David Bratman sulla Christopher Tolkien Conference

Locandina Christopher Tolkien Centenary ConferenceDopo quello di Verlyn Flieger sulla potenza letteraria degli Hobbit proseguiamo nella pubblicazione di articoli a firma di esperti tolkieniani internazionali. È ora la volta di David Bratman, che ringraziamo per la gentile concessione. L’articolo che segue (in calce il link all’originale) è il breve resoconto di alcuni interventi presentati alla Christopher Tolkien Centenary Conference, organizzata congiuntamente dalla Tolkien Society e dalla Mythopoeic Society e tenutasi il 23 e 24 novembre 2024 in occasione del centenario della nascita di Christopher Tolkien.

L’AutoreFoto di David Bratman

Bibliotecario universitario e studioso statunitense, David Bratman è noto in particolare per essere stato fra i curatori della rivista Mythprint pubblicata dalla Mythopoeic Society e per la sua appartenenza all’editorial board di Tolkien Studies: An Annual Scholarly Review, rivista fondata da Douglas A. Anderson, Michael D. C. Drout e Verlyn Flieger e universalmente riconosciuta come la più prestigiosa al mondo nel campo degli studi tolkieniani. È anche autore di numerosissimi articoli, recensioni, bibliografie e guide alla lettura.

“La Christopher Tolkien Conference”

Giovedì (21/11/2024 N.d.T.) cadeva il centenario della nascita di Christopher Tolkien, figlio ed esecutore letterario di J.R.R. Tolkien nonché responsabile – direttamente o indirettamente – di tutti i libri con quel nome sopra pubblicati nei cinquant’anni trascorsi dalla morte. La quantità di materiale inedito, spesso di grande interesse, lasciata dietro di sé da Tolkien è enorme, forse senza pari tra i grandi autori, e il livello di dedizione mostrato da Christopher nei confronti di tale materiale non ha decisamente eguali.

È per questo motivo che la scorsa settimana la Tolkien Society ha tenuto una conferenza online su Zoom. Di base nel Regno Unito, la conferenza aveva da queste parti orari piuttosto particolari, iniziando alle due o tre di notte e terminando intorno a mezzogiorno. Trovandomi spesso in piedi a metà nottata ho sentito alcuni dei primi interventi, ma poi sono tornato a letto e sono più quelli che ho perso. Delle ventotto presentazioni previste, ne ho sentite in tutto o in parte solo diciassette.

Più della metà delle presentazioni che ho sentito erano testimonianze personali del genere “come ho lavorato con Christopher Tolkien”. Qualcuno lo descriveva come un “curatore in capo”, ed è vero che lui subappaltava all’esterno gran parte del lavoro. Persone come Christopher Gilson, che ha curato il materiale linguistico, o Christina Scull e Wayne G. Hammond, che hanno curato di tutto, hanno raccontato pressoché la stessa storia: come la corrispondenza o le conversazioni con Christopher abbiano spinto quest’ultimo a suggerire che forse sarebbe loro piaciuto occuparsi della curatela di una certa cosa, o almeno fornire qualche suggerimento riguardo a come quella cosa potesse essere presentata in stampa, e come questo abbia portato a una lunga collaborazione nel corso della quale Christopher mandava fotocopie di carte in suo possesso, annotate con cura (questa pagina è il verso di quell’altra; questa parte è in inchiostro rosso, etc.), e mostrava infinita pazienza e tolleranza per i dettagli nel rispondere alle domande, ma anche una determinazione inflessibile nel pretendere che il lavoro fosse fatto nel modo giusto.

Di presentazioni di questo genere ve n’erano un certo numero, e lo stesso principio si applicava ai discorsi di artisti che avevano illustrato le opere (Alan Lee e Ted Nasmith), a quello del curatore dello stesso Christopher presso la sua casa editrice e, cosa interessantissima, a quello dell’archivista della Marquette University, cui Tolkien aveva venduto molti dei suoi manoscritti già negli anni ’50. Gran parte di quel discorso consisteva in un resoconto storico. A quelle carte non fu prestata molta attenzione fino a che Christopher non iniziò ad aver bisogno di consultarle per il suo lavoro, ed egli aveva stabilito un buon rapporto con l’allora archivista. Ciò di cui Christopher aveva davvero bisogno, tuttavia, specialmente in considerazione del suo crescente concentrarsi sul materiale della Marquette, era un assistente dedicato e competente che avesse il tempo e le energie per fare il lavoro con riscontro immediato. E ne ricevette uno: il compianto Taum Santoski. Conoscevo Taum di persona, pur se non bene come altri, e ho trovato delizioso che abbia ricevuto quest’attenzione in un discorso che riguardava quasi più lui che Christopher.

