Mitopoiesi: è l’ora dei laboratori didattici

Tana del DragoLa seconda edizione di Mitopoiesi, organizzato da AIST e dal Centro Studi Tolkieniani La Tana del Drago con il patrocinio del Comune di Dozza, è arrivata a tagliare il primo traguardo. Con il mese di marzo si sono infatti conclusi i laboratori didattici nella scuola secondaria di primo grado “A. Moro” di Toscanella (Dozza). Il tesoro del drago ha coinvolto fino a questo momento tre classi prime e due classi seconde in 8 diversi incontri coinvolgendo più di 100 studenti. Il progetto (lo avevamo già anticipato qui) vede Aist inserirsi nel percorso formativo dell’istruzione secondaria di primo grado con l’intento di favorire la progressiva acquisizione di conoscenze e competenze linguistiche, culturali e sociali. Un sentito ringraziamento alla dirigente scolastica Dott.ssa Francesca Buglione per aver creduto in questa opportunità, alla vicaria dott.ssa Ilaria Lovato per l’ottimo scambio organizzativo e alle docenti Alessandra Dini, Daniela Gualandi, Maria Teresa Montanari, Anna Rondelli che hanno aderito con grande entusiasmo all’iniziativa.

L’AIST torna nelle scuole

Dopo la pandemia e la conseguente chiusura delle scuole, l’AIST con questo progetto torna a sostenere la diffusione della conoscenza di J.R.R. Tolkien in ambito scolastico. L’obiettivo è promuovere attività significative nelle quali gli strumenti e i metodi caratteristici delle discipline si confrontano e si intrecciano tra loro favorendo nei ragazzi le possibilità di sviluppare al meglio alcune competenze fondamentali: la capacità di collaborare con gli altri, di risolvere problemi complessi autonomamente, di sviluppare un’identità consapevole e aperta anche attraverso una maggiore conoscenza di sé e delle proprie emozioni. Promuovere la lettura dell’opera di Tolkien non vuole solo essere un modo per incentivare i rapporti tra scuola e associazioni. La presentazione de Lo Hobbit consente agli studenti di avvicinarsi all’origine e alla definizione del genere fantastico, di conoscere i principali elementi della narrativa fantastica, e di usare correttamente termini specialistici di questo genere letterario, ma il valore legato alla conoscenza dell’opera di Tolkien non si ferma all’osservazione e all’interpretazione di ambienti, fatti, fenomeni e produzioni letterarie o artistiche. Perché in fondo, quando Bilbo tiene in mano l’Arkenstone, ci dimostra la potenzialità che appartiene ad ogni studente, a dispetto dell’altezza, della semplicità delle sue origini o della capacità di essere considerato dagli altri un grande eroe. Sottolineare che esistono imprescindibili relazioni fra il microcosmo personale e il macrocosmo dell’umanità vuol dire accettare che, se da un lato tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita di ogni persona, dall’altro ogni persona – hobbit o ragazzo- tiene nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei confronti del futuro dell’umanità.

I laboratori didattici: il primo percorso

Elisabetta MarchiLe modalità attraverso cui le opere di Tolkien si prestano a diventare il fulcro di attività significative all’interno della scuola si caratterizzano in base alla classe a cui vengono proposte. I laboratori didattici sono stati otto: nelle tre classi prime sono stati presentati 2 percorsi che hanno portato complessivamente a sei laboratori didattici di un’ora ciascuno, nelle due classi seconde invece è stato attivato un percorso che comprendeva due interventi. Nel primo percorso ogni incontro vedeva alternarsi due momenti distinti seppur intrecciati: da una parte l’attività di presentazione de Lo Hobbit con spiegazioni e illustrazioni grafiche sulla LIM per valorizzare la competenza linguistica, dall’altra un momento laboratoriale per favorire l’operatività, il dialogo e la riflessione su quello che si fa attraverso la promozione dei legami cooperativi dei componenti della classe. Così, ripercorrendo il viaggio di Bilbo, si è potuto individuare tema principale, personaggi e ruoli, motivazioni delle loro azioni, ambientazione spaziale e temporale, tempi di narrazione, stili. Attraverso le sue avventure è stato poi più facile riconoscere e usare correttamente termini specialistici del genere letterario del fantastico. Allo stesso tempo, per incoraggiare l’apprendimento collaborativo, la classe è stata divisa in piccoli gruppi, una modalità più adatta all’espressione delle proprie idee, e incoraggiata a decifrare le rune nella mappa di Thror utilizzata poi da Thorin e la sua Compagnia per riconquistare Erebor.

I laboratori didattici: il secondo percorso

laboratori bambiniIl secondo percorso per le classi prime ha visto invece tre laboratori incentrati sulla presentazione dei popoli della Terra di Mezzo. Educare gli studenti alla consapevolezza e alla responsabilità attraverso l’opera di J.R.R. Tolkien vuol dire anche portarli a compiere un primo passo nello sviluppo delle competenze e delle capacità di scelta corrispondenti alle proprie attitudini e vocazioni. Questo perché definirsi anche attraverso il sentimento di appartenenza verso un determinato popolo consente di favorire obiettivi trasversali sull’affettività come ad esempio imparare a riconoscere le proprie emozioni positive e a valorizzarle potenziando così l’autostima.
Conoscere la Terra di Mezzo, immergersi in questo mondo identificandosi con un popolo, può di certo favorire una maggiore conoscenza di sé e delle proprie emozioni e aiutare così i ragazzi a definire e conquistare la propria identità di fronte agli altri. Le attività di presentazione dei popoli della Terra di Mezzo con spiegazioni e illustrazioni grafiche sulla LIM sono state affiancate a percorsi laboratoriali in piccoli gruppi in cui i ragazzi erano incoraggiati a risolvere problemi complessi Laboratori per bambiniper incentivare la consapevolezza fondamentale che i grandi problemi possono essere affrontati e risolti attraverso una stretta collaborazione. Sempre nell’ottica di favorire lo sviluppo di un’identità consapevole e aperta è stata creata una scheda individuale – trova il tuo eroe – in cui lo studente, rispondendo alle domande e proseguendo nelle risposte, poteva scoprire il suo alter ego: Thorin, Galadriel, Gandalf, Bilbo, Aragorn, Eowyn oppure Legolas? Le risposte sono state davvero sorprendenti e per nulla scontate.

Il prossimo appuntamento

Ivan CaviniPromuovere la pratica della lettura come momento di socializzazione e di discussione dell’apprendimento di contenuti non è il solo obiettivo di questo progetto. Scoprire qual è il vero tesoro del drago si avvicina molto di più alla finalità principe che lega tutti questi interventi. Il 22 aprile, a classi unite, Ivan Cavini, coordinatore de “La Tana del Drago”, spiegherà a più di 100 ragazzi quali sono i cimeli che custodisce il drago e perché ha deciso di portarli a Dozza. Sarà l’occasione di parlare non solo della Terra di Mezzo, ma anche de Territorio, facendo conoscere uno dei suoi luoghi d’eccellenza e dando poi la possibilità per gli studenti partecipanti al progetto, di usufruire di visite guidate gratuite sabato pomeriggio e domenica mattina e pomeriggio al Centro
Studi Tolkieniano “La Tana del Drago”. Dopo questi anni plumbei sarà bello tornare a sentire la voce di tanti ragazzi che insieme imparano in altri ambienti, socializzando con coetanei e adulti al di fuori dall’ambito familiare.
E tra tutti i tesori, dovremmo ormai aver capito che il più prezioso è proprio questo.

Elisabetta Marchi

 

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