Telperion e Laurelin si trovano a Oxford

Oxford University Park: sentiero lungo il fiume«Ecco dal tumulo levarsi due snelli virgulti; e in quel momento il silenzio stava sul mondo intero, e altro suono non si udiva salvo il cantico di Yavanna. Alle sue note, gli alberelli crebbero e divennero belli e alti e si coprirono di fiori; e così nacquero al mondo i Due Alberi di Valinor. Di tutte le cose fatte da Yavanna, sono essi le più rinomate, e tutte le narrazioni dei Giorni Antichi si imperniano sul loro destino».
Oxford University Park: Telperion nel 2007Nel Silmarillion il computo del tempo iniziò così, con la creazione dei Due Alberi: Telperion, dalle foglie verde scuro e argento, e Laurelin, dalle foglie verde chiaro e dai fiori dorati. Entrambi emanavano luce propria, e l’alternarsi dei loro periodi di splendore, rispettivamente argentato e dorato, scandì le giornate di Valinor, fino all’Ottenebramento a opera di Melkor. Yavanna raccoglieva in pozze la rugiada luminosa che cadeva dalle loro foglie, e anch’esse erano fonte di luce, la stessa che Fëanor instillò nei suoi Silmarilli; la Valie inoltre creò la luna e il sole dall’ultimo fiore e dall’ultimo frutto degli Alberi, e Varda creò dalla luce di Telperion nuove stelle per la venuta degli Elfi.

A Oxford una panchina in memoria

Oxford: panchina con targa su TolkienSi tratta dunque di due elementi fondamentali nella mitologia tolkieniana, oltre che molto suggestivi: quale migliore omaggio si potrebbe fare al Professore, piantando due alberi che li ricordino e portino gli stessi nomi? A Oxford accadde proprio questo nel 1992, in occasione della Tolkien Centenary Conference, che celebrò i cent’anni dalla nascita dello scrittore, e si tenne al Keble College dal 16 al 24 agosto, organizzata dalla Tolkien Society e dalla Mythopoeic Society. Per ricordare Tolkien, venne anche affissa una targa commemorativa nell’Oxford University Parks, su una panchina sulla riva del fiume Cherwell: sul loro blog, Wayne Hammond e Christina Scull descrivono il luogo come molto pacifico, visitato solo da papere e corridori occasionali. Poco lontano, nella stessa occasione vennero appunto piantati Telperion e Laurelin. A oltre vent’anni, ora il memoriale è stato restaurato, dopo i molti danni causati dalla continua esposizione alle intemperie. Oxford: targa vecchiaIl sito della Tolkien Society ha dato la notizia che la panchina è stata riverniciata e la targa è stata sostituita con una nuova; quella vecchia è ora custodita negli archivi della società, visitabili al Surrey History Centre prendendo appuntamento con l’archivista Pat Reynolds. La scritta sulla nuova targa è identica alla prima, e riporta la dicitura: «In memory of J.R.R Tolkien, 1892-1973. This bench and the two trees nearby representing Telperion and Laurelin were donated by the Tolkien Centenary Conference 1992».

