Sabato in libreria a Roma C’era una volta Lo Hobbit

Libreria "Tra le righe" a RomaNon capita tutti i giorni di avere una guida, una panoramica su un mondo immaginario e su tutte le sue vicende. Soprattutto con un autore come J.R.R. Tolkien, se non si è specialisti e si sono letti tutti i suoi libri si può essere facile preda dei tanti “esperti” che sullo scrittore e le sue opere dicono di tutto, spacciando per sue in modo strumentale le proprie opinioni sul mondo. Ecco perché risulta preziosa l’occasione di ascoltare gli studiosi che si occupano di Tolkien in maniera accademica e che hanno già ottenuto in Italia e all’estero molti riconoscimenti in termini di collaborazioni, conferenze, libri, studi e saggi. Una di queste rare occasioni avverrà sabato 26 gennaio 2013, quando alle 18 si potràpartecipare alla presentazione del libro C’era una volta lo Hobbit, nell’accogliente bistrot della libreria Tra le Righe di viale Gorizia 29, a Roma.

Un incontro con gli autori

Libri: Copertina di "C'era una volta... Lo Hobbit"L’antologia è il frutto del lavoro del Gruppo di Studio che l’Associazione romana studi Tolkieniani ha avviato insieme all’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena. Dopo l’esperienza che aveva portato alla pubblicazione nel 2009 di La Falce Spezzata (Marietti, 22 euro), un gruppo di studiosi, ricercatori e traduttori italiani si è riunito per quasi due anni, confrontandosi su una tematica comune, il primo romanzo dello scrittore inglese, Lo Hobbit. È stata l’origine un’opera di saggistica tolkieniana interamente italiana, in cui sono stati analizzati molti degli aspetti del romanzo di Tolkien. L’antologia della Marietti vuole infatti mettere in evidenza tutta la profondità di vedute e la ricchezza di stili di questo primo libro di Tolkien che, seppur diverso nel tono e nell’impostazione rispetto al Signore degli Anelli, merita una valutazione di ben altra portata e spessore. Leggendo questa ricerca corale dal tono divulgativo e accessibile si scopre così come Lo Hobbit sia un vero e proprio classico della letteratura per ragazzi, degno erede di quella che è chiamata la Golden Age di questo genere, il periodo in cui in Gran Bretagna vennero pubblicati libri come Alice nel Paese delle Meraviglie, il Mago di Oz, Peter Pan e altre opere che popolano
ancora oggi l’immaginario dei ragazzi di tutto il mondo. Ai saggi degli autori italiani si affiancano quelli di alcuni tra i più noti critici stranieri (tra cui Verlyn Flieger, Dimitra Fimi e Bonniejean Christensen) oggi considerati tra i contributi più importanti sullo Hobbit. Arricchiscono il libro due poesie di Tolkien, rispettivamente dedicate alla figura del Drago (The Dragon’s Visit) e all’idea di fiaba (Once Upon a Time), per la prima volta pubblicate e tradotte in italiano in questo volume. Ad arricchire l’incontro di sabato sarà la presenza della maggior parte degli autori, che parteciperanno al dibattito e alla successiva sessione di autografi delle le copie comprate in loco che concluderà la serata.

Ecco anche i dati essenziali dell’ultimo volume:
C’era una volta… Lo Hobbit – Alle origini del Signore degli Anelli
Con due poesie inedite di J.R.R. Tolkien
Casa editrice Marietti 1820 (Genova-Milano, 2012), pp. 312
Prezzo: 22 euro
ISBN 978-88-211-9167-1

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– vai al sito della casa editrice Marietti 1820
– vai al sito della libreria Tra le Righe

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J.R.R.Tolkien in 3 minuti! A febbraio sarà un libro

Gary Raymond e John HoweNel mese di febbraio, precisamente il 4, Tolkien sarà protagonista di un nuovo estratto multimediale che punterà alla divulgazione e alla diffusione dell’estro e della parola del letterato inglese. A svilupparlo è stato Gary Raymond, scrittore di 3-Minute JRR Tolkien: A visual biography of the worlds most revered fantasy writer (Ivy Press, 12,99 sterline): una biografia visuale, insomma, in tre minuti, per farsi apprezzare da chi, come capita sovente ai giorni nostri, va di fretta e non trova mai la possibilità di approfondire l’argomento Tolkien. Così come già Peter Jackson aveva fatto con la trilogia de Il Signore degli Anelli e la neonata de Lo Hobbit, anche Raymond cavalca l’onda del momento positivo e dell’influenza che sta avendo Tolkien sul mondo fantasy e letterario in generale: 60 porzioni rapide e indolori, delle pillole, che possono essere digerite facilmente in tre minuti l’una. Partendo dalla sua infanzia fino all’invenzione dei nuovi linguaggi come quello elfico che tanto è stato apprezzato ne Il Signore degli Anelli, oltre al doversi rapportare con la realtà della Prima Guerra Mondiale, la storia di Tolkien sarà affrontata nella maniera più precisa possibile con un lavoro minuzioso e necessariamente fedele alla realtà.

Libro: "3 minute Tolkien"Gary Raymond è uno scrittore oltre che un accademico: nasce nel Galles ed è tra i fondatori di Wales Arts Review, uno dei siti più critici e attenti alle produzioni letterarie del Galles e non. Proprio da questa sua principale iniziativa nasce l’intenzione di concentrarsi su Tolkien, che rientra ovviamente nella schiera di autori difficilmente criticabili, al pari di George OrwellEmily Dickinson e, profanamente parlando, anche di Christopher Nolan, l’autore della trilogia di Batman e altri film come Memento o Inception: tutti scrittori che Raymond ha avuto la possibilità di analizzare e criticare nella sua esperienza di scrittore e critico. Ma la passione per la letteratura impegnata nasce sin dalla prima infanzia per l’autore gallese: sin da piccolo le sue letture passavano per Edgar Allan Poe e i gialli di Sherlock Holmes, arrivando fino al Conte di Monte Cristo, letto in versione illustrata all’epoca della scuola elementare. Prima dei dieci anni arriva finalmente Lo Hobbit, per poi arrivare a Il Signore degli Anelli qualche anno più tardi: «Conservo ancora la prima copia che ebbi de Lo Hobbit: lo acquistai dopo aver messo da parte diversi soldi. È una copia con un’illustrazione sulla copertina di Roger Garland: mi affezionai tantissimo a quel libro e ne rimasi incantato, proprio perché avevo dieci anni e quelle pagine mi rapirono. L’esperienza con Il Signore degli Anelli invece fu diversa – dice Raymond a Tolkien Library – La storia era
sicuramente più seria e impegnata, ma mi prese allo stesso modo. Mentre Lo Hobbit era concentrato su una sola storia, qui ne avevamo tante e c’era comunque una guerra da combattere che aveva coinvolto molte persone».

3-Minute-Tolkien-Sample-Page-2Ma come nasce l’idea di Tolkien in 3 minuti per Raymond? Tutto parte dalla lettura della biografia di Lewis scritta da Wilson e da una conversazione con il proprio editore: «Ebbi poi la fortuna di incontrare un amico che mi portò al Magdelene College, così da poter studiare meglio il mondo di Tolkien anche al di fuori dalle proprie creazioni: è stato un processo lungo, ma mi ha portato soddisfazioni. L’obiettivo, insomma, era quello di dare a tutti la possibilità di accedere a questo mondo in maniera rapida. Ho suddiviso il libro in tre parti: la vita, il lavoro e l’influenza che ha avuto sul mondo. Ogni parte ha dei sottocapitoli che sono facilmente leggibili in tre minuti, perché le informazioni sono concentrate e facili da digerire. Ci sono moltissimi libri che raccontano la storia dell’autore, ma nessuno in questo modo. Per me è stato molto divertente». L’opera di Raymond però non è soltanto una biografia, come vuole sottolineare lo scrittore stesso: tutto inizia con l’analizzare il modello culturale che ha offerto Tolkien e la terza parte dell’estratto, che riguarda l’influenza avuta nel mondo letterario, è sicuramente il punto da cui partire per avere un quadro generale dell’esperienza tolkeniana. Le pillole riescono a offrire anche dei momenti di curiosità circa la vita dell’autore inglese, ricercando elementi particolari e che faranno sicuramente piacere ai fan, fino a oggi rimasti vergini da questi aspetti. 3-Minute-Tolkien-Sample-Page-1«La speranza è che i fan possano apprezzare il mio lavoro – continua Raymond nella stessa intervista – e che possano appassionarsi alla storia di Tolkien: sto racconando quello che tutti sappiamo, ma scavando più nel profondo. Andando alla ricerca del suo passato ho avuto modo di scoprire cose interessanti e anche inaspettate, che ho deciso di mettere al servizio di tutti. Perché comprare questo libro? Perché è un pezzo da collezione e anche perché è una visione divertente, ma studiata, della vita dell’autore». Raymond, per chiudere, parla anche de Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato, il primo capitolo della nuova trilogia di Peter Jackson, al cinema dallo scorso dicembre: «L’ho visto e mi è piaciuto molto. Penso che sia il miglior film di Jackson al momento. Con Il Signore degli Anelli fece un lavoro sicuramente importante, ma qui ho trovato più feeling con l’opera e pare abbia fatto un lavoro migliore di quanto fece Tolkien, che con la sua seconda opera superò la prima. Sarà un successo migliore perché parla di un’avventura e il cinema di oggi vuole questo».
Per concludere, qualche lettore si domanderà come mai ci occupiamo di un libro appena uscito in inglese che ha poche connessioni con il nostro Paese. E, invece no! La rivelazione che possiamo fare in anteprima ai nostri lettori è proprio questa: sono già stati acquistati i diritti di traduzione italiana di questo libro!! Se volete fare qualche regalo aspettatevi, quindi, nelle librerie a novembre una bella strenna natalizia…

GUARDA LA FOTOGALLERY:

– Vai
al sito della casa editrice Ivy Press
– Guarda l’anterprima del libro su Amazon
– Vai al sito ufficiale di John Howe
– Vai al sito della rivista Wales Arts Review

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Pubblicata la rivista Endòre numero 15

Endore-copertina-15Con immutato piacere, siamo lieti di annunciare l’uscita del numero quindici di Endóre, la rivista della Terra di Mezzo diretta da Franco Manni che, in una forma o nell’altra, da ormai 19 anni (ma sono 20 se si calcola il lavoro precedente!) mantiene accesa la fiaccola tolkieniana in Italia. Endòre esce una volta all’anno, è passata dal formato cartaceo a quello online dal numero 11. Contiene tutto quello che vorreste sapere sull’autore del Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien: recensioni, articoli, giochi, fan fiction e una bibliografia particolarmente curata e aggiornata. Ancora una volta abbiamo la possibilità di gustarci il consueto mescolarsi di articoli giocosi e saggi approfonditi (e anche qualche saggio allo stesso tempo giocoso e approfondito) e segnaliamo con orgoglio la presenza tra gli autori di alcuni nostri soci, come la presenza di resoconti delle nostre attività del Gruppo di Studio su Tolkien e del Tolkien Seminar di Modena e il resoconto della manifestazione The Return of the Ring organizzata dalla Tolkien Society inglese che si è tenuta alla Loughborough University in Inghilterra dal 16 al 20 agosto 2012. Molto interessante la sezione “articoli”, con importanti saggi di Tom Shippey, Thomas Fornet-Ponse, lo stesso Franco Manni e Ronald Hutton. Il contributo di quest’ultimo è stato al centro di alcuni dibattiti internazionali e ha suscitato molto reazioni, tra cui i contributi importantissimi di Nils Ivar Agoy e della “nostra” Verlyn Flieger, proprio nel Tolkien Seminar del 2012. Ricca anche la sezione delle “recensioni”, che ci riguarda da vicino: oltre al film di Peter Jackson, sono oggetto di valutazione, infatti, gli ultimi due contributi del Gruppo di Studio alla collana Marietti su Tolkien e dintorni: da segnalare soprattutto la  recensione dell’edizione inglese della La Falce Spezzata per la casa editrice Walking Tree, redatta da Patrick Curry. Ve ne diamo un assaggio con l’indice:

Editoriale

Nothing but History

Articoli

Grimm, Grundtvig, Tolkien di Tom Shippey
Differenti concezioni del Male nel Signore degli Anelli di Thomas Fornet-Ponse
Tolkien Pagano di Ronald Hutton
I Figli di Feanor di
Vincenzo Gatti
La religione nelle opere di Tolkien di Franco Manni

Forum

Lo Hobbit: tavola rotonda con Davide Cattaneo, Elena Grecchi, Franco Manni, Alberto Quagliaroli, Beppe Roncari
Gallery
Report di The Return of the Ring di Claudio Testi
Bosco Atro – News sul Film di Lorenzo Pedretti e Filippo Rossi
Presentazione di Tolkien e la Filosofia a Brescia di Adriano Bernasconi
Se Tolkien sale in cattedra di Roberto Arduini

Fiction

Cloudgazer di Alex Lewis
Il Consiglio di Elrond I e II di Enrico Imperatori

Recensioni

Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato di Franco Manni
C’era una volta… Lo Hobbit di Franco Manni
The Broken Scythe di Patrick Curry

Rubriche

– La Biblioteca di Hobbiville – Traduzioni di Enrico Imperatori
Mathom – La disfida delle “vignette” di Riccardo Moretti
Gallery
L’Archivio di Minas Tirith – Bilbofilia di Beppe Roncari
avventura G.I.R.S.A.: Angeli Custodi di Manuel Pirino e Alessio Forlone

 

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– VAI ALLA PRESENTAZIONE DEL NUMERO 14 DI ENDORE


 

Tolkien e dintorni, ecco il nuovo libro Marietti

Tolkien a Moseley BogSe c’è un merito indiscusso e indiretto per i film di Peter Jackson è quello di far scoprire le opere di J.R.R. Tolkien a molti nuovi lettori. Ma sia questi che i vecchi lettori a volte sentono la necessità di approfondire la conoscenza dell’autore, magari su alcuni aspetti o da punti di vista inconsueti. Anche in Italia, nella povertà assoluta dell’offerta critica, è da un po’ di tempo disponibile una collana di letteratura secondaria che si avvicina allo scrittore inglese da un punto di vista accademico, nata proprio per permettere ai lettori italiani di accedere ai testi dei migliori studiosi stranieri. È la collana “Tolkien e dintorni” della casa editrice Marietti 1820, che proprio oggi ha pubblicato l’ultimo lavoro dedicato all’autore del Signore degli Anelli. La novità è doppia, visto che il volume è il frutto di un Gruppo di Studio che per due anni ha riunito critici, filosofi e giornalisti per analizzare molti degli aspetti dello Hobbit e scrivere i diversi saggi di questa nuova antologia, intitolata C’era una volta… Lo Hobbit – Alle origini del Signore degli Anelli. Non è una formula molto praticata in Italia, ma nei Paesi anglosassoni è diffusa, soprattutto all’università, dove Tolkien figura nei programmi accademici.

Libri: Copertina di "C'era una volta... Lo Hobbit"Pubblicato nel 1937, Lo Hobbit è sempre stato considerato dalla maggior parte dei critici un semplice racconto per bambini, il cui principale merito fu di servire da “prologo” al più noto capolavoro tolkieniano: Il Signore degli Anelli. L’antologia della Marietti vuole invece mettere in evidenza tutta la profondità di vedute e la ricchezza di stili di questo primo libro di Tolkien che, seppur diverso nel tono e nell’impostazione, merita una valutazione di ben altra portata e spessore. Gli articoli degli autori italiani sono frutto di uno studio di ricerca corale e conservano un tono divulgativo e accessibile; a questi sono affiancati saggi di critici stranieri (tra cui Verlyn Flieger, Dimitra Fimi e Bonniejean Christensen) oggi considerati tra i contributi più importanti sullo Hobbit. Arricchiscono il libro due poesie di Tolkien, rispettivamente dedicate alla figura del Drago (The Dragon’s Visit) e all’idea di fiaba (Once Upon a Time), per la prima volta pubblicate e tradotte in italiano in questo volume. Per presentarlo al meglio, ne parliamo con Claudio Testi, il direttore della collana dedicata a Tolkien e segretario dell’Istituto filosofico di studi tomistici.

