Con l’autunno torna il Festival del Medioevo di Gubbio, giunto alla sua quarta edizione! Il tema di quest’anno è Barbari. La scoperta degli altri ed il festival si terrà dal 26 al 30 settembre: un lungo elenco di storici, saggisti, filosofi, scrittori, registi e giornalisti si riuniranno per cinque giorni, durante i quali si esploreranno dieci secoli di Storia.
Patrocinato dall’Istituto Storico Italiano per il Medioevo e dalla Società degli Archeologi Medievisti Italiani, il Festival del Medioevo proporrà mostre, mercati, esibizioni, spettacoli, ma soprattutto conferenze che approfondiranno varie tematiche, tra le quali spicca anche quest’anno un’intera sessione dedicata a Tolkien la mattina di sabato 29 settembre, che si terrà nel refettorio del Monastero di San Francesco (piazza Quaranta Martiri).
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Il 30 novembre a Modena “Tolkien e la Finlandia”
L’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena e l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani promuoveranno, all’interno delle spazio condiviso dei TolkienLab, un incontro il 30 novembre su J.R.R. Tolkien e (seguite gli aggiornamenti sull’evento facebook “Tolkien e la Finlandia: I Canti dalla Terra degli Eroi”).
La relatrice della serata sarà Valérie Morisi, socia AIST che nel 2015 aveva già presentato il TolkienLab dedicato a Lo Hobbit e Il Milione di Marco Polo.
L’appuntamento si terrà alle ore 20,45 nella sede dell’istituto tomistico, in Strada San Cataldo 97 a Modena. L’ingresso è gratuito.
Roma, c’è anche Tolkien al Circolo Scandinavo
I fiordi, i mari in tempesta e le aspre scogliere, ma anche le avventure fiabesche di creature magiche e le saghe dei popoli antichi che piacevano tanto a J.R.R. Tolkien e che tornano anche nelle sue opere, ispirano oggi anche il rock progressive scandinavo. Il 14 ottobre dalle 15 alle 18,30 sulla meravigliosa terrazza del Circolo Scandinavo di Roma, in via della Lungara 231, verrà presentata la stagione di concerti e manifestazioni culturali del Live eXperiment, l’associazione che da anni organizza concerti con band nordiche. E un piccolo spazio sarà dedicato anche all’autore del Signore deli Anelli e all’AIST.
Esce in Italia La Storia di Kullervo
Il 17 marzo approda in tutte le librerie La storia di Kullervo nell’edizione italiana edita da Bompiani (pagg. 248, euro 19, a cura di Verlyn Flieger, trad. Luca Manini), scritto tra il 1912 e il 1914 da J.R.R. Tolkien quando era ancora giovanissimo e frequentava l’università. Il nuovo testo non è per nulla inedito (come scri ono molti siti web e quotidiani nazionali), della sua esistenza si sapeva benissimo da più di 30 anni (è citato nelle Lettere e nella Biografia di Humphrey Carpenter) ed era addirittura stato pubblicato nel 2010 nella rivista Tolkien Studies.
Si torna qui ai tempi in cui la Terra di Mezzo nemmeno esisteva e lo stesso Tolkien era uno studente all’Exeter college di Oxford. Il futuro scrittore fu, infatti, influenzato in giovane età dall’esempio di Elias Lönnrot, lo studioso e ricercatore del Kalevala finlandese, di cui dissero che fu «un uomo solo, che procedendo a tutta velocità, ha creato per noi un’eredità culturale» (Green Suns and Faërie: Essays on J.R.R. Tolkien, p. 181). Certamente la differenza è stata che Tolkien scrisse l’intero corpo di lavoro raccogliendolo lentamente e non procedendo a tutta velocità. Proprio per capire meglio i contenuti del nuovo volume, in occasione dell’uscita in lingua inglese nell’agosto scorso abbiamo intervistato la curatrice dell’edizione, Verlyn Flieger. Potete trovare le due parti dell’intervista: qui la prima parte e qui la seconda parte.
“Soli verdi” di Verlyn Flieger: ecco la recensione
Molti lettori ci hanno scritto chiedendoci informazioni più dettagliate sugli scritti di Verlyn Flieger. Ecco la recensione al suo ultimo libro, l’antologia che raccoglie i saggi degli ultimi 30 anni. Scritta da Douglas C. Kane, è apparsa su Mythprint n.49, nel luglio 2012, la rivista della Mythopoeic Society. La Traduzione è curata da Erin, che ringraziamo cordialmente. Buona lettura:
La pubblicazione dell’ultimo libro di Verlyn Flieger “Green Suns and Faërie: Essays on J.R.R. Tolkien” è un importante pietra miliare nel settore degli studi su Tolkien. Ho esitato a chiamarlo il libro più importante della Flieger, dopo tutto, ognuno dei suoi precedenti 3 libri sullo stesso argomento sono una lettura essenziale per chiunque sia interessato ad aumentare la comprensione del lavoro di Tolkien, ed il suo primo libro, Splintered Light (Schegge di luce), ha letteralmente rivoluzionato il settore. Tuttavia, Green Suns è certamente il lavoro più personale della Flieger, in quanto documenta lo sviluppo della sua lunga riflessione sul corpus di Tolkien, riflessione avvenuta nel corso di più di 30 anni. Questo lo rende, di per sé, un lavoro importante. Ciononostante, la maggior parte dei saggi contenuti in questo libro, sono stati pubblicati precedentemente ed in circostanze diverse. La domanda che mi è sorta quando, per la prima volta, ho sentito parlare di questo libro in attesa di pubblicazione era se il risultato sarebbe stato una serie di pezzi sconnessi o se, riportarli insieme, avrebbe creato un tutt’uno coerente. Sono lieto di comunicare che, in tal senso, il libro ha superato tutte le mie aspettative. Praticamente tutti i saggi (molti dei quali da me letti in precedenza) prendono un nuovo significato quando vengono considerati insieme ai loro vicini e nel contesto del tema principale del libro; come i singoli fiori che, già graziosi presi singolarmente, assumono nuovi e più profondi aspetti quando diventano parte di un giardino ben curato ed elegantemente coreografico.
Il tema prevalente è basato sui due termini che formano il titolo del libro – “Green Suns” e “Faerie” – entrambi sono stati presi dal saggio di Tolkien Sulle Fiabe (On Fairy-stories). Molti autori hanno descritto con successo il loro lavoro, come fatto anche da Tolkien in questo saggio (intende nel saggio On Fairy-Stories, N.d.T.) , e nessuno ha fatto un lavoro migliore della Flieger nell’interpretare ed espandere quella autoriflessione. Ciascuno dei saggi, in questo libro,
contribuisce in diversi modi alla comprensione del successo unico di Tolkien nel creare un mondo secondario fattibile e convincente che continua ad avere rilevanza nel mondo reale del ventunesimo secolo.

