Dopo la presentazione al TolkienLab di Modena il 10 ottobre, il tour del Fabbro di Oxford prosegue a Cosenza venerdì 18: la raccolta di saggi tolkieniani di Wu Ming 4 che propone dieci scritti che riprendono le tematiche affrontate negli interventi pubblici sull’opera del Professore tenuti dal 2014 al 2017, successivi alla pubblicazione della prima edizione del saggio Difendere la Terra di Mezzo (Odoya, 2013).
Gli argomenti spaziano dalla figura della donna nei racconti tolkieniani all’ombra della Grande Guerra, dall’influenza dei miti nordici agli aspetti più moderni delle opere nate dall’immaginazione del Professore, il tradizionale e l’innovativo nella creazione della Terra di Mezzo e il fascino del processo creativo stesso.
L’appuntamento
Il secondo incontro dedicato alla presentazione del Fabbro di Oxford di questo ottobre si terrà venerdì 18 presso la Sala Coni in Piazza Matteotti, nella città calabrese di Cosenza. Dalle 18:00 alle 21:00 interverranno l’autore, Wu Ming 4, e il presidente dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani Roberto Arduini, giornalista, saggista, membro del Comitato Scientifico della collana Tolkien e Dintorni della casa editrice Marietti 1820 e co-fondatore della casa editrice Eterea Edizioni. A moderare l’intervento sarà Matteo Filicetti, presidente dell’associazione Nova Gulp.
Uscito il 9 maggio per i tipi di Eterea Edizioni, Il Fabbro di Oxford. Scritti e interventi su Tolkien è il terzo libro che la compone collana di saggistica I Rami, dopo l’uscita nell’autunno del 2018 di Tolkien e i Classici II e la ristampa nel marzo 2019 della raccolta che lo precedeva, inizialmente edito nel 2016 da Effatà, Tolkien e i Classici I. Nell’attesa dell’intervento, i lettori incuriositi che ancora non si sono avvicinati al volume possono leggerne, sul nostro sito, la prefazione firmata da Edoardo Rialti. La serata è organizzata dall’associazione Nova Gulp e dall’Associazione Ricreativa Culturale Ritorno al Fumetto.
Nova Gulp è un’associazione culturale dell’entroterra cosentino che propone attività ed eventi incentrati sulla cultura ludica, artistica, cinematografica, musicale e fumettistica, ha come obbiettivo la loro diffusione e si propone di offrire spazi aperti di discussione e confronto, che possano coinvolgere e avvicinare un pubblico sempre più ampio alle tematiche trattate.
Nell’affollato calendario AIST di ottobre non poteva mancare un TolkienLab: dopo la consueta pausa estiva riprendono gli incontri organizzati dall’AIST assieme all’Istituto Filosofico di Studi Tomistici. Il primo dei canonici tre appuntamenti autunnali è dedicato al volume Il Fabbro di Oxford, la nuova raccolta di saggi tolkieniani di Wu Ming 4 (i più curiosi possono leggere qui la prefazione al volume scritta da Edoardo Rialti) e si terrà la sera di giovedì 10 ottobre.
Come ogni TolkienLab, a supervisionare la serata sarà il presidente dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici, nonché socio AIST, Claudio Testi.
I TolkienLab autunnali
Come questa primavera, anche l’autunno ospiterà tre TolkienLab, uno al mese, partendo ad ottobre e terminando a dicembre. Gli appuntamenti in calendario sono i seguenti:
Giovedì 10 ottobre, ore 20:45 Tolkien, il fabbro di Oxford
Relatore: Wu Ming 4 del collettivo Wu Ming, autore e socio fondatore dell’AIST
Sabato 16 novembre, ore 16:00 La guerra nella Terra di Mezzo
Relatore: Marco Rubboli della Sala d’arme Achille Marozzo Presso la sala di Piazza Redecocca, Modena
Giovedì 5 dicembre, ore 20:45 Tolkien e i giochi di ruolo
Relatore: Marco Scicchitano, psicoterapeuta, coordinatore del LabGDR e socio AIST
Gli interventi, quando non diversamente indicato, si terranno presso la sede dell’istituto tomistico, in Strada San Cataldo 97 a Modena.
L’ingresso alle serate è gratuito.
Il Fabbro di Oxford
Da cosa traeva J.R.R. Tolkien le sue storie? Come nascevano i suoi personaggi? E, soprattutto, come riuscì lo scrittore inglese a trasmettere il suo pensiero attraverso le loro parole e azioni? L’ultimo libro di Wu Ming 4, una raccolta di saggi, muove da queste domande per mostrare il lavoro “artigianale” dello scrittore. Come un fabbro paziente e certosino, Tolkien ha costruito le sue narrazioni attingendo dalla materia dei suoi campi di studio, la filologia e la letteratura medievale, per affrontare temi al tempo stesso universali e legati alla nostra epoca.
