Quelle miniature che piacevano a Tolkien

Sterling LanierPrima della storia, c’è comunque stata una preistoria. È così anche nella storia delle opere derivate da Il Signore degli Anelli, c’è stato qualcosa prima della nascita delle aziende che producevano su scala industriale miniature ispirate alla Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien. Per scoprirlo bisogna raccontare una storia, quella di un uomo che è l’anello di congiunzione al tempo stesso tra letteratura e giochi, tra fantascienza e fantasy, tra Il Signore degli Anelli e le miniature. È la novità è che anche queste ultime piacevano al Professore di Oxford!
Ma facciamo un passo indietro.

L’archeologo che scoprì Dune

Sterling E. LanierArcheologo, antropologo, storico, editor, ma soprattutto scrittore e anche scultore. Tutto questo è stato Sterling Edmund Lanier, oggi conosciuto per lo più tra gli appassionati di fantascienza per alcune sue opere tradotte anche in italiano dalla casa editrice Nord (Il viaggio di Hiero 1973 e Il ritorno di Hiero 1983) o dalla collana Urania (L’incubo dei Syn 1970, Invasori silenziosi 1975 e Le fantastorie del brigadiere 1981). Laureatosi ad Harvard nel 1951 in antropologia e archeologia, frequentò anche l’Università della Pennsylvania dal 1953 al 1958. Appassionato di narrativa fantastica e criptozoologia, prima di cominciare la sua carriera letteraria, lavorò come storico al Winterthur Museum (Delaware) dal 1958 al 1960. Come scultore, Lanier si è specializzato in miniature. Prima di diventare scrittore e scultore a tempo pieno nel 1967, Lanier lavorò come redattore presso varie case editrici. Lanier sarà ricordato per sempre come l’uomo che ha avuto il coraggio di pubblicare Dune, un’opera che era stata rifiutata già da altri ventitré case editrici. Tra il 1963 e il 1965, la rivista Analog ha serializzato il romanzo inedito, con i titoli Dune World (Libro I) e Prophet of Dune (Libri II e III). Nel 1965 Lanier, che aveva letto la prima puntata sulla rivista e aveva visto il genio del romanzo, contattò l’agente di Frank Herbert, finalmente riuscì a mettere le mani su una copia completa di tutti e tre i manoscritti, e lottò strenuamente perché fosse pubblicato in forma di libro con copertina rigida. Sterling E. LanierSì, perché Lanier lavorava presso la Chilton Book Company, che pubblicava principalmente manuali per la riparazione di mezzi automobilistici. Lanier aveva offerto un anticipo di 7.500 dollari più royalties future per i diritti e in qualche modo convinse i proprietari a pubblicare il manoscritto che aveva scoperto. Dune fu presto un successo di critica, vinse il Nebula Award come miglior romanzo nel 1965 e l’Hugo Award nel 1966. Dune è stato il primo grande romanzo ecologico di fantascienza e abbraccia una moltitudine di temi ampi e correlati, punti di vista con più personaggi, un metodo che ha attraversato tutto il lavoro maturo di Herbert. Nonostante la sua brillante intuizione sul valore del libro, un anno dopo Lanier fu licenziato da Chilton a causa degli elevati costi di pubblicazione e delle scarse vendite iniziali del libro.

Le miniature che piacevano a Tolkien

Sterling E. LanierLanier era anche uno scultore di talento e si sostenne per molti anni con le vendite delle sue figurine in miniatura, che si concentravano principalmente su motivi animali. Le sue sculture sono state esposte in numerosi musei e alcune di esse sono incluse nella collezione permanente della Smithsonian Institution. E tra le sue miniature vi sono anche i personaggi de Il Signore degli Anelli.
Intorno al 1965, Lanier inviò a Tolkien una copia di Dune, oltre a una serie di nove statuette in miniatura di bronzo che aveva scolpito ispirandosi ai personaggi de Il Signore degli Anelli. Nel febbraio, la signora Tolkien scrisse a Lanier per ringraziarlo, a nome di suo marito, per le figurine che aveva inviato. La moglie di Tolkien scrisse che lui pensava che il nano fosse molto bello. I due corrisposero nel corso dell’anno successivo, discutendo di argomenti come la lotta di Tolkien per i diritti d’autore violati dalla Ace Books con la famigerata edizione “pirata” del suo capolavoro. Alla fine dell’anno, Tolkien stesso scrisse a Lanier che Ace Books aveva accettato di discutere i termini delle royalties per l’edizione pirata. Nella lettera, Tolkien esprime la sua speranza che il lavoro di Lanier sulle figurine possa andare a buon fine. Il 14 febbraio 1966, Tolkien scrisse a Lanier per esprimere soddisfazione per un accordo concluso con Ace Books e per ringraziarlo per il suo aiuto in merito.
Sterling E. LanierDopo la morte della moglie di Tolkien nel 1971, Tolkien scrisse a Lanier il 21 novembre 1972 per ringraziarlo per la serie completa di figurine, dopo aver trovato una vecchia lettera di Lanier tra le sue carte dopo un trasloco. Tolkien scrisse delle figurine: «Le apprezzo e sono state molto ammirate». Un passaggio divertente di questa lettera è citato ne Le lettere di JRR Tolkien (n. 343) L’anno seguente, Tolkien scrisse a Lanier (il 24 gennaio 1973): «Per quanto riguarda la tua commercializzazione di set di figure: posso solo dire che io stesso sono perfettamente d’accordo sul fatto che dovresti commercializzarle come “approvati” da me. Non solo sono in una classe completamente diversa rispetto a molte cose che vengono spesso commercializzate senza il mio permesso, ma abbiamo anche rapporti speciali di amicizia. Il rappresentante del mio editore verrà a trovarmi domani e ne discuterò con lei e se Allen & Unwin non hanno obiezioni, ti scriverò di nuovo». Quindi, in un a lettera del 9 febbraio 1973, Tolkien scrive: «Ho inviato la tua lettera ai signori Allen & Unwin, chiedendo loro di spiegare la situazione del copyright». Tolkien era quindi favorevole, ma ormai era la United Artists a detenere i diritti di commercializzazione (erano stati venduti dallo scrittore nel 1969). Lanier non proseguì nel suo progetto di commercializzare le sue miniature e ne completò solo tre set. Un set è quello inviato a Tolkien, mentre Lanier tenne gli altri due per sé.

