Aubusson: in arrivo l’ottavo arazzo

Non si ferma il progetto Aubusson tisse Tolkien, nato nei grandi atelier della Cité internationale de la tapisserie, che grazie alle sapienti mani degli artigiani permette di ammirare in forma di arazzo alcuni dei più suggestivi acquarelli che Tolkien realizzò per accompagnare le sue storie. Gli arazzi sono creati seguendo la particolare tecnica di tessitura della cittadina, patrimonio culturale immateriale UNESCO sin dal 2009, secondo la quale gli arazzi vengono realizzati sul rovescio degli stessi, utilizzando un telaio orizzontale e fili tinti a mano in proprio. Lo scopo dell’iniziativa, annunciata agli inizi del 2017 con il consenso della Tolkien Estate, è quello di realizzare entro il 2021 un ciclo di tredici arazzi e un tappeto. Con l’ottava opera in dirittura d’arrivo, l’obiettivo è sempre più vicino. Ma vediamo prima gli altri arazzi ultimati quest’anno.

Elfi e Troll

Dal nostro ultimo aggiornamento di luglio, che descriveva l’ultima creazione Rivendell e anticipava il sesto arazzo Mithrim le cose sono cambiate in corso d’opera. Infatti si è aggiunto un arazzo a prendere il posto di Mithrim in qualità di sesta opera svelata, e così The Trolls ha visto la luce l’11 settembre 2019.
Si tratta di un’illustrazione in bianco e nero de Lo Hobbit. Realizzato dall’Atelier Guillot come la maggior parte degli arazzi del progetto, è l’arazzo più grande tessuto finora con i suoi dodici metri quadri. L’opera è stato svelata presso l’anfiteatro della città di Aubusson alla presenza di Marcel Aubron-Bülles, fondatore della Deutsche Tolkien Gesellschaft, che si è detto commosso di aver potuto partecipare al tradizionale taglio di fili di ordito, seguito dall’arrotolamento dell’arazzo in guisa di rotolo di tessuto e dal trasporto a più mani, che solitamente precede l’esposizione. Quest’opera presentava anche una sfida insolita, trattandosi di un’illustrazione in bianco e nero, e vista la complessità e difficoltà la creazione del cartone preparatorio è stata affidata ai tessitori Patrick e Marie Guillot e Nathalie Mourevoux. Sono stati necessari ben quattro mesi per portare a termine l’arazzo, tessuto con una tecnica che ha visto utilizzati diversi spessori di tessitura, diversi materiali (tra cui lana, cotone, lino, e seta), e molte sfumature di bianco e nero.
E intanto la lavorazione di Mithrim continuava presso l’atelier Pinton di Felletin, città gemellata con Aubusson. Solo un mese dopo, l’11 ottobre, l’arazzo è stato svelato presso l’atelier alla presenza di un delegato della banca Crédit Agricole Centre France, che lo sponsorizzava, e di Denis Bridoux, membro della Tolkien Society. L’arazzo è stato poi trasferito alla Cité internationale de la tapisserie, ma solo pochi giorni dopo è partito alla volta di Parigi. Infatti è stato prestato alla grande mostra Tolkien, Voyage en Terre de Milieu (qui vi raccontiamo la mostra) insieme a Rivendell, a Bilbo Comes to the Huts of the Raft-Elves, e a Halls of Manwë – Taniquetil: ogni arazzo è stato esposto in una stanza diversa, seguendo l’ampio e maestoso percorso.