Foto di Sara BrownAltri interventi riguardavano il lavoro compiuto da Christopher Tolkien; alcuni trattando solo in modo generale della sua esistenza e attribuendo implicitamente l’importanza di Christopher al fatto di averlo prodotto, ma altri concentrandosi sul lavoro che egli faceva e sulla complessa stratificazione di scritti originali di Tolkien, commenti di Tolkien a questi, commenti di Christopher agli uni e agli altri, lavoro di messa in ordine del materiale e selezioni effettuate sullo stesso. (Si stima che i quattro ponderosi volumi sulla stesura del Signore degli Anelli [Volumi VI, VII, VIII e IX della Storia della Terra di Mezzo N.d.T.] contengano solo circa il quaranta per cento di quanto scritto da Tolkien). C’era poi la complessità dell’opera di Tolkien – i cambi di personaggi, le revisioni e cancellature, le storie dove i personaggi fraintendono il sapere loro narrato, le parti dove Tolkien stesso non era sicuro di quale fosse la Foto di Kristine Larsenrisposta … e l’attenta presentazione da parte di Christopher di tutto ciò. Due interventi, uno di Sara Brown (foto a sinistra) e l’altro di Kristine Larsen (foto a destra), hanno trattato dell’Athrabeth, un testo chiave del Legendarium, analizzando tutti gli strati della stesura e le scelte comportate dal lavoro di curatela delle stesse; entrambe, insieme a Verlyn Flieger, hanno poi enfatizzato finanche il coraggio di Christopher nel pubblicare tale testo, che incideva fino all’osso l’universo della narrazione e toccava le più profonde convinzioni religiose dello stesso autore. Ascoltando le parole di Sara e Kris e leggendo la chat ho avuto l’impressione che la mera esistenza dell’Athrabeth fosse una novità per molti dei partecipanti. C’è ancora molta esplorazione da fare, quindi andiamo avanti e facciamola.

David Bratman, Martedì 26 Novembre 2024

Traduzione di Giampaolo Canzonieri

Articolo originale: Christopher Tolkien conference

ARTICOLI PRECEDENTI:

– Leggi l’articolo Flieger: gli Hobbit? Sono una potenza letteraria

LINK ESTERNI:

– Vai al sito di David Bratman
– Vai al sito della Christopher Tolkien Centenary Conference
– Vai alla pagina di Tolkien Gateway su Taum Santoski
– Vai alla pagina di Tolkien Gateway sull’“Athrabeth Finrod ah Andreth”

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A Wilderness of Dragons, nuovi saggi

A Wilderness of Dragons - Essays in honor of Verlyn FliegerVerlyn Flieger è una delle studiose più acclamate in campo tolkieniano, autrice di numerosi volumi e saggi dedicati al Professore, e solo nel gennaio dell’anno scorso davamo notizia dell’uscita della sua ultima raccolta di saggi, There Would Always Be a Fairy Tale: oggi vi proponiamo una raccolta di saggi pubblicata in onore della studiosa. Si tratta di A Wilderness of Dragons: Essays in Honor of Verlyn Flieger, a cura di John D. Rateliff (a sua volta noto studioso tolkieniano) e pubblicata dalla giovanissima casa editrice The Gabbro Head Press, fondata nel 2017 a Wayzata, nel Minnesota. Disponibile su Amazon da dicembre 2018 in edizione economica o con copertina rigida, l’editore ha annunciato che l’e-book sarà disponibile nella seconda metà di gennaio.

A Wilderness of Dragons: i contenuti

The Gabbro Head - logoL’antologia, prima pubblicazione della Gabbro Head Press, è pensata per essere un tributo all’influenza della studiosa e raccoglie ventidue saggi, suddivisi in tre sezioni (Tolkienian Studies, Flieger’s Fiction e Three Personal Tributes), tra i quali appaiono nomi ormai noti ai nostri lettori: Thomas Honegger, Andrew Higgins, Anna Smol, solo per citarne alcuni. Il curatore stesso, John D. Rateliff, è autore saggi e del volume di critica The History of the Hobbit, ed ha proposto egli stesso un approfondimento per questa raccolta.
Riportiamo a seguito l’indice del libro:

