Dal 25 al 29 settembre torna il più grande evento italiano dedicato al Medioevo, il Festival del Medioevo di Gubbio! Il tema di questa edizione, la quinta, sarà tutto al femminile: Donne: l’altro volto della storia. Anche quest’anno l’AIST vi prenderà parte, sia col proprio stand e la ricca selezione di testi tolkieniani, sia proponendo una giornata di conferenze, la Tolkien Session giunta alla sua terza edizione. Dopo l’esordio nel 2017 con la prima sessione interamente dedicata a Tolkien ed aver confermato la nostra presenza nel 2018 con un nuova mattinata dedicata al Professore, quest’anno l’appuntamento tolkieniano cresce e arriva a occupare un’intera giornata. Venerdì 27 settembre è il giorno dedicato al Professore: la mattina dalle 9:30 alle 12:30 col ciclo di conferenze Le donne nel Signore degli Anelli e il pomeriggio dalle 16:00 alle 17:30 con la tavola rotonda Tolkien tra Medioevo e Modernità con Roberto Arduini, Franco Cardini, Saverio Simonelli e Claudio Testi.
Vi aspettiamo presso il refettorio del Monastero di San Francesco, in piazza Quaranta Martiri!
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L’AIST cresce e rinnova il suo Direttivo
L’Associazione Italiana Studi Tolkieniani cresce e si rinnova. È finito un ciclo, ne comincia un altro. Si è infatti svolta domenica 24 marzo 2019 l’assemblea dell’AIST e dopo i quattro anni statutari si sono rinnovate tutte le cariche associative. La grande novità è la partecipazione dei soci alla riunione, presenti in oltre il 60% degli iscritti – segno di una volontà di essere molto attivi nelle scelte strategiche dell’associazione nei prossimi anni a venire. Ma un’altra grande novità è l’esito delle votazioni.
Pubblicato il numero 21 della rivista Endòre
Con immutato piacere, siamo lieti di annunciare l’uscita del numero ventuno di Endòre, la rivista della Terra di Mezzo diretta da Franco Manni che, in una forma o nell’altra, da più di 25 anni mantiene accesa la fiaccola degli studi tolkieniani in Italia. Con questo numero prosegue la sua adesione alla nostra associazione, di cui Manni è presidente onorario. Endòre è così associata all’Associazione italiana studi tolkieniani: la rivista esce una volta all’anno dal 1992 (in un primo periodo si chiamava Terra di Mezzo) ed è passata dal formato cartaceo a quello online dal numero 11 scorso. Contiene tutto quello che vorreste sapere sull’autore del Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien: recensioni, articoli, giochi, fan fiction e una bibliografia particolarmente curata e aggiornata.
Possiamo segnalare con orgoglio la presenza tra gli autori di alcuni nostri soci, da Tom Shippey a Claudio Testi, a due saggi di Elisabetta Marchi e Barbara Sanguineti, l’articolo di Valérie Morisi fino all’editoriale dello stesso Franco Manni, oltre a nuove e gradite new entry come Mattia Lusetti e Gianluca Meluzzi.
Come spesso accade, a farla da padrone è proprio il buon Tom, con uno dei suoi saggi – stavolta dedicato alla trilogia cinematografica di Peter Jackson, e la sua recensione all’edizione inglese dello studio del nostro vicepresidente Claudio A. Testi, Pagan saints in Middle-Earth, volume pubblicato dalla casa editrice Walking Tree Publishers. Quest’anno però la rivista è particolarmente ricca di spunti e articoli: dopo l’editoriale del direttore, sono ben sei gli articoli della prima sezione, tra cui segnaliamo La cura e la armonia in Tolkien e santa Ildegarda di Elisabetta Marchi e Eöl: storia di un emarginato volontario di Barbara Sanguineti. Interessanti anche gli approfondimenti della sezione Forum, che forniscono uno spaccato sull’Italia e lo smial di Londra, rispettivamente in L’anno tolkieniano in Italia di Valérie Morisi e Il Northfarthing Smial nel 2018 di Jessica Yates. Pieno curiosità la sezione Fiction e ricchissima la sezione delle Recensioni, in cui segnaliamo Tolkien: Mito e Modernità di Franco Manni, L’arte di Tolkien di Claudio A. Testi e Pagan saints in Middle-Earth di Tom Shippey (trad. Paolo Palmieri). A chiudere, la preziosa Biblioteca di Hobbiville – le riviste tolkieniane italiane di Enrico Imperatori. Ci sarebbero da raccontare molte altre cose del nuovo numero della rivista, ma lasciamo ai lettori la scoperta di tutte le altre chicche presenti.
