Categoria: Studiosi
Religione, insegnamento “mondano” e Tolkien
Già nel 2010, durante il convegno di Modena Tolkien e la filosofia (i cui atti sono stati pubblicati dalla casa editrice Marietti 1820) Wu Ming 4 e Andrea Monda dialogarono sul ruolo della fede nella creazione tolkieniana: oggi proponiamo una nuova riflessione di Wu Ming 4, che parte dalla lettura dell’ultimo libro di Andrea Monda Raccontare Dio oggi, a cui seguirà la pubblicazione della risposta di quest’ultimo.
Vi auguriamo una buona lettura!
Segura: «Il Signore degli Anelli è la mia vita»

Lo scorso martedì 7 agosto, il sito d’informazione spagnola Ideal.es ha riportato con il titolo Il “Prof” dell’Università di Granada fan de “Il Signore degli Anelli”: “Tolkien dà speranza” (potete leggere l’originale in spagnolo El ‘profe’ de la Universidad de Granada fan de ‘El Señor de los Anillos’: «Tolkien aporta esperanza» qui), un’intervista al professore dell’Università di Granada Eduardo Segura, uno dei massimi studiosi di Tolkien, il quale ha collaborato anche con la New Line Cinema per la sceneggiatura della trilogia cinematografica. Eduardo Segura da bambino lesse Il Signore degli Anelli senza saltare nemmeno una pagina. Docente di Estetica presso l’Istituto de Filosofía Edith Stein, è curatore del volume Myth and Magic: Art according to the Inklings assieme a Thomas Honegger, ed i suoi saggi appaiono anche in Deep Roots in a Time of Frost. Essays on Tolkien e Reconsidering Tolkien, libri pubblicati dalla casa editrice Walking Tree Publishers. Riportiamo volentieri l’intervista di Isabel Ibagnes su Ideal.es, nella traduzione fatta da Stefania Carta, giovane traduttrice sarda responsabile del gruppo facebook degli appassionati di Tolklie “S’Arda: La Compagnia del Westmarch” che ringraziamo per la cortesia.
…Scompare Stanley, erede di Tolkien a Oxford
Il 21 giugno 2018 è scomparso all’età di 94 anni Eric Gerald Stanley, che era stato professore di inglese antico di Oxford, presso la cattedra Rawlinson e Bosworth del Pembroke College, tenuta da J.R.R. Tolkien dal 1925 al 1945. Stanley scrisse numerosi libri e innumerevoli articoli ed è ampiamente riconosciuto come una delle principali autorità del XX secolo nel campo della letteratura medievale.
Addio a Rhona Beare, da lettrice a studiosa
«Potrei dire che se il racconto tratta di “qualcosa” (oltre che di se stesso), questo qualcosa non è, come tutti sembrano supporre, il “potere”». Così rispondeva J.R.R. Tolkien il 14 ottobre 1958 a una lettera di una lettrice attenta. Quella lettrice, Rhona Beare, allora studentessa di 23 anni all’università di Exeter, era rimasta talmente colpita dal Signore degli Anelli da leggerlo per tre volte di seguito. Finita la terza rilettura, Appendici comprese, la signorina Beare aveva preso carta e penna e
aveva scritto direttamente all’autore del romanzo, ponendogli tutta una serie di questioni, numerandole anche. È grazie a lei che Tolkien spiegò molte delle storie che fanno da sfondo alle vicende della Compagnia. Non paga, scrisse ancora e ancora, divenendo col tempo la corrispondente più frequente di Tolkien e decisamente versata nella materia leggendaria e linguistica della Terra di Mezzo. Ieri quella ragazza se ne è andata. Si è spenta nella sua casa in Canynge Road, a Bristol, il 20 febbraio 2018 all’età di 82 anni. La sorella Nancy e i nipoti Catharine, Alison e Christopher ne hanno dato notizia, facendo sapere che il servizio funebre si è poi celebrato presso il Memorial Woodlands di Alveston. Anche il Times locale ha pubblicato la notizia.