Come nasce la collana Tolkien e dintorni?
Studiosi: Claudio Testi«Il tutto è iniziato nel 2004 quando, grazie al newsgroup it.fan.scrittori.tolkien entrai in contatto con una qualificata “compagnia” di esperti tolkieniani che desideravano tradurre La Via per la Terra di mezzo di Tom Shippey. Essendo io segretario dell’Istituto Filosofico di Studi
tomistici, un’associazione da sempre tesa a promuovere serie iniziative culturali anche in campi non strettamente filosofici, proposi loro di pubblicare il testo all’interno di una nostra collana filosofica che curavamo per Marietti 1820. L’“esperimento” riuscì così bene che nel 2007 inaugurammo ufficialmente la collana “Tolkien e dintorni” che a oggi annovera 11 pubblicazioni».

Qual è lo spirito che anima la collana?
«L’obbiettivo che unisce il comitato scientifico è quello di presentare Tolkien non solo come autore fantasy per ragazzi, ma soprattutto come un classico della letteratura. L’Italia è stata fortunatamente tra i primi paesi in cui è stato tradotto il Signore degli Anelli: purtroppo però Tolkien è diventato subito oggetto di un dibattito di natura politica, che ha grandemente danneggiato la ricezione di questo autore. È però un dato di fatto che nessuno studio critico fondamentale (ad eccezione di Tolkien Autore del Secolo, curato nel 2003 da Franco Manni, il massimo esperto italiano della materia per l’editore Simonelli) sia stato fatto conoscere al pubblico italiano prima della nostra collana. Come può uno studioso dirsi tale se non ha presenti gli studi di Verlyn Flieger, Tom Shippey o Brian Rosebury (per fare solo alcuni nomi)? Sarebbe come, scusate se scendo nel mio campo specifico, dirsi esperto di Tommaso d’Aquino senza avere letto Étienne Gilson! Se li si ignora (più o meno colpevolmente), si ha solo l’alternativa di rinchiudersi all’interno di un circuito autoreferenziale. Quello che dico, il lettore italiano lo può banalmente constatare sfogliando molti “studi” italiani su Tolkien, in cui di solito oltre il 80% dei riferimenti bibliografici sono verso scritti italiani, per lo più ultra datati. Solo uscendo dal questo provincialismo si potrà rendere giustizia alla grandezza universale di un autore come Tolkien, e sperare di trovarlo sempre più studiato nelle scuole o le università del nostro Paese».

La collana ha anche prodotto altre iniziative, non è vero?
«Certamente. Dopo aver tradotto i primi testi, abbiamo deciso di promuovere un Gruppo di Studio che, a cadenze trimestrali, si ritrova per approfondire (di solito per un biennio) un certo tema tolkieniano: la serietà dell’iniziativa è tale che ha avuto anche il patrocinio della Tolkien Society inglese. L’obbiettivo del gruppo di studiosi è quello di pubblicare i risultati di queste ricerche in team. Ad oggi i testi di questo tipo pubblicati nella collana sono due, uno addirittura tradotto in inglese, prima volta per un testo italiano: si tratta della Falce Spezzata – morte e immortalità nelle opere di J.R.R. Tolkien, edito dalla prestigiosa Walking Tree Publisher. Io ed alcuni degli autori abbiamo avuto il privilegio di essere ospitati quest’anno in Gran Bretagna per presentare il lavoro in inglese davanti a molti dei maggiori studiosi anglosassoni. Non solo, ma nel 2010 l’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e l’Associazione romana studi Tolkieniani (“massicciamente” presente in queste attività) hanno organizzato un convegno internazionale su “Tolkien e la Filosofia”, che per la prima volta ha visto intervenire in Italia studiosi del calibro di Shippey e Flieger».

Qual è la novità dell’ultimo volume, “C’era una volta… Lo Hobbit”?
Libri: Copertina di "C'era una volta... Lo Hobbit"«È il primo volume italiano esclusivamente dedicato al libro “Lo Hobbit”. Credo che la sua novità sia nella “varietà” e “unità” degli interventi; questo rispecchia in realtà il lavoro in team che ci ha coinvolto per due anni. Anche i tre saggi tradotti (dei veri classici su tema, scritti da Flieger, Fimi e
Christensen) si inquadrano perfettamente nell’insieme, che è diviso in due parti (“La fiaba” e “I personaggi”). I curatori del testo hanno poi fatto un lavoro eccellente: è sempre più raro trovare un volume con una bibliografia complessiva e un indice analitico così ben strutturati».

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Ci sono anche degli inediti di Tolkien. Perché sono state scelte due poesie?
«L’idea è stata di Roberto Arduini, che con grande competenza e intelligenza ha segnalato queste due “chicche” tolkieniane le quali, sebbene poco conosciute, erano perfettamente “in tema” con il resto del volume: basti pensare che si intitolano La visita del drago e C’era una volta. Non è poi stato facile ottenere il placet della Tolkien Estate a tradurle: ma anche questa volta, forse anche grazie all’eccellente lavoro da noi già svolto per La trasmissione del pensiero e la numerazione degli elfi, ci hanno accordato il permesso alla traduzione».

Avete altri progetti in cantiere?
«Certo, ma non posso svelarvi tutto ora! Posso solo dire che continueremo nel solco tracciato in questi anni, nella speranza di poter contribuire, nel nostro piccolo, a far amare nella sua complessità e grandezza l’opera di Tolkien, magari sfruttando l’attenzione mediatica che i tre film di Peter Jackson ci potrà dare. Abbiamo, però, in serbo una sorpresa che presto potremo annunciare. E lo faremo per la gioia dei lettori di questo sito».

Almeno una cosa ce la potete anticipare?
Evento presentazione libro a Modena«Va bene, solo una per ora! A Modena, lunedì 17 dicembre, alle ore 20.45, il nostro Istituto Filosofico di studi Tomistici, insieme con il Victoria Cinema e la libreria Mondadori, ha organizzato una presentazione di quest’ultimo volume, “C’era una volta… Lo Hobbit”. Per l’occasione avremo l’onore di conversare con Wu Ming 4 sulla fiaba più famosa di Tolkien, che per allora sarà anche un film. La serata ha lo scopo di far conoscere il libro di Tolkien per poter apprezzare pienamente il film di Peter Jackson. L’appuntamento è alla libreria Mondadori al Cinema Victoria, in via Ramelli a Modena. Ma sarà la prima, altre ne terremmo in tutta Italia e alcune subito dopo le feste natalizie. Continuate a leggere questo sito se vorrete sapere le date esatte!».

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Ecco anche i dati essenziali dell’ultimo volume:
C’era una volta… Lo Hobbit – Alle origini del Signore degli Anelli
Con due poesie inedite di J.R.R. Tolkien
Casa editrice Marietti 1820 (Genova-Milano, 2012), pp. 312
Prezzo: 22 euro
ISBN 978-88-211-9167-1

– vai al sito dell’Istituto filosofico di studi tomistici
– vai al sito della casa editrice Marietti 1820
– vai al sito della Tolkien Estate
– vai alla Pagina Facebook della
presentazione libro a Modena

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Dalla Games Workshop Lo Hobbit in miniatura

Copertina Games Workshop Lo HobbitSe ne parlava già da un po’ nel gossip dei siti non ufficiali dedicati al mondo della Games Workshop, ora, appena prima dell’uscita del film, è finalmente uscito il gioco di battaglie per miniature dedicato alla nuova trilogia di Peter Jackson. The Hobbit, un unexpcted journey rispolvera lo strategico dedicato al Signore degli Anelli con una nuova scatola, nuovi personaggi e nuovo starter set. Era ora, dicono gli appassionati, perché la vecchia scatola suonava ormai un po’ datata, dedicata com’era alle Miniere di Moria, con tanto di compagnia dell’anello impegnata nel combattere orde di orchetti e farsi strada nelle viscere della fortezza nanica.

Regolamento scatola "Lo Hobbit"Per chi non ha mai sentito parlare dell’hobby di Games Workshop, ecco un breve riassunto: dopo Warhammer Fantasy e Warhammer 40.000, simulazioni di battaglie con miniature rispettivamente ambientate nel fantasy e in un lontano futuro, l’azienda di Nottingham nel 2001 acquistò i diritti della trilogia e lanciò il gioco originale, uno strategico che mirava a unire le varie caratteristiche dei suoi due Warhammer. Ecco dunque una nuova ambientazione fantasy, la terra di mezzo di Tolkien, la possibilità di inscenare piccole schermaglie con poche miniature, tipo il rapimento di Merry e Pipino o lo scontro di Colle Vento, ma anche di riprodurre le grandi battaglie della seconda e della terza era, con grandi eserciti di uomini, nani, elfi e orchi tutti fedelmente ispirati all’opera di Jackson ma anche, in alcuni casi, direttamente al lavoro di Tolkien. Il tutto, ovviamente, dipinto. Già, perché prima di arrivare al gioco vero e proprio, la parte preponderante dei prodotti GW è la pittura. Le miniature di plastica, ed ora anche in resina, vanno tutte dipinte con pennelli e colori dedicati, venduti ovviamente separatamente. Un vero e proprio business, ma anche un appassionante hobby che ha creato scuole di pittura e indubbi capolavori su piccola, piccolissima scala.

Games Workshop: i TrollsE dunque arriviamo a The Hobbit. Il nuovo starter set s’intitola Fuga dalla città dei goblin e riproduce le gesta della compagnia di Thorin alle prese con maree di mostriciattoli capitanati da un orrido quanto gigantesco re. La filosofia resta la stessa degli altri giochi GW: una forza di elite basata sui ‘pochi ma buoni’, i nani più Bilbo e Gandalf (e Radagast nell’edizione limitata), contro uno schieramento di massa ispirato a ‘l’unione fa la forza’, in questo caso i goblin. Oltre alle miniature, che riproducono in modo impressionante gli attori del film, la scatola propone un intreccio di passerelle cadenti che fanno da scenario alla fuga della compagnia. E poi l’immancabile manuale di gioco, i dadi e i misuratori di distanze. Il tutto, come detto, da dipingere con santa pazienza e passione. Poche le modifiche regolamentari rispetto al gioco originale: gli eroi possono compiere ancora più gesta eroiche, il che renderà un piacere manovrare i vari Thorin e Gandalf, semplicemente inarrestabili tra combattimenti e
magie. Poteri controbilanciati dalle nuove attività dei mostri, che ora possono anche sollevare i malcapitati avversari e scagliarli fuori dal tavolo, nei simulati abissi della montagna solitaria.

Games Workshop: una partita al gioco "The Hobbit"Inevitabile il giudizio finale. Il grado di dettaglio raggiunto nella scultura delle miniature è impressionante, dipingerle è abbastanza semplice (se non si è troppo esigenti) grazie alle guide presenti nel manuale ma anche on line. Il gioco in sé è piuttosto intuitivo, per provarlo basta andare in uno dei negozi GW sparsi in tutta Italia e farsi una rapida partita dimostrativa con i manager, sempre molto disponibili. Resta l’amaro in bocca per l’elevato prezzo raggiunto sia dalla scatola (100 euro per la limited edition) sia per le confezioni aggiuntive che permetteranno la creazione degli eserciti. Tutto molto bello per chi ama le miniature, non proprio un toccasana in questi magri tempi di crisi. Però, vista l’uscita in concomitanza con il Natale, può diventare un regalo diverso dal solito. E poi volete mettere la soddisfazione di collezionare e dipingere la propria armata di Rohan, magari facendola scontrare con gli orchi di Saruman nella ricostruzione del fosso di Helm?

GUARDA IL VIDEO
– vai al sito della Games Workshop

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«Lo Hobbit? Più che Tolkien è tecnologia»

Libro: Dictonnaire Tolkien di Vincent FerréCi sono alcuni dettagli che mostrano l’influenza di un autore aldilà del solo numero dei suoi lettori: possono essere seminari, conferenze o associazioni di appassionati che si dedicano a lui. Possono essere libri, saggi, studi sulla sua opera e la sua carriera. Tutto questo denota un riconoscimento e un interesse che non è alla portata di tutti gli scrittori. Mostrare questo interesse e spiegarne le motivazioni è esattamente lo scopo del Dictionnaire Tolkien, un libro, o, più precisamente, un dizionario enciclopedico che ha visto la partecipazione di oltre 60 persone per un periodo da fine del 2008 all’estate 2012. La casa editrice Cnrs Editions lo ha inserito in una collana di dizionari in cui sono usciti in contemporanea anche volumi dedicati a Gustave Flaubert, Alexandre Dumas e André Malraux e J.R.R. Tolkien, per presentare «la migliore ricerca francese ed europea, risultata da convegni, università e centri d’eccellenza che trasmettono l’avanzamento della conoscenza presso il grande pubblico». Appena uscito in lingua francese, in circa 340 voci (oltre 600 pagine) è la fotografia di tutto il mondo immaginario di Tolkien e in parte della sua biografia, vale a dire, il mondo secondario e il mondo primario. Oltre le voci e la presentazione, il dizionario è arricchito da riferimenti, fonti e suggerimenti per estendere il testo. In effetti, data la moltitudine e la varietà degli autori, nelle voci vi è una notevole differenza che va da quelle che hanno appena alcuni paragrafi a quelle di più pagine e da un solo redattore fino a un intero gruppo. Un elenco di autori e delle aree studiate è disponibile sul sito internet del direttore di questo libro, Vincent Ferré. È importante chiarire una cosa: questo libro non è una traduzione di un testo inglese, è un testo scritto da autori francofoni per i lettori francofoni ed è quindi un sorprendente riconoscimento ai redattori, ai nomi dei relatori delle conferenze di Rambures (2008) e Cerisy (2012) e degli altri autori di libri su Tolkien. Dell’importanza del Dictionnaire Tolkien ci parla proprio il curatore Vincent Ferré in un’intervista esclusiva all’Associazione romana studi Tolkieniani.

L’intervista
Per quale ragione ha scelto la forma di un dizionario per approfondire Tolkien?

Vincent Ferré«L’opera di J.R.R. Tolkien è talmente ricca e, possiede così tante sfaccettature – i racconti della terra di Mezzo (che si svolgono in diversi momenti della storia e sono stati redatti in prosa o in versi, su cinque decenni) i libri per bambini, i saggi sulla letteratura, le lingue; il rapporto con i testi medievali… – che proporre diversi approcci e sguardi complementari sembra fedele allo spirito di quest’opera. In tutto, hanno partecipato, 63 autori scrivendo da 1 a 15 articoli, che discutono, si rispondono, si completano talvolta, per quanto attiene al loro argomento specifico: letteratura inglese, medievale, comparata, ma
anche filosofia o storia, ma sempre attenendosi in maniera variabile a Tolkien. Questo perché il Dizionario si avvale ugualmente di accademici e studiosi non universitari, ma che hanno lavorato su quest’autore nel corso dei loro studi (con tesi, master o dottorati) e persino di lettori di Tolkien che pubblicano da anni su internet. Anche se fuori dall’istituzione universitaria, quindi, si tratta di lavori di notevole qualità».

Potrebbe dirmi di più sul tipo di ricerca effettuata su quest’autore e la sua opera?
Convegno: "Emergence de la recherche en neo medievistique"«Tolkien ha iniziato a essere studiato all’università da qualche anno, ma gli studi pubblicati in francese restano ancora pochi. Ho dunque sollecitato tutte le persone che hanno pubblicato studi autorevoli sull’autore: Isabelle Pantin, Leo Carruthers, Anne Besson, Michaël Devaux… Tutti, con l’unica eccezione di Irene Fernandez (purtroppo) hanno potuto partecipare al Dizionario. Poi ho contattato tutte le persone di cui conoscevo l’interesse per Tolkien e i cui lavori erano conosciuti dai lettori francofoni di Tolkien. È una delle particolarità francesi in rapporto alla letteratura a far sì che molti lettori desiderosi di condividere il gusto per uno scrittore propongano, via internet, dei testi spesso molto accurati e di qualità; questo è particolarmente vero nel caso di Tolkien, per cui il primo progetto in tal senso, nato alla fine degli anni ’90, ha coinciso con lo sviluppo del web in Francia. Infine, ho contattato Thomas Honegger, professore di letteratura medievale inglese all’università di Jena (Germania) e direttore di una casa editrice svizzera [Walking Tree Publishers, ndr] che pubblica da una quindicina d’anni, in inglese, molti importanti studi su Tolkien: lavorare con questa casa editrice, all’avanguardia su tutto quello che concerne la conoscenza dello scrittore, rappresenta per me la certezza di combinare il punto di vista francofono, molto vicino al testo, e il meglio della critica anglofona».

