Tolkien Estate e Warner Bros trovano l’accordo

Slot machine online del Signore degli AnelliNel 2012, poco prima dell’uscita nelle sale cinematografiche del primo capitolo della trilogia jacksoniana tratta da Lo Hobbit, la Tolkien Estate, assieme alla HarperCollins Publishers aveva citato in tribunale la Warner Bros, la famosa casa di produzione cinematografica statunitense che gestisce La società sussidiaria New Line Cinema e la Saul Zaentz Co., ovvero la casa di produzione indipendente che detiene i diritti d’autore (il cinematografo Saul Zaentz acquistò tali diritti nel 1976 e oggi, attraverso la Middle-earth Enterprises possiede in tutto il mondo i diritti di sfruttamento di Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli nelle versioni per il cinema, il teatro e i diritti di merchandising). La Tolkien Estate aveva intrapreso le vie legali a seguito della creazione di giochi d’azzardo online quali Lord of the Rings Casino Game, di cui era venuta a conoscenza in maniera alquanto peculiare: una e-mail di spam era arrivata al suo avvocato nel settembre 2010.
Quando la Tolkien Estate aveva mosso i primi passi nel 2012 l’AIST aveva riportato la notizia (leggi l’articolo Ora le slot machine: la denuncia della Tolkien Estate) e ne aveva seguito gli sviluppi l’anno successivo (con l’articolo Primo round a Warner sulla Tolkien Estate): non potevamo quindi mancare di riportare la risoluzione della vicenda.

Tolkien a Hollywood prima di Peter Jackson

Peter Jackson by FlickrMentre l’ultimo capitolo dell’epica di Peter Jackson tratta dallo Hobbit è uscito nelle sale, ecco una rassegna dei molti progetti di film tratti dalle opere di J.R.R. Tolkien, alcuni dei quali non sono mai stati girati. Infatti, solo con il regista neozelandese si è avuto un progetto saldo, con finanziamenti e tecnologia adeguati, e una passione tale da avere successo mondiale nelle sale cinematografiche. Ma prima delle due saghe di Jackson dedicate al Signore degli Anelli e allo Hobbit, sono stati molti gli adattamenti dei due maggiori romanzi di Tolkien. Prima di iniziare l’excursus, cerchiamo di capire cosa ne pensava l’autore stesso. Per Tolkien le parole erano l’habitat naturale della fantasia. Egli era un amante del linguaggio e un filologo di professione, uno che conosceva molte lingue e ne aveva inventate ancora di più.
FIlm: Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque ArmatePer Tolkien ogni parola conteneva in sé la storia del suo stesso significato, quindi ha senso che le parole, scritte o pronunciate, detenessero per lui un potere che le immagini non potrebbero mai avere. Tolkien nutriva sempre sani sospetti sui tentativi di riduzione cinematografica dello Hobbit e Il Signore degli Anelli, anche se questo non vuol dire che fosse contrario. Semplicemente, non credeva che il cinema e la fantasia fossero compagni naturali, opinione naturalmente del tutto incomprensibile per la Warner Bros, i cui sei film tratti da opere di Tolkien hanno ad oggi incassato più di oltre 38 miliardi di euro in tutto il mondo (cui si aggiungono quelli dell’ultimo capitolo, Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate, che fino al 5 gennaio si è portato a casa 622 milioni di euro, di cui oltre 12 in Italia).

