Creatività e comunità: Glyer sugli Inklings

Alcuni membri del gruppo degli InklingsEra il 1959 quando fu chiesto a Clive Staples Lewis se avesse, in qualche modo, influenzato le opere dell’amico J.R.R. Tolkien, o se gli incontri settimanali degli Inklings, il gruppo oxoniense da loro fondato, potessero aver sortito tale effetto. Lewis rispose che nessuno influenzava Tolkien in alcun modo, e che tanto valeva cercare di influenzare un Bandafferra – un Bandersnatch, in lingua originale, creatura mitologica sfuggente e aggressiva creata dalla mente di Lewis Carroll.
È da questa premessa che nasce Bandersnatch: C. S. Lewis, J. R. R. Tolkien, and the Creative Collaboration of the Inklings di Diana Pavlac Glyer (2016, The Kent State University Press, con illustrazioni di James A. Owen). E secondo l’autrice, l’affermazione di Lewis non corrisponde completamente al vero.

Una collaborazione creativa

Diana Glyer è docente di Inglese all’Azusa Pacific University in California; il suo lavoro si concentra sugli Inklings e sulle opere di Tolkien e Lewis, e nel 2009 era ospite d’onore alla quarantesima Mythcon, la conferenza organizzata annualmente dalla Mythopoeic Society. È del 2007 The Company They Keep (The Kent State University Press), che descriveva le interazioni e l’influenza creativa tra gli Inklings, dando nuova linfa agli studi sull’argomento e ribaltando le concezioni sino a quel momento ritenute più valide. Il testo, che le è valso il Mythopoeic Society Scholarship Award, propone la seguente la tesi: che gli Inklings, in realtà, si influenzassero a vicenda, e a sostegno porta opere pubblicate e inedite, carte, e lettere che provano quanto il gruppo letterario fosse un collettivo, una “collaborazione creativa” la cui funzione era darsi ispirazione l’un altro e incoraggiarsi attraverso critiche e commenti.
Bandersnatch elabora ulteriormente la questione, ma lo fa applicando le sue conclusioni ai gruppi di scrittura creativa, affermando che chiunque può mettere in pratica la lezione degli Inklings e avere un’esperienza creativa più ricca, vibrante, e divertente. Una concezione artistico-creativa cui Glyer crede fermamente (di lei, il preside David Weeks dice che “ama aiutare gli altri a scrivere”) e che traspare dalla presentazione del libro tenutasi all’Azusa Pacific University in occasione della sua pubblicazione, e che potete vedere a fine articolo.
Mostrare i frutti del proprio lavoro – ci dice Glyer – è sempre una cosa che terrorizza, soprattutto se si tratta di un lavoro in itinere. Per questo la risposta di C.S. Lewis menzionata in precedenza le era sempre parsa strana; se gli incontri degli Inklings non portavano a nulla di concreto, perché continuare a vedersi e a sottoporsi a tale ordalia? I membri principali – Tolkien e Lewis, cui si aggiunsero poi il filosofo Owen Barfield, lo scrittore Charles Williams, gli accademici Adam Fox e Hugo Dyson, e il fratello di Lewis, Warren Hamilton Lewis – si incontrarono settimanalmente per diciassette anni, diciassette anni di critiche feroci, ma mai ostili, e di incoraggiamenti. È questa la chiave: Lewis, e con lui gli altri Inklings, non la riconoscono come influenza perché sono studiosi, letterati, e hanno una visione limitata di cosa si possa definire “influenza”. Lewis afferma che nessuno poteva influenzare Tolkien perché non vide mai con i suoi occhi quanto l’amico prendeva sul serio quanto detto agli incontri; l’influenza che gli Inklings ebbero uno sull’altro si posa sullo sforzo collaborativo.

Condivisione e incoraggiamento

Glyer si è posta una semplice domanda: possibile che i commenti offerti durante questi incontri non abbiano modificato in alcun modo i testi, considerato anche che si trattava di progetti lunghi e che, quando venivano letti agli altri membri, si trattava di bozze alle prime versioni? E dunque la studiosa si è messa alla ricerca di quella che definisce “la sequenza perfetta”: rimettendo insieme diari, lettere, e qualsiasi testimonianza di quel che veniva detto durante gli incontri, Glyer ha cercato e isolato sequenze di “bozze-commenti-versione definitiva” che le hanno infine permesso di affermare che tutti gli Inklings, Tolkien compreso, facevano tesoro di quanto veniva detto. E non solo dei consigli – la diverte immaginare Tolkien spiegare con irritazione i “quattordici motivi” per cui le modifiche proposte non possono funzionare, per poi arrivare a casa e decidere di seguire il consiglio, magari tagliando qualche dialogo tra gli hobbit – ma anche dell’ambiente positivo e incoraggiante.
Le interazioni degli Inklings erano talmente ordinarie e naturali, talmente fondate sulla loro profonda amicizia, che essi non si rendevano conto che stesse accadendo una cosa straordinaria. Senza quei legami, senza quel senso di comunità, molte delle opere degli Inklings non avrebbero visto la luce. Il Signore degli Anelli non esisterebbe: Tolkien si stufò dell’opera per ben due volte, e per entrambe le volte Glyer ha rintracciato i momenti in cui Lewis lo incoraggiò a riprendere in mano le bozze. Non esisterebbero Il problema della sofferenza di C.S. Lewis, i sette volumi storiografici di Warren Lewis, All Hallows’ Eve di Charles Williams. “Tutti i membri del gruppo furono cambiati significativamente dal gruppo”, afferma Glyer, “e proprio perché hanno lavorato insieme, gli Inklings hanno pubblicato più di cento libri.” Tutti loro si affidavano al gruppo, avevano bisogno l’uno dell’altro. Hanno prosperato perché non hanno cercato di sorreggere da soli la propria visione creativa, ma si sono invece sfidati e corretti a vicenda, incoraggiati, criticati ed elogiati. È la collaborazione, la creatività nella comunità, che ha permesso loro di primeggiare.
Si davano anche aiuti di natura più pratica. Andavano alla caccia di refusi, come quando si resero conto che Tolkien aveva sbagliato il colore del cappuccio di un Nano; scrivevano recensioni sulle opere degli altri membri, mettevano in contatto gli amici con i propri editori; e durante la Seconda Guerra Mondiale, quando trovare carta era pressoché impossibile, ciascuno di loro portava alle riunioni quanti più ritagli e fogli usati solo da un lato potesse trovare, in modo da condividere quella risorsa così preziosa. Non è raro, conclude Glyer, trovare sull’altro lato di bozze o lettere una bozza, o una lettera, o una lista della spesa di un altro membro degli Inklings.
Non solo la creatività, dunque, prospera nelle comunità, ma la condivisione da vita a un legame duraturo e proficuo. Una lezione di vita dagli Inklings, che tutti dovremmo seguire.

Elena Sanna

GUARDA LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO BANDERSNATCH

youtube placeholder image

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Gli Inklings e re Artù: ecco il Call for papers
– Leggi l’articolo Tolkien e gli Inklings si celebrano in Francia
– Leggi l’articolo Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 1
– Leggi l’articolo Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 2
– Leggi l’articolo Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 3
– Leggi l’articolo Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 4
– Leggi l’articolo Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 5

LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Diana Glyer
– Vai al sito della Azusa Pacific University
– Vai al sito della Mythopoeic Society

.


 

Annunciati i vincitori dei Mythopoeic Awards 2018

Sono da poco stati annunciati i vincitori degli Awards 2018 assegnati dalla Mythopoeic Society, durante la 49° edizione del Mythcon, la conferenza annuale della società, quest’anno svoltasi dal 20 al 23 luglio, ad Atlanta, Georgia (USA). Organizzazione statunitense nata nel 1967, la Mythopoeic Society promuove lo studio, la discussione e la condivisione della letteratura mitologica e del Fantastico, con una particolare attenzione per J. R. R. Tolkien, C. S. Lewis e Charles Williams. Le categorie dei suoi Mythopoeic Awards, che premiano le eccellenze in questo campo, sono le seguenti:

