Borgo della poesia 2013: Tolkien a casa Pascoli

Festa al borgo della poesiaIl 13 ottobre torna a casa Pascoli a Castelvecchio, nel Comune di Barga (Lucca), la festa del Borgo della Poesia con una manifestazione culturale e gastronomica nel giardino della casa dove visse il poeta. Il programma della mattinata prevede alle 10 l’inizio della visite guidate nell’abitazione che ospitò il celebre poeta e alle 11 l’inaugurazione della manifestazione alla presenza delle autorità, tra cui una delegazione del Comune di Montignoso e degli Amici di Pascoli di Massa, durante la cerimonia verranno messe a dimora alcune rose antiche provenienti dalla villa Giorgini di Montignoso, testimonianza di un connubio culturale, di amicizia e di passione botanica tra Giovanni Pascoli e il senatore Giovan Battista Giorgini e sua figlia Matilde. Perché ne parliamo qui? Ma perché quest’anno l’ospite d’onore sarà a sorpresa J.R.R. Tolkien!

Lord of the Rings: 40mila iscritti al corso

Videogiochi: Lotro, DragoI videogiochi sono da tempo uno strumento didattico e sono usati spesso nelle università statunitensi per insegnare un ampio numero di materie, dall’arte moderna e contemporanea (con Minecraft alla Bowling Green State University in Ohio) alla letteratura e le saghe norrene (con Skyrim alla Rice University). E corsi online accademici sono attivi da qualche anno presso il Mithgard Istitute (ne abbiamo parlato qui e qui ). Non farebbe notizia, quindi, un altro corso online che unisce letteratura, cinema e videogiochi. Ma se si tratta di J.R.R. Tolkien e al corso universitario si iscrivono ben 40mila studenti la notizia è eclatante!

Difendere la Terra di Mezzo: il nuovo libro di Wu Ming 4

Film di Peter Jackson: un frammento degli Elfi guerrieriSul sito di Giap è apparsa la prima presentazione dell’imminente ultima fatica dello scrittore Wu Ming 4. La riportiamo anche qui. Si intitolerà Difendere la Terra di Mezzo e uscirà per i tipi della casa editrice bolognese Odoya, in autunno. È un libro che fa tesoro del lavoro e del dibattito prodotto su Giap nel corso degli ultimi tre anni. Wu Ming 4 ha raccolto i suoi scritti su Tolkien pubblicati sul blog, li ha rielaborati, allungati, rivisti, e ne ha aggiunti altri completamente nuovi. Ne è uscito un saggio diviso in due parti: la prima riguarda il fenomeno letterario; la seconda tratta invece la poetica di Tolkien, entrando nel merito dei testi, con particolare attenzione per gli Hobbit (ma non solo).

Possiamo già anticipare che non si tratta di un libro per specialisti, bensì di un testo divulgativo, che si propone di fare un buon servizio al lavoro dei più ferrati studiosi anglosassoni e italiani, cercando comunque il confronto diretto con le pagine tolkieniane.

In anteprima ecco l’Indice del volume:

PREMESSA: dove il sole non tramonta mai
PRIMA PARTE: Spettri di Tolkien
– Cap. I. Nascita e destino di un fenomeno letterario (1937-1973).
– Cap. II. L’eredità impossibile: Tolkien dopo Tolkien.
– Cap. III. Il grande gioco, il mito, il linguaggio: una teoria non letteraria della letteratura.
INTERMEZZO: Made in Italy
– Cap. IV. Tradizioni, traduzioni e tradimenti: i simbolisti all’opera.
SECONDA PARTE: Le pagine e il paesaggio
– Cap. V. Hobbit e habitat: il giardiniere costante.
– Cap. VI. Hobbit ed ethos: il perfetto gentilhobbit.
– Cap. VII. Un dialogo nel Riddermark: mitopoiesi, etica, rinnovamento.
POST SCRIPTUM: lacrime e sorrisi

– Vai all’articolo sulle pubblicazioni di questo autunno

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Libri per l’autunno: ecco tutte le uscite

Libri e libreriaIl 2013, lo avevamo stabilito da molto tempo, sarebbe stato l’anno del rilancio delle pubblicazioni tolkieniane: l’uscita del primo film di Peter Jackson dedicato allo Hobbit, il sessantesimo anniversario dalla pubblicazione del Lord of the Rings, il quarantesimo anniversario dalla pubblicazione italiana dello Hobbit. Tutto lasciava pensare che avremmo assistito a un’esplosione di pubblicazioni come quella avvenuta nel 2001-2002 con l’uscita del film La Compagnia dell’Anello. La realtà editoriale, però, non è stata finora generosa e i primi otto mesi dell’anno ci hanno lasciati decisamente freddini: “nuove” edizioni tascabili di I Figli di Húrin, Fabbro di Wootton Major e Il Silmarillion sono state pubblicate dalla Bompiani limitandosi a cambiare la copertina dei vecchi libri ma senza sfruttare l’occasione per correggere almeno gli errori più grossolani (uno per tutti: la traduzione di Fabbro di Wootton Major non è di Isabella Murro, ma di Francesco Saba Sardi). Sul piano della saggistica, poi, la situazione è desolante: gli unici due volumi pubblicati sono stati Il Fanciullino nel Bosco di Tolkien di Simonetta Bartolini (in cui il Professore serve solamente come strumento per analizzare Pascoli) e J.R.R. Tolkien di Stefano Giuliano (che riprende il suo vecchio libro Le radici non gelano aggiornandolo, ma senza aggiungere molto di nuovo). Dopo una torrida estate in cui le uniche notizie tolkieniane esaltanti venivano dall’estero, pare però che finalmente qualcosa si muova: l’autunno-inverno tolkieniano si preannuncia fecondo di novità, che ci auguriamo di poter gustare!

Esce una nuova edizione illustrata per Lo Hobbit

Jamime Catlin e Libro Lo HobbitLo Hobbit si rinnova e torna al suo spirito originario. E nel far questo, l’editore inglese HarperCollins ha concesso l’occasione della vita a una giovane artista. La casa editrice ha infatti annunciato che il 12 settembre 2013 verrà pubblicata una nuova edizione della prima opera di J.R.R. Tolkien, con oltre 150 illustrazioni a colori di Jemima Catlin. L’obiettivo degli editori è quello di rendere disponibile un’edizione del libro accessibile ai bambini, che darà ai giovani lettori la possibilità di godersi il racconto classico nel suo spirito originale. Ed è un segnale importante perché la tendenza di questi ultimi anni era quella piuttosto di fare affidamento sulle immagini, a volte spaventose, tratte dai film di Peter Jackson.