Introduction di John D. Rateliff

Tolkienian Studies

A Seed of Courage: Merry, Pippin, and the Ordinary Hero di Amy Amendt-Raduege
Smith of Wootton Major and Genre Fantasy di David Bratman
Three Stories Holding Hands: The Wind in the Willows, Huntingtower, and The Hobbit di Marjorie Burns
J.R.R. Tolkien: The Foolhardy Philologist di Jason Fisher
“Mythology is Language and Language is Mythology”: How Verlyn Flieger’s Favorite ‘Bumper-sticker’ Works in Tolkien’s Legendarium di Andrew Higgins
Do Eldar Dream of Immortal Sheep?: Dreams, Memory, and Enchantment at the End of the Third Age di Thomas Hillman, Simon Cook, Jeremiah Burns, Richard Rohlin, e Oliver Stegen
“A Green Great Dragon” and J. R. R. Tolkien’s “Native Language” di John R. Holmes
Splintered Heroes: Heroic Variety and its Function in The Lord of the Rings di Thomas Honegger
Lessons of Myth, Mortality, & the Machine in the Dream State Space-Time Travel Tales of J.R.R. Tolkien and Olaf Stapledon di Kristine Larsen
“To Recall Forgotten Gods from their Twilight”: J.R.R. Tolkien’s “The Name Nodens” di John D. Rateliff
A History of the Acquisition: Marquette and the Tolkien Manuscripts di Taum Santoski
Seers and Singers: Tolkien’s Typology of Sub-creators di Anna Smol
Tolkien’s Story of Kullervo: A Lost Link between Kirby’s Kalevala and Tolkien’s Legendarium di Vivien Stocker
The Rare and Elusive “Green, Great Dragon” di Sandra Ballif Straubhaar
“A Recognizable Irish Strain” in Tolkien’s Work di Kris Swank
Canute and Beorhtnoth di Richard C. West

Flieger’s Fictions

“Green Hill Country”: A Scholar’s Tale di Peter Grybauskas
Words Made Flesh in Avilion di Paul Edmund Thomas
Identity, Time, and Faerie in Pig Tale and The Inn at Corbies’ Caaw: An Unexpected Convergence of Realms di Dennis Wilson Wise

Three Personal Tributes

A Teacher’s Teacher: Verlyn Flieger di Susan Yager
Music, Time, and Light in the Works of J. R. R. Tolkien and Verlyn Flieger: A Reflection di Bradford Lee Eden
“Whose Myth Is It?”: Tolkien Studies as Interdisciplinary Studies di Kristine Larsen

La narrativa di Verlyn Flieger nel 2019

Studiosi: Verlyn FliegerVerlyn Flieger è stata professoressa di mitologia e studi medievali presso l’Università del Maryland fino al 2012 (anno in cui si è ritirata), nonché prolifica studiosa delle opere del Professore, dedicando alla Terra di Mezzo numerosi volumi: A Question of Time: J.R.R. Tolkien’s Road to Faërie, Splintered Light: Logos and Language in Tolkien’s World, Interrupted Music. The Making of Tolkien’s Mythology, Green Suns and Faërie: Essays on J.R.R. Tolkien, fino al più recente There Would Always Be a Fairy Tale. Flieger ha curato anche l’edizione di testi tolkieniani, quali ad esempio La Storia di Kullervo e The The Lay of Aotrou and Itroun.
Professoressa, studiosa, ma anche scrittrice. Verlyn ha pubblicato romanzi e racconti: Pig Tale, The Inn at Corbies’ Caww, Avilion: A Romance of Voices nella raccolta The Doom of Camelot e Green Hill Country in Seeker of Dreams. Proprio la sua vena creativa sarà nuovamente protagonista nel corso del 2019, in quanto sono previste altre due sue pubblicazioni per la Gabbro Head Press, che tratta oltre agli studi letterari anche fiction, biografie, arte e storia.

Spiderweb Alley
Tematicamente in relazione con Pig Tale e The Inn at Corbies’ Caww, il romanzo esplora gli effetti che le storie possono avere sul corso della vita umana: Beth e il suo compagno Mick, folclorista di professione, intraprendono un viaggio per un remoto angolo di mondo dove la tradizione orale ancora fiorisce.

Avilion
Dopo anni spesi a tenere lezioni sulle opere di Sir Thomas Malory, Flieger trae ispirazione da esse per creare una serie di monologhi dei personaggi della materia arturiana: re Artù, Ginevra, Mordred, Merlino, Sir Gawain, Sir Boris ed altri cavalieri ancora dalla famosa tavola rotonda, che raccontano, ognuno con la propria voce e la propria prospettiva, luci e ombre di Camelot.

