Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 3

Conferenza a Cerisy la salleDopo una pausa dedicata alla visita del suggestivo Mont Saint Michel,ex monastero benedettino circondato dal mare e collegato alla terraferma da uno stretto corridoio, coperto periodicamente dalla marea, sono ripresi gli interventi al convegno di Cerisy dal titolo Tolkien et les Inklings. Oggi, 29 luglio hanno parlato nell’ordine: Gilles Menegaldo, Daniel Tron, Sebastien Marlair; quindi c’è stata una lunga tavola rotonda condotta da Vincent Ferré, Audrey Morelle, Coralie Potot e Dominique Vigot. Procediamo con ordine.

Gli interventi

Il titolo dell’intervento di Gilles Menegaldo era Gilles MÉNÉGALDO: Adaptez Le Seigneur des Anneaux: mission impossible [Adattare Il Signore degli Anelli: missione impossibile]. Professore di letteratura americana, di cinema fantastico e poliziesco e dei rapporti fra letteratura e cinema all’Università di Poitiers, Menegaldo ha mostrato alcune sequenze dei noti film di Jackson. Attraverso l’analisi delle immagini, ha esaminato il lavoro di adattamento del regista che ha dovuto tenere conto della difficoltà di ridurre di un testo letterario così complesso, ormai divenuto “culto”; delle pretese dei numerosissimi lettori dello scrittore; delleesigentissime richieste del cinema holliwoodiano e dei suoi sistemi produttivi; e delle proprie esigenze di regista che non vuole rinunciare alla creatività personale e alla sua cifra espressiva. Menegaldo ha mostrato come Jakson abbia utilizzato tutti i mezzi propri del cinema (compresa la bellezza del paesaggio neozelandese e l’uso sapiente degli effetti speciali) per ottenere un prodotto che, a suo avviso, è riuscito ad equilibrare i temi più profondi presenti nel romanzo con la necessità di spettacolarizzazione. Il suo intervento ha suscitato un ampio dibattito nel quale sono stati toccati alcuni importanti temi, tra i quali: quanto l’immaginario abbia bisogno dell’immagine per completarsi.

Nel secondo intervento della mattina, Daniel TRON presentava un titolo accattivante: Tolkien… du Dickens avec des pieds poilus? – [Tolkien… un Dickens con i piedi pelosi?]. Tron ha messo in evidenza che, dicendo che l’opera di Tolkien è un monumento della letteratura inglese, in realtà non si dice abbastanza e il concetto merita un approfondimento. Approfondimento che egli ha compiuto con una serie di interessanti citazioni tratte dalla letteratura britannica, in particolare da Great Expectations de Charles Dickens, pubblicato nel 1860-1861. Egli considera gli elementi narrativi, tematici e stilistici in esso presenti come l’ipotesto del Signore degli Anelli. L’intervento è stato molto apprezzato, grazie anche alle doti di recitazione del suo autore, e ha suscitato una serie di riflessioni nelle quali Tolkien è stato messo in relazione con romanzi di Walter Scott.

Nel pomeriggio Sébastien MARLAIR ha parlato di: L’art romanesque de J.R.R. Tolkien – [L’arte del romanzo in J. R. R. Tolkien]. Tolkien presenta Il Signore degli Anelli con le parole: «Questo racconto è cresciuto nella narrazione”. Questa affermazione, che potrebbe estendersi al resto dell’opera, ha qui un valore particolare, nella misura in cui questo racconto è orientato verso la forma propria del romanzo. Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli permettono, con la pubblicazione del primo nel 1937, la creazione e lo sviluppo della Terza Era della Terra-di-mezzo che si costituisce così in forma di romanzo. Il romanzo apporta al “racconto di fate” una mediazione vista attraverso la percezione da parte degli hobbit, ma anche di altre creature. Il romanzo rende
così più “consistente” e più immediata l’esperienza del “racconto di fate” che, a sua volta, dà alle fonti del romanzo moderno la profondità e i contrasti di un passato inaccessibile distante dall’esperienza del realismo quotidiano.

A chiudere il pomeriggio un’articolata tavola rotonda sul tema: Promouvoir Tolkien sur internet, [Promuovere Tolkien su internet] moderato da Vincent FERRÉ, con Andrey MORELLE, Coralie POTOT e Dominique VIGOT. Il tema è ovviamente molto attuale e tre giovani hanno presentato i siti ai quali lavorano e si dedicano con passione, mostrando i risultati del loro impegno sotto forma di dati; presenze, visite giornaliere, link ecc… In Francia, non esiste una Società Tolkieniana ufficiale, ma alcune associazioni si dedicano a Tolkien, o alla letteratura fantastica in generale. Ecco i dati delle tre organizzazioni maggiori:

– Wikipedia Francia, sul portale Tolkien e la Terra-di-mezzo: 500 visite uniche al giorno sulla pagina dedicata a Tolkien (15mila al mese), 1500 visite al giorno a quella del Signore degli Anelli (45mila al mese) per un totale complessivo di 130mila visite mensili a tutti i 55 articoli che formano la Wikipedia francese tolkieniana.

– Il portale Elbakin: portale dedicato a Tolkien e al fantastico in generale. Pubblica giornalmente notizie del film dello Hobbit, ma anche su libri, pubblicazioni, saggi critici, fumetti, interviste e registrazioni radiofoniche. Vista il taglio generalista del sito, visti i continui aggiornamenti, i numeri sono notevoli: 2500 visite uniche al giorno, per un totale di ben 85mila lettori mensili! L’utenza francofona fa sì che i lettori provengano da Francia, Svizzera e Belgio, ma anche da Canada, Usa e Inghilterra. Anche l’Italia porta i suoi contatti…

– L’Associazione Tolkiendil: è un po’ l’ArsT francese (con lo stesso numero di membri!) e si dedica da anni a tradurre saggi soprattutto dall’inglese. Ci sono 150 visite uniche al giorno, per un totale complessivo di 4500 visite mensili. Le pagine più lette sono in genere quelle dedicate alle lingue e al glossario dell’enciclopedia della Terra-di-mezzo.

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Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 2

Cerisy: Anne Besson e Vincent FerrèGiorno 2
Mattina coperta, con nuvole, ma niente pioggia. Temperatura calda, ma migliore di quella italiana. Il mare è solo a venti chilometri e questo aiuta, perché il vento c’è sempre. Un programma molto fitto oggi ha permesso di avere ben cinque interventi, con i momenti di dibattito che durano quasi quanto i rispettivi interventi!

1) Irène FERNANDEZ: Une lecture sceptique de Narnia – [Una lettura scettica di Narnia].
Fernandez è un po’ la decana degli studi di letteratura fantastica in Francia. Diplomata alla “Scuola Normale Superiore” di Parigi, docente associata di filosofia, esperta soprattutto di C.S. Lewis (sono suoi i maggiori studi critici in lingua francese), è autrice di articoli di teologia e bioetica. In Italia è stato pubblicato il suo “La spiritualità del Signore degli Anelli” (Et si on parlait… du Seigneur des Anneaux – Ellenici 2003, pp. 96, 8 euro). L’intervento è stato purtroppo noioso, un po’ per lo stile, un po’ per l’argomento, un po’ per l’esposizione poco lineare. In estrema sintesi, Fernandez ha cercato di convincere il pubblico in sala che il mondo descritto nelle Cronache di Narnia è “l’espressione letteraria del desiderio di Lewis di un posto perfetto”. Citando Lévi-Strauss e il saggio “Sulle Fiabe” di Tolkien, ha spiegato come il desiderio di comprendere la natura, che può funzionare solo nei mondi pre-industriali (la maggioranza di quelli della letteratura fantastica) è un anelito dell’umanità. Lewis amava Spenser. Narnia non è solo l’attuazione di un topos letterario: è una esperienza sensoriale , una “sospensione involontaria dell’incredulità”, come scriveva Tolkien. Narnia è “il sogno universale di giardino felice”, per citare Lewis, un mondo Altro che non non è religioso, ma di fantasia. Per questo una lettura scettica del ciclo è l’unico modo per apprezzare l’opera come una poema, come letteratura, che le conferisce la sua forza teologica.

