Oxford, piantato l’erede del pino amato da Tolkien

pino nero orto botanico OxfordMartedì 8 giugno Carlo d’Inghilterra, il Principe di Galles, nel corso di una visita a Oxford, è passato anche per il Giardino Botanico dell’Università in occasione del suo 400° anniversario, origine che ne fa il più antico giardino botanico del Regno Unito. Il giardino fu fondato come nel 1621 per la coltivazione di piante medicinali per gli studenti di medicina dell’Università di Oxford. Nel 1834, il suo nome fu cambiato in Botanic Garden per riflettere il suo cambiamento d’uso in un luogo di ricerca botanica e luogo di nascita della scienza botanica nel Regno Unito. Carlo ha un legame particolare con questo luogo perché dal 1991 è patrono dell’Oxford Botanic Garden. Il Principe ha potuto visitare le attrazioni più importanti del giardino (tra cui gli storici Walled Garden e Whitty Pear, il Bobart’s Yew e il Mediterranean Rock Garden) e ha fatto un piccolo gesto significativo: ha concluso la messa a dimora di un pino nero, ma non un pino nero qualunque!

Rinasce il pino amato da Tolkien

pino nero orto botanico OxfordAll’arrivo al Giardino, Carlo è stato ricevuto dal vice Lord Luogotenente dell’Oxfordshire, Brian Buchan, prima di incontrare la professoressa Louise Richardson, vice-Rettore dell’Università di Oxford, la professoressa Anne Trefethen, pro-vice-Rettore per i Giardini, le Biblioteche e i Musei (GLAM), il professor Simon Hiscock, direttore del giardino botanico di Oxford, la signora Sarah Taylor, pino nero orto botanico Oxfordpresidente degli amici del giardino botanico di Oxford, il professor Richard Mayou, ex presidente e Mark Brent, curatore e capo dell’orticoltura. Nella sezione letteraria del giardino, il principe ha piantato un albero molto amato dallo scrittore J.R.R. Tolkien. Si tratta di un albero cresciuto da un seme di un pino nero precedentemente piantato nel 1830, che era uno degli alberi di Oxford preferiti da Tolkien, tanto che l’ultima foto di Tolkien in vita fu scattata sotto questo albero. pino nero orto botanico OxfordL’albero aveva subito un grande danno, spaccandosi in due sabato 26 luglio 2014, e a quel punto è stato tagliato per motivi di sicurezza. Gran parte del legno dell’albero è stato tagliato in grandi tavole spesse deposte per la stagionatura e l’eventuale utilizzo per la fabbricazione di oggetti. La direzione del Giardino Botanico ha pensato di far crescere un certo numero di giovani piante in via di maturazione che sono nate dal seme dell’albero originale e un discendente dell’albero è stato piantate vicino al punto dell’originale come parte di un nuovo giardino letterario: è questa la nuova pianta che il Principe Carlo ha potuto piantare. Nell’ambito delle celebrazioni per il 400° anniversario, una collaborazione è iniziata con il distillatore locale TOAD: è invecchiato da 4 anni e si chiamerà Black Pine Whisky. I suoi tappi conterranno un piccolo pezzo di legno e alcune bottiglie saranno disponibili in speciali scatole di presentazione realizzate con il pino.
La storia del pino nero è stata ricostruita solo negli ultimi anni ed è riportata nel recente volume Paesaggi della Terra di Mezzo (Eterea Edizioni, 20 euro). Quell’albero era molto amato dallo scrittore inglese ed è il simbolo della cura con cui l’amministrazione dei Giardini Botanici conserva il suo patrimonio naturale per le generazioni future e la loro importanza in tutta la comunità di Oxford. Si possono anche fare donazioni per sostenere il Giardino Botanico di Oxford.

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ARTICOLI PRECEDENTI

– Leggi l’articolo Oxford, sarà abbattuto l’albero di J.R.R. Tolkien
– Leggi l’articolo La natura in Tolkien? Un nuovo libro se ne occupa

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– Vai al sito dell’Orto Botanico ad Oxford

Viaggio sulle orme di Tolkien con WM4 e Arduini

Sarà un viaggio deluxe, nello stile di uno dei più grandi tour operator italiani qual è Boscolo viaggi, in joint venture con le Librerie Feltrinelli (a questo link i dettagli tecnici del viaggio). Sarà un viaggio nell’Inghilterra profonda, seguendo le tracce di Tolkien. Non soltanto quelle biografiche, ma anche quelle paesaggistiche e letterarie.
Ma sarà anche molto di più. Sarà un vero e proprio seminario itinerante, che sfrutterà i luoghi per raccontare la vita e l’opera del padre della narrativa fantasy contemporanea, con due guide-relatori d’eccezione: Roberto Arduini (presidente dell’AIST) e Wu Ming 4 (autore de Il Fabbro di Oxford e Difendere la Terra di Mezzo).
Per sei giorni, dal 9 al 14 settembre, gli accompagnatori condurranno i viaggiatori in un percorso a tappe, a ciascuna delle quali corrisponderà un intervento o un lettura legata al luogo in questione. In questo modo si ripercorrerà la formazione e la vita letteraria di Tolkien attraverso ciò che i luoghi e il paesaggio evocano. Un’esperienza che si colloca all’intersezione tra letteratura e psicogeografia, una quest tra luoghi noti e meno noti al grande pubblico, alla ricerca di uno dei grandi autori del Novecento.
È proprio il dato esperienziale quello su cui questo viaggio scommette. È l’idea che studiare un autore attraverso i luoghi della sua vita o della sua ispirazione, farlo con un esperto della materia e uno scrittore come compagni di viaggio, possa essere qualcosa di unico e di straniante, all’insegna delle vicinanze creative e della condivisione.

Il viaggio della compagnia

Moseley BogSi partirà il 9 settembre da Roma alla volta di London-Stansted. Da lì, in pullman si raggiungerà Birmingham. Durante questi spostamenti ci sarà occasione di conoscersi e socializzare, in vista della convivenza dei giorni successivi. Giunti in albergo i viaggiatori ceneranno tutti insieme. Durante il convivio le guide presenteranno ai commensali la figura di Tolkien e prepareranno la compagnia alla giornata seguente, dedicata all’infanzia e alle suggestioni dei primi anni della vita dell’autore.
La mattinata del secondo giorno sarà dedicata alla visita al mulino di Sarehole Mill, uno dei luoghi che stimolò l’immaginazione del piccolo Tolkien e che si ritroverà nel Signore degli Anelli. Successivamente la compagnia si inoltrerà nella riserva naturale di Moseley Bog, una foresta acquitrinosa, luogo di giochi e avventure infantili dei fratelli Tolkien, fitta di alberi dalle forme strane e di stagni oscuri, nei quali sarà facile riconoscere spunti e suggestioni “entesche”.
In entrambi questi luoghi le guide leggeranno brani letterari e racconteranno episodi legati al periodo che Tolkien trascorse nei paraggi. Sarà anche possibile osservare dall’esterno la casa in cui visse nei primi anni di permanenza a Birmingham.
Perrott's FollyNel pomeriggio si andrà a osservare le torri Perrot’s Folly e Edgbaston Waterworks, costruzioni che hanno avuto un impatto visivo nel Tolkien bambino e che, probabilmente, sono state decisive nelle descrizioni delle torri all’interno delle sue opere, come Orthanc e Barad-dûr. Anche qui non mancherà l’accompagnamento di una lettura-conferenza.
Infine si partirà verso sud, attraversando la campagna del Worcestershire chiudendo il trittico delle torri con la visita alla Broadway Tower, piccolo capolavoro di eleganza architettonica in mezzo al paesaggio inglese, per poi giungere nel villaggio di Chipping Campden, con le sue case di pietra gialla e i tipici “thatched roofs” delle Cotswolds. La sera ci si ritroverà nuovamente nella “sala del fuoco” a scambiarsi impressioni e storie (anche se si tratterà di un bellissimo hotel-spa, ricavato in una magione in stile Regency).
Il giorno seguente vedrà la compagnia attraversare le Cotswolds, un’area AONB che conserva il paesaggio e l’edilizia precedenti alla rivoluzione industriale. Le Cotswolds ricordano, più di tante altre parti del paese, quella Old England che riemerge nella Contea degli Hobbit. La tappa nel villaggio di Bibury, per alcuni il più bel villaggio d’Inghilterra, con il suo celebre stradello costeggiato da cottage del XVIII secolo, lo renderà evidente. Quindi, nel pomeriggio si giungerà a Kelmscott Manor, la sede della celebre casa editrice fondata da William Morris. L’intervento degli accompagnatori in questo luogo verterà sul recupero dell’immaginario medievale, ovvero sul “Modern Middle-Age” che dai Romantici arriva fino a Morris e all’Arts and Crafts, passando per la Confraternita Preraffaelita e trovando infine un grande approdo nell’opera narrativa di Tolkien. Quella di Morris è l’unica influenza letteraria che Tolkien abbia esplicitamente riconosciuto. Proprio le Cotswolds sono state buon ritiro di artisti del movimento Arts and Crafts ispirato da Morris, e tra questi gli stampatori artigiani della sua casa editrice.
Perrott's FollyInfine – tempo permettendo – la giornata si concluderà con una gita alla gigantesca incisione collinare del White Horse – dove ci sarà occasione di parlare dei Rohirrim, il popolo dei cavalli, rivisitazione tolkieniana degli Anglosassoni e dell’amore dell’autore per la letteratura antico-inglese – e a Dragon’s Hill, la collina della leggenda di San Giorgio – per parlare della figura del dragonslayer nell’opera di Tolkien, da Túrin a Bard, al contadino Giles.
La giornata terminerà raggiungendo la città di Oxford, dove la compagnia potrà rifocillarsi e riposare.
La mattinata del quarto giorno sarà dedicata alla visita dei college frequentati da Tolkien: l’Exeter, dove studiò da giovane; il Pembroke e il Merton, dove insegnò ed ebbe tra i suoi colleghi Robin Collingwood; il Magdalen, dove frequentò le riunioni serali degli Inklings. Si parlerà della carriera accademica di Tolkien, e del suo rapporto con i membri del circolo di lettori e studiosi nato intorno all’amico e collega C.S. Lewis, autore delle Cronache di Narnia. Dopo una passeggiata nel parco del college e una visita all’Orto botanico, uno dei luoghi prediletti da Tolkien, i membri della Oxford: pub "The Eagle and the Child!compagnia potranno gironzolare a piacimento per la città, fino all’appuntamento serale, per la cena al pub Eagle and Child, altro luogo di ritrovo degli Inklings. Lì la compagnia si riunirà per condividere le impressioni della giornata e preparare le visite del giorno dopo.
Il quinto giorno inizierà con una visita alla chiesa di St. Aloysius, frequentata da Tolkien negli anni in cui viveva nelle vicinanze, per parlare della grande importanza che la visione religiosa cattolica ebbe non solo nella vita dell’autore, ma soprattutto nell’introduzione di valori e virtù nel suo mondo immaginario, quali la pietà, la speranza e la carità. Quindi si proseguirà alla volta del Wolvercote Cemetery, dove Tolkien è sepolto insieme alla moglie Edith Bratt. Com’è noto, sulla lapide, in corrispondenza dei loro nomi compaiono quelli di Beren e Lúthien. Sarà quindi il momento in cui si parlerà proprio di questa leggenda seminale del legendarium tolkieniano e dei suoi molti risvolti e riverberi. Sulla via del ritorno si potrà osservare dall’esterno la casa in cui venne scritto Lo Hobbit, in Northmoor Road.
bodleian-libraryDopo il pranzo libero la compagnia verrà guidata in visita alla Bodleian Library, una delle più importanti biblioteche del mondo, dove è conservato il “fondo” Tolkien, il patrimonio di inediti che ha lasciato, oggetto di un convegno che si terrà tra pochi giorni a Barletta. A latere della visita, le guide parleranno dell’eredità di Tolkien, delle pubblicazioni post mortem, che ormai superano per numero quelle realizzate in vita, e di come la vicenda editoriale di Tolkien ponga interessanti interrogativi sul concetto di autorialità.
La serata sarà libera. Ma i viaggiatori potranno scegliere comunque di ritrovarsi per un ultimo bicchiere e letture d’addio/arrivederci.
Il mattino del sesto giorno, se la tempistica di viaggio lo consentirà, potrebbe ancora esserci il tempo di un giretto in qualche angolo di Oxford o per acquistare gli ultimi regali, prima di rimettersi in viaggio alla volta di Stansted e rientrare quindi a Roma tutti insieme.

Tutti i dettagli del viaggio deluxe alla pagina dedicata nelle Librerie Feltrinelli

Il viaggio verrà presentato congiuntamente al libro di Wu Ming 4, Il Fabbro di Oxford (Eterea Edizioni), giovedì 6 giugno alle ore 18:00, alla libreria Feltrinelli di Bologna, Piazza di Porta Ravegnana 1.

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Il Fabbro di Oxford, il nuovo libro di WM4
– Leggi l’articolo Il crowdfunding per il mulino di Tolkien
– Leggi l’articolo Sulle orme di Tolkien 1: l’AIST a Oxford e Leeds
– Leggi l’articolo Sulle orme di Tolkien 2: lo studio alla Bodleian
– Leggi l’articolo Sulle orme di Tolkien 3: a Leeds per il seminario
– Leggi l’articolo Sulle orme di Tolkien 4: il convegno medievale
– Leggi l’articolo Dopo più di 40 anni sulle orme di Tolkien
– Leggi l’articolo Moseley Bog, il paradiso di J.R.R. Tolkien

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Feltrinelli Viaggi
– Vai al blog di Wu Ming, Giap
– Vai al sito dei Birmingham Museums
– Vai al sito di Boscolo viaggi
– Vai al sito dell’Oxford Botanic Garden

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Oxonmoot 2018, il programma

Oxonmoot 2018In Inghilterra si festeggia il compleanno dei due Baggins più famosi con un evento organizzato dalla Tolkien Society: l’Oxonmoot!
Questa quarantacinquesima edizione si svolgerà da giovedì 20 a domenica 23 settembre al St. Antony’s College di Oxford, regalando a coloro che vi prenderanno parte quattro giorni ricchi di conferenze, workshop, quiz, buffet, letture e visite alla mostra Tolkien: Maker of the Middle-earth della Weston Library, per terminare, la domenica mattina, andando a rendere omaggio alla tomba del Professore, al Wolvercote Cemetery (usanza rinominata Enyalië).
Scorrendo i nomi dei partecipanti a questa edizione non può sfuggire un particolare: tra i relatori che presenteranno i propri studi troviamo quello di una giovane italiana…

Una relatrice dall’Italia

Valentina FatichentiValentina Fatichenti è traduttrice dall’inglese e dalle lingue scandinave, nonché membro attivo dello smial fiorentino “La Musica degli Ainur”. Da tempo si occupa del rapporto fra le opere tolkeniane e la letteratura norrena, in una prospettiva comparatista e filologica. Laureata in lingua e letteratura inglese presso l’Università degli Studi di Firenze con una tesi sulla magia in The Tempest, dal 2015 cura e organizza eventi di approfondimento culturale di letteratura e poesia.
La studiosa proporrà all’Oxonmoon un intervento dal titolo The Mirror of Galadriel: myth and magic in Tolkien (Lo Specchio di Galadriel: mito e magia in Tolkien) e pochissimi giorni dopo terrà una conferenza a Fantastika dal titolo La magia nel Signore degli Anelli al Centro Studi – la Tana del Drago, domenica 23 alle ore 14:00.

