Dozza, il 22/6 Peter Grybauskas su Tolkien

Uno degli ultimi volumi inediti pubblicati di J.R.R. Tolkien in inglese è stato il volume che per la prima volta ha messo insieme The Battle of Maldon seguito da The Homecoming of Beorhtnoth (in Italia qualcosa di simile era stato già fatto per Bompiani a cura di Wu Ming 4), pubblicato da HarperCollins il 30 marzo 2023. A curarlo è Peter Grybauskas, accademico alla Maryland University, allievo di Verlyn Flieger, tra i più attivi e noti studiosi tolkieniani e amico dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, con cui ha realizzato diversi progetti editoriali in passato, tra cui la partecipazione a C’era una volta lo Hobbit (Marietti, 2012) e a molte conferenze in Italia e negli Stati Uniti. Per l’occasione, Grybauskas verrà a Dozza domenica 22 giugno e dalle 15 alle 16,30 terrà una conferenza sul The Homecoming of Beorhtnoth di Tolkien e sul suo lavoro sui manoscritti originali consultati alla Bodleian Library di Oxford. Un evento imperdibile e aperto al pubblico!

La pubblicazione in inglese

Peter GrybauskasIl libro presenta per la prima volta in assoluto la traduzione in prosa di J.R.R. Tolkien de La Battaglia di Maldon insieme al trattamento definitivo de Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm e i saggi che l’accompagnano; è inclusa anche e mai pubblicata prima la lezione di Tolkien dal titolo The Tradition of Versification in Old English, un saggio di ampio respiro sulla natura della tradizione poetica. Impreziosito da note e commenti di Grybauskas, il volume rappresenta un’edizione critica di queste opere in cui il curatore sostiene in modo convincente che, ad eccezione di BeowulfLa battaglia di Maldon potrebbe essere stato «il poema in inglese antico che ha maggiormente influenzato la narrativa di Tolkien» e in particolare all’interno delle pagine del Signore degli Anelli.
Battle of MaldonLa conferenza di Tolkien su “La tradizione della versificazione in inglese antico” è una risorsa preziosa per coloro che non possono andare a Oxford a leggere gli scritti di Tolkien alla Bodleian Library. La traduzione di Tolkien de “La battaglia di Maldon” fu fatta in prosa, molto probabilmente come appunti per le sue lezioni sul poema. Quello che dice – o non dice – sulla sua interpretazione della parola “ofermod”, che è centrale nel suo breve saggio che accompagna “The Homecoming”, dovrebbe interessare gli studiosi di Tolkien. Secondo Anna Smol – nel saggio dei Quaderni di Arda #3 – quelli di “The Homecoming” sono i migliori versi allitterativi di Tolkien. Come scritto, “The Homecoming” è già disponibile in stampa in varie edizioni, ma questa pubblicazione contribuisce sicuramente a dare a questo poema in versi una più meritata visibilità.

