Introduzione allo studio di Tolkien

Il Signore degli Anelli: Edizione LussoIn un’ottica di pluralità di prospettive, vedute ed opinioni, proponiamo oggi lo sguardo di Pierluigi Cuccitto sulla divulgazione e lo studio tolkieniani in Italia. Il nostro vicepresidente Claudio Testi ha già affrontato l’argomento della critica tolkieniana in Italia nel passato durante I Tolkien Seminar della Deutsche Tolkien Gesellchaft (la società tolkieniana tedesca) e di nuovo durante i Tolkien Seminar di Lucca Comics & Games 2018 assieme al nostro presidente Roberto Arduini; guardiamo ora al presente e al futuro, per il quale ci impegniamo costantemente.
Cuccitto gestisce un blog proprio dedicato alla Terra di Mezzo ed al suo creatore, Migrantes of Middle Earth, dove condivide riflessioni sul mondo tolkieniano, i suoi fan ed gli studiosi che vi si dedicano, ed ha già tenuto la conferenza Arte e incantesimo: la magia degli Elfi secondo Tolkien in occasione del Tolkien Day di quest’anno, assieme al gruppo dei Cavalieri delle Mark.

Parlare di Tolkien, oggi, in Italia

Tolkien è ormai un classico della letteratura mondiale, e innumerevoli studi fioriscono su di lui, anno dopo anno, smentendo continuamente previsioni ormai datate che prevedevano una rapida fruizione negli anni in cui diede alle stampe le sue opere, per poi decadere nell’oblio.
Le ragioni sono molteplici, ma per quanto mi riguarda ne vedo almeno due, fondamentali: il fatto che, nell’ambito della letteratura del Novecento, sia stato uno dei pochi autori a porsi “le grandi domande” che la letteratura del secolo passato ha sempre evitato di farsi: domande sulla vita, sulla morte, sul senso del mondo attorno a noi, sulle scelte che dobbiamo prendere non solo per il presente, ma anche per il futuro…. Insomma tutti quei problemi che un mondo orfano dei tradizionali riferimenti di senso ha evitato di farsi. Ed è per questo che Tolkien è attuale, oggi, nel XXI secolo: perché siamo tornati a farci quelle domande.
Il secondo motivo è letterario: le storie tolkieniane sono belle, avvincenti, emozionanti, ti tengono avvinto alle pagine, e quando finisci di leggere quelle storie, non le lasci perdere, ma torni a rileggerle perché il caratteristico stile di Tolkien, che accenna a particolari, per permettere al lettore di farsi continue domande, ti conduce a riprendere in mano i libri, continuamente.
Detto questo, vorrei sottolineare come, oggi, in Italia, sia giunto il momento, proprio per i motivi che ho detto poco sopra, di staccare il Tolkien autore dalle letture fuorvianti e di parte – qualsiasi parte – che ne sono state date nel Novecento, che hanno ritardato, a mio avviso, la comprensione matura e serena di uno degli autori più significativi degli ultimi cento anni.
Tolkien di destra. Tolkien di sinistra. Tolkien pagano. Potrei continuare all’infinito, ma mi fermo qui.
É ora di abbandonare, credo, “la via italiana a Tolkien”, e di intraprendere finalmente, una strada matura che permetta anche alla cultura italiana di apprezzarlo per quello che è, a prescindere comunque dalle diverse opinioni che si hanno sui suoi testi. Un confronto maturo e pacifico, che eviti di mettere etichette su un autore che si definiva “anarchico ( riguardo ad ogni forma di potere costrittivo, ovviamente, senza nessun riferimento politico”. Credo se lo meriti.
In particolare, io ho tre idee, che si potrebbero anche chiamare sogni, a prima vista, perché ci vorrà del tempo per realizzarle:

  • Letture pubbliche dei suoi testi, con la creazione di circoli letterari – un po’ come i caffè del Settecento – in modo da tornare al punto di origine del problema: le storie immaginate e realizzate da Tolkien, per permettere quella continua rilettura di cui dicevo prima, in maniera collettiva e partecipata, questa volta;
  • Seminari internazionali su specifici problemi tolkieniani da organizzare in Italia, svincolati da patrocini di parte;
  • Dialogo continui, attraverso i gruppi studio che si possono organizzare al riguardo, tra gli studiosi e i semplici lettori di Tolkien, con tavole rotonde, momenti ludici e condivisioni di vario tipo, per permettere di annullare quello iato che si è creato tra studiosi e appassionati, a causa proprio della divisione tra le letture di parte da un lato, e dal dominio incontrastato delle visioni legate ai film (che io apprezzo, ma questo è un altro discorso) che ha caratterizzato la comunità dei semplici appassionati.

Un lungo lavoro, ma come dice Aragorn, “Certe strade è meglio intraprenderle che rifiutarle, anche se il loro esito è oscuro” (Le Due Torri, Il Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien).

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo I Tolkien Seminar della DTG ad ottobre
– Leggi l’articolo Tolkien a Lucca C&G 2018: AIST e non solo
– Leggi l’articolo L’AIST raddoppia: il Tolkien Day a Formello

LINK ESTERNI:
– Vai al blog di Pierluigi Cuccitto, Migrantes of Middle Earth
– Vai alla pagina facebook di Migrantes of Middle Earth

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