La corrispondenza ritrovata

Sterling LanierI dettagli dell’amicizia epistolare tra Tolkien e Sterling Lanier sono difficili da accertare, anche se sul n.149 della fanzine Locus nel 1973, Lanier aveva scritto che la corrispondenza «iniziò nel 1951» e ammontava a «una dozzina di lettere che abbiamo scambiato nel corso degli anni». In quel numero, che commemorava lo scrittore in occasione della sua scomparsa, Lanier ricordava che «la sua [di Tolkien] ultima grande eredità al mondo, Il Silmarillion, è stata salvata. Mi ha scritto anni fa, che era stato scritto in versi! In maniera pacata sembrava però perplesso su una pubblicazione perché, a quel tempo, nessun editore era interessato al libro. Ricordo di aver chiesto cosa stesse facendo per l’assenza in quella storia dell’aspetto comico o leggero, dal momento che non esistevano Hobbit nelle prime Ere [della Terra di Mezzo]. Lui concordò che si trattava di un problema, ma riteneva che potesse essere risolto…». Nel 2016, un commerciante di libri della Florida mise in vendita all’International Antiquarian Book Fair di New York sei delle lettere scritte da Tolkien a Lanier, più quella della moglie di Tolkien. Sterling LanierQuel lotto (venduto per 20mila dollari) iniziava nel 1965, quando appunto Tolkien aveva già ricevuto un secondo lotto di sculture di personaggi da Lanier. Nella penultima lettera, scritta il 24 gennaio 1973, pochi mesi prima della sua morte, Tolkien scrive a Lanier quella che è una conferma a ciò che lo scultore statunitense scrisse su Locus n.149: «Sono solo ora finalmente in grado di lavorare su Il Silmarillion e prepararne almeno una parte per la pubblicazione. Temo che tu abbia colto un punto abbastanza serio; le leggende di Il Silmarillion sono in gran parte mitologiche, per lo più cupe e senza alcuna sfumatura di commedia».
Sebbene Lanier abbia scolpito professionalmente e si sia guadagnato da vivere per anni, le figurine del Il Signore degli Anelli non sono mai state rilasciate pubblicamente e le loro fotografie sono state poche e difficili da trovare. I prototipi di cui si hanno le immagini sono molto grezzi, ma bisogna considerare che si era negli anni Sessanta ben lontani dalla nascita di case specializzate come la Mithril e la Ral Partha, e che Lanier dipendeva soltanto dalla sua immaginazione per i personaggi, che erano sono stati descritti in maniera sommaria nel romanzo uscito nel 1954-1955.
Sterling E. LanierLanier ha affermato di essere stato spesso ispirato a scrivere mentre scolpiva le miniature, soprattutto dal 1967 in avanti, quando questa divenne la sua attività professionale. Visto che Lanier inviò a Tolkien il suo capolavoro The War for the Lot, scritto nel 1969, insieme a un lotto di sei miniature in bronzo, chissà che non ci sia una lettera ancora inedita che ne spieghi il motivo. In fondo, la trama del suo libro narra di un giovane di nome Alec che all’improvviso si trova a dover difendere un modo di vivere – quello del Lot – da forze oscure e malvagie con l’aiuto dell’esercito del bosco, una compagnia formata da creature di razze diverse… vi ricorda qualcosa?

 

ARTICOLI PRECEDENTI
– Leggi l’articolo L’edizione pirata del Signore degli Anelli della Ace Books
– Leggi l’articolo Dalla Games Workshop Lo Hobbit in miniatura

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