Scompare Arthur Rankin: fece Lo Hobbit animato

Il cast dei personaggi Rankin/BassArthur Rankin Jr., animatore, produttore e regista newyorkese, è scomparso all’età di 89 anni nella sua casa di Harrington Sound nelle Bermuda. Nato a New York nel 1924, figlio degli attori Arthur Rankin e Marian Mansfield (molto noti tra gli anni venti e trenta), raggiunse la celebrità grazie all’attività di produzione cinematografica operata dalla sua compagnia, fondata con Jules Bass, la Rankin/Bass Productions. Specializzata in animazioni stop-motion l’azienda produttrice di Rankin creò alcuni dei cartoni simbolo degli Arthur Bankin al lavoroStati Uniti, come Rudolf la Renna dal Naso Rosso (1964) e Frosty il Pupazzo di Neve (1969). Per citare un lungometraggio animato di successo si pensi a L’Ultimo Unicorno, ispirato all’omonimo romanzo di Peter S. Beagle, doppiato da star come Mia Farrow, Alan Arkin, Tammy Grimes, Angela Lansbury, Jeff Bridges e Christopher Lee. A lui sono accreditati oltre mille programmi televisivi. Perché ne parliamo? Perché fu grazie a lui se la casa di produzione creò le animazioni dello Hobbit e del Ritorno del Re, film inediti in Italia. Non tutti gli appassionati di J.R.R Tolkien conoscono questi due lungometraggi animati, così è bene riassumerne la storia.

Scompare Saul Zaentz: portò Tolkien al cinema

Saul ZaentzEra famigeratamente noto agli appassionati di J.R.R. Tolkien. Era il grande vecchio dietro tutte le versioni cinematografiche delle opere dello scrittore inglese, ma anche di porcate come gli hambuger alla Bilbo e le slot machine di Aragorn. Saul Zaentz, produttore cinematografico, si è spento a San Francisco all’età di 92 anni, per le complicazioni dovute al morbo di Alzheimer, di cui soffriva da tempo. Vincitore per tre premi Oscar (Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo, Amadeus e Il Paziente Inglese) fu un personaggio leggendario e singolare, entrato a pieno diritto nella storia del cinema, a cui i fan della trilogia di Peter Jackson devono sicuramente qualcosa.

Primo round a Warner sulla Tolkien Estate

Logo della La Warner Bros. ha vinto il primo round nella battaglia legale in corso con la Tolkien Estate, la casa degli eredi di di J.R.R. Tolkien, in relazione allo sfruttamento dei profitti accessorie del Signore degli Anelli e Lo Hobbit (ne avevamo parlato qui). La Tolkien Estate e l’editore HarperCollins hanno infatti citato in giudizio (qui si può leggere la versione completa) per 80 milioni di dollari la major, la sua sussidiaria New Line e il detentore dei diritti sulle due saghe, la Saul Zaentz Co., con l’accusa di aver oltrepassato i confini della loro licenza di sfruttamento delle opere dell’autore inglese, ottenuta nel ’69 e, secondo l’accusa, limitata ai soli beni di consumo materiali, come figurine, gadget, collezionismo ecc. I diritti sul merchandising concessi non erano invece concessi per prodotti come videogame scaricabili o giochi d’azzardo, come i giochi di slot machine online dal titolo Lord of the Rings Casino Game, che hanno recato un danno irreparabile all’eredità dell’autore e alla sua reputazione. Lo studio ha inoltre dichiarato che aveva già stipulato dei piani con la compagnia WMS Gaming, per la realizzazione delle slot machine con il tema di Lo Hobbit, ma non ha potuto procedere a causa della querela, perdendo così milioni di dollari in licenze. Nella controquerela, Warner e Zaentz sostengono che l’Estate ha precedentemente ripudiato delle sovvenzioni, in violazione del contratto. L’Estate ha risposto a sua volta che non avrebbe potuto ripudiare questi accordi, in quanto tali diritti non sono mai stati assegnati.

Slot machine online del Signore degli AnelliGiovedì scorso un giudice federale ha respinto la richiesta della Estate di non accogliere la controquerela della Saul Zaentz Co. che ha detto di aver perso milioni di dollari in spese di autorizzazione e di merchandising, perché a causa delle denuncia ricevuta, molti produttori hanno smesso di utilizzare i filmati dei personaggi di Tolkien nelle slot machine e nei giochi online. «Queste affermazioni nascono da “un’interpretazione divergente da parte di Warner Bros” e dei diritti di Zaentz sul Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Sono, reclami e querele di routine sul copyright», ha scritto il giudice distrettuale Audrey Collins nella sua sentenza. La Zaentz potrà così andare avanti. Questa decisione è una vittoria per lo studio, ma non pone fine alla disputa tra le due parti, sul non rispetto degli accordi per la creazione di merchandise lucrativo. Come si può immaginare, la disputa legale andrà avanti ancora per lungo tempo. Si può leggere la sentenza qui. La Tolkien Estate non ha ancora deciso se presentare appello contro la decisione emessa la scorsa settimana dal giudice.