2) Marguerite MOUTON: J.R.R. Tolkien et la création d’une “Langue Commune” [Tolkien e la creazione di una « Lingua Comune »]. Mouton è dottoranda all’Università di Parigi XIII, sotto la supervisione di Vincent Ferrè. Il suo intervento è stato caratterizzato dal rigore teorico, quasi “desaussuriano” (cioè della fedeltà all’inventore della linguistica De Saussure) dell’approccio linguistico alla “Lingua Comune” nelle opere di Tolkien. Le lingue partecipano pienamente alla creazione de mondo immaginario di Tolkien. Anzi, ne sono l’origine, come spiega bene lo stesso autore in più occasioni nelle lettere. Ma il dibattito critico su di lui è dominato da una mitizzazione della scrittura dell’autore. Non ci sono studi sul funzionamento lessicale dell’inglese usato nel Signore degli Anelli. Una critica comune è che il suo lavoro sarebbe anacronistico o acronico. Non è così: la percentuale di brani di linguaggi inventati in SdA è in realtà molto bassa. Gli Hobbit non hanno una lingua e questo giustifica il fatto di scrivere SdA in inglese. Lo studio è basato sul lessico della lingua usata da Tolkien, che rende un specifica un’opera letteraria. Ad esempio, il termine “song” (“canzone”) in SdA ha molti usi a seconda dei diversi contesti. “Song” a volte è applicato a una poesia recitata nella tradizione medievale, altre semplicemente per una musica… Queste parole polisemiche con differenti connotazioni culturali sono problematiche nella traduzione.
L’immagine dell’Uomo sulla luna nelle avventure di Tom Bombadil è ispirata a una tradizione medievale. Ma il termine “song” per la canzone dell’Uomo sulla luna fatta al Puledro Impennato
non è tradizionale. Nel mondo immaginario, come parte della storia c’è l’autore della canzone, Bilbo, e anche la dimenticanza di alcune parole. Viene citata M.A. Paveau e la teoria del discorso aperto: l’accumulo dei diversi contesti in cui appare il termine “song”. Il discorso è stato ancora più lungo, interessante e approfondito, con tanto di schema linguistico finale, che ha messo in evidenza un paradosso: la continua revisione e riscrittura del romanzo da parte dell’autore, ha pregiudicato la realizzazione di una “lingua comune” dello scrittore. Unica nota dolente dell’intervento: non è stato esaminato l’apporto su Tolkien delle teorie linguistiche di Owen Barfield.

3) Nicole GUÉDENEY: Le Seigneur des Anneaux ou comment survivre au désespoir et à la peur: une lecture par la théorie de l’attachement [Il Signore degli Anelli, o come sopravvivere alla disperazione e alla paura : una lettura attraverso la teoria dell’attaccamento]. Nicole Guedeney è una neuropsichiatra infantile, lavora in un ospedale ed è dottoressa in scienze presso l’Institut Mutualiste Montsouris di Parigi, Francia. È autrice di numerosi libri e articoli di psicologia. Esperta soprattutto di teoria dell’attaccamento, sviluppata dallo psichiatra inglese John Bowlby, che in questo caso ha voluto applicare al Signore degli Anelli. Stati d’animo come paura e disperazione si verificano quando qualcuno si trova ad affrontare situazioni d’isolamento e pericolo. Tutti i personaggi in SdA provano la paura, e ci sono diverse situazioni: isolamento, minaccia di separazione, luoghi sconosciuti… sono tutte emozioni associate a un malessere, la vulnerabilità è provata anche dal più forte. Contenere la paura è un compito centrale del bambino umano, che ha bisogno di adulti che lo aiutino. È una regolazione dei rapporti interpersonali. Quali personaggi agiscono come figure paterne di attaccamento in SdA? Gandalf, Galadriel, Aragorn, Faramir… La loro semplice menzione può rivelare questo ruolo, come accade quando Merry catturato dagli Orchi invoca il nome di Strider. Non ci sono solo relazioni adulto/bambino, ma anche relazioni paritetiche, a coppie: Merry/Pipino, Frodo/Sam, Gimli/Legolas… tutti gli eroi nell’opera si trovano in difficoltà in alcuni momenti e chiedono l’aiuto di chi è più forte o più saggio che rispetto. E chiedono aiuto in modo esplicito. Nel suo incontro con Saruman Gandalf pensa anche a Frodo e Sam; nella tana di Shelob Sam si prende letteralmente cura di Frodo, fisicamente. È un sistema tipico del dare assistenza da parte del “soccorritore”: nel libro, i personaggi che offrono assistenza sono molto attenti a coloro che proteggono, soprattutto se c’è un legame di parentela o amicizia. Il discorso è stato ancor più lungo e ha toccato molti altri punti. Il dibattito finale è stato serrato e una quasi spontanea “standing ovation” ha concluso l’incontro.

4) Chloé DOTTOR: L’intertexte médiéval de Tolkien, autour de la sagesse et de la folie [L’intertesto medievale di Tolkien, autore di saggezza e di follia]. Dottor è dottoranda all’Università di Parigi XIII, sotto la supervisione di Vincent Ferrè. Nel Medioevo, la pazzia non si oppone alla ragione, ma per saggezza. Nelle opere di Chétien de Troyes, nella leggenda di Tristano e Isotta, gli archetipi della follia e della saggezza sono speculari, ma si completano a vicenda. Nell’intervento sono stati presentati diversi episodi in cui follia e saggezza tipica dei testi medievali sono presenti nelle opere di Tolkien, in particolare del Signore degli Anelli. La follia è differenziata per gradi, da una semplice incoerenza, ad eccesso, fino al caso della demenza.

5) Michaël DEVAUX: Lire Le Seigneur des Anneaux avec C.S. Lewis [Leggere il Signore degli Anelli con C.S. Lewis]. Michaël Devaux insegna filosofia dell’educazione presso la IUFM di Alençon e insegna le opere di Tolkien collegio des Bernardins a Parigi. Presiede l’associazione  “La Compagnia
della Contea” e dirige la rivista amatoriale “La Feuille de la Compagnie”. Ha curato due volumi: “Tolkien, les racines du légendaire” (2003) e co-editato “Tolkien aujourd’hui” (2011). Vecchio marpione, ha cambiato il tema della conferenza all’ultimo momento (doveva tenere “Tolkien et la philosophie”), riciclando un intervento che ho già letto da qualche parte… Comunque, dopo la pubblicazione del Signore degli Anelli nel 1954, Lewis scrisse che il libro era già paragonabile ad Ariosto. Deveaux ha proposto di studiare le possibili letture del libro in base ai criteri definiti in “Una esperienza nella critica letteraria” (1961). In che modo Il Signore degli Anelli è buona letteratura per Lewis? Deveaux ha ripreso uno per uno gli elementi cruciali della sua teoria della critica per considerare i diversi tipi di lettura che si possono fare del volume,  evidenziando anche tutti i livelli in cui ci si può identificare.

Dopo oggi, due giorni di pausa: domani si va a Mont Saint Michel e domenica al museo di Bayeux per vedere il famoso arazzo!

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Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 1

Il castello di Cerisy la Salle (Bassa Normandia - Francia)Avevamo già annunciato il Convegno di Cerisy-sur-Salle, in Normandia, organizzato con la collaborazione dell’Université Paris 13-Paris Nord).

Un’intera settimana dedicata alle opere di J.R.R. Tolkien (1892-1973) e agli altri membri degli Inklings (tra i quali C.S. Lewis, Charles Williams, Owen Barfield). Ora siamo in Francia per partecipare all’evento e iniziamo un diario giornaliero per trasmettere l’atmosfera e permettere ai lettori di sapere di quali temi si parla. Il convegno si sta svolgendo nel centro culturale di Cerisy-la-Salle, nel bellissimo castello omonimo. La primissima impressione è che la Francia voglia fare sul serio! Il suo biglietto da visita è invidiabile: 7 giorni di convegno, 26 interventi, quasi tutti tenuti da professori universitari!!!

Il convegno è organizzato da Roger Bozzetto e Vincent Ferré: il primo è professore emerito di Letteratura generale e comparata presso l’Università della Provenza, oltre che autore di molti studi sul fantastico; il secondo è ordinario di Letterature comparate all’università Paris13, medievista e studioso del romanzo del XX secolo, è la personalità di maggior rilievo riguardo a Tolkien in Francia, ha pubblicato due saggi, numerosi articoli e ha organizzato diversi seminari ed esposizioni di illustrazioni a tema. E’ inoltre il traduttore ufficiale di Tolkien in francese per l’editore Christian Bourgois e il fondatore dell’associazione Modernités médiévales.