Wu Ming esplora ne Il Fabbro di Oxford questi interrogativi in dieci testi che riprendono le tematiche affrontate negli interventi pubblici sull’opera del Professore tenuti dal 2014 al 2017, dopo la pubblicazione della prima edizione del saggio Difendere la Terra di Mezzo (Odoya, 2013).
Già presentato a Cesena, a Gubbio e Perugia, il volume pubblicato da Eterea Edizioni sarà presentato venerdì 18 anche a Cosenza, nella Sala Coni in Piazza Matteotti alle 18:00.
Il bilancio della due giorni di presentazioni del Il Fabbro di Oxford, la raccolta di saggi di Wu Ming 4 (Eterea Edizioni) in Umbria è estremamente positivo. I due incontri, molto diversi per contesto e impostazione, hanno prodotto un bel dibattito.
L’evento di Gubbio, che si è svolto nella suggestiva cornice dell’ex-refettorio della Biblioteca Sperelliana, già convento olivetano di San Pietro, giovedì 27 giugno, è stata anche l’occasione di rinsaldare i rapporti con il neonato smial eugubino (grazie ad Alessandro, Paolo, Laura e tutta la banda), nonché di mettere a punto la partecipazione dell’Aist al prossimo Festival del Medioevo, la più importante manifestazione italiana sul tema. Ancora una volta si è toccata con mano la bontà dell’esperienza associativa, che rappresenta una presa in carico di responsabilità e impegno da parte di chi decide di aderire a un’impresa collettiva. È sempre bello vedere come un gruppo di persone unite da una passione comune possa porsi degli obiettivi e cimentarsi nell’organizzazione di eventi dando continuità al proprio agire e trascorrendo insieme tempo di qualità. Quando poi si ha la fortuna di farlo in una cittadina gioiello come Gubbio, tanto di guadagnato.
Bella anche la location della presentazione perugina, tenutasi il 28 giugno, cioè la biblioteca di San Matteo degli Armeni, che conserva il fondo Aldo Capitini, padre nobile del pensiero nonviolento italiano e della Marcia per la Pace Perugia-Assisi. L’evento era organizzato dal locale circolo dell’UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti), di conseguenza non poteva mancare un’accesa discussione intorno agli aspetti religiosi dell’opera di Tolkien. La prolusione di Wu Ming 4 sul tema dato – cioè la concezione del potere nell’opera di Tolkien – è stata infatti criticata da alcuni uditori tra il pubblico, perché a loro dire troppo schiacciata sulla matrice cristiano-cattolica della narrativa tolkieniana. Ne è scaturito un vivace dibattito che è possibile ascoltare al link qui sotto insieme al resto della conferenza:
ASCOLTA L’AUDIO
– 00:00 – 3:09 Introduzione di Mario Bolli, socio UAAR (dove si apprende che la direzione nazionale non ha voluto contribuire all’iniziativa perché “parlare di Tolkien non rientra negli scopi sociali dell’UAAR”):
– 03:10 – 49:38 Prolusione di Wu Ming 4
– 49:39 – 56:53 Domanda sull’operato collettivo e la lotta tra il bene e il male nella narrativa di J.R.R. Tolkien e risposta di Wu Ming 4
– 56:54 – 1:05:25 Domanda sul rifiuto del potere e risposta di Wu Ming 4
– 1:05:26 – 1:16:42 Intervento critico dal pubblico che contesta la lettura “cattolica” di Wu Ming 4 e argomenta sugli influssi “pagani” nell’opera di J.R.R. Tolkien e risposta di Wu Ming 4
– 1:16:43 – 1:17:33 Intervento di Roberto Arduini
– 1:17:34 – 1:23:02 Domanda su come ci si rapporta al potere quando i Maiar e gli Elfi se ne vanno e inizia l’era degli Uomini e risposta di Wu Ming 4
– 1:23:03 – 1:30:23 Intervento sul potere di Aragorn e Gandalf come esempi di potere “positivo” e potere “magico” che scompare in favore del tempo della razionalizzazione religiosa e replica di Wu Ming 4
– 1:30:24 – 1:35:22 Intervento sulla “magia” come potere soprannaturale e sovrumano, cioè fuori della portata degli Uomini, sostituito dalla religione e replica di Wu Ming 4
– 1:35:23 – 1:47:40 Domanda sull’etichetta di scrittore “di destra” appiccicata a Tolkien e risposta di Wu Ming 4
– 1:47:41 – 1:55.30 Domanda sulla presa di posizione al Salone del Libro di Torino e risposta di Wu Ming 4
“Esisteva Eru, l’Uno, che in Arda è chiamato Ilùvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, i Santi, rampolli del suo pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altro fosse creato. Ed egli parlò loro, proponendo temi musicali; ed essi cantarono al suo cospetto, ed egli ne fu lieto.” (Ainulindalë, Il Silmarillion, J.R.R. Tolkien)
Dopo aver ospitato lo scorso anno il convegno internazionale Monstra II. Simbologie e Funzionalità degli Esseri Mostruosi.Velletri (in provincia di Roma) si prepara ad un nuovo incontro di studiosi: Religioni Fantastiche e Dove Trovarle. Divinità, Miti e Riti nella Fantascienza e nel Fantasy, convegno che si terrà da mercoledì 3 a sabato 6 luglio nella Sala del Consiglio del Palazzo Comunale di Velletri, in Piazza Cesare Ottaviano Augusto 1. Anche quest’anno vedremo la partecipazione del presidente dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani Roberto Arduini, che sabato oltre a proporre un intervento presenterà il libro Il Fabbro di Oxford. Scritti e interventi su Tolkien di Wu Ming 4. Ma già dal primo giorno si parlerà di Tolkien, con La questione della salvezza dei pagani nell’universo finzionale tolkieniano: il Dibattito di Finrod e Andreth di Davide Burgio, e come annuncia già il titolo quest’anno il fantasy sarà una tematica in prima linea.