  • il Mythopoeic Fantasy Award for Adult Literature, assegnato al romanzo fantasy, in più volumi o singolo, ancora a raccolte di racconti per adulti di un singolo autore pubblicati durante l’anno passato o quello precedente (se non selezionati come finalisti durante il primo anno di eleggibilità) che meglio esemplificano lo spirito degli Inklings. I libri tratti da una serie sono idonei se leggibili indipendentemente, altrimenti la serie diventa nominabile l’anno successivo alla pubblicazione del volume finale.
    In questa categoria sono stati premiati libri quali i Racconti Incompiutidi J.R.R. Tolkien nel 1981, Tempesta di mezza estate di Poul Anderson, Il settimo figlio di Orson Scott Card, Il genio nell’occhio d’usignolo di Antonia S. Byatt,Stardust e I ragazzi di Anansi di Neil Gaiman, L’ombra della maledizione di Lois McMaster Bujold, Jonathan Strange e il signor Norrell di Susanna ClarkeUn cappello pieno di stelle di Terry Pratchett e la Trilogia di Bartimeus di Jonathan Stroud. Nel 2016 questo premio è stato assegnato al volume Uprooted di Naomi Novik.
  • il Mythopoeic Fantasy Award for Children’s Literature destinato ai libri per i lettori più giovani (dai «giovani adulti» ai libri illustrati per lettori principianti), nella tradizione dello Hobbit e Le Cronache di Narnia (le regole d’ammissione sono le stesse del Mythopoeic Fantasy Award for Adult Literature). La questione riguardante le opere borderline fra un premio e l’altro sarà discussa con il consenso dei comitati.
    Tra i vincitori di questa categoria figurano The Crown of Dalemark e Dark Lord of Derkholm di Diana Wynne Jones, Un cappello pieno di stelle di Terry Pratchett, la saga di Harry Potter di J.K. Rowling e Graceling di Kristin Cashore. Nel 2016 questo premio è stato assegnato al volume Castle Hangnail di Ursula Vernon.
  • il Mythopoeic Scholarship Award in Inklings Studies, il quale premia i saggi su J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis e Charles Williams che forniscono contributi significativi allo studio degli Inklings. Per questo riconoscimento sono validi i libri pubblicati durante gli ultimi tre anni, inclusi i passati finalisti.
    Questo premio è stato assegnato a saggi quali Gli Inklings di Humphrey Carpenter, La via per la Terra di Mezzo di Thomas A. Shippey, A Question of Time: J. R. R. Tolkien’s Road to Faërie di Verlyn Flieger e The Return of the Shadow di J. R. R. Tolkien, edito dal figlio Christopher. Nel 2016 questo premio è stato assegnato al volume Charles Williams: The Third Inkling di Grevel Lindop.
  • il Mythopoeic Scholarship Award in Myth and Fantasy Studies, il quale premia libri accademici su altri autori specifici della tradizione degli Inklings, o a lavori più generali nei generi del mito e della fantasia. Anche per questo premio il periodo di eleggibilità è di tre anni.
    Tra gli studi premiati si annoverano libri quali Strategies of Fantasy di Brian Attebery e The Encyclopedia of Fantasy curata da John Clute and John Grant. Nel 2016 questo premio è stato assegnato al volume The Evolution of Modern Fantasy: From Antiquarianism to the Ballantine Adult Fantasy Series di Jamie Williamson.

I finalisti ed i vincitori del 2018

– Mythopoeic Fantasy Award for Adult Literature:
John Crowley, Ka: Dar Oakley in the Ruin of Ymr (Saga Press, 2017)
Alice Hoffman, The Rules of Magic (Simon and Schuster, 2017)
G. A. Kathryns, Snow City (Sycamore Sky Books, 2017)
Ellen Klages, Passing Strange (Tor.com, 2017)
Victor LaValle, The Changeling (Spiegel and Grau, 2017)

VINCITORE: John Crowley, Ka: Dar Oakley in the Ruin of Ymr

– Mythopoeic Fantasy Award for Children’s Literature:
Cassie Beasley, Tumble and Blue (Dial Books, 2017)
Stephanie Burgis, The Dragon with the Chocolate Heart (Bloomsbury USA Childrens, 2017)
Nidhi Chanani, Pashmina (First Second, 2017)
A. F. Harrold, The Song from Somewhere Else (Bloomsbury USA Childrens, 2017)
Garth Nix, Frogkisser (Scholastic Press, 2017)

VINCITORE: Garth Nix, Frogkisser

– Mythopoeic Scholarship Award in Inklings Studies:
Jane Chance, Tolkien, Self and other: This Queer Creature (Palgrave Macmillan, 2016)
Lisa Coutras, Tolkien’s Theology of Beauty: Majesty, Splendor, and Transcendence in Middle-earth (Palgrave Macmillan, 2016)
Verlyn Flieger, There Would Always Be a Fairy Tale: More Essays on Tolkien (Kent State University Press, 2017, tra le proposte vagliate anche per il Tolkien Society Awards 2018 come miglior libro)
Sørina Higgins, The Inklings and King Arthur: J. R. R. Tolkien, Charles Williams, C. S. Lewis, and Owen Barfield on the Matter of Britain (Apocryphile Press, 2017)
Christopher Tolkien, ed., Beren and Lúthien (Houghton Mifflin Harcourt, 2017)

VINCITORE: Sørina Higgins, The Inklings and King Arthur: J. R. R. Tolkien, Charles Williams, C. S. Lewis, and Owen Barfield on the Matter of Britain

– Mythopoeic Scholarship Award in Myth and Fantasy Studies:
Aisling Byrne, Otherworlds: Fantasy and History in Medieval Literature (Oxford Univ. Press, 2016)
Dimitra Fimi, Celtic Myth in Contemporary Children’s Fantasy: Idealization, Identity, Ideology (Palgrave MacMillan, 2017)
Levy, Michael and Farah Mendlesohn, Children’s Fantasy Literature: An Introduction (Cambridge Univ. Press, 2016)
Elizabeth M. Sanders, Genres of Doubt: Science Fiction, Fantasy and the Victorian Crisis of Faith (McFarland, 2017)
Mark J.P. Wolf,ì, ed., The Routledge Companion to Imaginary Worlds (Routledge, 2017)

VINCITORE: Levy, Michael and Farah Mendlesohn, Children’s Fantasy Literature: An Introduction

Re Artù secondo gli Inklings

The Inklings and King Arthur - Sorina HigginsPer chi desiderasse approfondire i contenuti della raccolta di saggi che quest’anno si è aggiudicata la vittoria nella categoria Inklings Studies, The Inklings and King Arthur: J. R. R. Tolkien, Charles Williams, C. S. Lewis, and Owen Barfield on the Matter of Britain curata da Sørina Higgins, proponiamo l’indice del volume:

  • Introduction—Present and Past: The Inklings and King Arthur, Sørina Higgins
  • 1. The Matter of Logres: Arthuriana and the Inklings, Sørina Higgins
  • 2. Medieval Arthurian Sources for the Inklings: An Overview. Holly Ordway.
    3. Mixed Metaphors and Hyperlinked Worlds: A Study of Intertextuality in C. S. Lewis’s Ransom Cycle
    , Brenton D. G. Dickieson
  • 4. Houses of Healing: The Idea of Avalon in Inklings Fiction and Poetry, Charles A. Huttar
  • 5. Shape and Direction: Human Consciousness in the Inklings’ Mythological Geographies, Christopher Gaertner
  • 6. From Myth to History and Back Again: Inklings Arthuriana in Historical Context, Yannick Imbert
  • 7. “All Men Live by Tales”: Chesterton’s Arthurian Poems, J. Cameron Moore
  • 8. The Elegiac Fantasy of Past Christendom in J. R. R. Tolkien’s The Fall of Arthur, Cory Grewell
  • 9. Spiritual Quest in a Scientific Age, Jason Jewell e Chris Butynskyi
  • 10. The Stripped Banner: Reading The Fall of Arthur as a Post-World War I Text, Taylor Driggers
  • 11. “Lilacs Out of the Dead Land”: Narnia, The Waste Land, and the World Wars, Jon Hooper
  • 12. “What Does the Line along the Rivers Define?”: Charles Williams’s Arthuriad and the Rhetoric of Empire, Benjamin D. Utter
  • 13. “Fair as Fay-woman and Fell-minded”: Tolkien’s Guinever. Alyssa House-Thomas
    14. Beatrice and Byzantium: Sex and the City in the Arthurian Works of Charles Williams
    , Andrew Rasmussen
  • 15. Those Kings of Lewis’s Logres: Arthurian Figures as Lewisian Genders in That Hideous Strength, Benjamin Shogren
  • 16. “Servant of All”: Arthurian Peregrinations in George MacDonald Kirstin Jeffrey Johnson
  • 17. Camelot Incarnate: Arthurian Vision in the Early Plays of Charles Williams, Bradley Wells
  • 18. “Any Chalice of Consecrated Wine”: The Significance of the Holy Grail in Charles Williams’s War in Heaven, Suzanne Bray
  • 19. The Acts of Unity: The Eucharistic Theology of Charles Williams’s Arthurian Poetry, Andrew C. Stout
  • Conclusion—Once and Future: The Inklings, Arthur, and Prophetic Insight, Malcolm Guite.

Professoressa di inglese, scrittrice, editor e studiosa degli Inklings, Sørina Higgins attualmente è la direttrice del Dipartimento di Letteratura e Lingua della Signum University del Mythgard Institute.
Higgins gestisce inoltre un blog dedicato alle opere di Charles Williams, The Oddest Inkling. Nel 2014 ha curato un’edizione del dramma The Chapel of the Thorn (La Cappella della Spina) di Williams (Apocryphile Press).