Gli interventi dell’Oxonmoot 2018

  • Who coose Tolkien on Desert Island Discs? di Chris Barclay
  • Worth a thousand words? Analysis of photographs and themese di Denis Bridoux
  • Putting the “She” in Shelob: Femininity, Fear and Spiders in Pagan Mythology di Daisy Butcher
  • Niggle’s Parish and Frodo’s Sam: The Function of the “Companion” in Tolkien’s Literary Works di Asli Bülbül Candaş
  • Ho! Ho! Ho! To the bottle I go di David Doughan
  • Prospective Nostalgia in The Silmarillion di Ellen Duncan
  • Affinities between Dorothy L. Sayers and the Inklings circle of C. S. Lewis, Tolkien, and Charles Williams di Colin Duriez
  • The Mirror of Galadriel: myth and magic in Tolkien di Valentina Fatichenti
  • Faith Overcomes Fear: How Christ Figures in Tolkien’s The Lord of the Rings Offer Salvation from Drowning Doubts di McKell Ferguson
  • Uncle ‘Curro di Jose Manuel Ferrandez-Bru
  • Atlantis and Mars: New Light on Tolkien, Lewis, and their Science-Fiction Pact di John Garth
  • The Uttermost West: Tolkien Fans in California in the Early 1960s di Jane Glaubman
  • On the Providential Historicism of Middle-earth di Ryan Haecker
  • Tolkien in Buckland – An Analysis of the Evidence di Seamus Hamill-Keays
  • World-Building and Memory in “The Name-List to The Fall of Gondolin” di Andrew Higgins
  • Tolkien, Whatever next – an artist inspiration di Jay Johnstone
  • Journey to Hobbiton and The Movie Locations of The Hobbit and Lord of the Rings in New Zealand di Peter Kenny
  • Mindfulness practices and the Tolkien oeuvre di Derek Kirkham
  • How it all began…or the beginnings of Tolkien-based fan societies in France and the UK di Laura Martin-Gomez
  • The Other Middle-earth: Intertextuality and Iconography in Sergei Iukhimov’s Illustrations for The Lord of the Rings di Joel Merriner
  • The Voices of Monsters: Real and/or Imagined? di Ryder Miller
  • Where the Mewlips dwell: a post War of the Ring account di James Moffett
  • Standing with Sam: Reading an Apocalypse Through the Red Book of Westmarch di Jeff Moore
  • Talking Tolkien in the Community di Roberta Park
  • Intrelacing in Alan Lee’s Works for Tolkien di Sultana Raza
  • Took and snaga at chekpoint bravo – the grunts of The Lord of the Rings di Arnon Reichmann
  • Farmer Giles and George – Two monarchs and their royal houses compared and contrasted di Murray Smith
  • The Wright Stuff, Part Two: “The E. D. D. and E, M and W” di Ian Spittlehouse
  • Total War and the Eschatology of Peace: Tolkien between Hegel and Levinas di Fiona Tomkinson
  • Biblical typology and Tolkien’s retyping in The Silmarillion using Elendil’s voyage as an example di Michal Waszek
  • Terry Pratchett’s debt to Tolkien, part two di Jessica Yates

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo L’Oxonmoot 2018 dal 20 al 23 settembre
– Leggi l’articolo Fantastika, programma del 22 e 23 settembre
– Leggi l’articolo Cresce lo smial di Firenze: il programma
– Leggi l’articolo Tolkien conquista la Toscana e le Marche
– Leggi l’articolo Pubblicato il numero 19 della rivista Endóre
– Leggi l’articolo Hobbit Day 2017: all’estero e in Italia
– Leggi l’articolo Hobbit Day: Bilbo e Frodo buon compleanno!

LINK ESTERNI:

– Vai al sito della Tolkien Society
– Vai all’evento facebook Oxonmoot 2018
– Vai alla pagina facebook Centro Studi – la Tana del Drago
– Vai al sito ufficiale di Fantastika
– Vai alla pagina dell’evento facebook Fantastika 2018 – Il Risveglio del Drago
– Vai alla pagina Facebook dello smial “La Musica degli Ainur: Smial di Firenze”

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La mostra a Oxford: ci siamo stati per voi!

Oxford Weston LibrarySulla mostra evento dedicata all’arte di Tolkien,
Tolkien: Maker of Middle-earth e inaugurata soltanto pochi giorni fa, il 1 giugno, sono già state spese molte parole, articoli e approfondimenti (noi ne abbiamo scritto qui). Quello però che non è stato raccontato è l’emozione, per chi non ha avuto ancora la fortuna di andarci, di arrivare a Oxford: la città in cui Tolkien ha insegnato e vissuto. per gran parte della sua vita.
Attraversare le vie dove lui è stesso passato, incontrare per strada i professori che insegnano agli atenei e che indossano ancora le toghe che troviamo nelle sue fotografie, vedere i college e il giardino botanico e magari fare anche una pausa, tra fish and chips e club sandwich, a The Eagle and Child, il pub rinomato per i ritrovi degli Inklings, non rappresenta una gita come un’altra.
mostra Oxford 002Perché a Oxford, in qualche modo, ci si sente più vicini al Professore, come se lo avessimo appena visto uscire dalla porta del pub, con la pipa in mano, pronto per incamminarsi verso casa e riprendere i suoi scritti, da dove li aveva lasciati, o per tornare verso la Bodleian Library, ad approfondire qualche dettaglio linguistico. Il solo lasciarsi coinvolgere da tutto questo, rende lo studioso o il fan di Tolkien quasi pronto per fare poi il suo ingresso nell’imponente Weston Library, di Broad Street, dove una grande insegna indica che quello è il posto giusto: oggi si può incontrare davvero J.R.R. Tolkien, attraverso la testimonianza del suo lavoro, del suo pensiero, della sua arte. Noi l’abbiamo fatto per voi, con l’auspicio che possa diventare un incentivo per andarci di persona.

La mostra

Mostra Oxford 005Una volta entrati ad attenderci sulla soglia del percorso per le opere di Tolkien, ci sono due addetti che controllano la prenotazione effettuata online, nonostante l’entrata sia gratuita: quindi meglio essere previdenti, registrarsi a questo indirizzo e portarla con sé, altrimenti rischiate una lunga attesa. Passato il controllo, subito l’atmosfera cambia e ci si ritrova in un passaggio dove le luci si abbassano e gli effetti di un’animazione 3D, sulle pareti intorno a noi, attendono il nostro ingresso verso la sala destinata alla mostra. L’immersione nel mondo tolkieniano è pressoché istantanea, ci appaiono davanti le prime immagini delle illustrazioni dello stesso Professore, riguardanti soprattutto Il Signore degli Anelli.
mostra Oxford 001L’ultima immagine che assaporiamo in questo luogo di passaggio, mentre scorrono le scritte in elfico, narrano l’evoluzione delle Porte di Durin. I Cancelli occidentali di Moria scintillano di fronte ai nostri occhi, quasi come fossero realtà, e a rendere ancor più suggestiva la visione sono le dimensioni, in una scala all’incirca reale, prossima a quella che la maggior parte delle persone si è rappresentata nella mente. E allora… dite: “Amici” ed entrate.
Girato l’angolo si varca la soglia di quello che è il cuore della mostra. La sala che ospita la collezione si presenta come uno scrigno il quale, una volta aperto, svela i suoi tesori. In un’atmosfera raccolta, in cui i visitatori sono tutti concentrati a guardare, in letteraria adorazione, le opere presenti. Si scoprono così lettere, fotografie, i manoscritti originali appartenenti a J.R.R. Tolkien. Ma il vero “pezzo” forte dell’esposizione è rappresentata da tutta l’espressività artistica del Professore, esibita attraverso le sue illustrazioni, i suoi disegni e i suoi preziosi acquerelli.
Mostra Oxford 003Un tripudio di colori, di dettagli, di delicatezza e precisione, ci viene incontro: una potenza immaginativa che passa attraverso le sue opere giovanili come quelle di The Book of Ishness, sosta nel mondo dedicato a Lo Hobbit, per spingersi fino al Libro di Marzabul, con le sue preziose pagine che conducono verso le illustrazioni dedicate a Il Signore degli Anelli.
I suoi paesaggi fantastici che tracciano la strada per il Silmarillion, fino ai suoi cosiddetti Doodles, quegli scarabocchi sui giornali che erano la via d’accesso per l’araldica della sua mitologia, costituiscono un’altra importante parte di questa esposizione così unica.
Mostra Oxford 012Quasi al centro della sala, sulla sinistra, dietro a una parete dell’allestimento che impedisce la vista dell’oggetto fino a quando non ce lo si ritrova davanti, ci si può davvero stupire di fronte allo scrittoio di Tolkien, con la sedia sulla quale sedeva il Professore per realizzare tutto il suo mondo, per rispondere alle lettere degli ammiratori e per disegnare ciò che soltanto lui vedeva.
Ci sono anche le sue scatole di colori, con le matite di diverse gradazioni di verde e arancione, con tutte le loro sfumature (di marca Conté 1794 – Coloured Pencils), gli occhiali, i suoi inchiostri, la ceralacca, le sue pipe e i libri che lo accompagnavano: due volumi del Red Book Of Heroes, Lyra Celtica: An Anthology of Representative Celtic Poetry e un Irish-English Dictionary. Non mancano neppure, lì accanto, alcune coloratissime pagine delle Lettere di Babbo Natale, quei messaggi bellissimi che arrivavano direttamente dal Polo Nord per i giovani di Casa Tolkien. Sul piano dello scrittoio è sistemata invece l’illustrazione Death Of Smaug, datata intorno al 1936, e appartenente agli archivi della Bodleian.
Mostra Oxford 010Infine, in questa straordinaria occasione, non manca la possibilità di sostare di fronte alle elaborate mappe dedicate alla Terra di Mezzo, che preparano i visitatori alla vista di una fantastica grafica realizzata in 3D e che prende vita davanti agli occhi.
Qui ci rendiamo conto, quanto l’arte del Professore sia intrecciata ai suoi scritti e rappresenti una finestra privilegiata da cui poter guardare, approfondire e apprezzare, una volta in più, le opere di Tolkien. Una parte che, come direbbe il figlio Christopher, diventa imprescindibile per comprenderle davvero. Quando il viaggio, nell’universo creativo o dovremmo dire sub-creativo di Tolkien si conclude, sembra di dover salutare un amico da cui non vogliamo separarci e vorremmo restare lì, ancora a lungo, in sua compagnia. Ma il tempo dell’incursione nell’universo di Tolkien per noi è finito, resta una visita al ricco bookshop, in cui il bellissimo catalogo rappresenta in fondo qualcosa che rimane, insieme alle molte emozioni, di questa intensa visita, una parte che ci può accompagnare, anche quando a casa, traendo un bel respiro, potremmo dire, insieme a Sam Gamgee: «Sono tornato».

Il catalogo

Catherine McIlwaneCome ogni mostra artistica che si rispetti, anche Tolkien: Maker of Middle-earth ha il suo. Curato da Catherine McIlwane, archivista tolkieniana delle Bodlein Libraries di Oxford, il corposo volume – conta difatti 416 pagine – non contiene solo una enorme gamma delle opere artistiche del Professore, bensì dei saggi scritti da alcuni dei più noti studiosi dell’universo di Tolkien. Sono difatti presenti John Garth, con un contributo sugli Inklings, Verlyn Flieger, con uno scritto intitolato Faërie: Tolkien’s Perilous Land, Carl F. Hostetter, il quale si concentra sulla creazione della lingua elfica, Tom Shippey, con un delizioso Tolkien and ‘that noble northern spirit’, testo accompagnato da due illustrazioni che ha messo a disposizione la nostra associazione: una di Ivan Cavini intitolata Éomer Éadig (p. 59), l’altra di Dany Orizio intitolata La morte di Thorin Scudodiquercia inserita nel calendario AIST 2017. Per finire l’elenco dei saggi, quello di Wayne G. Hammond e Christina Scull, già autori di J.R.R. Tolkien: Artist & Illustrator, che introducono al corpo del catalogo con Tolkien’s Visual Art.
Oxford mostra inaugurazione firmacopieUna volta iniziato a sfogliare il volume, ci si può letteralmente perdere nella vita del Professore. Tra lettere – ovvero istantanee che riproducono l’originale con una breve spiegazione del contenuto situata sempre sulla sinistra – dirette a Tolkien e scritte da C.S. Lewis, W.H. Auden, Sam Gamgee (non il personaggio del Signore degli Anelli, ma un ignaro omonimo), un giovane Terry Pratchett, Margrethe principessa di Danimarca, e fotografie della famiglia e dell’infanzia di Ronald, si inizia il viaggio nella produzione artistica del docente oxoniense. Il catalogo segue una sorta di linea cronologica, attraversando tanto i momenti migliori quanto i più ardui vissuti da Tolkien – dai messaggi per la futura moglie Edith alle righe scritte da lui stesso e dagli altri componenti del TCBS durante la Prima guerra mondiale – per poi catapultarci nel mondo del Book of Ishness, e iniziare a ripercorrere così le tappe della mostra Tolkien: Maker of Middle-earth. Non vogliamo però rovinarvi l’emozione di sfogliare questo pregevole volume, così come la sua controparte minore, intitolata Tolkien Treasures, curato anch’esso da Catherine McIlwane, una piccola gemma considerabile un’introduzione al catalogo principale.
Catalogo mostra OxfordDa sottolineare che esistono tre versioni di Tolkien: Maker of Middle-earth: la prima con copertina rigida, al costo di 40 sterline; la seconda in edizione “economica”, ammesso che così si possa definire, che ha un pregio rispetto alla più costosa, ovvero una mappa assai più ampia all’interno delle alette, la quale è purtroppo relegata nei risvolti interni della versione cartonata. Infine, per chi se lo può permettere, esiste un’edizione da collezione a 295 sterline, della quale si può acquistare solo una copia per visitatore. Vi lasciamo la scelta, ma soprattutto vi esortiamo a non perdere la mostra, che farà tappa anche New York e Parigi. A New York, sarà esposta alla Morgan Library dal 25 gennaio al 12 maggio 2019. Alla fine del 2019, invece, partendo dal nucleo di questa mostra la Bodleian Library e la Bibliothèque Nationale de France collaboreranno a creare la più grande esposizione di Tolkien mai tenuta in Francia. Mentre preparate la valigie, potete già studiarvi la mappa dell’esposizione Mappa mostra Oxfordche mettiamo a disposizione di tutti i lettori, con la disposizione di tutte le teche e la descrizione del loro contenuto. Inoltre, gustatevi i video e le fotogallery realizzate anche con il contributo di una nostra socia AIST onoraria – Dimitra Fimi – che era all’inaugurazione! E in fondo, dopo il reportage fotografico della prestigiosa Getty Images, non perdetevi le meraviglie dello shop, pieno di piccoli e grandi tesori di cui fare incetta sia di persona che online qui!!!

Roberta Tosi e Stefano Giorgianni

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Apre oggi la mostra su Tolkien a Oxford!