Le Lettere di Tolkien finiscono fuori catalogo

Cop_Logo-BompianiNegli ultimi tempi, in Francia c’è stata una vera e propria esplosione di pubblicazioni dedicate a Tolkien. Grazie a studiosi appassionati come Vincent Ferré, i lettori francofoni hanno la possibilità di leggere e apprezzare nella loro lingua, in nuove e accurate traduzioni, non solamente le opere maggiori e più conosciute, ma perfino i volumi della monumentale History of Middle-earth (la cui opera di traduzione e pubblicazione per ora è arrivata solo al quinto volume, ma prosegue). L’ultima chicca per i nostri cugini d’oltralpe è una nuova edizione riveduta e corretta di un’opera fondamentale come la raccolta delle lettere scritte da J.R.R. Tolkien a parenti, amici, editori e lettori. Pubblicato nel 1981 a cura di Humphrey Carpenter, con l’assistenza di Christopher Tolkien, questo libro è considerato fondamentale da tutti gli studiosi di Tolkien. Ancor più della pur buona Biografia, scritta sempre da Humphrey Carpenter, le Lettere permettono di gettare uno sguardo al Tolkien più privato, di cogliere un assaggio dell’uomo che sta dietro all’invenzione della Terra di Mezzo: i suoi rapporti con la moglie Edith e con i quattro figli, le sue discussioni e i suoi litigi con il grande amico C.S. Lewis, e da un certo punto in poi, il rapporto a tratti conflittuale, ma sempre rispettoso verso i lettori e quello decisamente più infuocato con i critici.
Rispondendo alle richieste e alle curiosità di appassionati che gli scrivevano da tutto il mondo, Tolkien si trovò più volte a dover giustificare l’uso di parole, Mappa-di-Fimbulfambio le scelte compiute da questo o da quel personaggio: rimane memorabile la sua reazione stupita e sconfortata alla lettera di un lettore appasionato secondo cui Frodo sarebbe un traditore, perché non riuscì a lanciare l’Anello nella Voragine del Fato, e anziché gli onori ricevuti sul Campo di Cormallen avrebbe meritato la pena di morte. Altre lettere degne di essere ricordate sono quella con cui Tolkien rifiutò di dichiararsi «ariano», rinunciando così a far pubblicare Lo Hobbit nella Germania nazista, tutte quelle in cui racconta le difficoltà e le incertezze nella composizione del Signore degli Anelli, e le numerose lettere che raccontano le difficoltà forse ancora maggiori che incontro nel farlo pubblicare.

Anche il Cavaliere Verde è diventato un fumetto

Sir Gawain and the Green KnightLo Hobbit e Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien hanno ispirato altre opere artistiche tra cui anche i fumetti, oggi più conosciuti come graphic novel. Ma ora anche un’edizione critica dello scrittore inglese debutta in versione disegnata: una casa editrice statunitense annuncia l’uscita di una nuova graphic novel, ispirata addirittura a Sir Gawain and the Green Knight!

Lo Hobbit con le carte: «Che belle le bustine!»

Gioco di carte Nella mia vita di nerd appassionato di giochi di ruolo, miniature e videogiochi, c’era ancora un capitolo mancante. Mai, prima di oggi, mi ero cimentato nei giochi di carte, presagendo l’ennesimo tunnel da cui sarebbe stato impossibile (e dispendioso) trarsi in salvo. Magic, Yu-gi-oh e compagnia cantante, poi, mi erano sempre sembrati giochi per adolescenti, con meccanismi astrusi per un ‘vecchio’ ruolista come il sottoscritto. E c’era anche un altro problema: alla soglia dei quaranta, trovare compagni di gioco è sempre più difficile, e sedermi allo stesso tavolo con ragazzini agguerriti che ridacchiano e mi danno del lei è un affronto che non potrei sopportare.
Questo fino a oggi. Perché il mio spacciatore di giochi mi ha proposto Il Signore degli Anelli – The living card game e non ho saputo dire di no. Un po’ per l’ambientazione (se mi offrissero una dose di eroina con sopra il volto di Aragorn, probabilmente accetterei), un po’ per curiosità, un po’ per quell’alibi auto fornito grazie a questa comunità («lo faccio solo per recensire il gioco», che ipocrisia!), eccomi a casa a scartare la scatola con vorace avidità.

Ecco i Tolkien Studies 10: c’è un saggio italiano

Sito della West Virginia University PressMentre Michael D.C. Drout e Verlyn Flieger sono attualmente al congresso internazionale di Kalamazoo, dove gli interventi su J.R.R. Tolkien costituiscono una parte importante, come scritto in precedenza, chi è rimasto a casa, David Bratman, ha concluso il suo impegno per gli studi tolkieniani. È infatti di prossima uscita il decimo volume dei Tolkien Studies: An Annual Scholarly Review. I tre studiosi ne sono i curatori e i loro nomi bastano per rendersi conto che siamo di fronte a un prodotto di alto profilo. Dei primi due studiosi abbiamo parlato spesso: Flieger è l’autrice di Schegge di Luce, Question of Time, Interrupted Music, del recente Green Suns and Faërie e curatrice dell’edizione critica di Fabbro di Wootton major e del saggio Sulle Fiabe di Tolkien ; Drout è curatore della Tolkien Encyclopedia e curatore dell’edizione critica di Beowulf and the Critics di Tolkien. Bratman, che ha da poco sostituito Douglas A. Anderson, è un consulente bibliotecario, membro della Mythopoeic Society (la società tolkieniana negli Usa) per cui è stato redattore della rivista Mythprint. Nei Tolkien Studies, da molti anni si occupa della sezione bibliografica e delle recensioni.

Se il fanciullino si perde a Bosco Atro

Giovanni PascoliPiccoli passi e lenti. Inesorabilmente anche l’accademia si sta occupando di J.R.R. Tolkien. Lo avevamo già scritto, ma gli esempi si moltiplicano ed è giusto darne conto. Tra pochi giorni la casa editrice Polistampa farà uscire un libro dal titolo: Il fanciullino nel bosco di Tolkien. Pascoli: la fiaba, l’epica e la lingua (80 pagine, 8 euro). La novità stavolta è la prospettiva, l’accostamento del poeta italiano di fine Ottocento con il professore di Oxford. Già nel primo decennio del Novecento, Pascoli con la poetica del fanciullino, aveva posto le basi per una rilettura del mondo attraverso gli occhi ingenui e non condizionati dalle sovrastrutture culturali di un bambino, che, come un nuovo Adamo, «mette il nome a tutto ciò che vede e sente». Ora si cerca di leggere Pascoli in controluce a Tolkien, analizzare il significato del saggio sul fanciullino comparandolo con il saggio Sulle fiabe del padre degli Hobbit e scoprire che, seppure i due scrittori appartengano a culture, luoghi e tempi diversi, si impegnano in un medesimo progetto: riformulare la scrittura epica in chiave moderna partendo dalla lingua, ricreata, in una parola resuscitata alla vita. Una lingua antica (eppure attualissima) ripescata dal passato (il latino e gli antichi idiomi rurali per Pascoli, il sistema runico per Tolkien) per allestire una sintassi e un lessico contemporanei, affinché anche il balbettio della modernità possa trasformarsi in grandezza alla maniera antica, senza abdicare a se stessa.

Le lingue di J.R.R. Tolkien. Esce Vinyar Tengwar 50

Logo Vinyar TengwarPer tutti gli appassionati di J.R.R. Tolkien che sono interessati ai suoi linguaggi inventati, una notizia molto gradita giunge da Carl F. Hostetter. Il cinquantesimo numero della rivista linguistica specializzata curata dalla Elvish Linguistic Fellowship (la Compagnia Linguistica Elfica, abbreviato E.L.F.), Vinyar Tengwar, è finalmente all’orizzonte! Per gli esperti di lingue tolkieniane la Elf è una vera e proprio istituzione, continua fonte primaria di perle linguistiche.

Sabato in libreria a Roma C’era una volta Lo Hobbit

Libreria Non capita tutti i giorni di avere una guida, una panoramica su un mondo immaginario e su tutte le sue vicende. Soprattutto con un autore come J.R.R. Tolkien, se non si è specialisti e si sono letti tutti i suoi libri si può essere facile preda dei tanti “esperti” che sullo scrittore e le sue opere dicono di tutto, spacciando per sue in modo strumentale le proprie opinioni sul mondo. Ecco perché risulta preziosa l’occasione di ascoltare gli studiosi che si occupano di Tolkien in maniera accademica e che hanno già ottenuto in Italia e all’estero molti riconoscimenti in termini di collaborazioni, conferenze, libri, studi e saggi. Una di queste rare occasioni avverrà sabato 26 gennaio 2013, quando alle 18 si potràpartecipare alla presentazione del libro C’era una volta lo Hobbit, nell’accogliente bistrot della libreria Tra le Righe di viale Gorizia 29, a Roma.

