A Trento scendono in campo i traduttori

TradurreI primi due giorni della settimana prossima si terrà «Fallire sempre meglio: tradurre Tolkien, Tolkien traduttore», convegno accademico all’università di Trento dedicato a Tolkien e la traduzione, un’occasione perfetta per un confronto di alto livello sulle questioni che hanno tanto appassionato i lettori dello scrittore inglese in questi ultimi due anni. Il 30 novembre e il 1° dicembre si avrà così l’occasione di ascoltare una dozzina di relazioni dedicate alla traduzione. È un’impresa destinata a essere sempre frustrata, sempre rimessa in discussione, suscettibile di mille alternative. Ma proprio per questo estremamente affascinante e soprattutto utile per tornare all’originale con occhi nuovi e riscoprirlo. Chiuderà il convegno, a mo’ di cigliegina sulla torta, la presentazione de I Quaderni di Arda, la rivista dedicata allo studio dell’opera di Tolkien e delle sue molteplici connessioni in campo letterario, artistico e filosofico, promossa dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Ed è in pratica gran parte del comitato scientifico della rivista a mettersi al servizio del tema trattato in questo convegno.
Cover Quaderni di ArdaContribuiranno a dare una prospettiva completa, infatti,  gli interventi di Roberta Capelli, Alessandro Fambrini, Fulvio Ferrari, Marco Picone, Maria Elena Ruggerini, mentre Roberto Arduini, Andrea Binelli e Claudio Antonio Testi saranno moderatori delle diverse sessioni e, infine, Stefano Giorgianni e Federico Guglielmi presenteranno il nuovo numero della rivista. Da parte loro, Alberto Crespi, Roberta Tosi e Marco Picone, daranno sostanza a quei mondi fantastici presenti nel sottotitolo della rivista che partono dalla narrativa tolkieniana e segnano i diversi processi di transmedialità e risignificazione del legendarium tolkieniano nella cultura popolare contemporanea. Ma il piatto forte è costituito dai quattro traduttori.