Nel corso delle sue ricerche, che cosa l’ha colpita sulla percezione di Tolkien o al contrario su ciò che non si sa di lui?
Libro: "Dictionnaire Tolkien" di Vincent Ferré«Ciò che ci ha collettivamente colpiti è l’immagine riduttiva che viene data di questo scrittore, la cui opera è spesso ridotta a uno o due romanzi – Il Signore degli Anelli e più recentemente Lo Hobbit – sebbene essa annoveri dozzine di testi. E ci ha colpito il fatto che la sua personalità, fondamentalmente refrattaria alla “mediatizzazione” e alla celebrità, sia stata occultata da un’immagine pubblica semplicistica: il professore e il filologo, preoccupato di trovare una forma d’insegnamento il più possibile formativa per i suoi studenti di Oxford (ha insegnato per 35 anni!); il commentatore avveduto del XX secolo (delle due guerre mondiali, dell’evoluzione delle società occidentali, della corsa alla tecnologia); l’autore desideroso di combinare i suoi gusti personali per la letteratura medievale con la convinzione che la letteratura debba aiutare a vedere e comprendere il mondo… Tutte queste sfaccettature sono talvolta difficili da percepire insieme, il che spiega perché l’immagine mediatica di Tolkien sia sovente
riduttiva, dunque ingiusta».

Che cosa s’intende quando si rimprovera a Tolkien un certo conservatorismo?
Dictionnaire Tolkien«Ma chi lo rimprovera? Questa critica è abbastanza recente: in Francia risale agli anni ’80, quando un giornalista (ho ritrovato l’articolo, negli archivi del suo editore francese, Cristian Bourgois editore) scrisse che la Contea (il paese degli Hobbit) fosse un’età dell’Oro, un luogo idilliaco… Il che è ampiamente un controsenso, ma un controsenso che è stato poi ripetuto negli articoli pubblicati in seguito – si sa come nascono i cliché e i luoghi comuni nei mass media. Effettivamente Tolkien celebra la natura e le relazioni umane, in un quadro rurale preservato da una certa modernità industriale, ma nello stesso tempo, si burla degli abitanti che si rifiutano di vedere il mondo esterno, passando il loro tempo in rivalità campanilistiche, per cui la loro stessa taglia (gli Hobbit sono alti un metro) simbolizza la piccolezza morale… Tolkien è sempre nella sfumatura e nella complessità. Ora gli stessi elementi possono essere valorizzati o criticati, a seconda della tendenza politico (o dei pregiudizi) dei lettori: Tolkien è ecologista ante litteram o contro il progresso? Mi sembra che la risposta dipenda ampiamente dal lettore, che può prendere conoscenza dell’opera nella sua complessità o scegliere in maniera semplicistica di incollare un’etichetta su quest’autore. L’interesse del Dizionario di Tolkien è anche quello di permettere ai lettori, che conoscano o meno Tolkien, di farsi un’idea sulla base di elementi tangibili e fondate, aldilà dei cliché».

Secondo lei, quali sono i punti di forza e i punti di debolezza degli adattamenti di Tolkien al cinema?
Vicent Ferré«Non mi posso pronunciare su Lo Hobbit che si annuncia; l’impressione, tuttavia, è che Peter Jackson si meno interessato ad adattare Tolkien (e come potrebbe, dato che sono stati annunciati tre film a partire da un romanzo tre volte meno lungo del Signore degli Anelli?) quanto piuttosto di esplorare il mondo e le tecnologie cinematografiche che ha creato nella sua precedente trilogia. Ciò che mi rimane in positivo dei tre film diffusi nel 2001/2003, è il lavoro realizzato da Alan Lee e John Howe, artisti che illustrano le opere di Tolkien da trent’anni e che hanno messo il loro talento e la loro visione al servizio della necessaria “verosimiglianza” del mondo presentato allo spettatore. Ma il merito principale dei film è (ai miei occhi) di aver permesso a numerosi spettatori di scoprire il romanzo e, talvolta, altre opere di Tolkien (come ad esempio I Figli di Húrin)».

Perché Signore degli Anelli è diventato un fenomeno della società? È già un classico?
Convegno Francia: Charles Delattre e Vincent Ferré«Gli esperti della ricezione di Tolkien concordano nel dire che la ricchezza, la complessità delle sue opera, così come la sua “plasticità”, è il segreto del suo successo: i testi di Tolkien sollecitano l’attività creatrice del lettore, sia sotto forma di racconti (numerosi fan hanno
scritto racconti che si svolgono in questo universo), sia di illustrazioni o di attività ludiche (giochi di ruolo, videogiochi…). Inoltre, Tolkien è uno dei più grandi “traghettatori” del XX secolo: permette ai lettori di accedere a un’eredità “europea”, rimaneggiata nella sua opera, combinando letteratura medievale e letteratura antica, le fiabe e l’eredità romantica. I lettori sentono l’autenticità di questa profondità storica e letteraria. E, nello stesso tempo, la letteratura dell’immaginario (il fantasy nel caso di Tolkien) resta un genere al margine, fatto per piacere ai lettori perché fuori dall’istituzione scolastica e universitaria. In realtà, Tolkien non è che un classico se non in alcuni ambiti: lo Hobbit è un classico della letteratura per ragazzi. Il Signore degli Anelli è un classico del fantasy, ma nello stesso tempo egli è apprezzato e ormai insegnato nella scuola secondaria, nei licei, nelle università, leggere Tolkien permette al lettore di essere libero di dare il proprio giudizio, senza alcuna prescrizione esterna».

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“The fall of Arthur” di J.R.R. Tolkien è ufficiale

Dipinti: "La Morte D'Arthur" di John Mulcaster CarrickLa notizia, anche se solo in sordina era già trapelata e anche noi ne avevamo parlato nel luglio scorso. Ora però è ufficiale: sia la HarperCollins Publishers che la sua “sorella Usa”, la Houghton Mifflin Harcourt, pubblicheranno un nuovo inedito di J.R.R. Tolkien nel 2013. La novità è che “The Fall of Arthur” sarà sicuramente nelle librerie dalla primavera prossima, precisamente il 23 maggio 2013 (e ne sono già state annunciate le traduzioni in francese e spagnolo). Ci sono alcuni dettagli in più, e alcune smentite, rispetto alla notizia di luglio. Tutto è iniziato quando Christopher Tolkien, figlio di John Ronald Reuel ed esecutore letterario delle sue opere, si è presentato alla casa editrice a Londra. «Credo che vi potrebbe interessare pubblicare questo», ha detto al direttore editoriale Chris Smith, mostrando un manoscritto. «Si intitola: La caduta di Artù». Un poema inedito, non concluso, di circa mille versi, ispirato da un quadro del pittore inglese John Mulcaster Carrick, in cui si vede il mitologico sovrano a terra, sollevato per un braccio da un cavaliere. Entrambi sono rivolti verso il mare dove una nave si allontana confusa nelle nebbie del tramonto. Non è chiaro se Artù sia ancora vivo.

Una riscrittura moderna

Libri: copertina di lavoro di "The fall of Arthur"“The Fall of Arthur” (“La caduta di Arthur”) è un poema allitterativo – ma non in rima – di circa mille versi (si interrompe al verso 954), basato sulle leggende del ciclo arturiano. L’esistenza del poema era conosciuta solo dalle brevi menzioni fatte in due lettere e dalle sei righe che biografo dello scrittore, Humphrey Carpenter, ebbe il permesso di pubblicare. Tolkien ne parla al suo editore in una lettera del 1955: «Scrivo versi allitterativi con gran piacere, benché abbia pubblicato molto poco aldilà dei frammenti contenuti nel Signore degli Anelli, se si eccettua Il ritorno a casa di Beorhtnoth… un dialogo sulla natura dell’“eroismo” e della “cavalleria”. Spero tuttora di finire un lungo poema sulla “The Fall of Arthur” usando la stessa metrica» (Lettere, n. 165).
«Non avevamo mai visto il manoscritto fino a quando non ci è stato consegnato», ha detto Chris Smith. «È completamente inedito, a parte la manciata di righe della biografia di Carpenter. Nelle due lettere, ci sono solo riferimenti vaghi, ma al tempo stesso molto intriganti. Questo è il motivo per cui lo si conosce, ma nessuno ha avuto accesso al manoscritto finora». Christopher Tolkien non è stato in grado di stabilire con esattezza quando il poema è stato scritto: sembra che Tolkien vi lavoròDipinti: "Boys King Arthur" di N.C. Wyeth (1922) nei primi anni Trenta, nello stesso periodo in cui aveva iniziato a scrivere Lo Hobbit, ma il poema non fu mai completato. L’autore ha fatto un solo riferimento ad essa in una lettera del 1955 e in un’altra del 1934 a un suo amico, R.W. Chambers, professore di inglese alla University College di Londra, che gli ha scritto dopo averlo letto: «È davvero molto bello… davvero eroico… Lo devi per forza finire». Dopo la morte dello scrittore nel 1973, il poema è rimasto nascosto in una zona riservata della Bodleian Library di Oxford, città in cui Tolkien fu per decenni professore di anglosassone. Anche gli studiosi non vi hanno avuto accesso. Si tratta del secondo inedito di Tolkien ad essere portato alla luce dopo l’uscita della “Leggenda di Sigurd e Gudrun” nel 2009.

La Trama

Particolare del pavimento a mosaico della cattedrale di Otranto (1165)Sulla trama di “The Fall of Arthur” si conosce soltanto l’episodio da cui parte l’azione. Il Dux Bellorum (il Signore delle Guerre, così era chiamato Artù) e Galvano, il più valoroso dei cavalieri della Tavola Rotonda – imbattibile alla luce del giorno, più vulnerabile al calar della sera -, vanno in guerra verso la terra dei Sassoni ma vengono richiamati a casa dalla notizia del tradimento di Mordred. Alcuni estratti dal poemetto sono stati pubblicati nella biografia su JRR Tolkien di Humphrey Carpenter: «I versi del poemetto hanno l’allitterazione, ma non la rima [e] non toccano l’argomento del sacro Graal. Inizia con una rappresentazione individuale della “Morte d’Arthur” di Thomas Malory, in cui il re e Gawain vanno in guerra nelle “terre dei Sassoni”, ma sono richiamati a casa dalla notizia del tradimento di Mordred». Mentre il mondo della Terra di Mezzo si sviluppa a partire dalla conoscenza e dalla passione di Tolkien per le lingue e per il folclore, “The Fall of Arthur” è scritto usando un inglese moderno eppure ispirato alla lingua e ai versi dell’undicesimo secolo.
Palazzo Trinci a Foligno: affresco con re Artù e Carlo Magno (1412)Una delle ispirazioni di quest’opera è sicuramente Le Morte d’Arthur scritta in inglese medio da Thomas Malory nel 1469 (pubblicata da William Caxton nel 1485), che fonde insieme diversi romanzi francesi e inglesi su Re Artù, anche se contiene materiale originale scritto da Malory. Con la sua morale cavalleresca è il testo che ha più influenzato la visione della leggenda arturiana, rappresentando la transizione dal romanzo medievale a quello moderno.

Il lavoro di Christopher

Christopher TolkienChristopher Tolkien contribuisce al libro con tre saggi che esplorano il mondo letterario di Re Artù, rivelano il significato più profondo dei versi e il paziente lavoro
che suo padre intraprese per portare il poema a una forma definitiva, e i collegamenti che si possono cogliere tra “The Fall of Arthur” e la più grande creazione di Tolkien, le opere che riguardano la Terra di Mezzo. «È ben noto l’interesse principale di mio padre per l’antica poesia “nordica” allitterativa, che egli inserì nel mondo della Terra di Mezzo (in particolare nei lunghi lai, anche se non finiti, dei Figli di Húrin) al dialogo drammatico Il ritorno di Beorhtnoth (The Homecoming of Beorhtnoth, derivante dal poema antico inglese la Battaglia di Maldon) e nelle sue versioni “antico norrene” delle saghe The New Lay of the Völsungs e The New Lay of Gudrún (a cui fa riferimento in un lettera del 1967 come «una cosa che ho fatto molti anni fa quando cercavo di imparare l’arte di scrivere in poesia allitterativa»)», ha detto Christopher. «Nel Sir Gawain e il Cavaliere Verde mio padre ha mostrato la sua abilità nella resa del verso allitterativo del XIV secolo nello stesso metro in inglese moderno. A questi si aggiunge ora il suo poema incompiuto e inedito The Fall di Arthur». Già molto amareggiato da come sono state travisate le opere del padre nelle varie versioni cinematografiche di Peter Jackson (come detto in un’intervista a Le Monde), Christopher Tolkien, che per tutta la vita si è dedicato al recupero degli scritti inediti del padre, ha chiarito che i diritti cinematografici non saranno disponibili. Home 7: "Return of the Shadow"«Hanno sbudellato i libri fino a farne un action movie per ragazzi tra i 15 e i 25 anni», aveva detto. «La distanza che si è creata tra la bellezza e la serietà del lavoro di mio padre e quello che lo hanno fatto diventare, va oltre la mia capacità di sopportazione». Le opere più conosciute erano solo un epifenomeno agli occhi del loro autore. Un piccolo assaggio del vasto mondo di Tolkien, ma il risultato è stato che hanno oscurato tutte le altre. Soprattutto, Il Silmarillion, il racconto dei tempi più antichi del suo universo, cui il professore di Oxford aveva lavorato tutta la vita. E così ha fatto Christopher, che è riuscito a far pubblicare l’intero corpus di leggende della Terra di Mezzo scritte dal padre, sotto il nome di History of Middle-earth.

 

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Cavalieri di Rohan: un nuovo videodiaro

Videogiochi: "Riders of Rohan"La casa di produzione di videogiochi Turbine ha rilasciato un nuovo diario degli sviluppatori di Lord of the Rings Online: Riders of Rohan, la nuova espansione del gioco di ruolo online ufficiale della trilogia di Tolkien (cioè un MMORPG: Massively Multiplayer Online Role-playing Game). Di Lord of the Rings Online abbiamo già parlato in passato. Riders of Rohan espande il mondo online della Terra di Mezzo in cui i giocatori dovranno unire le loro forze per cavalcare nelle pianure di Rohan. La nuova espansione includerà un incremento del limite raggiungibile dei livelli (il level cap), l’inclusione di luoghi come Amon Hen e la foresta di Fangorn, il nuovo sistema di combattimento a cavallo (Mounted Combat system) e molto altro ancora.

Il nuovo video-diario

Videogiochi: Riders of RohanNel nuovo video-diario, il senior producer Aaron Campbell, l’executive producer Kate Paiz e gli altri sviluppatori discutono della trama della nuova espansione. Gli sviluppatori spiegano e mostrano anche come hanno fatto per rendere il più realistica possibile l’azione di gioco. I giocatori saranno anche capaci di raggiungere il livello 85 con questa nuova espansione: in calce trovate alcune immagini tratte dai contenuti che si possono sbloccare a questo livello e al finale. Riders of Rohan sarà disponibile dal 15 Ottobre.

La mappa della regione orientale di RohanIl Signore degli Anelli Online: I Cavalieri di Rohan sarà disponibile in tutto il mondo il 15 Ottobre. Una voce di corridoio afferma che contemporaneamente all’espansione uscirà anche il client per Mac, cioè il sito di supporto per i giocatori che usano i computer della Apple. La versione per collezionisti di Riders of Rohan includerà l‘expansion pack, più un certo numero di oggetti unici che faranno la felicità degli appassionati. Il gioco avrà un prezzo di 39,99 euro.

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Lord of the Rings Online compie 5 anni e fa regali ai giocatori

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Lego Signore degli Anelli: trailer e cover

Videogiochi: copertina di Lego - The Lord of the Rings L’attesa per i film di Peter Jackson è l’occasione per tutta una serie di iniziative collaterali. Ora è la volta dell’epica tolkeniana rivisitata in chiave Lego: come mai non ci avevano pensato prima? Il videogioco, dal titolo LEGO: Il Signore degli Anelli, è basata sull’opera principale dello scrittore J.R.R. Tolkien, uscirà in autunno ed ecco svelate le nuove immagini delle copertine ufficiali delle varie versioni del gioco. Come accaduto con tutti gli altri giochi LEGO, il titolo sarà disponibile per tutte le piattaforme.

Videogiochi: altra copertina di Lego - The Lord of the Rings Il videogioco uscirà in autunno e permetterà di vivere una nuova ed intensa avventura nella Terra di Mezzo con uno stile appassionante ed allo stesso tempo molto divertente come non si è mai visto in questa saga, fornendo un titolo adatto a tutti. Lo stile particolare di questa avventura è in linea coi precedenti titoli dello stesso genere, grazie al lavoro del team TT Games, artefice di quasi tutti i titoli del brand LEGO. Le diverse copertine sono tutte uguali: su tutte c’è la Compagnia dell’Anello in bella mostra. Il gameplay vero e proprio della saga, visti gli altri titoli LEGO e come si può vedere dal trailer, avrà quell’atmosfera ironica e sarcastica tipica dei titoli che ci hanno tenuto compagnia in questi anni.