L’intervista

Per l’occasione ne abbiamo parlato con l’autore. Peter, presentati e dicci come hai conosciuto Tolkien e qual è il tuo personaggio preferito, quello un po’ sottovalutato?
«Certo. Insegno letteratura fantastica e giornalismo enogastronico all’Università del Maryland e scrivo quando il tempo me lo permette su Tolkien. Più recentemente, sono l’autore di A Sense of Tales Untold: Exploring the Edges of Tolkien’s Literary Canvas (Kent State UP 2021) e curatore di The Battle of Maldon: with The Homecoming of Beorhtnoth (HarperCollins, 2023).
La mia “storia delle origini” è abbastanza scontata. Avevo fratelli maggiori ed ero già cresciuto a pane e Redwall, Prydain e brutti videogiochi prima che Il Signore degli Anelli prendesse il sopravvento, mi pare fosse quando frequentavo la prima media. Poi ho avuto la fortuna di imbattermi nei seminari universitari della professoressa Verlyn Flieger alla UMD.
I personaggi preferiti e sottovalutati? Hmm… Radagast? Telchar? Sador? Ho un debole per i poeti dimenticati, quindi forse Dírhavel».
Durante la tua ricerca, quanto materiale hai letto che, secondo te, potrebbe formare la base per future pubblicazioni?
«Personalmente, ho appena scalfito la superficie del materiale (per lo più) accademico a disposizione dei ricercatori alla Bodleian. Ce n’è un sacco, e senza dubbio innumerevoli gemme sparse in giro, ma è difficile valutare quanta parte sarebbe adatta per la pubblicazione. Sarà interessante vedere se le restrizioni sul materiale del Legendarium saranno mai allentate. Niente potrà mai scalzare La Storia della Terra di Mezzo come principale cronaca della crescita del Legendarium, ma, come credo che Bill Fliss ricordi ai visitatori di Marquette (riguardo ai manoscritti del Signore degli Anelli): l’archivio contiene molto più di quanto potesse stare in 4 volumi di HoMe».
Puoi parlarci un po’ di com’è stato il processo, sia per la ricerca del libro che per ottenere l’approvazione per la pubblicazione? Altri studiosi di Tolkien come Janet Brennan Croft hanno proposto in passato edizioni ampliate di Beorhtnoth e sono state rifiutate.
«Homecoming è stato un mio interesse particolare fin dai tempi dell’università e l’argomento della mia primissima pubblicazione (su Mythlore, a cura di Janet!). Ma immagino che il progetto sia davvero nato da un viaggio di ricerca a Oxford che è finito fuori controllo: cercando alcune cose di cui avevo letto nella pubblicazione di Thomas Honegger su Tolkien Studies, continuavo a trovare sempre più cose che volevo esplorare. Quando sono tornato a casa ho elaborato una proposta per l’edizione. Immagino fosse una proposta abbastanza buona, e soprattutto, i tempi erano giusti. Ripensandoci, credo che quello che abbiamo prodotto si attiene abbastanza alla visione originale. Volevo davvero mettere in evidenza Homecoming soprattutto, ma anche cercare di soddisfare gli studiosi desiderosi di più lavoro accademico e i fan che potessero essere curiosi di sapere se si possono tracciare collegamenti con il Legendarium. Probabilmente così facendo non ho soddisfatto nessuno!
Sono contento di non aver saputo che Janet e altri avevano proposto idee simili in passato! Un saluto a lei e a Thomas Honegger, Łukasz Neubauer, Anna Smol, Stuart Lee e altri che stanno facendo un lavoro fantastico su Homecoming. Sono sicuro che altri avrebbero fatto un ottimo lavoro. È stato un onore inaspettato, ma sono decisamente orgoglioso del tentativo».
Cosa ti ha motivato a scrivere sui suoi lavori? Ne può valere la pena a livello accademico?
«Tolkien ha il vizio di farci diventare tutti almeno medievisti onorari. Trovo Homecoming l’esempio più sfacciato di come Tolkien abbia saputo mescolare così bene e fruttuosamente le sue ricerche accademiche e le sue attività creative. A proposito, non è forse la risposta definitiva a chi dice che chi studia Anglistica non guadagnerà mai un soldo?».
Dal tuo punto di vista come insegnante alla University of Maryland (seguendo l’eredità di Verlyn Flieger), come si è evoluta e modificata la ricezione e l’interesse per Tolkien negli anni trascorsi lì, sia tra gli accademici che tra gli studenti? E hai qualche idea su cosa potrebbe riservare il futuro?
«Dalla parte degli studenti, i posti e l’interesse sono rimasti costanti, anche se mi sembra che abbiamo più lettori al primo approccio che “nerd” navigati: Il Signore degli Anelli è un classico che incuriosisce o che vogliono affrontare per la prima volta. C’è davvero un bel numero di professori (Chip Crane, Vessela Valiavitcharska, ecc.) e una storia di studi tolkieniani alla Maryland su cui vorremmo costruire. Con Chip, siamo anche i coordinatori del programma di studio all’estero della UMD su Tolkien a Oxford. Siamo contenti, inoltre, di aver fatto aprire gli studi tolkieniani anche a studenti di altre facoltà tramite crediti formativi. Questo, in un certo senso, onora il lavoro fondamentale di Verlyn all’università, e offre qualcosa di abbastanza unico e aperto a tutte le facoltà. Un sacco di studenti STEM sono affamati di storie…».
Negli ultimi anni c’è stata una spinta enorme per l’adattamento di IP esistenti a film/serie tv. Mi chiedevo se avessi qualche pensiero da condividere su Gli Anelli del Potere, o anche in generale sull’idea dell’adattamento esistente e del potenziale futuro delle opere di Tolkien in film o serie tv.
«Guardo la maggior parte degli adattamenti con interesse e trepidazione. E ho anche giocato ad alcuni videogiochi (che ricerca!), anche se le mie simpatie sono decisamente verso il materiale originale. Ho provato a scrivere un po’ su quella pesante eredità di scrittura nelle “lacune di Tolkien” nell’ultimo capitolo del mio libro del 2021. Però, nulla rispetto a Galadriel che ha nuotato fino alla Terra di Mezzo!».

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo A marzo 2023 uscirà un nuovo libro di Tolkien
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– Leggi l’articolo In libreria Il ritorno di Beorhtnoth

LINK ESTERNI:
– Vai al sito dell’Università del Maryland
– Vai alla pagina di Peter Grybauskas
– Vai alla pagina del  dipartimento di Inglese con il corso avanzato

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  1. Trovo davvero interessante la tua proposta di “Battitore” come alternativa a “Rondiere” per tradurre Ranger, e apprezzo molto il lavoro…

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