L’evento è promosso dal Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” e patrocinato dal comune stesso di Velletri. Come lo scorso anno, alle giornate di studio seguiranno serate nei Castelli Romani, tra degustazioni di prodotti tipici e visite guidate in vari musei.
L’ingresso alle conferenze è libero.
Il programma
Mercoledì 3 luglio
Ore 9:30 – Introduzione ai lavori e saluti istituzionali: con Eleonora Mattia (presidente IX commissione Consiglio Regione Lazio, con deleghe lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio), Orlando Pocci (sindaco di Velletri), Maria Paola De Marchis (consigliere comunale e Presidente Calliope Associazione Culturale) e Igor Baglioni (direttore del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”)
Davide Burgio (Scuola Normale Superiore di Pisa) – La questione della salvezza dei pagani nell’universo finzionale tolkieniano: il Dibattito di Finrod e Andreth
Nicola Martellozzo (Alma Mater Studiorum – Università di Bologna) – Come gli uomini diventano deva. Rappresentazione e funzione delle religioni in Lord of Light
Pausa caffè
Fernanda Rossini (Ludwig-Maximilians-Universität München) – Eppur si muove! Le conoscenze scientifiche come forme di superstizione religiosa nel romanzo Orfani del cielo (1941) di Robert A. Heinlein
Lucrezia Naglieri (ricercatore indipendente) – La religione e il potere ne Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood. Analisi iconografica e storico-artistica della teocrazia distopica di Galaad
Ore 15:00, coordina Alessandro Campus (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”)
Lottie Brown (University of Bristol) – Wonder Woman: A Consideration of her Roman Antecedents
Roberta Matkovic (Università “Juraj Dobrila” – Pola) – “Dylan Dog” – L’indagatore dell’incubo, gli inferi e i personaggi infernali
Pausa caffè
Tavola Rotonda Making Gods and Heroes, la Creazione di Universi Fantastici nel Mondo del Fumetto. Intervengono gli autori: Marika Michelazzi (autrice indipendente), Emiliano Mammucari (Sergio Bonelli Editore), Matteo Mammucari (Sergio Bonelli Editore), Giovanni Masi (Sergio Bonelli Editore) e Mauro Uzzeo (Sergio Bonelli Editore)
Giovedì 4 luglio
Ore 9:30, coordina Vania Amitrano (Back to the Movies)
Krzysztof Ulanowski (University of Gdańsk) – Did historical and invented Achilles believe in the Greek gods?
Pascal Lemaire (ricercatore indipendente) – Byzantine theology in alternate history: a not so serious matter?
Pausa caffè
Giulia Mancini (University of Iceland – Háskóli Íslands) – Un ponte verso l’ignoto: echi della mitologia norrena nel Trono di Spade?
Ilaria Biano (Istituto Italiano per gli Studi Storici – Napoli) – The leftovers and the lost ones: narrazioni postsecolari tra millenarismo e sincretismo in due casi di serialità fantasy
Presentazione del libro Star Wars. Il mito dai mille volti. Un saggio di antropocinema di Andrea Guglielmino, Golem Libri, Roma 2018 – Intervengono: l’autore, Martina Barone (Cinematographe) e Stefano Cocci (Ulisse)
Ore 15:00, coordina Raoul Villano (Università degli Studi Roma Tre / Alma Mater Studiorum – Università di Bologna)
Jim Clarke (Coventry University) – The Dharma of Dune (and other Buddhist adventures in 1960s Science Fiction)
Barbara Giulia Valentina Lattanzi (Università degli Studi Roma Tre) – Verso la Nuova Mecca. L’immagine dell’Islam in Pitch Black e nella saga di Riddick
Pausa caffè
Nicola Pannofino (Università degli Studi di Torino) – Mistica dell’oscurità e dark fantasy.L’incontro con il numinoso ne Il Labirinto del fauno
Roger Sneed (Furman University – Greenville) – “Black Panther”, Afrofuturism, and African American Religious Life
Venerdì 5 luglio
Ore 9:30, coordina Marco Filippi (Università degli Studi del Molise)
Ubaldo Lugli (Università degli Studi di Genova) – La morte non esiste. Riti funerari e miti escatologici nel “ciclo di Ayesha”
Martina Broccoli (Laboratorio di Traduzione Istituto Nolfi – Fano) e Veronica Orciari (Laboratorio di Traduzione Istituto Nolfi – Fano) – Do Men Dream of Electric Religions?