Giorno 1

L’inaugurazione del convegno ha visto Bozzetto, ma soprattutto Ferrè, hanno spiegato come si svolgono le giornate: due interventi al mattino, due la sera. Le Regole del castello sono feree! Una campana annuncia l’ora dei pasti, la castellana ha obbligato tutti alla visita del maniero, che essendo del Seicento, ha ben poco da raccontare: roccaforte protestante poi convertita a
forza, è passata tra le mani di tre famiglie nobili, che nel frattempo sono divenute marchesi, molti fallimenti, una fuga in Canada e la salvezza economica grazie alla creazione di un’associazione culturale (dietro cui ci dovrebbe però essere lo Stato), che organizza convegni da mezzo secolo. Moltissimi intellettuali son passati di qui (tra gli altri: Bachelard, Curtius, Gide, Groethuysen, Koyré, Malraux, Martin du Gard, Oppenheimer, Sartre, Valéry, Wells). C’è anche un altro convegno insieme al nostro, dedicato a Bachelard, filosofo della scienza, con presenza di persona che lo hanno conosciuto. Tutti insieme, si cena alle 19.30, prestissimo per chi vive a Roma!

Interventi

L’ambiente è molto cordiale, il cibo è buono e si beve cidro. Ma il piatto forte sono le conferenze. Ecco quelle di oggi:

1) Leo CARRUTHERS: Dans quel Age du monde sommes-nous? Le Quatrième Age de la Terre du milieu… et la suite – [In che Era del mondo siamo ? La quarta era della Terra di Mezzo… e oltre]. Professore di Letteratura Inglese alla Sorbona di Parigi, si è occupato soprattutto di Beowulf, di cui ha curato l’edizione. Intervento molto interessante sulle diverse Ere della Terra-di-mezzo, molto documentato, con citazioni dalle lettere e dalle opere di Tolkien, con spunti da Owen Barfield e molte citazioni da Verlyn Flieger. Ha basato l’intervento anche su un articolo di Tony Steele su Mallorn, che lui stesso ha criticato, ma che è poi stato l’oggetto di molte critiche dall’attento e preparato pubblico. Nel complesso, proprio un bell’intervento!

2) Thomas HONEGGER: Arthur – Aragorn – Ransom: Concepts of Kingship in the Works of Three Inklings [Artù – Aragorn – Ransom: i concetti di regalità nelle opere di tre Inklings]. Honegger è docente di Studi Medievali presso la Friedrich-Schiller-Universität di Jena, in Germania. Redattore della Casa Editrice svizzera specializzata in studi tolkieniani Walking Tree Publishers, ha curato numerosi volumi su Tolkien, le lingue e le letterature medievali, e scritto articoli su Chaucer, Shakespeare e i romanzi cavallereschi del Medioevo. L’intervento è stato qui un poco divulgativo, un confronto tra i tre autori del titolo e la loro concezione della regalità, con
molte citazioni dalle diverse opere, una magnifica mappa dell’Europa in veste metaforica al femminile e richiami a Frazer e Kantorowicz. In estrema sintesi, in C.S.Lewis il re è un semplice “bellator”, difensore dei suoi sudditi, il tipico re delle fiabe; in Charles Williams il re è solo un guerriero secolare che mira a restaurare l’unità dell’Impero, come preludio per il secondo avvento di Cristo; in Tolkien la regalità riassume e amplia i due concetti, trova la sua migliore descrizione nelle frasi di Faramir nel momento dell’incoronazione di Aragorn (Lotr III.5, p. 967) ed è erede di una tradizione storica che dal Medioevo giuntge fino ai giorni nostri. Nel dibattito finale, ha tenuto banco molto la questione della regalità femminile, al centro di molte domande, e ha suscitato curiosità lo schema della linea genealogica di Aragorn, con riportate tutte le percentuali di sangue umano, elfico e Maiar!!!

3) Anne BESSON: La Terre du Milieu, monde-modèle – [La Terra di Mezzo, mondo-modello]. Besson è docente di LGC all’Università di Artois, cofondatrice di «Modernités Médiévales», membro del CERLI, Centre d’Etudes et de recherches sur les Littératures de l’Imaginaire. Il suo intervento è stato molto divulgativo, con interessantissimi spunti sulle diverse teorie dell’immaginario che in questi ultimi decenni si sono diffuse in campo umanistico. La Terra-di-mezzo, a differenza di altri mondi immaginari (quelli di Beatrix Potter, C.S.Lewis, Rowling), presenta una coerenza e un dettaglio inarrivabili. La pulsione enciclopedica di Tolkien lo spingeva a curare molti dettagli e una visione interiore unificatrice lo portava a ricondurre tutto al suo mondo secondario. Il desiderio di vedere realizzato il suo “Silmarillion ideale” è una presenza fissa nelle lettere. Ma la Terra-di-mezzo ha poi preso vita come atto d’amore dei lettori producendo Gdr, film, figurine e vestiti. È stato come gettare un sasso in uno stagno: le onde si sono propagate in tutte le direzioni. Non si tratta di una “appropriazione illegittima”. Anzi, alcune delle moderne teorie sull’immaginario rendono solide Le basi di queste scelte. “Se il mondo è finzione, allora la finzione può essere realtà”… Dialettico il dibattito finale con tematiche che spaziano dal saggio Sulle Fiabe al binomio storia-mondo, fino allo scottante tema della banalità della narrativa di Tolkien, opinione superficiale molto contestata.

4) Charles DELATTRE: Tolkien et le comparatisme mythologique – [Tolkien e la mitologia comparata]. Direttore del dipartimento di Greco e docente di Greco Antico presso l’Université Paris-Ouest Nanterre La Défense, è autore di moltissime pubblicazioni, tra cui una dedicata a Tolkien: Le cycle de l’anneau, de Minos à Tolkien. È stato la rivelazione della giornata, col suo studio serrato (ben trenta citazioni da diversi autori, fortuna che c’era la dispensa!) di cosa sia una mitologia, quali scuole di pensiero hanno dibattuto il tema, analisi di come le varie versioni di alcune scene del Signore degli Anelli presentino importanti indizi di come lavorava Tolkien, come le modifiche siano state tutte motivate dalla ricerca di una coerenza interna di tutto l’universo tolkieniano, di come siano stati importanti concetti come spazialità e verticalità nell’opera, e infine di come non tutto sia spiegabile, anzi qualcosa è volutamente incompleto. E due importanti note finali: quella di Tolkien non può chiamarsi una mitologia (!) e che molto spesso le interpretazioni dei critici aggiungono molto a testi cui Tolkien non aveva voluto dare significati particolari. È seguito dibattito serrato, ma interessante e solo l’intervento della campana che annunciava la cena ha potuto fermare le domande dal pubblico!!!

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Un terzo film di Peter Jackson sullo Hobbit?

Peter Jackson ComicConÈ il titolo più atteso dell’anno, anche se arriverà nelle sale italiane soltanto a Natale (precisamente il 14 dicembre 2012). È “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato” di Peter Jackson. Il regista neozelandese proprio questa domenica si è presentato al Comic-con di San Diego per parlare del primo dei due film dedicati all’antefatto del “Signore degli Anelli”. La folla presente ha potuto vedere l’anteprima di 12 minuti del film: si è potuto vedere uno scambio di battute tra Bilbo e Gollum, un dialogo tra Gandalf e Cate Blanchett, che torna a essere la regina degli elfi Galadriel, e il momento cruciale in cui Bilbo trova l’anello. Insieme a Jackson e a Martin Freeman (Bilbo Baggins), alla presentazione erano presenti amche Ian McKellen (Gandalf) e Andy Serkis (Gollum). Un ospite a sorpresa è stato Elijah Wood, che nella trilogia ha interpreta Frodo Baggins, che avrà un cameo nel film.

La notizia più ghiotta è però un’altra: il regista starebbe trattando con gli Studios per una terza puntata della saga (la seconda, “Lo Hobbit – Andata e ritorno”, è già in lavorazione avanzata e sarà nei cinema dal 13 dicembre 2013). «Siamo parlando con i produttori su alcuni dei materiali che non possiamo inserire nei film. E abbiamo chiesto se potremo fare un po’ più di riprese il prossimo anno. Non so cosa ne verrà fuori, cioè se queste scene estese verranno poi aggiunte o meno. Ne stiamo ancora parlando […] Mi piacerebbe girare un mucchio di materiale in più che non possiamo inserire. C’è così tanto roba buona nelle Appendici che non siamo stati in grado di infilarla in questi film».

