Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo sullo stato degli studi linguistici delle lingue elfiche, scritto da Edouard Kloczko. L’autore, nato a L’viv (Leopoli) in Ucraina il 22 agosto 1963, è un linguista, traduttore e saggista. Ex-allievo dell’EPHE (École pratique des hautes études) e diplomato presso l’INALCO (Institut national des langues et civilisations orientales), tra le sue opere più importanti vanno ricordati i due libri sulle lingue artificiali di J.R.R. Tolkien. Kloczko è anche il fondatore della Facoltà di studi elfici che è stata attiva dal 1985 al 1993. «Mi sono avvicinato al mondo della Terra di Mezzo nel 1978», ricorda il linguista sul suo sito web: «Nel 2008 ho pubblicato L’Encyclopédie des Elfes (per la casa editrice Pré aux Clercs) e nel 2010 Le Monde Magique de Tolkien (per la casa editrice Auzou)». In Italia conosciamo i suoi libri grazie a Tre Editori, che ha pubblicato nel 2002 i due primi (e attualmente unici) volumi della sua “Enciclopedia illustrata della Terra di Mezzo”: : Lingue elfiche. Quenya e Lindarin e Lingue degli Hobbit, dei Nani e degli Orchi. Frutto di una ricerca durata diversi anni, i volumi comprendono storie, dizionari, grammatiche, immagini e mappe sulle diverse lingue attraverso le Ere della Terra di Mezzo, non si tratta di semplici idiomi ‘inventati’ ma di vere e proprie comunità linguistiche da scoprire. «Le mie due opere enciclopediche su linguaggi immaginari di Tolkien», spiega il linguista, «sono stati pubblicati rispettivamente nel 1995 e nel 2002». Proprio come un Richard F. Burton, famoso esploratore inglese, scopritore dei Grandi Laghi in Africa e traduttore di molte opere (tra cui Le Mille e una Notte e il Kama Sutra) Kloczko esplora la complessità dei popoli, terre e lingue immaginarie la Terra di Mezzo per raccogliere le sue storie fantastiche.
«Cerco di condividere e comprendere meglio la cultura e la storia degli Hobbit, ma anche dei Quendi e dei Khazâd, cioè gli Elfi e i Nani in Tolkien». L’ultima sua fatica è Le Haut-Elfique pour les débutants (L’Alto Elfico per principianti), il libro più completo attualmente disponibile sul Quenya, una delle due lingue principali parlate dagli Elfi nelle opere di Tolkien. Buona lettura!
Tag: lingue elfiche
Ecco svelata l’arte di scrivere in Tengwar
A lungo i Primogeniti dimorarono nella loro prima casa accanto all’acqua sotto le stelle, e percorsero la Terra pieni di ammirazione; e presero a formare discorsi e a dar nome a tutte le cose che scorgevano. Chiamarono se stessi Quendi, che significa “coloro che parlano con voci”.
Come tutti sappiamo, il germe che sta alla base del legendarium di J.R.R. Tolkien è il suo amore per le lingue: fu per dare vita alle lingue elfiche che il Professore decise di creare un popolo che le parlasse, e un mondo nel quale questi potessero vivere e dare origine a storie e leggende. Le lingue elfiche hanno quindi un lessico, una grammatica, un proprio sistema di scrittura, una storia e un’evoluzione legate ai popoli che le parlano, proprio come succede per le lingue naturali.
Si tratta quindi di un argomento che da sempre suscita curiosità e affascina i lettori: per questo motivo l’AIST ha deciso di dedicare proprio alle tengwar il primo volume di una nuova collana dedicata alle lingue della Terra di Mezzo.
Ecco perché l’elfico è meglio dell’Esperanto
Abbiamo già trattato il tema di Tolkien e l’Esperanto, l’ultima volta in occasione della lezione Il vizio segreto di Tolkien: un passione per le lingue tenuta da Roberto Arduini all’Università di Parma all’interno del corso di linguistica generale tenuto da Davide Astori. La giornata era poi proseguita con un aperitivo linguistico, dove c’è stato modo di confrontarsi in un interessante dibattito avente come argomento le lingue programmate, l’Esperanto, le lingue di Tolkien e i meccanismi con i quali tali lingue si diffondono o meno.
Per contribuire a tale dibattito, riportiamo quindi la traduzione di un articolo di Philip Seargeant, studioso di Linguista e Senior Lecturer in Linguistica Applicata presso la Open University (l’originale si può trovare qui).
