Recensione ai Mondi di Christopher Tolkien

Charles NoadQuest’anno (ne abbiamo parlato qui) la comunità tolkieniana ha celebrato il centenario della nascita di Christopher Tolkien (21-11-1924 – 16-1-2020) con una serie di iniziative che hanno visto come protagonisti alcuni fra i maggiori studiosi dell’opera del professore, che negli anni hanno collaborato con lo stesso Christopher o hanno contribuito a portare avanti il meticoloso lavoro di riordino e pubblicazione delle opere di J.R.R. Tolkien. Una di queste iniziative è nata in Francia proprio lo scorso 21 Novembre, con l’arrivo sugli scaffali (per il momento elettronici) della raccolta di saggi Les Mondes de Christopher Tolkien. Hommage pour son centenaire, curata da Vincent Ferrè e pubblicata dalla casa editrice francese Adar. Il volume si inserisce in un nuovo filone di studi tolkieniani: quello dedicato al ruolo svolto da Christopher Tolkien nella curatela delle opere del padre, inagurato nel 2022 con il volume The Great Tales Never End: Essays in Memory of Christopher Tolkien.

Struttura e contenuto

Baillie Tolkien a AubussonLa raccolta curata da Ferrè si apre con la prefazione di Baillie Tolkien, la seconda moglie di Christopher, che racconta con un linguaggio asciutto e familiare la seconda parte della vita del marito, quella vissuta a partire dall’incontro con lei a Oxford nel 1964, passando per la decisione di abbandonare la carriera universitaria e trasferirsi in Provenza per occuparsi degli scritti del padre e soffermandosi sui numerosi “mondi” che lo appassionavano: la natura che amava immortalare attraverso la fotografia, la letteratura medio-inglese e anglosassone, l’amore per i viaggi, etc. L’obiettivo dell’intera raccolta è proprio quello di far luce su queste passioni e quindi sulle molte sfaccettature del lavoro svolto da Christopher Tolkien. L’introduzione di Ferrè ha proprio lo scopo di guidare il lettore nella scoperta di questi “mondi” attraverso una breve disamina di tutti i saggi raccolti nel volume. A valle della prefazione e dell’introduzione, il libro è strutturato in tre parti: la prima dedicata al rapporto fra Tolkien padre e figlio, la seconda al Christopher artista e scrittore, e la terza che raccoglie alcune testimonianze dirette di persone che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui.

Parte Prima – Padre e figlio

La prima parte, Père & Fils: Christopher et J.R.R, è aperta da un saggio di Thomas Honegger, che analizza come l’archetipo “padre-figlio” rappresentato all’interno del mondo secondario si relazioni con il vissuto di Tolkien nel mondo primario. Il secondo saggio si concentra invece sull’antico inglese, una passione condivisa da John Ronald e Christopher; Leo Carruthers approfondisce il legame fra Théoden e Beorhtnoth, entrambi vittime del loro “Ofermod”, il soverchiante orgoglio che spinge il primo ad addentrarsi troppo all’interno delle schiere nemiche e il secondo a rinunciare, per preservare il proprio onore, al vantaggio tattico che avrebbe garantito agli inglesi una facile vittoria. Il terzo e ultimo scritto della prima parte è affidato a Jean-Philippe Qadri che mette in evidenza il ruolo fondamentale svolto da Christopher come guida per il lettore che voglia inoltrarsi nella «foresta di testi interconnessi, note, riscritture e aggiunte» che costituivano i testi del padre. A tale scopo, Qadri analizza lo scambio epistolare avvenuto fra Tolkien padre e figlio durante la seconda guerra mondiale, che sottolinea, oltre al forte legame affettivo, anche la loro particolare affinità letteraria.

Parte Seconda – Christopher artista e scrittore

La seconda parte della raccolta, Christopher Tolkien artist et écrivan, è la più corposa del volume e consta di ben 6 saggi. Si apre con un saggio di Laurence Lebourg incentrato sul lato artistico di Christopher e in particolare sullo stile da lui adottato nella creazione delle svariate mappe della Terra di mezzo, rapportato a quello del padre. Vivien Stocker, si concentra invece su un capitolo specifico del Silmarillion, quello relativo alla caduta del Doriath, dove l’intervento del curatore, a causa dell’assenza di una versione della storia revisionata da Tolkien, è stato più calcato. Il saggio mostra come il ritrovamento del manoscritto Concerning… The Hoard (ne abbiamo parlato qui) avrebbe potuto risolvere i dubbi di Christopher sulla stesura di quest’importate capitolo del Legendarium. Con il saggio di Lukas Zembruski si passa invece ai Racconti Incompiuti e a come questi siano stati, per il curatore, l’occasione di sperimentare differenti modalità di presentazione degli scritti del padre. Damien Bador, con il suo scritto, ci parla dei testi dedicati alle lingue create da Tolkien, pubblicati nella Storia della Terra di mezzo e nelle riviste specializzate Vyniar Tengwar e Parma Eldalamberon. L’ultimo intervento di questa sezione, quello di Isabelle Pantin, analizza invece il tema del viaggio nel tempo ne La Strada Perduta e ne I Notion Club Papers, mettendo in evidenza come uno dei temi principali di tali opere incompiute sia la relazione che intercorre fra mito e storia.

Parte Terza – Testimonianze

La terza parte della raccolta propone una serie di testimonianze dirette di persone che hanno collaborato direttamente con Christopher Tolkien: un illustratore, una traduttrice, un editore e un bibliotecario. Ci vengono qui proposte le testimonianze di Alan Lee, Christine Laferrière (traduttrice per le edizioni Christian Bourgois), Chris Smith (editore per HarperCollins) e Richard Overden (bibliotecario della Bodleian Library).

Pregi e difetti

Les Mondes de Christopher TolkienLa collaborazione fra John Ronald e Christopher rappresenta qualcosa di unico in ambito letterario: è sufficiente confrontare il numero di opere pubblicate dal professore durante la sua vita con quelle postume per comprendere il ruolo fondamentale svolto da un figlio che, sia per dedizione che per affinità letteraria, ha dedicato più di metà della sua vita all’opera del padre. Indagare su questa collaborazione, oltre a essere un interessante soggetto di studio, è anche un giusto riconoscimento per la figura di Christopher Tolkien. Nonostante nessuno dei saggi presentati all’interno del volume possa definirsi particolarmente innovativo nel campo degli studi Tolkieniani, il libro curato da Ferrè ha senz’altro il pregio di fornire una panoramica pressoché completa sui “mondi” di Christopher e sul suo coinvolgimento nella pubblicazione delle opere del padre, sia come curatore, sia come supervisore per gli altri editor che si sono cimentati con le pubblicazioni di Tolkien. Un altro importantissimo pregio del volume è senz’altro quello di aver attinto, per la prima volta, dagli archivi del Christopher Tolkien Estate (in particolare Laurence Lebourg ha potuto visionare in prima persona tutte le mappe preliminari realizzate da Christopher).  Les Mondes de Christopher Tolkien è al momento disponibile solo in francese e in formato elettronico, ma, a detta del curatore, dovrebbe presto esserne pubblicata una versione cartacea e non dovrebbero tardare le traduzioni in inglese, tedesco e italiano.

ARTICOLI PRECEDENTI:
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Tolkien Estate
– Vai al sito web del Tolkien Trust


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