Sviluppi: da Sendak a Yeskov e Shippey su Sigurd

In gergo si chiama “follow-up”: seguito, ancor meglio “sviluppo di una notizia”. Bene noi ne abbiamo troppe che premono per non occuparcene. Quindi, stavolta un bell’articolo composito, che rende giustizia a tutti i nostri “follow-up”.

Lo Hobbit mai disegnato da Maurice Sendak
Maurice SendakWayne Hammond, autore insieme a Chiristina Scull del The J.R.R. Tolkien Companion and Guide, su MythSoc, la mailing list della Mythopoeic Society, ha inviato un messaggio sulla mancata collaborazione tra Tolkien e Sendak, fornendo la versione che si può trarre consultando gli archivi di Allen&Uwin e Houghton Mifflin, le due case editrici coinvolte. In sintesi è quella che abbiamo riportano nell’articolo e smentisce la versione “di terza mano” (Sendak > Maguire > Di Terlizzi) fornita dal Los Angeles Times. Noi avevamo già espresso forti dubbi, basandoci sul fatto che non si ha traccia del secondo disegno di Sendak e soprattutto che il primo, quello di Gandalf e Bilbo, aveva proprio il difetto riportato dallo stesso Tolkien. Hammond conferma che la versione è riportata da Sendak perché il famoso disegnatore ne parlò anche in una conferenza a cui lui partecipò: «Rimane la sua interpretazione dei fatti. I documenti d’archivio sulla corrispondenza tra le due case editrici lo smentiscono». Tre i punti di dissenso:
1) Tolkien non supervisionava tutta l’operazione, ma aveva lasciato che gli editori gestissero la cosa. Sendak aveva negoziato delle royalty più basse pur di consegnare più tardi i disegni, che poi furono consegnati soltanto all’inizio del 1967, oltre due anni dopo la firma dell’accordo;
2) la versione delle didascalie invertite non regge, perché dalla corrispondenza si parla sempre chiaramente di una sola bozza, quella di Gandalf e Bilbo. Hammond fornisce la sequenza cronologica precisa, che si può già leggere nell’articolo da noi pubblicato in precedenza.
3) Non c’è alcuna traccia della frase di Tolkien secondo cui “Sendak non aveva letto attentamente il libro e non sapeva cosa fosse un Hobbit”, anche se potrebbe essere plausibile osservando la bozza in questione.
Hammond conclude che, in ogni caso, sarebbe stato interessante vedere Lo Hobbit illustrato da Sendak, che si sarebbe sicuramente realizzato se non ci fosse stato il suo attacco di cuore nel maggio del 1967 e che il disappunto di Tolkien circa la bozza non avrebbe sicuramente fermato un progetto del genere.

«Al di sopra del Marese, della Valle dell’Acqua, dei Monti Brumosi, del Bosco d’Oro,
della Montagna Solitaria, delle nubi, dei mari, al di là del Fuoco Dorato, della Rete di Stelle
e dei confini delle Cerchie del mondo…».

L’Ultimo portatore dell’Anello
Edizione spagnola di The Last Ring BearerTorniamo sulla notizia del libro
The Last Ring-Bearer, scritto da Kirill Yeskov, di cui avevamo già parlato diffusamente. La notizia ha suscitato tanto interesse che il biologo e paleontologo di Mosca ha scritto sul suo blog un lungo intervento in cui spiega le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere “la storia del Signore degli Anelli dalla parte dei perdenti”. Salon ne ha riportato la traduzione in inglese, che tra l’altro ha scatenato i commenti dei lettori. L’articolo è molto approfondito e meriterebbe un articolo a parte, per la profondità, le digressioni in campo letterario e sul mondo di critica in Russia e per lo stile piacevole di Yeskov.

Riportiamo qui una sintesi: «Ho scritto The Last Ring-Bearer soltanto per diletto, il mio e quello di dei miei amici. Non ho scritto il romanzo inseguendo i gusti di un editore o di un possibile pubblico», scrive lo scienziato russo. «È stato scritto anche per un pubblico specifico: è una “storia fantastica per giovani scienziati”, come sono io». Soprattutto, il romanzo ha un obiettivo: «Far ricredere quelli tra noi che sono scettici o agnostici, secondo cui Tolkien è solo un affascinate, sebbene un po’ noioso, scrittore di libri per bambini». Yeskov considera il suo libro non un sequel, ma un “apocrifo”, l’unico tipo di opera in grado di prendere spunto da un capolavoro per produrre talvolta risultati apprezzabili.