Ve ne diamo solo un assaggio con l’indice:
Ferrara, Tolkien entra al liceo a Codigoro
Oggi Tolkien varca la soglia di un’altra scuola, entrando a far parte del programma di un liceo ferrarese dopo il successo crescente delle iniziative scolastiche tolkieniane degli ultimi anni, che ha visto l’AIST in prima linea grazie all’impegno costante di Elisabetta Marchi. Pedagogista, scrittrice e saggista, Elisabetta vive e lavora a Ferrara dove si occupa di formazione e progettazione nel sociale. Responsabile delle attività didattiche per l’AIST, cura la promozione della lettura di Tolkien nelle scuole e oggi ci presenta il suo ultimo progetto, che muove i primi passi in questo stesso giorno.
Non ci resta che lasciarle la parola, augurandole ogni fortuna in questa nuova avventura!
Una Tolkien session al Festival del Medioevo
Con l’autunno torna il Festival del Medioevo di Gubbio, giunto alla sua quarta edizione! Il tema di quest’anno è Barbari. La scoperta degli altri ed il festival si terrà dal 26 al 30 settembre: un lungo elenco di storici, saggisti, filosofi, scrittori, registi e giornalisti si riuniranno per cinque giorni, durante i quali si esploreranno dieci secoli di Storia.
Patrocinato dall’Istituto Storico Italiano per il Medioevo e dalla Società degli Archeologi Medievisti Italiani, il Festival del Medioevo proporrà mostre, mercati, esibizioni, spettacoli, ma soprattutto conferenze che approfondiranno varie tematiche, tra le quali spicca anche quest’anno un’intera sessione dedicata a Tolkien la mattina di sabato 29 settembre, che si terrà nel refettorio del Monastero di San Francesco (piazza Quaranta Martiri).
Il 18 maggio Tolkien a Perugia
Questo maggio fin dall’inizio si prospettava un mese ricco di eventi dedicati al Professore (proprio in questo momento ci troviamo col nostro stand al Salone Internazionale del Libro di Torino) e annunci di nuovi appuntamenti continuano a susseguirsi: il venerdì 18 alle ore 18 si terrà l’incontro Tolkien, scrittore del dopoguerra con la relatrice Elisabetta Marchi, socia e saggista AIST, l’introduzione di Francesco Forlin e musiche curate da Bruno Pilla.
La serata sarà parte di un ciclo di incontri organizzati in occasione dell’anniversario della prima guerra mondiale dal Circolo dei Lettori Perugia; gli interventi sono incentrati su autori, pensatori e soldati che – e Tolkien rientra a pieno titolo in tutte e tre le categorie, considerando non solo i suoi romanzi, ma anche gli scritti teorici che spesso li sorreggono, e l’esperienza in trincea durante la battaglia della Somme.
Dalle ore 21 la serata tolkieniana prosegue cambiando rotta e passando ad un’atmosfera più giocosa: La Corte di Carta proporrà le Avventure nella Terra di Mezzo, una serata di gioco di ruolo da tavolo ispirata alle opere di Tolkien, utilizzando diversi sistemi: Dungeons & Dragons 5.0, GIRSA e Avventure nella Terra di Mezzo. Chi desidera partecipare può iscriversi inviando un messaggio privato alla pagina facebook della Corte di Carta, anche se non si ha esperienza pregressa di gioco di ruolo e ci si desidera avventurare per la prima volta in questo nuovo, affascinante mondo.