Pausa caffè
Andrew Daventry (Associazione Culturale “Le Belle Lettere”) – Studies in the History of the Church under the Reign of His Imperial Majesty, John IV, by the Grace of God, King and Emperor of England, France, Scotland, Ireland, New England, New France, King of the Romans and Emperor of the Holy Roman Empire, Defender of the Faith, et cetera.
Chiara Crosignani (ricercatore indipendente) – It was the darkness between: il Dualismo (im)perfetto della Ruota del Tempo di Robert Jordan
Ore 15:00, coordina Francesco Ursini (Sapienza Università di Roma)
Elena Angelucci (Laboratorio di Traduzione Istituto Nolfi – Fano), Tommaso Di Piazza (Laboratorio di Traduzione Istituto Nolfi – Fano) e Elena Tiberi (Laboratorio di Traduzione Istituto Nolfi – Fano) – The Inky Bough: A Study in Classics and Religion in Providence
Francesca Boldrer (Università degli Studi di Macerata) – Dèi e miti nella fantascienza di Calvino: riletture di Proteo e Euridice
Mattia Cravero (Università degli Studi di Torino) – Una “furtiva occhiata d’allarme”. Primo Levi, Prometeo e il Golem
Sabato 6 luglio
Ore 9:30, coordina Angela Bernardo (Sapienza Università di Roma)
Eleonora D’Agostino (Sapienza Università di Roma) – L. Ron Hubbard, la fantascienza e Scientology: viaggio di una religione dalla cultura pop degli anni ‘50 ad oggi
Gianni F. Trapletti (ricercatore indipendente) – Il bokononismo: da religione fittizia nel romanzo Ghiaccio-nove (1963) di K. Vonnegut a sistema spirituale plausibile?
Roberto Arduini (Associazione Italiana Studi Tolkieniani) – “Adorando il popolo delle stelle”: I movimenti religiosi ispirati alla mitologia di Tolkien
Pausa caffè
Marcos Bella-Fernández (Universidad Autónoma de Madrid) e Leticia Cortina Aracil (ricercatore indipendente) – Week-end devotions: religion creation for Living-Action Role Playing games. The case of Spain
Giuseppe Cuscito (Vanderbilt University) – La paleoastronautica tra fantascienza e religione
Ore 15:00, coordina Elisabetta Marino (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”)
Liliana Tangorra (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”) – Animali fantastici e dove cercarli. Dalla tradizione pre-cristiana a quella dantesca, dal Physiologus all’Harry Potter di Serena Riglietti e Jean-Claude Götting
Caterina Agus (Università degli Studi di Torino) – A oriente del sole, a occidente della luna: sulle tracce del Re Dorato del bosco
Presentazione del libro Il Fabbro di Oxford. Scritti e interventi su Tolkien di Wu Ming 4, Eterea Edizioni, Roma 2019 – Interviene Roberto Arduini (Associazione Italiana Studi Tolkieniani)
Informazioni utili
Coloro fossero interessati a seguire l’evento ed avessero necessità di soggiornare in loco è possibile prenotare presso la struttura alberghiera convenzionata a prezzo ridotto: Hotel Villa Robinia, viale Fratelli Rosselli 19, Genzano di Roma (Alloggio e colazione € 25,00 al giorno). Per usufruire della convenzione è necessario prenotare tramite il seguente indirizzo di posta elettronica: mariapaolademarchis@gmail.com.
Velletri è facilmente raggiungibile via treno (Linea FS Roma Termini-Velletri). Sarà attivo, su prenotazione, un servizio navetta gratuito dall’Hotel Villa Robinia alla sede del convegno. Per usufruire del servizio è necessaria la prenotazione, da effettuare entro il giorno precedente a quello in cui il servizio è richiesto. Per informazioni e prenotazioni: mariapaolademarchis@gmail.com.
Dopo aver condiviso coi nostri lettori la prefazione di Rialti, Accogliere il visitatore, all’ultimo libro di critica tolkieniana di Wu Ming 4, Il Fabbro di Oxford, abbiamo il piacere di annunciare l’inizio del tour di presentazioni che seguirà il debutto al Salone Internazionale del Libro di Torino: la prima tappa sarà il primo giugno a Cesena, in occasione della Festa di Rai Radio3, assieme alla presentatrice radiofonica, giornalista e scrittrice Loredana Lipperini, da anni molto attiva in ambito tolkieniano, e a Emanuele Trevi, critico letterario e scrittore.
La prima tappa: il tour ha inizio!