Kirill Yeskov«Cosa realmente mi ha spinto a scrivere The Last Ring-Bearer?», si domanda lo scienziato, che risponde: «La sfida intellettuale di trovare una spiegazione logica a diverse contraddizioni ovvie presenti nel Signore degli Anelli. Paradossalmente, volevo dimostrare che era sbagliata proprio la famosa tesi che “Tolkien aveva sbagliato” circolante nel nostro ambiente». Yeskov considera Tolkien un uomo di scienza, anche se un linguista piuttosto che un geologo. Da linguista, il professore di Oxford iniziò creando lingue immaginarie, con il loro alfabeto, la grammatica e il glossario; creò quindi alcuni racconti e leggende usando questi linguaggi, poi i popoli che avevano scritto queste leggende, e soltanto allora creò steppe, montagne e foreste in cui questi popoli potessero far pascolare le greggi, costruire città e combattere “l’Oscurità dall’Est”. «È stata questa precisamente la sequenza», dice Yeskov. «Tolkien era un filologo e ovviamente aveva scarso interesse nell’ultima componente, inanimata, della Terra-di-mezzo». Così il mondo immaginario creato da Tolkien presenta una serie di difetti dal punto di vista fisico e geologico.

In un noto saggio, Must Fantasy Be Stupid?, lo scrittore russo Sergej Pereslegin (su cui si potrebbe aprire un capitolo a parte, ma andremmo lontano) fornisce un elenco dettagliato degli errori più comuni commessi dagli autori di Fantasy, ed usa l’opera di Tolkien per definirne uno: «La Terra-di-mezzo è un mondo geologicamente instabile». Ecco tutte le imperfezioni: è un mondo con un solo continente (come accadde alla Terra in era Proterozoica e Paleozoica), ma non ha catene montuose al suo centro (come l’Himalaya), risultanti dalla collisione delle diverse placche tettoniche. La conclusione è che si tratta di un mondo completamente immaginario. Kirill Yeskov reagisce a queste affermazioni e per dimostrare che la Terra-di-mezzo è un “mondo
reale”, come tra l’altro si può leggere nel bel saggio di un altro critico russo, R.I. Kabakov, Tolkien’s Lord of the Rings and the Problem of Contemporary Literary Myth-making, spiega come la Terra-di-mezzo è semplicemente la parte nord-occidentale di un continente, che si estende ben oltre i margini sud ed est delle mappe disegnate da Tolkien. Sicuramente, oltre quei bordi ci saranno catene montuose, mari ed arcipelaghi.
Lo scienziato russo dà una risposta anche ad altre domande:

  • Che tipo di economia ha quella parte del continente, dove sicuramente figure come Aragorn oppure Faramir sono personaggi non comuni?
  • Qual è il tipo di moneta circolante, ad esempio, nella Contea, dove gli Hobbit sono solito vedersi nelle locande per bere birra?
  • Qual è l’occupazione, ad esempio, degli abitanti di un regione come Rohan, dove è rinomato l’allevamento dei cavalli, che però non può essere alla base dell’economia di un intero paese?
  • Cosa mangiano le sterminate schiere dell’Oscuro Signore mentre sono accampate nel deserto di Mordor?
  • Soprattutto, come può esistere in un regno come Mordor, una capitale in mezzo al deserto?

Rispondere a tutte queste domande lo ha portato a scrivere The Last Ring-Bearer. Yeskov conclude il lungo intervento spiegando i suoi sentimenti verso il professore di Oxford: «Mi inchino di fronte al Demiurgo Tolkien, che ha creato un universo stupefacente, ma rimango un po’ freddo dinanzi a Bardo Tolkien, autore della storia dei quattro Hobbit e della loro quest. In altre parole, per me il palcoscenico è più maestoso e interessante dello spettacolo che vi si svolge sopra».

Sigurd & Gudrún, Shippey torna in Galles
Dopo una simile rassegna non potevamo non potevano chiudere in bellezza. Avevamo annunciato l’avvio dei due corsi online alla University of Wales Institute di Cardiff, che partiranno da lunedì 23 maggio prossimo. A condurli è Dimitra Fimi, giovane conferma tra gli studiosi di Tolkien, autrice tra l’altro del libro Tolkien, Race and Cultural History, recentemente premiato con il 2010 Mythopoeic Scholarship Award in Inklings Studies. La professoressa greco-gallese ha portato in dote ai suoi studenti la conferenza pubblica tenuta da Tom Shippey su Writing into the Gap: Tolkien’s The Legend of Sigurd & Gudrún (stesso titolo della sua recensione del volume pubblicata su Tolkien Studies 7). Lo studioso è stato presentato da Fimi come colui con cui «sono nati seriamente i Tolkien Studies, con la pubblicazione di La Via per la Terra-di-mezzo» (edito da Marietti 1820). Vista l’improbabilità di aver potuto sentire la conferenza di Shippey a Cardiff, vogliamo darvi un assaggio di quel che ha detto su Tolkien e il suo lavoro. Eccovi quasi dodici minuti della sua conferenza!!! Non sarà tutta, ma almeno un morso alla mela lo diamo anche dall’Italia…
Ecco anche la Parte 2
:





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1 Comment to “Sviluppi: da Sendak a Yeskov e Shippey su Sigurd”

  1. Robert ha detto:

    Molto interessante… 🙂

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