Il programma si svolgerà presso il Salone d’Apollo del Museo Civico Palazzo della Penna, via Podiani 11, 06121 Perugia, sede del Circolo dei lettori di Perugia. L’ingresso è gratuito.
Per non perdere gli ultimi aggiornamenti sulla serata che vi attende venerdì, vi suggeriamo di seguire anche l’evento facebook Tolkien scrittore del dopoguerra
e l’evento facebook Avventure nella Terra di Mezzo.
Sabato 21/4 Educare nella Terra di Mezzo
Dopo il Tolkien Day e il Romics (dove abbiamo intervistato Martin Freeman, il Bilbo di Peter Jackson, per voi) nella capitale torna Tolkien, questa volta all’interno di un progetto culturale che affronta l’aspetto educativo delle opere del Professore, senza però escludere il gioco: Educare nella Terra di Mezzo. Si tratta di un incontro organizzato da Labgdr, organizzazione no-profit che impiega varie forme ludiche come veicolo di contenuti e metodo di apprendimento, e Cattonerd, un gruppo di ragazzi uniti dalla Fede e dalla passione per il mondo nerd.
Interverrà come relatore anche lo psicologo Marco Scicchitano, che illustrerà il progetto tolkeniano “Le Nere Lame”,
laboratorio di giochi di ruolo dal vivo a tema tolkieniano, che insegna a stimolare l’immaginazione e l’uso delle regole del comportamento collaborativo, sviluppare amicizie e buone capacità di problem soling, favorendo inoltre lo sviluppo di abilità di Teoria della Mente. Così il pomeriggio del 21 aprile il seminario prevede l’intervento di ben quattro studiosi tolkieniani. L’Associazione è stata gentilmente invitata dagli organizzatori e interverrà per illustrare il suo metodo educativo, applicato con successo a Ferrara e che continuerà anche il prossimo anno ampliandosi agli istituti superiori. Anche le lingue elfiche e la calligrafia sono un buon metodo per la didattica, come sarà illustrato da Roberto Fontana.
Un Hobbit a Pontelago: il resoconto finale
Siamo infine giunti alla conclusione di uno dei tanti progetti in cui l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani per mezzo dei suoi soci è impegnata: si tratta dell’iniziativa C’è un Hobbit a Pontelagoscuro. La curatrice del progetto Elisabetta Marchi, socia e saggista AIST, ci ha permesso di seguire ogni passo di questa avventura che ha portato Tolkien nelle scuole, parte fondamentale dell’opera di divulgazione in cui l’associazione è da sempre impegnata. Complimentandoci con Elisabetta per l’impegno ed i risultati raggiunti, nonché con gli insegnati e gli alunni che hanno dimostrato entusiasmo ed hanno investito le loro energie in questo progetto, vi proponiamo l’ultimo dei resoconti ad esso dedicati.
Un Hobbit a Pontelago: 4° puntata, la recita
Il periodo natalizio è spesso periodo di recite scolastiche: vi proponiamo oggi il resoconto di una recita molto speciale, tolkieniana, parte del progetto C’è un Hobbit a Pontelago… in corso presso la Scuola Primaria “Carmine della Sala” di Pontelagoscuro (FE). Curata dalla socia e saggista AIST Elisabetta Marchi, chi ancora non conoscesse questa splendida iniziativa può ripercorrerne i passi qui, qui e qui.
Il meraviglioso viaggio dei ragazzi nella Terra di Mezzo non si esaurisce con questa recita, ma riprenderà nel nuovo anno, perciò continuate a seguirci!
C’è un Hobbit a Pontelago: 3° puntata
L’Associazione Italiana Studi Tolkieniana è da sempre impegnata nella diffusione della conoscenza delle opere del Professore anche in ambiente scolastico: uno dei progetti più recenti, curato dalla nostra socia Elisabetta Marchi, si sta svolgendo nella provincia di Ferrara. Ne avevamo già dato notizia al suo inizio e proposto un primo aggiornamento il mese scorso vi proponiamo oggi una nuova tappa di questo viaggio, presentato dalla promotrice stessa.