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo La nuova raccolta di saggi di Verlyn Flieger
– Leggi l’articolo There Would Always Be a Fairy Tale, recensione
– Leggi l’articolo Verlyn Flieger: «Ecco il Tolkien Oscuro»
– Leggi l’articolo “The Story of Kullervo”: ne parla Verlyn Flieger
– Leggi l’articolo “The Story of Kullervo”: ecco la seconda parte
– Leggi l’articolo Verlyn Flieger e WM4 su Tolkien e la Guerra
– Leggi l’articolo Verlyn Flieger a Gorizia: ecco cosa dirà!
– Leggi l’articolo Soli verdi” di Verlyn Flieger: ecco la recensione
– Leggi l’articolo I saggi dell’Arst: Mito e verità in Tolkien di Verlyn Flieger

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della casa editrice The Gabbro Head Press
– Vai al sito di Verlyn Flieger
– Vai al sito di John D. Rateliff, Sacnoth’s Scriptorium
– Trova A Wilderness of Dragons su Amazon

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Una foto inedita per i Tolkien Studies n. 11

Sito della West Virginia University PressDopo essere stato annunciato ad agosto, è stato pubblicato ora il volume numero 11 dei Tolkien Studies. La bella novità è la copertina. Ed è una bella sorpresa perché rivela che una foto inedito di Tolkien travestito da Hermès, in occasione della rappresentazione teatrale di un’opera di Aristofane, la Pace, nel luglio 1911. Tolkien HermesIl futuro scrittore ha 19 anni e sta frequentando l’ultimo anno di college alla King Edward’s School di Birmingham. Insieme ad altri amici, tra cui i più stretti sono Rob Gilson, Geoffrey Bache Smith e Christopher Wiseman, forma il gruppo letterario conosciuto come i “Tcbs” (Tea Club and Barrovian Society), il circolo di amici di scuola che speravano di raggiungere la grandezza pubblicando poesia e narrativa. Tra l’altro, l’immagine era parzialmente nota proprio perché da essa era stata tratta una delle rare immagini che si hanno di G.B. Smith.

Contenuti del volume

Riviste: Tolkien Studies 11Scorrendo i titoli dei contenuti nel volume si scopre che ci sono saggi firmati da Michael Drout, Verlyn Flieger e John Garth. Ma anche altri titoli sembrano molto interessanti. Anche gli amanti delle lingue elfiche saranno interessati ad approfondimenti come quello di Nelson Goering: Lŷg and Leuca: “Elven-Latin”, Archaic Languages and the Philology of Britain. Oppure, il testo di Michael DC Drout e dei suoi colleghi: Tolkien’s Creation of the Impression of Depth. Ricca è anche la sezione delle recensioni, a partire da quella di Verlyn Flieger sulla Caduta di Artù! Si passano in rassegna gli ultimi libri di saggistica pubblicati ed è presente un giudizio molto approfondito della struttura dei sostantivi nella primitiva lingua Qenya e un’analisi del Qenyaqetsa da parte di Garth. Eccovi la lista dei contenuti del Volume 11 dei Tolkien Studies.

 

Tolkien Studies 11 (2014)

– Editors’ Introduction
– In Memoriam
– Conventions and Abbreviations
John Garth: “The road from adaptation to invention:” How Tolkien came to the brink of Middle-earth in 1914
Sister Maria Frassati Jakupcak, OP: “A Particular Cast of Fancy”: Addison’s Walk with Tolkien and Lewis
Nelson Goering: Lŷg and Leuca: “Elven-Latin”, Archaic Languages and the Philology of Britain
Bernhard Hirsch: After the “end of all things”: the long return home to the Shire
Richard Z. Gallant: Original Sin in Heorot and Valinor
Michael A. Wodzak and Victoria Holtz Wodzak: Visibílium Ómnium et Invisibílium: Looking Out, On, and In Tolkien’s World
Verlyn Flieger: But What Did He Really Mean?
Michael D.C. Drout, Namiko Hitotsubashi and Rachel Scavera: Tolkien’s Creation of the Impression of Depth
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Book Reviews
The Fall of Arthur, by J.R.R. Tolkien, edited by Christopher Tolkien, reviewed by Verlyn Flieger
Qenya Noun Structure, by J.R.R. Tolkien, edited by Christopher Gilson, Patrick H. Wynne, and Arden R. Smith; Qenyaqetsa: The Qenya Phonology and Lexicon, together with The Poetic and Mythologic Words of Eldarissa, by J.R.R. Tolkien, edited by Christopher Gilson, Carl F. Hostetter, Patrick Wynne and Arden R. Smith, revised 3rd printing; Proceedings of the Third International Conference on J.R.R. Tolkien’s Invented Languages, Omentielva Nelya, Whitehaven, 2009, edited by “Beregond,” Anders Stenström; reviewed by John Garth.
J.R.R. Tolkien: The Hobbit and The Lord of the Rings, edited by Peter Hunt, reviewed by Gerard Hynes
The Riddles of The Hobbit, by Adam Roberts, reviewed by Thomas Honegger
The Loss and the Silence: Aspects of Modernism in the Works of C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien & Charles Williams by Margaret Hiley, reviewed by Catherine Butler
The Making of Middle-earth: A New Look Inside the World of J.R.R. Tolkien, by Christopher Snyder; The Essential Tolkien Trivia and Quiz Book: A Middle-earth Miscellany, by William MacKay; reviewed by David Bratman
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– Merlin DeTardo, “The Year’s Work in Tolkien Studies 2011”
– Rebecca Epstein and David Bratman, “Bibliography (In English) for 2012.