Peter Jackson Comic Con by Gage SkidmoreLa notizia era talmente avvincente che non c’è voluto molto perché l’argomento riemergesse durante la conferenza stampa del film, in cui il fan-regista ha avuto più tempo per chiarire la sua frase precedente. Rispondendo alla domanda diretta sull’ipotesi di un terzo film aggiuntivo, Jackson ha detto: «È troppo presto per parlarne – ha detto Jackson – Abbiamo del materiale di partenza incredibile nelle Appendici [del Signore degli Anelli]. Possediamo i diritti delle 125 pagine di note aggiuntive in cui Tolkien espande il mondo dello Hobbit, pubblicate alla fine del “Ritorno del re”, e finora ne abbiamo usata una parte. Nelle ultime settimane di riprese abbiamo iniziato a parlare con lo Studio delle cose che non siamo riusciti a inserire, per capire se saremmo riusciti a persuaderli a lasciarci girare per qualche altra settimana l’anno prossimo, alla fine delle riprese. Ci vorrà più di qulache altra settimana, in realtà. Riguardo a quale forma queste riprese potrebbero prendere, siamo ancora in una fase di discussione. È ancora troppo presto. Quindi non c’è davvero nulla da riferire, ma ci sono altre parti della storia che ci piacerebbe raccontare che non siamo stati in grado finora di farlo».

Il Silmarillion
A Jackson viene chiesto se farà un film basato sul Silmarillion: «Credo che le possibilità che io viva fino ad avere 110 anni siano molto remote», ha risposto il regista, in quanto i diritti per Il Silmarillion, a differenza di quelli del Signore degli Anelli e dello Hobbit, sono detenuti dalla famiglia Tolkien, a cui i film di Jackson non piacciono per nulla.
«Non credo che la Tolkien Estate ami i miei film», ha detto il regista in riferimento
alla trilogia del Signore degli Anelli. Per occuparmi del Silmarillion dovrei aspettare che scadano i diritti che loro detengono, ma si tratta di un periodo piuttosto lungo!».

Le Appendici nella trama
Il sito di informazione cinematografica Deadline ha intervistato Peter Jackson riguardo alle sue frasi durante la Comic Con. Ne riportiamo uno stralcio importante: «[…] Nel romanzo, Gandalf scompare più volte. Nel 1936, quando Tolkien scrisse il romanzo, non aveva in mente cosa stesse facendo Gandalf. Ma successivamente, quando scrisse Il Signore degli  Anelli, ripensò a quei momenti e scrisse una serie di note sui motivi per cui Gandalf sparisce: indaga sulla possibilità che Sauron stia tornando. Sauron non compare nello Hobbit. Tolkien stava inserendo Lo Hobbit nella complessità della sua mitologia. Anche se non scrisse mai Il Silmarillion (fu poi pubblicato dal figlio Christopher), ci sono 125 pagine di appunti pubblicati alla fine del Ritorno del Re. Sono Le Appendici e sono sostanzialmente i suoi appunti estesi sullo Hobbit. Avevamo i diritti di quel materiale e ci hanno permesso di utilizzarlo. Ecco, quindi, che non abbiamo adattato solo Lo Hobbit, abbiamo adattato quel romanzo più una serie di spezzoni delle appendici. Il film spiega nel dettaglio dove è andato Gandalf, cosa che il libro da solo non fa. Abbiamo spiegato tutto questo utilizzando gli appunti di Tolkien. Questo permette di definire maggiormente l’atmosfera del film, perché abbiamo inserito materiale del Signore degli Anelli nello Hobbit. C’è ancora l’aria della fiaba, in particolare nello sviluppo dei personaggi dei Nani e di Bilbo, che ha un certo umorismo. Il Signore degli Anelli era più serio e così il film prende un’atmosfera più simile a quella della trilogia, Così chi vuole può vedersi tutti i film di seguito…».

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Un inedito di Tolkien: “The fall of Arthur”

Quadro di James Archer: "Morte d'Arthur"La comunità scientifica tolkieniana è in fermento per le indiscrezioni emerse negli ultimi giorni su un nuovo libro di Tolkien che dovrebbe essere pubblicato. Il libro, che dovrebbe chiamarsi “The Fall of Arthur” sembra essere programmato per maggio 2013. Tutto nasce dall’annuncio di un pre-ordine spuntato fuori a sorpresa sul sito francese di Amazon. È possibile che il volume sia curato da Christopher Tolkien, ma non ci sono ancora conferme.

“The Fall of Arthur” (“La caduta di Arthur”) è un lungo poemetto allitterativa di circa mille versi (si interrompe al verso 954), basato sulle leggende del ciclo arturiano. Tolkien lavorò su questa poesia nei primi anni Trenta e poi ne fece menzione in una lettera del 1955 al suo editore, dicendo: «Scrivo versi allitterativi con gran piacere, benché abbia pubblicato molto poco aldilà dei frammenti contenuti nel Signore degli Anelli, se si eccettua Il ritorno a casa di Beorhtnoth… un dialogo sulla natura dell’“eroismo” e della “cavalleria”. Spero tuttora di finire un lungo poema sulla “The Fall of Arthur” usando la stessa metrica» (Lettere, n. 165).

Ora sembra che un certo lavoro editoriale sia stato fatto sulla poesia arturiana, anche se non è stato confermato chi abbia svolto il lavoro. Alcune fonti accreditano Christopher Tolkien, mentre altre fonti citano Carl F. Hostetter. Quel che si sa è che “The Fall of Arthur” dovrebbe essere pubblicato il 13 maggio 2013. L’editore elencato è HarperCollins, la casa editrice ufficiale delle opere di Tolkien. Alcuni estratti dalla poemetto sono stati pubblicati nella biografia su JRR Tolkien di Humphrey Carpenter: «I versi del poemetto hanno l’allitterazione, ma non la rima [e] non toccano l’argomento del sacro Graal. Inizia con una rappresentazione individuale della “Morte d’Arthur” di Thomas Malory, in cui il re e Gawain vanno in guerra nelle “terre dei Sassoni”, ma sono richiamati a casa dalla notizia del tradimento di Mordred».

Prima, Mordred ha un forte desiderio per Guinever (sic):
His bed was barren; there black phantoms
of desire unsated and savage fury
in his brain had brooded till bleak morning.

Qualche notizia su Guinever :
…. lady ruthless fair as fay-woman and fell-minded,
in the world walking for the woe of men

– che è una reminescenza di una rima di una poesia gallese tradizionale:
Gwenhwyfar ferch Ogrfan gawr ddrwg yn fechan, waeth yn fawr.
(Guinever, figlia del gigante Ogvran, cattivo quando era piccolo, peggiore da grande).

 

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Christopher Tolkien su Le Monde: «Un circo Barnum su mio padre»

Christopher TolkienNon capita tutti i giorni di vedere ben cinque pagine dell’inserto culturale del prestigioso Le Monde dedicate a J.R.R. Tolkien! L’evento le meritava tutte: il numero del 7 luglio ha presentato ai lettori una lunga intervista a Christopher Tolkien, 87 anni, figlio dell’autore del Signore degli Anelli. Già di per sé è un piccolo evento: sono, infatti, oltre 40 anni che Christopher non rilasciava dichiarazioni in merito all’opera letteraria del padre. L’intervista, però, è destinata a far clamore, perché si fanno delle critiche esplicite a tutto quel che oggi gira intorno al nome Tolkien. Il silenzio è un capriccio? Sembra proprio di no, visto che Christopher, distinto inglese con un accento da alta borghesia trasferitosi nel 1975 nel sud della Francia con la moglie Baillie e i due figli, è anche l’esecutore letterario di tutte le opere del padre. È grazie a lui se i lettori hanno potuto conoscere molte delle opere inedite del Professore di Oxford, tra cui la monumentale History of Middle-earth, la Storia della Terra-di-mezzo, in cui sono pubblicati in maniera “filologica” molti dei manoscritti che sono alla base del Signore degli Anelli e del Silmarillion.

 

Il silenzio di Christopher Tolkien è dovuto a un altro motivo: il divario vertiginoso, quasi un abisso, che si è aperto ormai tra gli scritti di suo padre e il loro enorme successo commerciale, in cui egli non si riconosce. Soprattutto dopo la realizzazione dei tre film sul Signore degli Anelli da parte del regista Peter Jackson, tra il 2001 e il 2003, si è formato attorno all’opera di Tolkien una sorta di universo parallelo. È un mondo scintillante fatto di immagini, gadget, figurine, magliette, giochi da tavolo, che in parte mascherano o travisano lo scritto originale e lo rendono ormai un culto più che un romanzo serio. Per non parlare degli interessi economici da miliardi di dollari che vi sono legati, di cui la maggior parte non viene devoluta agli eredi, che vorrebbero invece essere attenti alla tutela e alla trasmissione dell’opera letteraria più che al mercato che vi è dietro. A pochi mesi dall’uscita del nuovo film sullo Hobbit, gli eredi si apprestano a fare una nuova crociata. «Dobbiamo alzare le barricate!», annuncia Baillie, moglie di Cristopher, e probabilmente in quest’ottica è stata rilasciata quest’intervista.