J.R.R.Tolkien in 3 minuti! A febbraio sarà un libro

Gary Raymond e John HoweNel mese di febbraio, precisamente il 4, Tolkien sarà protagonista di un nuovo estratto multimediale che punterà alla divulgazione e alla diffusione dell’estro e della parola del letterato inglese. A svilupparlo è stato Gary Raymond, scrittore di 3-Minute JRR Tolkien: A visual biography of the worlds most revered fantasy writer (Ivy Press, 12,99 sterline): una biografia visuale, insomma, in tre minuti, per farsi apprezzare da chi, come capita sovente ai giorni nostri, va di fretta e non trova mai la possibilità di approfondire l’argomento Tolkien. Così come già Peter Jackson aveva fatto con la trilogia de Il Signore degli Anelli e la neonata de Lo Hobbit, anche Raymond cavalca l’onda del momento positivo e dell’influenza che sta avendo Tolkien sul mondo fantasy e letterario in generale: 60 porzioni rapide e indolori, delle pillole, che possono essere digerite facilmente in tre minuti l’una. Partendo dalla sua infanzia fino all’invenzione dei nuovi linguaggi come quello elfico che tanto è stato apprezzato ne Il Signore degli Anelli, oltre al doversi rapportare con la realtà della Prima Guerra Mondiale, la storia di Tolkien sarà affrontata nella maniera più precisa possibile con un lavoro minuzioso e necessariamente fedele alla realtà.

Libro: "3 minute Tolkien"Gary Raymond è uno scrittore oltre che un accademico: nasce nel Galles ed è tra i fondatori di Wales Arts Review, uno dei siti più critici e attenti alle produzioni letterarie del Galles e non. Proprio da questa sua principale iniziativa nasce l’intenzione di concentrarsi su Tolkien, che rientra ovviamente nella schiera di autori difficilmente criticabili, al pari di George OrwellEmily Dickinson e, profanamente parlando, anche di Christopher Nolan, l’autore della trilogia di Batman e altri film come Memento o Inception: tutti scrittori che Raymond ha avuto la possibilità di analizzare e criticare nella sua esperienza di scrittore e critico. Ma la passione per la letteratura impegnata nasce sin dalla prima infanzia per l’autore gallese: sin da piccolo le sue letture passavano per Edgar Allan Poe e i gialli di Sherlock Holmes, arrivando fino al Conte di Monte Cristo, letto in versione illustrata all’epoca della scuola elementare. Prima dei dieci anni arriva finalmente Lo Hobbit, per poi arrivare a Il Signore degli Anelli qualche anno più tardi: «Conservo ancora la prima copia che ebbi de Lo Hobbit: lo acquistai dopo aver messo da parte diversi soldi. È una copia con un’illustrazione sulla copertina di Roger Garland: mi affezionai tantissimo a quel libro e ne rimasi incantato, proprio perché avevo dieci anni e quelle pagine mi rapirono. L’esperienza con Il Signore degli Anelli invece fu diversa – dice Raymond a Tolkien Library – La storia era
sicuramente più seria e impegnata, ma mi prese allo stesso modo. Mentre Lo Hobbit era concentrato su una sola storia, qui ne avevamo tante e c’era comunque una guerra da combattere che aveva coinvolto molte persone».

3-Minute-Tolkien-Sample-Page-2Ma come nasce l’idea di Tolkien in 3 minuti per Raymond? Tutto parte dalla lettura della biografia di Lewis scritta da Wilson e da una conversazione con il proprio editore: «Ebbi poi la fortuna di incontrare un amico che mi portò al Magdelene College, così da poter studiare meglio il mondo di Tolkien anche al di fuori dalle proprie creazioni: è stato un processo lungo, ma mi ha portato soddisfazioni. L’obiettivo, insomma, era quello di dare a tutti la possibilità di accedere a questo mondo in maniera rapida. Ho suddiviso il libro in tre parti: la vita, il lavoro e l’influenza che ha avuto sul mondo. Ogni parte ha dei sottocapitoli che sono facilmente leggibili in tre minuti, perché le informazioni sono concentrate e facili da digerire. Ci sono moltissimi libri che raccontano la storia dell’autore, ma nessuno in questo modo. Per me è stato molto divertente». L’opera di Raymond però non è soltanto una biografia, come vuole sottolineare lo scrittore stesso: tutto inizia con l’analizzare il modello culturale che ha offerto Tolkien e la terza parte dell’estratto, che riguarda l’influenza avuta nel mondo letterario, è sicuramente il punto da cui partire per avere un quadro generale dell’esperienza tolkeniana. Le pillole riescono a offrire anche dei momenti di curiosità circa la vita dell’autore inglese, ricercando elementi particolari e che faranno sicuramente piacere ai fan, fino a oggi rimasti vergini da questi aspetti. 3-Minute-Tolkien-Sample-Page-1«La speranza è che i fan possano apprezzare il mio lavoro – continua Raymond nella stessa intervista – e che possano appassionarsi alla storia di Tolkien: sto racconando quello che tutti sappiamo, ma scavando più nel profondo. Andando alla ricerca del suo passato ho avuto modo di scoprire cose interessanti e anche inaspettate, che ho deciso di mettere al servizio di tutti. Perché comprare questo libro? Perché è un pezzo da collezione e anche perché è una visione divertente, ma studiata, della vita dell’autore». Raymond, per chiudere, parla anche de Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato, il primo capitolo della nuova trilogia di Peter Jackson, al cinema dallo scorso dicembre: «L’ho visto e mi è piaciuto molto. Penso che sia il miglior film di Jackson al momento. Con Il Signore degli Anelli fece un lavoro sicuramente importante, ma qui ho trovato più feeling con l’opera e pare abbia fatto un lavoro migliore di quanto fece Tolkien, che con la sua seconda opera superò la prima. Sarà un successo migliore perché parla di un’avventura e il cinema di oggi vuole questo».
Per concludere, qualche lettore si domanderà come mai ci occupiamo di un libro appena uscito in inglese che ha poche connessioni con il nostro Paese. E, invece no! La rivelazione che possiamo fare in anteprima ai nostri lettori è proprio questa: sono già stati acquistati i diritti di traduzione italiana di questo libro!! Se volete fare qualche regalo aspettatevi, quindi, nelle librerie a novembre una bella strenna natalizia…

GUARDA LA FOTOGALLERY:

– Vai
al sito della casa editrice Ivy Press
– Guarda l’anterprima del libro su Amazon
– Vai al sito ufficiale di John Howe
– Vai al sito della rivista Wales Arts Review

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Pubblicata la rivista Endòre numero 15

Endore-copertina-15Con immutato piacere, siamo lieti di annunciare l’uscita del numero quindici di Endóre, la rivista della Terra di Mezzo diretta da Franco Manni che, in una forma o nell’altra, da ormai 19 anni (ma sono 20 se si calcola il lavoro precedente!) mantiene accesa la fiaccola tolkieniana in Italia. Endòre esce una volta all’anno, è passata dal formato cartaceo a quello online dal numero 11. Contiene tutto quello che vorreste sapere sull’autore del Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien: recensioni, articoli, giochi, fan fiction e una bibliografia particolarmente curata e aggiornata. Ancora una volta abbiamo la possibilità di gustarci il consueto mescolarsi di articoli giocosi e saggi approfonditi (e anche qualche saggio allo stesso tempo giocoso e approfondito) e segnaliamo con orgoglio la presenza tra gli autori di alcuni nostri soci, come la presenza di resoconti delle nostre attività del Gruppo di Studio su Tolkien e del Tolkien Seminar di Modena e il resoconto della manifestazione The Return of the Ring organizzata dalla Tolkien Society inglese che si è tenuta alla Loughborough University in Inghilterra dal 16 al 20 agosto 2012. Molto interessante la sezione “articoli”, con importanti saggi di Tom Shippey, Thomas Fornet-Ponse, lo stesso Franco Manni e Ronald Hutton. Il contributo di quest’ultimo è stato al centro di alcuni dibattiti internazionali e ha suscitato molto reazioni, tra cui i contributi importantissimi di Nils Ivar Agoy e della “nostra” Verlyn Flieger, proprio nel Tolkien Seminar del 2012. Ricca anche la sezione delle “recensioni”, che ci riguarda da vicino: oltre al film di Peter Jackson, sono oggetto di valutazione, infatti, gli ultimi due contributi del Gruppo di Studio alla collana Marietti su Tolkien e dintorni: da segnalare soprattutto la  recensione dell’edizione inglese della La Falce Spezzata per la casa editrice Walking Tree, redatta da Patrick Curry. Ve ne diamo un assaggio con l’indice:

Tolkien e dintorni, ecco il nuovo libro Marietti

Tolkien a Moseley BogSe c’è un merito indiscusso e indiretto per i film di Peter Jackson è quello di far scoprire le opere di J.R.R. Tolkien a molti nuovi lettori. Ma sia questi che i vecchi lettori a volte sentono la necessità di approfondire la conoscenza dell’autore, magari su alcuni aspetti o da punti di vista inconsueti. Anche in Italia, nella povertà assoluta dell’offerta critica, è da un po’ di tempo disponibile una collana di letteratura secondaria che si avvicina allo scrittore inglese da un punto di vista accademico, nata proprio per permettere ai lettori italiani di accedere ai testi dei migliori studiosi stranieri. È la collana “Tolkien e dintorni” della casa editrice Marietti 1820, che proprio oggi ha pubblicato l’ultimo lavoro dedicato all’autore del Signore degli Anelli. La novità è doppia, visto che il volume è il frutto di un Gruppo di Studio che per due anni ha riunito critici, filosofi e giornalisti per analizzare molti degli aspetti dello Hobbit e scrivere i diversi saggi di questa nuova antologia, intitolata C’era una volta… Lo Hobbit – Alle origini del Signore degli Anelli. Non è una formula molto praticata in Italia, ma nei Paesi anglosassoni è diffusa, soprattutto all’università, dove Tolkien figura nei programmi accademici.

Libri: Copertina di "C'era una volta... Lo Hobbit"Pubblicato nel 1937, Lo Hobbit è sempre stato considerato dalla maggior parte dei critici un semplice racconto per bambini, il cui principale merito fu di servire da “prologo” al più noto capolavoro tolkieniano: Il Signore degli Anelli. L’antologia della Marietti vuole invece mettere in evidenza tutta la profondità di vedute e la ricchezza di stili di questo primo libro di Tolkien che, seppur diverso nel tono e nell’impostazione, merita una valutazione di ben altra portata e spessore. Gli articoli degli autori italiani sono frutto di uno studio di ricerca corale e conservano un tono divulgativo e accessibile; a questi sono affiancati saggi di critici stranieri (tra cui Verlyn Flieger, Dimitra Fimi e Bonniejean Christensen) oggi considerati tra i contributi più importanti sullo Hobbit. Arricchiscono il libro due poesie di Tolkien, rispettivamente dedicate alla figura del Drago (The Dragon’s Visit) e all’idea di fiaba (Once Upon a Time), per la prima volta pubblicate e tradotte in italiano in questo volume. Per presentarlo al meglio, ne parliamo con Claudio Testi, il direttore della collana dedicata a Tolkien e segretario dell’Istituto filosofico di studi tomistici.

Come nasce la collana Tolkien e dintorni?
Studiosi: Claudio Testi«Il tutto è iniziato nel 2004 quando, grazie al newsgroup it.fan.scrittori.tolkien entrai in contatto con una qualificata “compagnia” di esperti tolkieniani che desideravano tradurre La Via per la Terra di mezzo di Tom Shippey. Essendo io segretario dell’Istituto Filosofico di Studi
tomistici, un’associazione da sempre tesa a promuovere serie iniziative culturali anche in campi non strettamente filosofici, proposi loro di pubblicare il testo all’interno di una nostra collana filosofica che curavamo per Marietti 1820. L’“esperimento” riuscì così bene che nel 2007 inaugurammo ufficialmente la collana “Tolkien e dintorni” che a oggi annovera 11 pubblicazioni».

Qual è lo spirito che anima la collana?
«L’obbiettivo che unisce il comitato scientifico è quello di presentare Tolkien non solo come autore fantasy per ragazzi, ma soprattutto come un classico della letteratura. L’Italia è stata fortunatamente tra i primi paesi in cui è stato tradotto il Signore degli Anelli: purtroppo però Tolkien è diventato subito oggetto di un dibattito di natura politica, che ha grandemente danneggiato la ricezione di questo autore. È però un dato di fatto che nessuno studio critico fondamentale (ad eccezione di Tolkien Autore del Secolo, curato nel 2003 da Franco Manni, il massimo esperto italiano della materia per l’editore Simonelli) sia stato fatto conoscere al pubblico italiano prima della nostra collana. Come può uno studioso dirsi tale se non ha presenti gli studi di Verlyn Flieger, Tom Shippey o Brian Rosebury (per fare solo alcuni nomi)? Sarebbe come, scusate se scendo nel mio campo specifico, dirsi esperto di Tommaso d’Aquino senza avere letto Étienne Gilson! Se li si ignora (più o meno colpevolmente), si ha solo l’alternativa di rinchiudersi all’interno di un circuito autoreferenziale. Quello che dico, il lettore italiano lo può banalmente constatare sfogliando molti “studi” italiani su Tolkien, in cui di solito oltre il 80% dei riferimenti bibliografici sono verso scritti italiani, per lo più ultra datati. Solo uscendo dal questo provincialismo si potrà rendere giustizia alla grandezza universale di un autore come Tolkien, e sperare di trovarlo sempre più studiato nelle scuole o le università del nostro Paese».

La collana ha anche prodotto altre iniziative, non è vero?
«Certamente. Dopo aver tradotto i primi testi, abbiamo deciso di promuovere un Gruppo di Studio che, a cadenze trimestrali, si ritrova per approfondire (di solito per un biennio) un certo tema tolkieniano: la serietà dell’iniziativa è tale che ha avuto anche il patrocinio della Tolkien Society inglese. L’obbiettivo del gruppo di studiosi è quello di pubblicare i risultati di queste ricerche in team. Ad oggi i testi di questo tipo pubblicati nella collana sono due, uno addirittura tradotto in inglese, prima volta per un testo italiano: si tratta della Falce Spezzata – morte e immortalità nelle opere di J.R.R. Tolkien, edito dalla prestigiosa Walking Tree Publisher. Io ed alcuni degli autori abbiamo avuto il privilegio di essere ospitati quest’anno in Gran Bretagna per presentare il lavoro in inglese davanti a molti dei maggiori studiosi anglosassoni. Non solo, ma nel 2010 l’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e l’Associazione romana studi Tolkieniani (“massicciamente” presente in queste attività) hanno organizzato un convegno internazionale su “Tolkien e la Filosofia”, che per la prima volta ha visto intervenire in Italia studiosi del calibro di Shippey e Flieger».

Qual è la novità dell’ultimo volume, “C’era una volta… Lo Hobbit”?
Libri: Copertina di "C'era una volta... Lo Hobbit"«È il primo volume italiano esclusivamente dedicato al libro “Lo Hobbit”. Credo che la sua novità sia nella “varietà” e “unità” degli interventi; questo rispecchia in realtà il lavoro in team che ci ha coinvolto per due anni. Anche i tre saggi tradotti (dei veri classici su tema, scritti da Flieger, Fimi e
Christensen) si inquadrano perfettamente nell’insieme, che è diviso in due parti (“La fiaba” e “I personaggi”). I curatori del testo hanno poi fatto un lavoro eccellente: è sempre più raro trovare un volume con una bibliografia complessiva e un indice analitico così ben strutturati».