Tolkien torna al Viaggio nel Rinascimento
Torna il Viaggio nel Rinascimento, giunto alla terza edizione, organizzato da DanzArte, associazione culturale di Brisighella, e dalla sua direttrice artistica Enrica Piancastelli. L’evento si terrà dal 1 al 3 dicembre, nella meravigliosa cornice del convento Emiliani di Fognano: un luogo dove rivivere tutta la magia del Cinquecento, fra storia e fantasia. Il convento Emiliani delle Suore Domenicane del SS. Sacramento, situato circa a metà strada tra Ravenna e Firenze (sulla strada statale Faenza-Firenze, ma facilmente raggiungibile anche in treno con la linea Faenza-Firenze), si trova in via Giovanni Maria Emiliani 54 a Fognano. Fondato nel 1823, ai piedi delle dolci colline romagnole, è il luogo ideale dove estraniarsi dal tumulto della vita moderna e perdersi per un weekend tra i piaceri delle arti e della buona tavola.
Come l’anno scorso l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani sarà presente, questa volta con un programma ancora più ricco della scorsa edizione: oltre al nostro stand con un di testi tolkieniani ed opere critiche, presenteremo anche il calendario Lords for the Ring 2018 e alcuni dei seminari firmati AIST. L’artista Ivan Cavini sarà presente e protagonista delle sessioni di firmacopie del calendario.
C’è un Hobbit a Pontelago: 2° puntata
La prima tappa del progetto, dedicata all’ottantesimo anniversario della prima uscita de Lo Hobbit, il 21 settembre 1937, ha coinvolto più classi di ordine e grado e due ospiti d’onore: Wu Ming 4 e Claudio Antonio Testi.
Il secondo intervento, curato da Elisabetta Marchi, socia AIST, ha privilegiato invece un’attività di laboratorio legata al percorso teatrale che porterà gli studenti in scena il 16 dicembre.
Attraverso un percorso ricco d’immagini e la lettura di brani scelti per l’occasione, la classe V C della Scuola Primaria “Carmine della Sala” di Pontelagoscuro, nei pressi di Ferrara, ha scoperto poco a poco la storia dei popoli della Terra di Mezzo. Il viaggio, iniziato dalle caratteristiche di Nani, Elfi, Hobbit e Uomini, li ha portati ad ammirare le gemme e i cristalli delle Caverne di Aglarond, gli alberi delle foreste di Lothlórien, i campi coltivati della Contea e le mura delle città di Gondor.
La mappa di tanti sogni e tante avventure ha preso forma, mentre ognuno di loro cercava di capire a quale popolo si sentisse più legato, insieme a visi e volti conosciuti a cui ridare colore e vita.
Alla fine, come in un puzzle, la Terra di Mezzo è stata ricostruita e a ogni popolo è stata data un’immagine e una parola. L’interesse per la lingua dei Nani era alto quasi quanto l’amore per gli Hobbit e le loro innumerevoli colazioni. Le domande, tante quante le foglie di un mallorn. In ognuna si intravede lo splendore dei loro pensieri, ne porto qui solo una, come un esempio:
“Perché gli Elfi diventano tristi? E’ come quando perdi un gioco a cui tieni?”
Un grande laboratorio con 17 bambini in cui didattica e creatività si sono intrecciate per circa 4 ore. Ognuno di loro ha dato vita e colore a un’immagine della Terra di Mezzo grazie ad un libro prezioso Tolkien’s world A colouring book che racchiude le opere di diversi artisti, tra cui John Davis e Andrea Piparo. Ogni bambino ha scelto la propria appartenenza ad un popolo della Terra di Mezzo con il cuore e ha lavorato sul proprio disegno in maniera precisa e accurata per molto tempo, valutando la scelta dei colori e delle sfumature. In questa fase della mattinata, per aiutarli ad esprimere al meglio la propria creatività, è stato volutamente scelto di non lasciare in sottofondo sulla magica lim (lavagna interattiva multimediale) tracce di altri da seguire. Ad ogni bambino è stato invece chiesto di pensare ad occhi chiusi al proprio disegno prima di iniziare. Ogni opera sarà poi esposta in una mostra all’interno del Teatro che ospiterà lo spettacolo del 16 dicembre.