Articolo su Le MondeChristopher Tolkien da anni vive in Francia con la propria famiglia e si dedica incessantemente al recupero degli scritti inediti del padre, di cui è l’esecutore letterario. Egli ripercorre la complessa e tormentata questione legata ai diritti d’autore dei romanzi più famosi (che furono venduti nel 1969 per una somma che oggi appare irrisoria), che regolano allo stato attuale le relazioni tra gli eredi e la possibilità di sfruttamento del nome Tolkien e delle sue opere. Nel
2009, dopo una lunga vicenda giudiziaria, la Tolkien Estate ha ricevuto dalla produzione il 7,5% dei profitti, ma in cambio ha dovuto accettare di non compiere alcun intervento censorio sui prossimi film, tanto che nello Hobbit saranno introdotti e creati personaggi che Tokien non ha mai incluso, soprattutto femminili.

Un patrimonio che è stato il lavoro di una vita da parte di Christopher Tolkien, ma che è da alcuni anni è diventata anche la fonte di una certa «disperazione intellettuale». Perché in fondo, l’eredità di Tolkien è al tempo stesso la storia di una trasmissione letteraria da padre a figlio, e la storia di un malinteso. Le opere più conosciute erano solo un epifenomeno agli occhi del loro autore. Un piccolo assaggio del vasto mondo di Tolkien, ma il risultato è stato che hanno oscurato tutte le altre. Soprattutto, Il Silmarillion, il racconto dei tempi più antichi del suo universo, cui il professore di Oxford aveva lavorato tutta la via. E così ha fatto Christopher, che è riuscito a far pubblicare prima una selezione di queste storie (il Silmarillion, appunto), poi l’interro corpus di leggende della Terra-di-mezzo scritte dal padre, sotto il nome di History of Middle-earth.

 

– L’ARTICOLO DI LE MONDE: Tolkien e l’anello della discordia (di Raphaëlle Rérolle)

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La Filosofia del fantastico in libreria

Libro: Filosofia del Fantastico - Cesare CatàÈ appena uscito in libreria un libro interessante, Filosofia del Fantastico. Escursione tra i Monti Sibillini, l’Irlanda e la Terra di Mezzo (Il Cerchio – collana Fantàsia, 248 pagine, 20 euro). Il libro è il frutto delle riflessioni nate durante le giornate di studio al Montelago Celtic Festival, svoltesi dal 5 al 6 agosto 2011, sull’altopiano di Colfiorito, località Taverne di Serravalle (Macerata). L’evento è dedicato alla cultura e alla musica celtica in Italia, l’anno scorso ha visto la presenza di ben 15mila persone, e ne abbiamo parlato qui. L’autore Cesare Catà, responsabile culturale proprio del Festival, è uno studioso che si occupa di filosofia (Filosofia Rinascimentale, Estetica ed Ermeneutica) e letteratura inglese (soprattutto Shakespeare, John Keats, Jane Austen, William B. Yeats, J.R.R. Tolkien, Dylan Thomas). E ne volume ha voluto unire tutti i suoi interessi, in una visione che potesse abbracciare i luoghi enunciati nel sottotitolo.

Inizia così un viaggio alla scoperta del significato filosofico dell’universo fantastico, delle creature fatate e dell’immaginario umano. Un viaggio che, simile a un’escursione montana, parte dalle cime fitte di leggende dei marchigiani Monti Sibillini per attraversare gli incanti dell’Isola d’Irlanda e giungere nella Terra di Mezzo narrata ne Il Signore degli Anelli. Nel prendere in esame il vasto bagaglio leggendario delle Marche comparandolo con la tradizione fiabesca irlandese e l’universo tolkieniano, Catà ci conduce verso il senso filosofico che soggiace alle tradizioni popolari e alla cultura fantasy.

In una prospettiva molto legata alla cultura junghiana, vengono esaminati gli esseri fantastici – come le Fate e i Folletti – del cosiddetto “Piccolo Popolo”, con particolare attenzione ai bacini mitologici delle Marche, dell’Irlanda e alle loro possibili comparazioni. Da notare l’ultimo capitolo, che si incentra sui significati filosofici del Signore degli Anelli, sottolineando il legame di Tolkien con le tradizioni fiabesche popolari e la tradizione romantica e “visionaria” della letteratura in lingua inglese, da William Shakespeare, William Blake, fino a Dylan Thomas.

 

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Finite le riprese dello Hobbit

peter_jackson_the_hobbit_finite_le_ripreseDopo 266 giorni di riprese il lavoro sul set è praticamente terminato e si avvicina quindi la realizzazione definitiva de Lo Hobbit, nuova attesissima fatica cinematografica di Peter Jackson. Lo ha rivelato lo stesso regista, pubblicando sulla sua pagina Facebook un messaggio, quasi un urlo di gioia (“We made it!”), e la foto che vi proponiamo. Proprio questa mattina, infatti, Jackson è intervenuto sul celebre social network per annunciare la lieta notizia: «Ce l’abbiamo fatta! Giorno 266 e fine delle riprese principali de Lo Hobbit. Grazie al nostro fantastico cast, alla troupe e a tutti voi per il vostro supporto! Prossima fermata la sala di montaggio. Oh, e il Comic Con!».

La storia narrata da J.R.R. Tolkien è stata divisa in due pellicole, girate senza soluzione di continuità, dal marzo 2011 a oggi. Il primo lungometraggio, Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato (titolo originale The Hobbit: An Unexpected Journey), di cui vi abbiamo anticipato il trailer italiano lo scorso gennaio, arriverà nei cinema il 14 dicembre 2012. La seconda parte, The Hobbit: There and Back Again sarà lanciata sugli schermi di tutto il mondo esattamente un anno dopo, nel dicembre 2013.

Abbiamo già parlato del film Lo Hobbit di Peter Jackson qui:

Lo Hobbit, l’anteprima il 28/11 in Nuova Zelanda

Lo Hobbit di Jackson in anteprima al cinema e sul blog

Lo Hobbit, ecco il primo trailer ufficiale

Nell’attesa non ci resta che goderci il trailer in italiano:

Ecco la nuova galleria di immagini:

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Pubblicata una nuova traduzione de Lo Hobbit

LoHobbit copertinaSarà il caldo, sarà l’imminente arrivo del primo dei due film dedicati da Peter Jackson allo Hobbit, ma dopo anni di calma piatta ecco che la Bompiani, la casa editrice che detiene i diritti di pubblicazione delle opere di J.R.R. Tolkien, edita una nuova traduzione dello Hobbit. Messa in soffitta la ormai storica traduzione di Elena Jeronimidis Conte (di quasi 40 anni fa!), che la casa editrice aveva ricevuta in eredità dalla Rusconi, a sua volta su concessione della Adelphi, ecco un nuovo testo italiano ad opera di Caterina Ciuferri, con la supervisione di Paolo Paron per la Società Tolkieniana Italiana. Era proprio ora che, dopo anni di silenzio, si mettesse mano alle traduzioni di Tolkien, che avrebbero bisogno di essere aggiornate. Uscita il 20 giugno, per ora la nuova traduzione è presente solo nella versione economica, all’interno dei Grandi Tascabili Bompiani. Il volumetto presenta le belle mappe dell’autore e le illustrazioni di Alan Lee (prezzo di copertina di 11 euro, ma su internet già si trova a 9,35). Questa nuova traduzione sostituirà anche quella presente nella edizione de Lo Hobbit Annotato da Douglas A. Anderson, la cui edizione del 2003 è stata curata da Oronzo Cilli, ma con note e apparati di Raffaella Benvenuto e Lorenzo Gammarelli. Il nuovo volume sarà in libreria in concomitanza con l’uscita del film nelle sale. Ultima curiosità: insieme a Lo Hobbit è stata pubblicata una ristampa economica del Signore degli Anelli diviso in tre volumetti, che è identica alle precedenti, ma che ha il pregio di avere in copertina i disegni originali dell’autore.

La Falce Spezzata pubblicata inglese!

Copertina di The Broken Scythe«Questa raccolta di saggi di studiosi italiani punta a colmare una lacuna della critica internazionale. I nove saggi, introdotti dalla Prefazione Verlyn Flieger, sono il risultato di un progetto biennale interdisciplinare che si è concentra sul tema della morte e l’immortalità nelle opere di J.R.R. Tolkien e di fornire un’esplorazione affascinante e sfaccettata a un aspetto che lo stesso autore riteneva fondamentale». Per riempirci d’orgoglio sono sufficienti queste parole che annunciano la traduzione in inglese del nostro lavoro, Falce Spezzata – Morte e immortalità in J.R.R. Tolkien, da parte dei tipi della Walking Tree, nella più prestigiosa collana internazionale di studi delle opere dello scrittore inglese. Segno questo che il lavoro serio, per quanto silenzioso, ha sempre un suo profondo e autentico valore che, presto o tardi, viene sempre riconosciuto.

