Tiziano Baracchi: «Tolkien? Una sfida d’artista»

Artista: Tiziano BaracchiQualche mese fa vi abbiamo proposto un contest artistico molto particolare. Ho «viaggiato» per internet alla ricerca di illustrazioni che ci descrivessero l’epico scontro di Eowyn contro il Re Nazgul. Ne sono state trovate circa 150, che potete rivedere sul nostro account Pinterest, da tutto il mondo e di ogni genere. La maggior parte delle suddette illustrazioni ritraevano Eowyn sovrastata dal Re Nazgul, toni cupi, circondata dall’oscurità. Quando trovai quella di Tiziano Baracchi rimasi stupita dall’uso della luce e dal diverso angolo di visuale. Eowyn si ergeva sul suo nemico. Lui, quasi implorante con la ferita sulla gamba infertagli da Merry. Lei, il volto sporco dalla polvere della battaglia, rigato dalle lacrime trasparenti. La mano destra alzata che impugnava la corta spada ed il braccio sinistro piegato ed accostato allo stomaco. Il braccio rotto dal colpo infertogli dal Re Nazgul. A guardar bene l’illustrazione troviamo tutti gli elementi della storia. Sullo sfondo c’è anche la battaglia con gli Olifanti ed una cavalcatura Nazgul che si libra nel cielo. All’inizio ero rimasta sconcertata da questa immagine così piena di luce, però poi pensando sono arrivata alla conclusione che durante le guerre e le battaglie spesso splende il sole.
Tiziano Baracchi: Eowyn e il NazgulAlla natura non interessa se si sta’ svolgendo un fatto terribile e sanguinoso nella storia dell’uomo. La natura prosegue il suo corso. Cercando notizie sull’autore, oltre al fatto che è nato a Verona nel 1972 e che è cresciuto sotto l’influenza delle illustrazioni dei manuali di AD&D, ho scoperto anche un’altra cosa molto interessante: Tiziano Baracchi, oltre a essere l’autore di quella magnifica illustrazione ricca di particolari e di molte altre di genere sci-fi è anche l’autore delle copertine dei libri su Artemis Fowl di Eoin Colfer. Sono, ahimè, una vorace lettrice di fantasy per ragazzi e i libri di Colfer mi hanno sempre appassionato. Non mi sono fatta sfuggire l’occasione ed ho deciso di intervistarlo… Non sapete la gioia, quando mi sono resa conto di aver scovato un altro tolkieniano.

L’intervista

Artista: Tiziano BaracchiPrima di tutto ti ringrazio per aver accettato di fare questa intervista. Durante il contest organizzato dalla nostra Associazione abbiamo avuto l’occasione di vedere la tua bellissima illustrazione dello scontro tra Eowyn e il Nazgul, ricca di particolari. Quando sei entrato in contatto con le opere di Tolkien? «Sono entrato in contatto con l’immaginario tolkieniano davvero presto. All’età di 6 anni mi portarono al cinema a vedere un film di animazione come comunemente si fa con i bambini di quell’età, caso volle che si trattasse del Signore degli Anelli di Ralph Bakshi. Tralasciando ogni considerazione critica posteriore e più matura nei confronti di quella riduzione dell’opera di Tolkien (per altro incompleta), rimasi profondamente colpito dall’ambientazione, dalla storia e dai personaggi in essa contenuti, specialmente gli elfi. Da quel momento, spinto dal desiderio di saperne di più, mi avvicinai non solo a Tolkien ma alla letteratura fantastica nel suo complesso».
Sei un professionista, sai cosa significa illustrare il fantasy e la fantascienza. Il mondo epico raccontato da Tolkien è più difficile di altri da illustrare? «Direi di sì, tuttavia non si tratta tanto di una difficoltà tecnica quanto di qualcosa di più concettuale. L’opera del Professore giunge agli artisti di oggi con un enorme bagaglio d’immagini create nei sessant’anni trascorsi dalla pubblicazione. Pressoché ogni artista che abbia lasciato il segno nella storia dell’arte fantasy del periodo a un certo punto si è cimentato con il mondo di Tolkien creando delle vere e proprie “pietre di paragone” con le quali inevitabilmente ci si trova a confrontarsi e dalle quali si viene anche subconsciamente influenzati».