L’appuntamento è sabato 1 giugno alle ore 15:00, presso il Teatro Bonci (Piazza Mario Guidazzi, 9) di Cesena, scopriremo cosa riserva ai suoi lettori Il Fabbro di Oxford: Wu Ming 4 esplora, nei dieci saggi in cui si articola il volume, il modo in cui Tolkien, fabbro di racconti ed orafo della parola, crea: crea storie e personaggi straordinari che permettono il dipanarsi del suo arazzo narrativo, dove risplendono come fili d’oro fini espressioni di pensiero ed emozioni anche nel più casuale dei loro gesti. Dalla rapporto con la mitologia nordica, con i suoi ideali ed i suoi eroi, alla rappresentazione della donna, dalla regalità di Aragorn alla modernità nella Contea, il libro esamina l’operato del Professore e durante la presentazione con l’autore si vedrà come realtà e immaginazione si combinano ed influenzano negli scritti di Tolkien.
Nell’attesa di sabato, i lettori incuriositi posso trovare un altro assaggio della raccolta sul sito l’Indiscreto, dove è stato pubblicato un estratto dal settimo saggio, Lúthien e le altre: i personaggi femminili nel mondo di J.R.R. Tolkien.
La conferenza è parte della Festa di Rai Radio3, che durerà tutto il weekend, da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno: tre giorni di musica, dibattiti e spettacoli uniti dal filo conduttore del tema scelto per quest’anno, Realtà e immaginazione. Da Leonardo all’intelligenza artificiale.
Presto seguirà la seconda tappa del tour, una presentazione a Bologna. Continuate a seguirci per scoprire l’intero calendario degli incontri con il Fabbro di Oxford!
I relatori
Wu Ming 4 è uno dei soci fondatori dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, ed il professore oxoniense figura tra i personaggi del suo romanzo Stella del Mattino (Einaudi 2008), e nel racconto Figlia del crepuscolo (Speachless Magazine #2, 2012). Il suo saggio più noto è Difendere la Terra di Mezzo, la cui seconda edizione è uscita nell’autunno 2018 (casa editrice Odoya), ma le sue pubblicazioni e conferenze sulla materia tolkieniana sono numerose. Ha tenuto vari interventi sull’opera tolkieniana all’interno di convegni universitari in tutta Italia, l’ultimo dei quali, La Generazione Perduta: miti che nascono dalla Grande Guerra. J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis e l’esperienza degli autori inglesi nel primo conflitto mondiale, si è tenuto nel 2016 presso la Sala Convegni Unicredit a Verona. Nel 2017 ha preso parte alla terza e quarta puntata del programma radio Tolkien: un viaggio inaspettato condotto da Loredana Lipperini e Arturo Stàltieri, all’interno di Pantheon di Rai Radio3. Nell’autunno 2018 ha tenuto un laboratorio intitolato Lo Hobbit: un viaggio di crescita personale., nell’ambito dei corsi di letteratura inglese presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università di Trento.
Loredana Lipperini è giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica. Con una carriera pluridecennale alle spalle ricca di successi professionali, è conosciuta principalmente per il ruolo di conduttrice di Fahrenheit su Radio Tre; ha ospitato nella sua trasmissione diversi esperti del mondo tolkieniano italiano, aiutando così in prima persona la diffusione dell’opera del Professore di Oxford sul nostro territorio nazionale. Da sempre appassionata del fantastico, ha prestato la sua penna alla scrittura di 4 romanzi Urban Fantasy e Dark Fantasy, pubblicati con lo pseudonimo di Lara Manni tra il 2009 e il 2013, tra i quali ricordiamo quello d’esordio, Esbat. È autrice del blog Lipperatura, dove tratta argomenti legati a temi di attualità e di cultura.
Emanuele Trevi è critico letterario e scrittore. Editor e autore di saggi e narrativa, il suo primo romanzo è stato I cani del nulla. Una storia vera (Einaudi, 2003). Con il libro Senza verso. Un’estate a Roma (Laterza, 2004) sul poeta Pietro Tripodo, ha vinto il Premio Sandro Onofri. La sua ultima opera, presentata durante la Festa di Rai Radio3, è Sogni e favole (Ponte alle grazie, 2019). È stato direttore creativo (con Arnaldo Colasanti) della Fazi editore, ha curato una collana presso Quiritta editore e, con Marco Lodoli, l’antologia scolastica Storie della vita edita da Zanichelli. Ha inoltre curato le edizioni di numerosi volumi: da Istruzioni per l’uso del lupo (Castelvecchi, 1994 e 2002) alle introduzioni a I racconti delle fate e Le fiabe francesi della Corte del Re Sole di Charles Perrault a Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi (Newton Compton Editori).
Collabora alla trasmissione Lucifero di Radio 3 e ha scritto per riviste quali Nuovi argomenti, Il caffè illustrato e quotidiani quali la Repubblica, la Stampa e Il Manifesto.
Dopo l’esordio al Salone Internazionale del Libro di Torino con tanto di sold out, in attesa di pubblicare il calendario delle presentazioni dell’ultimo libro di Wu Ming 4, la raccolta di saggi su Tolkien intitolata Il Fabbro di Oxford di Eterea Edizioni, proponiamo oggi ai nostri lettori la prefazione del volume, scritta dal saggista e traduttore Edoardo Rialti.