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Ci sono anche degli inediti di Tolkien. Perché sono state scelte due poesie?
«L’idea è stata di Roberto Arduini, che con grande competenza e intelligenza ha segnalato queste due “chicche” tolkieniane le quali, sebbene poco conosciute, erano perfettamente “in tema” con il resto del volume: basti pensare che si intitolano La visita del drago e C’era una volta. Non è poi stato facile ottenere il placet della Tolkien Estate a tradurle: ma anche questa volta, forse anche grazie all’eccellente lavoro da noi già svolto per La trasmissione del pensiero e la numerazione degli elfi, ci hanno accordato il permesso alla traduzione».

Avete altri progetti in cantiere?
«Certo, ma non posso svelarvi tutto ora! Posso solo dire che continueremo nel solco tracciato in questi anni, nella speranza di poter contribuire, nel nostro piccolo, a far amare nella sua complessità e grandezza l’opera di Tolkien, magari sfruttando l’attenzione mediatica che i tre film di Peter Jackson ci potrà dare. Abbiamo, però, in serbo una sorpresa che presto potremo annunciare. E lo faremo per la gioia dei lettori di questo sito».

Almeno una cosa ce la potete anticipare?
Evento presentazione libro a Modena«Va bene, solo una per ora! A Modena, lunedì 17 dicembre, alle ore 20.45, il nostro Istituto Filosofico di studi Tomistici, insieme con il Victoria Cinema e la libreria Mondadori, ha organizzato una presentazione di quest’ultimo volume, “C’era una volta… Lo Hobbit”. Per l’occasione avremo l’onore di conversare con Wu Ming 4 sulla fiaba più famosa di Tolkien, che per allora sarà anche un film. La serata ha lo scopo di far conoscere il libro di Tolkien per poter apprezzare pienamente il film di Peter Jackson. L’appuntamento è alla libreria Mondadori al Cinema Victoria, in via Ramelli a Modena. Ma sarà la prima, altre ne terremmo in tutta Italia e alcune subito dopo le feste natalizie. Continuate a leggere questo sito se vorrete sapere le date esatte!».

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Ecco anche i dati essenziali dell’ultimo volume:
C’era una volta… Lo Hobbit – Alle origini del Signore degli Anelli
Con due poesie inedite di J.R.R. Tolkien
Casa editrice Marietti 1820 (Genova-Milano, 2012), pp. 312
Prezzo: 22 euro
ISBN 978-88-211-9167-1

– vai al sito dell’Istituto filosofico di studi tomistici
– vai al sito della casa editrice Marietti 1820
– vai al sito della Tolkien Estate
– vai alla Pagina Facebook della
presentazione libro a Modena

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Dalla Games Workshop Lo Hobbit in miniatura

Copertina Games Workshop Lo HobbitSe ne parlava già da un po’ nel gossip dei siti non ufficiali dedicati al mondo della Games Workshop, ora, appena prima dell’uscita del film, è finalmente uscito il gioco di battaglie per miniature dedicato alla nuova trilogia di Peter Jackson. The Hobbit, un unexpcted journey rispolvera lo strategico dedicato al Signore degli Anelli con una nuova scatola, nuovi personaggi e nuovo starter set. Era ora, dicono gli appassionati, perché la vecchia scatola suonava ormai un po’ datata, dedicata com’era alle Miniere di Moria, con tanto di compagnia dell’anello impegnata nel combattere orde di orchetti e farsi strada nelle viscere della fortezza nanica.

Regolamento scatola "Lo Hobbit"Per chi non ha mai sentito parlare dell’hobby di Games Workshop, ecco un breve riassunto: dopo Warhammer Fantasy e Warhammer 40.000, simulazioni di battaglie con miniature rispettivamente ambientate nel fantasy e in un lontano futuro, l’azienda di Nottingham nel 2001 acquistò i diritti della trilogia e lanciò il gioco originale, uno strategico che mirava a unire le varie caratteristiche dei suoi due Warhammer. Ecco dunque una nuova ambientazione fantasy, la terra di mezzo di Tolkien, la possibilità di inscenare piccole schermaglie con poche miniature, tipo il rapimento di Merry e Pipino o lo scontro di Colle Vento, ma anche di riprodurre le grandi battaglie della seconda e della terza era, con grandi eserciti di uomini, nani, elfi e orchi tutti fedelmente ispirati all’opera di Jackson ma anche, in alcuni casi, direttamente al lavoro di Tolkien. Il tutto, ovviamente, dipinto. Già, perché prima di arrivare al gioco vero e proprio, la parte preponderante dei prodotti GW è la pittura. Le miniature di plastica, ed ora anche in resina, vanno tutte dipinte con pennelli e colori dedicati, venduti ovviamente separatamente. Un vero e proprio business, ma anche un appassionante hobby che ha creato scuole di pittura e indubbi capolavori su piccola, piccolissima scala.

Games Workshop: i TrollsE dunque arriviamo a The Hobbit. Il nuovo starter set s’intitola Fuga dalla città dei goblin e riproduce le gesta della compagnia di Thorin alle prese con maree di mostriciattoli capitanati da un orrido quanto gigantesco re. La filosofia resta la stessa degli altri giochi GW: una forza di elite basata sui ‘pochi ma buoni’, i nani più Bilbo e Gandalf (e Radagast nell’edizione limitata), contro uno schieramento di massa ispirato a ‘l’unione fa la forza’, in questo caso i goblin. Oltre alle miniature, che riproducono in modo impressionante gli attori del film, la scatola propone un intreccio di passerelle cadenti che fanno da scenario alla fuga della compagnia. E poi l’immancabile manuale di gioco, i dadi e i misuratori di distanze. Il tutto, come detto, da dipingere con santa pazienza e passione. Poche le modifiche regolamentari rispetto al gioco originale: gli eroi possono compiere ancora più gesta eroiche, il che renderà un piacere manovrare i vari Thorin e Gandalf, semplicemente inarrestabili tra combattimenti e
magie. Poteri controbilanciati dalle nuove attività dei mostri, che ora possono anche sollevare i malcapitati avversari e scagliarli fuori dal tavolo, nei simulati abissi della montagna solitaria.

Games Workshop: una partita al gioco "The Hobbit"Inevitabile il giudizio finale. Il grado di dettaglio raggiunto nella scultura delle miniature è impressionante, dipingerle è abbastanza semplice (se non si è troppo esigenti) grazie alle guide presenti nel manuale ma anche on line. Il gioco in sé è piuttosto intuitivo, per provarlo basta andare in uno dei negozi GW sparsi in tutta Italia e farsi una rapida partita dimostrativa con i manager, sempre molto disponibili. Resta l’amaro in bocca per l’elevato prezzo raggiunto sia dalla scatola (100 euro per la limited edition) sia per le confezioni aggiuntive che permetteranno la creazione degli eserciti. Tutto molto bello per chi ama le miniature, non proprio un toccasana in questi magri tempi di crisi. Però, vista l’uscita in concomitanza con il Natale, può diventare un regalo diverso dal solito. E poi volete mettere la soddisfazione di collezionare e dipingere la propria armata di Rohan, magari facendola scontrare con gli orchi di Saruman nella ricostruzione del fosso di Helm?