Tiziano Baracchi: DenethorVi sono molti artisti che si sono ispirati, e che ancora lo fanno, alle storie presenti nel legendarium tolkieniano e più precisamente alle storie del Silmarillion. C’è una storia tra quelle che ti piacerebbe illustrare? «Come non essere affascinati e commossi dalla storia di Beren e Luthien?».
Già, come non restarne affascinati… C’è un personaggio preferito della Terra di Mezzo che hai già illustrato o che ti piacerebbe illustrare? «A parte il personaggio che ogni artista tolkienano ha o vorrebbe ritrarre, sto parlando di Galadriel, trovo che la nipote Arwen rappresenti un caleidoscopio di aspetti davvero stimolante».
Ti pongo una domanda che mi viene in mente ogni volta che vedo l’opera di un’artista: dopo l’uscita dei film di Peter Jackson l’immaginario del pubblico è cambiato, plasmato dalle immagini dei film. È difficile riuscire a non farsi influenzare da quelle immagini? «Il film di Peter Jackson rientra tranquillamente tra le “pietre di paragone” citate prima ed è indiscutibile che abbia profondamente influenzato la visione del Signore degli Anelli del nostro tempo ed è un’influenza di tipo biunivoco poiché l’artista si trova a confrontarsi con essa non solo nella fase concettuale del processo creativo (ossia quando si trova a immaginare l’aspetto visivo di uno specifico personaggio, luogo o evento) ma anche quando il prodotto finale raggiunge il suo fruitore che, già soggetto all’imprinting di Jackson, lo affronta spesso con un’aspettativa ben precisa e costruita che non è quella più “naturale” elaborata durante la sola lettura del libro. Per fare un esempio: messo di fronte a una rappresentazione di Legolas, non è raro che l’attuale osservatore medio resti perplesso perché non assomiglia a Orlando Bloom».
Tiziano Baracchi: GollumHai collaborato a molte pubblicazioni, non ultime in ordine d’importanza le copertine per i libri di Colfer su Artemis Fowl. Puoi dirci a cosa stai lavorando adesso? «Attualmente sto lavorando alle illustrazioni per Game of Thrones, il gioco di carte ispirato alla saga A Song of Ice and Fire di George R.R. Martin, prodotto dall’americana Fantasy Flight Games. Per restare in tema di “influenze”, anche qui lo sceneggiato Tv di HBO ha fatto il suo lavoro e, come nota, sebbene si tratti semplicemente di una questione di diritti d’autore, aggiungerei il fatto che il direttore artistico, nell’assegnare agli artisti le descrizioni relative alle illustrazioni da realizzare, sottolinea il perentorio obbligo di evitare qualsiasi riferimento con le immagini dello sceneggiato».
Sarei molto curiosa di sapere se in un futuro prossimo ti cimenterai ancora con qualcosa di tolkieniano. «Dato che lavoro anche sul gioco di carte ispirato al Signore degli Anelli sempre edito da Fantasy Flight Games, questo accadrà abbastanza presto!».
Poco sopra hai parlato delle pietre di paragone, artisti che hanno già illustrato Tolkien negli anni passati mi riferisco a Lee, Howe, Nasmith, i fratelli Hildebrandt per citare solo i più conosciuti; c’è qualcuno tra questi che preferisci e perché? «Direi Alan Lee, le sue matite sono semplicemente eccezionali».
