gli eredi, in primis Priscilla e Christopher, unici figli ancora in vita di Tolkien, non concedono l’accesso a nessuno, nemmeno dagli studiosi, se non in casi veramente eccezionali e per argomenti molto specifici. Gli ultimi accademici che avevano avuto accesso erano stati Michael D.C. Drout e Verlyn Flieger, entrambi per questioni legate alla pubblicazione delle edizioni critiche di opere di Tolkien: i saggi Beowulf: i mostri e i critici e Sulle Fiabe. Ebbene, da questo discorso si può intuire come faccia notizia ogni studioso che riesca a ottenere il permesso di vedere i manoscritti privati di Tolkien. Ed è proprio questo il caso.

Anni di lavoro accademico

Consultazione manoscrittiAl contrario di alcuni millantatori nostrani, uno studioso serio può fornire le prove di aver avuto accesso ai manoscritti privati del professore a Oxford. Ed è un percorso che può richiedere anni. Del resto, già negli scorsi anni Dimitra Fimi durante il convegno in Galles riferì di come avesse fatto domanda alla Tolkien Estate al primo anno di università e di aver ottenuto il permesso soltanto quattro anni dopo, ormai già laureata e nell’ambito del lavoro che portò alla pubblicazione del suo libro Tolkien, Race and Cultural History. È anche una conseguenza logica dovuta alle migliaia di richieste (moltissime anche strampalate) che ogni mese giungono alla Estate, come spiegò Adam Tolkien al convegno di Cerisy in Francia, nel 2012. Ecco come si spiegano i sei anni e mezzo impiegati ora da un’insegnante gallese per ottenere l’ambito permesso. Sara Brown è un insegnante d’inglese presso la Rydal Penrhos School di Colwyn Bay, cittadina sulla costa settentrionale del Galles. Oltre alla sua laurea in inglese e storia, Sara ha un Master in Storia Internazionale presso la London School of Economics, per la quale ha scritto una tesi sul «Problema del sistema aureo nella politica internazionale ed economica nel XIX secolo». In questo semestre ha presentato il suo dottorato di ricerca dal titolo: «From Abjection to Alchemy: Tolkien’s
Middle-earth Legendarium
» (prima era «Crossing the Line: Issues of Boundary and Liminality in J.R.R. Tolkien’s Middle-earth Legendarium»). La tesi prende in esame gli scritti di Tolkien dal punto di vista antropologico e ambientale, ispirandosi alle teorie della psicanalista e semiologa francese Julia Kristeva e della filosofa e docente Donna Haraway e Julia Kristeva statunitense, Donna Haraway: la prima ha dato un contributo importante al dibattito sulla differenza sessuale con la sua teoria dell’«ordine semiotico materno», mentre la seconda è la capo-scuola della «teoria del superamento dei dualismi» in cui i concetti tradizionali di classe, razza, sesso, genere, identità, sono destinati a tramontare.

Tanto studio e una scoperta

Studiosi: Sara BrownPer la sua tesi, Sara ha lavorato a stretto contatto con il suo supervisore, la professoressa Lucie Armitt presso la Facoltà di Lettere, Lingue e Scienze Sociali dell’università di Salford. E in questi anni non ha mai smesso di insegnare e di dirigere, insieme al marito Martin, una delle pensioni della sua scuola, che attualmente ospita ventidue ragazzi adolescenti.. Il suo primo contatto con lo scrittore inglese è avvenuto durante l’infanzia: «Trovai Il Signore degli Anelli da uno scaffale della libreria di mio padre all’età di otto anni, e da quel momento è sono affascinata dal mondo fantastico di Tolkien», ci racconta Brown. «Le opere di Tolkien rimangono molto popolari grazie ai loro temi universali e senza tempo – la perdita, il male, il potere – e io sono particolarmente interessata alle questioni di genere nei suoi libri», dice Sara. Le è stato consentito l’accesso alle carte private di Tolkien nella Bodleian Library, così ha potuto studiare le trascrizioni di alcune conferenze da lui tenute e le diverse bozze di alcuni dei suoi saggi e delle opere letterarie. Tra i documento, la studiosa ha potuto così scoprire anche una nota a margine di un manoscritto, vergata nello «spaventoso» stile di scrittura dell’autore – visibile solo attraverso una lente di ingrandimento – che riguardava il personaggio di Gandalf. Sara è autrice di alcuni articoli su Mythlore e ha anche tenuto diversi interventi su Tolkien, il più recente dei quali lo scorso anno durante l’International Tolkien Conference alla Loughborough University, vicino Nottingham. Studiosi: Sara BrownDopo aver finito il suo dottorato, Brown ha già in programma nuovi lavori: «Cosa voglio fare? Ora sono in attesa di prendermi un periodo di riposo sabbatico da dedicare a ulteriori ricerche, guardare i prossimi due film di Peter Jackson sullo Hobbit e poi riscrivere la mia tesi in modo da poterne fare un libro che spero di pubblicare in un prossimo futuro». «Ho dedicato sei anni della mia vita a questo studio e sono molto orgogliosa del mio lavoro», ci spiega Brown.
«Tutti i lettori del sito dell’ArsT sono invitati a leggere la mia tesi. Ne ho depositata una copia presso la biblioteca della mia facoltà all’università di Salford, come è normale prassi». Chi vuole approfondire le tematiche che ho trattato nel dottorato e vuole pormi domande, potrà ottenere risposte direttamente da me. Posso essere contattata al mio indirizzo e-mail personale: sbrown@rydal-penrhos.com».

– Vai al sito del Mythgard Istitute
– Vai al sito della Rydal Penrhos School

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