ARTICOLI PRECEDENTI
– Vai all’articolo su Tolkien Studies, è pronto il volume 11
– Vai all’articolo sui Ecco i Tolkien Studies 10: c’è un saggio italiano
– Vai all’articolo sui precedenti numeri dei Tolkien Studies

LINK
– Vai al sito della West Virginia University Press

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Tolkien Studies: ecco il numero undici (2014)

Sito della West Virginia University PressIl numero 11 è pronto. Testi, immagini, recensioni. Tutto consegnato all’editore. Manca quindi pochissimo per vedere pubblicato il volume 11 della rivista specialistica dei Tolkien Studies. Lo ha annunciato uno dei curatori, David Bratman: «A nome mio e degli altri curatori, Michael DC Drout e Verlyn Flieger, vorrei anticipare i contenuti del volume 11 della rivista Tolkien Studies. Tutti i testi sono ora nelle mani del nostro editore, la West Virginia University Press, e il volume è previsto per essere pubblicato molto presto in copertina rigida e su Project MUSE». E scorrendo i titoli viene già l’acquolina in bocca: ci sono saggi firmati da Drout, Flieger, Garth. Ma anche i titolo possono deliziare molti palati fini. Anche gli amanti delle lingue elfiche saranno interessati ad approfondimenti come quello di Nelson Goering: Lŷg and Leuca: “Elven-Latin”, Archaic Languages and the Philology of Britain. Oppure, il testo di Michael DC Drout E dei suoi colleghi: Tolkien’s Creation of the Impression of Depth.
Tolkien Studies: vol. 9Ma il testo più interessante sembra essere proprio quello di Verlyn Flieger: But What Did He Really Mean?
Alla fine dell’annuncio, Bratman deve però aggiungere una piccola nota stonata. «Nella tavola rotonda sulle riviste tolkieniane durante la manifestazione in PCA / ACA di quest’anno», precisa il curatore, «avevo annunciato che avremmo ristampato un altro saggio accademico di Tolkien tra quelli che si vedono di rado. Abbiamo avuto il permesso della Tolkien Estate, ma i tempi di consegna di un commento al testo si sono rivelati troppi stretti per poterlo inserire nel volume 11 della rivista. Sarà quindi inserito nel volume del prossimo anno». Di che saggio si tratterà? Dovremo tenerci la curiosità per dodici mesi!!! Senza ulteriori indugi, quindi, eccovi la lista dei contenuti del Volume 11 dei Tolkien Studies:

Tolkien Studies 11 (2014)

John Garth: “The road from adaptation to invention:” How Tolkien came to the brink of Middle-earth in 1914

Sister Maria Frassati Jakupcak, OP: “A Particular Cast of Fancy”: Addison’s Walk with Tolkien and Lewis

Nelson Goering: Lŷg and Leuca: “Elven-Latin”, Archaic Languages and the Philology of Britain

Bernhard Hirsch: After the “end of all things”: the long return home to the Shire

Richard Z. Gallant: Original Sin in Heorot and Valinor

Michael A. Wodzak and Victoria Holtz Wodzak: Visibílium Ómnium et Invisibílium: Looking Out, On, and In Tolkien’s World

Verlyn Flieger: But What Did He Really Mean?