Quattro pezzi da novanta

Ottavio FaticaIn un convegno dedicato alla traduzione di un’opera letteraria, non possono essere che dei traduttori letterari ad avere il ruolo centrale e soprattutto a poter approfondire la tematica. Per capire il “peso” dei relatori che interverranno è bene ricordare il loro lavoro, nonché i risultati ottenuti in una vita professionale di traduzioni e premi. Di Ottavio Fatica si è già scritto in più occasioni (qui e qui), ricordando come sia uno dei più stimati traduttori italiani, consulente editoriale per Adelphi, docente per la Scuola europea di traduzione letteraria e anche poeta con due antologie pubblicate con Einaudi. Fra le sue traduzioni più importanti, spiccano Herman Melville, lord Byron, Henry James, Elizabeth Bishop, Robert Lowell, W.B. Yeats, Rudyard Kipling, Jack London, Robert Louis Stevenson e Joseph Conrad, Francis Scott Fitzgerald, William Faulkner, James Joyce, Foster Wallace, Lafcadio Hearn, Léon Bloy e molti altri scrittori inglesi e statunitensi, tra cui è il caso di aggiungere anche quel Wystan Hugh Auden, che conosceva personalmente Tolkien per cui nutriva grande ammirazione al punto di farsene entusiasta sponsor nei confronti di lettori ed editori. Fatica ha vinto il Premio letterario internazionale Mondello per la traduzione di Limericks di Edward Lear, nel 2007 il Premio Monselice per la traduzione di La Città della tremenda notte di Rudyard Kipling. Nel 2009 ha vinto il Premio Nazionale per la Traduzione e nel 2010 il Premio Procida – Isola di Arturo – Elsa Morante per la traduzione de Il crollo di Fitzgerald.
Luca ManiniNon è da meno Luca Manini, che ha tradotto autori e poeti inglesi spaziando dal Cinquecento a oggi, traducendo in versi da Spenser a Owen. Nato nel 1962 a Reggio Emilia, che insegna inglese al liceo linguistico “Matilde di Canossa” di Reggio Emilia e cultore della materia di letteratura inglese presso l’Università degli Studi di Parma. Collaboratore di riviste di traduzione letteraria come “Testo a fronte”, “Purloined Words/Parole Rubate” e “In forma di parole”, i suoi ambiti di studio sono, in chiave comparatistica, la letteratura medievale e le sue riscritture ottocentesche, la letteratura femminile del Rinascimento, il petrarchismo, la prosa barocca, la poesia vittoriana e la letteratura fantastica. Traduce testi inglesi del Cinque e Seicento per la collana Classici della letteratura europea (Bompiani) e ha curato testi del Seicento italiano per la collana Archivio Barocco (La Finestra Editrice). Dirige la collana Archivio del 500 e del 600 per la Finestra editrice. Ha pubblicato le antologie Ambagi arturiane, poeti inglesi dell’Ottocento (1996) e Poeti inglesi nel labirinto (2001); l’edizione di Amoretti e Epitalamio di Edmund Spenser (2005 e 2014) e, sempre di Spenser, la prima edizione integrale in italiano di La Regina delle fate (2012); la prima edizione moderna del romano Le gare de’ disperati di Giovanni Ambrosio Marini (2012) e una scelta delle opere di Giovan Francesco Loredano, La morte di Volestain e altre opere (2015); I gemelli di Vanna di Christina Rossetti per ETS (2015); l’antologia Spazi dell’anima. Scrittura femminile del Rinascimento (con Rossella Guberti, 2017); Tutte le poesie di Wilfred Owen (2018), Le poesie di William Shakespeare per Bompiani (2018) e la prima traduzione integrale de L’anatomia della malinconia di Robert Burton (pubblicata in prima edizione nel 1621), una delle più sontuose opere della letteratura seicentesca inglese (nel 2020). Sta avviando un’edizione delle principali opere di Giangiorgio Trissino (La Sofonisba, La poetica, L’Italia liberata dai Goti). Nel 2013 ha pubblicato un volume di versi: Verso la luce ostile e Il Mitridate, nel 2018 la raccolta di racconti Re Marco al luogo del lago. Dal 2009 è il traduttore degli inediti di Tolkien: La leggenda di Sigurd e Gudrún (2009), La Caduta di Artù (2013), Beowulf. Con «Racconto Meraviglioso» (2014), Storia di Kullervo (2015), Beren e Lúthien (2017) e La Caduta di Gondolin (2018). Nel 2016 gli è stato assegnato dal Ministero dei Beni Culturali il premio nazionale per la traduzione letteraria.