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo I vincitori dei Tolkien Society Awards 2018
– Leggi l’articolo Annunciati i finalisti dei Mythopoeic Awards 2017
– Leggi l’articolo Annunciati i finalisti alla Mythopoeic Society 2016
– Leggi l’articolo Mythopoeic, i finalisti: c’è anche Umberto Eco
– Leggi l’articolo Premio a Verlyn Flieger: diario della Mythcon 44
– Leggi l’articolo I finalisti alla Mythopoeic Society
– Leggi l’articolo There Would Always Be a Fairy Tale, recensione
– Leggi l’articolo La nuova raccolta di saggi di Verlyn Flieger
– Leggi l’articolo Gli Inklings e re Artù: ecco il Call for papers

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Mythopoeic Society
– Vai al blog di Sørina Higgins
– Vai al sito della Signum University
– Vai al blog The Oddest Inkling

.


 

Conoscere Sayer, allievo di CS Lewis

George Sayer ed alcuni studentiGiovedì 8 marzo si terrà la George Sayer Fellowship Lecture C. S. Lewis and George Sayer: Reflections on their Friendship (C. S. Lewis e George Sayer: Riflessioni sulla loro Amicizia), tenuta dal professor Alister McGrath, professore di Scienza e Religione presso la facoltà di Teologia e Religione dell’università di Oxford.
La conferenza si terrà dalle ore 19.00 alle 20.00 presso l’edificio principale del Malvern College, prestigioso istituto della città di Malvern, nel Worcestershire (UK). L’entrata è gratuita, ma i posti sono limitati e si potrà accedere solo con il biglietto, prenotabile sul sito Ticket source.
La George Sayer Fellowship Lecture sarà inoltre preceduta da una serie di workshop dalle 15.10 alle 17.00.

George Sayer, C. S. Lewis e J. R. R. Tolkien

The George Sayer Fellowship Lecture - C. S. Lewis and George Sayer, Reflection fo their Friendship
George Sydney Benedict Sayer (1914-2005) fu scrittore, studioso, insegnante nonché preside di Inglese al Malvern College dal 1949 fino al suo ritiro nel 1974. Sayer è ricordato, oltre ai propri meriti accademici, come amico di C. S. Lewis, di cui fu prima di tutto allievo al Magdalen College di Oxford, dove seguì alcune lezioni anche di Tolkien. Lewis stesso era stato allievo del Malvern College dal 1911. Successivamente, Sayer divenne amico anche di J. R. R. Tolkien, approfondendone la conoscenza quando quest’ultimo visitò Malvern con C. S. Lewis ed il fratello, Warren Lewis, nell’agosto del 1947.
Lo studioso prese parte anche ad alcune riunioni degli Inklings e nel 1952, assieme alla prima moglie Moira, ebbe il privilegio di leggere Il Signore degli Anelli prima ancora che venisse dato alle stampe. Durante quell’anno, mentre i coniugi Sayer ospitavano Tolkien, George mostrò un registratore a nastro al Professore, che inizialmente guardò con sospetto l’apparecchio, tanto da dichiararsi pronto a recitare il Padre Nostro in lingua gotica per scacciare qualsivoglia diavolo vi fosse contenuto. Ma la reticenza iniziale venne presto superata e fu così che registrarono, lette direttamente dalla voce dell’autore, alcune poesie del Signore degli Anelli, parte della Cavalcata dei Rohirrim e la scena degli indovinelli de Lo Hobbit. Queste registrazioni vennero pubblicate nel 1975, inizialmente su audiocassetta, col titolo J. R. R. Tolkien Reads and Sings His The Hobbit and The Fellowship of the Ring.
Tolkien chiese perfino consiglio per i titoli dei volumi che compongono Il Signore degli Anelli a Sayer, e di scrivergli un soffietto editoriale per il romanzo.
Jack. A Life of C. S. Lewis - George SayerAlla morte di Lewis nel 1963, Sayer ne divenne l’ esecutore testamentario e in seguito trascorse molto del suo tempo rispondendo a lettere riguardati l’amico scomparso. Ne fu successivamente il biografo, pubblicando nel 1988 il volume Jack: A Life of C. S. Lewis (nel 1994 uscì una seconda edizione). Lo stesso professor Alister McGrath, che terrà la conferenza in suo onore, è autore di una biografia di Lewis, intitolata C. S. Lewis – A Life: Eccentric Genius, Reluctant Prophet (tradotta in italiano nel 2017 da Edoardo Rialti col titolo La vita di C. S. Lewis. Genio eccentrico, profeta riluttante, dalla BE Edizioni).
Nell’agosto del 1992, durante la J. R. R. Tolkien Centenary Conference tenutasi ad Oxford, Sayer ricordò il proprio rapporto con Tolkien nell’intervento Recollections of J. R. R. Tolkien, pubblicato successivamente in Proceedings of the J. R. R. Tolkien Centenary Conference 1992, edito da Patricia Reynolds e Glen H. GoodKnight (1995, Mythopoeic Press).

Dal Malvern College conferenze, ma anche saggi

Bradley WellsL’attuale preside di Inglese del Malvern College, il professor Bradley Wells, ha visto di recente la pubblicazione del proprio saggio Camelot Incarnate(Camelot incarnata) all’interno della raccolta The Inklings and King Arthur: J. R. R. Tolkien, Charles Williams, C. S. Lewis, and Owen Barfield on the Matter of Britain (Gli Inklings e Re Artù: Charles Williams, C. S. Lewis, e Owen Barfield sulla Materia di Bretagna).
Nel 2013 avevamo annunciato il Call for papers da cui è nato questo volume, curato da Sørina Higgins e dato alle stampe nel dicembre 2017 dalla casa editrice Apocryphile Press.
Il focus del volume, come è chiaro dal titolo, è la rielaborazione della materia arturiana da parte di J. R. R. Tolkien, C. S. Lewis, Charles Williams e Owen Barfield, e presenta i seguenti contenuti:

  • Introduction—Present and Past: The Inklings and King Arthur, Sørina Higgins
  • 1. The Matter of Logres: Arthuriana and the Inklings, Sørina Higgins
  • 2. Medieval Arthurian Sources for the Inklings: An Overview. Holly Ordway.
    3. Mixed Metaphors and Hyperlinked Worlds: A Study of Intertextuality in C. S. Lewis’s Ransom Cycle
    , Brenton D. G. Dickieson
  • 4. Houses of Healing: The Idea of Avalon in Inklings Fiction and Poetry, Charles A. Huttar
  • 5. Shape and Direction: Human Consciousness in the Inklings’ Mythological Geographies, Christopher Gaertner
  • 6. From Myth to History and Back Again: Inklings Arthuriana in Historical Context, Yannick Imbert
  • 7. “All Men Live by Tales”: Chesterton’s Arthurian Poems, J. Cameron Moore
  • 8. The Elegiac Fantasy of Past Christendom in J. R. R. Tolkien’s The Fall of Arthur, Cory Grewell
  • 9. Spiritual Quest in a Scientific Age, Jason Jewell e Chris Butynskyi
  • 10. The Stripped Banner: Reading The Fall of Arthur as a Post-World War I Text, Taylor Driggers
  • 11. “Lilacs Out of the Dead Land”: Narnia, The Waste Land, and the World Wars, Jon Hooper
  • 12. “What Does the Line along the Rivers Define?”: Charles Williams’s Arthuriad and the Rhetoric of Empire, Benjamin D. Utter
  • 13. “Fair as Fay-woman and Fell-minded”: Tolkien’s Guinever. Alyssa House-Thomas
    14. Beatrice and Byzantium: Sex and the City in the Arthurian Works of Charles Williams
    , Andrew Rasmussen
  • 15. Those Kings of Lewis’s Logres: Arthurian Figures as Lewisian Genders in That Hideous Strength, Benjamin Shogren
  • 16. “Servant of All”: Arthurian Peregrinations in George MacDonald Kirstin Jeffrey Johnson
  • 17. Camelot Incarnate: Arthurian Vision in the Early Plays of Charles Williams, Bradley Wells
  • 18. “Any Chalice of Consecrated Wine”: The Significance of the Holy Grail in Charles Williams’s War in Heaven, Suzanne Bray
  • 19. The Acts of Unity: The Eucharistic Theology of Charles Williams’s Arthurian Poetry, Andrew C. Stout
  • Conclusion—Once and Future: The Inklings, Arthur, and Prophetic Insight, Malcolm Guite.

Sorina HigginsSørina Higgins è professoressa di Inglese, scrittrice, editor e studiosa degli Inklings. Attualmente è la direttrice del Dipartimento di Letteratura e Lingua della Signum University del Mythgard Institute.
Higgins gestisce inoltre un blog dedicato alle opere di Charles Williams, The Oddest Inkling. Nel 2014 ha curato un’edizione del dramma The Chapel of the Thorn (La Cappella della Spina) di Williams (Apocryphile Press).
Come scrittrice, Sørina ha pubblicato le raccolte di poesie, Caduceus (WordTech Communications/David Robert Books, 2012) e The Significance of Swans (Finishing Line Press, 2008).