Sperando che questo assaggio stimoli il vostro appetito, e la curiosità vi porti a scoprire ogni saggio che compone il libro, vi auguriamo buona lettura!
Accogliere il visitatore
Edoardo Rialti
Il canto cessò. Frodo aprì gli occhi e vide Bilbo seduto sullo
sgabello e circondato da un gruppo di persone sorridenti e applaudenti.
«Vorremmo risentirla da capo», disse un Elfo… «Non possiamo
rispondere alla tua domanda, con una sola audizione!»
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli
Sono numerosi i joyciani “ritratti dell’artista” nell’opera di Tolkien: pittori, orafi, giardinieri, scrittori, fabbri, menestrelli. Che si tratti d’infondere una luce divina in gemme elfiche o potare un’aiuola, narrare guerre che hanno sconvolto un mondo intero o comporre allegri nonsense per un bel bagno caldo, li accomuna un lavoro paziente, una cura silenziosa che può consumarli e ossessionarli, oppure aprirli all’umiltà e alla generosità, consegnando alle generazioni successive un’eredità che queste possono a loro volta contendersi, deturpare o custodire, condividere e arricchire.
Lo studio del suo corpus narrativo, così vasto e variegato, dai richiami filologici ai registri stilistici, dalla dialettica complessa con le fonti d’ispirazione o la narrativa e poesia contemporanea, richiede le medesime doti, e queste in fondo potrebbero essere sintetizzate nell’endiadi con la quale lo stesso Tolkien contrapponeva al coraggio orgoglioso e accecato di Beorhtnoth l’eroismo “del servizio e dell’amore”. Anche per George Steiner «la critica letteraria dovrebbe scaturire da un debito di amore. In modi evidenti e tuttavia misteriosi una poesia o un dramma o un romanzo afferrano la nostra immaginazione. Nel momento in cui deponiamo un libro non siamo più quelli che eravamo prima di leggerlo… E, spinti da un qualche primario istinto di comunione, cerchiamo di comunicare agli altri la qualità e la forza della nostra esperienza. Vorremmo convincerli ad aprirsi a essa. È da questo sforzo che nascono le intuizioni più vere della critica». Quando ciò si verifica, la riflessione – in una certa misura – è capace di far ri-accadere l’esperienza artistica stessa, poiché ce la riconsegna come «un mondo nuovo, e il vecchio reso esplicito», come nel verso di T.S. Eliot: scorgiamo meglio quanto abbiamo già ammirato, e al tempo stesso il nostro apprezzamento si approfondisce in virtù d’uno sguardo nuovo, che si somma al nostro, quello di un altro lettore.
Secondo la celebre immagine di Victor Hugo, ci sono uomini-oceano, dall’opera parimenti immensa, eppure tale vastità, ricchezza e profondità costituisce al tempo stesso, nelle parole di Riccardo Bruscagli, un «segreto evidente», che non si esaurisce in una vita di studio e al tempo stesso lampeggia, indefinibile ma certo, al nostro primo incontro con essa; e come ebbe modo di sottolineare C.S. Lewis da par suo, con quella che per me rimane forse la più bella e ricca definizione del lavoro critico, «per strano che possa sembrare, ritengo che il compito principale di un interprete sia di cominciare analisi per poi lasciarle incompiute. Queste non hanno lo scopo di sostituire l’apprendimento immaginativo del poema. Il loro unico impiego è destare nel lettore anzitutto la sua conoscenza consapevole della vita e dei libri, nella misura in cui essa è rilevante, per poi suscitare in lui quegli elementi meno consci che soli possono offrire una piena responsione al poema». Chiunque ami in questo modo l’opera tolkieniana, con questo gusto per l’auscultazione attenta e rispettosa, condizione necessaria e costante per ogni raffronto e giudizio fondato, non può che accogliere la presente raccolta di saggi di Wu Ming 4 con grande interesse e gratitudine.
Il presente volume prosegue e approfondisce quanto già affrontato nel precedente Difendere la Terra di Mezzo, in parte dedicato a tratteggiare lo stato dell’arte della critica tolkieniana più significativa e al contempo a sgombrare il campo dalla nebbia di approcci interpretativi che hanno brandito Tolkien dopo averlo steso su un letto di Procuste per appiattirlo, mutilarlo e ridurlo letteralmente a pre-testo, con raffronti infondati e fuorvianti e una fondamentale sordità alla complessità, talvolta spiazzante della sua voce autentica (e giustamente Wu Ming 4 ribadisce anche qui come certe valutazioni snobistiche persino recenti di certa critica progressista in realtà leggano ancora Tolkien con le stesse categorie e lenti distorte di quella che definisce destra “simbolista”).