Videogiochi: copertina completa di Lego - The Lord of the Rings Non si conosce, invece, se la trama del gioco seguirà l’opera di Tolkien o l’adattamento cinematografico dei tre film di Peter Jackson. Forse, LEGO: Il Signore degli Anelli ripercorrerà nello specifico solo uno dei tre film? Dopo l’annuncio ufficiale del gioco avvenuto qualche mese fa, è stato possibile ammirare il futuro gioco con un trailer ufficiale diffuso nel corso della GamesCom 2012 di Colonia, ma anche con una immagine raffigurante i principali protagonisti della serie ricreati in stile LEGO. LEGO: Il Signore Degli Anelli sarà disponibile nei negozi questo autunno su piattaforme PC, PlayStation 3, Xbox 360, Wii, DS, 3DS e PS Vita.

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La Filosofia del fantastico in libreria

Libro: Filosofia del Fantastico - Cesare CatàÈ appena uscito in libreria un libro interessante, Filosofia del Fantastico. Escursione tra i Monti Sibillini, l’Irlanda e la Terra di Mezzo (Il Cerchio – collana Fantàsia, 248 pagine, 20 euro). Il libro è il frutto delle riflessioni nate durante le giornate di studio al Montelago Celtic Festival, svoltesi dal 5 al 6 agosto 2011, sull’altopiano di Colfiorito, località Taverne di Serravalle (Macerata). L’evento è dedicato alla cultura e alla musica celtica in Italia, l’anno scorso ha visto la presenza di ben 15mila persone, e ne abbiamo parlato qui. L’autore Cesare Catà, responsabile culturale proprio del Festival, è uno studioso che si occupa di filosofia (Filosofia Rinascimentale, Estetica ed Ermeneutica) e letteratura inglese (soprattutto Shakespeare, John Keats, Jane Austen, William B. Yeats, J.R.R. Tolkien, Dylan Thomas). E ne volume ha voluto unire tutti i suoi interessi, in una visione che potesse abbracciare i luoghi enunciati nel sottotitolo.

Inizia così un viaggio alla scoperta del significato filosofico dell’universo fantastico, delle creature fatate e dell’immaginario umano. Un viaggio che, simile a un’escursione montana, parte dalle cime fitte di leggende dei marchigiani Monti Sibillini per attraversare gli incanti dell’Isola d’Irlanda e giungere nella Terra di Mezzo narrata ne Il Signore degli Anelli. Nel prendere in esame il vasto bagaglio leggendario delle Marche comparandolo con la tradizione fiabesca irlandese e l’universo tolkieniano, Catà ci conduce verso il senso filosofico che soggiace alle tradizioni popolari e alla cultura fantasy.

In una prospettiva molto legata alla cultura junghiana, vengono esaminati gli esseri fantastici – come le Fate e i Folletti – del cosiddetto “Piccolo Popolo”, con particolare attenzione ai bacini mitologici delle Marche, dell’Irlanda e alle loro possibili comparazioni. Da notare l’ultimo capitolo, che si incentra sui significati filosofici del Signore degli Anelli, sottolineando il legame di Tolkien con le tradizioni fiabesche popolari e la tradizione romantica e “visionaria” della letteratura in lingua inglese, da William Shakespeare, William Blake, fino a Dylan Thomas.

 

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Pubblicata una nuova traduzione de Lo Hobbit

LoHobbit copertinaSarà il caldo, sarà l’imminente arrivo del primo dei due film dedicati da Peter Jackson allo Hobbit, ma dopo anni di calma piatta ecco che la Bompiani, la casa editrice che detiene i diritti di pubblicazione delle opere di J.R.R. Tolkien, edita una nuova traduzione dello Hobbit. Messa in soffitta la ormai storica traduzione di Elena Jeronimidis Conte (di quasi 40 anni fa!), che la casa editrice aveva ricevuta in eredità dalla Rusconi, a sua volta su concessione della Adelphi, ecco un nuovo testo italiano ad opera di Caterina Ciuferri, con la supervisione di Paolo Paron per la Società Tolkieniana Italiana. Era proprio ora che, dopo anni di silenzio, si mettesse mano alle traduzioni di Tolkien, che avrebbero bisogno di essere aggiornate. Uscita il 20 giugno, per ora la nuova traduzione è presente solo nella versione economica, all’interno dei Grandi Tascabili Bompiani. Il volumetto presenta le belle mappe dell’autore e le illustrazioni di Alan Lee (prezzo di copertina di 11 euro, ma su internet già si trova a 9,35). Questa nuova traduzione sostituirà anche quella presente nella edizione de Lo Hobbit Annotato da Douglas A. Anderson, la cui edizione del 2003 è stata curata da Oronzo Cilli, ma con note e apparati di Raffaella Benvenuto e Lorenzo Gammarelli. Il nuovo volume sarà in libreria in concomitanza con l’uscita del film nelle sale. Ultima curiosità: insieme a Lo Hobbit è stata pubblicata una ristampa economica del Signore degli Anelli diviso in tre volumetti, che è identica alle precedenti, ma che ha il pregio di avere in copertina i disegni originali dell’autore.

Storia della vecchia edizione

Adelphi 1973 Lo Hobbit vide la luce in Italia oltre 35 anni dopo la sua pubblicazione in inglese (1937), sulla scia del successo editoriale de Il Signore degli Anelli, apparso tre anni prima per Rusconi (escludendo la non fortunata edizione Astrolabio). Era il 1973 ma si trattava di un altro editore, Adelphi anziché per Rusconi. L’Adelphi aveva chiesto i diritti anche per Il Signore degli Anelli , ma la domanda arrivò troppo tardi. «Avevamo chiesto i diritti de Il Signore degli Anelli, ma la nostra proposta arrivò tardi a Londra: allora non c’era l’e-mail, si faceva tutto con le poste», ha rivelato il direttore editoriale Roberto Calasso in una intervista (Il fatto quotidiano, 26 novembre 2010). In compenso, Adelphi ottenne i diritti per Lo Hobbit e la traduzione fu affidata a Elena Jeronimidis Conte, una giovane italiana da poco emigrata a Londra, come riportato da Lorenzo Gammarelli nel volume C’era una volta… Lo Hobbit (Marietti, 2012). Jeronimidis Conte, che era lettrice nel Dipartimento di Italiano all’Università di Reading, si era proposta lei stessa come traduttrice nel dicembre 1971 prima a Unwin & Allen, poi ad Adelphi, inviando la bozza del primo capitolo in italiano. Durante il lavoro di traduzione, Jeronimidis Conte ebbe una breve corrispondenza epistolare con Tolkien, che fu molto generoso nello spiegare come era arrivato a creare i nomi di alcuni personaggi e delle “genti” nella saga dello Hobbit e del Signore degli Anelli (un misto di scelte arbitrarie e di profonda conoscenza delle fiabe e dei miti europei, soprattutto germanici, volto a creare un linguaggio indipendente dall’inglese).
Libri: Copertina di "C'era una volta... Lo Hobbit"La prima edizione italiana dello Hobbit fu pubblicata nell’ottobre 1973 da Adelphi, nella collana “Biblioteca Adelphi”. Nel testo dei risvolti di copertina si fa esplicito riferimento al Signore degli Anelli: «In questo fatto è il germe della grande saga che Tolkien proseguirà nei tre libri del Signore degli Anelli, dove sarà riproposto e illuminato nel suo durissimo senso un tema segreto dello Hobbit, un tema inesauribile per qualsiasi lettore: che cosa fare dell’Anello del Potere?». Da queste parole è quindi ipotizzabile che il successo dell’edizione italiana del Signore degli Anelli abbia avuto almeno qualcosa a che fare con la decisione di pubblicare il testo. Questa edizione è giunta fino a noi, subendo però delle modifiche nel 2004 con l’edizione de Lo Hobbit Annotato da parte di Bompiani.

Un lavoro professionale

Copertina Lo Hobbit - nuova traduzione Bompiani 2012Ora, la nuova traduzione di Caterina Ciuferri ci riserva delle sorprese rispetto alle scelte precedenti, tra l’altro offrendoci un linguaggio più moderno ma anche una parziale semplificazione della sintassi. Questa edizione vede la dicitura “in collaborazione con Paolo Paron per la Società Tolkieniana Italiana” e le splendide illustrazioni di Alan Lee». Abbiamo avuto l’occasione di sentire la traduttrice, che è stata ben lieta di rispondere alle nostre domande.
Caterina Ciuferri, la sua traduzione è più fedele al testo originale?
«Posto che il primo dovere del traduttore è quello della massima fedeltà al testo, ed anche se talvolta si suole dire che “traduttore” è sinonimo di “traditore”, ho cercato, per quanto mi è stato possibile di rispettare non solo il testo originale, ma anche il ritmo e lo stile anglosassone di uno degli autori che meglio conosco, JRR Tolkien, prolifico scrittore, creatore di cosmogonie e, last but not least, insigne professore di “Old English” a Oxford. Ciò per quanto del resto consentitomi dalle diversità sintattiche esistenti tra la lingua inglese e italiana (soprattutto in termini di numero di vocaboli), e per la conoscenza, quasi mnemonica, della vecchia versione italiana da parte del nutrito popolo tolkieniano che non si poteva di certo deludere».
Conosceva già lo scrittore inglese?
«Lo Hobbit, oltre ad essere stato oggetto della mia tesi di laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne, è stato da me precedentemente tradotto per conto della casa Rusconi/Bompiani nella forma di comic book, egregiamente illustrato da David Wenzel. Dello stesso autore ho tradotto per Bompiani I Figli di Húrin nel 2007».
Secondo lei, quale può essere il fascino del libro?
«Sembra una storia per ragazzi, ma in realtà ha radici profonde. Per rimanere in tema di Old English e letteratura anglosassone, ho tradotto Beowulf e il frammento di Finnsburg per la casa editrice Il Cerchio. E proprio Tolkien era un profondo conoscitore di Beowulf, al punto che i temi del poema epico anglosassone ricorrono spesso in tutta la sua opera, incluso ne Lo Hobbit».
Alcune cose cambiano, nella nuova versione de Lo Hobbit, a cominciare dal sottotitolo Un viaggio inaspettato, ritenuto più vicino alla prossima trilogia cinematografica di Peter Jackson rispetto all’originale Andata e ritorno. Gli appassionati di Tolkien troveranno lievi ma significative differenze: niente più «orchetti», ma «orchi»; non più i tre «Uomini Neri» che si pietrificano alla luce del primo sole, ma i veri e antichi «Troll»; non più la «Valle» ma la «Conca»; fra i nomi degli animali compariranno differenze perdute nella versione precedente, come i «corvi imperiali» distinti dai semplici «corvi», dove ogni razza contribuisce a caratterizzare la complessa cosmogonia di Tolkien. Del resto era stato l’autore stesso a lasciare l’indicazione precisa ai suoi traduttori di rispettare certi arcaismi presenti nello Hobbit. Così le traduzioni di alcuni nomi notevoli sono state cambiate: Mirkwood, che era “Bosco Atro” (come nel Signore degli Anelli) è diventato “Boscotetro”; Esgaroth (Laketown), che era “Pontelagolungo” è diventata “Città del Lago”; Rivendell, che era “Forraspaccata”, è diventato “Gran Burrone” (è “Granburrone” nel Signore degli Anelli); purtroppo gli stessi nomi non sono stati corretti sulle due mappe che corredano il libro. Ciò che cambia, e in meglio, nella nuova traduzione di Caterina Ciuferri, sono in parte il ritmo e lo stile, più vicini al modello anglosassone.

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La Falce Spezzata pubblicata inglese!

Copertina di The Broken Scythe«Questa raccolta di saggi di studiosi italiani punta a colmare una lacuna della critica internazionale. I nove saggi, introdotti dalla Prefazione Verlyn Flieger, sono il risultato di un progetto biennale interdisciplinare che si è concentra sul tema della morte e l’immortalità nelle opere di J.R.R. Tolkien e di fornire un’esplorazione affascinante e sfaccettata a un aspetto che lo stesso autore riteneva fondamentale». Per riempirci d’orgoglio sono sufficienti queste parole che annunciano la traduzione in inglese del nostro lavoro, Falce Spezzata – Morte e immortalità in J.R.R. Tolkien, da parte dei tipi della Walking Tree, nella più prestigiosa collana internazionale di studi delle opere dello scrittore inglese. Segno questo che il lavoro serio, per quanto silenzioso, ha sempre un suo profondo e autentico valore che, presto o tardi, viene sempre riconosciuto.

Abbiamo lavorato tantissimo, abbiamo studiato, abbiamo impegnato energie e fondi, ma avere in mano l’edizione inglese ripaga tutto. Insiema all’Istituo filosofico di studi tomistici di Modena è dal 2005 che siamo impegnati ad approfondire in maniera scientifica le opere di Tolkien e a tradurre i migliori studi pubblicati a livello mondiale, ospitati dalla casa editrice Marietti nella collana “Tolkien e dintorni”. Poi il Gruppo di studio, da noi informalmente coordinato, ha prodotto in maniera quasi naturale uno studio su un aspetto poco analizzato anche all’estero: la morte e l’immortalità nelle opere tolkieniane.

Eppure, era stato lo stesso autore a indicarlo. Qual è il tema centrale del Signore degli Anelli? Tolkien ha risposto: «Nemmeno il potere o il dominio sono il vero nocciolo della mia storia. […] Il tema centrale per me riguarda qualcosa di molto più eterno e difficile: morte e immortalità». Le prime confuse idee, anche tra loro incoerenti e che in gran parte verranno rigettate, sono esposte per la prima volta nel Book of Lost Tales (1917-20) e nelle prime versioni dei poemi su Túrin, Beren e Lúthien (1920-25). La dettagliata analisi offerta dai saggi consente di comprendere quanto il tema della morte e dell’immortalità (il cui apice fu raggiunto negli anni 1957-60) sia centrale per comprendere l’opera tolkieniana nel suo complesso: il suo autore continuò a «filosofare e a scrivere sulla longevità» sino al termine della propria esistenza. Di tutto questo parlerà anche la presentazione dell’edizione inglese che l’Associazione romana studi Tolkieniani terrà a The Return of the Ring, il prossimo convegno internazionale organizzato in Inghilterra dal 16 al 20 agosto 2012.

Così anche i lettori all’estero possono saperlo.

Grazie a tutti gli “studiosi italiani” che ormai sono diventati grandi.

 

 

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Lo Hobbit a fumetti: ecco le nuove immagini di Wenzel

Autoritratto del disegnatore David T. WenzelDavid Wenzel lesse per la prima volta Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien mentre era al college. Cosa c’è di diverso dall’esperienza di molti altri studenti? «Mi coinvolse fino al punto che mi misi a fare schizzi di tutti quegli eventi meravigliosi. Alla fine, dedicai tutto il mio ultimo anno di college a illustrare Lo Hobbit», ha rilevato Wenzel in una recente intervista. Fu quasi un’ossessione che permise così a Wenzel di emergere dalla massa degli appassionati di Tolkien che frequentavano l’università fino a farne una professione. La manifestazione che si è tenuta a Worcester (Inghilterra), That’s Entertainment, tutta dedicata al mondo del fumetto, è stata l’occasione per avvicinare Wenzel e rievocare quei momenti e annunciare una novità.

