Chi ha detto che J.R.R. Tolkien scriveva solo di elfi, anelli e draghi? Il prossimo ottobre 2025, i lettori appassionati della Terra di Mezzo scopriranno un lato completamente diverso del professore di Oxford: HarperCollins ha annunciato l’uscita infatti di un nuovo inedito, che avrà il titolo de I Frammenti di Bovadium. Si tratta di un breve romanzo fantasy satirico scritto dall’autore alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso. Il testo sarà accompagnato da un saggio di Richard Ovenden e arricchito da illustrazioni dello stesso autore.
Motori, caos e un demone chiamato… traffico
The End of Bovadium (questo il titolo originale) è una parabola che racconta la distruzione della città di Oxford, ribattezzata ironicamente Bovadium, per mano dei Motores: automobili infernali fabbricate dal Demone di Vaccipratum — un velato riferimento a Lord Nuffield e alla sua fabbrica di motori a Cowley. Il risultato? Strade bloccate, cittadini asfissiati, città esplosa. E no, non è fantascienza. È satira. Tolkien prende di mira l’invasione dell’automobile e la trasformazione del mondo moderno, proprio nella sua amata Oxford, trasformandola in un campo di battaglia urbano dominato dal traffico. Altro che Orchi: i veri nemici sono i parcheggi introvabili.
A renderlo ancora più peculiare è lo stile: Tolkien gioca con il linguaggio, inserendo molti passaggi in latino, mescolando personaggi assurdi come Rotzopny, il Dottor Gums e il misterioso Śarevelk. Un mix di erudizione e umorismo che, secondo chi lo lesse in anteprima, avrebbe potuto essere respinto dai lettori meno pazienti: troppo latino, troppa ironia, troppo… Tolkien?
Non a caso, nel 1968 l’autore dichiarò di non avere alcuna intenzione di pubblicarlo — o, come disse lui: «Non ho intenzione di farlo intralciare col mio lavoro vero e proprio». Ma la verità è che ci aveva provato eccome: nel 1960 lo aveva proposto (tramite la sua segretaria) alla rivista Time and Tide (che nel 1955 aveva già pubblicato la sua poesia Imram), e nel 1966 prestò il manoscritto all’editore Rayner Unwin, che suggerì di pubblicarlo sull’Oxford Magazine. Anche Clyde S. Kilby ne ricevette una copia e, anni dopo, nel suo libro Tolkien e il Silmarillion la descrisse come una storia «piena dell’inventiva che ci si aspetta da Tolkien» e un primo, ironico commento sulla commercializzazione del nostro mondo.
La nuova edizione postuma
Finora dov’era nascosto questo testo?
Il manoscritto, lungo circa 53 pagine, è conservato alla Bodleian Library di Oxford (Mss. Tolkien, Serie A, cartella A62). La sua esistenza è nota agli studiosi da decenni, e venne menzionata anche nella biografia ufficiale scritta da Humphrey Carpenter, che lo descrisse come una sorta di cugino ribelle di Mr Bliss, l’altra storia “automobilistica” di Tolkien.
La nuova edizione in uscita il 9 ottobre 2025, a cura di Christopher Tolkien, include sia il testo narrativo che un saggio di accompagnamento intitolato L’origine del Bovadium, firmato da Richard Ovenden, bibliotecario della Bodleian Library e studioso di Tolkien. Mentre la copertina è stata disegnata da Emily Langford (cover designer alla HarperCollins, qui a sinistra una copertina con il suo stile) basandosi su un’immagine di Tolkien, le illustrazioni per accompagnare il racconto, come nella miglior tradizione tolkieniana, sono state realizzate dall’autore stesso e anch’esse sono finora inedite.
Se non lo avete notato, c’è un’altra grande notizia: come suo padre che scrisse numerosi volumi postumi, anche Christopher Tolkien sta iniziando a curare libri inediti, ma pubblicandoli da morto. Anche questa diverrà un’altra tradizione di famiglia?
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