Due alberi divenuti realtà

Oxford: i due alberi Telperion e LaurelinSe identificare la panchina risulta immediato, a detta dei visitatori un po’ meno lo è per quanto riguarda Telperion e Laurelin citati nella targa. I due alberi sono rispettivamente un acero, dalle foglie verde scuro sopra e leggermente argentate sotto, e un’acacia (anche conosciuta come robinia), dalle foglie verde brillante. Entrambi gli alberi sono oggi visibili e rintracciabili (in questo articolo sul sito della Tolkien Society è possibile trovare la mappa precisa); in un certo periodo sono stati addirittura tre. Laurelin infatti fu accidentalmente danneggiato da una falciatrice, ed è rimasto perciò molto più piccolo di Telperion. Per rimediare al danno, fu piantato un secondo Laurelin, che però si ammalò e fu rimosso dopo la morte nel 2014. Simile destino nello stesso anno era toccato al Pinus Nigra preferito di Tolkien, nel Giardino Botanico dell’università: per via di una malattia aveva perduto uno dei rami più grandi, pregiudicando la stabilità dell’intero tronco: è stato così necessario abbatterlo (ne avevamo parlato qui).
Oxford University Parks: mappaGli Oxford University Parks sono costituiti da circa 30 ettari di parco sulla riva occidentale del fiume Cherwell, cui si aggiungono sull’altra riva altri 1,5 ettari di uno sperone di terra che corre verso sud. I Parchi comprendono aree sportive e una grande collezione di piante e alberi in uno splendido scenario paesaggistico. Sembra che Tolkien si sia ispirato ad alcuni alberi presenti nel parco. Gli Ucorni, inevitabilmente scambiati per alberi, nel Signore degli Anelli (Le Due Torri III,8) sono descritti in dettaglio: «Le estremità dei lunghi rami ondeggianti pendevano come dita intente a perquisire, le radici uscivano dal terreno come membra di strani mostri e buie caverne si aprivano sotto di essi». La descrizione si addice alle specie arboree con ramificazione pendula, come l’ibrido di salice piangente che vive in Gran Bretagna (Salix chrysocoma) o il faggio pendulo (Fagus sylvatica ‘Pendula’), di cui un esempio impressionante si trova proprio nell’Oxford University Parks. Per aiutare a trovare i due alberi, la Tolkien Society ha inserito nel proprio sito tutte le indicazioni per raggiungere il luogo in cui si trovano: Oxford University Park: i due alberi nel 2015«Dopo aver raggiunto l’incrocio del ponte High Bridge, si deve prendere il sentiero che costeggia il fiume Cherwell, dirigendosi verso sud-est. La panchina in memoria di Tolkien è la seconda panchina si incontra lungo il bordo del fiume. I due alberi, Laurelin e Tedlperion si trovano non sono lontano dietro la panchina, ma possono essere difficili da individuare tra gli altri alberi che sono cresciuti lì interno in questi ultimi anni. Hanno un medio fusto e sono divisi da alberi molto più giovani».

 

LINK ESTERNI
– Vai all’articolo articolo sui memoriali tolkieniani, sul sito della Tolkien Society
– Vai al blog di Wayne Hammond e Christina Scull
– Vai al sito dell’Oxford University Parks
– Vai alla pagina della targa originale nell’archivio digitale della Tolkien Society
– Vai all’indice del volume che raccoglie i lavori della Tolkien Centenary Conference, sul sito della Mythopoeic Society

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Come scrivono gli Elfi? Ora c’è il crowdfunding

Le tengwar e il sindarinDa sempre le lingue inventate da Tolkien affascinano moltissimi lettori, e come ben sappiamo, furono proprio queste il germoglio dal quale nacque tutta la mitologia del Professore: «Alla base c’è l’invenzione dei linguaggi. Le ‘storie’ furono create per fornire un mondo ai linguaggi e non il contrario. Per me, viene prima il nome e poi la storia» (Lettera 165). Per tutti gli appassionati di questi linguaggi, di quelli elfici in particolare, è aperto in questi giorni su Kickstarter un crowdfunding da non perdere. La raccolta ha come fine la pubblicazione di un libro intitolato The Elvish Writing Systems of J.R.R. Tolkien, in lingua inglese, scritto dal giovane studioso inglese Matt (Matthews) Coombes. Tale libro si propone di essere una guida scrupolosa e accurata ai sistemi di scrittura degli Elfi tolkieniani,
Campagna di Kickstartere comprenderà le Tengwar, le Sarati e il Cirth, e le rispettive applicazioni sia per quanto riguarda il Quenya, sia il Sindarin. Il testo è accessibile anche a lettori non specialisti, ma illustra comunque l’argomento in maniera accurata: Coombes specifica infatti di voler anche spiegare da dove queste lingue derivino e su cosa si basino. Afferma inoltre di aver già domandato alla Tolkien Estate il beneplacito per la pubblicazione e il permesso di usare font e citazioni originali.