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«Lo Hobbit? Più che Tolkien è tecnologia»

Libro: Dictonnaire Tolkien di Vincent FerréCi sono alcuni dettagli che mostrano l’influenza di un autore aldilà del solo numero dei suoi lettori: possono essere seminari, conferenze o associazioni di appassionati che si dedicano a lui. Possono essere libri, saggi, studi sulla sua opera e la sua carriera. Tutto questo denota un riconoscimento e un interesse che non è alla portata di tutti gli scrittori. Mostrare questo interesse e spiegarne le motivazioni è esattamente lo scopo del Dictionnaire Tolkien, un libro, o, più precisamente, un dizionario enciclopedico che ha visto la partecipazione di oltre 60 persone per un periodo da fine del 2008 all’estate 2012. La casa editrice Cnrs Editions lo ha inserito in una collana di dizionari in cui sono usciti in contemporanea anche volumi dedicati a Gustave Flaubert, Alexandre Dumas e André Malraux e J.R.R. Tolkien, per presentare «la migliore ricerca francese ed europea, risultata da convegni, università e centri d’eccellenza che trasmettono l’avanzamento della conoscenza presso il grande pubblico». Appena uscito in lingua francese, in circa 340 voci (oltre 600 pagine) è la fotografia di tutto il mondo immaginario di Tolkien e in parte della sua biografia, vale a dire, il mondo secondario e il mondo primario. Oltre le voci e la presentazione, il dizionario è arricchito da riferimenti, fonti e suggerimenti per estendere il testo. In effetti, data la moltitudine e la varietà degli autori, nelle voci vi è una notevole differenza che va da quelle che hanno appena alcuni paragrafi a quelle di più pagine e da un solo redattore fino a un intero gruppo. Un elenco di autori e delle aree studiate è disponibile sul sito internet del direttore di questo libro, Vincent Ferré. È importante chiarire una cosa: questo libro non è una traduzione di un testo inglese, è un testo scritto da autori francofoni per i lettori francofoni ed è quindi un sorprendente riconoscimento ai redattori, ai nomi dei relatori delle conferenze di Rambures (2008) e Cerisy (2012) e degli altri autori di libri su Tolkien. Dell’importanza del Dictionnaire Tolkien ci parla proprio il curatore Vincent Ferré in un’intervista esclusiva all’Associazione romana studi Tolkieniani.

L’intervista
Per quale ragione ha scelto la forma di un dizionario per approfondire Tolkien?

Vincent Ferré«L’opera di J.R.R. Tolkien è talmente ricca e, possiede così tante sfaccettature – i racconti della terra di Mezzo (che si svolgono in diversi momenti della storia e sono stati redatti in prosa o in versi, su cinque decenni) i libri per bambini, i saggi sulla letteratura, le lingue; il rapporto con i testi medievali… – che proporre diversi approcci e sguardi complementari sembra fedele allo spirito di quest’opera. In tutto, hanno partecipato, 63 autori scrivendo da 1 a 15 articoli, che discutono, si rispondono, si completano talvolta, per quanto attiene al loro argomento specifico: letteratura inglese, medievale, comparata, ma
anche filosofia o storia, ma sempre attenendosi in maniera variabile a Tolkien. Questo perché il Dizionario si avvale ugualmente di accademici e studiosi non universitari, ma che hanno lavorato su quest’autore nel corso dei loro studi (con tesi, master o dottorati) e persino di lettori di Tolkien che pubblicano da anni su internet. Anche se fuori dall’istituzione universitaria, quindi, si tratta di lavori di notevole qualità».

Potrebbe dirmi di più sul tipo di ricerca effettuata su quest’autore e la sua opera?
Convegno: "Emergence de la recherche en neo medievistique"«Tolkien ha iniziato a essere studiato all’università da qualche anno, ma gli studi pubblicati in francese restano ancora pochi. Ho dunque sollecitato tutte le persone che hanno pubblicato studi autorevoli sull’autore: Isabelle Pantin, Leo Carruthers, Anne Besson, Michaël Devaux… Tutti, con l’unica eccezione di Irene Fernandez (purtroppo) hanno potuto partecipare al Dizionario. Poi ho contattato tutte le persone di cui conoscevo l’interesse per Tolkien e i cui lavori erano conosciuti dai lettori francofoni di Tolkien. È una delle particolarità francesi in rapporto alla letteratura a far sì che molti lettori desiderosi di condividere il gusto per uno scrittore propongano, via internet, dei testi spesso molto accurati e di qualità; questo è particolarmente vero nel caso di Tolkien, per cui il primo progetto in tal senso, nato alla fine degli anni ’90, ha coinciso con lo sviluppo del web in Francia. Infine, ho contattato Thomas Honegger, professore di letteratura medievale inglese all’università di Jena (Germania) e direttore di una casa editrice svizzera [Walking Tree Publishers, ndr] che pubblica da una quindicina d’anni, in inglese, molti importanti studi su Tolkien: lavorare con questa casa editrice, all’avanguardia su tutto quello che concerne la conoscenza dello scrittore, rappresenta per me la certezza di combinare il punto di vista francofono, molto vicino al testo, e il meglio della critica anglofona».

Nel corso delle sue ricerche, che cosa l’ha colpita sulla percezione di Tolkien o al contrario su ciò che non si sa di lui?
Libro: "Dictionnaire Tolkien" di Vincent Ferré«Ciò che ci ha collettivamente colpiti è l’immagine riduttiva che viene data di questo scrittore, la cui opera è spesso ridotta a uno o due romanzi – Il Signore degli Anelli e più recentemente Lo Hobbit – sebbene essa annoveri dozzine di testi. E ci ha colpito il fatto che la sua personalità, fondamentalmente refrattaria alla “mediatizzazione” e alla celebrità, sia stata occultata da un’immagine pubblica semplicistica: il professore e il filologo, preoccupato di trovare una forma d’insegnamento il più possibile formativa per i suoi studenti di Oxford (ha insegnato per 35 anni!); il commentatore avveduto del XX secolo (delle due guerre mondiali, dell’evoluzione delle società occidentali, della corsa alla tecnologia); l’autore desideroso di combinare i suoi gusti personali per la letteratura medievale con la convinzione che la letteratura debba aiutare a vedere e comprendere il mondo… Tutte queste sfaccettature sono talvolta difficili da percepire insieme, il che spiega perché l’immagine mediatica di Tolkien sia sovente
riduttiva, dunque ingiusta».

Che cosa s’intende quando si rimprovera a Tolkien un certo conservatorismo?
Dictionnaire Tolkien«Ma chi lo rimprovera? Questa critica è abbastanza recente: in Francia risale agli anni ’80, quando un giornalista (ho ritrovato l’articolo, negli archivi del suo editore francese, Cristian Bourgois editore) scrisse che la Contea (il paese degli Hobbit) fosse un’età dell’Oro, un luogo idilliaco… Il che è ampiamente un controsenso, ma un controsenso che è stato poi ripetuto negli articoli pubblicati in seguito – si sa come nascono i cliché e i luoghi comuni nei mass media. Effettivamente Tolkien celebra la natura e le relazioni umane, in un quadro rurale preservato da una certa modernità industriale, ma nello stesso tempo, si burla degli abitanti che si rifiutano di vedere il mondo esterno, passando il loro tempo in rivalità campanilistiche, per cui la loro stessa taglia (gli Hobbit sono alti un metro) simbolizza la piccolezza morale… Tolkien è sempre nella sfumatura e nella complessità. Ora gli stessi elementi possono essere valorizzati o criticati, a seconda della tendenza politico (o dei pregiudizi) dei lettori: Tolkien è ecologista ante litteram o contro il progresso? Mi sembra che la risposta dipenda ampiamente dal lettore, che può prendere conoscenza dell’opera nella sua complessità o scegliere in maniera semplicistica di incollare un’etichetta su quest’autore. L’interesse del Dizionario di Tolkien è anche quello di permettere ai lettori, che conoscano o meno Tolkien, di farsi un’idea sulla base di elementi tangibili e fondate, aldilà dei cliché».

Secondo lei, quali sono i punti di forza e i punti di debolezza degli adattamenti di Tolkien al cinema?
Vicent Ferré«Non mi posso pronunciare su Lo Hobbit che si annuncia; l’impressione, tuttavia, è che Peter Jackson si meno interessato ad adattare Tolkien (e come potrebbe, dato che sono stati annunciati tre film a partire da un romanzo tre volte meno lungo del Signore degli Anelli?) quanto piuttosto di esplorare il mondo e le tecnologie cinematografiche che ha creato nella sua precedente trilogia. Ciò che mi rimane in positivo dei tre film diffusi nel 2001/2003, è il lavoro realizzato da Alan Lee e John Howe, artisti che illustrano le opere di Tolkien da trent’anni e che hanno messo il loro talento e la loro visione al servizio della necessaria “verosimiglianza” del mondo presentato allo spettatore. Ma il merito principale dei film è (ai miei occhi) di aver permesso a numerosi spettatori di scoprire il romanzo e, talvolta, altre opere di Tolkien (come ad esempio I Figli di Húrin)».