J.R.R. Tolkien iniziò a scrivere La Caduta di Gondolin durante il periodo di malattia che lo colpì mentre prestava servizio nell’esercito durante la prima guerra mondiale, esattamente cent’anni fa. Questa fu la prima storia che andò a comporre il suo legendarium, la mitologia che sta alla base del Signore degli Anelli. Ma alla base delle storie ci fu il suo interesse verso un altro tipo di creazione: la costruzione di linguaggi immaginari.
Nello stesso anno, dall’altra parte dell’Europa, Ludwik Zamenhof morì nella sua natia Polonia. Anche Zamenhof fu ossessionato dall’invenzione di linguaggi e nel 1887 pubblicò un libro che illustrava la sua creazione. Lo firmò con lo pseudonimo di Doktoro Esperanto, che nel tempo divenne il nome del linguaggio stesso.
La creazione di linguaggi immaginari, o conlang, ha una lunga storia, che risale al dodicesimo secolo; Tolkien e Zamenhof sono due dei protagonisti che ebbero maggior successo. Tuttavia i loro intenti furono assai differenti, e mostrano infatti punti di vista opposti su cosa il linguaggio stesso sia in effetti.
Zamenhof, un ebreo polacco cresciuto in un paese pieno di tensioni culturali ed etniche, era convinto che l’esistenza di un linguaggio universale fosse la chiave per una convivenza pacifica. Scrisse infatti che il linguaggio è “il primo motore della civilizzazione; la diversità della lingua è causa di avversione, se non addirittura di odio, tra le persone”.
Il suo obiettivo fu quello di elaborare qualcosa che fosse semplice da imparare, non legato ad una nazione o a una cultura, e che potesse unire anziché dividere l’umanità.
Come “lingua ausiliaria internazionale”, l’Esperanto ha avuto molto successo. Nel suo momento di maggior successo, contava milioni di parlanti, anche se è difficile calcolare una stima esatta; oggi lo usa ancora all’incirca un milione di persone. Esiste un ampio corpo di letteratura; c’è un museo in Cina dedicato esclusivamente a questa lingua e in Giappone a Zamenhof stesso è considerato come un dio da una particolare setta di shintoisti che utilizza l’Esperanto (ndt. la setta Oomoto).
Ciononostante, non raggiunse mai vicino al suo obiettivo di creare un’armonia mondiale. E alla sua morte, quando la prima guerra mondiale stava devastando l’Europa, l’ottimismo che aveva accompagnato questo sogno divenne perlopiù disillusione.
Il Google russo ora traduce in Sindarin
Gli appassionati di J.R.R. Tolkien che conoscono il russo da qualche giorno hanno molte più possibilità di divertirsi con il sindarin. Yandex, cioè il motore di ricerca sul web più usato in Russia, ha infatti appena reso disponibile un servizio di traduzione online in sindarin, il grigio elfico, la lingua immaginaria creata dall’autore inglese, di cui molte frasi possono essere lette nel Signore degli Anelli. In realtà il servizio esisteva già, Yandex.Perevdochik, una sorta di Google Translator per la Russia, e il lancio della nuova funzione è stato fatto per celebrare il 124esimo anno della nascita dell’ideatore della Terra di Mezzo, il 3 gennaio del 1892. Yandex, nata come società nel 2000, è il motore di ricerca più popolare in Russia e il sito web più visitato, tanto da coinvogliare il 57,1% di tutto il traffico di ricerca all’interno della Federazione ed è molto usato anche in Ucraina, Kazakhstan, Bielorussia e Turchia.
Le lingue degli Elfi ad aprile a Modena
Il Tolkien Lab di Modena, lo spazio tolkieniano modenese gestito dall’Associazione italiana studi Tolkieniani e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici, ha deciso di ospitare a partire dal prossimo 30 Marzo un corso di Lingue Elfiche, ideato all’interno di una collaborazione tra Eldalië e lo smial degli
Overhill di Bologna e che verrà organizzato anche in altre date e località (il sito del corso è ancora in preparazione e sarà diffuso appena pronto). Gianluca Comastri, presidente di Eldalië e uno dei massimi esperti italiani di lingue elfiche e che già era stato inviato a Modena per tenere alcune lezioni sui linguaggi (ne abbiamo parlato qui e qui) sarà quindi il docente principale in questo corso dedicato al Quenya, che sarà introdotta dal presidente dell’AisT Roberto Arduini sul vasto modo della linguistica tolkieniana. L’Associazione nasce per approfondire e diffondere la conoscenza di Tolkien, e da sempre siamo persuasi che la dimensione linguistica, ben lungi dall’essere un ozioso gioco o vizio di J.R.R.Tolkien, sia essenziale per comprendere tutta la profondità dell’opera del professore di Oxford. Per questo non abbiamo esitato a contattare Gianluca per proporgli questa importante attività anche nel territorio modenese. Il corso di Lingue Elfiche si terrà per sei mercoledì tra il 30 marzo e il 4 maggio alle ore 20.45, con ingresso a pagamento presso la sede dell’istituto, in via San Cataldo 97, a Modena.