L’autore e il suo progetto

Studiosi: Matt CoombesNella biografia dell’autore su Kickstarter, si può leggere che Coombes, nativo di Ashford nel Kent, si occupa dello studio della mitologia della Terra di Mezzo, e in particolare delle lingue elfiche. «Sono sempre stato più di un fan di J.R.R. Tolkien e per oltre 10 anni ho studiato il suo lavoro», scrive nella sua presentazione. «Per cementare la mia passione ho completato un Master e da allora ho continuato a far ricerca nel campo della lingue inventate». La sua tesi di laurea specialistica (Master’s Degree) alla De Montfort University di Leicester ha, infatti, avuto come argomento lo studio dell’estetica dei linguaggi tolkieniani. La maggior parte dei suoi saggi è interessante e presenta tematiche che vanno dallo studio dell’espressione delle emozioni attraverso il linguaggio, Copertina libro tengwarallo studio del linguaggio Sindarin, all’influenza di Tolkien nella linguistica moderna; molto interessante sono gli approfondimenti dedicati allo studio della lingua elfica come se si trattasse di una lingua straniera.
Il libro è molto ben strutturato. Dopo un’introduzione volta a presentare il lavoro del Professore e l’origine dei linguaggi, si passa alla descrizione delle regole base della fonologia, in modo da capire come i vari suoni siano articolati, per poi apprendere la fonologia propria del Quenya, quella del Sindarin e quella del Linguaggio Nero. Anteprima libroI successivi due capitoli si occupano dell’ortografia delle Sarati, del Cirth e delle Tengwar; per queste ultime viene mostrato l’uso differente che ne viene fatto a seconda che si utilizzino per il Quenya, il Sindarin o le diverse lingue degli Uomini. L’ultimo capitolo infine spiega come sia possibile servirsi degli alfabeti elfici per scrivere in altre lingue e quali accortezze vadano prese per i diversi adattamenti. Un punto di forza di quest’opera è il fatto che poggi su solide basi, come Coombes stesso tiene a specificare: si è servito infatti delle varie pubblicazioni uscite su Vinyar Tengwar e Parma Eldalamberon, e del lavoro di importanti studiosi come Carl Hostetter, Arden Smith, Per Lindberg, Mans Bjorkman, Helge Fauskanger, Ross Smith, David Salo, Jim Allan e Verlyn Flieger.
La cifra richiesta per la pubblicazione non è altissima, 925 sterline; per ora la raccolta ha raggiunto quota 593, e si chiuderà l’8 dicembre. Bozza copertinaA seconda dell’entità della donazione, le ricompense vanno dalla semplice traduzione e scrittura in elfico con un sistema a scelta di un nome o di una citazione, alla copia firmata della prima edizione, all’inclusione nei ringraziamenti e ad un messaggio personale di Coombes, naturalmente in elfico. Per trovare ulteriori informazioni riguardo al libro e all’autore, oltre alla pagina del progetto su Kickstarter, è possibile consultare il canale YouTube, che offre brevi video lezioni inerenti al contenuto del libro, e la pagina Facebook gestita dal lui stesso, dove è possibile trovare anche un’anteprima dei primi tre capitoli del libro.

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE:
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ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo A Bruxelles un corso per le lingue elfiche
– Leggi l’articolo A Roma un seminario sulle lingue elfiche
– Leggi l’articolo Al via il corso a Modena sulle lingue di Tolkien
– Leggi l’articolo Convegni e università per le lingue elfiche
– Leggi l’articolo Lingue elfiche: il primo seminario anche in Italia
– Leggi l’articolo Le lingue di Tolkien al Centre Pompidou di Parigi
– Leggi l’articolo Le lingue di J.R.R. Tolkien. Esce Vinyar Tengwar 50

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LINK ESTERNI:
– Vai alla pagina del progetto su Kickstarter
– Vai al canale canale YouTube Learn Elvish
– Vai alla pagina Facebook