Perché Signore degli Anelli è diventato un fenomeno della società? È già un classico?
Convegno Francia: Charles Delattre e Vincent Ferré«Gli esperti della ricezione di Tolkien concordano nel dire che la ricchezza, la complessità delle sue opera, così come la sua “plasticità”, è il segreto del suo successo: i testi di Tolkien sollecitano l’attività creatrice del lettore, sia sotto forma di racconti (numerosi fan hanno
scritto racconti che si svolgono in questo universo), sia di illustrazioni o di attività ludiche (giochi di ruolo, videogiochi…). Inoltre, Tolkien è uno dei più grandi “traghettatori” del XX secolo: permette ai lettori di accedere a un’eredità “europea”, rimaneggiata nella sua opera, combinando letteratura medievale e letteratura antica, le fiabe e l’eredità romantica. I lettori sentono l’autenticità di questa profondità storica e letteraria. E, nello stesso tempo, la letteratura dell’immaginario (il fantasy nel caso di Tolkien) resta un genere al margine, fatto per piacere ai lettori perché fuori dall’istituzione scolastica e universitaria. In realtà, Tolkien non è che un classico se non in alcuni ambiti: lo Hobbit è un classico della letteratura per ragazzi. Il Signore degli Anelli è un classico del fantasy, ma nello stesso tempo egli è apprezzato e ormai insegnato nella scuola secondaria, nei licei, nelle università, leggere Tolkien permette al lettore di essere libero di dare il proprio giudizio, senza alcuna prescrizione esterna».

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“The fall of Arthur” di J.R.R. Tolkien è ufficiale

Dipinti: La notizia, anche se solo in sordina era già trapelata e anche noi ne avevamo parlato nel luglio scorso. Ora però è ufficiale: sia la HarperCollins Publishers che la sua “sorella Usa”, la Houghton Mifflin Harcourt, pubblicheranno un nuovo inedito di J.R.R. Tolkien nel 2013. La novità è che “The Fall of Arthur” sarà sicuramente nelle librerie dalla primavera prossima, precisamente il 23 maggio 2013 (e ne sono già state annunciate le traduzioni in francese e spagnolo). Ci sono alcuni dettagli in più, e alcune smentite, rispetto alla notizia di luglio. Tutto è iniziato quando Christopher Tolkien, figlio di John Ronald Reuel ed esecutore letterario delle sue opere, si è presentato alla casa editrice a Londra. «Credo che vi potrebbe interessare pubblicare questo», ha detto al direttore editoriale Chris Smith, mostrando un manoscritto. «Si intitola: La caduta di Artù». Un poema inedito, non concluso, di circa mille versi, ispirato da un quadro del pittore inglese John Mulcaster Carrick, in cui si vede il mitologico sovrano a terra, sollevato per un braccio da un cavaliere. Entrambi sono rivolti verso il mare dove una nave si allontana confusa nelle nebbie del tramonto. Non è chiaro se Artù sia ancora vivo.

Cavalieri di Rohan: un nuovo videodiaro

Videogiochi: La casa di produzione di videogiochi Turbine ha rilasciato un nuovo diario degli sviluppatori di Lord of the Rings Online: Riders of Rohan, la nuova espansione del gioco di ruolo online ufficiale della trilogia di Tolkien (cioè un MMORPG: Massively Multiplayer Online Role-playing Game). Di Lord of the Rings Online abbiamo già parlato in passato. Riders of Rohan espande il mondo online della Terra di Mezzo in cui i giocatori dovranno unire le loro forze per cavalcare nelle pianure di Rohan. La nuova espansione includerà un incremento del limite raggiungibile dei livelli (il level cap), l’inclusione di luoghi come Amon Hen e la foresta di Fangorn, il nuovo sistema di combattimento a cavallo (Mounted Combat system) e molto altro ancora.

Lego Signore degli Anelli: trailer e cover

Videogiochi: copertina di Lego - The Lord of the Rings L’attesa per i film di Peter Jackson è l’occasione per tutta una serie di iniziative collaterali. Ora è la volta dell’epica tolkeniana rivisitata in chiave Lego: come mai non ci avevano pensato prima? Il videogioco, dal titolo LEGO: Il Signore degli Anelli, è basata sull’opera principale dello scrittore J.R.R. Tolkien, uscirà in autunno ed ecco svelate le nuove immagini delle copertine ufficiali delle varie versioni del gioco. Come accaduto con tutti gli altri giochi LEGO, il titolo sarà disponibile per tutte le piattaforme.

Videogiochi: altra copertina di Lego - The Lord of the Rings Il videogioco uscirà in autunno e permetterà di vivere una nuova ed intensa avventura nella Terra di Mezzo con uno stile appassionante ed allo stesso tempo molto divertente come non si è mai visto in questa saga, fornendo un titolo adatto a tutti. Lo stile particolare di questa avventura è in linea coi precedenti titoli dello stesso genere, grazie al lavoro del team TT Games, artefice di quasi tutti i titoli del brand LEGO. Le diverse copertine sono tutte uguali: su tutte c’è la Compagnia dell’Anello in bella mostra. Il gameplay vero e proprio della saga, visti gli altri titoli LEGO e come si può vedere dal trailer, avrà quell’atmosfera ironica e sarcastica tipica dei titoli che ci hanno tenuto compagnia in questi anni.

Videogiochi: copertina completa di Lego - The Lord of the Rings Non si conosce, invece, se la trama del gioco seguirà l’opera di Tolkien o l’adattamento cinematografico dei tre film di Peter Jackson. Forse, LEGO: Il Signore degli Anelli ripercorrerà nello specifico solo uno dei tre film? Dopo l’annuncio ufficiale del gioco avvenuto qualche mese fa, è stato possibile ammirare il futuro gioco con un trailer ufficiale diffuso nel corso della GamesCom 2012 di Colonia, ma anche con una immagine raffigurante i principali protagonisti della serie ricreati in stile LEGO. LEGO: Il Signore Degli Anelli sarà disponibile nei negozi questo autunno su piattaforme PC, PlayStation 3, Xbox 360, Wii, DS, 3DS e PS Vita.

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La Filosofia del fantastico in libreria

Libro: Filosofia del Fantastico - Cesare CatàÈ appena uscito in libreria un libro interessante, Filosofia del Fantastico. Escursione tra i Monti Sibillini, l’Irlanda e la Terra di Mezzo (Il Cerchio – collana Fantàsia, 248 pagine, 20 euro). Il libro è il frutto delle riflessioni nate durante le giornate di studio al Montelago Celtic Festival, svoltesi dal 5 al 6 agosto 2011, sull’altopiano di Colfiorito, località Taverne di Serravalle (Macerata). L’evento è dedicato alla cultura e alla musica celtica in Italia, l’anno scorso ha visto la presenza di ben 15mila persone, e ne abbiamo parlato qui. L’autore Cesare Catà, responsabile culturale proprio del Festival, è uno studioso che si occupa di filosofia (Filosofia Rinascimentale, Estetica ed Ermeneutica) e letteratura inglese (soprattutto Shakespeare, John Keats, Jane Austen, William B. Yeats, J.R.R. Tolkien, Dylan Thomas). E ne volume ha voluto unire tutti i suoi interessi, in una visione che potesse abbracciare i luoghi enunciati nel sottotitolo.

