Rings 70: i due giorni
di studio dell’AIST

È stato un fine settimana intenso quello del 27 e 28 settembre a Dozza Imolese, dove, nella suggestiva sala grande della rocca sforzesca, l’AIST ha celebrato a modo suo il settantennale della pubblicazione di The Lord of the Rings. E il modo dell’AIST è come al solito organizzare conferenze che approfondiscano i vari aspetti dell’opera del Professore. Al tavolo dei relatori nell’arco delle due giornate si sono alternati studiosi dell’AIST, traduttori, accademici e divulgatori tolkieniani, provenienti da vari angoli d’Italia e appartenenti a varie generazioni.
Tuttavia il primo dato che è bello rilevare riguarda la partecipazione. A fronte di argomenti anche complessi e quanto mai variegati, la sala da sessanta posti è sempre stata piena o quasi, e non solo di soci e socie dell’AIST. Andrebbe aggiunto anche un dato anagrafico non secondario: oltre metà dell’uditorio era giovane.

Il sabato

Sabato mattina, dopo i saluti istituzionali, ha aperto le danze il socio fondatore romano Lorenzo Gammarelli, traduttore dell’epistolario tolkieniano, il quale ha ripercorso le tappe della travagliata storia del Signore degli Anelli in Italia, fino ai giorni nostri. A seguire, la giovane socia romagnola Virginia Cavalli, filologa germanica e docente di tedesco, già collaboratrice della rete dei Tolkieniani Italiani, ha parlato del rapporto tra studio accademico e narrativa in Tolkien, ovvero dell’impatto dello studio dell’anglosassone sulla produzione del suo mondo fantastico, e in particolare del rapporto tra il Beowulf e Lo Hobbit.
Barbara SanguinetiIn seguito, la socia torinese Barbara Sanguineti, ha tenuto una bella dissertazione, o forse una provocazione, sul personaggio di Tom Bombadil, visto come un trickster mancato, ovvero come una figura che contiene diverse caratteristiche chiave dell’archetipo mitico, eccetto l’ambiguità morale.
Si è così conclusa la sessione mattutina. Il pomeriggio è stato invece dedicato all’anteprima del nuovo numero dei «Quaderni di Arda», che uscirà a inizio novembre, e si intitolerà Tolkien oltre Tolkien: eredi ed eretici. La rivista avrà un nuovo formato online e open access, nonché un nuovo editore accademico (un salto di qualità di cui parleremo a tempo debito). Il socio fondatore Wu Ming 4 ha introdotto gli interventi di tre contributori del nuovo numero. Alessandro FambriniAlessandro Fambrini, professore di letteratura tedesca all’università di Pisa ed esperto di fantascienza, ha parlato di Michael Moorcock, il più “eretico” e irriverente dei discendenti letterari di Tolkien, con una panoramica sulla sua sconfinata produzione narrativa e sulle sue celebri prese di posizione contro il padre edipico del fantasy contemporaneo. Edoardo Rialti, fiorentino, traduttore di narrativa fantastica e critico letterario, ha parlato invece di Richard K. Morgan, classe 1965, scrittore britannico di fantascienza cyberpunk e di fantasy, che con la sua trilogia Quel che resta degli eroi ha omaggiato e al tempo stesso preso le distanze da Tolkien. Infine Andrea Cassini, scrittore e traduttore, con una formazione da filologo medievale, ha introdotto l’opera narrativa dell’autore sino-americano Ken Liu. È una saga ambientata in un mondo fantasy che sembra uscito proprio dall’intersezione tra due culture e che assomiglia al sud-est asiatico ma con un retroterra storico più simile a quello americano. Forse la narrativa fantastica asiatica cosiddetta silkpunk è quanto di più lontano dall’opera di Tolkien, ma al tempo stesso proprio autori “ponte” come Liu non possono esimersi dal confrontarsi con il retaggio tolkieniano o l’imprinting che ha lasciato sul genere fantasy, quanto meno in Occidente.