 

Jackson ultimo atto: La Battaglia delle 5 Armate in Dvd Extended

Dvd Extended: BardL’ultimo appuntamento con la Terra di Mezzo jacksoniana è ormai alle porte, dopo un viaggio durato ben quattordici anni e sei film, e che ha raggiunto il notevole traguardo di 1318 minuti (22 ore totali). Il 18 novembre infatti uscirà in l’edizione estesa della Battaglia delle Cinque Armate su supporto fisico; il digital download era invece già disponibile dal 21 ottobre. Le edizioni acquistabili sono tre: 3 dischi Blu-ray, 5 dischi Blu-ray 3D e 5 dischi DVD. Il Blu-ray e il Blu-ray 3D includeranno anche la copia digitale del film. Inoltre ci sarà anche la consueta edizione del Gift set, cioè la scatola che prevede un omaggio per i fan più accaniti e che questa volta conterrà una statuetta raffigurante Bilbo e Gandalf, seduti dopo la battaglia. Lo stesso giorno uscirà il cofanetto contenente tutti e tre i film: l’edizione estesa della trilogia conterrà 9 dischi in versione Blu-ray, 15 dischi Blu-ray 3D e altrettanti in DVD.
Dvd "La Battaglia delle Cinque Armate": Gift setAnche in questo caso, insieme ai Blu-ray, sarà compresa la copia digitale. All’estero, questa versione del film è anche stata proiettata al cinema, con eventi speciali voluti dalla Warner Bros: il 13 ottobre negli Stati Uniti (dopo la proiezione, nei giorni precedenti, della versione estesa dei primi due capitoli), e il 7 novembre a Londra, con la collaborazione della The Hobbit Fan Fellowship. Da segnalare il fatto che, negli Stati Uniti, al film sia stato assegnato un rating R, corrispondente al nostro «vietato ai minori non accompagnati»: il sito specialistico Badtaste.it conferma la presenza di numerose scene splatter, concentrate però sulle creature e non sugli umani.

I contenuti speciali

Dvd Extended "La Battaglia delle Cinque Armate"Arrivando al nocciolo della questione, saranno presenti circa venti minuti di scene inedite e un buon corredo di contenuti speciali, oltre all’immancabile visione con il commento di Peter Jackson e Philippa Boyens, co-produttrice e sceneggiatrice. Per quanto riguarda i minuti aggiuntivi, molti fan del film sperano di vedere una miglior caratterizzazione dei personaggi; sempre secondo badtaste.it, questo si avvera per quanto riguarda i Nani, che guadagnano spazio e spessore, ma non per quanto riguarda Beorn, che continua a rimanere relegato sullo sfondo. In parte, le Appendici permettono di rimediare a questa mancanza, mostrando altro materiale inedito, anche se non completo. In totale infatti la durata delle Appendici è di 4 ore e 53 minuti, e mostrano una corposa panoramica su tutti gli aspetti della produzione, dagli incidenti di percorso, ai momenti euforici, alla fase di pre-produzione. Le curiosità che si potranno trovare sono molte, come ad esempio Benedict Cumberbatch che impara a parlare il Linguaggio Nero, la creazione della Freccia Nera da parte di John Howe e dei laboratori Weta, o Peter Jackson che dirige «la scena della ghianda», finale poi scartato. Andrew Lesnie Peter JacksonBadtaste.it segnala in particolare anche i passaggi dedicati agli ultimi giorni degli attori sul set, e soprattutto il tributo ad Andrew Lesnie, direttore della fotografia premio Oscar per il Signore degli Anelli, che si è spento improvvisamente a soli 59 anni lo scorso aprile a causa di un attacco di cuore. Tra gli ulteriori contenuti aggiuntivi, infine, si possono menzionare il video musicale Rivers of Gold, creato da Jed Brophy (il Nano Nori), in cui compaiono i Nani della Compagnia di Thorin, e uno speciale dedicato alle splendide e suggestive location neozelandesi che compaiono nel film.