Sulle orme di Tolkien 4: il convegno medievale
Essere a Leeds in questi giorni, ci dà la possibilità di partecipare al Congresso Internazionale Medievale (IMC), che lo splendido quadrante universitario di Leeds ospita dal 3 al 6 luglio. Organizzato dall’Istituto per gli Studi Medievali, sin dal suo inizio nel 1994, il congresso si è affermato come un evento annuale con una presenza di oltre 2.200 medievalisti provenienti da tutto il mondo. Quest’anno intervengono medievalisti provenienti da oltre 50 Paesi, con ben 2.000 interventi individuali e 600 sessioni accademiche, oltre a una vasta gamma di spettacoli, letture, tavole rotonde, escursioni e laboratori: l’IMC è la più grande riunione annuale d’Europa. In questo è molto simile all’International Congress on Medieval Studies che si svolge ogni a Kalamazoo, nel Michigan (Usa), ma che riunisce oltre tremila studiosi interessati agli Studi Medievali. Al suo interno, prevede il «Tolkien at Kalamazoo», la sezione dedicata a Tolkien, che ormai comprende 6 sessioni di conferenze, 2 sessioni sull’influenza sugli scrittori successivi, un conferenza filologica, due spettacoli, un dramma recitato e anche un incontro commerciale, tutti dedicati a J.R.R. Tolkien… Tra l’altro, quest’anno tutto l’evento è cresciuto moltissimo dando largo spazio a laboratori di calligrafia, lezioni di spada medievale e spettacoli dal vivo.
In occasione con l’inizio della nuova stagione di Game of Thrones il 16 luglio in Inghilterra (da noi in Italia in contemporanea con gli Usa alle 3 di notte del 17), i visitatori del campus possono farsi fotografare su una replica del Trono di Spade di Westeros, firmato dai membri del cast della serie della HBO. La cosa che però mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta è stata la Book Fair, la sezione dedicata agli editori specializzati sul Medioevo e il medievalismo: due ali dell’istituto completamente dedicate ai libri, con pubblicazioni mai viste. Saranno stati più di un centinaio di editori e oltre ventimila titoli: una cosa mai vista! Quando abbiamo fatto la pausa tutto l’edificio era peino di gente a comprare libri…
Sulle orme di Tolkien 2: lo studio alla Bodleian
Il cuore dell’Università di Oxford è la Biblioteca Bodleian, una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo. Questo immenso esempio di gotico inglese è una delle più grandi biblioteche del mondo e contiene più di undici milioni di opere stampate, oltre 50.000 e-journals e tanto altro materiale su supporti diversi. In base a un accordo risalente al XVI secolo, la biblioteca accoglie una copia di ogni libro, rivista o fumetto venga pubblicato pubblicato nel Regno Unito. La biblioteca storica di Oxford è il simbolo degli studi e degli studiosi. Secoli di storia e di studi si respirano in questi antichi locali, in parte attrezzati come alle origini, ma con sistemi di catalogazione al passo con i tempi.
Visitare la Bodleian Library è una esperienza che ti resta dentro.
Seguire stanza dopo stanza un percorso nel tempo e nella tradizione che formano la cultura europea. Regolarmente in funzione per studenti e studiosi, è aperta anche al pubblico e oggetto di visite guidate con partenze ogni mezz’ora e di durata variabile. Un peccato che l’accesso alla Bodleian sia in questo caso limitato a due sole ali dell’intera struttura, cioè appena il 5% di tutte le sale della biblioteca.
Anche così però sono molte le cose da visitare: la sala quattrocentesca della scuola di teologia (Divinity School), la Convocation House and Chancelor’s Court del XVII secolo, la biblioteca quattrocentesca di Humphrey, duca di Gloucester e fratello di re Enrico V, e infine l’interno della Radcliffe Camera. La Divinity School è l’aula più antica dell’università con il soffitto con volta a costoloni, ancora oggi viene usata come “spogliatoio” per il laureandi che sfileranno verso il teatro. Di recente è più nota per essere stata una delle location dei film di Harry Potter, per l’esattezza l’infermeria (del secondo) e il salone delle prove di ballo (del quarto).