Abbiamo lavorato tantissimo, abbiamo studiato, abbiamo impegnato energie e fondi, ma avere in mano l’edizione inglese ripaga tutto. Insiema all’Istituo filosofico di studi tomistici di Modena è dal 2005 che siamo impegnati ad approfondire in maniera scientifica le opere di Tolkien e a tradurre i migliori studi pubblicati a livello mondiale, ospitati dalla casa editrice Marietti nella collana “Tolkien e dintorni”. Poi il Gruppo di studio, da noi informalmente coordinato, ha prodotto in maniera quasi naturale uno studio su un aspetto poco analizzato anche all’estero: la morte e l’immortalità nelle opere tolkieniane.

Eppure, era stato lo stesso autore a indicarlo. Qual è il tema centrale del Signore degli Anelli? Tolkien ha risposto: «Nemmeno il potere o il dominio sono il vero nocciolo della mia storia. […] Il tema centrale per me riguarda qualcosa di molto più eterno e difficile: morte e immortalità». Le prime confuse idee, anche tra loro incoerenti e che in gran parte verranno rigettate, sono esposte per la prima volta nel Book of Lost Tales (1917-20) e nelle prime versioni dei poemi su Túrin, Beren e Lúthien (1920-25). La dettagliata analisi offerta dai saggi consente di comprendere quanto il tema della morte e dell’immortalità (il cui apice fu raggiunto negli anni 1957-60) sia centrale per comprendere l’opera tolkieniana nel suo complesso: il suo autore continuò a «filosofare e a scrivere sulla longevità» sino al termine della propria esistenza. Di tutto questo parlerà anche la presentazione dell’edizione inglese che l’Associazione romana studi Tolkieniani terrà a The Return of the Ring, il prossimo convegno internazionale organizzato in Inghilterra dal 16 al 20 agosto 2012.

Così anche i lettori all’estero possono saperlo.

Grazie a tutti gli “studiosi italiani” che ormai sono diventati grandi.

 

 

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– VAI AL SITO DELLA CASA EDITRICE MARIETTI

– VAI AL SITO DELLA CASA EDITRICE WALKING TREE

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L’ArsT a Viterbo Lo Hobbit a Ludika 2012

LUDIKA 2012Il quartiere San Pellegrino, il più antico della città di Viterbo, ospita a fine giugno un appuntamento ormai fisso per l’estate della Tuscia, LUDIKA 1243, manifestazione che ha la sua peculiarità nella capacità di legare ad un’attenta ricostruzione storica, numerose attività culturali e ludicheche coinvolgono i visitatori rendendoli più che spettatori veri protagonisti. Nobildonne e semplici dame, principi e mendicanti, uomini in arme ed inquisitori, “mastri” artigiani e saltimbanchi accoglieranno il pubblico coinvolgendolo nella suggestiva atmosfera del XIII secolo con giochi di piazza, spettacoli teatrali, schermaglie tra contendenti, sfilate ed altre attività che trasformeranno il quartiere San Pellegrino in uno splendido “archeoparco” medievale in cui ognuno potrà sperimentare il “proprio medioevo”.

Sarà possibile così partecipare ad un torneo di spada o cimentarsi nella disciplina del tiro con l’arco, assaporare gli antichi sapori nella locanda all’aperto che propone ricette tipiche del 1200, apprendere le arti del giullare e quelle di mestieri artigianali ormai persi nelle pagine dei libri di storia, ma soprattutto, si potrà partecipare in prima persona all’evento principale della manifestazione: la battaglia campale tra l’esercito guelfo alla difesa della città e l’esercito ghibellino agli ordini di Federico II.

Anche l’Associazione romana studi Tolkieniani partecipa all’evento. Sabato 23 giugno, alle ore 20.00, in via Fattungheri, in collaborazione con TeatroYgramul, l’ArsT presenta lo spettacolo Le avventure di Bilbo lo scassinatore. Seguirà una conferenza e in anteprima il trailer del film di Peter Jackson che uscirà in autunno.

GUARDA IL VIDEO:

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Lo Hobbit, l’anteprima il 28/11 in Nuova Zelanda

Bilbo Baggins nel film Lo HobbitIl regista Peter Jackson ha rivelato, in un’intervista a Variety, la data e il luogo della prima mondiale di Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, primo dei due film dedicati al romanzo Lo Hobbit di J.R.R Tolkien, nonché prequel de Il Signore degli Anelli. Sarà possibile vedere la prima mondiale di uno dei film più attesi dell’anno il prossimo 28 novembre nella città di Wellington, in Nuova Zelanda. “Non posso immaginare un modo migliore di lanciare Lo Hobbit che con una grande festa a Wellington, dove il viaggio è cominciato”, ha detto Jakson durante l’intervista.

Il film seguirà le avventure di Bilbo Baggins (Martin Freeman), coinvolto da Gandalf il Grigio (Ian McKellen) in un’avventura che lo porterà, insieme a tredici nani guerrieri, a reclamare il regno perduto di Erebor, conquistato dal drago Smaug. Durante l’avventura Bilbo incontrerà Gollum (Andy Serkis), al quale prenderà l’anello cui è legato il destino della Terra di Mezzo.

I due film, intitolati “Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato” e “Lo Hobbit: Andata e ritorno“, usciranno rispettivamente il 14 Dicembre 2012 e il 13 Dicembre 2013. Verranno riprodotti a 48fps, il doppio del frame rate standard, per una qualità visiva che si annuncia sorprendente.

Abbiamo già parlato del film Lo Hobbit di Peter Jackson qui:

Lo Hobbit di Jackson in anteprima al cinema e sul blog

Lo Hobbit, ecco il primo trailer ufficiale

Nell’attesa non ci resta che goderci il trailer in italiano:

Ecco la nuova galleria di immagini:

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Dalla Lego il trailer del prossimo videogioco

Videogioco: "Lego - Lord of the Rings"Con un trailer la Lego ha deciso di dedicare tutta una nuova linea alla saga de Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien. Con tanto di videogioco in uscita questo autunno per Playstation 3, Xbox 360, Nintendo Wii e 3DS. Il videogame di Lego – The Lord of the Rings è stato anticipato da un divertente trailer che ripercorre una delle scene più celebri dell’adattamento cinematografico diretto da Peter Jackson, ovvero lo scontro tra Gandalf e il Balrog all’interno delle miniere di Moria. «Siamo grandi affezionati di The Lord of the Rings e felicissimi di dare il nostro tipico tocco LEGO a questa classica avventura fantasy» ha dichiarato Tom Stone, Managing Director di TT Games, che inisieme alla Lego ha sviluppato il gioco. «Abbiamo preso tutti gli elementi con cui i fan di The Lord of the Rings hanno familiarità e li abbiamo combinati con lo stile Lego per rendere il gioco accessibile ai giocatori di tutte le età».

È il primo gioco della serie Lego che unisce i famosi mattoncini colorati all’amata saga del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. La base di Lego – The Lord of the Rings è la pluripremiata ed apprezzata trilogia cinematografica di The Lord of the Rings e si attiene agli avvenimenti descritti in The Fellowship of the Ring, The Two Towers e The Return of the King. Tutti i personaggi più amati sono presenti in questo titolo, potremmo vedere il lungo viaggio dell’anello nelle mani di Frodo Bagging e della Compagnia tra numerosi pericoli e nemici di vario genere. Previste anche le più famose battaglie come quella i campioni del bene Aragorn, Legolas, Gimli e Gandalf nel Fosso di Helm oppure esplorare le oscure gallerie di Moria contro gli Uruk-hai e lo spaventoso Balrog , tutto condito con umorismo come è tipico per i giochi della serie Lego.

 

GUARDA IL VIDEO:

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Un fine settimana con Tolkien a Sarehole

Il mulino di Sarehole, BirminghamAvevamo già parlato in un articolo precedente dell’ormai consueto fine settimana nella Terra-di-Mezzo di Birmingham. Ogni anno a maggio il mulino di Sarehole si trasforma nel mondo inventato da J.R.R. Tolkien. Quest’anno la celebrazione ha avuto luogo pochi giorni fa, durante il fine settimana del 19 e 20 maggio. E se, come la maggior parte di noi, non hai avuto la possibilità di partecipare, il video che inseriamo qui sotto, della durata di più di 10 minuti, può darti un assaggio dell’atmosfera che si è respirata!