A Bruxelles un corso per le lingue elfiche
Tolkien era un filologo che conosceva i meccanismi di funzionamento di molte lingue antiche e moderne. Non stupisce quindi che fosse in grado di idearne di nuove. Non inventò, però, le sue lingue per rendere più realistici i suoi romanzi, al contrario erano le sue creazioni linguistiche a dare continui nuovi spunti per le storie. «Nessuno mi crede quando dico che il mio lungo libro», scrive Tolkien (Lettere, n. 205) «è un tentativo di creare un mondo in cui una forma di linguaggio accettabile dal mio personale senso estetico possa sembrare reale. Ma è vero». Se in Italia, sono pochissime le occasioni per studiare le lingue elfiche in maniera professionale (per gli ultimi esempi, soprattutto su iniziativa di Gianluca Comastri, si può leggere qui, qui e qui), basta varcare le Alpi per rendersi conto che in tutto il resto d’Europa e negli Stati Uniti non è raro imbattersi in iniziative e pubblicazioni legate alle lingue di Arda. E proprio all’estero, si svolgerà la 3ª Summer School dal 17 al 27 agosto presso la Université libre di Bruxelles, in Belgio. È un’opportunità unica, che gli appassionati di Tolkien dovrebbero cogliere, magari unendola a una vacanza nella capitale belga, considerata capitale de facto dell’Unione europea,
con la possibilità di una passeggiata tra i quartieri custodi dell’Art Nouveau, per gustare che ospita ilMuseo Magritte e il Museo del Fumetto, dedicato a numerosi personaggi famosi tra cui Tintin, Luky Luke o i Puffi, senza dimenticare la cioccolata e la birra belga, di fama mondiale. L’insegnante e creatore del corso è un nome noto ai lettori del nostro sito web.
L’11 gennaio il corso a Roma: iscriviti subito!
Avevamo già anticipato che in primavera sarebbe partito il secondo corso su Tolkien a Roma. Eccovi allora tutti i dettagli. Proprio per venire incontro alle molte richieste degli appassionati di J.R.R. Tolkien e dei lettori del sito, abbiamo decido di tenerlo in giorni comodi, cioè nel fine settimana, così da permettere ai nostri soci e agli appassionati che vengono da Napoli, Firenze, Pisa, Bologna e Foligno (e oltre!) di partecipare senza troppi problemi. La sede sarà il museo Vigamus, in Prati.
Domenica 13 Aprile: le lingue elfiche
Si avvia alla conclusione il corso “Conoscere Tolkien”, organizzato dall’Associazione romana studi Tolkieniani al museo Vigamus, in via Sabotino 4 a Roma. Dopo aver analizzato le opere più importanti dello scrittore nelle prime lezioni con un focus sul Silmarillion e un approfondimento tutto dedicato al Signore degli Anelli e a Lo Hobbit, dopo aver parlato delle principali tematiche che l’autore ha trattato, analizzando in particolare La Natura nelle opere di J.R.R. Tolkien, e aver dato uno sguardo alle due trilogie cinematografiche di Peter Jackson, si chiude in bellezza con un’introduzione alle lingue elfiche. Nella lezione di domenica 13 Aprile, dalle 11 alle 13, dal titolo Il vizio segreto di Tolkien: le lingue elfiche, Roberto Arduini ripercorrerà la passione di J.R.R. Tolkien per le lingue e le sue creazioni più riuscite: le lingue elfiche.
Le lingue di J.R.R. Tolkien. Esce Vinyar Tengwar 50
Per tutti gli appassionati di J.R.R. Tolkien che sono interessati ai suoi linguaggi inventati, una notizia molto gradita giunge da Carl F. Hostetter. Il cinquantesimo numero della rivista linguistica specializzata curata dalla Elvish Linguistic Fellowship (la Compagnia Linguistica Elfica, abbreviato E.L.F.), Vinyar Tengwar, è finalmente all’orizzonte! Per gli esperti di lingue tolkieniane la Elf è una vera e proprio istituzione, continua fonte primaria di perle linguistiche.