Ora le slot machine: la denuncia della Tolkien Estate

Slot machine sul Signore degli AnelliA poche settimane dall’uscita del lungo atteso adattamento cinematografico di The Hobbit di J.R.R. Tolkien, gli eredi dello scrittore e l’editore del romanzo HarperCollins hanno sporto denuncia nei confronti di Warner Bros., New Line e del produttore Saul Zaentz, per quelle che ritengono violazioni dei diritti loro concessi. Nella denuncia (qui si può leggere la versione completa), che comporta un risarcimento danni per 80 milioni di dollari, depositata lunedì alla corte distrettuale di Los Angeles, la Tolkien Estate e l’editore inglese sostengono che sono stati violati i diritti d’autore, che la Warner Bros e la controllata New Line hanno in concessione da Saul Zaentz Co. Il punto cruciale della causa è che il contratto sui diritti d’autore vecchio di decenni: «Le parti contraenti del testo originale avevano previsto solo una licenza limitata sul diritto di vendere i prodotti di consumo del tipo regolarmente commercializzato all’epoca, come statuette, vasellame, articoli di cancelleria, abbigliamento e simili», afferma la denuncia. «Nel contratto non è inclusa la concessione di sfruttamento dei diritti d’autore elettronici o digitali, su media che ancora non erano stati inventati o altri beni immateriali come i diritti in materia di servizi». Quindi, tra questi non rientra Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’anello: gioco di slot online (potete vederne un video in fondo all’articolo). Slot machine online del Signore degli AnelliLa Tolkien Estate ne è venuta a conoscenza tramite una e-mail di spam al suo avvocato nel settembre 2010, cosa che ha causato un esame sui limiti dell’accordo sullo sfruttamento dei diritti d’autore. La casa che tutela i diritti degli eredi di Tolkien ha poi fatto sapere di aver appreso che la Warner Bros ha realizzato slot machine tradizionali, con i diversi personaggi del Signore degli Anelli da far combaciare nelle combinazioni vincenti, così come di altri prodotti fuori dei limiti del contratto originale.

Logo della La denuncia espone poi la storia del contratto di sfruttamento dei diritti d’autore connesso allo Hobbit e al Signore degli Anelli, che ebbe inizio nel 1969, ma che vide il produttore cinematografico Saul Zaentz comprarli soltanto nel 1976. Nel 1978 l’azienda Usa produsse la versione animata del Signore degli Anelli, scritto principalmente da Peter S. Beagle e diretto dall’animatore Ralph Bakshi. Oggi, attraverso la Middle-earth Enterprises, Saul Zaentz possiede in tutto il mondo i diritti di sfruttamento di Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli nelle versioni per il cinema, il teatro e i diritti di merchandising. Ma
Zaentz, sostiene il legale, non ha diritti contrattuali riservati «non espressamente concessi nel contratto». Ma la Warner Bros e gli altri imputati si sono «con audacia crescente, impegnati in un modello costante e crescente di usurpazione dei diritti d’autore a cui non hanno diritto», è scritto nella denuncia. Ad esempio, i loro diritti prevedono solo merce “tangibile”, non videogiochi scaricabili disponibili solo su computer portatili, smartphone, tablet o per Facebook. «Gli imputati hanno anche affermato e continuano ad affermare di avere diritti relativi a una vasta gamma di beni e servizi al di là del loro contratto di copyright e hanno registrato marchi e depositato brevetti in categorie commerciali senza limitazione, tra cui alberghi, ristoranti, agenzie di viaggio, suonerie, giochi online/scaricabili e complessi residenziali: tutte categorie i cui diritti d’autore non sono stati chiaramente concessi loro». Nella denuncia la Tolkien Estate elenca diverse categorie di prodotti, ma è particolarmente irritata dai nuovi giochi d’azzardo, che sviluppano elementi non presenti nella storia del Signore degli Anelli. «Non solo la produzione di giochi d’azzardo superano palesemente la portata dei diritti d’autore degli imputati, ma questo comportamento illecito ha la conseguenza di indignare lo zoccolo duro dei lettori forti di Tolkien, causando un danno irreparabile per l’eredità dello scrittore e la reputazione delle sue opere». La causa intentata dalla Tolkien Estate giunge ora dopo lunghe discussioni e tentativi di transazione non andati a buon fine con le ditte Usa citate sopra e sarà l’inizio di una altrettanto lunga battaglia legale. Naturalmente, non sfugge la concomitanza con l’uscita del film, da cui la denuncia trarrà maggiore visibilità.