Gli interventi di Wu Ming 4 aspirano anzitutto a ripercorrere e attenersi al «tipico modo di procedere di Tolkien come filologo creativo, cioè costruttore di storie fantastiche su basi filologico letterarie», un intento nel quale riescono eccome. Basti pensare allo splendido percorso nello Hobbit come romanzo di formazione (che potrebbe dialogare benissimo a distanza col leitmotiv della filoxenia, la legge dell’accoglienza, che costituisce la cartina di tornasole dell’intera Odissea), laddove raggiungere l’effettiva maturità dell’adulto comprende un ribaltamento dei ruoli solitamente attribuiti ai generi, la necessità di tornare ai miti dell’infanzia e addirittura di indossare panni e atteggiamenti che sono il contrario di quanto abbracciato e vissuto fino al quel momento come identità costitutiva: «per possedere ciò che non possedete / dovete fare la strada della privazione. / Per arrivare a quello che non siete / dovete andare per la strada nella quale non siete», scriveva Eliot nei Quattro Quartetti, e l’agiato hobbit Bilbo Baggins, al sicuro dietro la porta della sua graziosa dimora da quelle «fastidiose scomode cose» che sono le avventure, per crescere dovrà farsi appunto scassinatore.
La presente raccolta è tutta importante e di gran pregio ma contiene alcune autentiche gemme: il celebre raffronto tra Sam Gamgee e i Tommies della Prima guerra mondiale si allarga alla contemporaneità letteralmente disarmante di un Faramir rispetto alle neo-mitologie militari contemporanee, pervertimenti dell’autentico eroismo cui “il fabbro di Oxford” oppone costantemente salutari antidoti, espliciti o impliciti, dal Beorhtnoth al Signore degli Anelli: «Tolkien mette in bocca ai personaggi letterari riflessioni che sono evidentemente frutto della sua disillusione di reduce di una guerra contemporanea. Le riflessioni che trae sono problematiche e contraddittorie, perché tengono assieme il valore dell’eroismo guerriero e la critica al bellicismo che da esso può derivare». Vi si ripercorrono, suggestivamente a ritroso, alcuni crocevia tra archeologia, filologia e narrativa dell’infanzia, antichi tumuli e giardini moderni, cortocircuiti che consentono di inquadrare meglio l’elusivo mistero di Tom Bombadil alla luce del (Peter) Pan di Barrie e Kenneth Grahame (1). La ricca analisi del cammino e dell’evoluzione di Aragorn dalle ombre opprimenti del suo passato fino alla piena assunzione del ruolo di monarca moderno (2) riesce addirittura a mostrarne le affinità con l’umiltà conquistata da Bilbo nel riconoscersi creatura molto piccola in un mondo ben più vasto: «Aragorn accetta di non essere l’eroe principale della storia e solo così può finalmente intraprendere il cammino verso la regalità». La galleria dei ritratti femminili mostra come Tolkien sappia approfondire e al tempo stesso audacemente ribaltare alcuni tòpoi su fate incantatrici, fanciulle guerriere, principesse elfiche. Spicca soprattutto il magnifico studio sull’insinuarsi dell’autorità burocratica «della società disciplinare moderna, per dirla con Foucault» nella Contea infettata da Sharkey-Saruman e le sue diverse strategie rispetto alla corruzione di Rohan («se per controllare una società feudale occorre influenzare il monarca, per prendere il controllo di una società borghese occorre impadronirsi del potere economico»), così come sulla rivolta degli Hobbit, che non si limiterà a ristabilire le condizioni precedenti della loro «mezza-repubblica, mezza-aristocrazia».
Analisi, percorsi, raffronti che possiedono tutti il tratto distintivo d’ogni critica riuscita, quello di indurre nel lettore il desiderio di tornare alle pagine, alle scene citate e studiate, con occhi ed entusiasmo rinnovati, mostrando come l’opera tolkieniana convogli e fondi tradizioni e sfide letterarie stratificate e complesse, che vi assumono una luminosità e intensità nuova, come l’Alessandria evocata da Kavafis nelle memorie di Ungaretti: «allora in un lampo risplendeva lungo i suoi millenni come non vidi mai più nulla risplendere». Per C.S. Lewis i meri nomi di Galadriel o Glorfindel «incarnano quella penetrante, alta elfica bellezza che nessun altro scrittore di prosa ha colto così tanto», ed è significativo che, per la sensibilità di Tolkien, ciò avesse la paradossale pretesa di rendere giustizia a una presunta verità originaria, ormai coperta di incrostazioni e ruggine, offuscata se non dimenticata.
Ogni efficace e autentica analisi particolare, in virtù del suo rigore e dei limiti che si auto-impone, costituisce una finestra spalancata su un paesaggio assai più vasto, o, per riprendere la celebre immagine dello stesso Tolkien nel suo saggio spartiacque su Beowulf, una torre da cui spingere lo sguardo fino al mare: gli scritti qui raccolti sanno additare con finezza e persuasività alcuni orizzonti gnoseologici, culturali e politico-sociali di grande importanza, basti pensare al leitmotiv tolkieniano (dolorosamente caro in quegli stessi decenni anche a Pasolini o Cristina Campo) per cui perdere delle lingue vuol dire perdere mondi interi, senza i quali affrontiamo con maggiore incertezza anche le sfide del presente.