Renée VinkDando un sguardo all’estero, dall’Olanda giunge Renée Vink, nata ad Amsterdam il 7 giugno 1954, è un’autrice di thriller storici medievali e soprattutto traduttrice. Da studentessa delle superiori ha letto con entusiasmo la traduzione in olandese de Il Signore degli Anelli. La scelta di migliorarla fu da lei fatta rapidamente. Dopo aver studiato lingue scandinave all’università di Leida nel 1978, ha iniziato a lavorare come traduttrice per vari editori da inglese, tedesco, norvegese, danese e svedese. Successivamente ha fondato la sua agenzia di traduzione lavorando per molte case editrici olandesi. Spinta dal suo interesse per il Medioevo, Vink ha scritto anche una raccolta di thriller storici basate su vecchie saghe scandinave. È anche traduttrice delle opere di G.R.R. Martin. Per quanto riguarda Tolkien è traduttrice in nederlandese delle sue opere in prosa e in versi: oltre a Lo Hobbit, Il Cacciatore di Draghi e Le avventure di Tom Bombadil, si è occupata di tutti i suoi ultimi inediti: La leggenda di Sigurd e Gudrún (2009), La Caduta di Artù (2013), Beowulf. Con «Racconto Meraviglioso» (2014), Storia di Kullervo (2015), Beren e Lúthien (2017) e La Caduta di Gondolin (2018). Libro Renée VinkIspirata dalla Tolkien Society inglese, nel 1981 ha fondato insieme a Theo de Feber la Unquendor, la società tolkieniana dei Paesi Bassi. Vink non è solo traduttrice, ma anche membro del comitato scientifico de I Quaderni di Arda e soprattutto studiosa. Per quasi quattro decenni, Vink ha studiato il legendarium di Arda e ne ha scritto: è autrice di molti saggi sulla rivista della società Lembas, è curatrice del volume Tolkien and the Spirit of the Age (del 1987 e che contiene la poesia di Tolkien Progress in Bimble Town), autrice di Wagner and Tolkien: Mythmakers (2012) e del recentissimo Gleanings from Tolkien’s Garden: Selected Essays (30 settembre 2020). Nel 1988 è stata insignita del Golden Pin of Merit di Unquendor.
Traduttori: Kersti JuvaUltima, ma solo perché il dolce arriva in fondo, è una professionista che viene dalla Finlandia e che, se il convegno fosse stato in presenza, sarebbe stato molto interessante conoscere. Kersti Juva porta al convegno contemporaneamente la storia editoriale finlandese, un tocco di attualità e soprattutto una lingua che piaceva moltissimo a Tolkien. Nata nel 1948, Kersti Juva una delle traduttrici più importanti della Finlandia, pluripremiata traduttrice di centinaia di romanzi, opere teatrali e altre opere dall’inglese al finlandese. Le traduzioni includono quasi tutte le opere di William Shakespeare, e poi opere di Laurence Sterne, Charles Dickens, Jane Austen, Henry James, L. Frank Baum, A. S. Byatt e Jayne Anne Phillips e moltissimi altri di classici, prosa contemporanea, fantasy, letteratura per l’infanzia e gialli. Figlia di Mikko Juva, professore all’Università di Turku, membro del Parlamento finlandese e Arcivescovo di Finlandia (1978–1982). Nel Paese nordico, però, Kersti Juva è nota soprattutto per le sue traduzioni di Tolkien. Il Signore degli Anelli arrivò, infatti, in Finlandia tra il 1973 e il 1975 tradotto in tre volumi da Kersti Juva, Eila Pennanen (con le poesie tradotte da Panu Pekkanen). Il titolo complessivo fu Taru Sormusten Herrasta, che letteralmente significa La Leggenda del Signore degli Anelli, mentre i tre volumi furono tradotti in Sormuksen Ritarit (I Cavalieri dell’Anello)Kaksi Tornia (Le Due Torri) e Kuninkaan Paluu (Il Ritorno del Re). Juva tradusse in collaborazione con la sua insegnante, Eila Pennanen, i primi due volumi dell’opera e, come prima opera autonoma, il terzo volume. Juva aveva 25 anni ed Eila Pennanen era una scrittrice, saggista e traduttrice già affermata (è poi scomparsa nel 1994). Fu una sorta di apprendistato: la traduzione del terzo volume, insieme a quella di Watership Down (La collina dei conigli) di Richard Adams, le valse subito il Premio di Stato per la traduzione letteraria nel 1976. Da allora ha tradotto tutti i libri di Tolkien pubblicati in Finlandia: Il Silmarillion (1979), I Racconti Incompiuti (1986) e numerose altre opere. Nel 1985, ha ritradotto Lo Hobbit (che era stato tradotto per la prima volta nel 1973 da Risto Pitkänen) per armonizzare i due testi principali di Tolkien e anche per questa traduzione le è stato assegnato il Premio di Stato per la traduzione letteraria nel 1986. In seguito ha ricevuto altri tre premi nazionali, nel 2008 il Comitato centrale per le arti ha nominato Juva “Artist Professor” mentre nel 2014 l’Università della Finlandia orientale le ha conferito una laurea honoris causa in filosofia ed è stata inserita nella “Hall of Fame” nel campo della traduzione dalla European Science Fiction Society. Nel 2018 ha ricevuto la medaglia Pro Finlandia.