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Gli Inklings e re Artù: ecco il Call for papers
– Leggi l’articolo Saggi: «Ariosto e C.S. Lewis» di Edoardo Rialti
– Leggi l’articolo Gli Inklings tornano in libreria
– Leggi l’articolo Edito da Bompiani «La Caduta di Artù»
– Leggi l’articolo A Firenze Tolkien e le antiche cose celtiche

LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Malvern College
– Vai alla pagina di Alister McGrath
– Vai al sito Ticket source
– Vai al blog di Sørina Higgins
– Vai al sito del Mythgard Institute
– Vai al sito della Signum University
– Vai al blog The Oddest Inkling

.


 

Gli Inklings e re Artù: ecco il Call for papers

"Boy’s King Arthur" di N. C. WyethRiportiamo l’annuncio di un nuovo Call for papers dedicato a J.R.R. Tolkien, dal titolo The Inklings and King Arthur che sfocerà in un volume edito da Sørina Higgins. La recente pubblicazione di The Fall of Arthur, un poema incompiuto di Tolkien, ha confermato una linea nuova dell’opera dello scrittore inglese. Una chiave di lettura è stata trovata nelle note lasciate dallo stesso Tolkien su come voleva far continuare la storia frammentaria della “caduta di re Artù” (la questione è affrontata anche nell’articolo di fondo di Christopher Tolkien). Dopo che re Artù fu portato via per essere curato, Lancillotto volle seguirlo nel suo viaggio verso est, senza però farne ritorno. In altre parole, Lancillotto si comporterebbe come Earendel. Salpa per andare verso est, alla ricerca della terra di Valinor.

Call for papers

Sorina HigginsSecondo gli autori del Call for papers, opinione da cui la nostra Associazione prende le distanze, «se Tolkien avesse finito il poema, forse, avrebbe potuto «intrecciarlo» con le storie del Silmarillion, in modo tale che le storie sugli Elfi avrebbero disegnato un tutt’uno con le leggende di Artù, formando una base per una storia e un linguaggio inglese “reale, vero”. In più avrebbe potuto collaborare con C.S. Lewis, Charles Williams e Owen Barfield, creando così un mito onnicomprensivo più vasto e maestoso di quanto avrebbero potuto fare singolarmente». Sono tutte illazioni, basate su opinioni personali non supportate da lettere, manoscritti o testimonianze dirette, ma gli organizzatori ne sono convinti. «La pubblicazione di questo poema», continuano gli organizzatori, «invita, perciò, ad esaminare le implicazioni teologiche, letterarie, storiche e linguistiche che tutti gli attuali scritti di matrice arturiana hanno con i più importanti Inklings e sulla possibilità di un immaginaria e composita “epopea arturiana” degli Inklings. Questa raccolta paragonerà i lavori di stampo arturiano, specialmente le geografie mitologiche, di Tolkien, Lewis, Williams, Barfield, dei loro predecessori e dei loro contemporanei».

"King Arthur" di N. C. WyethGli argomenti potranno includere e, non limitarsi a:

– Una panoramica sulla letteratura arturiana del 1900
– Artù in Inghilterra durante le Guerre Mondiali
– La ricerca spirituale nell’età della Scienza
– Le geografie mitologiche
– Lancillotto come Earendel?: The Fall of Arthur e il Silmarillion
– Le isole dell’Est e la terra delle Faerie: la geografia de The Fall of Arthur
– Perelandra: Avalon in Paradiso?
– Quella detestabile forza: Merlino e il Pendragon

Charles Williams (nel 1939)– J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis «studiosi arturiani»
– Di Charles Williams: Artù “anatomico” o Artù “occulto”
– Tolkien, Lewis o Williams: interpreti politici
– George MacDonald e le Faerie
– G.K. Chesterton e l’Artù storico
– Rituali Romantici: James Frazer e Jessie Weston
– Artù per i ragazzi: H. Pyle e R. Lancelyn Green
– Owen Barfield e il Sacro Graal
– Le Terre Desolate di T.S. Eliot
– Meta-Malory: T.H. White

Come presentare i lavori

Sono accettati saggi ed abstract di qualsiasi provenienza geografica e rappresenteranno le discipline riferite a letteratura, teologia o storia. Gli estratti dai lavori dovranno essere compresi tra le 500 e le 1000 parole e dovranno includere:
– Nome e informazioni per essere contattati, incluso indirizzo e-mail ed eventuali affiliazioni istituzionali.
– Una breve introduzione al tema presentato, incluso lo scopo e i testi presi in considerazione
– La struttura teorica usata
– Le conclusioni principali
– Le implicazioni del lavoro per una visione d’insieme del volume
Charles Williams nel 1935In più, cortesemente, si richiede un curriculum vitae inclusa una lista delle precedenti pubblicazioni. Comunque, si sottolinea il fatto che, studiosi giovani ed emergenti e studenti prossimi alla laurea sono caldamente invitati a partecipare, anche una lista breve di pubblicazioni non deve dissuadere dalla partecipazione.
Si sottolinea che tutti i lavori presentati non dovranno essere stati pubblicati in precedenza. Gli autori interessati sono invitati a presentare un estratto del loro lavoro entro il 1 Febbraio 2014 alla curatrice della raccolta Sorina Higgins.
Gli autori selezionati saranno avvisati entro il 1 Aprile 2014 e saranno invitati a presentare il lavoro completo entro il 1 Novembre 2014. I saggi dovranno essere di una lunghezza compresa tra i 4000 ed i 10.000 caratteri conformi allo stile MLA. Tutti i lavori saranno sottoposti alla critica dell’editore della raccolta e ad un critico esterno prima della presentazione per la pubblicazione alla casa editrice. Per eventuali richieste inviare una mail qui.

(La traduzione del testo è opera di Erin, che ringraziamo per il lavoro)

GUARDA LA CONFERENZA DI SØRINA HIGGINS SUGLI INKLINGS:

– Vai al sito ufficiale del Call for papers

.


 

Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 5

Lieux-CerisyUltimo reportage del convegno francese! Meno male, perché i redattori sono provati dalla baraonda di nozioni, spunti, discussioni e resoconti, per non parlare degli ottimi contatti intessuti, con un piccolo particolare forse sfuggito a molti… tutto accade in francese!!!

Gli interventi
Essendo l’ultimo giorno, un bel tour de force per far spazio a tutti ci sta proprio bene. Si comincia prima stamattina e si finisce dopo. Non è malaccio, se si pensa che il gruppo dei bachelardiani di solito fa le undici di sera!
Roger BOZZETTO: Bilbo un hobbit original[Bilbo, un hobbit originale]. Professore emerito di Letteratura generale e comparata presso l’Università della Provenza, oltre che autore di decine di studi sul fantastico oltre che organizzatore di numerosi convegni qui a Cerisy, Bozzetto si è concentrato sulla figura di Bilbo. Il suo ruolo è stato spesso ridotto a quello di predecessore, nel “periodo di prova” che Tolkien avrebbe passato prima di cimentarsi con l’epica del Signore degli Anelli. Questa posizione nasce da una prospettiva sbagliata. Lo Hobbit, quando viene scritto, è il culmine di un processo che ha richiesto molto tempo prima di iniziare, e in generi in cui di solito non si trova Tolkien. Bozzetto ha esaminato questi territori inesplorati, ma molto istruttivi: le storie brevi, le poesie, racconti per ragazzi. E non ha dimenticato neppure il concetto teorico di mondo immaginario, con molte citazioni da “Sulle Fiabe”.

Dramma totale al secondo intervento. La tizia va come un treno! Diciamo solo che gli stessi francesi fanno fatica a seguirla e chiedono più volte di rallentare. Per noi è troppo… Ecco quel che abbiamo capito, tanto ci è piaciuto nemmeno un po’. Anne Isabelle FRANÇOIS: “A Club of the Other Sort”. Coteries, cercles, cliques et autres sociétés: théories et pratiques des groupes (masculins) chez C.S. Lewis [“Un Club di un altro tipo”. Combriccole, circoli altre associazioni: teorie e pratiche di gruppo (maschili) intorno a C. S. Lewis]. Praticamente la Francois, docente di letteratura comparata alla Université Sorbonne Nouvelle – Paris 3, ha esposto una tesi di genere. Il suo scopo era dimostrare quanto di analizzare le rappresentazioni, i modelli e i discorsi di socializzazione (solo maschile) nelle opere di C.S. Lewis, il più importante membro degli Inklings. Francois ha posto particolare attenzione al processo di mitizzazione del proprio lavoro da parte di Lewis, vale a dire la creazione di una sorta di lignaggio socio-culturale fantastico, incarnato soprattutto nella narrativa, ma anche negli scritti teorici e nelle relazioni con gli altri membri del gruppo. Lo studio è stato condotto con un approccio di genere, attraversando tematiche di classe e di razza. Questo tipo di socializzazione, secondo Francois, ha incluso il tema per eccellenza comune a tutti i membri del gruppo: la “inglesità” come ideale di educazione e cultura.