Il Signore degli Anelli LCGAbbiamo parlato del tuo incontro con Tolkien e dei tuoi lavori per i libri di Colfer, nonché del lavoro per il gioco di carte di “Games of Thrones”. Ora parliamo del tuo ingresso nel mondo delle illustrazioni. Come è nata la tua passione e quali sono stati i tuoi primi passi? «Ho avuto la fortuna di crescere per così dire “a bottega”, mia madre è pittrice ed è stata insegnate di disegno alle scuole superiori. dall’inizio mi ha molto incoraggiato a coltivare questa mia passione, in seguito, lavorando in parallelo, spesso ci siamo scambiati osservazioni e “scoperte”. Dai tempi del liceo, sono sempre stato un avido giocatore di ruolo (ora purtroppo meno per questioni di tempo), i manuali di AD & D illustrati da Elmore, Easley e gli altri maestri di quella generazione mi hanno ispirato a disegnare i personaggi del mio gruppo e scene delle loro avventure. Qualche anno fa ho avuto il grande piacere di incontrare Larry Elmore a GenCon, e gli ho detto: «Maestro, è a causa sua che ho cominciato ad occuparmi di fantasy». Lui con sguardo divertito ha risposto: «E questo è un bene o un male?». Posso dire di essere diventato un professionista grazie a internet, la prima porta aperta è stata quella di una collega americana, Ellen Million, con il suo Portrait Adoption: un ‘emporio’ di ritratti di personaggi di fantasy e fantascienza mirato soprattutto a giocatori di ruolo, in seguito mi sono proposto a Fantasy Flight Games e da lì la strada si è definitivamente aperta».
Libri: copertina Artemis FowlC’è una tecnica che prediligi per illustrare? «Fossi un artista rinascimentale con tutto il tempo che mi serve a disposizione lavorerei in olio, non ci sono dubbi. Essendo invece legato ad un vero e proprio ciclo produttivo di cui l’illustrazione è solo una parte, e per di più con clienti quasi sempre oltre oceano, il digitale è diventato una necessità. Tuttavia nei miei lavori cerco sempre di trasmettere la sensazione di un medium tradizionale, evitando il più possibile, concedetemi la metafora, quel retrogusto di “plastica” che può lasciare il digitale».
Hai un’artista di riferimento al quale ti ispiri? «Ce ne sono stati più di uno nel corso della mia evoluzione: da Larry Elmore, passando per Jim Burns, Luis Royo e Todd Lockwood, fino a Donato Giancola, per non parlare di maestri quali Tiziano, Caravaggio e Burne-Jones».
L’ultima domanda che pongo ogniqualvolta mi trovo di fronte a un professionista italiano. Da un punto di vista professionale, in Italia c’è possibilità di crescere o per un illustratore è meglio rivolgersi all’estero? «Qui tocchiamo una nota un po’ dolente. Devo ammettere che l’Italia nell’ambito dell’illustrazione fantasy o fantascientifica oggi non offre molti scenari favorevoli per un aspirante illustratore. Il mio suggerimento è quello di crearsi una presenza on-line, magari su uno dei tanti forum che consentono interazione con i colleghi stranieri, e, una volta costruito un portfolio solido, cominciare a proporsi fuori dai confini nazionali, in particolare negli Stati Uniti. I clienti italiani, spesso, arrivano in seguito. Un ambito relativamente recente e ancora con un buon potenziale di sviluppo, a parer mio, è quello degli autori indipendenti, Tiziano Baracchi: Dain Ironfootin cui, dopo un primo periodo abbastanza “selvaggio” si sta consolidando un processo molto professionale che tende a commissionare a free-lancer i servizi normalmente forniti dalle case editrici, inclusa l’illustrazione di copertine e interni». Pur lavorando principalmente con committenti stranieri, Tiziano Baracchi vive in Italia; spero sinceramente di poterlo incontrare in un futuro prossimo, nel frattempo invito tutti a «fare un giro» sul suo pagina su Devianart. Vi assicuro che sarà un bel viaggio, lasciatevi affascinare dalla sua cura dei particolari e non vi fermate solo a scrutare il soggetto in primo piano… guardate sempre lo sfondo, avrete delle belle sorprese.

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LINK ESTERNI
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