La mia preferita rimane però la Duke Humfrey’s Library, anch’essa utilizzata come Biblioteca di Hogwarts, che è la più antica sala di lettura della Bodleian Library ed è ora supervisionata dal Reader Services Department, cioè è una sala di lettura e consultazione. Qui hanno studiato cinque re, 40 premi Nobel, 25 primi ministri inglesi e scrittori come Oscar Wilde, C.S. Lewis e naturalmente Tolkien. È affascinante aggirarsi tra scaffali zeppi di libri antichi molti dei quali di grande pregio. Assai pregevole e caratteristico del periodo lo stile gotico delle strutture. Una biblioteca monumentale meravigliosa e suggestiva, con ambienti talmente suggestivi che restano impressi nella memoria, a lungo. Insomma, se passate da quelle parti… fermatevi a studiare, non si sa mai!
Sulle orme di Tolkien 1: l’AIST a Oxford e Leeds
Per chi studia le opere di J.R.R. Tolkien dovrebbe essere una tappa fissa. Così per la terza volta, abbiamo deciso di tornare a sfogliare e studiare i manoscritti a Oxford. La decisione ha coinvolto il presidente Roberto Arduini e il vicepresidente Claudio Antonio Testi, che per l’occasione hanno accettato di tenere un breve diario di viaggio, così da soddisfare la curiosità anche dei lettori del sito web. La Bodleian Library è uno dei due istituti in cui sono conservati i manoscritti di Tolkien. Il viaggio si è però trasformato in un percorso indietro nel tempo, sulle orme della vita dello scrittore, anche fuori dell’università, in quei luoghi che lo videro muoversi, discutere, ridere e bere… Ecco la prima puntata del diario di viaggio che toccherà sia Oxford sia Leeds, le due città in cui Tolkien visse e insegnò. Buona lettura!
Ecco perché l’elfico è meglio dell’Esperanto
Abbiamo già trattato il tema di Tolkien e l’Esperanto, l’ultima volta in occasione della lezione Il vizio segreto di Tolkien: un passione per le lingue tenuta da Roberto Arduini all’Università di Parma all’interno del corso di linguistica generale tenuto da Davide Astori. La giornata era poi proseguita con un aperitivo linguistico, dove c’è stato modo di confrontarsi in un interessante dibattito avente come argomento le lingue programmate, l’Esperanto, le lingue di Tolkien e i meccanismi con i quali tali lingue si diffondono o meno.
Per contribuire a tale dibattito, riportiamo quindi la traduzione di un articolo di Philip Seargeant, studioso di Linguista e Senior Lecturer in Linguistica Applicata presso la Open University (l’originale si può trovare qui).
J.R.R. Tolkien iniziò a scrivere La Caduta di Gondolin durante il periodo di malattia che lo colpì mentre prestava servizio nell’esercito durante la prima guerra mondiale, esattamente cent’anni fa. Questa fu la prima storia che andò a comporre il suo legendarium, la mitologia che sta alla base del Signore degli Anelli. Ma alla base delle storie ci fu il suo interesse verso un altro tipo di creazione: la costruzione di linguaggi immaginari.
Nello stesso anno, dall’altra parte dell’Europa, Ludwik Zamenhof morì nella sua natia Polonia. Anche Zamenhof fu ossessionato dall’invenzione di linguaggi e nel 1887 pubblicò un libro che illustrava la sua creazione. Lo firmò con lo pseudonimo di Doktoro Esperanto, che nel tempo divenne il nome del linguaggio stesso.
La creazione di linguaggi immaginari, o conlang, ha una lunga storia, che risale al dodicesimo secolo; Tolkien e Zamenhof sono due dei protagonisti che ebbero maggior successo. Tuttavia i loro intenti furono assai differenti, e mostrano infatti punti di vista opposti su cosa il linguaggio stesso sia in effetti.