Weston Library - OxfordTolkien: Maker of Middle-earth apre oggi le sue porte ai visitatori. Solo la settimana scorsa l’ultimo dei TolkienLab organizzati dall’AIST assieme all’Istituto Filosofico di Studi Tomistici prima della consueta pausa estiva ha trattato proprio l’arte di Tolkien, con la relatrice Roberta Tosi, ed oggi è sicuramente una giornata speciale per i tolkieniani ed in particolare per chi di loro ha una predilezione per l’arte: Tolkien: Maker of Middle-earth (Tolkien: il Creatore della Terra di Mezzo) si prospetta una mostra unica nel suo genere, la più grande dedicata al Professore degli ultimi cinquant’anni, per la quale hanno perfino creato un sito omonimo. La mostra, tenuta presso la Weston Library, sarà aperta dal lunedì al sabato dalle 10,00 alle 17,00 e domenica dalle 11,00 alle 17,00. L’entrata è gratuita, ma regolata dai biglietti emessi, prenotabili questi ultimi anche online, in quanto ogni giornata avrà un numero limitato di biglietti disponibili.
La mostra, che si concluderà il 28 ottobre, condurrà i visitatori in un vero e proprio viaggio alla scoperta di Tolkien in ogni suo aspetto: lo studioso, lo scrittore, l’illustratore dei propri scritti, ma anche l’uomo e il padre. Famoso per le sue storie, l’aspetto artistico della produzione di Tolkien passa spesso in secondo piano, sebbene il figlio Christopher la ritenga una componente di grandissima rilevanza e che non può essere esclusa dagli studi per comprendere l’operato del Professore. Tutto acquista una profondità ed una complessità ancora maggiore se si considera che Tolkien stesso, nonostante abbia illustrato molte delle sue storie (sebbene solo una parte sia stata effettivamente stampata e resa fruibile al grande pubblico assieme agli scritti) si espresse con toni abbastanza duri contro le immagini che accompagnano i racconti nel suo saggio Sulle fiabe (pubblicato in Italia nella raccolta di saggi tolkieniani Il medioevo e il fantastico da Bompiani).
Tra i pezzi più affascinanti in mostra sono stati annunciati:

  • bozze manoscritte de Lo Hobbit che mostrano l’evoluzione della storia, assieme ad acquarelli, schizzi della copertine, disegni e mappe preparate per la pubblicazione
  • manoscritti originali del Signore degli Anelli assieme a schizzi della sovracopertina e acquarelli
  • manoscritti originali del Silmarillion, i primi scritti di Tolkien sulle antiche leggende degli Elfi, pubblicate postume dal figlio Christopher
  • foto e lettere della gioventù di Tolkien
  • l’album di disegni realizzati durante la tarda adolescenza intitolato The Book of Ishness
  • lettere di apprezzamento di vari ammiratori, inclusi il poeta W. H. Auden, il cantante Joni Mitchell, l’autrice Iris Murdoch
  • oggetti personali appartenuti a Tolkien, inclusi i suoi materiali artistici (scatole di colori, matite e ceralacca) e la sua personale libreria
  • una selezione di mappe della Terra di Mezzo, inclusa una rara mappa annotata da J. R. R. Tolkien
  • una mappa della Terra di Mezzo in 3-D, appositamente realizzata

Una mostra, ma non solo

Tolkien, Maker of Middle-earth - Catherine McIlwaineQuest’oggi viene dato alle stampe anche il un volume dedicato alla mostra, che avente lo stesso titolo (Tolkien: Maker of Middle-earth) e pubblicato dalla Bodleian Library Publishing, che era già possibile prenotare sul sito dello shop della Bodleian Libraries da alcuni mesi. Il libro permetterà ai lettori di comprendere l’enorme sforzo creativo dietro alla genesi delle opere tolkieniane, nonché l’uomo che le realizzò, tramite una ricca selezione di disegni, manoscritti, mappe e lettere di Tolkien stesso (per un totale di più di 400 pagine) e sarà curato da Catherine McIlwaine, la “Tolkien Archivist” delle Bodleian Libraries. Sarà inoltre pubblicata un altro volume, differente e più ridotto (poco più di 140 pagine): Tolkien: Treasures, disponibile ad un prezzo inferiore (12 sterline invece di 25 per l’edizione con copertina flessibile del catalogo della mostra o 40 per l’edizione con copertina rigida), e sempre edito dalla stessa autrice.

Gli eventi legati alla mostra

In occasione della mostra, la Bodleian Library organizza anche una serie di eventi, attività e lezioni dedicate al creatore della Terra di Mezzo, arricchendo così un’offerta culturale già in origine straordinaria.
L’elenco delle iniziative è ancora in aggiornamento, ma vi possiamo già segnalare le seguenti date:

  • 5 giugno – Mythopoeia: Myth-creation and Middle-earth, ore 17,30.
    Il primo degli appuntamenti segna un inizio in grande stile, con ospiti del calibro di Dame Marina Warner (scrittrice e saggista britannica), Verlyn Flieger e Dimitra Fimi (tra le maggiori studiose tolkieniane al mondo)
  • 16 giugno – Library Lates: Tolkien, ore 19 – 21,30.
    Una visita della Bodleian Library al calare delle tenebre, accompagnati da musica dal vivo in un’atmosfera rilassante, tra chiacchere e una buona birra.
  • 3 luglio – Can we translate Middle-earth?, ore 18 – 19.
    Vincent Ferré (professore di letterature comparate all’UPEC) affronta la complessa tematica della traduzione delle opere tolkieniane
  • 7 agosto – Tolkien Quiz
    Un quiz incentrato sul Professore, nella tranquilla convivialità di un pub (ulteriori dettagli devono ancora essere resi noti).
  • 4 settembre – Tolkien’s Turning Point: Tolkien and the History of Tongues, ore 18 – 19.
    Tom Shippey (professore che ha avuto il piacere di essere allievo di Tolkien e che in seguito ha insegnato come lui all’università di Oxford e di Leeds) terrà una conferenza sulle lingue inventate da Tolkien, le loro caratteristiche, la loro creazione e le questioni filosofiche della creazione tolkieniana.
  • 8 settembre – Tolkien theme day for Oxford Open Doors
    L’Oxford Open Doors si celebra ogni anno, festeggiando l’impegno del la Oxford Preservation Trust, assieme all’università oxoniense, per la salvaguardia degli edifici storici e delle aree verdi della città. Quest’anno non potrà mancare un evento dalla tematica tolkieniana.
  • 11 – 13 settembre – Fanrasy Summer School
    Here be Dragons, la Oxford Fantasy Literature Summer School ospiterà speaker dalla facoltà di Inglese di Oxford e da altre università britanniche, che affronteranno questo genere letterario sotto differenti aspetti.
  • ottobre – Lunchtime lecture series: The Tree of Tongues: Tolkien’s medieval languages
    Le lingue inventate da Tolkien tornano protagoniste di una serie di conferenze.

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Tolkien: Maker of Middle-earth, la mostra
– Leggi l’articolo Al TolkienLab di Modena l’arte di J. R. R. Tolkien

LINK ESTERNI:
– Vai al sito dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici
– Vai al sito della Bodleian Library
– Vai al sito Tolkien Maker of Middle-earth

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Tolkien: Maker of Middle-earth, la mostra

bodleian-libraryLa Weston Library, parte delle Bodleian Libraries di Oxford, ospiterà dal 1 giugno al 28 ottobre del 2018 una straordinaria mostra dedicata al Professore: Tolkien: Maker of Middle-earth (Tolkien: il Creatore della Terra di Mezzo). J. R. R. Tolkien trascorse moltissimi anni ad Oxford, prima come studente e poi come professore, e la Biblioteca Bodleian conserva la più grande collezione di manoscritti e disegni realizzati dall’autore. Il Tolkien Archive ha la sua sede presso la Bodleian dal 1979, e l’ultimo elemento da esso acquisito (nel maggio del 2016) è una mappa della Terra di Mezzo annotata da Tolkien stesso.
La mostra sarà un’occasione per esplorare in un modo nuovo il mondo tolkieniano, un evento imperdibile sia per gli amanti di lunga data della Terra di Mezzo che per chi ha appena cominciato ad approcciare il fantastico universo del Signore degli Anelli e l’uomo dietro la creazione.

Tolkien: Maker of Middle-earth

La mostra, un’esposizione senza precedenti, riunirà non solo materiale britannico, ma anche dagli Stati Uniti, con manoscritti dalla Tolkien Collection della Marquette University e da collezioni provate. Tolkien: Maker of Middle-earth esplorerà non solo il mondo della Terra di Mezzo, ma anche le opere spesso considerate minori e la vita dell’autore: dagli studi da filologo e professore di Antico e Medio Inglese ai rapporti con l’adorata moglie incontrata in gioventù e coi figli.
Richard Ovenden«Siamo lieti di ospitare questa impareggiabile mostra di materiale tolkieniano che porterà i visitatori oltre quello che sanno di Tolkien dal Signore degli Anelli e Lo Hobbit e farà conoscere loro il suo straordinario repertorio di opere come artista, poeta e studioso.
La mostra riunirà affascinanti opere dal principale archivio dedicato a Tolkien della Bodleian, con pezzi dagli Stati Uniti e da collezioni private, riunendoli nella città dove Tolkien scrisse le sue più famose opere.
L’estate può sembrare lontana, ma vogliamo dare ai visitatori l’opportunità di organizzarsi per partecipare a questa mostra senza precedenti.
» ha dichiarato Richard Ovenden, il Bodley’s Librarian.
Tra i pezzi più affascinanti in mostra sono stati annunciati:

  • bozze manoscritte de Lo Hobbit che mostrano l’evoluzione della storia, assieme ad acquarelli, schizzi della copertine, disegni e mappe preparate per la pubblicazione
  • manoscritti originali del Signore degli Anelli assieme a schizzi della copertina e acquarelli
  • manoscritti originali del Silmarillion, i primi scritti di Tolkien sulle antiche leggende degli Elfi, pubblicate postume dal figlio Christopher
  • foto e lettere della gioventù di Tolkien
  • lettere di apprezzamento di vari ammiratori, inclusi il poeta W. H. Auden, il cantante Joni Mitchell, l’autrice Iris Murdoch
  • oggetti personali appartenuti a Tolkien, inclusi i suoi materiali artistici (scatole di colori, matite e ceralacca) e la sua personale libreria
  • una selezione di mappe della Terra di Mezzo, inclusa una rara mappa annotata da J. R. R. Tolkien
  • una mappa della Terra di Mezzo in 3-D, appositamente realizzata

I biglietti della mostra saranno disponibili da metà febbraio.

Una mostra, ma non solo

Tolkien, Maker of Middle-earth - Catherine McIlwaineSarà pubblicato anche un volume dedicato alla mostra, che avrà lo stesso titolo (Tolkien: Maker of Middle-earth) e sarà pubblicato il 1 giugno 2018 dalla Bodleian Library Publishing, sebbene sia già possibile prenotarlo sul sito dello shop della Bodleian Libraries. Il libro permetterà ai lettori di comprendere l’enorme sforzo creativo dietro alla genesi delle opere tolkieniane, nonché l’uomo che le realizzò, tramite una ricca selezione di disegni, manoscritti, mappe e lettere di Tolkien stesso (per un totale di più di 400 pagine) e sarà curato da Catherine McIlwaine, la “Tolkien Archivist” delle Bodleian Libraries. Sarà inoltre pubblicato un altro volume, differente e di dimensioni ridotte (poco più di 140 pagine): Tolkien Treasures, disponibile ad un prezzo inferiore (12 sterline invece di 40), e sempre edita dalla stessa autrice. «Le Lettere da Babbo Natale sono alcuni dei miei pezzi preferiti della mostra. Le lettere erano consegnate dal postino, che era stato persuaso da Tolkien a consegnarle con il resto della posta, o arrivavano sul focolare con dei francobolli speciali dal Polo Nord, segnate col costo di spedizione “2 baci”. Esse contenevano notizie dal Polo Nord dove Babbo Natale viveva con il suo “aiutante” l’Orso Polare, che spesso finiva nei guai e costava il doppio del lavoro a Babbo Natale.
Quando i figli di Tolkien crebbero, le lettere da Babbo Natale divennero più lunghe e i racconti divennero più oscuri ed emozionanti.
» ha dichiarato McIlwaine.

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Sulle orme di Tolkien 2: lo studio alla Bodleian
– Leggi l’articolo Frodo vive! Alla Marquette University

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Bodleian Library
– Vai al sito del Bodleian Shop
– Vai al sito della Tolkien Collection della Marquette University
– Vai al sito dell’Oxford Times
– Vai al sito dell’Oxford Student

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Sulle orme di Tolkien 2: lo studio alla Bodleian

Il cuore dell’Università di Oxford è la Biblioteca Bodleian, una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo. Questo immenso esempio di gotico inglese è una delle più grandi biblioteche del mondo e contiene più di undici milioni di opere stampate, oltre 50.000 e-journals e tanto altro materiale su supporti diversi. In base a un accordo risalente al XVI secolo, la biblioteca accoglie una copia di ogni libro, rivista o fumetto venga pubblicato pubblicato nel Regno Unito. La biblioteca storica di Oxford è il simbolo degli studi e degli studiosi. Secoli di storia e di studi si respirano in questi antichi locali, in parte attrezzati come alle origini, ma con sistemi di catalogazione al passo con i tempi.
Visitare la Bodleian Library è una esperienza che ti resta dentro. Seguire stanza dopo stanza un percorso nel tempo e nella tradizione che formano la cultura europea. Regolarmente in funzione per studenti e studiosi, è aperta anche al pubblico e oggetto di visite guidate con partenze ogni mezz’ora e di durata variabile. Un peccato che l’accesso alla Bodleian sia in questo caso limitato a due sole ali dell’intera struttura, cioè appena il 5% di tutte le sale della biblioteca.
Anche così però sono molte le cose da visitare: la sala quattrocentesca della scuola di teologia (Divinity School), la Convocation House and Chancelor’s Court del XVII secolo, la biblioteca quattrocentesca di Humphrey, duca di Gloucester e fratello di re Enrico V, e infine l’interno della Radcliffe Camera. La Divinity School è l’aula più antica dell’università con il soffitto con volta a costoloni, ancora oggi viene usata come “spogliatoio” per il laureandi che sfileranno verso il teatro. Di recente è più nota per essere stata una delle location dei film di Harry Potter, per l’esattezza l’infermeria (del secondo) e il salone delle prove di ballo (del quarto). La mia preferita rimane però la Duke Humfrey’s Library, anch’essa utilizzata come Biblioteca di Hogwarts, che è la più antica sala di lettura della Bodleian Library ed è ora supervisionata dal Reader Services Department, cioè è una sala di lettura e consultazione. Qui hanno studiato cinque re, 40 premi Nobel, 25 primi ministri inglesi e scrittori come Oscar Wilde, C.S. Lewis e naturalmente Tolkien. È affascinante aggirarsi tra scaffali zeppi di libri antichi molti dei quali di grande pregio. Assai pregevole e caratteristico del periodo lo stile gotico delle strutture. Una biblioteca monumentale meravigliosa e suggestiva, con ambienti talmente suggestivi che restano impressi nella memoria, a lungo. Insomma, se passate da quelle parti… fermatevi a studiare, non si sa mai!