Colpo di scena, subito dopo pranzo: Adam Tolkien non parlerà! Lo
sostituisce la sua compagna, Nadia CRIDI, insegnante di inglese a Marsiglia, che ha svolto un dottorato sul Professore di Oxford. In L’Etrange histoire du peintre Niggle [Il curioso caso del pittore Niggle], Cridi ha colto l’occasione per dare una lettura in parallelo tra la vita di Tolkien, le sue preoccupazioni e le sue illustrazioni. Queste ultime hanno fatto da filo conduttore a riflessioni sull’allegoria, sulla paura di Tolkien di non riuscire a concludere Il Signore degli Anelli, sulla natura delle fiabe e il concetto di immaginario. Interessantissima, infine, la posizione politica maturata da Tolkien ed espressa nelle lettere: «Le mie opinioni politiche inclinano sempre più verso l’anarchia (intesa filosoficamente come abolizione di ogni controllo, non come uomini barbuti che lanciano bombe) – oppure verso una monarchia non costituzionale. Arresterei chiunque usi la parola Stato (intendendo qualsiasi cosa che non sia la terra inglese e i suoi abitanti, cioè qualcosa che non ha poteri né diritti né intelligenza). E giustizierei coloro che si ostinano!». La discussione che ne è nata ha esaurito tutto il tempo a disposizione!

Vincent FERRÉ: Traduire et éditer Tolkien [Tradurre e curare i testi di Tolkien]. Ferré è il vero motore di tutto il convegno. È stato lui ha chiamare e coinvolgere tutti. Dal 2001 a oggi, ha riunito prima intorno a sé un nutrito gruppetto di professori e studiosi, poi ha allevato studenti e dottorandi, ora collega questo mono accademico con quello dei fan e del web da un lato, e con editori e critici dall’altro. Praticamente, grazie a lui, tutti quelli che si occupano di Tolkien in Francia erano al convegno o ci dovevano venire (ci sono state un paio di defezioni). L’operazione è riuscita, con gli accademici che hanno apprezzato molto il rigore con cui alcuni appassionati (soprattutto i “wikipediani”) trattano la materia. Ancor di più, proprio questo intervento è stato l’occasione per annunciare la pubblicazione del Dictionnaire Tolkien, in uscita a ottobre, ma già in pre-ordine dall’editore. È il frutto del lavoro di due anni da parte del team qui riunito, naturalmente misto tra accademici e fan, con questi ultimi molto agguerriti e professionali nello scrivere i vari articoli che compongono le quasi mille pagine del dizionario. È un po’ la risposta francese alla Tolkien Encyclopedia di Michael Drout. Altra novità annunciata è la nuova traduzione dello Hobbit, che uscirà anch’essa a ottobre, e ha scatenato i mugugni per il cambio dei molti dei nomi conosciuti. Bilbo Baggins dovrebbe diventare da Bilbo Saccon a Bilbo Bessac…

In conclusione, l’esperienza è stata molto positiva e ci ha fatto scoprire un mondo pieno di bei tesori da leggere e studiare. Ora, non ci resta che prendere la via del ritorno, tanto, tra treni, coincidenze e pause forzate, sono solo 10 ore di viaggio!!!

VAI ALLA PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 1
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 2
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 3
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO
4

.


 

Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 4

Gli Inklings: C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien, Charles WilliamsOrmai non si riesce a non seguire il convegno anche su internet. Viste le numerose mail di ringraziamento di voi lettori, che ci chiedono sempre dettagli e aggiornamenti, eccovi la quarta giornata! Mentre le giornate tendono al brutto tempo, pur senza pioggia e la sera di tengono anche laboratori di danze tribali (ma sono i bacheleriani a organizzarle!), il giorno passa come un treno tra colazione-conferenza1-conferenza2-pranzo-conferenza3-conferenza4-cena senza soluzione di continuità. Per fortuna, i due poveri redattori (Barbara ed io) hanno almeno scoperto che in paese servono il caffè italiano…

Gli interventi

Isabelle PANTIN: Les Inklings et les “sciences occultes” – [Gli Inklings e le scienze occulte]. L’autrice è professore di letteratura francese del XVI secolo all’Ecole Normale Supérieure di Parigi e ricercatore associato all’Observatoire de Paris (CNRS, Syrte), nell’équipe di Storia e Astronomia. Precedentemente, ha insegnato all’università Paris III e professore alle università di Mans e di Paris 10 – Nanterre. Infine è direttrice della biblioteca di Jourdan (à l’ENS). Le sue competenze, articolate e orientate in diversi campi della conoscenza, le hanno consentito un approccio abbastanza inconsueto, ma molto fondato, con l’opera di Tolkien,
alimentato da una riflessione metodologica nei differenti ambiti della ricerca e della storia del Rinascimento. Il gruppo a volte ha ceduto allo spirito dei tempi, a volte ha reagito contro queste tendenze esoteriche. Naturalmente, nessuno di loro avevano una ambizione esoterica, ma la magia è più di un un’immagine che indica gli effetti del loro lavoro formale. Gli Inklings mostrarono un gusto per la magia (termine polisemico) senza divenire un gruppo esoterico. Non c’è alcuna dimostrazione di un carattere specifico della “magia” secondo gli Inklings. È stato ben evidenziato come influisse su di loro il contesto degli anni ’20 e ’30 (l’età d’oro dell’esoterismo), il periodo in cui gli Inklings divennero scrittori. È il momento delle società segrete (anche Wiston Churchill e il principe ereditario inglese ne fecero parte). Del resto, non c’era ancora una netta divisione tra scienze e para-scienze, Popper verrà solo più tardi. Pantin ha evidenziato quali elementi nella produzione degli Inklings appartengono alla tradizione esoterica. Soprattutto Williams e Barfield, ma anche Lewis e Tolkien mostrano un interesse. Barfield si unì intorno al 1924 alla Società antroposofica fondata da Rudolf Steiner, Williams aveva fatto parte della Golden Dawn. Ma dai loro scritti compare un’influenza in tutti loro. Un esempio eclatante è la moda dei continenti scomparsi (Atlantide e Mu). Tolkien fu il più scettico e distante da queste idee, ma il mito di Atlantide è presente anche nei suoi scritti. L’intervento è stato molto più approfondito con citazioni dai testi di tutti gli Inklings, molto fondato sui testi e ha destato molto interesse negli ascoltatori. Le domande finali sono state veramente tante.

Jean-Philippe QADRI: L’Epitre aux Ephésiens chez Lewis et Tolkien [L’epistola agli Efesini presso Lewis e Tolkien]. Qadri, professore di fisica che si occupa di elettromagnetismo,
insegna al Liceo Gustave Eiffel a Bordeaux. Ha effettuato un’esegesi puntuale e approfondita tra le opere di Tolkien e Lewis e l’Epistola agli Efesini, un testo assai breve tratto dal Nuovo Testamento.

Anca MUNTEAN: La cohabitation innovatrice des genres littéraires chez J.R.R . Tolkien – [La coabitazione innovatrice dei generi letterari in Tolkien]. Dottoressa presso l’università di Parigi 13, allieva di Ferré, di origine romene, Muntean ha mostrato un rigore teorico invidiabile, trattando un tema difficile. “Il Signore degli Anelli”, che non ha mai smesso di affascinare, è troppo facilmente accostato a quello che noi chiamiamo il genere della “letteratura fantasy”. Ma le cose sono molto più sfumate, perché il fascino del libro è dovuto proprio al miscuglio insolito di diversi generi letterari (fiaba, romanzo storico, epica, romanticismo, letteratura fantasy) che Tolkien utilizza e sviluppa in tutta la sua storia, rendendo flessibili le caratteristiche di un genere specifico a volte considerato (erroneamente) come “congelato” . L’opera di Tolkien ha reso evidente l’anelito nel nostro mondo verso l’immaginario. La sua influenza sulla letteratura fantastica, il successo di tale genere (agli occhi dei suoi lettori, piuttosto che nelle antologie letterarie) si spiega con l’influenza diretta di altri generi che contribuiscono a creare un’opera originale. Secondo Jean-Marie Schaeffer e contrariamente ad alcune concezioni diffuse, i generi si evolvono continuamente ridefinendosi costantemente. Più concretamente, la presenza di questi generi nel testo favorisce l’evoluzione interna di ogni genere che contribuisce alla costruzione del Signore degli Anelli. Infine, la moltitudine delle influenze dei diversi generi, mentre è una caratteristica dell’opera di Tolkien, ci pone di fronte a un romanzo inclassificabile, che naturalmente non appartiene a un genere particolare. Ciò porta a concludere che Tolkien ha creato un mondo davvero unico nel suo genere, una “singolarità estrema” che rappresenta “una provincia della letteratura” che celebra l’evoluzione dei generi letterari, inserendoli in un lavoro dinamico, che esclude l’assunto di un loro congelamento ne tempo.