Un artista per ragazzi

Libro: "Middle-earth - The World of Tolkien Illustrated" di David WenzelDavid Thorn Wenzel è un illustratore e artista di libri per bambini, conosciuto in tutto il mondo soprattutto grazie alla versione a fumetti dello Hobbit. Wenzel inizialmente non si era dedicato all’illustrazione fantastica. La sua prima ambizione era quella di affinare le proprie doti artistiche in modo da poter andare in California e lavorare per una delle grandi case d’animazione. «Ma non avevo alcuna conoscenza reale di come fare. Ero così disponibile ad accettare tutto ciò che mi sarebbe stato proposto», ha detto. Il cambiamento avvenne quando Wenzel, che dopo il college aveva fatto esperienza in un’agenzia pubblicitaria e alla Marvel Comics, rivolse la sua attenzione ai libri per ragazzi, genere in cui lavora tuttora. La sua ossessione per Tolkien, sviluppata al college, covava ancora dentro di lui. E proprio dalle amicizie di quei tempi che avvenne la svolta. «A uno dei miei amici di allora, il fumettista e scrittore Larry Marder, era capitato di lavorare con le persone che avevano acquistato i diritti per Lo Hobbit», ha rivelato Wenzel in un’intervista. «Ed egli mi disse: perché non chiami questo mio vecchio amico? Secondo me, è quel che fa per te». Da quella telefonata nacquero le illustrazioni per Middle-earth: the World of Tolkien Illustrated, volume con cui Wenzel iniziato la sua carriera artistica, pubblicato nel 1977 da Centaur Books, su un testo di Lyn Carter: estratti di brani di Tolkien abbinati a 15 disegni e 11 acquerelli con titoli come “La tranquilla Bag-End è sconvolta”, “Ragni e Spade a Bosco Atro” e “Conversazione
con Smaug” che mostrano perfettamente l’amore e il rispetto dell’artista per il testo originale e il suo debito verso le influenze ammesse Arthur Rackham, Edmund Dulac, Howard Pyle, Alphonse Mucha, Barry Windsor-Smith e Frank Frazetta (di lui abbiamo parlato qui), nonché i pittori olandesi Pieter Bruegel e Jan Steen.
Disegnatore David WenzelNel corso della sua carriera, Wenzel ha lavorato per la maggior parte delle case editrici più importanti. Sempre affascinato da mitologia e folclore, si è dedicato molto a visualizzare creature e personaggi fantastici. “Il Regno dei Nani” scritto da Robb Walsh e pubblicato da Centaur Books, gli ha consentito di ricreare un’intera civiltà sotterranea sulla base dello scavo archeologico di Aegol Barrow. “Il racconto del Mago”, scritto da Kurt Busiek, racconta la storia di Evernight, una terra governata da un consorzio di maghi malvagi. Per questo libro David creato centinaia di minuscole creature soprannaturali chiamate Alchemites. Altre opere degne di nota il bestseller natalizio “Rudolph, la renna dal naso rosso”, scritto da Robert L. May, “Un cappello per Ivan”, da Max Lucado e diversi libri della serie dell’Orsa Minore, sotto la direzione artistica di Maurice Sendak (di lui abbiamo parlato qui e qui).

Lo Hobbit a fumetti

Libro: copertina italiana de "Lo Hobbit a fumetti"Lo Hobbit a fumetti è considerato da molti come uno degli adattamenti più riusciti e di maggior successo di un classico della letteratura per ragazzi. Sceneggiato in tre parti da Chuck Dixon e Sean Deming e illustrato appunto da Wenzel, fu pubblicato nel 1989 dalla Eclipse Comics. Nel 1990 la Unwin Paperbacks pubblicò un’edizione in volume unico. La prima copertina fu ad opera dallo stesso Wenzel mentre, a partire dalla ristampa dell’edizione in volume unico pubblicata da Del Rey Books nel 2001, una copertina è stata illustrata da Donato Giancola (di lui abbiamo parlato qui), che ha ottenuto l’anno successivo il Premio per la migliore illustrazione di copertina dalla Association of Science Fiction Artists. In Italia, il volume unico venne pubblicato dall’editrice Rusconi nel 1997 e fu ristampato nel 2000, quando la pubblicazione delle opere di Tolkien passò alla Bompiani. Come citato in fondo al libro: «Lo stile di Wenzel unisce al tratteggio classico le tecniche di acquerello e la narrazione grafica». La narrazione e l’adattamento a fumetti seguono fedelmente l’originale. Oltre ai dialoghi tra i personaggi, ampie parti del volume presentano grandi illustrazioni con didascalie, che riassumono molte parti del libro. Proprio alla manifestazione di Worcester, Wenzel ha rivelato di aver appena completato una nuova edizione del suo lavoro ormai classico, che sarà pubblicato in
autunno in concomitanza con l’uscita dell’attesissimo primo film sullo Hobbit, previsto per dicembre. Il nuovo libro, che sarà pubblicato da HarperCollins (ne abbiamo già parlato qui)  è stato aggiornato con una nuova copertina, un formato più grande e 32 pagine di nuove illustrazioni ricreate da Wenzel. E in anteprima, alcune delle immagini si possono vedere qui sotto.

GUARDA LE IMMAGINI IN ANTEPRIMA

 

 

 

 

– Il sito ufficiale di David T. Wenzel
– Il blog di David T. Wenzel
– Il sito ufficiale della manifestazione That’s Entertainment
– Pagina Facebook della manifestazione That’s Entertainment

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Lo Hobbit, cinque libri tratti dal film di Peter Jackson

Riunione brain stormingCinque capoccioni e una rapa. Intorno a un tavolo tutti devono aver passato ore a fissarla. Poi uno dei grandi capi ha preso il suo telefonino di ultima generazione e, flash!, ha immortalato l’ortaggio. Orgoglioso, tra lo stupore degli altri, ha esclamato: «Venderò le sue fotografie!». Dopo un po’, il secondo capoccione, squadrando la rapa, ha riempito un foglio con pochi tratti di carboncino. «Noi venderemo il suo autografo!», ha esultato tra gli sguardi torvi degli altri. Un altro, con un gesto d’istinto, si è alzato e ha staccato una foglia all’ortaggio: «Questo andrà all’asta!». Rosso in viso, un dei due capoccioni rimasti ha urlato: «Allora, noi venderemo l’essenza, sì: la fragranza della rapa!». Per evitare le convulsioni, l’ultimo dei grandi capi si è alzato in piedi e, deglutendo, ha detto: «Va bene. Noi venderemo i fax con la sua immagine»…

Cinque libri sul film dello Hobbit

LibrettoNon deve essere stata tanto diversa la riunione dopo la quale Houghton Mifflin ha annunciato di essere la fortunata casa editrice che ha ottenuto i diritti negli Usa delle pubblicazioni dell’inglese HarperCollins, attraverso un accordo di licenza con Warner Bros e con il beneplacito della Middle-earth Enterprises, dei libri tratti dai due prossimi film di Peter Jackson dedicati allo Hobbit e prodotti dalla New Line Productions. Se avete perso il filo del discorso e avete già il mal di testa per tutti questi nomi, possiamo riassumere in parole povere: la rapa è Lo Hobbit. Dopo il successo di una simile operazione con Il Signore degli Anelli, la casa editrice inglese ha deciso bene di sfornare ben cinque libri su Lo Hobbit, forse dimenticando che si tratta già di un libro. Si tratta dei famigerati “tie-in”, gli allegati, cioè i libri tratti direttamente dal film, le cui vendite saranno trainate dal successo di quest’ultimo. Nel dettaglio, i libri sono:
Due autori: Brian Sibley e Jude Fisher

1) La Guida ufficiale del film, che sarà scritto dal noto scrittore, biografo e broadcaster, Brian Sibley;
2) Il manuale visivo, che sarà scritto dalla scrittrice ed ex redattrice delle opere di Tolkien, Jane Johnson;
3) Guida ai set del film, che sarà scritto dallo scrittore di bestseller e fotografo neozelandese Ian Brodie;
4) Diversi libri per bambini, una serie di riduzioni, adattamenti e fiabe espressamente dedicata a seconda della fascia d’età;
5) Nuovi libri cartonati, una nuova serie di libri dalle copertine rigide, progettate e scritte dal team della Weta, la società che cura gli effetti speciali dei film.

«Siamo lieti di essere riusciti a mettere insieme molti degli stessi esperti che avevano già lavorato su questo tipo di libri, con l’aggiunta dei nuovi talenti per aggiornare la nostra offerta editoriale», ha detto Chris Smith, direttore editoriale delle opere di Tolkien per la HarperCollins. «Ispirandoci ai due film basati sullo Hobbit, i libri della HarperCollins per gli appassionati della Terra-di-mezzo sono un modo fantastico di immergersi nell’esperienza del film», ha detto Karen McTier, vicepresidente esecutivo per la Warner Bros delle licenze negli Usa e la commercializzazione in tutto il mondo. «La casa editrice HarperCollins ha una lunga esperienza con le opere di J.R.R. Tolkien, e sappiamo che questi nuovi libri porteranno i lettori a conoscere in modo approfondito e creativo “The Hobbit: An Unexpected Journey” e “The Hobbit: There and Back Again”». «I libri di J.R.R. Tolkien sono eccezionali per la loro qualità e la loro popolarità, come lo sono i film che hanno ispirato», è arrivata a dire Victoria Barnsley, presidente e proprietaria della HarperCollins UK e International. «Lo Hobbit è la storia da cui è partito tutto tre quarti di secolo fa. Sono una grande ammiratrice del patrimonio di queste storie e proprio il mio arrivo alla HarperCollins ha coinciso con la pubblicazione degli allegati ai film del Signore degli Anelli. Sono particolarmente entusiasta, quindi, di tornare a questo fenomeno editoriale unico».

Prepararsi all’invasione

Merchandising "Lord of the Rings"Viste queste parole così approfondite e ricche di significato per gli appasionati lettori delle opere di Tolkien, quando sarà il momento, non potremo fare a meno di correre in libreria per comprare ben cinque libri tratti da un film tratto da un libro. Ma non disperiamo: sicuramente nei prossimi mesi questi famosi capoccioni sapranno cavare altre perle rare dalla rapa.
E voi, che fate? Non avete ancora le figurine dello Hobbit? I pupazzi? Le spillette? Il videogioco? I cappellini? Il portachiave? La maglietta? La tazza per il tè? L’adesivo? Vi consigliamo di sbrigarvi, non potete perderle. Non vorrete certo arrivare a dicembre sguarniti, vero?!

 

– Vai al sito della casa editrice Houghton Mifflin
– Vai al sito della casa editrice HarperCollins
– Vai al sito ufficiale del film dello Hobbit di Peter Jackson
– Vai al sito della Middle-earth Enterprises
– Vai al sito della casa di effetti speciali del film, Weta.

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Lord of the Rings Online compie 5 anni e fa regali ai giocatori

Videogiochi: Lord of the Rings Online (LotRO)Il prossimo 24 aprile Lord of the Rings Online (LotRO) compirà cinque anni di vita. Rilasciato nell’aprile 2007 dalla Turbine, uno dei più frequentati mondi virtuali di MMORPG (giochi di ruolo online con più giocatori in contemporanea) è secondo solo a World of Warcraft per capacità di attirare gli appassionati del genere Fantasy. Con oltre un milione e mezzo di giocatori attivi (tecnicamente si parla di “subscription” [SS], mentre gli “active accounts” [AA] sarebbero ben 6 milioni) il videogioco online ambientato nel mondo fantastico creato da J.R.R. Tolkien, celebrerà questo importante anniversario assieme ai suoi utenti. Pochi giorni fa la Warner Bros, che ormai distribuisce e compartecipa finanziariamente ai destini di Turbine, aveva annunciato una nuova espansione, The Lord of the Rings Online: Riders of Rohan, che sarà disponibile a fine 2012, in concomitanza con l’uscita del primo dei due film che Peter Jackson sta dedicando allo Hobbit.

Cinque anni, sei espansioni

Videogiochi: Lord of Rings Online (LotRO)Già pochi mesi dopo l’uscita del videogioco, la Turbine aveva annunciato che 2 milioni di pesonaggi erano stati creati. La popolarità di un MMORPG ambientato nell’universo di Tolkien aveva contribuito al boom di iscrizioni. È una cosa naturale in questo tipo di giochi, vista l’usanza delle case di produzione di regalare un periodo gratuito di prova (soltamente un mese di gioco, definito Free-to-Play [“F2P”]). Scaduto il periodo è un gioco a registrazione obbligatoria. Ma il successo del videogioco ha permesso ai produttori di rendere, dal 10 settembre 2010, il gioco gratuito con alcune limitazioni. Sono a libero accesso i primi 50 livelli del gioco, mentre i livelli più alti, alcune armi particolari e alcune mappe rimangono accessibili solo con canone mensile. «Il 2011 è stato un altro anno importante per The Lord of the Rings Online, con una sensibile crescita per il gioco, l’unificazione avvenuta con successo dei nostri servizi per l’Europa e il Nord America e il successo di Rise of Isengard, la nostra espansione più venduta», ha detto Kate Paiz, Executive Producer of The Lord of the Rings Online. «Il 2012 sarà un altro anno fondamentale con il quinto anniversario e introdurremo un sacco di nuovi contenuti terminando con l’arrivo di Rohan. Questa sarà una delle nostre espansioni più grandi, con dimensioni circa due volte superiori a Rise of Isengard ed includerà la tecnologia e il sistema di gioco più nuovo che abbiamo mai introdotto dai tempo di Mines of Moria del 2008». Warner Bros e Turbine hanno rilasciato il 12 marzo scorso il nuovo aggiornamento dei contenuti per Lord of the Rings Online. L’Update numero 6 introduce una nuova regione, Great River, così come nuove ed epiche storie. A dicembre, invece, Riders of Rohan espanderà il mondo online della Terra-di-mezzo verso le pianure di Rohan. I giocatori potranno così visitare nel corso delle loro avventure per aiutare Éomer, erede del Re
Théoden: la piana di Rohan, naturalmente, Amon Hen e la Foresta di Fangorn popolata dagli Ent. Sarà possibile acquisire esperienza fino al nuovo limite dell’85 livello. Ma la cosa più interessante è sicuramente il combattimento a cavallo.

I regali di compleanno

Videogiochi: festeggiamenti 5 anni di LotROTurbine festeggerà il quinto anniversario del Signore degli Anelli Online con ricchi premi per i giocatori. Il 24 aprile una grande quantità di eventi speciali si svolgeranno in tutta la Terra-di-mezzo, e i giocatori potranno acquisire numerose ricompense come ringraziamento per il tempo giocato. Ci sarà inoltre l’accumulo doppio di punti esperienza per tutta la durata dei festeggiamenti. I premi avranno consistenza differenziata e proporzionale in base all’esperienza dei personaggi e all’anzianità dei giocatori, ovvero la durata della loro permanenza nel mondo di gioco. Per preparare i giocatori al grande evento, Turbine ha rilasciato anche una serie di “festose” immagini che potete vedere qui sotto. I giocatori più scaltri hanno già individuato nelle immagini riportate alcune delle ricompense in palio!

Sapete che The Lord of the Rings Online (LotRO) esclude del tutto la morte? Leggete qui.

GUARDA IL VIDEO DELL’ULTIMA ESPANSIONE

IMMAGINI DEI FESTEGGIAMENTI

 

– Vai al sito di Lord of the Rings Online (LotRO)
– Vai al sito della Turbine

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Il Signore degli Anelli di Shore, c’è poca Sinfonia senza i film

Howard Shore compositoreHa scritto le musiche dei film della trilogia del Signore degli Anelli vincendo il premio Oscar nel 2002 per la colonna sonora del primo capitolo, Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello, e nel 2004 per la colonna sonora del terzo, Il Signore degli Anelli: il ritorno del Re, oltre che per la canzone “Into the West”, interpretata da Annie Lennox. Poi, dopo quattro anni di lavoro, la colonna sonora del Signore degli Anelli è divenuata un’opera sinfonica. Howard Shore, nato nel 1946 a Toronto, è un compositore ormai noto e riconosciuto a livello mondiale: ha all’attivo le musiche di numerosi film famosissimi, come Il silenzio degli innocenti e Philadelphia (diretti da Jonathan Demme), Ed Wood (diretto dal regista Tim Burton), La mosca (di David Cronenberg), Seven (di David Fincher), Per Martin Scorsese ha scritto le colonne sonore di Gangs of New York e The Aviator (con cui ha ottentuto un Golden Globe) e Hugo Cabret, con cui ha ottenuto nel 2012 una nomination agli Oscar. Non si può dire che l’opera di Howard Shore non abbia avuto successo!