Michael D.C. Drout, Namiko Hitotsubashi and Rachel Scavera: Tolkien’s Creation of the Impression of Depth
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Book Reviews
The Fall of Arthur, by J.R.R. Tolkien, edited by Christopher Tolkien, reviewed by Verlyn Flieger

Qenya Noun Structure, by J.R.R. Tolkien, edited by Christopher Gilson, Patrick H. Wynne, and Arden R. Smith; Qenyaqetsa: The Qenya Phonology and Lexicon, together with The Poetic and Mythologic Words of Eldarissa, by J.R.R. Tolkien, edited by Christopher Gilson, Carl F. Hostetter, Patrick Wynne and Arden R. Smith, revised 3rd printing; Proceedings of the Third International Conference on J.R.R. Tolkien’s Invented Languages, Omentielva Nelya, Whitehaven, 2009, edited by “Beregond,” Anders Stenström; reviewed by John Garth

J.R.R. Tolkien: The Hobbit and The Lord of the Rings, edited by Peter Hunt, reviewed by Gerard Hynes

The Riddles of The Hobbit, by Adam Roberts, reviewed by Thomas Honegger

The Loss and the Silence: Aspects of Modernism in the Works of C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien & Charles Williams by Margaret Hiley, reviewed by Catherine Butler

The Making of Middle-earth: A New Look Inside the World of J.R.R. Tolkien, by Christopher Snyder; The Essential Tolkien Trivia and Quiz Book: A Middle-earth Miscellany, by William MacKay; reviewed by David Bratman

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Merlin DeTardo, “The Year’s Work in Tolkien Studies 2011”

Rebecca Epstein and David Bratman, “Bibliography (In English) for 2012”
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– Vai all’articolo sui Ecco i Tolkien Studies 10: c’è un saggio italiano
– Vai all’articolo sui precedenti numeri dei Tolkien Studies
– Vai al sito della West Virginia University Press

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Ecco i Tolkien Studies 10: c’è un saggio italiano

Sito della West Virginia University PressMentre Michael D.C. Drout e Verlyn Flieger sono attualmente al congresso internazionale di Kalamazoo, dove gli interventi su J.R.R. Tolkien costituiscono una parte importante, come scritto in precedenza, chi è rimasto a casa, David Bratman, ha concluso il suo impegno per gli studi tolkieniani. È infatti di prossima uscita il decimo volume dei Tolkien Studies: An Annual Scholarly Review. I tre studiosi ne sono i curatori e i loro nomi bastano per rendersi conto che siamo di fronte a un prodotto di alto profilo. Dei primi due studiosi abbiamo parlato spesso: Flieger è l’autrice di Schegge di Luce, Question of Time, Interrupted Music, del recente Green Suns and Faërie e curatrice dell’edizione critica di Fabbro di Wootton major e del saggio Sulle Fiabe di Tolkien ; Drout è curatore della Tolkien Encyclopedia e curatore dell’edizione critica di Beowulf and the Critics di Tolkien. Bratman, che ha da poco sostituito Douglas A. Anderson, è un consulente bibliotecario, membro della Mythopoeic Society (la società tolkieniana negli Usa) per cui è stato redattore della rivista Mythprint. Nei Tolkien Studies, da molti anni si occupa della sezione bibliografica e delle recensioni.

Una rivista di qualità

Volume 8 dei Tolkien StudiesIn effetti Tolkien Studies è qualcosa di speciale. Si tratta della prima rivista accademica dedicata a Tolkien e alle sue opere, alla quale contribuiscono studiosi da tutto il mondo; generalmente professori o ricercatori universitari. La selezione degli articoli è sempre molto rigida, i contenuti generalmente di livello ottimo; il costo, purtroppo, molto alto. Si tratta tuttavia di un prezzo in linea con le altre pubblicazioni di questo tipo, destinate principalmente a biblioteche e librerie universitarie. Il primo numero è, però, da tempo consultabile liberamente online. «Oh, non c’è molto da dire, ma farò parlare i titoli da soli», ci dice Bratman sui dei saggi che compongono il nuovo volume. «Tutte le opere sono ormai nelle mani del nostro editore, la casa editrice della West Virginia University ed è prevista la pubblicazione del volume in copertina rigida e tramite il progetto MUSE tra la fine di luglio e l’inizio di agosto». Da segnalare la recensione di John Garth alla traduzione in inglese del nostro The Broken Scythe , ma soprattutto il saggio di Claudio A. Testi, segretario dell’Istituto filosofico di studi tomistici di Modena e direttore della collana “Tolkien e Dintorni” a cui vanno i più vivi complimenti da parte nostra per la pubblicazione. Senza ulteriori indugi, quindi, eccovi la lista dei contenuti del Volume 10 dei Tolkien Studies:
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Tolkien Studies 10 (2013)