LINK ESTERNI:
-Vai al sito Badtaste.it
-Vai al sito hobbitfilm.it
-Vai al sito della Warner Bros

Corso Tolkien ad Asti: ne parla l’autore

logo Asti UteaDopo Sentieri Tolkieniani, Tolkien torna a far parlare di sé in Piemonte. Questa volta sarà ad Asti, città conosciuta per i vini, come l’Asti Spumante, esportato in tutto il mondo, e per l’omonimo Palio, le cui origini risalgono all’epoca medievale, e che tradizionalmente si corre la terza domenica di settembre. Ma quest’anno uno dei corsi dell’Utea, l’Università delle Tre Età presente in città, dedicherà un’intero corso al Professore di Oxford, dal titolo Tolkien, il genere fantasy e la sopravvivenza dell’epica nel XX secolo. A tenerlo sarà Alberto Banaudi, professore di storia e filosofia al liceo scientifico di Asti e di letterature classiche proprio all’Utea. Laureato in Lettere Classiche e in Filosofia, oltre ad insegnare Banaudi si dedica alla ricerca filosofica, spaziando in tutta la storia della cultura e soffermandosi spesso sul rapporto tra mito e origini del pensiero occidentale. Proprio in occasione dell’imminente corso, abbiamo realizzato un’intervista.

«Ho scoperto un libro universale»

Alberto BanaudiProfessore, quando ha incontrato Tolkien per la prima volta? Che effetto le ha fatto? «Avevo diciannove anni, ero all’Università. Ne sono rimasto folgorato, nel Signore degli Anelli ho trovato un libro universale. Subito dopo mi sono stupito per la sua totale assenza nei corsi universitari, non capendo come fosse possibile data la sua chiara natura di classico».
Purtroppo è così ancora oggi, anche se finalmente la situazione sta iniziando lentamente a cambiare (basti ricordare ad esempio il convegno a Trento); il nostro volume Tolkien e i Classici punta proprio in quella direzione. Dato il suo lavoro di insegnante, avrà già provato a fare qualcosa a riguardo? Come è andata? «Sì, spesso mi capita di citare Tolkien a lezione, per un motivo o per l’altro, e di consigliare la lettura del Signore degli Anelli, perché credo davvero che ai ragazzi questa lettura possa dare molto, aprire loro un mondo. Ovviamente non tutti mi prendono in parola, spesso si lasciano spaventare dalla mole di pagine, o lo confondono con il “fantasy cinematografico” del film. A volte però (di solito almeno uno per classe) si fidano e lo leggono: nessuno è rimasto deluso, anzi di solito dopo vengono a ringraziarmi stupiti e felici; credo che sia sempre necessaria all’inizio una scintilla di fiducia. C’è anche da dire che quando ne parlo in interventi dedicati, sono davvero tantissimi quelli che si dimostrano interessati. Ad esempio, alla mia conferenza su Tolkien alla cogestione dell’anno scorso nel liceo dove insegno, il limite fissato per i presenti era di cento persone; gli studenti sono entrati comunque e alla fine erano più del doppio!».
Asti: lezione all'UteaDi cosa tratterà in particolare il corso di quest’anno all’Utea? «Come dice il titolo, il nucleo principale è il ritorno dell’epica nel XX secolo, a opera di Tolkien. Il XX secolo ha inibito la memoria del passato epico, che al massimo è stato vagamente echeggiato nello sforzo bellico, nella lotta al male assoluto rappresentato da Hitler; si trattava però di lotte tra ideologie. Tolkien supera tutto ciò, mettendo in scena il contrasto tra chi vuole il potere e chi no, centrando la riflessione sul potere e sull’esercizio di quest’ultimo. Non è una semplice lotta tra bene e male: il male è ben definito, ma il bene no, è molto più sfumato. Si tratta di un’epica del “no”, se vogliamo. Gli echi ai modelli classici sono evidenti: ad esempio, la cerca. Anche qui però Tolkien va oltre, e l’oggetto della cerca va distrutto e non salvato. I parallelismi che si possono fare tra personaggi sono moltissimi: Ettore e Aragorn, o Frodo ed Enea. Tutto questo è possibile perché Tolkien si rifà ai grandi archetipi della letteratura, e quindi, per estensione, della natura umana stessa. Nessuna semplice allegoria, ma esplorazione dei motori che spingono l’uomo ad agire. Come nello scontro tra Gandalf e il Balrog: lungi da essere un’allegoria, può però far pensare alla figura di Isacco così come la intendeva Kierkegaard: l’Io deve lottare e rinunciare una parte di sé per poter giungere a qualcosa di più profondo. Il mio corso sarà volto a dare una panoramica su tutto questo genere di questioni, con rimandi a tutta la storia della letteratura».
Alberto BanaudiAnche se ne ha già nominati parecchi, vorrebe aggiungere qualche motivo che l’ha portato a decidere di dedicare un intero corso a Tolkien? «Tolkien è un classico, e dà la possibilità a chi vi si avvicina di scoprire molto di sé e dell’essere umano. Ha la capacità di dialogare personalmente con ogni lettore, il quale troverà nell’opera qualcosa che gli parrà diretta proprio a lui. Vorrei che le persone rivedessero i loro pregiudizi e capissero che si tratta di un autore senza tempo, e che le sue storie non sono favolette o effetti speciali da film, ma epica vera e propria. E poi, dopo anni che lo tenevo dentro me, decisamente è arrivata l’ora di condividerlo».
Il corso si terrà ad Asti a partire dal 23 ottobre a venerdì alterni dalle 17 alle 18.30, per un totale di undici incontri fino all’8 aprile 2016. Una delle lezioni sarà tenuta dalla socia AIST Sara Gianotto, e verterà sulla figura degli Elfi. Minimo iscritti: 25 Massimo iscritti: 80. Per maggiori informazioni si può telefonare ai numeri: 0141- 437247 / 0141-321190 – Fax 0141- 437805 oppure scrivere una mail all’indirizzo utea@provincia.asti.it.