Fanfan CHEN: La faërie et l’iconoclasme: l’imagination narrative chez Tolkien et Barfield – [Il racconto di fate e l’iconoclastia : immaginazione narrativa in Tolkien e Barfield]. Professoressa di letteratura europea (!) a Taipei, a Taiwan, specializzata in letteratura inglese, Chen si è occupata di letteratura fantastica e di letteratura dell’Ottocento. “Faery” è una parola che è quasi del tutto scomparsa verso la fine del Rinascimento, per essere poi ripresa nel XIX secolo. Essa designa allora un regno di magia in relazione a tutti gli elementi soprannaturali presenti nel romance cavalleresco. Il genere “fiaba”, secondo la definizione di Tolkien, dipende dalla natura della Faerie e l’origine delle fiabe risale all’origini delle lingue. Anche il mito è all’origine del linguaggio, ma Tolkien critica la lingua moderna europea è per lui è una malattia del mito. Barfield, un altro membro degli Inklings, esprime un parere quasi simile. Si presuppone che il linguaggio e la coscienza si evolvano, da una unità semantica di partecipazione originaria verso l’astrazione. Chen ha poi presentato il fenomeno dell’evoluzione come una sorta di idolatria della scrittura e offerto come dizione poetica raggiungere iconoclastia. Nel frattempo, Tolkien offre la fantasia e la narrativa fantastica/poetica come rimedio contro la malattia del linguaggio. Utilizzando la teoria narrativa di Ricoeur, Chen ha confrontato Tolkien e Barfield, iconoclastia e Faerie. Ragione e natura sono così state esaminate nei testi dei due autori: La Rosa sul cespuglio, La tromba d’argento, Foglia di Niggle, Fabbro di Wootton Major. Chen ha notato, infine, che il linguaggio ha perso la sua unità originaria e deve ritrovare la sua capacità di aprirsi a un nuovo mondo.

La tavola rotonda finale è praticamente
irriportabile, ma ci proviamo: Les Inklings et l’histoire de la Fantasy [Gli Inklings e la storia del Fantasy] moderato da Anne BESSON, con la presenza di Alain NÉVANT. Quest’ultimo è in Francia autore di moltissimi libri di genere fantasy, traduttore di alcuni scrittori inglesi famosi (uno per tutti David Gemmel), fondatore e membro della prima casa editrice indipendente nel mercato francese, Milady edizioni, specializzata nel genere fantasy. La discussione, molto intensa e molto lunga, ha trattato tutte le problematiche legate al mercato editoriale in Francia, con i grandi gruppi (Hachette, Gallimard…) che stanno schiacciando i piccoli, con la distribuzione monopolistica di Fnac (che ha il 50% del mercato), tanto che loro si sono affidati a un distributore di musica classica!!! Si è parlato della storia del genere fantasy dopo Tolkien, molto di Terry Brooks e delle sue porcate, di tutti gli scrittori che hanno copiato, di una serie di scrittori di alto livello, tra cui Ursula Le Guin, Michael Moorcock, Stephen King, Feist, Farmer, Goodking, ecc. Poi si è passati alla Francia e ad autori come Pierre Grimbert, Erik l’Homme, Michel Pagel, si è parlato molto di un certo Bodory che ha spopolato. Interessante è stato l’apporto dei giochi di ruolo alla fantasy, che è divenuto un laboratorio interessante per far crescere scrittori: un gruppo di tre di loro, insieme, hanno sfornato centinaia di volumi, regole, manuali di gdr negli anni ’80 e ’90 e, se avessero voluto, sarebbero divenuti degli scrittori grandissimi. Purtroppo, non ricordo i loro nomi! Si è anche parlato di crisi economica, di ebook e di come il mercato si stia evolvendo. Insomma, un bel po’ di roba!!!

– VAI ALLA PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
– VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 1
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 2
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 3
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 4

.


 

Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 3

Conferenza a Cerisy la salleDopo una pausa dedicata alla visita del suggestivo Mont Saint Michel,ex monastero benedettino circondato dal mare e collegato alla terraferma da uno stretto corridoio, coperto periodicamente dalla marea, sono ripresi gli interventi al convegno di Cerisy dal titolo Tolkien et les Inklings. Oggi, 29 luglio hanno parlato nell’ordine: Gilles Menegaldo, Daniel Tron, Sebastien Marlair; quindi c’è stata una lunga tavola rotonda condotta da Vincent Ferré, Audrey Morelle, Coralie Potot e Dominique Vigot. Procediamo con ordine.

Gli interventi

Il titolo dell’intervento di Gilles Menegaldo era Gilles MÉNÉGALDO: Adaptez Le Seigneur des Anneaux: mission impossible [Adattare Il Signore degli Anelli: missione impossibile]. Professore di letteratura americana, di cinema fantastico e poliziesco e dei rapporti fra letteratura e cinema all’Università di Poitiers, Menegaldo ha mostrato alcune sequenze dei noti film di Jackson. Attraverso l’analisi delle immagini, ha esaminato il lavoro di adattamento del regista che ha dovuto tenere conto della difficoltà di ridurre di un testo letterario così complesso, ormai divenuto “culto”; delle pretese dei numerosissimi lettori dello scrittore; delleesigentissime richieste del cinema holliwoodiano e dei suoi sistemi produttivi; e delle proprie esigenze di regista che non vuole rinunciare alla creatività personale e alla sua cifra espressiva. Menegaldo ha mostrato come Jakson abbia utilizzato tutti i mezzi propri del cinema (compresa la bellezza del paesaggio neozelandese e l’uso sapiente degli effetti speciali) per ottenere un prodotto che, a suo avviso, è riuscito ad equilibrare i temi più profondi presenti nel romanzo con la necessità di spettacolarizzazione. Il suo intervento ha suscitato un ampio dibattito nel quale sono stati toccati alcuni importanti temi, tra i quali: quanto l’immaginario abbia bisogno dell’immagine per completarsi.

Nel secondo intervento della mattina, Daniel TRON presentava un titolo accattivante: Tolkien… du Dickens avec des pieds poilus? – [Tolkien… un Dickens con i piedi pelosi?]. Tron ha messo in evidenza che, dicendo che l’opera di Tolkien è un monumento della letteratura inglese, in realtà non si dice abbastanza e il concetto merita un approfondimento. Approfondimento che egli ha compiuto con una serie di interessanti citazioni tratte dalla letteratura britannica, in particolare da Great Expectations de Charles Dickens, pubblicato nel 1860-1861. Egli considera gli elementi narrativi, tematici e stilistici in esso presenti come l’ipotesto del Signore degli Anelli. L’intervento è stato molto apprezzato, grazie anche alle doti di recitazione del suo autore, e ha suscitato una serie di riflessioni nelle quali Tolkien è stato messo in relazione con romanzi di Walter Scott.

Nel pomeriggio Sébastien MARLAIR ha parlato di: L’art romanesque de J.R.R. Tolkien – [L’arte del romanzo in J. R. R. Tolkien]. Tolkien presenta Il Signore degli Anelli con le parole: «Questo racconto è cresciuto nella narrazione”. Questa affermazione, che potrebbe estendersi al resto dell’opera, ha qui un valore particolare, nella misura in cui questo racconto è orientato verso la forma propria del romanzo. Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli permettono, con la pubblicazione del primo nel 1937, la creazione e lo sviluppo della Terza Era della Terra-di-mezzo che si costituisce così in forma di romanzo. Il romanzo apporta al “racconto di fate” una mediazione vista attraverso la percezione da parte degli hobbit, ma anche di altre creature. Il romanzo rende
così più “consistente” e più immediata l’esperienza del “racconto di fate” che, a sua volta, dà alle fonti del romanzo moderno la profondità e i contrasti di un passato inaccessibile distante dall’esperienza del realismo quotidiano.

A chiudere il pomeriggio un’articolata tavola rotonda sul tema: Promouvoir Tolkien sur internet, [Promuovere Tolkien su internet] moderato da Vincent FERRÉ, con Andrey MORELLE, Coralie POTOT e Dominique VIGOT. Il tema è ovviamente molto attuale e tre giovani hanno presentato i siti ai quali lavorano e si dedicano con passione, mostrando i risultati del loro impegno sotto forma di dati; presenze, visite giornaliere, link ecc… In Francia, non esiste una Società Tolkieniana ufficiale, ma alcune associazioni si dedicano a Tolkien, o alla letteratura fantastica in generale. Ecco i dati delle tre organizzazioni maggiori:

– Wikipedia Francia, sul portale Tolkien e la Terra-di-mezzo: 500 visite uniche al giorno sulla pagina dedicata a Tolkien (15mila al mese), 1500 visite al giorno a quella del Signore degli Anelli (45mila al mese) per un totale complessivo di 130mila visite mensili a tutti i 55 articoli che formano la Wikipedia francese tolkieniana.

– Il portale Elbakin: portale dedicato a Tolkien e al fantastico in generale. Pubblica giornalmente notizie del film dello Hobbit, ma anche su libri, pubblicazioni, saggi critici, fumetti, interviste e registrazioni radiofoniche. Vista il taglio generalista del sito, visti i continui aggiornamenti, i numeri sono notevoli: 2500 visite uniche al giorno, per un totale di ben 85mila lettori mensili! L’utenza francofona fa sì che i lettori provengano da Francia, Svizzera e Belgio, ma anche da Canada, Usa e Inghilterra. Anche l’Italia porta i suoi contatti…

– L’Associazione Tolkiendil: è un po’ l’ArsT francese (con lo stesso numero di membri!) e si dedica da anni a tradurre saggi soprattutto dall’inglese. Ci sono 150 visite uniche al giorno, per un totale complessivo di 4500 visite mensili. Le pagine più lette sono in genere quelle dedicate alle lingue e al glossario dell’enciclopedia della Terra-di-mezzo.

