Scoperta una poesia di Tolkien sconosciuta

Studiosi: Christina Scull e Wayne HammondI due infaticabili cacciatori di note Wayne Hammond e Christina Scull ne hanno combinata un’altra delle loro. Non contenti di aver pubblicato una cronologia della vita di J.R.R. Tolkien che riporta giorno per giorno le attività rilevanti del professore di Oxford, un commentario al Signore degli Anelli che costituisce un’appendice della trilogia e vari altri volumi fondamentali, tra cui il recente The Art of The Hobbit, ora hanno anche scovato una poesia dello scrittore che era totalemente sconosciuta! Si tratta di uno dei tanti componimenti che Tolkien aveva scritto per diletto e poi inviato a diverse riviste specializzate. Ma cerchiamo di capire come i due studiosi l’hanno scoperta.

Editori e traduttori: gli errori in Tolkien

Aprire un libro è entrare in un mondo. Ma a pochi lettori viene in mente che dietro l’oggetto c’è il lavoro di molte persone oltre l’autore. Su tutti, l’editore, il traduttore se il libro è di uno scrittore straniero e l’illustratore. Ognuna di queste tre figure passa molte ore sul testo, ma pochi sanno che il libro che giunge loro è frutto di una serie di scelte. E fra i tre ruoli citati, forse l’ultimo è quello che può fare meno danni, mentre gli altri due possono produrre gli errori più duraturi. Passiamo, quindi, in rassegna il lavoro di editori e traduttori in generale, prima di concentrarsi su J.R.R. Tolkien.

I timori di J.R.R. Tolkien in una lettera inedita

Lettera di Tolkien ad Arthur RansomeSiamo alle solite: c’è la realtà e quella riportata. Ecco la seconda sotto forma di notizia: una lettera inedita dello scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973) rivela le sue preoccupazioni per l’andamento delle vendite dello Hobbit (1937), giudicate scarse subito dopo la sua uscita. Il romanzo di Tolkien uscì il 21 settembre 1937 e quest’anno se ne è festeggiato il 75esimo anniversario, come abbiamo scritto qui. Era il primo libro di quello che allora era un tranquillo e sconosciuto professore di inglese all’università di Oxford. La lettera inedita è stata ritrovata in una collezione di scritti di Tolkien custodita nella biblioteca dell’Università di Leeds, dove insegnò dal 1921 al 1925 prima di trasferirsi a Oxford. Scrivendo ad Arthur Ransome, Tolkien faceva presente che avrebbe voluto fosse pubblicata una seconda edizione rivista dello Hobbit, ma non era sicuro che ci sarebbe stata «perché le vendite non sono poi così elevate». L’autografo rivela anche che Ramsone suggerì all’autore di modificare alcune parti del libro e che Tolkien fu felice di apportare per rendere la narrazione più scorrevole. Fin qui è quello che riportano le agenzie di stampa, la Bbc inglese e soprattutto il sito della Facoltà di inglese dell’università di Leeds. Ora vediamo però cosa c’è di nuovo e cosa in realtà si sapeva già.

“The fall of Arthur” di J.R.R. Tolkien è ufficiale

Dipinti: La notizia, anche se solo in sordina era già trapelata e anche noi ne avevamo parlato nel luglio scorso. Ora però è ufficiale: sia la HarperCollins Publishers che la sua “sorella Usa”, la Houghton Mifflin Harcourt, pubblicheranno un nuovo inedito di J.R.R. Tolkien nel 2013. La novità è che “The Fall of Arthur” sarà sicuramente nelle librerie dalla primavera prossima, precisamente il 23 maggio 2013 (e ne sono già state annunciate le traduzioni in francese e spagnolo). Ci sono alcuni dettagli in più, e alcune smentite, rispetto alla notizia di luglio. Tutto è iniziato quando Christopher Tolkien, figlio di John Ronald Reuel ed esecutore letterario delle sue opere, si è presentato alla casa editrice a Londra. «Credo che vi potrebbe interessare pubblicare questo», ha detto al direttore editoriale Chris Smith, mostrando un manoscritto. «Si intitola: La caduta di Artù». Un poema inedito, non concluso, di circa mille versi, ispirato da un quadro del pittore inglese John Mulcaster Carrick, in cui si vede il mitologico sovrano a terra, sollevato per un braccio da un cavaliere. Entrambi sono rivolti verso il mare dove una nave si allontana confusa nelle nebbie del tramonto. Non è chiaro se Artù sia ancora vivo.