Una Sinfonia per tenerli tutti

Sinfonia del Signore degli Anelli Howard ShoreLa colonna sonora della trilogia del Signore degli Anelli è ritenuta da molti una delle opere cine-musicali più imponenti mai scritte per il cinema. Travolgente per mezzi e portata, è la traduzione musicale perfetta della Terra-di-mezzo, un vero e proprio quadro che mescola le culture, la storia e i linguaggi del mondo immaginario creato da J.R.R. Tolkien. Da essa è stata rielaborata la Lord of the Rings Symphony, la Sinfonia appunto, composta da sei movimenti per orchestra e coro. Eseguita per la prima volta nel 2003 a Wellington, in Nuova Zelanda, ha fatto da allora il giro del mondo, con Shore come direttore delle più importanti orchestre internazionali (anche in Italia, all’Auditorium di Roma). La presentazione del concerto della sinfonia comprende normalmente anche immagini fisse e scene relative ai film. Recentemente, tuttavia, Shore è stato impegnato con altri progetti, lasciando la sinfonia ad altri direttori d’orchestra, tra cui Markus Huber, Alexander Mickelthwaite, e John Mauceri. I testi cantati dal coro e dai solisti sono scritti nelle lingue inventate da Tolkien per il suo libro. Si tratta delle lingue Quenya, Sindarin, Khuzdûl, Adûnaic e altre oltre che di testi in inglese moderno e antico. Gli autori, tra cui l’esperto di lingue elfiche David Salo e la sceneggiatrice Philippa Boyens, si sono avvalsi dei testi dello stesso Tolkien. Un Dvd di 50 minuti intitolato La Sinfonia del Signore degli Anelli di Howard Shore“Howard Shore: la creazione della Sinfonia del Signore degli Anelli – viaggio di un compositore attraverso la Terra-di-mezzo” presenta ampi estratti del concerto, intervallati con il commento di Shore che racconta il suo approccio nel comporre la musica per i tre film e poi rielaborazione nella sinfonia. Il
13 settembre 2011 è uscito “The Lord Of The Rings Symphony” in formato CD e MP3: un doppio album del concerto completo.

Ce n’era veramente bisogno?

Il Silmarillion«In principio fu Eru, il Primo, che in Arda si chiama Ilúvatar; egli creò dapprima gli Ainur, rampolli del suo pensiero […] e parlò loro proponendo temi musicali; essi cantarono a suo cospetto ed egli ne fu lieto». Ecco le prime righe del Silmarillion, opera magistrale in cui Christopher Tolkien ha presentato i progetti del padre sulla sua mitologia. In essa, il mondo e tutto ciò che è, furono creati dalla musica. La Terra stessa (Arda) è il prodotto di una grande sfida musicale tra Melkor, futuro Morgoth, maestro di Sauron, e Ilúvatar. Si capisce come la musica sia essenziale nel pensiero di Tolkien ed è all’origine di tutta la creazione. La musica della sinfonia del Signore degli Anelli è piena di potenza e maestosità; ne è testimonianza l’uso dell’orchestra sinfonica, il posto importante lasciato al coro e agli ottoni, strumenti che nelle opere classiche evocano la voce della divinità (nelle opere di Bach, spesso il coro la simbolizza), il ritmo lento e le indicazioni dinamiche in crescendo. Howard Shore stesso sembra intenderlo in tal senso proprio ché ne fa una sinfonia, genere nobile per eccellenza. La musica del Signore degli Anelli è dunque quella, possente e maestosa, di un’epopea epica. Ma è realmente una musica creatrice come la concepisce Tolkien? È stata composta per il film e dunque ispirata da quest’ultimo, come lo provano d’altronde i titoli dei Howard Shore nel suo studio (foto di Christopher Essey - courtesy of National FIlm Board of Canada)differenti brani che si riferiscono a momenti precisi del film (esempio: On the road to Isengard); la musica non è la fonte delle immagini a cui è legata. Al contrario, quanto renderebbe la sinfonia senza le immagini dei film? Potenza, corni che suonano a tutto fiato, un po’ di emozioni, vista la quantità degli archi. Ma la si potrebbe ascoltare per delle ore? Bisognava davvero farne una sinfonia? Si avrebbero lo stesso i brividi non vedendo il Balrog trascinare Gandalf nella caduta? Si potrebbe percepire la follia di Saruman al solo ascolto della musica? Certamente no. A dire il vero la musica composta da Howard Shore non è che un semplice accompagnamento, di sicuro gradevole, che con le sue sonorità imponenti accompagna efficacemente l’epopea di Frodo e Sam o la battaglia del fosso di Helm; ma in sé stessa presenta poco interesse, soprattutto comparata ad altri autori di musica da Film, come Ennio Morricone o Hans Zimmer. Sinfonia del Signore degli Anelli di Howard ShoreCon la sinfonia, Howard Shore si è lontani dal raggiungere la musica che si sarebbe stati in diritto di sperare per il Signore degli Anelli, soprattutto vista l’importanza che Tolkien le attribuisce. Detto questo, i compositori che avrebbero potuto creare una musica “divina” come Tolkien avrebbe desiderato sono molto rari, e solo Mozart ha saputo far parlare gli angeli… Il tentativo di Shore è in sé onorevole e dopo tutto bisogna ammettere che una
musica da film deve prima di tutto accompagnare bene un film. Ma allora perché farne una sinfonia? Produzione gradevole ma, bisogna ammetterlo, senza grande interesse come opera di musica classica. Farà meglio la prossima volta… Non manca molto per Lo Hobbit

Traduzione a cura dell’ARST
Autore : Magneto, da CQN
Titolo originale:  La Musique du Seigneur des Anneaux

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GUARDA E ASCOLTA LA SINFONIA:
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– Il Sito ufficiale di Howard Shore
– Le prossime tappe del tour della Sinfonia
– Informazioni per prenotare un biglietto
I testi dei brani del Coro con traduzione

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La biografia di J.R.R. Tolkien sarà anche a fumetti

Copertina biografia a fumetti di J.R.R. TolkienBluewater Productions, una casa editrice Usa, ha recentemente annunciato la pubblicazione di una biografia a fumetti dedicata a J.R.R. Tolkien, il creatore di The Hobbit e Il Signore degli Anelli. Questo fumetto è nato dalla collaborazione tra Brian McCarthy, Luis Chichon e Hyunsang Michael Cho. «J.R.R. Tolkien era un oscuro accademico di Oxford che ha scritto due dei libri più amati del ventesimo secolo – Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli», è l’inizio del comunicato stampa: «Scopri come Tolkien è arrivato a scrivere queste opere , come la sua esperienza nelle trincee della prima guerra mondiale e l’insegnamento nel mondo accademico ha dato forma alla sua creazione fantastica, e come i suoi racconti della Terra-di-mezzo hanno affascinato il mondo».

Brian McCarthy, autore di fumettiIl fumetto sarà disponibile soltanto nei negozi specializzati di fumetti, per cui gli appassionati di Tolkien dovranno contattare i propri negozi per prenotarne una copia. La ragione di questo approccio? Il presidente della Bluewater, Darren G. Davis, lo ha spiegato in una recente intervista: «Come Gondor nel Signore degli Anelli di Tolkien, i negozi di fumetti stanno lentamente morendo. Amo il mio negozio di fumetti e facendo questo numero speciale disponibile in esclusiva solo per il circuito delle librerie si spera che i giovani di nuovo gli fan nel negozio. Gli sceneggiatori Michael Lent e Brian McCarthy hanno fatto ricerche molto dettagliate sulla vita di Tolkien, più o meno allo stesso modo in cui hanno fatto nelle loro precedenti collaborazioni “Orbit: Stephen King” e “Orbit: Keith Richards”.

Copertina della biografia a fumetti di Stephen King«Siamo sicuramente degli appassionati di Tolkien”, ha detto l’artista Luis Chichón, «ma noi volevamo essere sicuri che i lettori potessero conoscere pienamente la figura dell’uomo dietro il personaggio pubblico. Volevamo fare vedere come dietro le sue opere di fantasia c’era un fragile veterano della Prima Guerra Mondiale, un filologo molto rispettato e un illustre professore universitario… tutto ciò ha giocato un ruolo importante nella creazione della Terra-di-mezzo». L’edizione, realizzata con la matita di Luis Chichón e con una copertina disegnata da Hyunsang Michael Cho, sarà in vendita a 3.99 dollari dal 30 maggio prossimo, ben prima dell’attesissimo adattamento cinematografico di Peter Jackson di Tolkien “The Hobbit:. An Unexpected Journey”. Davis ha fatto sapere che bisognerebbe «pre-ordinare questo libro per essere sicuri di ottenere una copia. Noi non stiamo facendo un grande tiratura di stampa per questo libro. La maggior parte di queste biografie a fumetti in genere si esauriscono rapidamente come è già successo con quelle dedicate al “Doctor Who” e “Stephen King”».

– Vai al sito della Bluewater Productions

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Sviluppi: Barker, Lego e la febbre da copyright

Almeno una volta ogni sei mesi siamo costretti a farlo. Dobbiamo tornare su argomenti già trattati. In gergo si chiama “follow-up”: seguito, ancor meglio “sviluppo di una notizia”. Bene noi ne abbiamo troppe che premono per non occuparcene. Quindi, stavolta un bell’articolo composito, che rende giustizia a tutti i nostri “follow-up”, in attesa del Tolkien Reading Day di sabato 24 e domenica 25 marzo.

Se ne è andato M.A.R. Barker, il “Tolkien dimenticato”

M.A.R. BarkerLo scrittore e linguista statunitense M.A.R. Barker è scomparso venerdì scorso nella sua casa di Minneapolis all’età di 83 anni. Ne avevamo parlato qui a proposito della crezione di “Empire of the Petal Throne”, uno dei primi giochi di ruolo inventati. Nato come Phillip Barker, professore in pensione dell’Università del Minnesota, dove ha insegnato lingua Urdu (lingua del Pakistan) e Storia dell’Asia meridionale, Barker è autore di una decina di romanzi fantasy, cinque dei quali dedicati a Tekumel, il mondo in cui si svolge “Empire of the Petal Throne”. Tekumel è stato paragonato alla Terra-di-mezzo di J.R.R. Tolkien e del “Signore degli Anelli”, non in termini letterari ma per quanto riguarda la profondità dell’ambientazione, i miti e il sostrato linguistico. Nel 2009 il quotidiano tedesco Der Spiegel ha pubblicato un articolo sulla vita di Barker intitolato “Il Tolkien dimenticato”. Baker iniziò la carriera accademica nel 1958 insegnando all’Institute of Islamic Studies della McGill University di Montreal (Canada), Il gioco di ruolo "Tekumel"dove è stato professore fino al 1972. Nel 1960 venne inviato alla Punjab University, dove compì importanti studi sull’urdu. Barker utilizzò le sue esperienze in India e in Asia per creare Tekumel nel 1974. “Empire of the Petal Throne” era un gioco pieno di culture incredibilmente selvagge e totalmente estranee ai giocatori di ruolo medi americani. In esso il sistema e l’ambientazione lavoravano insieme per produrre un mondo che, per la sua forte caratterizzazione, faceva sentire chi ci giocava come se stesse davvero vivendo in Tekumel. Il gioco purtroppo non ebbe molto successo, forse perché tutte queste particolarità rendevano il gioco troppo complesso e alieno. Non erano probabilmente i tempi giusti per un gioco che ancora oggi è validissimo.

La malattia si espande: tocca a un pub di Southampton

Pub "The Hobbit"Ci risiamo ancora una volta! Lo avevamo segnalato più volte, l’ultima volta qui. Si avvicina un nuovo periodo di vacche grasse, con la prossima uscita dei due film di Peter Jackson su Lo Hobbit, e subito sale la bramosia del famigerato copyright. La febbre a 40 stavolta ce l’ha la Middle-earth Enterprises, la divisione della Saul Zaentz Company, che detiene i diritti sul merchandising dei titoli dei due capolavori di Tolkien, dei nomi dei personaggi e dei luoghi, degli oggetti e degli eventi narrati nei romanzi. Secondo il punto di vista della compagnia californiana gli appassionati di Tolkien potrebbero confondere un pub con un gioco da tavola, un pupazzo di Gollum o un Dvd con un videogioco. Per questo ha iniziato a minacciare un’azione legale verso un pub di Southampton, nel Regno Unito, che da vent’anni a questa parte s’è sempre chiamato The Hobbit. Finora, però, non c’erano in ballo i milioni che con ogni probabilità genereranno tutte le attività collaterali ai film di Jackson, e quindi nessuno l’aveva disturbato. La Saul Zaentz ha così intimato ai gestori del pub di cambiare nome e rimuovere tutti i riferimenti all’opera di Tolkien entro la fine di maggio, oppure verranno portati in tribunale. «Non abbiamo le risorse per combattere» ha spiegato al Daily Echo la padrona del locale, Stella Roberts. «Non si tratta soltanto di cambiare il nome: riguarda la promozione, le decorazioni, proprio tutto. Non abbiamo mai pensato di rubare le idee a qualcuno: siamo dei grandi fan di Tolkien, e il nostro è un omaggio». Dovrebbero cambiar nome persino i cocktail serviti all’interno del locale. Il pub The Hobbit ha trovato diversi difensori: il quotidiano ha lanciato una campagna ed è nata anche una pagina su Facebook per difendere il locale. Stephen Fry e Ian McKellenGli attori Stephen Fry (che nel film Lo Hobbit interpreterà il Governatore di Pontelagolungo) e Ian McKellen (Gandalf naturalmente), ha fatto sapere Stella Roberts in un messaggio Twitter, hanno preso le difese del pub inglese, facendo sapere che dopo aver completato le riprese dei film faranno visita al pub. I due si sono offerti, se dovesse servire, anche di pagare i costi della licenza di sfruttamento (circa 76 euro l’anno). Su Twitter, Fry ha
commentato: «Ian e io siamo molto felici che la questione si stia risolvendo. Con il nostro contributo vogliamo soltanto che prevalga il buon senso».

Un mattoncino per domarli…

Lord of the Rings: modellini della LegoLa frase incisa sull’Unico Anello sarà presto sulla bocca di tutti gli appassionati dei mattoncini Lego. Come avevamo già annunciato qui, da giugno 2012 la Lego rilascerà negli Stati Uniti una serie di set ispirati al Signore degli Anelli. Dopo i primi poster promozionali, sono state recentemente diffuse le schede di ben 19 personaggi e 7 scenari ricostruiti con i mattoncini danesi. Poi, in concomitanza con l’uscita al cinema di Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, la cui premiere è prevista per il 14 dicembre 2012, arriveranno le serie dedicate alle avventure di Bilbo Baggins, ovviamente con lo stesso titolo. Inoltre, per febbraio 2013 sono attesi altri set aggiuntivi. Sul sito dalla Lego espressamente dedicato, si possono vedere tutti i personaggi nei minimi particolari. Si tratta di 13 personaggi “buoni”: Frodo, Sam, Merry, Pipino, Gandalf, Aragorn, Legolas, Gimli, Boromir, Re Théoden, Èomer, Haldir e un soldato di Rohan. Solo 6 i personaggi “cattivi” (non del tutto riusciti, a dir la verità): Gollum, uno dei Nazgûl, un Orco di Mordor, un Uruk-hai, un “Berserk” Uruk-hai e Lurtz, personaggio, mai apparso nei libri, ma che nei film di Jackson è a capo di una banda di Uruk-hai. I sette set della serie sono:
Poster di Gollum della Lego– “L’arrivo di Galdalf”‚ la scena d’apertura del primo film, in cui lo stregone arriva nella Contea con il suo carretto carico di fuochi d’artificio;
– “Attacco a Colle Vento”‚ in cui Aragorn e gli Hobbit si difendono dall’arrivo degli Spettri;
– “Miniere di Moria”‚ il set che riproduce l’ingresso alle minirie e lo scontro contro il Troll di Caverna;
– “La fornace degli orchi”‚ la scena in cui gli orchi plasmano le proprie armi bianche;
– “L’esercito degli Uruk-Hai”‚ gli orchi di Saruman che marciano su Rohan;
– “La Battaglia del Fosso di Helm”‚ la scena del grande scontro tra l’esercito di Rohan e quello di Saruman;
– “L’attacco di Shelob”‚ in cui il gigantesco aracnide attacca Frodo avvolgendolo in un bozzolo di ragnatela.

GUARDA LA GALLERIA DI IMMAGINI

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Una nuova moda su Youtube: leggere J.R.R. Tolkien

J.R.R. Tolkien leggeNon c’è cosa migliore di leggere ad alta voce i propri libri preferiti, se poi si tratta dei libri di J.R.R. Tolkien si può star certi di avere un folto pubblico. Chi non ama la lettura o l’ascolto degli “Indovinelli nell’oscurità” dello Hobbit? E le scene dal Signore degli Anelli piacevoli da ascoltare sono talmente tante, che elencarle ci porterebbe già alla fine di quest’articolo! Ad alcuni piace interpretare i diversi personaggi, facendo le diverse voci. Non era mai capitato di trovare piacere nel vedere una lettura di questo genere in video su youtube, ma è quanto sta accadendo quest’anno e, visti i dati ottenuti, sembra che ci siano moltissime persone a cui piace ascoltare queste letture. Da un paio di settimane a questa parte una nuova tendenza è iniziata su YouTube: leggere libri di Tolkien. In una sola settimana, sono apparsi numerosi videoclip in cui appassionati dell’autore, da diverse parti del mondo, leggono brani delle opere di Tolkien. Alcuni si dedicano perlopiù allo Hobbit, forse in attesa dell’uscita a dicembre del film Lo Hobbit di Peter Jackson, forse per la vicinanza del Tolkien reading Day, che si festeggerà il 25 marzo, che per il 2012 è dedicato ai 75 anni dalla pubblicazione dello Hobbit, come si può leggere in questa pagina espressamente dedicata. Anche l’Associazione romana studi Tolkieniani festeggerà l’evento: il 24 marzo insieme alla famiglia dei Proudneck, lo smial degli appassionati di Tolkien a Roma, si incontrerà per leggere brani alla libreria Tra le righe in Via Gorizia 29; il 25 marzo alle 18 nella Sala Manzù della biblioteca Civica (Piazza Guglielmo Marconi) sarà ospite di Arte e Incontro ad Aprilia (Rm) per tenere la conferenza “Aspettando Lo Hobbit: introduzione a J.R.R. Tolkien”.