– VAI ALLA PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
– VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 1
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 2
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 3
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 4


 

Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 2

Cerisy: Anne Besson e Vincent FerrèGiorno 2
Mattina coperta, con nuvole, ma niente pioggia. Temperatura calda, ma migliore di quella italiana. Il mare è solo a venti chilometri e questo aiuta, perché il vento c’è sempre. Un programma molto fitto oggi ha permesso di avere ben cinque interventi, con i momenti di dibattito che durano quasi quanto i rispettivi interventi!

1) Irène FERNANDEZ: Une lecture sceptique de Narnia – [Una lettura scettica di Narnia].
Fernandez è un po’ la decana degli studi di letteratura fantastica in Francia. Diplomata alla “Scuola Normale Superiore” di Parigi, docente associata di filosofia, esperta soprattutto di C.S. Lewis (sono suoi i maggiori studi critici in lingua francese), è autrice di articoli di teologia e bioetica. In Italia è stato pubblicato il suo “La spiritualità del Signore degli Anelli” (Et si on parlait… du Seigneur des Anneaux – Ellenici 2003, pp. 96, 8 euro). L’intervento è stato purtroppo noioso, un po’ per lo stile, un po’ per l’argomento, un po’ per l’esposizione poco lineare. In estrema sintesi, Fernandez ha cercato di convincere il pubblico in sala che il mondo descritto nelle Cronache di Narnia è “l’espressione letteraria del desiderio di Lewis di un posto perfetto”. Citando Lévi-Strauss e il saggio “Sulle Fiabe” di Tolkien, ha spiegato come il desiderio di comprendere la natura, che può funzionare solo nei mondi pre-industriali (la maggioranza di quelli della letteratura fantastica) è un anelito dell’umanità. Lewis amava Spenser. Narnia non è solo l’attuazione di un topos letterario: è una esperienza sensoriale , una “sospensione involontaria dell’incredulità”, come scriveva Tolkien. Narnia è “il sogno universale di giardino felice”, per citare Lewis, un mondo Altro che non non è religioso, ma di fantasia. Per questo una lettura scettica del ciclo è l’unico modo per apprezzare l’opera come una poema, come letteratura, che le conferisce la sua forza teologica.

2) Marguerite MOUTON: J.R.R. Tolkien et la création d’une “Langue Commune” [Tolkien e la creazione di una « Lingua Comune »]. Mouton è dottoranda all’Università di Parigi XIII, sotto la supervisione di Vincent Ferrè. Il suo intervento è stato caratterizzato dal rigore teorico, quasi “desaussuriano” (cioè della fedeltà all’inventore della linguistica De Saussure) dell’approccio linguistico alla “Lingua Comune” nelle opere di Tolkien. Le lingue partecipano pienamente alla creazione de mondo immaginario di Tolkien. Anzi, ne sono l’origine, come spiega bene lo stesso autore in più occasioni nelle lettere. Ma il dibattito critico su di lui è dominato da una mitizzazione della scrittura dell’autore. Non ci sono studi sul funzionamento lessicale dell’inglese usato nel Signore degli Anelli. Una critica comune è che il suo lavoro sarebbe anacronistico o acronico. Non è così: la percentuale di brani di linguaggi inventati in SdA è in realtà molto bassa. Gli Hobbit non hanno una lingua e questo giustifica il fatto di scrivere SdA in inglese. Lo studio è basato sul lessico della lingua usata da Tolkien, che rende un specifica un’opera letteraria. Ad esempio, il termine “song” (“canzone”) in SdA ha molti usi a seconda dei diversi contesti. “Song” a volte è applicato a una poesia recitata nella tradizione medievale, altre semplicemente per una musica… Queste parole polisemiche con differenti connotazioni culturali sono problematiche nella traduzione.
L’immagine dell’Uomo sulla luna nelle avventure di Tom Bombadil è ispirata a una tradizione medievale. Ma il termine “song” per la canzone dell’Uomo sulla luna fatta al Puledro Impennato
non è tradizionale. Nel mondo immaginario, come parte della storia c’è l’autore della canzone, Bilbo, e anche la dimenticanza di alcune parole. Viene citata M.A. Paveau e la teoria del discorso aperto: l’accumulo dei diversi contesti in cui appare il termine “song”. Il discorso è stato ancora più lungo, interessante e approfondito, con tanto di schema linguistico finale, che ha messo in evidenza un paradosso: la continua revisione e riscrittura del romanzo da parte dell’autore, ha pregiudicato la realizzazione di una “lingua comune” dello scrittore. Unica nota dolente dell’intervento: non è stato esaminato l’apporto su Tolkien delle teorie linguistiche di Owen Barfield.

3) Nicole GUÉDENEY: Le Seigneur des Anneaux ou comment survivre au désespoir et à la peur: une lecture par la théorie de l’attachement [Il Signore degli Anelli, o come sopravvivere alla disperazione e alla paura : una lettura attraverso la teoria dell’attaccamento]. Nicole Guedeney è una neuropsichiatra infantile, lavora in un ospedale ed è dottoressa in scienze presso l’Institut Mutualiste Montsouris di Parigi, Francia. È autrice di numerosi libri e articoli di psicologia. Esperta soprattutto di teoria dell’attaccamento, sviluppata dallo psichiatra inglese John Bowlby, che in questo caso ha voluto applicare al Signore degli Anelli. Stati d’animo come paura e disperazione si verificano quando qualcuno si trova ad affrontare situazioni d’isolamento e pericolo. Tutti i personaggi in SdA provano la paura, e ci sono diverse situazioni: isolamento, minaccia di separazione, luoghi sconosciuti… sono tutte emozioni associate a un malessere, la vulnerabilità è provata anche dal più forte. Contenere la paura è un compito centrale del bambino umano, che ha bisogno di adulti che lo aiutino. È una regolazione dei rapporti interpersonali. Quali personaggi agiscono come figure paterne di attaccamento in SdA? Gandalf, Galadriel, Aragorn, Faramir… La loro semplice menzione può rivelare questo ruolo, come accade quando Merry catturato dagli Orchi invoca il nome di Strider. Non ci sono solo relazioni adulto/bambino, ma anche relazioni paritetiche, a coppie: Merry/Pipino, Frodo/Sam, Gimli/Legolas… tutti gli eroi nell’opera si trovano in difficoltà in alcuni momenti e chiedono l’aiuto di chi è più forte o più saggio che rispetto. E chiedono aiuto in modo esplicito. Nel suo incontro con Saruman Gandalf pensa anche a Frodo e Sam; nella tana di Shelob Sam si prende letteralmente cura di Frodo, fisicamente. È un sistema tipico del dare assistenza da parte del “soccorritore”: nel libro, i personaggi che offrono assistenza sono molto attenti a coloro che proteggono, soprattutto se c’è un legame di parentela o amicizia. Il discorso è stato ancor più lungo e ha toccato molti altri punti. Il dibattito finale è stato serrato e una quasi spontanea “standing ovation” ha concluso l’incontro.

4) Chloé DOTTOR: L’intertexte médiéval de Tolkien, autour de la sagesse et de la folie [L’intertesto medievale di Tolkien, autore di saggezza e di follia]. Dottor è dottoranda all’Università di Parigi XIII, sotto la supervisione di Vincent Ferrè. Nel Medioevo, la pazzia non si oppone alla ragione, ma per saggezza. Nelle opere di Chétien de Troyes, nella leggenda di Tristano e Isotta, gli archetipi della follia e della saggezza sono speculari, ma si completano a vicenda. Nell’intervento sono stati presentati diversi episodi in cui follia e saggezza tipica dei testi medievali sono presenti nelle opere di Tolkien, in particolare del Signore degli Anelli. La follia è differenziata per gradi, da una semplice incoerenza, ad eccesso, fino al caso della demenza.

5) Michaël DEVAUX: Lire Le Seigneur des Anneaux avec C.S. Lewis [Leggere il Signore degli Anelli con C.S. Lewis]. Michaël Devaux insegna filosofia dell’educazione presso la IUFM di Alençon e insegna le opere di Tolkien collegio des Bernardins a Parigi. Presiede l’associazione  “La Compagnia
della Contea” e dirige la rivista amatoriale “La Feuille de la Compagnie”. Ha curato due volumi: “Tolkien, les racines du légendaire” (2003) e co-editato “Tolkien aujourd’hui” (2011). Vecchio marpione, ha cambiato il tema della conferenza all’ultimo momento (doveva tenere “Tolkien et la philosophie”), riciclando un intervento che ho già letto da qualche parte… Comunque, dopo la pubblicazione del Signore degli Anelli nel 1954, Lewis scrisse che il libro era già paragonabile ad Ariosto. Deveaux ha proposto di studiare le possibili letture del libro in base ai criteri definiti in “Una esperienza nella critica letteraria” (1961). In che modo Il Signore degli Anelli è buona letteratura per Lewis? Deveaux ha ripreso uno per uno gli elementi cruciali della sua teoria della critica per considerare i diversi tipi di lettura che si possono fare del volume,  evidenziando anche tutti i livelli in cui ci si può identificare.

