Bompiani: esce oggi il settimo volume della History

Copertine nuove HistoryEsce oggi per Bompiani Il Tradimento di Isengard, l’atteso settimo volume della History of Middle-earth. Si tratta anche in questo caso di un ineditomai pubblicato prima in italiano, che vede confermato alla traduzione Stefano Giorgianni, presidente dell’AIST. Come possiamo leggere dalla sinossi fornitaci dalla casa editrice: “Il settimo volume dell’opera magistrale di Tolkien, La storia della Terra di Mezzo, ripercorre la grande espansione del racconto che raggiunge nuove terre a sud e a est delle Montagne Nebbiose, in un susseguirsi di meraviglie: l’emergere di Lothlórien, degli Ent, dei Cavalieri di Rohan e di Saruman il Bianco nella fortezza di Isengard. In abbozzi vergati a penna da Tolkien su ritagli di carta fanno così la loro prima comparsa Galadriel, gli albori della storia di Gondor e l’originale incontro tra Aragorn ed Éowyn, molto diverso dalla versione finale. Il tutto arricchito da un brogliaccio della mappa originale che doveva diventare la base della geografia della Terra di Mezzo, oltre a un’appendice sugli alfabeti runici e un’analisi delle rune utilizzate nel Libro di Mazarbul trovato accanto alla tomba di Balin a Moria.”

I contenuti del volume

Con Il Tradimento di Isengard, pubblicato in lingua inglese nel 1989 con il titolo The Treason of Isengard , continua la sezione della History of Middle-earth che documenta il processo ideativo de Il Signore degli Anelli. Tale sezione, che consta di quattro volumi, inizia con Il Ritorno dell’Ombra, edito in italiano dal maggio 2023, e prosegue con la prossima pubblicazione, contenendo anche i titoli The War of the Ring e Sauron Defeated (entrambi inediti in Italia).
Nelle prime pagine del libro, come per ognuno dei volumi della History of Middle-earth, troviamo una scritta in rune Tengwar di Christopher Tolkien che descrive il contenuto dell’opera. In particolare per il settimo volume possiamo leggere: “In The Treason of Isengard the story of the Fellowship of the Ring is traced from Rivendell through Moria and the Land of Lothlórien to the time of its ending at Salembel beside Anduin the Great River then is told of the return of Gandalf Mithrandir, of the meeting of the hobbits with Fangorn, and of the war upon the Riders of Rohan by the traitor Saruman.”
Il Tradimento di Isengard era il titolo originale scelto da J.R.R. Tolkien per il terzo libro de Il Signore degli Anelli, in seguito non più utilizzato. Questo libro, come descritto anche nell’introduzione di Christopher, copre parte de La Compagnia dell’Anello e de Le Due Torri. Troveremo al suo interno alcuni dei personaggi più amati dal pubblico tolkieniano come Saruman il Bianco, Théoden, re di Rohan, e potremo assistere all’invenzione ed evoluzione di Lothlórien e Galadriel. Nel frattempo continua il viaggio di Frodo e Sam verso Mordor. Molto interessante è la sezione dedicata alla scrittura di uno dei personaggi più profondi dell’intero legendarium, Barbalbero. Sempre qui vedremo le iconiche descrizioni degli Ent e di Fangorn.
La seconda parte de The History of the Lord of the Rings presenta anche i primi germogli della storia di Gondor e la versione iniziale dell’incontro fra Aragorn ed Éowyn, il cui significato sarà poi destinato a una completa revisione. Al suo interno è contenuto anche un resoconto completo della mappa originaria della Terra di Mezzo alla fine della Terza Era, che rappresenta il nucleo dal quale evolverà poi tutta la geografia delle terre nelle quali si sviluppano le storie de Il Signore degli Anelli.

All’interno del volume anche una perla per gli appassionati delle lingue secondarie

Da menzionare, infine, l’appendice dedicata all’evoluzione delle Cirth, un antico sistema di scrittura runico (cirth significa infatti “rune” in Sindarin). Il sistema si basa sull’utilizzo di un alfabeto runico chiamato Certhas ed è l’antico metodo di scrittura degli Elfi che, sebbene in seguito abbandonato in favore delle Tengwar fëanoriane (inventate da Fëanor sulla base dell’alfabeto Sarati elaborato dal loremaster elfico Rúmil), viene ripreso dai Nani in quanto le linee dritte che lo compongono si adattano maggiormente all’incisione su pietra rispetto alle linee più sinuose dell’alfabeto fëanoriano.
Il sistema delle Cirth, che vede la sua definitiva codificazione nel certhas elaborato dal loremaster elfico Daeron, non copre l’ampia gamma di suoni del later Sindarin (in particolare i fonemi rh, lh, mh, v, y ed œ), in quanto essendo utilizzato per una sua versione antica è lecito supporre un’assenza in quest’ultimo delle articolazioni alfabetiche successive. E’ importante sottolineare che anche i suoni w e a, di ampio utilizzo anche nel Sindarin antico, non trovano spazio nell’alfabeto elaborato da Daeron. Ciò fa supporre come probabilmente alcune delle cirth siano andate perdute nel corso del tempo, e quindi non vi sia stata la possibilità di codificarle nel Certhas né sarà possibile disporre di una tabella più completa in futuro (a meno di inattesi ritrovamenti).
Per quanto riguarda le vocali, è lecito supporre come la certh che identifica il suono u venisse utilizzata anche per il suono w. Non disponiamo nemmeno della certh per a, ciò potrebbe significare che tale suono venisse sottinteso, si tratterebbe dunque di una vocale intrinseca (tipica delle scritture abugide del Mondo Primario) come in alcuni sistemi Tengwar del Quenya. Un’altra possibilità è che tale certh fosse una delle due rune il cui valore non può essere determinato oppure ancora una di quelle cirth che non sono sopravvissute a codificazioni successive. Nella tabella a destra viene riportato l’Angerthas Moria, il Certhas adattato alla lingua nanica Khuzdul elaborato ad Erebor, che mostra alcune rune aggiuntive rispetto a quello iniziale di diretta derivazione dal Certhas Daeron. Qui, a differenza del sistema sviluppato da Daeron, troviamo la runa che identifica la vocale a, che nelle forme più evolute del Khuzdul non aveva valenza di vocale intrinseca e quindi doveva essere sempre espressa.
Queste ed analoghe considerazioni mostrano come le lingue foggiate da Tolkien siano molto complesse. Esse evolvono (parallelamente agli alfabeti) con l’evolvere della storia, sono influenzate dal divenire storico e lo influenzano (come vediamo per esempio nel famoso caso di The Shibbolet of Fëanor) e alcune conoscenze legate ad esse sono andate perdute nel corso delle Ere. Ciò conferisce una dimensione estremamente realistica al Mondo Secondario tolkieniano, ad oggi ancora impareggiata nel quadro dell’intera letteratura occidentale.
Dopo la lettura del volume e dell’analisi delle rune utilizzate nel Libro di Mazarbul, non resta quindi che recarsi alla Tana del Drago di Dozza, sede dell’AIST, per visitare la mostra realizzata in collaborazione con Edouard Kloczko, noto studioso di lingue secondarie tolkieniane, sulle rune naniche.

 

ARTICOLI PRECEDENTI:

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LINK ESTERNI:
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