Claudio A. Testi, Tolkien’s Work: Is it Christian or Pagan? A proposal for a ‘synthetic’ approach

Nils Ivar AgøyVague or Vivid?: Descriptions in The Lord of the Rings

Hope Rogers, No Triumph without Loss: Problems of Intercultural Marriage in Tolkien’s Works

Thomas HoneggerMy Most Precious Riddle: Eggs and Rings Revisited

Michael Organ, Tolkien’s Japonisme: Prints, Dragons and a Great Wave

Renée Vink, ‘Jewish’ Dwarves: Tolkien and anti-Semitic stereotyping

Derek Shank, ‘The Web of Story’: Structuralism in Tolkien’s On Fairy-stories

Benjamin Saxton, Tolkien and Bakhtin on Authorship, Literary Freedom, and Alterity

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Notes and Documents

Kris Swank, Tom Bombadil’s Last Song: Tolkien’s Once Upon A Time

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Book Reviews

An Hobad, tradotto da Nicholas Williams, e Hobbitus Ille, tradotto da Mark Walker, recensito da Harley J. Sims

The Quenya Alphabet, curato da Arden R. Smith, recensito da Edith L. Crowe

The Art of The Hobbit by J.R.R. Tolkien, di Wayne G. Hammond e Christina Scull, recensito da Sarah Beach

Exploring J.R.R. Tolkien’s The Hobbit, di Corey Olsen, e There and Back Again, di Mark Atherton, recensito da Jason Fisher

Green Suns and Faërie, di Verlyn Flieger, recensito da John D. Rateliff

The Broken Scythe, curato da Roberto Arduini e Claudio A. Testi, recensito da John Garth

A Hobbit Journey, di Matthew Dickerson, e A Hobbit Devotional, di Ed Strauss, recensito da Donald T. Williams

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Merlin DeTardo, “The Year’s Work in Tolkien Studies 2010”

Rebecca Epstein, David Bratman, e Merlin DeTardo, “Bibliography (In English) for 2011”

 

– Vai all’articolo sui precedenti numeri dei Tolkien Studies
– Vai al sito della West Virginia University Press
– Vai al sito della Mythopoeic Society
– Vai al sito dell’Istituto filosofici di Studi Tomistici
– Vai al sito della casa editrice Marietti 1820
– Vai al sito della casa editrice Walking Tree

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Tre call for papers su Tolkien dagli Usa

Studiosi: Janet Brennan CroftIl ruolo delle donne, il rapporto tra terra e i suoi abitanti, e la nascita della letteratura fantasy postbellica. A ciascuno di questi interessanti temi, tutti in rapporto con J.R.R. Tolkien, è dedicato un call for papers, cioè un invito a inviare saggi per un libro o una rivista oppure testi per una conferenza in un convegno. La primavera porta una ventata di novità negli studi tolkieniani. La curatrice, Janet Brennan Croft, è una vecchia conoscenza del mondo tolkieniano (ne abbiamo parlato qui e qui): bibliotecaria in capo alla University of Oklahoma, è autrice di numerosi libri su Tolkien (tra cui Tolkien and Shakespeare e War and the Works of J.R.R. Tolkien, che nel 2005 ha vinto il Mythopoeic Society Award). La poliedrica studiosa si dedica da alcuni anni all’organizzazione della Mythcon, la manifestazione annuale della Tolkien Society in Usa, cioè la Mythopoeic Society, di cui è anche responsabile editoriale della rivista specializzata Mythlore. Proprio nell’ambito della Mythcon nascono i tre call for papers. Ma andiamo in ordine di scadenza.