Inizia così un viaggio alla scoperta del significato filosofico dell’universo fantastico, delle creature fatate e dell’immaginario umano. Un viaggio che, simile a un’escursione montana, parte dalle cime fitte di leggende dei marchigiani Monti Sibillini per attraversare gli incanti dell’Isola d’Irlanda e giungere nella Terra di Mezzo narrata ne Il Signore degli Anelli. Nel prendere in esame il vasto bagaglio leggendario delle Marche comparandolo con la tradizione fiabesca irlandese e l’universo tolkieniano, Catà ci conduce verso il senso filosofico che soggiace alle tradizioni popolari e alla cultura fantasy.

In una prospettiva molto legata alla cultura junghiana, vengono esaminati gli esseri fantastici – come le Fate e i Folletti – del cosiddetto “Piccolo Popolo”, con particolare attenzione ai bacini mitologici delle Marche, dell’Irlanda e alle loro possibili comparazioni. Da notare l’ultimo capitolo, che si incentra sui significati filosofici del Signore degli Anelli, sottolineando il legame di Tolkien con le tradizioni fiabesche popolari e la tradizione romantica e “visionaria” della letteratura in lingua inglese, da William Shakespeare, William Blake, fino a Dylan Thomas.

 

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Pubblicata una nuova traduzione de Lo Hobbit

LoHobbit copertinaSarà il caldo, sarà l’imminente arrivo del primo dei due film dedicati da Peter Jackson allo Hobbit, ma dopo anni di calma piatta ecco che la Bompiani, la casa editrice che detiene i diritti di pubblicazione delle opere di J.R.R. Tolkien, edita una nuova traduzione dello Hobbit. Messa in soffitta la ormai storica traduzione di Elena Jeronimidis Conte (di quasi 40 anni fa!), che la casa editrice aveva ricevuta in eredità dalla Rusconi, a sua volta su concessione della Adelphi, ecco un nuovo testo italiano ad opera di Caterina Ciuferri, con la supervisione di Paolo Paron per la Società Tolkieniana Italiana. Era proprio ora che, dopo anni di silenzio, si mettesse mano alle traduzioni di Tolkien, che avrebbero bisogno di essere aggiornate. Uscita il 20 giugno, per ora la nuova traduzione è presente solo nella versione economica, all’interno dei Grandi Tascabili Bompiani. Il volumetto presenta le belle mappe dell’autore e le illustrazioni di Alan Lee (prezzo di copertina di 11 euro, ma su internet già si trova a 9,35). Questa nuova traduzione sostituirà anche quella presente nella edizione de Lo Hobbit Annotato da Douglas A. Anderson, la cui edizione del 2003 è stata curata da Oronzo Cilli, ma con note e apparati di Raffaella Benvenuto e Lorenzo Gammarelli. Il nuovo volume sarà in libreria in concomitanza con l’uscita del film nelle sale. Ultima curiosità: insieme a Lo Hobbit è stata pubblicata una ristampa economica del Signore degli Anelli diviso in tre volumetti, che è identica alle precedenti, ma che ha il pregio di avere in copertina i disegni originali dell’autore.

La Falce Spezzata pubblicata inglese!

Copertina di The Broken Scythe«Questa raccolta di saggi di studiosi italiani punta a colmare una lacuna della critica internazionale. I nove saggi, introdotti dalla Prefazione Verlyn Flieger, sono il risultato di un progetto biennale interdisciplinare che si è concentra sul tema della morte e l’immortalità nelle opere di J.R.R. Tolkien e di fornire un’esplorazione affascinante e sfaccettata a un aspetto che lo stesso autore riteneva fondamentale». Per riempirci d’orgoglio sono sufficienti queste parole che annunciano la traduzione in inglese del nostro lavoro, Falce Spezzata – Morte e immortalità in J.R.R. Tolkien, da parte dei tipi della Walking Tree, nella più prestigiosa collana internazionale di studi delle opere dello scrittore inglese. Segno questo che il lavoro serio, per quanto silenzioso, ha sempre un suo profondo e autentico valore che, presto o tardi, viene sempre riconosciuto.

Abbiamo lavorato tantissimo, abbiamo studiato, abbiamo impegnato energie e fondi, ma avere in mano l’edizione inglese ripaga tutto. Insiema all’Istituo filosofico di studi tomistici di Modena è dal 2005 che siamo impegnati ad approfondire in maniera scientifica le opere di Tolkien e a tradurre i migliori studi pubblicati a livello mondiale, ospitati dalla casa editrice Marietti nella collana “Tolkien e dintorni”. Poi il Gruppo di studio, da noi informalmente coordinato, ha prodotto in maniera quasi naturale uno studio su un aspetto poco analizzato anche all’estero: la morte e l’immortalità nelle opere tolkieniane.

Eppure, era stato lo stesso autore a indicarlo. Qual è il tema centrale del Signore degli Anelli? Tolkien ha risposto: «Nemmeno il potere o il dominio sono il vero nocciolo della mia storia. […] Il tema centrale per me riguarda qualcosa di molto più eterno e difficile: morte e immortalità». Le prime confuse idee, anche tra loro incoerenti e che in gran parte verranno rigettate, sono esposte per la prima volta nel Book of Lost Tales (1917-20) e nelle prime versioni dei poemi su Túrin, Beren e Lúthien (1920-25). La dettagliata analisi offerta dai saggi consente di comprendere quanto il tema della morte e dell’immortalità (il cui apice fu raggiunto negli anni 1957-60) sia centrale per comprendere l’opera tolkieniana nel suo complesso: il suo autore continuò a «filosofare e a scrivere sulla longevità» sino al termine della propria esistenza. Di tutto questo parlerà anche la presentazione dell’edizione inglese che l’Associazione romana studi Tolkieniani terrà a The Return of the Ring, il prossimo convegno internazionale organizzato in Inghilterra dal 16 al 20 agosto 2012.

Così anche i lettori all’estero possono saperlo.

Grazie a tutti gli “studiosi italiani” che ormai sono diventati grandi.

 

 

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Lo Hobbit a fumetti: ecco le nuove immagini di Wenzel

Autoritratto del disegnatore David T. WenzelDavid Wenzel lesse per la prima volta Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien mentre era al college. Cosa c’è di diverso dall’esperienza di molti altri studenti? «Mi coinvolse fino al punto che mi misi a fare schizzi di tutti quegli eventi meravigliosi. Alla fine, dedicai tutto il mio ultimo anno di college a illustrare Lo Hobbit», ha rilevato Wenzel in una recente intervista. Fu quasi un’ossessione che permise così a Wenzel di emergere dalla massa degli appassionati di Tolkien che frequentavano l’università fino a farne una professione. La manifestazione che si è tenuta a Worcester (Inghilterra), That’s Entertainment, tutta dedicata al mondo del fumetto, è stata l’occasione per avvicinare Wenzel e rievocare quei momenti e annunciare una novità.

Lo Hobbit, cinque libri tratti dal film di Peter Jackson

Riunione brain stormingCinque capoccioni e una rapa. Intorno a un tavolo tutti devono aver passato ore a fissarla. Poi uno dei grandi capi ha preso il suo telefonino di ultima generazione e, flash!, ha immortalato l’ortaggio. Orgoglioso, tra lo stupore degli altri, ha esclamato: «Venderò le sue fotografie!». Dopo un po’, il secondo capoccione, squadrando la rapa, ha riempito un foglio con pochi tratti di carboncino. «Noi venderemo il suo autografo!», ha esultato tra gli sguardi torvi degli altri. Un altro, con un gesto d’istinto, si è alzato e ha staccato una foglia all’ortaggio: «Questo andrà all’asta!». Rosso in viso, un dei due capoccioni rimasti ha urlato: «Allora, noi venderemo l’essenza, sì: la fragranza della rapa!». Per evitare le convulsioni, l’ultimo dei grandi capi si è alzato in piedi e, deglutendo, ha detto: «Va bene. Noi venderemo i fax con la sua immagine»…