Sara Gianotto

– Vai al sito dell’ Utea
– Vai al sito dell’prospetto di tutti i corsi

 

A Secret Vice, nel 2016 una nuova edizione

Tolkien scriveUna ghiotta novità editoriale sarà disponibile il prossimo anno per gli studiosi e gli appassionati tolkieniani interessati ad approfondire il rapporto del Professore con la creazione delle lingue. Il volume sarà un’edizione ampliata e rivista del saggio di Tolkien conosciuto come A Secret Vice, basato su una lezione tenuta da Tolkien ad Oxford sembra nell’agosto del 1930 o nel 1931 (altri studiosi propongono il 1926), nell’ambito di un congresso dedicato all’Esperanto. Una ventina d’anni più tardi, Tolkien rivide il manoscritto per una seconda presentazione, ma la sua pubblicazione fu solo postuma.

Tolkien e il vizio segreto

Libro: "Il Medioevo e il Fantastico" di J.R.R. TolkienIn questo saggio, da lui originariamente intitolato A Hobby for Home, Tolkien spiega perché per lui creare lingue fosse così importante ed insieme appagante, una vera e propria forma d’arte, raccontando la sua esperienza personale a riguardo, compresi i suoi primi esperimenti fatti da bambino. Data la sua natura di filologo e linguista, Tolkien conduce il lettore in una serie di interessanti riflessioni sulla questione, analizzando meccanismi creativi e mostrando il piacere estetico che deriva dal rapporto tra suoni e parole. Tutto ciò porta il lettore a comprendere meglio i pilastri che stanno alla base di tutta l’opera tolkieniana, come lui stesso afferma nelle Lettere: «Alla base c’è l’invenzione dei linguaggi. Le “storie” furono create per fornire un mondo ai linguaggi e non il contrario. Per me, prima viene il nome e poi la storia». Nel saggio in questione, questo concetto viene ribadito: «La costruzione di un linguaggio genererà di per sé una mitologia», sottolineando ulteriormente quanto sia importante soffermarsi sulla glossopoiesi messa in atto da Tolkien per poter capire appieno la struttura e il significato delle sue opere.