A luglio nel Michigan

Logo Mythcon 44La prima occasione è la Mythcon 44, il più grande convegno statunitense dedicato a Tolkien e agli Inklings. Quest’anno si terrà dal 12 al 15 luglio 2013 al Kellogg Conference Center, all’interno della Michigan State University, a East Lansing, in Michigan naturalmente. Gli ospiti d’onore saranno Franny Billingsley, scrittrice di romanzi fantasy e libri per bambini (vincitrice del Mythopoeic Fantasy Award nel 2000) e Douglas A. Anderson, è uno studioso sui temi della fantasia e della letteratura medievale, specializzato nell’analisi testuale delle opere di Tolkien. Ha vinto due volte il Award for Inklings Studies: nel 1990 per Lo Hobbit Annotato, e nel 1994 per il suo lavoro con Wayne G. Hammond, JRR Tolkien: A Bibliography. Il tema di questa edizione del convegno sarà Verde e coltivazione: la terra e i suoi abitanti nel Fantasy. Il programma prevede numerose conferenze, diverse delle quali di ambito prettamente tolkieniano. Tra gli studiosi già confermati ci sono David Bratman, Jason Fisher, il duo Wayne Hammond e Christina Scull, lo staff di Vinyar Tengwar: Carl Hostetter, Arden Smith e Chris Gilson.
Il call for papers invita a riflettere sul modo in cui la letteratura mitopoietica ha saputo affrontare il rapporto tra la terra e i suoi abitanti, tra il selvaggio e il coltivato. Sul ruolo che hanno nelle opere quei personaggi che sono più vicini alla nautra, come Yavanna, Radagast, Sam Gamgee e, naturalmente, Tom Bombadil. Oppure a mettere in evidenza la critica ecologica Studiosi: Douglas A. Andersonpresente in alcuni capitoli dei libri più famosi (le Paludi Morte, la devastazione della Contea, la Desolazione di Smaug, l’inverno innaturale in Narnia), la presenza di luoghi selvaggi stravaganti nelle opere di Lyman Frank Baum (Il meraviglioso mago di Oz), Dottor Seuss (Il gatto col cappello), Maurice Sendak (Nel paese dei mostri selvaggi) fino ai paesaggi misteriosi di George Orwell (1984, La fattoria degli animali), John Gardner (Grendel, Gilgamesh) ed Edgar Rice Burroughs (Tarzan, il ciclo di Pellucidar, La Terra dimenticata dal tempo). Si possono inviare gli elaborati entro il 30 aprile 2013. L’accesso al convegno è a pagamento (95 dollari per i non associati, gratis per i minori di 12 anni). Maggiori informazioni si possono trovare sul sito della società.

Due libri per il 2014

Tuor e IdrilSe il tempo stringe per il convegno, i tempi sono più lunghi per partecipare agli altri due call for papers, che saranno entrambi rivolti alla Mythopoeic Press, la piccola casa editrice della società Usa che pubblica periodicamente materiale di e su autori di letteratura fantastica. In questo caso sono stati lanciati ben due progetti editoriali diversi, che vedranno la luce rispettivamente nella primavera e nell’autunno del 2014.
1) Le donne nelle opere di J.R.R. Tolkien: «Il ruolo delle donne nel mondo di Tolkien è un tema perennemente in discussione. Superficialmente, le grandi opere di Tolkien sembrano ignorare le donne o metterle su un piedistallo irraggiungibile, e la critica su Tolkien si concentra spesso su questo tema. Ma uno sguardo più attento può essere molto rivelatore, il cui livello più profondo affonda nel legendarium e nelle figure femminili complesse e potenti che esso rivela. Inoltre, i personaggi maschili spesso mostrano e sono apprezzati per quelle che possono essere viste come caratteristiche femminili, e quei personaggi che bilanciano i tratti femminili e maschili vengono presentati come modelli ideali». Data di scadenza per gli estratti: 30 maggio 2013; data di scadenza per i saggi: 1 settembre 2013; data di pubblicazione: primavera 2014.

Soldato ferito in ospedale da campo2) Il battesimo del fuoco: la nascita della moderna Fantasy britannica nella Prima Guerra Mondiale: «In Gran Bretagna, gli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale hanno visto una fioritura di opere Fantasy scritte da autori che avevano ne avevano vissuto gli orrori. Tom Shippey ha osservato in Tolkien: Autore del Secolo che i creatori di quello che noi consideriamo il «modo fantatisco della fine del ventesimo secolo» sono stati in molti casi «autori traumatizzati» che erano sopravvissuti ai combattimenti e alle altre esperienze della guerra. Janet Brennan Croft in War and the Works of J.R.R. Tolkien evidenzia le osservazioni dello psichiatra W.H.R. Rivers sui suoi pazienti militari della Grande Guerra che rivivevano le loro esperienze attraverso i sogni e la scrittura». Data di scadenza per gli estratti: 1 settembre
2013; data di scadenza per i saggi: 1 aprile 2014; data di pubblicazione: autunno 2014
. La responsabile e curatrice di entrambi i volumi è naturalmente Janet Brennan Croft. Per informazioni o domande si può scrivere qui.

ARTICOLI PRECEDENTI
Due call for papers su Tolkien
Tre Call for papers per gli amanti di J.R.R. Tolkien

LINK
– Vai al sito della Mythopoeic Society
Scarica il call for paper per il 2013
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