Attestato da studiosi

Oxford, ore 9. Siamo già davanti alla Weston Library, per l’ammissione alle parti riservate della Bodleian. «Qualcuno vi ha risposto alla mail?», domanda l’impassibile impiegata dell’ufficio ammissioni. «Siete già stati qui?», è la richiesta successiva. Rispondiamo di sì, abbiamo consultato i manoscritti di Tolkien già nel 2009 e nel 2013. Con mia grande sorpresa, mi stampa subito il tesserino d’accesso, con tanto di fotografia. Per fortuna, sono migliorato rispetto al 2009 e in quella foto sembro più vecchio! La trafila burocratica prosegue ma dopo le scartoffie, si passa direttamente nella sala per il deposito degli effetti personali: per accedere alla sala dei libri rari e dei manoscritti non si può portare nulla, a parte computer e block notes. Non si può neanche mangiare, ma al pian terreno c’è una sala refettorio ben fornita. Saliamo subito al primo piano, impaziente di iniziare il lavoro. Per vedere i libri e i manoscritti abbiamo dovuto prenotarli con due settimane di anticipo, così che oggi sono già qui nella reading room ad attenderci. Questa volta le nostre ricerche sono molto più mirate, Claudio è concentrato sul surrealismo francese, io sul modernismo inglese. Al contrario di quel che si scrive, gli Inklings non erano un gruppo di professori nostalgici di un’età dell’oro che sarebbe dovuta tornare, ma persone ben ancorate al loro secolo, che si tenevano aggiornati, leggevano gli scrittori moderni e ne discutevano, pur avendo posizioni molto diverse tra loro. Ecco, i due le indagini di studio parallele di Claudio e mia si concentrano sugli stessi manoscritti, quelli più teorici: On Faery Stories e A Secret Vice.
I manoscritti e molti libri della biblioteca personale di Tolkien ci vengono portati dopo un po’ e finalmente ci mettiamo al lavoro. Claudio ha consultato il manoscritto Ms 14 folio 151, tutti erano già stati visti nel 2013, ma stavolta con occhi diversi: contiene la nota e del saggio Sulle Fiabe scritta in autografo. Claudio ha consultato anche alcune pubblicazioni originali del 1936 relative alla celebre mostra surrealista che si tenne a Londra in quell’anno per cercare di capire da quali fonti Tolkien aveva attinto per conoscere il movimento artistico francese. Tra i libri consultati ci sono anche diversi numeri della rivista della Facoltà in cui Tolkien insegnava, con diversi suoi contributi (uno sullo stato dell’arte della filologia nel 1924) ed è curioso scoprire come gli argomenti spaziassero molto, dall’economia alla politica, dalla storia irlandese fino ad arrivare alla scrittura cinese. Proprio sfogliando quest’ultimo mi fa pensare come l’arte della calligrafia cinese abbia affinità con le lingue elfiche…

Un amore per la scrittura

Io inizio a sfogliare il manoscritto 24 e dopo un po’ mi soffermo sui Folio 44 e Folio 45, perché vengo colpito dalle note a margine. È incredibile vedere come la scrittura di Tolkien potesse cambiare a seconda del contenuto. Il professore era attento e meticoloso, ma se gli appunti erano solo per sé, la scrittura è molto fluida e di difficile decifrazione. Alcune frasi sembrano addirittura delle righe continue. A un certo punto, scopro una delle molte poesie: Oilima Markirya, The Last Ark. Sono presenti diverse versioni del testo, ma la cosa più affascinante è proprio la scrittura che ora si è fatta quasi una minuscola insulare, anzi credo proprio che l’intenzione di Tolkien fosse proprio quella di imitare diverse scritture calligrafiche. La mia ipotesi è confermata alla pagina successiva, in cui accanto alla poesia ci sono molte prove di alcune frasi usando stili di scrittura diversa. C’è anche la carolina e un tentativo di capolettera personalizzato delle lettere M, R e P: «Man kiluva kirya ninqe…». Qui la lettera per la t è praticamente identica alla tengwa Lambe, simile a una t… Sfogliando altri manoscritti, trovo gli stessi tentativi anche per quanto riguarda Il Cacciatore di Draghi, Farmer Giles of Ham. Qui Tolkien utilizza la sua predilezione per la calligrafia scrivendo diverse versioni del frontespizio, stavolta usando la scrittura gotica: «Magistro predocto dilecto amico Gervasio Mattheo ipsis in Regni Minimi finibus…». Molte delle parole iniziano con una maiuscola molto elaborata, la m soprattutto presenta una decorazione ricca ed è stata provata più volte. Anche la g di Gervasio è decorata, ma è molto interessante vedere come il professore nel riprodurre la frase in latino usi anche moltissime abbreviazioni: sono segni grafici convenzionali usati dagli amanuensi per risparmiare spazio (et, -bus, pre-). Ne scopro anche altre nelle pagine seguenti… Fortuna che all’università ho dato ben due esami di Paleografia e Diplomatica, altrimenti non avrei saputo sciogliere queste abbreviazioni!
I libri e le trascrizioni di questi manoscritti non riescono a rendere anche questi dettagli, a meno che non si tratti di copie anastatiche. Mi rimane impressa la sensazione che l’amore di Tolkien per le lingue fosse veramente totale, con uno spettro di interessi a 360 gradi, con competenze specifiche non solo di linguistica, grammatica, ortografia, del latino stesso, ma anche di calligrafia e, appunto, paleografia e diplomatica. Sono materie affascinanti, ma anche molto specifiche e difficilmente emergono dalle pubblicazioni dei suoi libri. Solo questa constatazione vale il viaggio!

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Sulle orme di Tolkien 1: l’AIST a Oxford e Leeds

Tolkien's bust - Exeter collegePer chi studia le opere di J.R.R. Tolkien dovrebbe essere una tappa fissa. Così per la terza volta, abbiamo deciso di tornare a sfogliare e studiare i manoscritti a Oxford. La decisione ha coinvolto il presidente Roberto Arduini e il vicepresidente Claudio Antonio Testi, che per l’occasione hanno accettato di tenere un breve diario di viaggio, così da soddisfare la curiosità anche dei lettori del sito web. La Bodleian Library è uno dei due istituti in cui sono conservati i manoscritti di Tolkien. Il viaggio si è però trasformato in un percorso indietro nel tempo, sulle orme della vita dello scrittore, anche fuori dell’università, in quei luoghi che lo videro muoversi, discutere, ridere e bere… Ecco la prima puntata del diario di viaggio che toccherà sia Oxford sia Leeds, le due città in cui Tolkien visse e insegnò. Buona lettura!

Ritorno in Inghilterra

LondonAnche se le isole britanniche sono un appuntamento annuale da quasi trent’anni, vedere Londra fa sempre effetto. La metropoli conta ormai 14 milioni di abitanti ed è una delle città più cosmopolite e multietniche del mondo, ma quello che mi colpisce sempre è il suo continuo rifacimento: ogni volta il panorama non è quello della volta precedente, ogni volta qualcosa è stato demolito e qualcos’altro costruito. Ma stavolta la sensazione è molto più forte, forse perché passiamo proprio in mezzo a tanti cantieri. Attraversando tutto il centro storico fino alle stazioni Waterloo e Victoria, girando intorno a Trafalgar Square e al London Bridge, guardando da ogni lato prima la Torre di Londra, poi Westminster e il Parlamento, insomma, passando in mezzo alle icone più turistiche della città, vedo come il nuovo, l’ultramoderno, cresca intorno e a volte accanto al vecchio. Anzi, c’è quasi una volontà di lasciare appena accennato il passato, preservando solo quegli edifici che hanno una storia, per far spazio al futuro, che significa soprattutto grattacieli, palazzi futuristici da un centinaio di piani, zeppi di uffici, che svettano e incombono letteralmente sulla Storia. Estraniante e affascinante al tempo stesso. Impensabile per l’Italia, Milano a parte.
Fortuna che le persone sembrano sempre cordiali ed è grazie alla cortesia di un paio di loro che riusciamo a non perdere in tempo la corriera per Oxford. Mentre lasciamo la capitale diretti a ovest percorriamo tutta la periferia che dal Tamigi si inoltra sulle colline circostanti. Qui, la sensazione di estraniamento un poco persiste anche se Grenfell Toweri grattacieli si diradano e ora svettano isolati o a gruppi poco distanti tra loro. Quando arriviamo a North Kensington, non lontano da Notting Hill, passiamo davanti alla Grenfell Tower, dove due settimane fa un inferno di fuoco si è sviluppato in soli sei minuti, facendo strage dei residenti e continuando poi a bruciare per più di dodici ore. Vivere a centinaia di metri dal suolo, sospesi a una struttura di cemento e acciaio, dipendendo in tutto e per tutto dalle norme di sicurezza, è il destino prossimo per tutti noi? Sicuramente in Gran Bretagna è già un presente concreto e il tg serale mostra proprio la prima assemblea pubblica del dopo incendio, con le autorità che ammettono che c’era poco da fare per salvare quelle vite dal fuoco. L’armonia con la natura sembra definitivamente spezzata.
Anche in questo, leggere Tolkien potrebbe aiutare…

Oxford, città dell’Open day

Oxford - Open dayNon c’è college che non sia in festa. Nonostante il tempo sia cupo, dalle 14 la temperatura sia scesa già a 10 gradi e nuvoloni neri minaccino una pioggia che mai arriverà, tutti sono felici e sorridenti. Soprattutto i giovani, gli studenti. Oxford è sinonimo di università in tutto il mondo e da tutto il mondo giungono studenti per studiare all’università più famosa inglese. Proprio oggi si possono visitare gratuitamente i tantissimi college, che per l’occasione si sono rifatti il trucco, messi l’abito buono con tanto di palloncini colorati e striscioni enormi all’ingresso. Mentre passiamo per la Broad Street, un gruppo di studenti cinesi esce ridendo e chiacchierando dal Ballion College, evidentemente soddisfatti delle possibilità di studio che offre. Ci fermiamo a guardare, i giovani fanno tante foto, non smettono di parlare entusiasti, probabilmente hanno trovato il luogo giusto in cui passeranno i prossimi anni. Lo stesso scenario accade fuori del Merton, uno dei college in cui Tolkien insegnò. Stavolta il gruppo è visibilmente di ragazzi inglesi, ma la soddisfazione è la stessa. Molti di loro prendono l’entrata dei meadows e sulle panchine dei viali alberati passeranno il resto del pomeriggio, valutando le cose viste la mattina.
Anche qui uno dei temi dominanti è quello della Brexit. In una città così fortemente legata alle università, in molti nei college si sentono accerchiati. Trentacinque rettori dei collegi di Oxford hanno sottoscritto un appello per difendere interessi legittimi, come l’accesso ai fondi di ricerca europei e la libertà di movimento degli studiosi. Ovviamente senza alcun successo. Lo scontro non è legato solo alla politica scolastica. Si fronteggiano due concezioni diametralmente opposte della politica e della convivenza civile, le quali sfuggono alla semplice Oxford academicsdistinzione tra destra e sinistra, a conservatori e laburisti. In un saggio recente, il giornalista David Goodhart ha coniato anche i nomi delle due fazioni: gli Anywhere (i «nessunluogo») contro i Somewhere (i «qualche luogo»), cioè coloro che non si sentono legati ad alcun luogo contro coloro che sono radicati in un luogo specifico. I due maggiori partiti, conservatore e laburista, hanno di fatto abbracciato l’ideologia dei Somewhere che – è quasi superfluo dirlo – sono il motore della Brexit. Così la vecchia guardia accademica, liberale e internazionalista, deve fare i conti con un movimento politico nuovo, che determinerà il futuro del Paese per almeno i prossimi trent’anni.

In questo primo giorno, Claudio ed io,abbiamo fatto la registrazione per l’accesso da studiosi, e siamo entrati nel restante 95% della biblioteca. Ma di questo parleremo domani!

 

 

È natale: le vestigia di Yule ad Oxford

Queen's College OxfordIl Natale è tempo di celebrazioni e tante sono le tradizioni legate ai festeggiamenti invernali che sono retaggio di antichi culti, che col tempo sono andate ad affiancarsi o intrecciarsi alla professione di una fede differente. Tra queste usanze c’è un evento assai particolare che si svolge proprio ad Oxford, la città dove studiò e successivamente insegnò Tolkien: si tratta del Boar’s Head Gaudy (Celebrazione della testa di cinghiale), che si tiene ogni anno al Queen’s College, poco distante dal Pembroke College dove insegnò Tolkien.

La tradizione

L’anno scorso abbiamo approfondito la festività germanica di Yule, partendo dal riferimento a questa ricorrenza contenuti della versione in lingua originale del Signore degli Anelli e in alcuni volumi della History of Middle-earth (puoi leggere qui Yule, la festività invernale degli Hobbit). Yule appare anche, seppure brevemente, nelle Lettere da Babbo Natale scritte dal professore per i figli, dove si accenna alla figura di Nonno Yule, padre di Babbo Natale.
Molte tracce di questa festività sopravvivono ancor oggi e sono divenute parte delle usanze legate al periodo natalizio: una di queste è proprio la Boar’s Head Gaudy.
La tradizione vuole che questa celebrazione abbia origine da un curioso avvenimento: secoli addietro uno studente del Queen’s College che stava camminando assorto in un bosco sarebbe stato attaccato da un cinghiale e si sarebbe liberato dell’animale tirando tra le sue fauci il volume di Aristotele che stava leggendo, esclamando “Graecum est!” (“è greco!”). La bestia sarebbe così morta soffocata e la Boar’s Head Gaudy si terrebbe pertanto in memoria di questa fuga prodigiosa dalla sventura.
Già Karl Blind, studioso che assisté alla celebrazione alla fine del diciannovesimo secolo, fece notare quanto risultasse strano che un cinghiale che aveva attaccato uno studente fosse onorato durante una festività annuale, incoronato e lodato nei canti parte del cerimoniale, supponendo per la celebrazione ben altra origine.

Testa di cinghialeMa prima di ricercare le origini della Boar’s Head Gaudy soffermiamoci sulla descrizione che Karl Blind ne diede.
Il giorno di Natale una grande testa di cinghiale veniva portata solennemente nella Hall del Queen’s College da tre portatori, posata su un vassoio di argento, decorata con un corona, alloro, rosmarino, vischio e trafitta da varie bandierine. La sua entrata era annunciata da trombe ed i portatori erano accompagnati da un araldo che cantava la carola natalizia Boar’s Head (testa di cinghiale).
Una processione formale del rettore e dei professori precedeva l’entrata della testa del cinghiale. Anche le persone della città erano per breve tempo ammesse nella Hall, prima che cominciasse il pasto (fatto che porta Blind a ritenere che la cerimonia fosse un tempo di natura pubblica).
Gli ornamenti del piatto venivano poi distribuiti dal rettore ai partecipanti.

Attualmente, la Boar’s Head Gaudy non si tiene più il 25 dicembre, ma qualche giorno prima e qui potete vedere un filmato amatoriale realizzato nel 2014.