Zamenhof, un ebreo polacco cresciuto in un paese pieno di tensioni culturali ed etniche, era convinto che l’esistenza di un linguaggio universale fosse la chiave per una convivenza pacifica. Scrisse infatti che il linguaggio è “il primo motore della civilizzazione; la diversità della lingua è causa di avversione, se non addirittura di odio, tra le persone”.
Il suo obiettivo fu quello di elaborare qualcosa che fosse semplice da imparare, non legato ad una nazione o a una cultura, e che potesse unire anziché dividere l’umanità.
Come “lingua ausiliaria internazionale”, l’Esperanto ha avuto molto successo. Nel suo momento di maggior successo, contava milioni di parlanti, anche se è difficile calcolare una stima esatta; oggi lo usa ancora all’incirca un milione di persone. Esiste un ampio corpo di letteratura; c’è un museo in Cina dedicato esclusivamente a questa lingua e in Giappone a Zamenhof stesso è considerato come un dio da una particolare setta di shintoisti che utilizza l’Esperanto (ndt. la setta Oomoto).
Ciononostante, non raggiunse mai vicino al suo obiettivo di creare un’armonia mondiale. E alla sua morte, quando la prima guerra mondiale stava devastando l’Europa, l’ottimismo che aveva accompagnato questo sogno divenne perlopiù disillusione.
Dimitra Fimi: «Tolkien è un autore del XX secolo»
Dimitra Fimi, una tra le più promettenti giovani studiose delle opere di J.R.R. Tolkien e autrice del libro Tolkien, Race and Cultural History. From fairies to Hobbits (a questo indirizzo la recensione di Claudio Testi), nel 2010 vincitrice del Mythopoeic Fantasy Award, è docente di inglese in Galles, presso la Cardiff Metropolitan University. La studiosa d’origine greca , ma che da anni vive in Gran Bretagna, insegna e ricerca sulla letteratura fantastica di età vittoriana ed eduardiana e ha inaugurato da qualche anno corsi on line molto frequentati sul fantasy e J.R.R. Tolkien. Di seguito l’Associazione Romana Studi Tolkieniani ha il piacere di presentarvi la traduzione di un’intervista dell’autrice rilasciata a Tolkien Library.
L’intervista
Puoi dirci qualcosa su di te?«Mi chiamo Dimitra Fimi e sono una docente di Inglese alla Cardiff Metropolitan University. Insegno fantasy, science fiction, letteratura infantile, mito e folklore in letteratura e altre materie a livello universitario e post-universitario. La mia specializzazione è sulle operei di J.R.R. Tolkien e sull’evoluzione del fantasy moderno. Ho ottenuto il mio diploma di dottore in discipline umanistiche (in studi sugli antichi celti) nel 2002 e il dottorato (su Tolkien) nel 2005, entrambi alla Cardiff University.»
Quando ti sei innamorata di Tolkien e cosa ti ha spinto ad iniziare a studiare le sue opere?«Ero una studentessa in letteratura inglese all’università di Atene (in Grecia) quando, durante un viaggio in Gran Bretagna per corsi estivi, ho preso il primo volume de Il Signore degli Anelli. L’esperienza è stata simile al primo incontro di Tolkien con il finlandese:“È stato come scoprire un’intera cantina vinicola piena di bottiglie di vino grandioso di un tipo e sapore mai assaggiato prima. Mi ha quasi intossicato” (Letters, p.214) Non potevo credere come un uomo era riuscito a creare un corpus di miti e leggende comparabile in scopo e complessità a molte mitologie reali costruite da intere culture attraverso molti anni! Volevo solamente sapere come lo avesse fatto ed è da li che molte domande della mia ricerca di dottorato nacquero».