Le Lettere di Babbo Natale

Ad Aubusson rimangono dunque solo tre arazzi (Glórund sets forth to seek Túrin, The Trolls, e Christmas 1926), ma presto se ne aggiungerà un altro: infatti il prossimo 20 dicembre verrà esposto Natale 1928, secondo dei tre arazzi ispirati alle Lettere di Babbo Natale, che sono finanziati a parte dal Tolkien Trust. Si tratta di arazzi più intimi e meno monumentali, creati per enfatizzare la storia della famiglia di Tolkien. Lo stesso Christopher si è detto commosso alla vista del primo arazzo ispirato alle lettere che l’amato padre faceva arrivare a casa fingendosi Babbo Natale, che ha potuto ammirare dal vivo lo scorso gennaio con la moglie Baillie presso l’Abbazia di Thoronet insieme agli altri arazzi tessuti fino a quel momento.
Natale 1928 raffigura una delle tante disavventure dell’orso Karhu, aiutante di Babbo Natale, che insistendo nel trasportare in magazzino una grande quantità di pacchetti alla volta finisce per cadere dalle scale. La tessitura di lana, in cinquanta colori realizzati dal tintore Thierry Roger, è stata affidata ancora una volta all’Atelier Guillot, che ha lavorato sul cartone preparatorio di Delphine Mangeret. Per la realizzazione dell’arazzo, ampio quasi otto metri quadri, l’Atelier si è avvalso anche degli studenti del Brevet des Métiers d’Art “Art de la Lisse”, coordinato dall’associazione GRETA du Limousin.
Ci sarà tempo solo fino al 31 dicembre 2019 per ammirare i quattro arazzi rimasti; infatti per tutto il mese di gennaio 2020 la Cité de la tapisserie rimarrà chiusa per alcuni lavori di ristrutturazione. L’esposizione riprenderà poi a febbraio 2020.
Alla conclusione dello straordinario progetto mancano ancora sei opere:
– Lettera da Babbo Natale, 1933
– Bilbo woke up with the Early Sun in his Eyes
– Conversation with Smaug
– The Forest of Lothlórien in Spring
– Orthanc
– tappeto Númenóreano

Elena Sanna

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE DI MITHRIM

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– Leggi l’articolo Aubusson: ecco il quinto e il sesto arazzo
– Leggi l’articolo Aubusson: il quarto arazzo in mostra
– Leggi l’articolo Ad Aubusson due nuovi arazzi tolkieniani
– Leggi l’articolo Tessere la Terra di Mezzo: la prima opera
– Leggi l’articolo Aubusson, gli arazzi della Terra di Mezzo
– Leggi l’articolo Ottobre 2019: la mostra francese su Tolkien
– Leggi l’articolo Mostra di Parigi, ecco il diario della visita

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Cité internationale de la tapisserie
– Vai al sito dell’Atelier Guillot
– Vai al sito dell’Atelier Pinton

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Aubusson: ecco il quinto e il sesto arazzo

Aubusson09Il progetto Aubusson tisse Tolkien continua a stupirci con le opere create negli atelier della Cité internationale de la tapisserie: grazie alle mani sapienti degli artigiani, che praticano una tecnica vecchia di secoli dichiarata dall’UNESCO Patrimonio culturale immateriale, e che non sembrano stancarsi mai, filo dopo filo, l’intreccio va a ricomporre alcuni dei più suggestivi acquarelli che Tolkien realizzò per accompagnare le sue storie.
L’iniziativa, che seguiamo dal suo inizio nel 2017, ha il consenso della Tolkien Estate e il figlio del Professore, Christopher, ha persino visitato di persona l’esposizione dei primi quattro arazzi nell’abbazia di Thoronet questo gennaio.
Nel corso di 4 anni (dal 2017 al 2021) è prevista la creazione in totale di 13 arazzi e un tappeto: un’opera epocale ormai ben avviata verso il suo compimento!

Il quinto arazzo terminato: ecco Rivendell

Bilbo non avrebbe mai dimenticato il modo in cui sdrucciolarono e scivolarono all’imbrunire giù per il ripido sentiero serpeggiante fin dentro la valle segreta di Gran Burrone. L’aria diventava più calda man mano che scendevano, e l’odore dei pini lo stordiva, sicché di tanto in tanto la testa gli cadeva sul petto e lui quasi scivolava giù dalla sella, o batteva il naso sul collo del cavallo. Il loro morale si risollevava man mano che scendevano in basso. Ora gli alberi erano faggi e querce e il crepuscolo infondeva una sensazione di serenità. L’ultimo verde era quasi svanito dall’erba, quando infine giunsero a una radura non lontana dalle sponde del ruscello.
‘Mmm! Sento odore di elfi,’ pensò Bilbo, e guardò le stelle sopra di lui. Brillavano vivide e
azzurre.

(Un breve riposo, Lo Hobbit)