Freyr, signore della fertilità

Freyr - Johannes GehrtsLa cerimonia del Queen’s College di Oxford viene considerata da Blind come una celebrazione con un passato molto più antico di quanto non voglia la tradizione legata al fortunato studente: si tratterebbe infatti di una forma sopravvissuta del banchetto sacrificale in cui il cinghiale, animale sacro al dio Freyr rivestiva una parte di grande importanza durante il solstizio invernale.
Freyr era il dio della fertilità, che garantiva governando la pioggia e il sole.
Nella Gísla Saga il lato meridionale della collina in cui viene sepolto Þorgrímr, fedele al dio Freyr, la neve non si accumula né ghiaccia, protetta dal potere del dio solare.
Nel canto eddico Skírnirmál il dio Freyr si innamora della gigantessa Gerðr, il cui nome indica proprio la Terra, e il loro matrimonio è la feconda unione di cielo e terra.
Al dio apparteneva il cinghiale Slíðrugtanni (“dalle zanne terribili”), più frequentemente chiamato Gullinbursti, ovvero “dalle setole dorate” e in queste ultime Blind vede simbolizzati i raggi dell’astro diurno. Si consideri anche che questo cinghiale straordinario, opera dei nani, era in grado di correre più veloce dei cavalli attraverso il cielo e sull’acqua, dove questa viene interpretata come il mare, in cui il sole scompariva ogni sera.
Secondo la Saga Heiðreks Konungs ins Vitra (la saga di re Heiðrek il Saggio), tradotta in inglese da Christopher Tolkien, il re Heiðrek era solito sacrificare al dio Freyr un cinghiale dalle dimensioni eccezionali, chiamato sonargǫltr (“cinghiale dell’espiazione”), durante il periodo di Yule ed esso era tenuto in considerazione tale che gli uomini pronunciavano giuramenti posando le proprie mani sulle sue setole.

ARTICOLI PRECEDENTI
Yule, la festività invernale degli Hobbit

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Settembre, un mese all’insegna di Tolkien

Stand della STI ai "Bastioni di Gondolin" a VicopisanoL’estate volge al termine, e, come da tradizione, anche questo settembre sarà animato da eventi dall’anima tolkieniana, sia in Italia che all’estero.
Agosto si è chiuso con il Raduno di San Marino, tenutosi all’interno del San Marino Comics il 27 e il 28 agosto, con un fitto programma di conferenze che ha visto come relatori, tra gli altri, Oronzo Cilli, Adolfo Morganti, Paolo Gulisano, Chiara Nejrotti, Ferruccio Cortesi, Luisa Paglieri e Gianluca Comastri. Da segnalare anche la mostra In viaggio per Arda dell’artista Fabio Porfidia, che da poco ha pubblicato il suo primo artbook (qui la sua pagina facebook).

Forlimpopoli (FC): Comicspopoli 2-4 settembre

ComicspopoliSettembre si aprirà con il Comicspopoli, manifestazione dedicata al mondo del fumetto e del cosplay, all’interno della quale avrà luogo È Sempre tempo di Tolkien, con la partecipazione di Gianluca Comastri, presidente di Eldalie, la costumista Veerena Stima, il collezionista e studioso Oronzo Cilli, l’artista Fabio Porfidia, lo scrittore Mirco Maselli e il gruppo di cosplayer La Quarta Era. Ci saranno interventi dedicati all’opera del Professore, come la tavola rotonda che darà il nome alla manifestazione, dove interverranno Paolo Gulisano, Gianluca Comastri, Fabio Porfidia e Oronzo Cilli; e Origine delle opere di Tolkien: fonti e ispirazione, tenuto da Gianluca Comastri; ma anche quiz e un giocaperitivo a tema. Sono inoltre previste le mostre Il Signore degli Anelli: quando la Fantasia diventa Realtà e la Middle-Earth Costume exhibit.
link al sito

Castello di Bisceglie (BT): Hobbiton 10-11 settembre

Hobbiton 2016 - BisceglieIl weekend successivo ci si sposta in Puglia, al Castello di Bisceglie, per la XXIII edizione della Hobbiton, la manifestazione annuale organizzata dalla Società Tolkieniana Italiana, alla sua terza edizione in Puglia. Del programma culturale nessuna traccia, ma hanno già confermato la loro presenza i ragazzi del Festival del Nerd di Foggia. È prevista anche una gara di cosplay e un’escape room a tema tolkieniano, mentre la compagnia teatrale itinerante Fatti di sogni proporrà animazione, musica, canti e balli.
qui la pagina facebook

St Antony’s College, Oxford: Oxonmoot 8-11 settembre

Oxford: oxonmootNello stesso weekend della Hobbiton, a Oxford si terrà l’Oxonmoot, evento annuale organizzato dalla Tolkien Society sin dal 1974. Il programma è ancora in via di definizione, ma solitamente include conferenze, quiz, letture, whorkshop, mostre d’arte e tanto altro. Tra le anticipazioni rese note sul sito della Tolkien Society, ci saranno un workshop dedicato alla fabbricazione di barbe naniche e una gara di cucina in stile hobbit. Molto interessante sarà la rappresentazione teatrale di Leaf by Niggle al Puppet State Theatre’s (qui l’articolo della Tolkien Society); e l’esposizione alla Bodleian Library della mappa della Terra di Mezzo annotata da Tolkien e Pauline Baynes. Il weekend si concluderà con una visita la domenica mattina alla tomba di Tolkien al Wolvercote Cemetary.
link al sito

Dozza (BO): Fantastika Nasce il Drago 24-25 settembre

Locandina Fantastika 2016Come già annunciato (ne abbiamo parlato qui), noi dell’AIST vi aspettiamo a Dozza il 24 e il 25 settembre per Fantastika, la manifestazione da noi organizzata che da quest’anno avrà cadenza biennale. A dare il titolo a questa edizione sarà il drago creato da Ivan Cavini: l’uovo che da mesi pulsa nel sottotetto del castello finalmente si schiuderà. Oltre a mostre d’arte e conferenze, a Fantastika ci sarà la presentazione in anteprima del calendario 2017 dell’AIST, (ne abbiamo parlato qui) che vedrà la partecipazione di illustratori del calibro di Paolo Barbieri, Ivan Cavini, Alberto Dal Lago, Edvige Faini, Angelo Montanini, Dany Orizio e Lucio Parrillo e per il quale a inizio settembre partirà il crowdfunding online. Avrò luogo la terza edizione del Mathom, l’incontro dei collezionisti tolkieniani italiani; inoltre i visitatori potranno visitare per la prima volta in Italia, una mostra esclusiva dal titolo Tolkien inedito: l’uomo, lo scrittore, il professore, curata da Oronzo Cilli (ne abbiamo parlato qui). Ma ancora non vi abbiamo rivelato tutto! In serbo, le conferenze tenute da importanti studiosi stranieri e italiani, spettacoli teatrali, il raduno nazionale degli appassionati di Harry Potter, una chicca sul Trono di Spade e molto altro… seguiteci!

Newcastle: Tolkien Weekend 24-25 settembre

Tolkien WeekendIn contemporanea a Fantastika, a Newcastle si festeggerà il Tolkien Weekend con una manifestazione dedicata. Gli eventi da segnalare sono il Bilbo’s Birthday Party, che si terrà al Bridge Hotel la sera del 23 settembre, e la Beowulf Evening, che avrà luogo la sera successiva nello stesso luogo. Dal 20 al 23 settembre alla cattedrale di St. Nicholas e il 24 e il 25 al castello di Newcastle invece sarà possibile visitare la mostra Illuminating Tolkien , che raccoglierà le opere di 12 artisti tolkieniani, tra i quali ricordiamo Ted Nasmith, Tomas Hijo, Jay Johnstone, Jemima Caitlin e John Cockshaw.
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Roma: Romics, 29 -30 settembre, 1-2 ottobre

Roma: Romics 2016Infine, il mese si concluderà con la partecipazione dell’AIST al Romics: come nella passata edizione di Aprile, saremo infatti presenti con il nostro stand, pronti a presentare i nostri libri e le nostre attività. Ma vi possiamo anticipare fin da ora che ci saranno alcune novità, come una nuova collaborazione importante: presto sul nostro sito tutti gli aggiornamenti.
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ARTICOLI PRECEDENTI
– Leggi l’articolo A Fantastika una mostra e l’asta dei collezionisti
– Leggi l’articolo I Lords for the Ring per il calendario AIST
– Leggi l’articolo I Maestri del Fantasy in mostra a Dozza
– Leggi l’articolo A Dozza nasce un drago: a FantastikA il 24-25 settembre
– Leggi l’articolo Fantastika, trovato un uovo: cosa sarà mai?

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– Vai al sito ufficiale di Fantastika
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Non sono perdute le due poesie «ritrovate» a Oxford

Studiosi: Christina Scull e Wayne HammondCome al solito bisogna fare chiarezza. Siti web e quotidiani online hanno pubblicato la notizia che sono state ritrovate un paio di poesie di Tolkien, pubblicate nel 1936 in un oscuro giornale scolastico. «Undiscovered J R R Tolkien poems found in 1936 school magazine», è il titolo di oggi dell’Oxford Mail. Un po’ più vicina al vero è la BBC, che ha titolato: «JRR Tolkien poems found in Abingdon school annual». “Ritrovate” è il termine giusto da usare, mentre dire che le poesie sono state “scoperte” è errato. Naturalmente per quotidiani e siti web italiani (dal
Corriere all’Internazionale, dall’Avvenire al Giornale), si tratta di una “nuova scoperta”. Ecco il perché è falso.

I fatti

Hammond e Scull: Tolkien's Companion and GuideLe due poesie di cui tanto si favoleggia sono già da tempo note agli studiosi e una di esse è pure pubblicata nella nuova edizione inglese delle Avventure di Tom Bombadil. Il 20 giugno del 2013, come da noi riportato in un articolo, i due infaticabili cacciatori di note Wayne Hammond e Christina Scull avevano annunciato al mondo di aver trovato queste due poesie, una sola delle quali è direttamente legata alla Terra di Mezzo. Negli aggiornamenti all’opera monumentale The J.R.R. Tolkien Companion and Guide, pubblicato nel 2006, i due biografi avevano già inserito riferimenti a queste due poesie, ma non avevano trovato altre informazioni complete sui due testi. Partendo da un riferimento contenuto in un’altra rivista, The Tablet, i due studiosi hanno scoperto che la poesia La sposa dell’ombra (Shadow-Bride) fu pubblicata nel 1936 nella rivista annuale della Our Lady’s School di Abingdon (vicino Oxford). «In seguito a questa scoperta, abbiamo chiesto alla scuola, che è ancora attiva», raccontano i due studiosi sul loro blog, «se avessero una copia del numero annuale nel loro archivio. Non ce lo avevano, ma ci hanno messo in contatto con le Suore della Misericordia a Bermondsey, che invece conservavano il numero del 1936. In questo modo abbiamo scoperto ancora di più su quella pubblicazione». Poesie: La Sposa dell'ombraUna versione precedente della Sposa dell’ombra si trovava a pagina 9, con il titolo The Shadow Man, cosa che cambiava di molto la prospettiva perché la poesia racconta di una donna che trova un compagno in un uomo che non getta ombra. Nel numero di The Tablet del 15 febbraio 1936 si fa riferimento però a «due poesie» di Tolkien nell’Annuale del 1936. «Abbiamo chiesto alle suore di poter avere una copia dell’indice del numero speciale», raccontano Hammond e Scull, «e in effetti, era elencata un’altra poesia di Tolkien». Si trova alle pagine 4-5 del numero 12, quello del mese di dicembre. E il suo titolo è dedicato al Natale: «Noel». I due studiosi avevano ottenuto anche questa poesia, di cui però riportavano sul blog solo l’incipit. Noel è insolita perché è una poesia che celebra il Natale, che ha portato la luce a un mondo che era triste, freddo e buio. Una poesia che non sembra ricollegarsi alla Terra di Mezzo ed è per questo motivo che non fu più rielaborata dallo scrittore inglese.

Cosa c’è di nuovo?

Stephen OliverSe la scoperta è vecchia di tre anni, cosa c’è di nuovo? Purtroppo c’è poco, a parte le immagini della rivista e la pubblicità che la scuola cerca di ottenere da un collegamento diretto con lo scrittore inglese. Stephen Oliver, rettore dell’Our Lady’s di Abingdon, ha ora trovato una copia della rivista in modo del tutto fortuito. All’Oxford Mail, il rettore ha raccontato di non aver trovato inizialmente, negli archivi della scuola, il numero richiesto da Hammond. Dopo le vane ricerche effettuate nel 2013, preparando ora un evento per gli ex alunni della scuola, Oliver ha trovato l’Annuale del 1936 con le due poesie di Tolkien.
Tolkien numero 1936«Il mio entusiasmo quando le ho viste è stato travolgente» ha raccontato all’Oxford Mail. «Sono un grande fan di Tolkien e sono stato contento di scoprire un collegamento con la scuola. Io stesso sono uno scrittore, inoltre, e mi sento privilegiato ad avere una parte nella scoperta di queste opere».
Dal punto di vista della visibilità, sicuramente il collegamento diretto con Tolkien farà molto bene all’istituto di Oxford: il rettore Oliver ha, infatti, già annunciato al Catholic Herald: «Abbiamo intenzione di fare di queste due poesie il pezzo centrale di un’esposizione sulla ricca storia della nostra scuola, che ha anche legami affascinanti con Florence Nightingale». Per avvalorare la scoperta, il rettore ho fornito il testo completo della poesia Noel e le immagini della copertina e dell’indice. Sono queste le novità di questa notizia: i lettori possono ora leggerle senza andare fino a Oxford. Tutto il resto era noto da tempo.

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Scoperta una poesia di Tolkien sconosciuta

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Our Lady’s School di Abingdon
– Vai al sito dell’Oxford Mail
– Val al sito di Hammond e Scull

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Telperion e Laurelin si trovano a Oxford

Oxford University Park: sentiero lungo il fiume«Ecco dal tumulo levarsi due snelli virgulti; e in quel momento il silenzio stava sul mondo intero, e altro suono non si udiva salvo il cantico di Yavanna. Alle sue note, gli alberelli crebbero e divennero belli e alti e si coprirono di fiori; e così nacquero al mondo i Due Alberi di Valinor. Di tutte le cose fatte da Yavanna, sono essi le più rinomate, e tutte le narrazioni dei Giorni Antichi si imperniano sul loro destino».
Oxford University Park: Telperion nel 2007Nel Silmarillion il computo del tempo iniziò così, con la creazione dei Due Alberi: Telperion, dalle foglie verde scuro e argento, e Laurelin, dalle foglie verde chiaro e dai fiori dorati. Entrambi emanavano luce propria, e l’alternarsi dei loro periodi di splendore, rispettivamente argentato e dorato, scandì le giornate di Valinor, fino all’Ottenebramento a opera di Melkor. Yavanna raccoglieva in pozze la rugiada luminosa che cadeva dalle loro foglie, e anch’esse erano fonte di luce, la stessa che Fëanor instillò nei suoi Silmarilli; la Valie inoltre creò la luna e il sole dall’ultimo fiore e dall’ultimo frutto degli Alberi, e Varda creò dalla luce di Telperion nuove stelle per la venuta degli Elfi.