ELISABETTA MARCHI
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo A Ferrara torna un Hobbit a Pontelago…
– Leggi l’articolo Ferrara, c’è un hobbit a Pontelagoscuro
LINK ESTERNI:
– Vai al sito dell’Istituto Comprensivo 6 Cosmè Tura di Pontelagoscuro (Ferrara)
– Vai al sito di Andrea Piparo
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Tolkien e Ildegarda tra erbe e pietre magiche
L’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena e l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani promuoveranno, all’interno delle spazio condiviso dei TolkienLab, un incontro il 19 ottobre su J.R.R. Tolkien e Ildegarda di Bingen (seguite gli aggiornamenti sull’evento facebook “Tra pietre magiche ed erbe curative”). La relatrice della serata sarà Elisabetta Marchi, socia AIST che di recente ha presenziato alla sessione tolkieniana del Festival del Medioevo e i cui saggi La Contea di Saruman e Bilbo Baggins e la Contea: una carriera deviante sono scaricabili dal nostro sito. L’impegno di Elisabetta nel diffondere la conoscenza dell’opera tolkieniana riguarda anche gli ambiti scolastici: è infatti promotrice del progetto un Hobbit a Pontelago.
Le cediamo la parola, cosicchè ci presenti lei stessa i contenuti della serata.
A Ferrara torna un Hobbit a Pontelago…
Dopo la prima esperienza dell’anno scorso, ritorna anche quest’anno in una veste rinnovata il
progetto “C’è un Hobbit a Pontelago…”, coinvolgendo molte più classi di ordine e grado. In occasione dell’ottantesimo anniversario della prima uscita de Lo Hobbit, il 21 settembre 1937, ha preso così avvio questa iniziativa promossa dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, mirata alla diffusione della conoscenza di J.R.R. Tolkien in ambito scolastico e destinata alle classi primarie e secondarie di primo grado dell’Istituto Comprensivo 6 Cosmè Tura di Pontelagoscuro (Ferrara).
Festival del Medioevo: una sessione per Tolkien
Nello stesso mese in cui celebriamo il compleanno di Bilbo e Frodo Baggings e ricordiamo la scomparsa del Professore, Tolkien con l’AIST si guadagna un posto d’onore in quello che è probabilmente il più grande evento culturale dedicato al Medioevo in Italia: si tratta del Festival del Medioevo di Gubbio. Giunto alla terza edizione, il Festival del Medioevo si terrà dal 27 settembre al 1 ottobre 2017: un lungo elenco di storici, saggisti, filosofi, scrittori, registi e giornalisti riuniti per cinque giorni in cui si affronteranno dieci secoli di Storia. Aperto dallo storico Franco Cardini e patrocinato dal CISAM, il Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, il Festival del Medioevo proporrà mostre, mercati, esibizioni, spettacoli, ma soprattutto appuntamenti culturali tra i quali spicca un’intera sessione dedicata a Tolkien la mattina di sabato 30 settembre.
I saggi dell’AIST: La Contea di Saruman
Il saggio di Elisabetta Marchi che viene proposto qui è un testo importante. Già in passato questa socia dell’AIST ha dato prova di sapere applicare mirabilmente la propria formazione sociologica alla lettura dell’opera di Tolkien. Suo è il saggio Bilbo Baggins e la Contea: una carriera deviante, pubblicato su questo stesso sito web e che ha dato vita a una bella discussione.
Questa sua ultima prova, invece, analizza con gli strumenti dell’indagine sociologica la Contea di Saruman, cioè il nuovo ordine imposto da Saruman al paese degli Hobbit, per come viene descritto da Tolkien nel capitolo “Percorrendo la Contea” del Signore degli Anelli.
L’importanza del saggio consiste nel fatto che coglie un’evidenza paradossalmente poco considerata nell’annoso dibattito su quel capitolo.