Dopo oggi, due giorni di pausa: domani si va a Mont Saint Michel e domenica al museo di Bayeux per vedere il famoso arazzo!

– VAI ALLA PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
– VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 1
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 2
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 3
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 4


 

Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 1

Il castello di Cerisy la Salle (Bassa Normandia - Francia)Avevamo già annunciato il Convegno di Cerisy-sur-Salle, in Normandia, organizzato con la collaborazione dell’Université Paris 13-Paris Nord).

Un’intera settimana dedicata alle opere di J.R.R. Tolkien (1892-1973) e agli altri membri degli Inklings (tra i quali C.S. Lewis, Charles Williams, Owen Barfield). Ora siamo in Francia per partecipare all’evento e iniziamo un diario giornaliero per trasmettere l’atmosfera e permettere ai lettori di sapere di quali temi si parla. Il convegno si sta svolgendo nel centro culturale di Cerisy-la-Salle, nel bellissimo castello omonimo. La primissima impressione è che la Francia voglia fare sul serio! Il suo biglietto da visita è invidiabile: 7 giorni di convegno, 26 interventi, quasi tutti tenuti da professori universitari!!!

Il convegno è organizzato da Roger Bozzetto e Vincent Ferré: il primo è professore emerito di Letteratura generale e comparata presso l’Università della Provenza, oltre che autore di molti studi sul fantastico; il secondo è ordinario di Letterature comparate all’università Paris13, medievista e studioso del romanzo del XX secolo, è la personalità di maggior rilievo riguardo a Tolkien in Francia, ha pubblicato due saggi, numerosi articoli e ha organizzato diversi seminari ed esposizioni di illustrazioni a tema. E’ inoltre il traduttore ufficiale di Tolkien in francese per l’editore Christian Bourgois e il fondatore dell’associazione Modernités médiévales.

Giorno 1

L’inaugurazione del convegno ha visto Bozzetto, ma soprattutto Ferrè, hanno spiegato come si svolgono le giornate: due interventi al mattino, due la sera. Le Regole del castello sono feree! Una campana annuncia l’ora dei pasti, la castellana ha obbligato tutti alla visita del maniero, che essendo del Seicento, ha ben poco da raccontare: roccaforte protestante poi convertita a
forza, è passata tra le mani di tre famiglie nobili, che nel frattempo sono divenute marchesi, molti fallimenti, una fuga in Canada e la salvezza economica grazie alla creazione di un’associazione culturale (dietro cui ci dovrebbe però essere lo Stato), che organizza convegni da mezzo secolo. Moltissimi intellettuali son passati di qui (tra gli altri: Bachelard, Curtius, Gide, Groethuysen, Koyré, Malraux, Martin du Gard, Oppenheimer, Sartre, Valéry, Wells). C’è anche un altro convegno insieme al nostro, dedicato a Bachelard, filosofo della scienza, con presenza di persona che lo hanno conosciuto. Tutti insieme, si cena alle 19.30, prestissimo per chi vive a Roma!

Interventi

L’ambiente è molto cordiale, il cibo è buono e si beve cidro. Ma il piatto forte sono le conferenze. Ecco quelle di oggi:

1) Leo CARRUTHERS: Dans quel Age du monde sommes-nous? Le Quatrième Age de la Terre du milieu… et la suite – [In che Era del mondo siamo ? La quarta era della Terra di Mezzo… e oltre]. Professore di Letteratura Inglese alla Sorbona di Parigi, si è occupato soprattutto di Beowulf, di cui ha curato l’edizione. Intervento molto interessante sulle diverse Ere della Terra-di-mezzo, molto documentato, con citazioni dalle lettere e dalle opere di Tolkien, con spunti da Owen Barfield e molte citazioni da Verlyn Flieger. Ha basato l’intervento anche su un articolo di Tony Steele su Mallorn, che lui stesso ha criticato, ma che è poi stato l’oggetto di molte critiche dall’attento e preparato pubblico. Nel complesso, proprio un bell’intervento!

2) Thomas HONEGGER: Arthur – Aragorn – Ransom: Concepts of Kingship in the Works of Three Inklings [Artù – Aragorn – Ransom: i concetti di regalità nelle opere di tre Inklings]. Honegger è docente di Studi Medievali presso la Friedrich-Schiller-Universität di Jena, in Germania. Redattore della Casa Editrice svizzera specializzata in studi tolkieniani Walking Tree Publishers, ha curato numerosi volumi su Tolkien, le lingue e le letterature medievali, e scritto articoli su Chaucer, Shakespeare e i romanzi cavallereschi del Medioevo. L’intervento è stato qui un poco divulgativo, un confronto tra i tre autori del titolo e la loro concezione della regalità, con
molte citazioni dalle diverse opere, una magnifica mappa dell’Europa in veste metaforica al femminile e richiami a Frazer e Kantorowicz. In estrema sintesi, in C.S.Lewis il re è un semplice “bellator”, difensore dei suoi sudditi, il tipico re delle fiabe; in Charles Williams il re è solo un guerriero secolare che mira a restaurare l’unità dell’Impero, come preludio per il secondo avvento di Cristo; in Tolkien la regalità riassume e amplia i due concetti, trova la sua migliore descrizione nelle frasi di Faramir nel momento dell’incoronazione di Aragorn (Lotr III.5, p. 967) ed è erede di una tradizione storica che dal Medioevo giuntge fino ai giorni nostri. Nel dibattito finale, ha tenuto banco molto la questione della regalità femminile, al centro di molte domande, e ha suscitato curiosità lo schema della linea genealogica di Aragorn, con riportate tutte le percentuali di sangue umano, elfico e Maiar!!!

3) Anne BESSON: La Terre du Milieu, monde-modèle – [La Terra di Mezzo, mondo-modello]. Besson è docente di LGC all’Università di Artois, cofondatrice di «Modernités Médiévales», membro del CERLI, Centre d’Etudes et de recherches sur les Littératures de l’Imaginaire. Il suo intervento è stato molto divulgativo, con interessantissimi spunti sulle diverse teorie dell’immaginario che in questi ultimi decenni si sono diffuse in campo umanistico. La Terra-di-mezzo, a differenza di altri mondi immaginari (quelli di Beatrix Potter, C.S.Lewis, Rowling), presenta una coerenza e un dettaglio inarrivabili. La pulsione enciclopedica di Tolkien lo spingeva a curare molti dettagli e una visione interiore unificatrice lo portava a ricondurre tutto al suo mondo secondario. Il desiderio di vedere realizzato il suo “Silmarillion ideale” è una presenza fissa nelle lettere. Ma la Terra-di-mezzo ha poi preso vita come atto d’amore dei lettori producendo Gdr, film, figurine e vestiti. È stato come gettare un sasso in uno stagno: le onde si sono propagate in tutte le direzioni. Non si tratta di una “appropriazione illegittima”. Anzi, alcune delle moderne teorie sull’immaginario rendono solide Le basi di queste scelte. “Se il mondo è finzione, allora la finzione può essere realtà”… Dialettico il dibattito finale con tematiche che spaziano dal saggio Sulle Fiabe al binomio storia-mondo, fino allo scottante tema della banalità della narrativa di Tolkien, opinione superficiale molto contestata.

4) Charles DELATTRE: Tolkien et le comparatisme mythologique – [Tolkien e la mitologia comparata]. Direttore del dipartimento di Greco e docente di Greco Antico presso l’Université Paris-Ouest Nanterre La Défense, è autore di moltissime pubblicazioni, tra cui una dedicata a Tolkien: Le cycle de l’anneau, de Minos à Tolkien. È stato la rivelazione della giornata, col suo studio serrato (ben trenta citazioni da diversi autori, fortuna che c’era la dispensa!) di cosa sia una mitologia, quali scuole di pensiero hanno dibattuto il tema, analisi di come le varie versioni di alcune scene del Signore degli Anelli presentino importanti indizi di come lavorava Tolkien, come le modifiche siano state tutte motivate dalla ricerca di una coerenza interna di tutto l’universo tolkieniano, di come siano stati importanti concetti come spazialità e verticalità nell’opera, e infine di come non tutto sia spiegabile, anzi qualcosa è volutamente incompleto. E due importanti note finali: quella di Tolkien non può chiamarsi una mitologia (!) e che molto spesso le interpretazioni dei critici aggiungono molto a testi cui Tolkien non aveva voluto dare significati particolari. È seguito dibattito serrato, ma interessante e solo l’intervento della campana che annunciava la cena ha potuto fermare le domande dal pubblico!!!

VAI ALLA PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 1
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 2
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 3
VAI AL REPORTAGE DEL GIORNO 4