I video su Youtube


In qualche modo, speriamo che la tendenza di leggere i brani di Tolkien e pubblicare i video continui a crescere, poiché non c’è modo
migliore per condividere la passione per l’autore leggendo con gli altri. Qui ci limitiamo a elencare alcuni dei video di YouTube che sono apparsi nelle ultime due settimane. Tami Snow è una scrittrice per “giovani adulti” (Young Adult) e di letteratura per bambini. È cresciuta a Tucson, in Arizona, con tre sorelle e un fratello. Risiede a Las Vegas, in Nevada, con il marito e tre figli. Qui legge per noi il primo capitolo dello Hobbit, il primo romanzo che da bambina lesse da sola, l’edizione usata è quella illustrata da Michael Hague.


Mootstock è un raduno di 5 giorni per un gruppo di appassionati di Tolkien e del Signore degli Anelli. I membri si sono incontrati online e in 15 anni di vita del gruppo sono diventati amici anche dal vivo. Si tratta di un clip molto breve in cui alcuni di loro (i Mooters) leggono brani dai libri di Tolkien. Questo è ovviamente un modo molto piacevole di leggere Tolkien: passandosi il libro e condividendo la passione per la storie e l’autore… Speriamo vengano pubblicate altre clip su YouTube. Soprattutto in altre lingue, in italiano ad esempio. Sarebbe molto bello avere una lunga lista di clip di YouTube da parte di persone provenienti da tutto il mondo che leggono Tolkien nella propria lingua.

Goldberry the brave ama leggere su YouTube anche interi capitoli dei suoi libri preferiti. Questa settimana però ha deciso di leggere per noi una poesia di Tolkien: “L’uomo sulla Luna andò a letto troppo tardi”. Si tratta di una canzoncina immaginata come originale della rima semplificata del “nostro tempo” come “Hey Diddle Diddle”. Il titolo di questa versione è presenta nelle avventure di Tom Bombadil. Parte della genialità di Tolkien nello stabilire un’atmosfera epica è la sua capacità di introdurre una poesia, canzone o modo di dire familiari al lettore, infondendo in essi un nuovo significato, come se fosse pronunciato per la prima volta, senza pensarci su troppo.


In questo video Goldberry the brave sta leggendo Le avventure di Tom Bombadil, il capitolo che dà il nome al libro. Si parla molto di Baccador, la moglie di Tom Bombadil. Da questa storia molto probabilmente dervia il suo soprannome di Goldberry the brave. E questo è il motivo per cui ha scelto di leggere questo capitolo particolare. ei dol! Bel dol! Suona un dong dillo! Suona un dong! Salta ancor! Salice bal billo! Tom Bom, bel Tom, Tom Bombadillo!” Speriamo seguiranno altre letture socì piacevoli!

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E in Germania si gira il Silmarillion di J.R.R. Tolkien

Il progetto il Silmarillion: Arda - A World is risingCirca 40 appassionati di J.R.R. Tolkien da tutta la Germania sono al lavoro per realizzare il progetto ambizioso di dar vita a un fan film dedicato alla storia della creazione di Arda , il mondo inventato dall’autore inglese. Presentato nella scorsa edizione della RingCon, la più grande manifestazione tedesca sul mondo del fantastico. Sostenuto dalla Tolkien Deutsche Gesellschaft (la Tolkien Society tedesca) e dal sito amatoriale HerrDerRinge-Film, il fan film è a basso budget, finanziato dagli stessi realizzatori e tramite donazioni, e ovviamente non è realizzato a scopo di lucro. La regia è affidata a Stefanie Mutzel e Tina Kupferschmidt, le due donne che sono anche a capo dell’intero progetto, mentre 16 persone sono state coinvolte nella produzione del primo trailer.

Un progetto tutto tedesco

Intitolato “Arda – A World is Rising”, il fan film intende narrare alcuni dei temi essenziali del Silmarillion, descritti nel sito ufficiale. «Il nostro cortometraggio è su alcuni dei temi centrali del Silmarillion: la creazione di Arda e la formazione dei suoi popoli, l’importanza dei Valar e Maiar in questo processo, soprattutto nella creazione della luce», dicono Mutzel e Kupferschmidt. «Arda è il mondo in cui sono ambientati quasi tutti i libri di Tolkien, tra cui i più famosi come Il Silmarillion, Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli». Il rilascio del trailer nel 2011 non è stato casuale: «In vista del decimo anniversario della RingCon e con le riprese in corso del film The Hobbit, i temi affrontati da Tolkien sono sempre più in evidenza – continuano i realizzatori del progetto -, quindi abbiamo deciso di rendere pubblico il progetto ai fan proprio in questa edizione». Per realizzare il progetto, nel luglio del 2011, una troupe cinematografica professionista ha girato la prima parte di un trailer che dura circa due minuti. Le riprese si sono svolte nei pressi di Karlsruhe, in Germania, in luoghi in cui predomina la natura. Nelle scene compiono alcuni dei protagonisti del fan film (Molti sono i Valar), insieme con costumi fatti a mano e oggetti di scena. Dopo una fase di post-produzione, “Arda – The World Is Rising” è stato poi presentato in ottobre alla RingCon2011, presso lo stand della Tolkien Deutsche Gesellschaft e poi diffuso in rete con un sito dedicato. Progetto Il Silmarillion: Mary Fritz come YavannaInsieme al personale della società tedesca e del sito, i realizzatori del
progetto hanno svolto diverse attività. Dopo aver mostrato il trailer, sono stati esposti nello stand i costumi realizzati e gli oggetti di scena, con ulteriori informazioni sul progetto, una conferenza dibattito sulle differenze tra il libro del Silmarillion e il futuro film, oltre a una lezione su tute le fasi del progetto. L’obiettivo non è stato solo quello di attrarre il pubblico, ma anche di suscitare interesse e incoraggiare un maggior numero di fan a partecipare al progetto, perché c’è ancora bisogno di un sacco di personale: assistenti, truccatori, acconciatori, costumisti, sarti, tecnici delle luci, editor per il video, la fotografia, e così via. Per tornare alle origini del Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Per ulteriori informazioni sul progetto visitare il sito ufficiale sito ufficiale, la pagina Facebook, oppure il canale di Youtube. Sul sito si possono trovare tutti i dettagli sul cast e i personaggi, sulla troupe e la colonna sonora. Si può anche scrivere ai responsabili: inviando una mail qui oppure qui.

Ecco il trailer del Fan film:

 Ecco una galleria di immagini:

– Vai al sito del progetto Il Silmarillion
– Sito della RingCon, la più grande manifestazione tedesca sul mondo del fantastico
– Il sito della Società Tolkieniana tedesca: Tolkien Deutsche Gesellschaft
– Il sito amatoriale HerrDerRinge-Film

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Il Signore degli Anelli sbarca su Facebook

Videogioco: OneRing su FaDa qualche tempo molte persone su Facebook stanno diffondendo il gioco chiamato “The One Ring”, che è chiaramente dedicato agli appassionati di J.R.R. Tolkien. Il gioco è realizzato dalla Mgames, casa gallese specializzata in videogiochi e applicazioni per i social network. “The One Ring” è un bel gioco fantasy inspirato al Signore degli Anelli, creato su licenza della Middle-earth Enterprises, che viene pubblicizzato come gioco di combattimento ed esplorazione. Non è esattamente così perché non si tratta di un gioco pieno d’azione dalla grafica tridimensionale e paesaggi ricostruiti alla perfezione. Si tratta, invece, di un’avventura a carattere testuale, dove si deve scegliere con cautela la propria tattica. Ecco la traduzione di un’intervista, pubblicata su Tolkien Library con Sam Roads, il direttore creativo della Mgames.

L’intervista a Sam Roads

Sam Roads, sviluppatore del videogioco "The One Ring" su FacebookPuoi dirci in poche parole in cosa consiste questo gioco?
«È un gioco d’esplorazione e combattimento. Si impersona un personaggio all’interno della trama del Signore degli Anelli, viaggiando insieme a Frodo, Aragorn e Gandalf e seguendo il racconto dei libri. Ci si unisce a loro nella lotta contro gli Nazgul, si condivide il peso dell’Unico Anello e si esplorare la Terra di Mezzo. Si può anche interagire con altri giocatori, o l’utente stesso può decidere di partecipare come sparring partner in partite altrui, oppure può collaborare alla sconfitta di uno dei grandi antagonisti della storia, come l’Osservatore nell’acqua o il Balrog di Moria».
Dicci qualcosa su di te?
«Mi sono formato come compositore di musica classica, ma da venti anni sono uno sviluppatore di giochi. In questo tempo, ho fondato quattro imprese e due volte il Premio “Origins” della Game Manufacturers Association (che è la cosa più vicina agli Oscar per i giochi non elettronici). Ho fatto tutto questo con Clint Oldridge, che è presidente della Microcosm Games; a noi si è unito anche Jeffries Mark come direttore tecnico. Tutti e tre ci siamo incontrati all’Università nei primi anni novanta!».
Se non sbaglio sei anche dietro a un gioco per posta del Signore degli Anelli? Che cos’è questa storia?
«Ooh. Si tratta di un gioco di quelli tosti! Le partite possono durare mesi e ogni turno può richiedere ore di pianificazione. Ci piace a seconda del momento ed è così che abbiamo sviluppato una prima relazione con una licenza commerciale sulle opere di Tolkien. Il giocatore prepara il suo turno a casa, non al computer e poi invia il risultato a un server e-mail. In questo modo i turni sono molto, molto più lenti di quanto non siano in “The One Ring“, ma questo è il vantaggio di Facebook!».
È titolare di una licenza della Tolkien Enterprises, e questa è una buona notizia per gli appassionati di Tolkien. Ma cosa significa in realtà?
«Vuol dire che ci è permesso usare il mondo della Terra di Mezzo e raccontare la storia dei libri. I responsabili della Tolkien Enterprises devono controllare e approvare tutto quel che facciamo e, occasionalmente, ci dicono di mettere in maiuscola una parola o di cambiare un nome. Penso di aver sviluppato un buon rapporto con loro e mi sembrano davvero interessati a far sì che gli appassionati di Tolkien ottengano solo il meglio dai giochi da loro approvati.
Videogioco: OneRing su FaceboVisto che hai creato il gioco The One Ring si può concludere che sei un appassionato di Tolkien?
«Quando ero piccolo, mio padre mi lesse Lo Hobbit. Sulla parete della mia camera da letto è appesa una mappa della Terra di Mezzo: quindi penso che la risposta sia un sì!».
Quanti giocatori si sono iscritti al gioco. Non avete alcune delle vostre favolose statistiche da condividere?
«Attualmente abbiamo 20mila giocatori e il numero sta crescendo come sta crescendo lo stesso mercato degli appassionati di Tolkien su Facebook. La domenica è il giorno in cui il gioco è più frequentato ed è una cosa buona perché durante la settimana non vogliamo distrarre tutti dal lavoro!».
Ogni tanto rilasciate un aggiornamento e un extra per il gioco. Mi sembra che spendiate un sacco di tempo per creare questi aggiornamenti. Anche le diverse missioni seguono i racconti dei libri, a volte anche con spunti presi dalle Appendici o dalle opere pubblicate successivamente… potete dirci un po’ della ricerca che state facendo?
Videogioco: "The One Ring" su Facebook: Raid«Il responsabile della storia è John Davis, che è un’autorità assoluta sulle opere di Tolkien. Egli studia tutto. E dico tutto! Ci sono note, calendari, liste, post-it, fogli di calcolo e ogni sorta di dettagli su cui lavorare. Non facciamo quasi mai una citazione diretta da Tolkien, ma la scrittura di Davis è così sorprendente che si ha la sensazione che si stia leggendo lo scrittore inglese. Ancor di più, Davis dà tutto il merito allo stesso Tolkien!».
Quali sono i tuoi piani futuri per il gioco?
«Stiamo aspettando proprio in questi giorni il via libera dai responsabili della Middle-earth Enterprises su un nuovo sviluppo. Non posso dir nulla finché non avremo il consenso, ma posso anticipare che si rivolge a quegli appassionati del Signore degli Anelli che amano il lato “più oscuro”. Posso però dirvi  tutto su
Crafting! Abbiamo introdotto la prima missione agli inizi di gennaio e la prossima espansione sarà piena zeppa di cose nuove da fare. Siamo molto eccitati!».

GUARDA L’INTERVISTA SU YOUTUBE:
-PRIMA PARTE:

-SECONDA PARTE:

-TERZA PARTE:

– Pagina su Facebook di The One Ring
– Sito della casa di videogiochi gallese Mgames

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Pubblicato Endóre numero 14

Copertina Endòre n. 14: "The forbidden pool" di Lorenzo DanieleCon immutato piacere, siamo lieti di annunciare l’uscita del numero quattordici di Endóre, la rivista della Terra di Mezzo diretta da Franco Manni che, in una forma o nell’altra, da ormai 18 anni (ma sono quasi 20 se si calcola il lavoro precedente!) mantiene accesa la fiaccola tolkieniana in Italia. Endòre esce una volta all’anno, è passata dal in formato cartaceo a quello online, dal numero 11. Contiene tutto quello che vorreste sapere sull’autore del Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien: recensioni, articoli, giochi, fan fiction e una bibliografia particolarmente curata e aggiornata. Ancora una volta abbiamo la possibilità di gustarci il consueto mescolarsi di articoli giocosi e saggi approfonditi (e anche qualche saggio allo stesso tempo giocoso e approfondito) e segnaliamo con orgoglio la presenza tra gli autori di alcuni nostri soci, come la presenza di resoconti delle nostre attività del Gruppo di Studio su Tolkien e del Tolkien Seminar di Modena, una recensione dell’edizione inglese della La Falce Spezzata per la casa editrice Walking Tree, redatta niente meno che da Verlyn Flieger e il Call for Papers per “The Return of the Ring” che si terrà alla Loughborough University in Inghilterra dal 16 al 20 agosto. Ve ne diamo un assaggio con l’indice:

Editoriale

Un percorso insieme in compagnia di Tolkien

Articoli

– Gli Hobbit, Tolkien e Dio di Jill Delsigne
– Tolkien è il vero ladro dell’anello? di Michael Scott Rohan
– Grande è la caduta di Gondolin! di Vincenzo Gatti
– Mellon: il tema dell’Amicizia in Tolkien di Franco Manni
– Tolkien e il tema della Giovinezza di Franco Manni
– Legami ne Il Signore degli Anelli di Enrico Imperatori
– La teodicea in Tolkien – parte ottava e ultima di Alberto Quagliaroli

Forum

– La geografia di Tolkien – tavola rotonda della redazione di “Endòre”
– Gallery
Call for Papers di “The Return of the Ring”
– Bosco Atro di Lorenzo Pedretti e Filippo Rossi
– Tolkien Seminar anche in Italia di Claudio Testi
Presentazione de La Falce Spezzata a Brescia di Franco Manni
– Gallery
– La
Falce Spezzata
per Walking Tree
di Verlyn Flieger
– Report sul Gruppo di Studio su Tolkien di Roberto Arduini

Fiction

– Spade di Gondolin di Denis Collins
– Molti incontri di Enrico Imperatori

Recensioni

Tolkien e la filosofia di Riccardo Toni
– Il romanticismo di Mamoru Nagano e di Tolkien di Claudio Cordella
– Gallery

Rubriche

– La Biblioteca di Hobbiville (Traduzioni) di Enrico Imperatori
– Mathom di Riccardo Moretti
– Gallery
– L’Archivio di Minas Tirith di Beppe Roncari
– L’Ultimo Re (avventura di G.I.R.S.A.) di Manuel Pirino e Alessio Forlone

 

– vai al sito della rivista di studi tolkieniani Endóre


 

Il primo vero film dello Hobbit (che non fu mai distribuito)

The Hobbit (1966)L’animatore Gene Deitch, inventore di Tom e Jerry, collaborò con l’illustratore ceco Adolf Born alla creazione del primo vero adattamento cinematografico dello Hobbit. Tale versione, caratterizzata da varie e significative libertà creative rispetto alla storia originale di J.R.R. Tolkien, non raggiunse però mai il mondo esterno. Cosa mai sarà accaduto?
Nel suo libro How To Succeed in Animation, pubblicato anche online , Deitch racconta la sua versione: la storia ebbe inizio quando il suo produttore, William Snyder, acquisì brevemente i diritti dello Hobbit nel 1964. Deitch voleva realizzare Lo Hobbit animando i personaggi con la cel animation su sfondi modellati in 3D, tecnica per i tempi piuttosto ambiziosa.