Fin dalle letture allegoriche degli anni Cinquanta, che vedevano nella Contea di Saruman una critica ai governi laburisti del decennio 1945-55, rigettate da Tolkien stesso (vedi lettera n.181); passando per quelle diametralmente opposte degli anni Settanta, con il saggio di Robert Plank “Tolkien’s View of Fascism” in Tolkien Compass (1975); fino alle più recenti letture anarcocapitaliste di Carlo Stagnaro e Alberto Mingardi in Tolkien politico (2003), i critici non hanno mai smesso di tirare quel capitolo da una parte o dall’altra.
Elisabetta Marchi non ignora questo pregresso e parte quindi da una constatazione necessaria: «Si tratta di avere ben chiara l’idea che ogni spiegazione causale è soltanto una visione frammentaria e parziale della realtà indagata. Il postulato fondante di una lettura mirata sta quindi nella precisa consapevolezza che il punto di vista da cui si legge è inscindibile dai valori del ricercatore, la cui onestà sta unicamente nel leggere le affinità che ritrova nel testo senza inventarle».
Ogni lettura è parziale. Ma solo le letture che non inventano ciò che non c’è – o, si potrebbe aggiungere, che non ignorano ciò che c’è – possono dirsi intellettualmente oneste.
Elisabetta Marchi si limita a leggere ciò che c’è nella storia di Tolkien, l’essenziale, e fa cadere in un attimo molti castelli di carta. Innanzi tutto quelli di chi ha voluto leggere nel celebre capitolo un’allegoria del cosiddetto totalitarismo novecentesco.
Il potere secolare di Saruman nella Contea infatti non assomiglia né ai regimi nazifascisti né a quelli comunisti, dato che è privo delle due leve principali che hanno sorretto quei sistemi: l’ideologia fondativa e la propaganda che la diffonde e crea consenso. Non c’è alcun piano retorico-ideologico nel dominio che Saruman instaura subdolamente nella Contea. Saruman avrà pure una voce suadente, ma gli serve per insinuarsi gradualmente nel paese degli Hobbit, senza chiasso e senza rivoluzioni (vere o presunte), sfruttando piuttosto delle teste di legno (Lotho Sackville-Baggins).
Che tipo di regime instaura Saruman? Si tratta di un sistema che prevede l’avvio dell’industria, la pianificazione delle attività produttive, l’organizzazione del commercio, l’aumento della burocrazia e del controllo poliziesco. Questi sono tutti aspetti che la storia europea ha conosciuto bene, ma in tempi precedenti e con risultati assai più duraturi di quelli dei cosiddetti regimi totalitari. Corrispondono infatti alla grande trasformazione che ha traghettato l’Europa dalle società tradizionali a quelle moderne.
Ciò che Tolkien racconta con l’avvento del potere di Saruman è qualcosa di molto simile alla nascita dello stato moderno. Lo stato che ha bisogno di omologare i comportamenti e di renderli funzionali: «L’influenza livellatrice dell’organizzazione, infatti, non può che ostacolare le decisioni indipendenti, finendo così per soffocare e controllare l’individuo».
L’autrice però è attenta a non cascare in facili semplificazioni, ed entra piuttosto nel merito di questo passaggio, constatando come la Contea che subisce la violenta trasformazione non sia già più una società tradizionale. All’arrivo di Saruman, infatti, è un luogo già in parte moderno, dove l’aristocrazia è un vago retaggio, le differenze di censo prevalgono sulle differenze di status, l’etica della common people prevale su quella gentilizia, ecc.
Ciò che Saruman imporrà alla Contea è la razionalizzazione della legislazione, della produzione, del commercio, dell’uso del territorio. La razionalizzazione – che non è sinonimo di razionalità – è il processo innescato dallo stato moderno, appunto, che smantella i vecchi schemi sociali e le appartenenze tradizionali, per rendere la società più controllabile e più efficiente. E può attuarsi nella Contea – al contrario che in altre società della Terra di Mezzo – proprio perché gli Hobbit sono già oltre il feudalesimo, sono già approdati a una visione del mondo protoborghese.