La nuova edizione

Andrew Higgins e Dimitra Fimi - dottorato a luglio 2015Nonostante questo saggio risalga, come abbiamo visto, agli anni ’30, fu pubblicato per la prima volta solo nel 1983, all’interno del volume The Monsters and the Critics and Other Essays, edito dalla George Allen&Unwin e curato da Christopher Tolkien. In Italia la prima edizione del volume, col titolo Il Medioevo e il Fantastico uscì soltanto nel 2000 per la Luni Editrice. Quella che uscirà invece nel 2016 è finalmente una nuova edizione ampliata, curata da due studiosi conosciuti a livello internazionale: Dimitra Fimi ed Andrew Higgins. La prima, una tra le più promettenti giovani studiose delle opere di J.R.R. Tolkien e autrice del libro Tolkien, Race and Cultural History. From fairies to Hobbits (qui la recensione di Claudio Testi), nel 2010 vincitrice del Mythopoeic Fantasy Award, è docente di inglese in Galles, presso la Cardiff Metropolitan University. La studiosa d’origine greca , ma che da anni vive in Gran Bretagna, insegna e ricerca sulla letteratura fantastica di età vittoriana ed eduardiana. Higgins si dedica in particolare allo studio delle origini della mitologia tolkieniana, e lo scorso luglio ha discusso la sua tesi di dottorato, The Genesis of Tolkien’s Mythology, svolta proprio sotto la supervisione di Dimitra Fimi.

Una breve attesa

Studiosi: Dimitra FimiCome si può leggere sui siti personali dei due studiosi, è da questo sodalizio accademico che nasce la nuova edizione di A Secret Vice. «Questo libro ha richiesto diverse visite a Oxford per consultare i manoscritti di Tolkien», racconta Fimi. «È stato bello lavorare nella Weston Library recentemente ristrutturata (precedentemente conosciuta come la New Bodleian Library) dove sono tenute le collezioni speciali (compreso i manoscritti di Tolkien)». «Uno dei miei grandi interessi in Tolkien è, ed è sempre stato, i suoi linguaggi inventati (quando avevo 12 anni credo di aver provato a tradurre The Shadow of the Past in Sindarin usando il libro di Ruth Noel – per fortuna, come scrive Tolkien a proposito della grammatica della sua prima lingua inventata, il Naffarin, “da tempo è stata stupidamente distrutta» (MC, p. 208). Mi interessava l’idea di esplorare da dove hanno avuto origine le riflessioni creative di Tolkien su mito e lingua. Quali sono state le ispirazioni, le fonti e le analogie di quanto scritto da Tolkien nei due grandi manifesti del suo pensiero immaginativo: A Hobby for the Home (dei primi anni 30) e On Fairy-stories (del 1938)». Oltre a materiale inedito proveniente dai manoscritti di Tolkien conservati alla Bodleiana, i due curatori anticipano che il libro sarà corredato da una nuova introduzione e da un ampio commentario. Inoltre, il sito della HarperCollins rivela che vi saranno anche saggi volti a meglio contestualizzare A Secret Vice nel panorama più ampio del fantasy moderno, compresi i film di Peter Jackson e la saga di A Game of Thrones. Si tratterà quindi di un libro da non perdere per studiosi e appassionati: la data d’uscita prevista è l’11 febbraio 2016 ed è già possibile preordinarlo su Amazon.

ARTICOLI PRECEDENTI
– Vai a Dimitra Fimi: «Tolkien è un autore del XX secolo»
– Vai a L’origine degli Hobbit? È nelle fate vittoriane!

LINK ESTERNI
– Vai al sito di HarperCollins
– Vai al preordine su Amazon.