A Oxford una panchina in memoria

Oxford: panchina con targa su TolkienSi tratta dunque di due elementi fondamentali nella mitologia tolkieniana, oltre che molto suggestivi: quale migliore omaggio si potrebbe fare al Professore, piantando due alberi che li ricordino e portino gli stessi nomi? A Oxford accadde proprio questo nel 1992, in occasione della Tolkien Centenary Conference, che celebrò i cent’anni dalla nascita dello scrittore, e si tenne al Keble College dal 16 al 24 agosto, organizzata dalla Tolkien Society e dalla Mythopoeic Society. Per ricordare Tolkien, venne anche affissa una targa commemorativa nell’Oxford University Parks, su una panchina sulla riva del fiume Cherwell: sul loro blog, Wayne Hammond e Christina Scull descrivono il luogo come molto pacifico, visitato solo da papere e corridori occasionali. Poco lontano, nella stessa occasione vennero appunto piantati Telperion e Laurelin. A oltre vent’anni, ora il memoriale è stato restaurato, dopo i molti danni causati dalla continua esposizione alle intemperie. Oxford: targa vecchiaIl sito della Tolkien Society ha dato la notizia che la panchina è stata riverniciata e la targa è stata sostituita con una nuova; quella vecchia è ora custodita negli archivi della società, visitabili al Surrey History Centre prendendo appuntamento con l’archivista Pat Reynolds. La scritta sulla nuova targa è identica alla prima, e riporta la dicitura: «In memory of J.R.R Tolkien, 1892-1973. This bench and the two trees nearby representing Telperion and Laurelin were donated by the Tolkien Centenary Conference 1992».

Due alberi divenuti realtà

Oxford: i due alberi Telperion e LaurelinSe identificare la panchina risulta immediato, a detta dei visitatori un po’ meno lo è per quanto riguarda Telperion e Laurelin citati nella targa. I due alberi sono rispettivamente un acero, dalle foglie verde scuro sopra e leggermente argentate sotto, e un’acacia (anche conosciuta come robinia), dalle foglie verde brillante. Entrambi gli alberi sono oggi visibili e rintracciabili (in questo articolo sul sito della Tolkien Society è possibile trovare la mappa precisa); in un certo periodo sono stati addirittura tre. Laurelin infatti fu accidentalmente danneggiato da una falciatrice, ed è rimasto perciò molto più piccolo di Telperion. Per rimediare al danno, fu piantato un secondo Laurelin, che però si ammalò e fu rimosso dopo la morte nel 2014. Simile destino nello stesso anno era toccato al Pinus Nigra preferito di Tolkien, nel Giardino Botanico dell’università: per via di una malattia aveva perduto uno dei rami più grandi, pregiudicando la stabilità dell’intero tronco: è stato così necessario abbatterlo (ne avevamo parlato qui).
Oxford University Parks: mappaGli Oxford University Parks sono costituiti da circa 30 ettari di parco sulla riva occidentale del fiume Cherwell, cui si aggiungono sull’altra riva altri 1,5 ettari di uno sperone di terra che corre verso sud. I Parchi comprendono aree sportive e una grande collezione di piante e alberi in uno splendido scenario paesaggistico. Sembra che Tolkien si sia ispirato ad alcuni alberi presenti nel parco. Gli Ucorni, inevitabilmente scambiati per alberi, nel Signore degli Anelli (Le Due Torri III,8) sono descritti in dettaglio: «Le estremità dei lunghi rami ondeggianti pendevano come dita intente a perquisire, le radici uscivano dal terreno come membra di strani mostri e buie caverne si aprivano sotto di essi». La descrizione si addice alle specie arboree con ramificazione pendula, come l’ibrido di salice piangente che vive in Gran Bretagna (Salix chrysocoma) o il faggio pendulo (Fagus sylvatica ‘Pendula’), di cui un esempio impressionante si trova proprio nell’Oxford University Parks. Per aiutare a trovare i due alberi, la Tolkien Society ha inserito nel proprio sito tutte le indicazioni per raggiungere il luogo in cui si trovano: Oxford University Park: i due alberi nel 2015«Dopo aver raggiunto l’incrocio del ponte High Bridge, si deve prendere il sentiero che costeggia il fiume Cherwell, dirigendosi verso sud-est. La panchina in memoria di Tolkien è la seconda panchina si incontra lungo il bordo del fiume. I due alberi, Laurelin e Tedlperion si trovano non sono lontano dietro la panchina, ma possono essere difficili da individuare tra gli altri alberi che sono cresciuti lì interno in questi ultimi anni. Hanno un medio fusto e sono divisi da alberi molto più giovani».

 

LINK ESTERNI
– Vai all’articolo articolo sui memoriali tolkieniani, sul sito della Tolkien Society
– Vai al blog di Wayne Hammond e Christina Scull
– Vai al sito dell’Oxford University Parks
– Vai alla pagina della targa originale nell’archivio digitale della Tolkien Society
– Vai all’indice del volume che raccoglie i lavori della Tolkien Centenary Conference, sul sito della Mythopoeic Society

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I quadri di Fabio Leone in mostra a Oxford

Fabio Leone: "Ulmo appears before Tuor"All’incirca un anno e mezzo fa, viaggiando per internet, ci siamo imbattuti in un’artista italiano con la predilezione per l’antica tecnica dell’iconografia e per i temi tolkieniani. Strano abbinamento verrebbe da pensare, invece le sue opere, studiate a fondo con un lavoro maniacale, paiono ricche di particolari, profonde e capaci di scatenare recondite emozioni. Insomma, sembrano tutto tranne che strane. Il nome di questo artista è Fabio Leone, nato a Latina nel 1979 si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2004. Nel corso degli anni si è specializzato nell’uso del digitale per le sue illustrazioni non disdegnando il ritorno all’antico amore per la pittura iconografica.

Una crescita artistica

Fabio LeoneProprio un anno e mezzo fa lo intervistammo per la prima volta (potete trovare l’intervista qui). Ebbene, da quell’intervista ne è passata di acqua sotto i ponti: Leone ha partecipato alla prima edizione di Fantastika presso la Rocca di Dozza (in provincia di Bologna) portando in mostra alcune delle sue opere migliori e, nel corso del tempo, ha creato nuove illustrazioni dedicate al mondo tolkieniano. Proprio una di queste ultime opere Ulmo appears before Tuor ha poi vinto la seconda edizione del Tolkien Society Awards come miglior illustrazione. Questo premio fu istituito dalla Tolkien Society nel 2014 per “cercare di istruire il pubblico e promuovere la ricerca sulla vita e le opere del prof. J.R.R. Tolkien” e la prima edizione fu vinta da Jenny Dolfen altra artista assai nota nel mondo tolkieniano. Potete vedere tutti i premiati della prima e seconda edizione qui. Proprio il quadro vincitore ha poi girato un po’ l’Italia, prima in mostra presso lo WoW di Milano, poi a Roma. Ma, dal giorno della vittoria per questo ambito premio molte cose sono cambiate nella vita professionale di questo artista. E ci sono novità non da poco! Prima fra tutte: la sua illustrazione The Aftermath, una delle poche che ritrae la battaglia di Azanulbizar , entrerà a far parte del documentario inserito nell’edizione estesa del Dvd Lo Hobbit – La Battaglia delle 5 Armate in uscita negli Stati Uniti per questo autunno. Per l’occasione, abbiamo voluto parlarne direttamente con l’artista.

L’intervista

Fabio Leone: "Thrain"Fabio, raccontaci come e quando sei stato contattato e le tue sensazioni. «Sono stato contattato tramite DeviantArt e la prima sensazione è stata di grande sorpresa. DeviantArt è un portale estremamente eterogeneo e non mi aspettavo di ricevere richieste professionali di tale livello in quella comunità. Non consultando spesso la posta su Deviant ho temuto di essermi mosso tardi: ho velocemente girato alla mia agenzia i contatti e la mail ricevuta per poter sbrogliare la matassa burocratica necessaria alla cessione dell’immagine, poi ho tenuto incrociate le dita per sapere se avevo risposto in tempo. Solo 4 mesi dopo ho avuto conferma che l’illustrazione The Aftermath aveva raggiunto il montaggio finale nel documentario».
L’illustrazione l’avevi già creata prima che ti contattassero. Come è nata l’idea per questo soggetto?
«Progettare un dipinto non è, per me, mai immediato: spesso parto da un’intuizione per poi arrivare a qualcosa di diverso. Ad esempio, con questo quadro, l’idea nacque quando ricevetti il libro Visions of a Modern Myth contenente molte illustrazioni di Donato Giancola. Osservando lo scontro tra Eowyn ed il Nazgul e lo splendido disegno a matita raffigurante Niniel e Glaurung, pensai di creare una scena raffigurante una battaglia appena terminata. Non sapevo quale, ma il tema è struggente: l’euforia scema, l’adrenalina cala e la realtà tragica della battaglia prende forma davanti agli occhi dei sopravvissuti, dopo i canti di guerra è il momento di affrontare la realtà del prezzo pagato per la vittoria. Donato Giancola: "Nienor and Glaurung"Non desideravo lavorare ad una battaglia con uomini o elfi. Avevo già sviluppato un ritratto con Thrain che mi aveva pienamente soddisfatto, quindi decisi di dedicarmi a una battaglia nella loro tradizione e usare nuovamente il personaggio di Thrain. Sarebbe stata una buona occasione per mostrarlo per intero e appena ricevuta la ferita all’occhio. Stabilito il tema principale (la perdita personale che comporta la vittoria), la mia scelta è caduta sulla battaglia di Azanulzibar, che segnò tragicamente i nani che vi parteciparono. Tolkien descrive come i nani ricordino i caduti descrivendoli come “i bruciati”, poiché non ebbero sepoltura e vennero cremati in una immensa pira funebre».
Ti sei ispirato a qualcosa per questo tema così particolare?
«Come accennato prima, il disegno di Giancola raffigurante Niniel appena dopo la morte di Glaurung, mi ha dato l’idea del rappresentare il termine di una battaglia. Altre influenze provengono dallo studio preparatorio di Giancola raffigurante Eowyn contro il Nazgul ed una illustrazione di Maciej Kuciara raffigurante un guerriero che fronteggia un drago. Ci tenevo al raffigurare un campo di battaglia devastato dallo scontro in cui i sopravvissuti iniziano a comprendere le perdite subite. Credo che la guerra tra Nani ed orchi per il possesso di Khazad-Dum sia direttamente ispirata alla guerra di trincea vissuta da Tolkien sulla Somme, dovevo averne rispetto citandone la tragicità».
Oltre ad essere stata scelta la sua illustrazione per il documentario contenuto nel Dvd dell’ultimo capitolo de Lo Hobbit di Peter Jackson, c’è anche un’altra novità: la partecipazione di Fabio Leone, con il patrocinio dell’Aist, alla Oxonmoot 2015 di quest’anno che avrà luogo dal 10 al 13 settembre 2015 presso il St. Antony’s College di Oxford. Per chi non lo sapesse, la Oxonmoot è un insieme di conferenze e mostre tenute annualmente dalla Tolkien Society. Vi sono dibattiti, seminari, mostre, feste e cene a tema tutto sotto l’insegna della convivialità e dello scambio di idee fra i vari studiosi, artisti, collezionisti e semplici estimatori del mondo tolkieniano.
Fabio Leone: "The Thorin’s Scourge"Fabio, come è nata l’idea di partecipare alla Oxonmoot?

«Essendo il dipinto Ulmo appears before Tuor riconosciuto dalla Tolkien Society come migliore illustrazione per la diffusione della letteratura di Tolkien nel 2015, ho chiesto se avevano intenzione di stabilire una continuità tra i “Tolkien Society Awards” ed Oxonmoot. Alla loro risposta positiva ho chiesto di poter esporre. Purtroppo il partecipare di persona è fuori dalle mie possibilità, ma grazie a Roberto Arduini ho ottenuto di poter inviare almeno i miei dipinti».
Quali quadri porterai?
«Tutti i miei lavori a tema Tolkieniano fin’ora completati. Quindi: i ritratti di Gandalf, Saruman, Beorn e Radagast, Il Re Stregone di Angmar, Il ritratto di Thrain, The Aftermath, Lo specchio di Galadriel, Montone Arrosto, The Troll Chart, Grima, Ulmo appears before Tuor, The Nine appena completato assieme al recente The Thorin’s Scourge. In tutto 14 dipinti».
Quali sono i tuoi nuovi quadri di questi ultimi mesi?
Fabio Leone: "The Nine"«Ad Oxonmoot ci saranno due nuovi dipinti. Il primo è La cavalcata dei Nove, che dopo alcune iterazioni verrà esposto col titolo The Nine: non rappresenta alcun momento particolare nella storia, sebbene creato con l’intenzione di ritrarli nel Rudhaur alle calcagna di Frodo, nei pressi del guado prima di Rivendell. Il secondo è il ritratto di Thorin intitolato The Thorin’s Scourge: dipinto nato come esperimento per un diverso approccio al colore; poi ho deciso di approfondire l’indagine psicologica su Thorin citando il suo conflitto interiore nella sua ricerca di Erebor».
Fabio Leone: "Grima"Quest’anno è stato per te ricco di novità: prima la vittoria dell’Award, poi la tua illustrazione nel Dvd de Lo Hobbit e ancora la partecipazione alla Oxonmoot. Cosa stai preparando ora? Ci sono altre illustrazioni tolkieniane in cantiere?
«Tempo permettendo, sto sviluppando alcuni progetti personali, oltre al tema Tolkieniano mi sto dedicando ad altre storie, come ad esempio una serie di ritratti ispirati a “Masters of the Universe” ed una illustrazione di Navarre, tratto dal film “LadyHawke”. Tornando a Tolkien, sono attualmente al lavoro al dipinto raffigurante lo scontro tra Eowin ed il Nazgul nella pianura del Pelennor».
Fabio Leone: "Eowyn ed il Nazgul"E quali sono i tuoi progetti futuri?
«Desidero tentare nuovamente la tecnica ad olio su tavola, probabilmente comincerò con piccoli ritratti o forse traducendo in tale tecnica uno dei ritratti già completati in digitale. Per quanto riguarda invece la pittura digitale, mi è difficile essere preciso, ma sicuramente il completare il ritratto di Navarre, lo scontro tra Eowyn ed il Nazgul e preparare le basi per il ritratto di Trapjaw. Ho il desiderio di rappresentare Eowyn nelle case di guarigione da mesi e da qualche settimana anche il pensiero ricorrente di provare alcuni paesaggi per poter affrontare il funerale di Boromir ed un dipinto ispirato a Skyrim… ma come ho detto prima, per me il progettare un dipinto può portare in direzioni non pianificate. Io intanto sul computer sto raccogliendo referenze riguardo agli stregoni Blu, lo scontro sul picco ZirakZigil e Smeagol… non si sa mai…».
Fa sempre un immenso piacere vedere che un’artista italiano è riuscito a raggiungere un riconoscimento internazionale. Ma noi che conosciamo bene Fabio Leone sappiamo che questo, per lui, è solo l’inizio.

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ARTICOLI PRECEDENTI:
– Vai all’articolo Fabio Leone: «Tolkien? È uno choc culturale»
– Vai all’articolo La Magia dell’Anello, non solo mostra a Milano

LINK ESTERNI
– Vai al sito della Tolkien Society
– Vai al sito di Fabio Leone su DeviantArt
– Vai al blog di Fabio Leone

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Un progetto per Tolkien narrare nuove storie

Scrivere storieUn autore e la sua passione: scrivere. Se c’è un modo per celebrare J.R.R. Tolkien è quello di scrivere una storia. Questo devono aver pensato gli organizzatori di un progetto incentrato sull’arte di narrare le storie finanziato dal Tolkien Project offrirà quest’inverno seminari e masterclasses in tutta la contea di Oxford. Firing the Heart – Tales of Exile and Sanctuary (“Colpire al cuore – Racconti d’esilio e rifugio”) è il nome dell’iniziativa, che inviterà le persone a condividere le proprie storie e contribuire alla fase finale di un progetto che durerà tre anni nell’intento di creare nuove storie orali e letterarie.