Razionalizzare e modernizzare significa anche migliorare il rapporto tra costi e benefici, laddove i benefici sono intesi come maggiore margine di profitto: il mulino industriale soppianta il mulino ad acqua, gli alberi vengono abbattuti per farne legname e fare spazio a nuovi edifici utili a immagazzinare il surplus di prodotto da esportare.
Nell’economia capitalistica la frazione chiave è quantità di prodotto su unità di tempo. Poiché il tempo è denaro, risparmiare tempo equivale a risparmiare denaro e aumentare il margine di profitto. La fretta è il tratto distintivo della moderna società capitalistica, ma è anche il grande difetto di Saruman, secondo quanto sostengono Barbalbero e Gandalf.
«Attraverso l’affermarsi della razionalità in molti degli ambiti della vita sociale e l’aumento dell’utilizzo della tecnologia, la Contea si trasforma in una società spersonalizzata, la cui legittimità poggia sull’autorità burocratica codificata da procedure certe, verificabili e socialmente condivise».
Questo punto – fa notare ancora l’autrice del saggio – segna anche la differenza qualitativa tra il regime di Saruman e quello di Sauron. Se, come dice Frodo, attraverso Saruman lo spirito di Mordor è arrivato nella Contea, è pur vero che il potere di Sauron a Mordor non è affatto un potere “moderno”. In quel caso si tratta infatti di una dittatura monocratica e schiavistica, basata sul carisma e sul terrore incusso direttamente dal tiranno. Insomma tutto il contrario della razionalizzazione e spersonalizzazione che sta alla base del moderno potere sarumaniano.
C’è infine un ultimo elemento di riflessione, forse il più spinoso del saggio, e riguarda un aspetto caro a Tolkien: l’esercizio del libero arbitrio rispetto alle imposizioni delle circostanze. Libero arbitrio significa esercizio della libertà di scelta, dunque assunzione di responsabilità. La passività e l’inerzia della società Hobbit sotto il dominio di Saruman deve lasciare il posto al ripristino della libertà e della responsabilità in un modello sociale che però – lo si è visto – non è né statico né specchio di un ordine eterno.
Se è vero che Tolkien stesso manifesta la più antimoderna sfiducia per la formalizzazione dei princìpi in quanto premessa “costituzionale” dello stato moderno (vedi lettera n.186), è altrettanto vero che, da cattolico, confida nella possibilità che l’essere umano usi da sé la ragione per fare la cosa giusta, cioè per praticare e affermare quei princìpi e quelle virtù. Ma questo implica anche la possibilità che la ragione individuale entri in conflitto con la storia, ribellandosi all’imposizione e non già affidandosi remissivamente alla provvidenza (Tolkien non è Manzoni). Da questo punto di vista, se da un lato la moderna società pianificata si basa sulla delega delle decisioni alla casta dei pianificatori produttivisti, dall’altro lato nemmeno la società di tipo organicistico può garantire l’esercizio del libero arbitrio. Dunque – volente o nolente – Tolkien rimane, come chiunque, un uomo del proprio tempo, un moderno post-illuminista:
«A un modello economico e sociale basato sui principi della razionalità formale in cui l’influenza livellatrice dell’organizzazione burocratica finisce per soffocare e controllare l’individuo privandolo della libertà di scelta, Tolkien contrappone così il libero arbitrio e la ragione illuministica, vale a dire la capacità dell’individuo di avvalersi del proprio intelletto come guida nelle scelte da compiere».
Inutile dire che un tasto come questo, anche solo sfiorato, potrebbe far nascere un bel dibattito.
Buona lettura.