La domenica

Paolo NardiLa sessione mattutina della domenica è stata aperta niente meno che dal nostro socio consigliere veneziano Paolo Nardi, traduttore, saggista e youtuber, ben noto alla comunità tolkieniana, il quale ha parlato sul tema dell’ambientalismo nell’opera di Tolkien, riferendosi al volume di imminente uscita in traduzione italiana, Ent, Elfi ed Eriador. La visione dell’ambiente nell’opera di J.R.R. Tolkien, di M. Dickerson e J. Evans (Fede e Cultura, 2025), da lui stesso tradotto.
Quindi è toccato alla neosocia friulana Erica Martin, scrittrice e storica dell’arte e della moda, che ha ricostruito l’abito di Arwen in una delle sue apparizioni più iconiche nel Signore degli Anelli, basandosi sul testo letterario e sulle possibili ispirazioni storiche di Tolkien. Hanno chiuso la sessione mattutina Roberto Arduini e Barbara Sanguineti, presentando l’artbook Galadriel: potere, bellezza e leggenda dell’Elfa suprema (Eterea, 2025), nel quale diverse illustratrici italiane si sono cimentate con il personaggio femminile più carismatico e conosciuto del Legendarium tolkieniano, a partire dalla bravissima Elisa Seitzinger, che ha realizzato l’immagine di copertina.
Adele LoiaNel pomeriggio, la neosocia Adele Loia, ricercatrice di Linguistica presso l’università di Bologna, affiancata da Roussel Magdi Sobih, ha presentato una bellissima ricostruzione dell’impianto linguistico sotteso alla subcreazione di Arda. Considerando come unico precedente illustre quello dell’ateneo di Parma, che da anni si occupa di questo tema, si può dire che finalmente a parlare di un aspetto cruciale della mitopoiesi tolkieniana sono stati degli studiosi di linguistica, cosa non scontata nemmeno all’estero, in area anglofona e non, e assolutamente rara in Italia. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Poi è venuto il momento più carico di pathos, la performance di Riccardo Ricobello, amico dell’AIST, doppiatore e lettore di audiolibri, tra cui Lo Hobbit nella nuova traduzione di Wu Ming 4 (Storitel). Riccardo ha incantato la platea con tre brani dal Ritorno del Re: la carica dei Rohirrim, il risveglio di Sam a Cormallen, e il finale del romanzo, che ha fatto venire gli occhi lucidi a più di una persona presente.
Riccardo RicobelloHa concluso il ciclo di conferenze il socio Fabio Convenga, ricercatore presso il Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, con una conferenza su Tolkien e la scienza. Convenga è partito dalla constatazione tolkieniana che Arda è una versione alternativa del nostro stesso mondo e quindi soggetta alle stessi leggi fisiche. In particolare, così come nel racconto scientifico l’universo è nato dal vuoto grazie a una complessa interazione di oggetti rappresentabili come onde, nel mito elfico Arda è nata dal vuoto grazie a un’altrettanto complessa interazione di suoni, cioè onde, emesse dagli Ainur sulla musica ispirata da Eru. La relazione ha incluso una scanzonata panoramica sulla storia della fisica nel mondo primario.

A latere

Come si era già rilevato in precedenti analoghi, il piano relazionale e il sodalizio si consolidano collateralmente alle conferenze. In questo caso non soltanto durante i pranzi e le cene “sociali” all’Osteria di Dozza, dov’è possibile ordinare una birra “Tolkieniana”, ma anche al bellissimo concerto che si è tenuto sabato sera al piccolo teatro comunale. I RuinThrone, gruppo power metal romano, infatti si sono esibiti in versione duo acustico, eseguendo non solo brani originali della band, ma anche cover dei grandi classici del rock che contengono riferimenti all’opera di Tolkien (Black Sabbath, Led Zeppelin, ecc, fino agli immancabili Blind Guardian). Una serata davvero speciale e molto intima.
È il caso di dire che se non ci fosse questo piano della socialità, tutti i risultati ottenuti dall’AIST in un decennio di storia, tutto il nostro curriculum unico in Italia, avrebbe meno valore. Ridendo e scherzando, discutendo e litigando, allentandosi e ricompattandosi… questa comunità di persone nata a metà del decennio scorso intorno all’interesse per l’opera di Tolkien non solo sopravvive – e non era scontato – ma prolifica anche, acquisendo nuovi soci e socie che non si limitano a fare numero, ma diventano parte attiva negli eventi culturali, nelle giornate di studio, negli incontri seminariali interni all’associazione. La Compagnia si allarga ed è un ottimo segno per una realtà piccola, decentrata e senza sponsorizzazioni di alcun tipo come l’AIST, che campa soltanto di credibilità, indipendenza e quote sociali. In questo senso un weekend come quello appena trascorso lascia davvero ben sperare per il presente e per il futuro.

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Rings70, intervista al gruppo RuinThrone
– Leggi l’articolo Rings70: a Dozza i 70 anni del Signore degli Anelli
– Leggi l’articolo Tolkien 50, ecco gli eventi più importanti
– Leggi l’articolo FantastikA 2024: ecco la forma del fantastico

LINK ESTERNI:
– Vai al sito ufficiale della Fondazione Dozza Città d’Arte
– Vai al sito ufficiale del Comune di Dozza

 

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