Il progetto

Locandina 5 ottobreIl progetto è finanziato dalla Tolkien Trust, istituita dai quattro figli di J.R.R. Tolkien e dalla Lankelly Chase, una fondazione che mira a migliorare la qualità della vita delle persone sia esse senzatetto, che coloro che abbiano abusato di sostanze stupefacenti, che vivono in estrema povertà, che hanno subito una malattia fisica e mentale o abusi fisici e psicologici. Avranno la possibilità di partecipare al workshop presso Fusion, il Museo di storia a Campsfield, le comunità locali, gli studenti universitari e i laureati, gli scrittori, gli artisti e i detenuti del Centro di detenzione e di immigrazione Campsfield House. Il progetto intende esplorare i temi delle comunità emarginate, dei rifugiati, il tema dell’esilio e del rifugio. Le storie così raccolte andranno a creare un libretto. Verranno offerte sessioni di narrazione ogni domenica fino al 23 novembre, due masterclass si avranno il 29 novembre e 13 dicembre dalle 10:30 alle 16:30 presso la Fusion Arts in Princes Street ad Oxford. Gli incontri costano 20 sterline (25 euro) ciascuno mentre le sessioni di storia 5 (6 euro) per ogni sessione. Per prenotare o avere altre informazioni si può andare alla pagina della Fusion arts o contattare al telefono il numero 01865/245735.

Il Tolkien Trust

Enti: Tolkien TrustIl Tolkien Trust è un ente di beneficenza registrato. È stato fondato nel 1977 dai quattro figli dell’autore, J.R.R. Tolkien, per consentire alla famiglia Tolkien di selezionare e di regolamentare i molti progetti di beneficienza. Il sostegno del Tolkien Trust ai progetti benefici si basa sulla discrezionalità dell’ente, il che significa che gli amministratori decidono a quali dare il loro supporto sulla base della loro conoscenza della beneficenza operante nei settori di loro interesse. Il Trust ha sostenuto tradizionalmente un ampio spettro di cause benefiche in tutto il mondo. Il Tolkien Trust non è in grado di fornire informazioni su argomenti legati alle opere di Tolkien. Le questioni relative alle opere letterarie dello scrittore, ai diritti d’autore e ai marchi registrati e alle licenze di sfruttamento, ai contratti o alle altre questioni di lavoro sono trattate esclusivamente dalla Tolkien Estate e dal suo editore, la HarperCollins.
 

(L’articolo è stato scritto grazie alla traduzione di Erin Oak, che ringraziamo per la collaborazione)

 

– Vai al sito del Tolkien Trust
– Vai al sito delle Fusion Arts
– Vai al sito del Tolkien Estate
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Oxford, sarà abbattuto l’albero di J.R.R. Tolkien

Oxford Botanical GardenCerte notizie, anche se tristi, bisogna darle comunque. L’albero amato da Tolkien a Oxford sarà abbattuto perché è malato. Si trova all’interno del giardino botanico, luogo che lo scrittore visitava spesso per passeggiare o fare un picnic. L’amore del professore per gli alberi nacque in tenera età. Da bambino li immaginava protagonisti di racconti e amava le storie in cui gli alberi rivestono un ruolo importante. «Ogni albero ha il suo nemico, pochi hanno un avvocato», scrive nelle lettere.

L’amore per la natura

Suzanne Helmigh: "Treebeard"L’amore di Tolkien per la natura traspare quasi in ogni pagina delle sue opere. Tolkien aveva una vera passione per alberi e foreste, e ne popolò Il Signore degli Anelli. Alberi, boschi, foreste e i loro abitanti, sono presenti in molte parti di: Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli, Il Silmarillion, Fabbro di Wootton Major e, naturalmente, “Foglia” di Niggle. Alcuni di loro sono particolari, magici e favolosi, mentre altri sono oscuri, inquietanti e pericolosi. Dalla Vecchia Foresta ai mallorn di Lothlórien, da Fangorn al malevolo Vecchio Uomo Salice. Gli alberi possono anche avere un valore simbolico che può essere esplorato e considerato come, ad esempio, Laurelin e Telperion, i due alberi di Valinor o l’Albero Bianco di Gondor. Una delle sue creazioni più originali sono proprio gli Ent, ossia i “Pastori degli Alberi”: figure gigantesche dall’aspetto arboreo, ma capaci di parlare e di muoversi autonomamente, il cui compito è di custodire le foreste. Perché per Tolkien la foresta è un’entità dotata di una vita propria, indipendente da quella degli Uomini (e degli Elfi, e dei Nani…), ma non per questo meno “viva” e intensa, una vita di cui i personaggi si rendono conto solo quando essa si dimostra ostile, come nel caso della Vecchia Foresta ai confini della Contea, i cui alberi sembrano congiurare per ostacolare e sviare i viaggiatori, o del Vecchio Uomo Salice, che li attira e li incanta per poi intrappolarli all’interno del proprio tronco o annegarli nel fiume sulle cui rive cresce.

Una lettera e una commemorazione

Tolkien all'Orto Botanico di OxfordA questo lungo elenco si deve aggiungere un elemento biografico: l’albero più caro e amato dall’autore, appunto. Si tratta di un ultracentenario Pinus nigra, collocato in un vasto prato dell’Orto Botanico ad Oxford. Piantato nel 1800 da James Benwell è attualmente il più antico esemplaro di questa specie in Gran Bretagna. Tolkien veniva spesso a leggere o riflettere sotto i suoi rami possenti. Proprio lì è stata scattata una delle ultime foto conosciute dello scrittore (qui a sinistra), fatta dal nipote Michael il 9 agosto 1973, meno di un mese prima della scomparsa. Tolkien è appoggiato al suo vecchio amico vegetale, che chiamava amichevolmente Laocoon. Proprio il pinus è stato l’oggetto della lettera che il direttore del Giardino Botanico di Oxford ha inviato al presidente della Tolkien Society inglese, Shaun Gunner. «Come vi sarà senza dubbio familiare, uno dei nostri alberi più rappresentativi, il pino nero, è segnalato per essere stato l’albero preferito di Tolkien. Vi scrivo per farvi sapere che, molto tristemente, due grandi rami sono caduti dall’albero lo scorso fine settimana, per fortuna senza causare feriti. Tuttavia, la stabilità strutturale del pino è ora a rischio. Abbiamo dovuto prendere una decisione molto difficile: l’albero sarà tagliato. Volevo farvi sapere personalmente questa difficile decisione essendo voi Presidente della Tolkien Society. Ci piacerebbe molto celebrare l’albero e le sue associazioni letterarie nelle prossime settimane, mesi o anni a venire. Spero potremo lavorare insieme per raggiungere un calendario opportunamente celebrativo di eventi». Accolto l’invito, la Tolkien Society si è messa subito al lavoro Il Pinus nigra amato da Tolkien com'è oggiper trovare il modo più adatto per salutare Laocoon. Tra le ipotesi finora proposte ci sono quella di piantare una porzione dell’albero per iniziare una nuova generazione, come accadde per l’Albero Bianco e usare il legno del tronco può realizzare una panchina commemorativa da sistemare nel giardino botanico. Appena sarà deciso, daremo notizia sul nostro sito di eventuali cerimonie o manifestazioni per il pinus nigra di Tolkien.
 

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– Vai al sito dell’Orto Botanico ad Oxford




A Oxford nel 1914 la parodia di Tolkien

Exeter-CollegeLa Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien ebbe inizio nel 1914. Questa potrebbe essere una sorpresa, considerando il fatto che Il Signore degli Anelli fu pubblicato nel 1954-55 e anche che Lo Hobbit apparve non prima del 1937. Ma il fatto è che prima e dietro a questi due libri esisteva già un enorme base di lavoro creativo: l’ambizioso e vasto ciclo di storie che sarebbe poi diventato Il Silmarillion, così come gli annali, la descrizione cosmografica, la poesia, le illustrazioni, le mappe e, naturalmente, diversi linguaggi e sistemi di scrittura inventati.

Gli inizi

Tolkien studenteIl primo frammento identificabile della Terra di Mezzo emerse il 24 settembre 1914, quando Tolkien (qui fotografato nel giugno dello stesso anno) era ospite a casa della zia a Nottinghamshire. La guerra era appena scoppiata in Europa, tutto il mondo era in fermento, e Tolkien fece il primo passo sulla strada che poi avrebbe seguito per il resto della sua vita. Ma ci arriverà a tempo debito. Il 26 gennaio 2014 è ricorso il centenario della prima lettura pubblica conosciuta dell’epica di Tolkien. Non è quella che ci si potrebbe aspettare: qui non ci sono cariche di cavalleria, né mostri mitologici, né scontri a fil di spada. Riportiamo i verbali ufficiali di una riunione del College – una sessione della Stapledon Society, il corpo di studenti universitari che frequentano l’Exter College ad Oxford. È difficile immaginare un argomento che con meno probabilità possa risvegliare l’immaginazione e forse, in altre mani, sarebbe potuto esser stato al massimo blandamente divertente o, al peggio, squallidamente utile. Tuttavia, a scriverlo fu incaricato Tolkien. Come suo ultimo mandato era stato il Segretario della Stapeldon Society e questo era uno degli ultimi suoi incarichi. In più, fu in questa riunione che venne eletto Presidente per il successivo mandato. Così, immaginatevi la scena di quel 26 Gennaio 1914, con un Tolkien ventiduenne, seduto sulla sedia, con il suo successore come segretario – il suo amico Colin Cullis – mentre sta leggendo il resoconto vivido da cui sono stati presi i seguenti stralci*. È una parodia di una riunione studentesca, raccontata in termini epici, come fosse una battaglia.

Il racconto

Matriculation-Oxford«Alla 791ma riunione della Stapelton Society, tenutasi il 1° dicembre 1913, una delle più grandi battaglie tra democrazia e autocrazia è stata combattuta e vinta e, come di solito avviene in questi scontri, le armi della democrazia erano teppismo e chiasso… Molto prima che gli ufficiali passassero la coltre di fumo, si udirono i suoni inquietanti di una gigantesca Casa assetata di sangue [la personificazione della totalità degli studenti]. Anche nel portico un sordo mormorio in forte espansione, come la Baia di Bloodhound in “Red Axe” (libro di S.R. Crockett del 1898, N.d.T.), raggiunse le orecchie dei più pigri; prontamente fece gonfiare la folla che, con la porta ormai
bloccata dal flusso, entrava attraverso le finestre.
[Il Presidente uscente, R.H. Gordon, aveva portato una bottiglia di Porto e gli altri studenti seguirono l’andazzo, così l’incontro declinò verso un generale stato di ubriachezza. Una discutibile decisione della Presidenza che condusse a una tristezza diffusa]. La Casa – individuabile nel signor H.S. Price, rosso in viso e con le vene rigonfie di rabbia sulla fronte – protestò contro questa sentenza con un tale fervore che mai si era sentito prima in questo luogo. Uomo dopo uomo si alzarono per parlare arrossati dal vino dell’ira e, uomo dopo uomo furono repressi, schiacciati e soffocati nell’oblio con la magia della Regola 9 sez. B; fino a quando la Casa non cominciò a essere infastidita dalla Regola 9 (B) come da un nemico personale e cominciò a sentirsi investita da un forte antagonismo ogniqualvolta se ne faceva menzione. L’unico modo che, i membri agli angoli più lontani della stanza, avevano per capire i progressi nella discussione era quello di vedere i cambiamenti di colore sul volto del Presidente, che variavano dal viola acceso al color crema più smorto… Oxford student clubQuando il signor Trevor Oliphant si alzò con il viso bianco di amara determinazione e richiese che la Casa si riunisse in privato per discutere sulla questione costituzionale in sospeso, tutti i limiti consentiti, tutto l’ordine e tutto il resto vennero dimenticati; ed in un lungo e rauco tripudio di baccano, di aspre grida, di bottiglie brandite verso l’alto, di portafiammiferi scagliati, di abiti estremamente fioriti, di tazze fracassate, e luci spente, la Casa dichiarò la sua determinazione imponendo il suo volere ed ignorando la costituzione. In mezzo a questo caos, un fiammifero di marca Fu-ji-ya rimbalzò sul petto del signor Palmer e colpì il segretario [Tolkien stesso] piazzandosi sul suo naso. Per essere precisi per un’ora la Casa si battè, con chiasso ed indignazione, per la sua volontà. Erano sul punto di dissolversi e di trasformarsi in un’altra associazione, o si discuteva sull’accettare la regola 40, o ancora la regola 10, oppure per non avere assolutamente regole, o per avere la testa del Presidente o i suoi pantaloni…

Sì, più che semplicemente epica è una parodia-epica. Ma qui intravediamo Tolkien, cento anni fa, che si preparava per il lavoro che avrebbe reso la Terra di Mezzo un nome familiare a tutto il mondo. Potrà leggere altro sugli anni di università di Tolkien e sulle origini della Terra di Mezzo sul prossimo libretto pubblicato dall’Exeter College.

* Gli estratti dal verbale del Stapledon Society sono riprodotti con l’autorizzazione dell’Exeter College. (Articolo di John Garth – traduzione di Erin)

– Vai al sito di John Garth

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Festa per Lo Hobbit Day, ma in Italia c’è poco

Compleanno di Bilbo BagginsLa fine di settembre è un periodo molto inteso per gli appassionati di J.R.R. Tolkien. Il 22 settembre è il compleanno di Bilbo. Ben due eventi iniziano oggi e si annunciano ricchi di sorprese ed iniziative. Si tratta di manifestazioni diverse, ma che esprimono con la stessa intensità la passione per le opere del professore di Oxford. Si svolgono all’estero, precisamente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, ma ormai da anni vedono la partecipazione anche di molti appassionati italiani. Ma andiamo per ordine.

Il compleanno di Bilbo e Frodo a Oxford

Priscilla TolkienDomenica è Lo Hobbit Day, una giornata che è anche parte di Tolkien Week. Lo Hobbit Day commemora il compleanno di Bilbo e Frodo Baggins. E a Oxford, città dove l’autore del Signore degli Anelli insegnò e visse per la maggior parte della sua vita, la Tolkien Society inglese organizza la Oxonmoot. La grande festa durerà da sabato 21 settembre fino a domenica 22. Anche quest’anno la location sarà uno dei più grandi college all’interno dell’Università di Oxford, la Lady Margaret Hall. Oxonmoot deriva il proprio nome dalla fusione delle parole Oxford e Moot (“assemblea” in antico inglese) e si tiene dal 1974, in corrispondenza del week-end più vicino al 22 settembre, giorno del compleanno di Bilbo e Frodo Baggins. Tra gli ospiti illustri è doveroso annoverare Priscilla Tolkien, sempre presente e disponibile. L’evento è caratterizzato da conferenze e dibattiti, con ampio spazio a momenti di svago; come ogni anno viene organizzata una mostra d’arte, dibattiti, esibizioni artistiche, quiz e un mercatino. Ma, forse la cosa più importante, dà un’ottima opportunità per incontrare e scambiare le proprie opinioni con altri appassionati di Tolkien. L’evento principale di domenica sarà, come di consueto, l’Enyalië: nel cimitero di Wolvercote, presso la tomba di Tolkien, avviene un momento di raccoglimento in sua memoria insieme agli altri appassionati da tutto il mondo.