In genereale, la piccola manifestazione sembra assomigliare a molti eventi del genere, ma questa gode di un carattere speciale perché sono proprio i luoghi in cui J.R.R. Tolkien visse la sua infanzia. Tra l’altro, il luogo è molto migliorato. Mentre fino a poco tempo fa il famoso mulino di Sarehole, nel sobborgo di Hall Green, era semi-abbandonato, ora è aperto un nuovo museo, mettendo così in evidenza il forte legame dell’autore con la città: sarà possibile visitare una serie di mostre e assistere alla visione di un cortometraggio sulla sua vita. E una nuova strategia per il turismo da parte del municipio spera di poter attrarre pubblico con più pubblicità, un sito web dedicato, finanziamenti per la conservazione del patrimonio dei siti ed edifici legati a Tolkien.

Per maggiori dettagli e approfondimenti.
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GUARDA IL VIDEO:
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Il video è di Ian Fish, la fotografia di Ellie Gibbons, audio e produzione di Sam Coley.

– Vai al Museo del mulino di Sarehole
– Vai al sito per le informazioni sul fine settimana dedicato alla Birmingham legata a Tolkien

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Saruman compie 90 anni. Auguri a Christopher Lee!

Christopher LeeSir Christopher Lee, l’attore britannico che interpreta Saruman della trilogia di Peter Jackson tratta dal Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, compie oggi 90 anni. Lee, che dal 2009 è anche baronetto della regina d’Inghilterra, rappresenta da sempre una figura attoriale apparentemente a senso unico, ma in realtà poco decifrabile: la sua vera anima va cercata nella totalità della produzione, nei quasi trecento titoli interpretati, passando da ottimi a pessimi lavori proponendo genialmente solo se stesso.

Lee, classe 1922, è entrato nel Guinness dei primati come l’attore vivente più citato sugli schermi e anche come l’attore più alto vivente: m. 1,96. L’attore è noto per i suoi ruoli in molti film dell’orrore, polizieschi, di fantascienza e fantasy, da Dracula a Guerre Stellari fino appunto al ruolo di Saruman nella trilogia Il Signore degli Anelli. Christopher LeeLee raggiunse la celebrità a partire dal 1956 grazie agli Hammer Studios, gli studi cinematografici britannici specializzati in film dell’orrore di serie B. Diventò presto un perfetto «cattivo» per ogni esigenza: sono rimaste famose le sue interpretazioni di Scaramanga in Agente 007, l’uomo dalla pistola d’oro (The Man with the Golden Gun) e Rasputin, the Mad Monk. Non è una sorpresa, quindi, se diciamo che potete vedere anche adesso al cinema: nel film   di Tim Burton, l’adattamento di una soap-opera gotica trasmessa in USA dal 1966 al 1971 dalla ABC, compare proprio Christopher Lee in un cameo, come si può vedere dalla foto qui accanto.

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L’Unico Anello, gdr su Tolkien a RovigoComics

Gioco di ruolo: l'Unico AnelloGrosse novità nell’Area Games: Rovigo Comics ospiterà la presentazione del GdR L’Unico Anello e del gioco da tavolo di La Guerra dell’Anello con la presenza degli autori, Marco Maggi e Francesco Nepitello. Tra i giochi di ruolo dedicati al mondo di Tolkien, L’Unico Anello è l’ultimo arrivato, pubblicato a fine agosto 2011. Il primo fu M.E.R.P della IronCrown, adattamento del noto sistema Rolemaster e uscito in versione italiana come Girsa. Con il successo dei film di Jackson è stato pubblicato “Il gioco di ruolo del Signore degli Anelli”, un gioco di ruolo della Decipher basato su un regolamento “generico” concepito per il gioco di ruolo di Star Trek. Anche l’Associazione romana studi Tolkieniani si è occupata di The One Ring con un’intervista a Napitello: trovate tutto qui. Mentre per la storia dei giochi di ruolo dedicati a Tolkien, si può leggere il nostro dossier qui.

 

Guarda l’intervista a Francesco Nepitello
Lo speciale sul canale youtube di Cubicle 7: 1) Il Focus | 2) Gli inizi | 3) I personaggi | 4) Le influenze grafiche | 5) La Compagnia | 6) I Goblin delle Montagne Nebbiose | 7) Dipingere i Nani | 8 ) Troll e ragni | 9) Gli Hobbit e le custodie | 10) Ferite e il futuro | 11) i temi | 12) strumenti inconsueti
– La prima recensione di una sessione di gioco di ruolo a The One Ring: sintesi | versione lunga (la prima di una campagna di gdr)
– La pagina ufficiale con le meccaniche di gioco
– Scarica la Scheda del Personaggio da qui

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Maurice Sendak, dallo Hobbit a Barack Obama

Maurice SendakIl New York Times lo ha ricordato come «l’autore di libri per bambini più importante del ventesimo secolo», e il presidente Barack Obama si è dichiarato un suo grande fan. Scomparso a 83 anni, Maurice Sendak, era conosciuto soprattutto per il libro “Where the Wild Things Are” (Nel paese dei mostri selvaggi), pubblicato nel 1963 e diventato in breve tempo un cult, letto da milioni di bambini e adulti, tradotto in una trentina di lingue (in italiano da Babalibri), per il quale nel 1964 ha ottenuto la prestigiosa Caldecott Medal come il miglior libro illustrato americano. La storia è stata poi trasformata in film nel 2009 da Spike Jonze con il titolo “Nel paese delle creature selvagge” (all’adattamento per il grande schermo ha partecipato anche Dave Eggers). Nato il 10 giugno 1928 a Brooklyn (New York) da genitori ebrei polacchi, fin da piccolo Sendak ebbe problemi al cuore e crebbe in un periodo storico seminato funestato da tragedie personali: la famiglia fu colpita dalla depressione del 1929, la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto, perdendo moltissimi parenti in Europa. Per questo, dichiarò al quotidiano Usa nel 2008 di aver sempre avuto sentimenti di «ansietà, paura e inadeguatezza» nei confronti del suo lavoro. Molti critici sostengono che non sarebbe possibile immaginare una letteratura per l’infanzia senza Sendak. Anche se quello del 1963 resta il suo lavoro più conosciuto, durante sessant’anni di carriera Sendak ha scritto e illustrato con i suoi disegni meticolosi e fantastici quasi 50 libri, tra cui autori come Hans Christian Andersen, Leo Tolstoy, Herman Melville, William Blake, oltre alla nota serie di “Little Bear”. L’autore ha vinto il prestigioso premio Caldecott per la letteratura per bambini, la medaglia del Newbery, il premio internazionale Hans Christian Andersen Award, il premio Astrid Lindgren Memorial Award e una National Medal of Arts.

Lo Hobbit a fumetti: ecco le nuove immagini di Wenzel

Autoritratto del disegnatore David T. WenzelDavid Wenzel lesse per la prima volta Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien mentre era al college. Cosa c’è di diverso dall’esperienza di molti altri studenti? «Mi coinvolse fino al punto che mi misi a fare schizzi di tutti quegli eventi meravigliosi. Alla fine, dedicai tutto il mio ultimo anno di college a illustrare Lo Hobbit», ha rilevato Wenzel in una recente intervista. Fu quasi un’ossessione che permise così a Wenzel di emergere dalla massa degli appassionati di Tolkien che frequentavano l’università fino a farne una professione. La manifestazione che si è tenuta a Worcester (Inghilterra), That’s Entertainment, tutta dedicata al mondo del fumetto, è stata l’occasione per avvicinare Wenzel e rievocare quei momenti e annunciare una novità.

Birmingham, weekend al mulino di Tolkien

Sarehole Mill a BirminghamPuò non essere la Terra-di-mezzo, ma i responsabili del turismo a Birmingham sperano di incassare molto dalla Hobbit-mania prossima ventura, puntando tutto su una nuova attrazione dedicata a J.R.R. Tolkien. L’interesse per lo scrittore, che visse e crebbe in città tra il 1895 e il 1911, si prevede spiccherà il volo quando alla fine dell’anno uscirà nelle sale la versione cinematografica di una delle sue opere più famose, Lo Hobbit appunto. Secondo alcuni, i paesaggi e le architetture di Birmingham si riflettono nelle sue storie, in particolare Folly Perrott e Waterworks Edgbaston, che alcuni ha deciso che debbano aver ispirato le Due Torri descritte nel Signore degli Anelli.