Quando la traduzione cambia la lingua

Traduttori: Kersti JuvaA gennaio di quest’anno, Kersti Juva, che oggi ha 71 anni, ha annunciato di aver firmato un contratto per scrivere un libro sulla traduzione delle opere di J.R.R. Tolkien. Il libro dovrebbe essere pubblicato nell’autunno 2021 dalla Finnish Literature Society. Il libro conterrà anche le 50 pagine di manoscritti con le correzioni apportate da Eila Pennanen, che supervisionava il suo lavoro di traduzione. Nel libro, Juva tratterà anche della traduzione dei nomi e di come lei e la sua collega abbiano dovuto effettivamente inventare molti termini e concetti per cui non avevano equivalenti in Finlandia. Ad esempio, il termine per “orco” (örkki) e quello per “elfo” essenziali nel Signore degli Anelli. Il suo lavoro è sempre stato molto apprezzato dagli appassionati locali di Tolkien poiché la traduttrice ha prestato così tanta attenzione al testo originale da essere molto fedele. Nonostante le due lingue molto diverse, Juva e Pennanen lavorarono molto con lo stile della narrazione e nomi, proverbi e poesie sono il più vicino possibile all’originale. Durante questo processo furono inventate anche molte parole nuove in finlandese, molte delle quali sono oggi in uso generale e hanno fornito le basi per il vocabolario fantasy del Paese nordico.
Contratto JuvaAddirittura la traduzione de Il Signore degli Anelli ha cambiato la lingua finlandese. Il 31 luglio 2013 Juva ha confessato di aver deciso di tradurre il termine “elfo” (haltia) ed “elfi” (haltioita) andando contro l’ortografia della lingua finlandese. Ecco come lei ne motiva la scelta: «Di solito “elfo” traduceva in finlandese la parola “fata” o “creatura fiabesca”, come fece Risto Pitkänen nel tradurre Lo Hobbit. Tuttavia, la parola “fata” evoca associazioni che non ritenevo adatte agli esseri nobili e magici descritti da Tolkien, motivo per cui scelsi di chiamarli haltia. Ma perché senza j? Credevo sinceramente che questa fosse l’ortografia corretta e che i termini “possessore, titolare” (haltija) ed “elfo” (haltia appunto) fossero due parole diverse che significano cose diverse». Da questa presa di posizione della Juva si scatenò un vivace dibattito sull’ortografia della parola e alla fine dovette intervenire anche la Commissione delle lingue finlandesi che esaminando l’ortografia di Halti (j) nella riunione del 23 ottobre 2013 e decise che il termine può ora essere scritto anche senza j. Traduttori: Kersti JuvaQuindi, sia haltia sia haltijakin per il singolare “elfo”, sia haltioita sia haltijoita per il plurale “elfi” (ma nel secondo caso di entrambi è omonimo del termine “titolare”). Questa decisione ha reso così meno rigida la raccomandazione fatta dalla Commissione nel 1937 che l’ortografia corretta della parola haltija fosse solo con j, indipendentemente dal suo significato. La commissione ha tenuto conto della pratica corrente e ribadito che però “titolare” si deve scrivere ancora “haltija”, separando definitivamente le due parole. Anche per la parola “orchi” c’è una vicenda simile: negli anni ’90, infatti, la parola örkki per Orco, coniata appunto Juva per le traduzioni di Tolkien , entrò nell’uso generale grazie alla diffusione del genere fantasy e dei giochi di ruolo, ma la parola esisteva già in toponimi nella Finlandia orientale e i nomi Örke e Örkekärret che compaiono nei documenti nei secoli XVIII e XIX sono relativi al termine dialettale orko, che significa “un crollo”…
Non è una storia bellissima?!

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo A Trento un convegno: Tolkien e la traduzione
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università di Trento

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