Il tuo libro Tolkien, Race and Cultural History: From Fairies to Hobbits, è non solo una delle più interessanti ed
originali analisi della subcreazione tolkieniana, ma è anche vincitore del Mythopoeic Scholarship Award for Inklings Studies del 2010. Puoi dirci qualcosa in più su quest’opera?«Grazie per le tue belle parole! Il libro è venuto fuori dalla mia tesi di dottorato e ho passato molte ore nella ricerca degli Elfi di Tolkien (e sulle prime apparizioni di simili creature fatate); sui linguaggi inventati dal Professore (nel contesto della sua vita e dei tempi), e sul suo passaggio da una modalità di scrittura mitologica ad una modalità più romanzesca, dalla continua evoluzione del Silmarillion a Il Signore degli Anelli. Una tesi di dottorato è una tesi di dottorato, non un libro, quindi mi sono presa più di un anno per riscrivere tutto il mio materiale, aggiungere nuove conclusioni, assicurandomi che l’intera cosa funzionasse bene assieme. Ci sono alcune grandi sezioni del dottorato che non sono entrate nel libro, ad un certo punto dovrò ritirar fuori i dati di ricerca da queste parti inedite e farne qualcosa! Il Mythopoeic Scholarship Award for Inklings Studies è stata una bella sorpresa! Ero molto orgogliosa di esser stata selezionata, ma vincerlo è stato davvero travolgente! Sono molto grata ai membri della Mythopoeic Society che hanno letto e nominato il mio libro.»
Non sei d’accordo che lo studio dei dodici volumi della History of Middle-Earth è uno degli elementi chiave per portare nuove idee e alcuni autori non sarebbero riusciti a scrivere libri di gran lunga migliori su Tolkien se avessero studiato questi libri straordinari? «La History of Middle-earth è una brillante risorsa per qualsiasi studioso serio del lavoro di Tolkien. Sì, non è la più facile da leggere; sì, ha tutte le caratteristiche di una edizione scientifica (con note complicate e a parte, piuttosto che solo prosa e poesia tolkieniana); ma è semplicemente indispensabile per capire il processo creativo del Professore e l’evoluzione delle sue idee. C’è stato un tempo, fino a poco tempo fa, in cui molti studiosi tolkieniani si accontentavano solamente di scrivere saggi accademici e libri su Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli ed il Silmarillion, ma quei tempi sono passati e ogni studioso tolkieniano serio dovrebbe aver almeno letto e preso in considerazione la History.»
Dobbiamo aspettarci da te qualche nuovo libro nel prossimo futuro?«Sì, questo è il piano! Come sempre sto lavorando su diverse cose, tutte nello stesso periodo (!), ma molto presto speriamo di decidere su quale progetto concentrarsi per il prossimo libro».
Puoi raccontarci un po’ del corso che tieni alla Cardiff Metropolitan University chiamato “J.R.R. Tolkien: Myth and Middle-earth in Context”?«È probabilmente una delle migliori cose che ho mai fatto, anche se me lo dico da sola! È un corso rilasciato ed insegnato interamente online attraverso la piattaforma della Cardiff Met, aperto a studenti e discenti adulti allo stesso modo, dovunque nel mondo essi siano! È un corso asincrono (non ci sono richieste di essere online ad una certa ora, tutti gli studenti possono completare ciascuna unità settimanale al loro ritmo) il che consente a gente di differenti zone orarie di partecipare. Ho avuto studenti da Europa, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Giappone tutti nella stessa classe! Il corso è accreditato al livello MA [Master of Arts, la nostra laurea magistrale, ndr.] (assegna 20 crediti) e approccia Tolkien tramite una doppia lente: Tolkien come scrittore prendendo e (ri)scrivendo il Medioevo e Tolkien come autore del XX sec., molto influenzato dal proprio tempo e dalla storia intellettuale. Questo approccio mi permette di coprire le fonti mitologiche tolkieniane (norreno, finnico, anglo-sassone, celtico, ecc.), ma anche il suo lavoro all’interno del contesto delle preoccupazioni e delle ansie del XX sec. (le due guerre mondiali, le idee di razza e genere, ecc.). Dedichiamo anche un’intera unità alle lingue inventate da Tolkien, che, almeno a mio avviso, non sono un mero accessorio al legendarium tolkieniano, ma parte integrante della sua subcreazione che merita la giusta attenzione.Il corso dura dodici settimane consecutive (10 unità settimanali più una settimana di lettura nel mezzo e una settimana di scrittura del saggio alla fine) e comprende lezioni scritte, così come materiale in formato audio e video. I miei studenti hanno accesso a due lezioni di ospiti: una di Tom Shippey su La Leggenda
di Sigurd e Gudrun e una di John Garth su Tolkien e la Grande Guerra.Tutti gli studenti hanno inoltre accesso alla libreria elettronica della Cardiff Met che include una serie di ebook (come la J.R.R. Tolkien Encyclopedia) e riviste elettroniche (per esempio i Tolkien Studies e Mythlore) nonché banche dati e altre risorse.»
