Tolkien fa miracoli. A quarant’anni dalla morte continua a pubblicare e persino a parlare. Probabilmente, la seconda trilogia dedicata da Peter Jackson alle opere dello scrittore inglese hanno fatto crescere l’interesse per tutto ciò che lo riguarda. Ecco che dalle casse della Bodleian Library escono la traduzioni e i commenti al Beowulf, scritti da Tolkien negli anni in cui lo insegnava all’università. Ma la notizia più sorprendente è che è stata ritrovata anche la sua voce. Recentemente, infatti, è stata ritrovata una registrazione audio in cui lo stesso Tolkien parla ai suoi appassionati lettori. A dire il vero la scoperta non è nuova, almeno non per il protagonista. Ma andiamo con ordine.
Un libraio e le sue passioni
Il rinvenimento della registrazione in questione risale in realtà al 1993 quando l’olandese René van Rossénberg, proprietario di un negozio interamente dedicato all’opera di J.R.R. Tolkien venne in possesso del prezioso materiale. Da appassionato del professore di Oxford, van Rossénberg ha deciso di continuare a custodire gelosamente il segreto su questo prezioso ritrovamento, come Gollum con il suo tesoro. La registrazione è stata tenuta nascosta fino a Jay Johnstone, noto artista tolkieniano di Legendarium, non ha iniziato a far ricerche e ha capito che tale materiale esisteva veramente: alla fine è riuscito a convincere van Rossenberg a renderlo pubblico. Il nastro fu registrato durante una cena a tema tenutasi a Rotterdam il 28 marzo 1958. Si dice che durante la serata Tolkien abbia rivelato in termini inequivocabili il vero significato del Signore degli Anelli. Un’occasione storica che, fortunatamente, venne registrata e che tornerà alla luce grazie all’impegno dello stesso Rossénberg e del sito Middle-earth Network. Insieme hanno trovato i fondi per rimasterizzare il nastro originale e sono pronti a renderlo disponibile al mondo il prossimo autunno con quello che hanno chiamato il Rotterdam Project. Tra l’altro, proprio van Rossénberg nel 1992 aveva scritto un saggio sull’argomento, dal titolo «Tolkien’s Exceptional Visit to Holland: A Reconstinction», pubblicato in occasione del Centeranio di Tolkien e raccolto nei Proceedings of the J.R.R. Tolkien Centenaiy Conference.
Una vera serata hobbit
Per fortuna, sulla serata di quel lontano 1958 già si sapeva qualcosa. Alla fine del marzo 1958, Tolkien visitò l’Olanda su invito dei librai di Rotterdam Voorhoeve en Dietrich; le sue spese di viaggio vennero pagate dalla Allen & Unwin. In quell’occasione il professore si trovò a fronteggiare in una sola sala oltre 200 appassionati della Terra di Mezzo e a parlare della sua opera. Una delle portate del menù era la «zuppa Maggot», un’allusione ai funghi del contadino Maggot del Signore degli Anelli. Lo stesso Tolkien ne dà un resoconto nelle lettere (n. 206): «Alle 17.30 di venerdì ho affrontato un gran folla in una sala riunioni. Sembra che oltre duecento persone (in gran parte gente comune) abbiano pagato per essere presenti, ed è stato necessario respingerne molti. Il professor Harting [Piet Harting era professore dell’Università di Amsterdam] era ancora più meravigliato di me. La cena era senza dubbio “abbondante e lunga”: quest’ultima cosa perché i discorsi si susseguivano alle portate. Per l’occasione si è parlato solo in inglese; e tutti i discorsi, tranne uno, sono stati intelligenti (tralasciando i panegirici, che erano piuttosto imbarazzanti). L’unica eccezione è stato uno psicologo lunatico, ma il presidente lo ha abilmente interrotto dopo cinque minuti. Spero che la mia risposta conclusiva sia stata adeguata e pronunciata a voce abbastanza alta; ma non c’è bisogno che mi dilunghi a parlarne. Si è trattato in parte di una parodia del discorso di Bilbo nel capitolo I. Nella patria del fumo, la pipa sembra aver preso piede. C’erano pipe d’argilla sul tavolo e grandi scatole di tabacco – fornito, penso, dalla ditta Van Rossem. I muri erano ornati con manifesti della Van Rossem con le pipe per gli hobbit, in tre qualità: Longbottom Leaf, Old Toby, e Southern Star. V. Rossem da allora mi ha mandato pipa e tabacco! Ho portato via uno dei manifesti […]». Qualche dettaglio in più lo si ricava dalla Biografia di Humphrey Carpenter, dove si narra che Tolkien tenne un vivace discorso in inglese inframmezzato di olandese ed elfico. Il discorso – ripete Carpenter – fu una parodia del discorso d’addio di Bilbo Baggins all’inizio del Signore degli Anelli che si concluse così: «Sono passati esattamente vent’anni da quando ho cominciato a completare la storia dei nostri riveriti antenati Hobbit della Terza Età. Guardo a est, a ovest, a nord e a sud e non vedo Sauron, ma vedo che Saruman ha molti discendenti. Noi Hobbit non abbiamo contro di loro alcuna arma magica. E tuttavia, miei gentili hobbit, brindo a voi rivolgendovi quest’augurio: agli Hobbit! Possano sopravvivere ai Saruman e vedere di nuovo la primavera tra gli alberi». Proprio queste frasi sono quelle che sono state rese pubbliche dal progetto Rotterdam. Aspettiamo tutti con ansia l’autunno, quindi, sospettando però che il vero significato del Signore degli Anelli sia che Tolkien abbia detto: «Conosco la metà di voi solo a metà e nutro per meno della metà di voi metà dell’affetto che meritate…». Se non volete aspettare per scoprire il mistero, potete leggervi le lettere di Tolkien (soprattutto le numero 131, 144, 165, 181, 186, 203, 208, 211, 215, 245 e 297).
– Vai al sito del Middle-earth Network
– Vai al sito del Tolkien Shop
– Vai al sito di Jay Johnstone
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