In Difendere la Terra di Mezzo, Wu Ming 4 mostrava come gli interrogativi al cuore delle opere di Tolkien sorgessero dalle medesime sfide conoscitive ed esistenziali di una Simone de Beauvoir. Qui, nello sviluppo dei testi stessi o nelle citazioni in exergo, il creatore di Hobbit ed Ent dialoga con Robert Graves, Albert Camus, George Orwell, Simone Weil (3). Ciò in virtù d’una ammirevole commistione di preparazione filologica e conoscenza della letteratura e del contesto sociale e culturale contemporaneo a Tolkien (comprese le tattiche di guerriglia) il cui impiego congiunto è capace di relegare tante raffazzonate letture di supposti critici nostrani (che spesso non sanno neppure leggere Beowulf o Njáll in originale, né conoscono la letteratura europea del primo ‘900) tra le bandiere rattoppate, per quanto rumorosamente agitate. Qui c’è un arazzo unico, che rispetta la realizzazione e la stoffa dell’originale. Anche il dialogo a distanza con l’analisi tomista di Claudio Testi costituisce un passo e un contributo importante, in Italia e non solo, che si inserisce nella complessità di un dibattito autentico sullo sfondo teologico dell’immaginazione tolkieniana, sulla specificità del suo specifico cattolicesimo, ereditato con un doloroso “mandato familiare” e a sua volta filtrato da storia, formazione e sensibilità personali (4). Si tratta – appunto – di un tema troppo vasto. Mi limito solo ad accennare che le riflessioni di Wu Ming 4 sull’etica dei personaggi tolkieniani mi hanno spesso fatto pensare a quanto la già citata Simone Weil scrisse sull’eroismo autentico nell’Iliade: «talvolta un uomo trova così la sua anima mentre delibera con se stesso, quando cerca, come Ettore davanti a Troia, senza l’aiuto degli dèi o degli uomini, di far fronte da solo al destino. Gli altri momenti in cui gli uomini trovano la propria anima
sono quelli in cui amano».
Per concludere, questa pregevole raccolta, che suscita nel lettore tante curiosità e nessi inaspettati ma fecondi, ricca per contenuti originali ed efficacia dello stile, è tutta impostata sulla necessità di riconoscere certamente gli archetipi che agiscono in un testo, ma anche, se non soprattutto, la specificità della loro resa e variazione narrativa, il quid tolkieniano, lo “scarto spiazzante” tra l’immagine culturale e letteraria di riferimento (incline a farsi stereotipo) e l’irriducibilità e originalità di un Aragorn, o un’Éowyn, riflessi dell’irriducibilità e originalità del loro cantore-creatore stesso, quell’anonimo menestrello al Campo di Cormallen, capace di far ridere e piangere rievocando «regioni ove delizie e dolori sono un’unica cosa e le lacrime sono il vino del godimento».
Una simile operazione critica è anzitutto una grande e importante lezione di ascolto, che dimostra come leggere costituisca a sua volta una sfida costante dell’accoglienza intellettuale e morale, e che quanto bussava alla porta di Bilbo nelle vesti di quel «vagabondo odinico che è Gandalf» (Tolkien, Lettere) si presenta anche sulla soglia interiore di chiunque desideri esporsi davvero alla forza e alla ricchezza di quel “visitatore” (George Steiner) che è una grande opera letteraria.
Note:
1. Testo ed episodio cui anche C.S. Lewis si sarebbe significativamente richiamato per illustrare nientemeno che il Numinoso ne Il problema della sofferenza. 2. Percorso che ha parimenti ricordato a chi scrive le riflessioni dello stesso Lewis in A Preface to Paradise Lost sul cammino doloroso di Enea per non ridursi «al fantasma di Troia». 3. In una parentesi si cita anche Alessandro Manzoni, accennando a una differenza che ritengo abbia più lo scopo di far emergere per contrasto una specificità di Tolkien che abbozzare un raffronto effettivo su provvidenza e giustizia terrena, il quale a sua volta necessiterebbe gli stessi strumenti critici e modalità richiamati in tutto il volume, se si vuole evitare il rischio di quell’astoricità appiattente e nebulosa da qui l’autore aveva già messo in guardia in Difendere la Terra di Mezzo. Lo stesso Manzoni, proprio su taluni temi sociali ed economici affrontati nel saggio sulla liberazione della Contea, aveva dato prova d’una sensibilità e intelligenza e persino un’audacia che, con i dovuti strumenti e distinguo, potrebbero portare a una comparazione suggestiva. 4. Complessità “non pacificante” che andrebbe giustamente estesa anche alla produzione di altri Inklings, in primis C.S. Lewis e C. Williams, a loro volta troppo facilmente ridotti, ideologicamente branditi o rigettati. Si pensi solamente allo speculare e opposto cortocircuito immaginativo che per Tolkien è stato l’«Eala Earendel» dell’inno cristiano di Cynewulf e il verso “pagano” di Longfellow «Piangete tutti perché Balder il bello è morto» per l’irruzione della Gioia nella poetica di Lewis.
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