Quanto spesso partono questi corsi? Quando parte il prossimo su Tolkien e come la gente può iscriversi?«Solitamente tengo questi corsi due volte l’anno: il corso sul Fantasy ogni estate (partendo da maggio e finendo in luglio) e quello su Tolkien ogni autunno (da settembre alla fine di dicembre).»
Sei stata nominata e premiata con la Fellowship for Most Inspiring Lecturer dagli studenti della Cardiff Met quest’anno. Deve esser stato sorprendente?«È stato veramente bello, esistono diversi tipi di riconoscimenti che possono provenire dai colleghi o dalla dirigenza, ma essere premiata dagli studenti è stato uno dei più bei momenti della mia carriera. La Cardiff Met ha chiesto agli studenti di votare per il miglior docente in cinque categorie, e io sono stata votata come Most Inspiring Lecturer [docente maggiormente ispirante, ndr.], mi sono davvero commossa!»
Dopo diversi anni di insegnamento di questi corsi, c’è qualche storia di successo di un tuo studente che vuoi condividere con noi?«Oh, certo! Molti dei miei studenti hanno preso parte o fornito documenti al recente Postgraduate Symposium organizzato dalla Tolkien Society come parte di Return of the Ring, tenutosi alla Università di Loughborough. Sono stata coinvolta nell’organizzazione di questo Symposium ed ero orgogliosa all’inverosimile di vedere i miei studenti presentare ricerche originali su Tolkien!Sandra Hall e Andrew Higgins hanno proposto due eccellenti articoli basati sui saggi che hanno scritto rispettivamente per i miei corsi sul Fantasy e su Tolkien. Sara Brown, Sonja Virta e Elise McKenna continuano a condurre originali ricerche su Tolkien ed hanno presentato altrettanto brillanti articoli.Altre storie di successo sono quelle di Marie-Noelle Biemer, i quali saggi per il mio corso sul Fantasy online sono stati pubblicati lo scorso Marzo sulla rivista Fastitocalon, mentre Andrew Higgins sta facendo il dottorato, sotto la mia supervisione, sulle prime fasi del legendarium tolkieniano. Tante congratulazioni a tutti loro!»
Possiamo aspettarci che qualche tuo studente esca con nuovi libri, studi o progetti su Tolkien che possano interessarci?«Certamente, lo spero! Come ho detto prima, uno dei miei studenti ha già pubblicato, altri invece stanno preparando pubblicazioni proprio mentre parliamo.»
Le tue radici sono in Grecia, come vivono Tolkien i greci? C’è una buona comunità di fan?«Ad essere assolutamente onesta, sono stata una studente di Inglese all’Università di Atene e non ho mai sentito parlare di libri di Tolkien in traduzione greca. Oggi c’è una Tolkien Society molto attiva in Grecia (http://tolkien.gr) ma quand’io scoprii Tolkien le sue opere non erano conosciute come ora. I film di Peter Jackson hanno giocato un importante ruolo nell’apertura dei lavori di Tolkien ad un ampio pubblico.»
La tua conferenza in Galles. Molto è stato scritto ultimamente circa la connessione fra Tolkien ed il Galles. Cosa ne pensi?«Alcuni dei miei primi lavori erano proprio su quest’argomento, ho esaminato la relazione di Tolkien con le “cose celtiche” incluse le letterature medievali irlandesi e gallesi (un articolo del 2006 sulla rivista Folklore, intitolato “Mad” Elves and “Elusive Beauty”: Some Celtic Strands of Tolkien’s Mythology’ ; e uno del 2007 sui Tolkien Studies dal titolo ‘Tolkien’s “‘Celtic’ type of legends”: Merging Traditions’). La seconda parte del mio libro (Tolkien, Race and Cultural History) si focalizza sui linguaggi tolkieniani e include una dissertazione sul Gallese e sui suoi effetti sulle teorie linguistiche tolkieniane.