Tolkien al Kalamazoo, quest’anno si fa il pieno

Kalamazoo conferenzaKalamazoo è il nome di una città nel bel mezzo del Michigan, sede di un’università e del cosiddetto K-College, prestigiosa scuola d’arte. Al suo interno ogni anno si tiene l’International Congress on Medieval Studies, incontro che riunisce oltre tremila studiosi interessati agli Studi Medievali: è suddiviso in oltre 600 sessioni di lavoro, 3000 tra conferenze, tavole rotonde, workshop e spettacoli. Ci sono anche più di 90 ricevimenti curati da società scientifiche, associazioni e istituzioni pubbliche. La sala mostre vanta quasi 70 espositori, tra editori, rivenditori di libri usati, e fornitori di articoli vari in stile medievale. La manifestazione dura tre giorni e mezzo, nel secondo fine settimana di maggio. In mezzo a tutto questo ormai da diversi anni una sessione è completamente dedicata a Tolkien e a quel che viene chiamato il “New Medievalism”.

Lo Hobbit, cinque libri tratti dal film di Peter Jackson

Riunione brain stormingCinque capoccioni e una rapa. Intorno a un tavolo tutti devono aver passato ore a fissarla. Poi uno dei grandi capi ha preso il suo telefonino di ultima generazione e, flash!, ha immortalato l’ortaggio. Orgoglioso, tra lo stupore degli altri, ha esclamato: «Venderò le sue fotografie!». Dopo un po’, il secondo capoccione, squadrando la rapa, ha riempito un foglio con pochi tratti di carboncino. «Noi venderemo il suo autografo!», ha esultato tra gli sguardi torvi degli altri. Un altro, con un gesto d’istinto, si è alzato e ha staccato una foglia all’ortaggio: «Questo andrà all’asta!». Rosso in viso, un dei due capoccioni rimasti ha urlato: «Allora, noi venderemo l’essenza, sì: la fragranza della rapa!». Per evitare le convulsioni, l’ultimo dei grandi capi si è alzato in piedi e, deglutendo, ha detto: «Va bene. Noi venderemo i fax con la sua immagine»…

I nipoti di Tolkien e Dickens insieme per due romanzi

Gerald Dickens, attore e pronipote dello scrittore Charles DickensIl nipote dello scrittore britannico J.R.R. Tolkien, autore del Signore degli Anelli, e un discendente dello scrittore inglese Charles Dickens, autore di popolari romanzi ottocenteschi, hanno collaborato insieme per due nuovi libri fantasy per ragazzi che usciranno nel Regno Unito entro la fine del 2012, pubblicati da Thames River Press. Il poeta Michael Tolkien, il più vecchio tra i nipoti dell’autore dello Hobbit (è figlio del secondo figlio di Tolkien, Michael, ed è nato nel nel gennaio 1943), ha scritto due racconti ispirati da storie che il nonno gli leggeva quando era piccolo. Non saranno in prosa ma in versi narrativi, uno stile amato da Michael Tolkien, già autore di sei raccolte poetiche. L’attore Gerald Dickens, il pronipote dell’autore di Oliver Twist, leggerà la versione in audiolibro.

Lord of the Rings Online compie 5 anni e fa regali ai giocatori

Videogiochi: Lord of the Rings Online (LotRO)Il prossimo 24 aprile Lord of the Rings Online (LotRO) compirà cinque anni di vita. Rilasciato nell’aprile 2007 dalla Turbine, uno dei più frequentati mondi virtuali di MMORPG (giochi di ruolo online con più giocatori in contemporanea) è secondo solo a World of Warcraft per capacità di attirare gli appassionati del genere Fantasy. Con oltre un milione e mezzo di giocatori attivi (tecnicamente si parla di “subscription” [SS], mentre gli “active accounts” [AA] sarebbero ben 6 milioni) il videogioco online ambientato nel mondo fantastico creato da J.R.R. Tolkien, celebrerà questo importante anniversario assieme ai suoi utenti. Pochi giorni fa la Warner Bros, che ormai distribuisce e compartecipa finanziariamente ai destini di Turbine, aveva annunciato una nuova espansione, The Lord of the Rings Online: Riders of Rohan, che sarà disponibile a fine 2012, in concomitanza con l’uscita del primo dei due film che Peter Jackson sta dedicando allo Hobbit.

Scozia, inaugurato un giardino botanico dedicato a Rivendell

Rivendell: inaugurazione con Lord John ThursoUn nuovo giardino botanico è stato appena inaugurato nel Caithness, la contea più a nord della Scozia. Poco lontano dal capoluogo Wick, il sito ha una particolarità: si chiama “Rivendell”. Il nome naturalmente è tratto dal nome della “Ultima Casa Accogliente” nella Terra-di-mezzo inventata da J.R.R. Tolkien. È Gran Burrone, la dimora di Elrond, dove gli Elfi ancora riescono a vivere in equilibrio con la natura. E proprio questo è lo scopo di Glyn e Benjamin Salisbury, padre e figlio che si sono imbarcati nell’impresa di riqualificare il sito in rovina della stazione di benzina Lochshell. All’inaugurazione del nuovo giardino, sabato 14 aprile, ha partecipato anche Lord John Thurso, parlamentare eletto nel distretto locale di Caithness, Sutherland e Easter Ross e terzo visconte del capoluogo Thurso.

Bag End, casa della famiglia Salisbury (Wick, in Scozia)Glyn Salisbury (al centro nella fotografia in alto) è uno scrittore che vive da anni nella contea scozzese con la moglie, Su, le due figlie Jenny ed Elizabeth, e il figlio Benjamin. Ha sempre avuto un interesse per la natura e la scelta di trasferirsi a Wick è stata dettata proprio da un contatto più costante con un paesaggio meno industrializzato. la bellissima costa settentrionale della contea di Caithness è lo sfondo sul quale ha ambientato “Oscar”, romanzo thriller in cui lo sfruttamento sconsiderato della natura è al centro di una storia che parte dalla macabra scoperta di una carcassa di un cetaceo sulle rive di Duncansby Head. Salisbury ha in programma di scrivere una trilogia basata sul Caithness.

Giardino botanico RivendellIl progetto del giardino botanico è un tassello per riportare l’equilibrio naturale in un sito devastato dall’uomo. «Abbiamo scelto questo nome», rivela Glyn all’ArsT, «perché naturalmente amiamo Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. Rivendell è un luogo di bellezza e questo è il nostro programma. La casa dove viviamo l’abbiamo chiamata Bag End, come la casa di Bilbo e Frodo Baggins. Non abbiamo potuto resistere a mettere una porta rotonda verde del diametro di 6 metri, con tanto di maniglie gialle!». Il luogo è completamente trasformato: dove prima c’era una pompa di benzina in disuso e una discarica abusiva ora c’è un giardino, una caffetteria, un negozio per la vendita dei prodotti agricoli e l’artigianato locale. Glyn e Benjamin hanno lavorato instancabilmente con un investimento molto esiguo, ma sono
riusciti nell’intento di realizzare il centro. Ma i due lo vedono come una tappa di un progetto più ampio. Rivedell dovrà divenire, lentamente, un vero e proprio giardino botanico, con piante tipiche delle Highland e anche esemplari esotici. Questo perché, come scrive Tolkien: «Ogni albero ha il suo nemico, pochi hanno un avvocato». Tra qualche giorno sarà anche attivo il sito web del giardino botanico di Rivendell (il link sarà attivo entro questa settimana).

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Vai al sito web del giardino botanico di Rivendell (il link sarà attivo entro questa settimana).
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Il Signore degli Anelli di Shore, c’è poca Sinfonia senza i film

Howard Shore compositoreHa scritto le musiche dei film della trilogia del Signore degli Anelli vincendo il premio Oscar nel 2002 per la colonna sonora del primo capitolo, Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello, e nel 2004 per la colonna sonora del terzo, Il Signore degli Anelli: il ritorno del Re, oltre che per la canzone “Into the West”, interpretata da Annie Lennox. Poi, dopo quattro anni di lavoro, la colonna sonora del Signore degli Anelli è divenuata un’opera sinfonica. Howard Shore, nato nel 1946 a Toronto, è un compositore ormai noto e riconosciuto a livello mondiale: ha all’attivo le musiche di numerosi film famosissimi, come Il silenzio degli innocenti e Philadelphia (diretti da Jonathan Demme), Ed Wood (diretto dal regista Tim Burton), La mosca (di David Cronenberg), Seven (di David Fincher), Per Martin Scorsese ha scritto le colonne sonore di Gangs of New York e The Aviator (con cui ha ottentuto un Golden Globe) e Hugo Cabret, con cui ha ottenuto nel 2012 una nomination agli Oscar. Non si può dire che l’opera di Howard Shore non abbia avuto successo!