Antiche atmosfere in due pubblicazioni di Tolkien

La leggenda di Sigurd e GudrunDato che i consigli letterari non sono mai abbastanza, soprattutto in periodo di regali, continuiamo a parlare di libri, segnalando due testi del Professore usciti recentemente, entrambi a cura di Christopher Tolkien. Il primo è La leggenda di Sigurd & Gudrun (Bompiani, 25 euro), in cui attingendo all’Edda e alle saghe dei Nibelunghi e dei Volsunghi, Tolkien riscrive le leggende intrecciate di Sigurd e Gudrun. Ecco allora susseguirsi prima le eroiche e tragiche avventure di Sigurd, l’uccisore del drago Fafnir che custodisce l’oro dei Nibelunghi, sino alla conquista della valchiria Brynhildr che Sigurd risveglierà dal suo sonno magico per poi inoltrarsi sul sentiero di un terribile destino sposando Gudrún. E quindi la storia della stessa Gudrún, inconsolabile vedova di Sigurd, di cui seguiamo, con tutta la suspense che l’epica autentica sa suscitare, la personale storia di vendetta che ricorda una tragedia greca trasporta nel Nord Europa. Una storia che passa attraverso il matrimonio con il malvagio re degli Unni, Atli attirato da Gudrún in una vera e propria trappola mortale. Un poema che affonda le sue radici nelle antichissime epopee mitiche della tradizione occidentale restituendocene l’afflato nconfondibile insieme a una sensibilità fantastica del tutto contemporanea, che da più di mezzo secolo continua ad affascinare lettori di ogni nazione e di ogni età. Per chi l’avesse perso, ecco la presentazione del volume, affidata a un vero e proprio trailer, per il quale rimandiamo volentieri al nostro canael su Youtube:

SirGawainIl secondo libro di Tolkien è Sir Gawain e il Cavaliere Verde (Ed. Mediterranee, 12.90 euro). La collana Orizzonti dello Spirito ripropone questo poema medievale, insieme ai suoi coevi Pearl e Sir Orfeo, già pubblicati negli anni ’70 con la traduzione di J.R.R. Tolkien. In questa nuova edizione, il traduttore Sebastiano Fusco s’è basato proprio sulla versione in inglese moderno del Professore, anziché su quella originale in medio inglese.
Se Sir Orfeo è una rivisitazione medievale del celebre mito greco, e Pearl descrive l’elaborazione mistica del lutto da parte di un padre che ha perso la figlia, con Sir Gawain entriamo nelle leggende arturiane. A sir Gawain (Galvano), uno dei più famosi e puri cavalieri della Tavola Rotonda di re Artù, è affidata la risposta a una sfida sovrumana, lanciata da un essere fantastico di fronte a tutti i più nobili eroi che acquisirono fama nella mistica cerca del Santo Graal: sopportare un colpo vibrato con un’arma tremenda da una creatura che, pur se ha l’aspetto d’un uomo, certo uomo non sembra essere. Accettare la sfida significa prepararsi alla morte. Ma in
realtà, come apprenderà sir Gawain, la tenzone che dovrà affrontare dopo infinite avventure non mette a rischio soltanto la sua vita: ciò che realmente è in gioco è la sua nobiltà di cavaliere, la sua purezza e la sua lealtà. Il romanzo di sir Gawain, nella sua versione primitiva intitolata Sir Gawayne and the Grene Knight, è narrato in un manoscritto risalente al Quattrocento, dovuto a uno sconosciuto autore che impiegava un idioma assai complesso, ricco di vocaboli provenienti dalle letterature romanze e scandinave, tale da renderlo incomprensibile al lettore moderno.
Due volumi che ci rimandano ad un passato arcano e sempre affascinante.

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