Ecco svelata l’arte di scrivere in Tengwar

Elfo che scrive - Simona CavalettaA lungo i Primogeniti dimorarono nella loro prima casa accanto all’acqua sotto le stelle, e percorsero la Terra pieni di ammirazione; e presero a formare discorsi e a dar nome a tutte le cose che scorgevano. Chiamarono se stessi Quendi, che significa “coloro che parlano con voci”.
Come tutti sappiamo, il germe che sta alla base del legendarium di J.R.R. Tolkien è il suo amore per le lingue: fu per dare vita alle lingue elfiche che il Professore decise di creare un popolo che le parlasse, e un mondo nel quale questi potessero vivere e dare origine a storie e leggende. Le lingue elfiche hanno quindi un lessico, una grammatica, un proprio sistema di scrittura, una storia e un’evoluzione legate ai popoli che le parlano, proprio come succede per le lingue naturali.
Si tratta quindi di un argomento che da sempre suscita curiosità e affascina i lettori: per questo motivo l’AIST ha deciso di dedicare proprio alle tengwar il primo volume di una nuova collana dedicata alle lingue della Terra di Mezzo.

Come scrivono gli Elfi? Ora c’è il crowdfunding

Le tengwar e il sindarinDa sempre le lingue inventate da Tolkien affascinano moltissimi lettori, e come ben sappiamo, furono proprio queste il germoglio dal quale nacque tutta la mitologia del Professore: «Alla base c’è l’invenzione dei linguaggi. Le ‘storie’ furono create per fornire un mondo ai linguaggi e non il contrario. Per me, viene prima il nome e poi la storia» (Lettera 165). Per tutti gli appassionati di questi linguaggi, di quelli elfici in particolare, è aperto in questi giorni su Kickstarter un crowdfunding da non perdere. La raccolta ha come fine la pubblicazione di un libro intitolato The Elvish Writing Systems of J.R.R. Tolkien, in lingua inglese, scritto dal giovane studioso inglese Matt (Matthews) Coombes. Tale libro si propone di essere una guida scrupolosa e accurata ai sistemi di scrittura degli Elfi tolkieniani,
Campagna di Kickstartere comprenderà le Tengwar, le Sarati e il Cirth, e le rispettive applicazioni sia per quanto riguarda il Quenya, sia il Sindarin. Il testo è accessibile anche a lettori non specialisti, ma illustra comunque l’argomento in maniera accurata: Coombes specifica infatti di voler anche spiegare da dove queste lingue derivino e su cosa si basino. Afferma inoltre di aver già domandato alla Tolkien Estate il beneplacito per la pubblicazione e il permesso di usare font e citazioni originali.