Ulteriori ricerche sul Galles di Tolkien e l’uso del Gallese sono state recentemente pubblicate, come Tolkien and Wales di Carl Phelpstead e Tolkien and Welsh di Mark Hooker. Entrambi sono eccellenti contributi in questo campo.»
Ultima domanda…la trilogia de Lo Hobbit, qual è la tua opinione?«Ho apprezzato i film de Il Signore degli Anelli e sicuramente mi godrò pure quest’ultima trilogia (anche se sono combattute sul come Jackson stenderà Lo Hobbit su tre pellicole!). Ho contribuito con un saggio al libro Picturing Tolkien di Janice Bogstad e Philip Kaveny sulla trilogia jacksoniana de Il Signore degli Anelli, ma il mio interesse principale da studiosa rimane sui lavori scritti di Tolkien.»
Dettagli del libro:
Titolo: Tolkien, Race and Cultural History. From fairies to Hobbits
Copertina rigida: 264 pagine
Editore: Palgrave Macmillan
Autore: Dimitra Fimi
Lingua: Inglese
ISBN-10: 0230219519
ISBN-13: 978-0230219519
Trailer del corso J.R.R. Tolkien: Myth and Middle-earth in Context
https://www.youtube.com/watch?v=r-56l5lYbbM#t=12
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Vai alla recensione di Tolkien, Race and Cultural History. From fairies to Hobbits di Claudio Testi
LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Cardiff Metropolitan University
– Vai al sito di Dimitra Fimi
– Vai al sito della Mythopoeic Society
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Scompare Anne C. Petty studiosa di J.R.R. Tolkien
Ogni tanto capita di dover dare brutte notizie. La Mythopoeic Society ha dato oggi l’annuncio che Anne C. Petty è scomparsa, dopo una lotta contro un cancro ai polmoni, pur non avendo mai fumato in vita sua. Ovviamente, non è la prima, ma è sconfortante pensare che stiamo perdendo quella prima generazione di studiosi di Tolkien che hanno combattuto per portare Tolkien nel mondo accademico. Almeno nei Paesi anglosassoni, perché in Italia questo deve ancora accedere. La notizia è giunta tramite una mail che sua figlia, April, ha inviato alla sua casa editrice, la Kitsune Books, poi postata sulla pagina Facebook di sua madre a tutti i suoi amici. «Per tutti quelli che conoscevano mia madre, Anne C. Petty, ha avuto una lunga e difficile battaglia contro il cancro. È morta oggi pomeriggio intorno alle 01:00 EST. Mio padre ed io siamo stati con lei, al suo fianco, fino al suo ultimo respiro. Grazie a tutti voi per il vostro amore e sostegno. Arrivederci alla mia incredibile, brillante mamma».
La Tolkien Estate cede a una studiosa gallese
Una cosa più unica che rara, tanto da far notizia. Come detto in più occasioni, non tutti i manoscritti di J.R.R. Tolkien sono accessibili. Esiste una sezione riservata di quelli contenuti alla Bodleian Library che conserva le carte private della vita dello scrittore. Gli eredi, in primis Priscilla e Christopher, unici figli ancora in vita di Tolkien, non concedono l’accesso a nessuno, nemmeno dagli studiosi, se non in casi veramente eccezionali e per argomenti molto specifici. Gli ultimi accademici che avevano avuto accesso erano stati Michael D.C. Drout e Verlyn Flieger, entrambi per questioni legate alla pubblicazione delle edizioni critiche di opere di Tolkien: i saggi Beowulf: i mostri e i critici e Sulle Fiabe. Ebbene, da questo discorso si può intuire come faccia notizia ogni studioso che riesca a ottenere il permesso di vedere i manoscritti privati di Tolkien. Ed è proprio questo il caso.