Il racconto

Gene Deitch, animatoreEgli aveva anche rimaneggiato estensivamente il racconto originale di Tolkien: «Nel 1964, prima che chiunque salvo alcuni oscuri ragazzini britannici ne avesse mai sentito parlare, Bill mi aveva passato un piccolo consumato libro per ragazzi del 1937 chiamato Lo Hobbit. Aveva capito che era una grande storia e si era assicurato i diritti cinematografici sia su quella sia sulle altre opere di un incartapecorito filologo inglese di nome John Ronald Reuel Tolkien. I diritti di Snyder valevano fino al 30 Giugno 1966 – un tempo sufficiente – così lui mi mise al lavoro per fare dello Hobbit un lungometraggio d’animazione.
Eravamo a buon punto con la sceneggiatura, quando Il Signore degli Anelli fu pubblicato in edizione tascabile. Secondo i desideri di Snyder, pensando di dover aver a che fare solo con Lo Hobbit, ci eravamo presi con la storia alcune libertà che solo pochi anni dopo sarebbero state abbastanza per farci bruciare sul rogo. Ad esempio, avevo introdotto una serie di canzoni, cambiato i nomi di alcuni personaggi, giocato a briglia sciolta con la trama e persino creato un personaggio femminile, nientemeno che una Principessa, per farla partecipare alla Cerca e farla trionfare alla fine sul celibato di Bilbo Baggins!». Dopo aver letto Il Signore degli Anelli Deitch rivide ulteriormente lo script, e quando lui e Snyder non furono in grado di interessare al progetto nessuno studio Bill Snyder, produttore, nel 1963di animazione ritornò a Praga al suo. Il progetto così languì finché Deitch non ricevette da Snyder una richiesta impossibile: spedire a New York un adattamento a cartoni animati dello Hobbit entro 30 giorni: «Non solo gli avvocati della Tolkien Estate avevo dato
a Snyder i diritti per un tozzo di pane, ma nella loro ignoranza in fatto di terminologia cinematografica avevano anche lasciato nel contratto un buco da un milione di dollari. Nel testo si affermava infatti che per mantenere la sua opzione sul Signore degli Anelli Snyder doveva meramente “produrre una versione cinematografica a colori” dello Hobbit entro il 30 Giugno 1966, non specificando, nota bene, né che dovesse trattarsi di un film d’animazione né quanto il film dovesse essere lungo!».

Un film in un mese

Frammento dal film de "Lo Hobbit" del 1966Alla Tolkien Estate era stato ora offerto un favoloso mucchio di soldi per i diritti, e quelli di Snyder sarebbero scaduti in un mese. Si stavano già fregando le mani. Snyder, però, giocò il suo asso: rispettare la sola lettera del contratto, ossia produrre una “versione cinematografica a colori” dello Hobbit entro il 30 Giugno. Tutto quel che doveva fare era ordinarmi di distruggere la mia sceneggiatura – il lavoro di un intero anno – e tirar fuori alla bell’e meglio uno scenario supercondensato del genere di un trailer (ma sempre raccontando gli interi fondamenti della storia dall’inizio alla fine), il tutto per una durata di 12 minuti ossia un rotolo di pellicola da 35 mm. Semplice. L'animzazione de "Lo Hobbit" del 1966Dovevo solo fare i disegni, registrare voce e musica, girare, montare e fare arrivare il tutto in sala proiezione a New York entro il 30 Giugno 1966! Avrei dovuto mandarlo a quel paese, ma poiché a quel tempo ero più o meno il suo schiavo la faccenda divenne improvvisamente una folle sfida. Dopo aver proiettato il film in fretta e furia di fronte a un pubblico di New York (nota Deitch: “a ognuno che fosse disposto a offrirsi come cliente diedi dieci cent, che mi restituirono”) e aver ottenuto la firma dei presenti (“ai pochi perplessi spettatori fu chiesto di firmare una carta dove attestavano che il giorno 30 Giugno 1966 avevano pagato il biglietto per assistere al film d’animazione a colori “Lo Hobbit!”), i diritti di Snyder sull’opera di Tolkien poterono essere estesi. Frammento dal film de "Lo Hobbit" del 1966Egli li vendette immediatamente e ci fece 100mila dollari. Deitch fece due soldi. Come potete vedere dal video qui sotto, l’animazione di Born era gradevole persino nonostante una produzione così comicamente affrettata. Lo Hobbit non sarebbe stato animato nuovamente prima di dieci anni, quando la casa di produzione Rankin/Bass creò i suoi mostriciattoli televisivi nel 1977.

 

GUARDA IL VIDEO:

– Sito ufficiale di Gene Deitch
– Libro online di Deitch: How To Succeed in Animation


 

È Natale, le Lettere di J.R.R. Tolkien ai figli

Immagine dalle "Lettere di Babbo Natale" di J.R.R. TolkienOgni dicembre, poco prima di Natale, una busta con un francobollo proveniente dal Polo Nord arrivava per i figli di J.R.R. Tolkien. All’interno c’era una lettera scritta in fretta e furia e dei bellissimi disegni o schizzi a colori. Le lettere portavano la firma di Babbo Natale in persona. Chi le scriveva era in realtà il compassato professore di Oxford, che dieci anni dopo si sarebbe trovato a scrivere Lo Hobbit e in seguito il suo capolavoro, Il Signore degli Anelli. La prima delle Lettere di Babbo Natale porta la data del 1920 ed è rivolta al primogenito di casa Tolkien, John, che all’epoca ha soltanto tre anni. L’ultimo messaggio, invece, risale al 1943 ed è indirizzato alla quarta e ultima figlia dello scrittore, Priscilla, già quattordicenne ma, a quanto pare, decisamente restia a troncare i rapporti con il caro vecchio «Babbo Natale». Infilate in buste bianche di neve, ornate di disegni, affrancate con francobolli delle Poste Polari e contenenti narrazioni illustrate e poesie, in tutti quegli anni esse continuarono ad arrivare a casa Tolkien, portate dal postino o da altri misteriosi ambasciatori per i figli del professore: oltre John e Priscilla anche per Michael e Christopher. Le lettere erano anche contraddistinte da differenti grafie: energica anche se un po’ tremolante quella di Babbo Natale; grossolana e all’occorrenza scorretta quella del suo principale aiutante l’irruente Orso Polare; raffinata e filiforme infine quella dell’elfo Ilbereth, che fa la sua comparsa nel 1936, proprio quando Tolkien sta ultimando la stesura dello Hobbit. Babbo Natale vive al Polo Nord, nella grande Casa di Roccia. Immagine dalle "Lettere di Babbo Natale" di J.R.R. Tolkien Con lui vivono l’Orso Polare e i cuccioli suoi nipoti, tra cui Paksu e Valkotukka (“Grasso” e “Pelobianco”); gli Uomini-di-neve e i loro bambini; gli Gnomi Rossi e gli Elfi (uno dei quali è appunto Ilbereth, che diventerà segretario di Babbo Natale). L’Orso Polare (detto, in lingua artica, anche “Karhu”) lo aiuta a confezionare i pacchi con i doni; Paksu e Valkotukka gli scombinano l’organizzazione della casa; le renne lo accompagnano nei viaggi; gli Elfi difendono tutti contro i Folletti; e Babbo Natale, tra un fuoco d’artificio dell’Aurora Boreale e una visita dell’Uomo della Luna (impegnato a mettere ordine tra le stelle), passa il tempo, oltre che a consegnare doni, a descrivere (a disegnare) con ordinato disordine il disordinato ordine del suo mondo.

Una mitologia in crescita

Libro: "Le lettere di Babbo Natale" di J.R.R. TolkienSi tratta di un gioco, ma serissimo e con evidenti legami con quello che sarà il suo legendarium. Tolkien ha costruito a
misura dei suoi ragazzi una vera e propria epopea, e, fatte le dovute proporzioni, per molti aspetti simile a quella del Signore degli Anelli. Le lettere di Babbo Natale sono, infatti, il banco di prova della successiva produzione letteraria dello scrittore inglese. Vi ritroviamo anche molti personaggi che già allora popolavano la sua fantasia: gli Gnomi-Rossi (poi Elfi-Rossi), buoni e saggi piccoli esseri ormai quasi scomparsi dal mondo, così come Tolkien li immaginava nelle prime storie del Book of Lost Tales (in Italia tradotto in due volumi, Racconti ritrovati e Racconti perduti), dove gli Gnomi sono i primi abitanti fatati dell’Inghilterra e non sono le creature che conosciamo oggi. Eredi dei primi gnomi tolkieniani saranno poi gli Elfi Alti del Signore degli Anelli e del Silmarillion. Babbo Natale deve affrontare anche una invasione di Goblin (tradotti in italiano erroneamente con “folletti”). Tolkien all’epoca con Goblin indicava quelli che poi nel Signore degli Anelli sarebbero stati gli “Orcs” (“Orchi”). Un confronto tra le creature delle Lettere di Babbo Natale e quelle della prima mitologia tolkieniana non è mai stata fatta. Eppure, essa mostrerebbe come le creature trattate da Tolkien nelle sue opere successive derivino proprio da un comune immaginario fantastico. La guerra contro i Goblin inizia nei primi anni Trenta e ha tutta l’aria di essere un espediente con cui Tolkien rielabora la propria esperienza bellica, traducendola in favolistico racconto d’avventura. In meno di un decennio, però, la guerra torna a diventare una realtà in tutta Europa e a questo punto Tolkien, da buon padre, si trova a mediare tra la dura prosa dei razionamenti e la poesia della vita così come la si può immaginare nella casa in «Cima al Mondo». Dove i Goblin potranno anche fare paura, ma non tanto da impedire che Orso Polare riveli imprevedibili doti di linguista, ricavando un alfabeto dai loro sgorbi. Succede a metà degli anni Trenta. La Compagnia dell’Anello, ormai, ha iniziato il suo cammino.

Cartoline fatte a mano e Lettere in ebook

Cartolina di Natale inviata da Mabel Tolkien ai Suffield nel 1892 (per gentile concessione di Oliver Suffield)Prima di concludere, due piccole curiosità. La famiglia Tolkien non era nuova all’invio di cartoline di Natale. Ne è testimonianza una rara cartolina, creata con una fotografia e inviata dalla madre del futuro scrittore, Mabel Tolkien dal Sudafrica dove allora viveva la famiglia, ai suoi parenti, i Suffield a Birmingham. Il padre del professore, Arthur Tolkien, era un direttore di banca a Bloemfontein, nello Stato Libero di Orange. È il Natale del 1892 e J.R.R. Tolkien aveva appena dieci mesi, essendo nato il 3 gennaio. Nella cartolina artigianale, Mabel è seduta accanto al marito, mentre la balia tiene in braccio il neonato. Ci sono anche la cuoco e un servo. La foto originale era seppia, Mabel l’aveva colorata in alcune parti e aveva aggiunto le scritte in basso e sul lato.
Le Lettere in ebook Cento anni dopo, si può fare un’esperienza ancora più ricca sfogliando le Lettere di Babbo Natale di J.R.R. Tolkien in edizione digitale. Questo nuovo ebook mette insieme tutti i manoscritti originali delle lettere, alcune mai pubblicate, con le illustrazioni originali di Tolkien ad alta risoluzione. Ogni lettera è letta
da Sir Derek Jacobi, con oltre un’ora di altri contenuti audio. Il libro è disponibile per il download su iPhone, iPad o iPod touch con iBook e su computer con iTunes. I libri devono essere letti su un dispositivo iOS, presenti su tutti i Mac. Il prezzo è l’equivalente di circa 6 euro. Ecco qui sotto un video di presentazione, mentre noi vi auguriamo Buon Natale:

– Il sito di iTunes con l’ebook delle Lettere di Babbo Natale
– Le Lettere di Babbo Natale
Sito ufficiale della Bompiani

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La Terra di mezzo di J.R.R. Tolkien con i mattoncini Lego

Frodo testimonial di "The Lord of the Rings" della LegoOrmai manca meno di un anno all’uscita del primo dei due film dedicato da Peter Jackson allo Hobbit di J.R.R. Tolkien. Ed ecco che scendono in campo i big del mercato. Dopo libri di HarperCollins, giochi da tavolo, i videogiochi, anche i più piccoli potranno ora godersi la loro versione delle opere di Tolkien in versione giocattolo. Warner Bros e Lego hanno annunciato una partnership che assegna al leader mondiale nei giocattoli da costruzione i diritti esclusivi del marchio per sviluppare una serie di giochi basati sul Signore degli Anelli e Lo Hobbit. L’accordo di licenza permette l’uso a tutti i personaggi, all’ambientazione e alla storia dei due libri e alle rispettive trasposizioni cinematografiche.
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Così la serie “Il Signore degli Anelli” della Lego uscirà nel giugno 2012 negli Stati Uniti, mentre e “Lo Hobbit: un viaggio inaspettato” è prevista entro la fine dell’anno. «Solo la Lego, con la propria esperienza nella campo dei giochi da costruzione, è in grado di rendere giustizia agli ambienti incredibilmente fantasiosi del mondo del Signore degli Anelli e dello Hobbit», ha detto Karen McTier, vice presidente esecutivo. «Questi film danno vita a mondi e personaggi incredibili e siamo entusiasti di poter offrire ai fan un’esperienza di gioco per loro nuova e intrigante». Poi, in concomitanza con l’uscita al cinema di Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, la cui premiere è prevista per il 14 dicembre 2012, arriveranno le serie ispirate al nuovo film di Peter Jackson. «La nostra collaborazione con Warner Bros. ha raggiunto numerosi successi in tutto il mondo nel campo dei giocattoli da costruzione con linee come “Harry Potter” e “Batman”», ha detto il vicepresidente Jill Wilfert. "The Lord of the Rings" della Lego«È particolarmente eccitante poter creare ora una serie basato sulla Terra di Mezzo di Tolkien, non solo perché sappiamo che favorirà il gioco creativo e il mondo del collezionismo, ma anche perché sono i libri di cui i nostri fan ci chiedevano da anni di creare una serie». Informazioni sulla serie e omini da collezione da entrambe le collezioni saranno svelati in un secondo momento sul sito dedicato espressamente dalla Lego.

Lego? Una moda storica

Minas Tirith fatta con i LegoNon facciamo fatica a crederci, visto che ormai da anni questi stessi appassionati si creano da soli la versione Lego dei personaggi e degli scenari della Terra di Mezzo. Da anni i mattoncini Lego vengono utilizzati per ricreare il trailer di film in stop motion, oppure per ricreare intere scene attraverso veri e propri diorama. Al BrickWorld 2011 in Illinois (Usa) di quest’anno è stato presentato un gruppo chiamato “The Fellowship of the brick” (La Compagnia del mattoncino) ha presentato un progetto che, basandosi su tutti e tre i film, ricreava intere porzioni della Terra di Mezzo. Ha vinto il premio come “miglior progetto di gruppo”. Del resto, all’interno tra gli ambienti ricreati tutti con dettaglio certosino: La battaglia del Pelennor al Brickworld 2011 Hobbiton, la Città di Brea, il Puledro Impennato, Isengard e la Torre di Orthanc, Gran Burrone, Moria, Edoras, Minas Morgul, il Cancello Nero, Minas Tirith, il Monte Fato, Barad-Dur e così via. Ci sono anche la ricostruzione di alcune battaglie epiche: il Fosso di Helm, Osgiliath. Il tutto copre un’area di 200 metri quadrati con un numero indefinito di mattoncini. Potete vedere tutte le immagini, incluso qualche retroscena, in questa pagina.
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Ecco un video dal Brickworld 2011:

– Vai al sito ufficiale della Lego
– Vai al sito del BrickWorld 2012 in Illinois (Usa)
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A grande rischiesta ecco una galleria di immagini:

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