Scarica il saggio di Elisabetta Marchi:
La Contea di Saruman – Elisabetta Marchi
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– Leggi l’articolo: Bilbo Baggins e la Contea: una carriera deviante
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Ferrara, c’è un hobbit a Pontelagoscuro
Dopo la bella esperienza del responsabile dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani di Bologna Marco Pelizzola e Ivan Cavini con il maestro Alessandro D’Argento nella scuola “Maestre Pie” (potete trovare l’articolo qui) continua la diffusione della conoscenza di J.R.R. Tolkien in ambito scolastico attraverso un’altra iniziativa degna di merito, in un territorio poco lontano. La Scuola Primaria “Carmine della Sala” si trova nel paese di Pontelagoscuro, situato nella periferia di Ferrara. Trai i tanti validi progetti messi in campo dagli insegnanti ogni anno, va sottolineato quello di promozione della lettura. L’obiettivo finale è favorire la socializzazione e l’approccio degli alunni ai diversi tipi di linguaggio per migliorare le competenze linguistiche ed espressive, anche attraverso una maggiore conoscenza di sé e delle proprie emozioni.Il progetto si articola in una serie di interventi in cui alcuni volontari, in accordo con le insegnanti, propongono la lettura di testi, avvalorata anche da spiegazioni e illustrazioni grafiche sulla LIM. In questo modo non solo si potenziano i rapporti scuola-famiglia-associazioni, ma si dà la possibilità a tanti libri, che altrimenti non troverebbero il giusto spazio, di entrare dentro le aule scolastiche, a stretto contatto con un pubblico attento ed entusiasta.
Ed è esattamente in questo clima emotivo che il 29 marzo la classe IV C ha accolto Elisabetta Marchi e la lettura di un brano de Lo Hobbit. L’intervento, durato più di un’ora, ha visto la classe sempre attenta e immersa nel racconto di Bilbo e delle sue avventure. Attraverso un percorso ricco di immagini, gli alunni sono passati dall’iniziale sorpresa di trovare una persona poco più bassa di loro capace di tener testa a un drago enorme, alla gioia di scoprire, in maniera semplice e creativa, il concetto di resilienza.
L’importanza di apprendere che anche in circostanze avverse e contro ogni previsione, si possono fronteggiare le difficoltà, arrivando a raggiungere mete importanti, è stata una delle molte tematiche toccate nella mattinata. Nonostante la grande diffusione avuta dai film di Peter Jackson, nella classe non erano in molti a conoscere gli hobbit e le storie della Terra di Mezzo, le domande sono state, perciò, diverse e in alcuni casi davvero imprevedibili (come ad esempio l’effettiva grandezza di un’ala delle Aquile rispetto all’ampiezza della classe).
Alle molte curiosità suscitate dal proseguire della storia si è unita la scoperta di un nuovo alfabeto attraverso cui poter comprendere e comunicare le cose a noi più care, a partire dalla propria identità, anche solo attraverso la translitterazione del proprio nome. La mappa di Thror è stata letta in maniera attenta da tutti loro, e alla fine, attraverso la condivisione di gruppo, sono arrivati autonomamente, runa dopo runa, alla comprensione del testo.
Il brano scelto per la lettura, la conversazione con Smaug, è stato accolto da un silenzio rapito, mentre sullo schermo della LIM si avvicendavano le immagini con cui molti artisti hanno voluto rendere omaggio al drago di Tolkien.
Alla fine della lettura sono state mostrate le scene iniziali della versione cinematografica riguardanti la casa di Bilbo, la cui porta rotonda desta sempre interesse. Anche se questa volta, a dire il vero, la somiglianza con una nota villa liberty di Ferrara non è sfuggita! Un ringraziamento grande va alle insegnanti, che continuano a guardare alla scuola come un ponte che lega realtà diverse, e alla classe di giovani lettori per l’attenzione riservata alla Terra di Mezzo. Di tutte le emozioni, vissute in prima persona quella mattina, credo che ve ne sia una che più delle altre mi resterà nel cuore. Una domanda semplice, fatta proprio alla fine:
Bilbo uno sbandato? Per la Contea era così
Bilbo Baggins è un eroe? Dipende dalla prospettiva da cui si guarda. Il protagonista dello Hobbit, che appare anche nella parte iniziale e finale del Signore degli Anelli è sicuramente passato alla storia della Contea, ma non per quel che pensate voi. La sua crescita personale, le sue avventure straordinarie, le numerose conquiste fatte e tutte le ricchezze riportate a casa, non sono tutte cose a suo favore. Il punto di vista con cui si guarda alla gesta del piccolo hobbit è fondamentale.