Come avevamo anticipato nel precedente articolo sull’iniziativa di Aubusson, dedicato al quarto arazzo realizzato, la quinta opera compiuta è la riproduzione dell’acquarello di Tolkien raffigurante Gran Burrone, Rivendell (nome originale della dimora di Elrond).
Illustrazione che non venne utilizzata nella primissima edizione de Lo Hobbit nel 1937 nonostante fosse tra quelle proposte da Tolkien all’editore, apparve però nella seconda edizione e successivamente nell’edizione americana, anche se il titolo alla base ed il decoro sui bordi venne tagliato (cosa di cui il Professore si lamentò nella lettera n. 26). Rivendell apparve anche nel The J.R.R. Tolkien Calendar 1974 (pubblicato l’anno precedente da George Allen & Unwin), come immagine per il mese di giugno.
Il quinto arazzo è stato svelato venerdì 14 maggio, alla presenza di Lord Llewellyn, ambasciatore del Regno Unito, di Baillie Tolkien, moglie di Christopher Tolkien, del senatore del dipartimento della Creuse, Jean-Jacques Lozach, di Valérie Simonet, presidentessa del consiglio del dipartimento di Creuse e della Cité internationale de la tapisserie.
La tessitrice Françoise Vernaudon è stata incaricata della tessitura a seguito di un bando di concorso lanciato dalla Cité internationale de la tapisserie, ed ha collaborato con due giovani tessitrici in formazione del Brevet des Métiers d’ArtArt de la lisse“. L’opera ha richiesto ben 2000 ore di lavoro, ed il risultato è stato un arazzo di 10 metri quadrati.
L’opera è rimasta esposta nell’anfiteatro della Cité de la tapisserie per tutto il fine settimana seguente la presentazione e la notte di sabato 17 maggio, in occasione della Notte Europea dei Musei. Dal 22 maggio è stato spostato negli spazi espositivi della Cité.
Il cartone preparatorio per questa creazione, come per tutte le precedenti, era stato disegnato da Delphine Mangeret, autrice anche di quello necessario per la prossima creazione, già annunciata.

In arrivo anche il sesto arazzo: Mithrim

Sotto le fredde stelle, prima che la Luna si levasse, la schiera di Fëanor risalì il lungo Fiordo di Drengist che si insinuava tra le Alture Echeggianti degli Ered Lómin, così passando dai litorali alla vasta contrada di Hithlum; e alla fine giunsero al grande lago di Mithrim, sulla riva settentrionale del quale s’accamparono, nella regione che portava lo stesso nome. Ma l’esercito di Morgoth, messo in allarme dal fragore di Lammoth e dalla luce dell’incendio di Losgar, giunse attraverso i passi degli Ered Wethrin, i Monti d’Ombra, e assalì all’improvviso Fëanor, prima che il suo campo fosse perfetto e apprestato a difesa; e lì, sui grigi campi di Mithrim, venne combattuta la Seconda Battaglia delle Guerre del Beleriand. Dagor-nuin-Giliath, così è detta, cioè Battaglia-sotto-le-Stelle, poiché la Luna non era ancora sorta; ed è celebrata nei canti. I Noldor, pur inferiori in numero e colti alla sprovvista, ben presto ne uscirono vittoriosi, poiché la luce di Aman ancora non s’era appannata nei loro occhi, ed erano forti e svelti, e mortiferi nell’ira, e le loro spade lunghe e terribili. Gli Orchi fuggirono davanti a loro, e furono scacciati dal Mithrim con grande carneficina e inseguiti oltre i Monti d’Ombra nella grande piana di Ard-galen che si stendeva a nord del Dorthonion.
(Il ritorno dei Noldor, Il Silmarillion)

Dopo un quadro ispirato alla fiaba de Lo Hobbit ci spostiamo indietro di Ere intere, tornando alle leggende del Silmarillion, già toccate con il secondo e il terzo arazzo, rispettivamente Halls of Manwë – Taniquetil e Glórund sets forth to seek Túrin: il sesto arazzo sarà Mithrim. Originariamente un acquarello del 1927, l’immagine venne pubblicata per la prima volta nel The Silmarillion Calendar 1978 (anch’esso pubblicato l’anno precedente dallo stesso editore), assieme agli stemmi araldici di Fëanor, Fingolfin, Hador e Eärendil nel mese di febbraio.
Nel tardo pomeriggio di lunedì 27 maggio Delphine Mangeret ha presentato il cartone preparatorio dell’opera, a grandezza naturale, presso l’anfiteatro della città di Aubusson, sempre con la presenza della presidentessa Valérie Simonet. Mangeret ha raccontato durante l’evento il suo lavoro di ricerca dei colori e la realizzazione del disegno preparatorio.
La creazione di quest’opera è finanziata persino da una banca, il Crédit Agricole Centre France.

Non ci resta che attendere impazienti di poter ammirare questa nuova meraviglia tessuta dalle mani di artigiani abili, avvicinandoci sempre di più al compimento di questo progetto unico nel suo genere.

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE DI RIVENDELL

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Cité internationale de la tapisserie
– Vai alla pagina facebook dell’atelier di Françoise Vernaudon

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