Negli Usa, lo Hobbit day è in biblioteca

Bibliotecario: Micah NewsomeDall’altra parte dell’oceano, i molti appassionati di Tolkien e della Terra di Mezzo sabato avranno la possibilità di festeggiare il compleanno dei personaggi più famosi dello scrittore inglese presso la biblioteca della contea di Columbia, in Georgia. «Seguendo la tradizione di Tolkien, il 22 settembre si festeggia il compleanno condiviso di
ben due suoi personaggi, Bilbo Baggins e suo nipote Frodo Baggins. La festa è spesso promossa dalla casa editrice Houghton Mifflin», ha spiegato Micah Newsome, responsabile della biblioteca e coordinatore dell’evento. Newsome ha invitato tutti i lettori di Tolkien di età tra 11 e 18 anni a prendere parte alla festa a partire da mezzogiorno. La manifestazione prevede una gara a quiz, un concorso a premi, la proiezione del film Lo Hobbit: un viaggio inaspettato e, nella migliore tradizione tolkieniana, «cibo Hobbit in abbondanza!». Il vincitore dei quiz «porterà a casa una edizione speciale da collezione del libro Lo Hobbit», ha concluso Newsome. Per partecipare è necessario iscriversi entro le ore 17 di venerdì. Per ulteriori informazioni. Si può inviare una mail a Micah Newsome Telefono: (706)863-1946. Tutto lo staff del portale web The One Ring festeggerà, invece, a Los Angeles, ospitando l’annuale Baggins Birthday Bash. Alcuni dei soci cucineranno piatti tipici Hobbit, altri faranno letture dai libri o proietteranno i film di Peter Jackson, mentre alcuni si concentreranno su giochi, concorsi o costumi ispirati alle opere di Tolkien. Festa di "The One Ring"In tutto insieme a buon cibo, bella compagnia e tanto divertimento adatto a tutte le età. La festa avrà inizio a mezzogiorno di domenica 22 settembre a Griffith Park. Tutte le informazioni sulla pagina dell’evento su Facebook oppure si può scrivere a Garfeimao@theonering.net. Per lo Hobbit Day è stata organizzata anche un convention online: il portale Middle-earth Network invita tutti gli appassionati a inviare video, testi, foto e contributi, che poi verranno caricati anche sul canale Youtube e sul sito dedicato.

Pochi appuntamenti in Italia

Libreria Feltrinelli VeronaE in Italia? Il nostro Paese quest’anno è un po’ distratto e non sono previsti grandi eventi da parte delle associazioni tolkieniane. Unica eccezione i Proudneck di Roma, smial della Tolkien Society inglese che probabilmente si riuniranno sabato 28 settembre verso le 17 presso la Libreria “Tra le righe”. Ma a ben guardare, ci sono alcuni piccoli eventi in cui si rende omaggio al Professore di Oxford e al Signore degli Anelli, anche se non sanno di farlo proprio nello Hobbit Day! A Verona, presso la libreria Feltrinelli in via Quattro Spade 2, domenica 22 settembre alle ore 16.30 si svolgerà «Alla scoperta del Fantasy», un pomeriggio speciale in compagnia dello scrittore veronese Davide Galati che condurrà un laboratorio di scrittura creativa per giovani lettori (dagli 8 ai 10 anni) tutto dedicato al Fantasy e all’opera di Tolkien (informazioni sul sito Feltrinelli, tel. 045809081 oppure si può scrivere una mail). I-misteri-del-viandanteNella stessa giornata, nel borgo di Morterone (il comune più piccolo d’Italia con 36 abitanti) nella provincia di Lecco in Lombardia, si svolgerà una visita-escursione dal titolo «Memorie di legno» dedicata a Tolkien: i partecipanti potranno percorrere i sentieri del Resegone e di Costa del Palio, compiendo quello che è conosciuto come l’affascinante Sentiero dei Grandi Alberi, da Morterone verso la Costa del Palio. L’escursione a tema geologico-naturalistico, si svolge tra pascoli verdeggianti e soprattutto boschi di alberi maestosi e silenziosi che ricordano le avventure di Tolkien, frazioni di pietra che rievocano la vita contadina e panorami a perdita d’occhio. L’escursione dura dalle 10 alle 16,30. Il prezzo: adulti € 10; ragazzi 7-14 anni € 6; gratuito per i minori di 6 anni (informazioni sul sito Geotrips – tel: 3488134405 – email: sabrina@geotrips.it). Per concludere, in concomitanza Manifestazioni: ludomeetcon la Fiera dell’elettronica di Montesilvano sabato 21 e domenica 22 settembre, Il Circolo Delle Rune ha organizzato, sotto richiesta del comune di Montesilvano e in collaborazione con altre associazioni, un incontro di gioco e intrattenimento presso lo stesso stabilimento ove si terrà la fiera (Palco, Palacongressi  d’Abruzzo, a Montesilvano, zona Grandi Alberghi): nello specifico eventi tolkieniani saranno domenica il torneo di Dungeons & Dragons 3.5 unofficial, l’incontro sul Gioco di Ruolo dal Vivo e la serata Tolkeniana a Città Sant’Angelo. Le Sezioni Fanclub del Circolo delle Rune cercano nuovi amici per condividere la passione comune per Il Signore degli Anelli con Il Puledro Impennato. Esposizione di collezioni private di gadget, merchandise e cimeli. Manifestazioni: "Giallo luna Nero notte" a RavennaSi parlerà, infine, di Tolkien anche durante GialloLuna NeroNotte, la manifestazione sui libri gialli e noir che si svolge dal 22 al 29 settermbre nel cuore di Ravenna. Uno dei dei filoni dell’undicesima edizione è rivolto alle “Indagini dell’altro mondo” e presenterà opere che mescolano i generi, dalla fantascienza al fantasy, sempre in salsa thriller, anche in onore del ventesimo anniversario del cult “X-Files” e a quarant’anni dalla morte di Tolkien. Venerdì 27 settembre, alle ore 18, presso la Tenda del Giallo, in piazza Garibaldi, si parlerà di «Altri mondi» con due scrittori: Luca Tarenzi, autore di
God Breaker (Salani Editore) ed Eugenio Saguatti, autore di Caos a Qasrabad (Alacran Edizioni). I due scrittore renderanno un omaggio a Tolkien, cui entrambi si sono ispirati.

Sotto il segno
del Professore

Scrittori fantasy: Luca Tarenzi«Quando ho scoperto la narrativa fantastica? Molto presto: nella mia famiglia leggevano tutti», racconta Luca Tarenzi. «Avevo dodici anni quando mi è finito tra le mani La storia infinita di Michael Ende. Fu amore a prima vista. Poco dopo è arrivato Tolkien», spiega. I suoi libri sono pieni di citazioni all’autore del Signore degli Anelli: nel Sentiero di legno e sangue, il riferimento a lui è addirittura nella prefazione e i Sognatori della storia sono una sorta di avatar degli scrittori. E così anche in Godbreaker, un urban fantasy che attraversa le epoche e rielabora in modo raffinato archetipi letterari e miti atavici. «La Caccia Selvaggia presente nel volume è uno dei miti indoeuropei più potenti della cultura occidentale, è parte inscindibile del nostro inconscio. Se ne è ricordato lo stesso Tolkien quando ha immaginato i Nazgul», conclude. Eugenio Saguatti, bolognese, classe 1968, è al suo romanzo d’esordio con Caos a Qasrabad, edito da Alacràn (2010). È riuscito a coniugare l’esotismo del fantasy con i tradizionali ingredienti del giallo classico: «Premetto che il genere Fantasy è quello che frequento meno in assoluto: dopo la lettura dei libri di Tolkien, tutto il resto mi è sembrato uno “scoppiazzaticcio” privo di interesse». Eppure nella storia sono presenti omaggi allo scrittore inglese, a partire dal protagonista, l’elfo Wakancha: «Non è vero! A parte gli scherzi, gli elfi che ci arrivano da Tolkien (e forse ancor di più dai giochi di ruolo, Dungeons&Dragons in primis) sono affascinanti, senza dubbio, ma anche molto lontani dai noi esseri mortali. Per questo che ho cercato di mettere in scena un elfo lontano dagli stereotipi, molto umano sotto tutti i punti di vista. Scrittori fantasy: Eugenio SaguattiWakancha non si sente superiore a nessuno, tratta chiunque con rispetto (almeno finché non perde la pazienza) ed è sinceramente interessato alle usanze di altri popoli. Ha doti non comuni, è vero, ma ha anche grandi lacune e fragilità che non nasconde. Dunque un elfo poco elfico. Ho tentato di fare lo stesso anche con le altre razze che s’incontrano nel romanzo. I troll, per esempio, non sono quegli esseri brutali e senza cervello che la tradizione vorrebbe. Ho inserito un goblin, Ugluk, che parla un po’ sgrammaticato, ma non è per niente stupido e ha una sua sensibilità. Insomma, ho giocato a ribaltare i cliché».
Allora, buon Hobbit day a tutti!

ARTICOLI PRECEDENTI:
Il compleanno di Bilbo da Dublino a Oxford
J.R.R. Tolkien in Germania e Gran Bretagna
LINK:
– Vai al sito ufficiale della Oxonmoot della Tolkien Society
– Il programma degli eventi, sempre in aggiornamento
– La pagina per la registrazione online

– Vai al sito del Circolo delle rune in Abruzzo
– Vai al sito di Geotrips
– Vai al sito della manifestazione Giallo luna
– Vai al sito personale di Eugenio Saguatti
– Leggi la prima parte del libro di Luca Tarenzi Il Sentiero di Legno e Sangue
– Vai al portale web The One Ring
– Vai al portale web Middle-earth Network

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Anche a Oxford da marzo si insegna Tolkien

Facoltà-IngleseJ.R.R. Tolkien è uno degli scrittori più noti del XX secolo e i suoi libri Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit hanno intrattenuto e, al tempo stesso, incuriosito i lettori per decenni, diventando tra i libri più popolari di tutti i tempi. Molte persone hanno letto questi romanzi, o visto gli adattamenti cinematografici, ma hanno avuto poche opportunità di approfondire maggiormente il loro interesse. Per soddisfare quest’esigenza la Facoltà di inglese dell’università di oxford (dove Tolkien ha insegnato per la maggior parte della sua carriera) ha organizzato la “Oxford Tolkien Spring School”, rivolta a coloro che hanno letto i romanzi dello scrittore inglese e vogliono scoprire di più. Sono previste una serie di lezioni introduttive tenute dai maggiori studiosi di Tolkien a livello mondiale, che si terranno presso la Facoltà dal 21 al 23 Marzo 2013. La facoltà di inglese dell’università di Oxford è la più grande in Gran Bretagna, e una delle più illustri scuole di inglese in tutto il mondo. Fondata nel 1894, ha annoverato tra i suoi membri alcuni dei più importanti critici e studiosi del settore, tra cui J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis, Edmund Blunden, Nevill Coghill, Helen Gardner, Richard Ellmann, Terry Eagleton e molti altri.

Le conferenze

EFLGli interventi riguarderanno la vita di Tolkien, il suo lavoro come un accademico, la sua mitologia, le influenze della letteratura medievale per la sua narrativa, i suoi linguaggi, Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e le sue altre opere meno conosciute. Ci sarà anche una tavola rotonda che discuterà sul posto di Tolkien nel canone letterario. Prevista anche la possibilità di visitare i luoghi di Oxford che furono più importanti per Tolkien e i suoi colleghi, nonché una esplorazione introduttiva alla collezione dei manoscritti di Tolkien conservata presso l’Università. La Scuola è aperta a tutti e si rivolge in particolare a coloro che hanno letto i romanzi di Tolkien, ma ora sono alla ricerca di un’introduzione alla sua mitologia, ad altre aree di studio, e a un più profondo studio critico dei testi.

Tra i relatori:
* John Garth su “La vita di J.R.R. Tolkien”.
* Thomas Honegger su “Tolkien come studioso accademico”.
* Carl Phelpstead su “La mitologia di Tolkien”.
* Elizabeth Solopova su ” Le lingue di Tolkien”.
* Mark Atherton su “Tolkien e la letteratura medievale inglese antica (Old English)”.
* Stuart Lee su “Lo Hobbit”.
* Anna Caughey su “Il Signore degli Anelli”.
* Maria Artamonova su “Le altre opere di Tolkien”.
* Edmund Weiner su “Tolkien e il gioco di parole”.

Tutto l’evento avrà luogo dal pomeriggio del 21 marzo fino al pranzo del 23 marzo. La tassa di frequenza per l’intero evento è di 160 sterline, compresi i rinfreschi, oltre a un banchetto opzionale la sera del 22 marzo al Balliol College al costo di 40 sterline. Per mantenere i costi al minimo i delegati sono invitati a organizzarsi in proprio il viaggio e l’alloggio. «Crediamo che questa scuola si rivelerà estremamente popolare», fanno sapere gli organizzatori, «così vi consigliamo di prenotare in anticipo per evitare delusioni». Per effettuare la registrazione, si può cliccare questo link. Per ulteriori informazioni si può contattare il seguente indirizzo: english.office@ell.ox.ac.uk . Si prega di includere nell’oggetto del messaggio le parole “Tolkien Spring School”.

– Vai al sito della Facoltà di inglese di Oxford

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I dieci luoghi più “letterari” del mondo

Libreria a ParigiDieci luoghi per perdersi e ritrovarsi con l’autore preferito. Sul sito Gadling Jessica Festa mette in fila dieci ritrovi del cuore nel vasto mondo, storicizzati e in qualche modo resi eterni dalla penna o dalla semplice presenza di grandi scrittori. Nell’ordine, si parte dalla libreria Shakespeare and company di Parigi dove nel secolo scorso sono passati Fitzgerald ed Hemingway, la cui casa a Key West in Florida è il secondo dei luoghi letterari menzionati. Qui al 907 di Whitehead Street l’autore di Addio alle Armi ultimò molti dei suoi romanzi. Per terzo viene il Globe Theatre di Londra con il suo implicito richiamo shakespeariano, anche il teatro che possiamo visitare oggi è stato ricostruito dopo un incendio nel 1844. E poi Walden Pond a Concord nel Massachussettes, legato alla memoria di Thoreau e Emerson; il Vesuvio Cafe di San Francisco, culla della Beat Generation, il Chelsea Hotel di New York, la Dublino di Joyce (sì in questo caso la giornalista ha scelto proprio la città intera come luogo d’elezione); un’altra città sebbene di dimensioni più modeste come la Hannibal del Missouri è stata invece consegnata alla storia letteraria dalla presenza di Mark Twain, mentre il museo di Haworth in Inghilterra racchiude la memoria delle sorelle Bronte.

Il pub degli inklings

Oxford: pub "The Eagle and the Child"Per ultimo, ma non da meno, viene il pub The Eagle and Child, dove ogni settimana si riuniva il gruppo degli Inklings guidato da J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis, Charles Williams e Owen Barfield. E in questo caso più che di luogo si potrebbe parlare di porta d’accesso unica, col suo aroma di alcool e tabacchi, verso i più incredibili mondi dell’immaginazione del ‘900. Secondo Stephanie Yoder di BootsnAll, non solo questo è un bel posto per rilassarsi con una birra fresca, ma è anche la sede migliore per la creatività. Gli Inklings si incontravano qui una volta alla settimana per bere e soprattutto per confrontarsi sui loro lavori. Ed è qui che furono letti alcuni capitoli di libri oggi famosi come Le cronache di Narnia di Lewis e Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli di Tolkien.
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Oxford: pub "The Eagle and the Child!

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