Sviluppi: Barker, Lego e la febbre da copyright

Almeno una volta ogni sei mesi siamo costretti a farlo. Dobbiamo tornare su argomenti già trattati. In gergo si chiama “follow-up”: seguito, ancor meglio “sviluppo di una notizia”. Bene noi ne abbiamo troppe che premono per non occuparcene. Quindi, stavolta un bell’articolo composito, che rende giustizia a tutti i nostri “follow-up”, in attesa del Tolkien Reading Day di sabato 24 e domenica 25 marzo.

Il Signore degli Anelli sbarca su Facebook

Videogioco: OneRing su FaDa qualche tempo molte persone su Facebook stanno diffondendo il gioco chiamato “The One Ring”, che è chiaramente dedicato agli appassionati di J.R.R. Tolkien. Il gioco è realizzato dalla Mgames, casa gallese specializzata in videogiochi e applicazioni per i social network. “The One Ring” è un bel gioco fantasy inspirato al Signore degli Anelli, creato su licenza della Middle-earth Enterprises, che viene pubblicizzato come gioco di combattimento ed esplorazione. Non è esattamente così perché non si tratta di un gioco pieno d’azione dalla grafica tridimensionale e paesaggi ricostruiti alla perfezione. Si tratta, invece, di un’avventura a carattere testuale, dove si deve scegliere con cautela la propria tattica. Ecco la traduzione di un’intervista, pubblicata su Tolkien Library con Sam Roads, il direttore creativo della Mgames.

“Giù le mani dal copyright!”, per J.R.R. Tolkien la malattia cresce

Logo della Ci risiamo. Si avvicina un nuovo periodo di vacche grasse, con la prossima uscita dei due film di Peter Jackson su Lo Hobbit, e subito schizza alle stelle la bramosia per i milioni di euro che verranno sborsati dagli appassionati di J.R.R. Tolkien. La Tolkien Estate e la Middle-earth Enterprises sono già partite alla carica. La prima è la società che gestisce i diritti degli scritti di Tolkien per conto degli eredi dello scrittore inglese, sempre più impegnata in battaglie legali contro fan e autori, per lo più sconosciuti, che producono opere ispirate al “Legendarium” tolkieniano o che contemplano la presenza del professore stesso come protagonista. Il caso più eclatante riguarda la novella Mirkwood, scritta dall’americano Steve Hilliard, facendogli guadagnare però molta notorietà e moltissimi dollari. Nel 1968, Tolkien aveva venduto i diritti di commercializzazione de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli alla United Artists, che a sua volta li vendette a Saul Zaentz nel 1976. La Middle-earth Enterprises (che prima si chiamava Tolkien Enterprises) è, così, la divisione della Saul Zaentz Company, che detiene, in esclusiva mondiale, Due loghi Middle-earth Enterprises e Tolkien Enterprisestutti i diritti dei titoli dei due capolavori di Tolkien, dei nomi dei personaggi e dei luoghi, degli oggetti e degli eventi narrati nei romanzi. Negli anni la compagnia ha ceduto a destra e manca le licenze di sfruttamento per la realizzazione di film, di videogiochi e di tutto il vasto indotto che si è creato dalla trilogia di Peter Jackson. Così, ecco che si moltiplicano le azioni legali contro chiunque nel mondo osi utilizzare il nome Tolkien a fini commerciali.