Dozza, ecco il programma di Fantastika

Rocca di DozzaL’edizione 2024 di FantastiKa, biennale d’arte e illustrazione fantastica, che si terrà a Dozza (BO) il 21 e 22 settembre prossimi, sarà tra le più ricche di sempre. A dieci anni dalla prima edizione, e in corrispondenza del compleanno di Bilbo e di Frodo, gli appassionati di arte e cultura fantasy potranno godere di una due giorni straordinaria, con incontri, mostre, conferenze, premiazioni, workshop, cosplaying, concerti, dimostrazioni di arceria, sessioni di gioco di ruolo, che riempiono il denso programma del festival. Tutto questo ovviamente potendo usufruire degli stand gastronomici e dei mercatini artigianali lungo le vie del borgo medievale.

Nel ricchissimo programma che invitiamo a consultare per intero, si possono segnalare alcuni eventi particolari. Per quanto riguarda l’arte, l’illustrazione e la calligrafia, segnaliamo in particolare il workshop di illustrazione fantastica tenuto dalla socia AIST Marika Michelazzi, e quello di scrittura elfica con il nostro socio Roberto Fontana, nonché la grande mostra che centra il tema della manifestazione di quest’anno, Draconis Forma, Mythomorphosis: Draghi ed elfi, come li vedo io. Sul medesimo tema si terrà una sessione di incontri introdotti dalla socia Lisa Emiliani: I draghi di Nausicaa e Dragon Trainer, con Francesco Filippi; I draghi nelle leggende del Nord Italia, con Francesca D’Amato; e I draghi di Dune, con il traduttore e presidente AIST Stefano Giorgianni.

Ancora, dall’incontro tra arte e letteratura, il format “Parole dipinte”, con tre incontri tenuti da altrettanti soci durante i due giorni del festival, intorno a tre ritratti di personaggi tolkieniani realizzati da Ivan Cavini, il mentore di Fantastika. Si comincia con Lo specchio di Galadriel, raccontato da Elisabetta Marchi; per proseguire con L’orrore di Morgoth, raccontato da Barbara Sanguineti; e concludere in Dialogo con Gollum, tenuto da Wu Ming 4. Va segnalata anche la conferenza che terrà Roberta Tosi dal titolo: Quando i mostri erano nemici degli dei: il bestiario tra Aldrovandi e Tolkien; al quale si aggiungono le presentazioni del libro del socio Paolo Nardi, Tempo, trascendenza e destino nell’opera di Tolkien (Fede e Cultura, 2024) e la presentazione del nuovo numero della rivista “I Quaderni di Arda”, fresco di stampa. 

E ancora le sessioni di giochi di ruolo tenute da Black Isle Society, insieme ai dibattiti sul ruolo sociale dei giochi di ruolo (Simone Errani e Andrea Cavini) e il racconto di come un gioco di ruolo possa diventare una saga di romanzi (Ivan Sgandurra e Lorenzo Pierangeli). Non mancherà, vista la vicinanza temporale e il tema caldo, un incontro sulla serie Amazon Gli Anelli del Potere, a cura di Paolo Nardi, ma anche la presentazione del Sir Gawain e il Cavaliere Verde, con il traduttore Luca Manini: Gawain, un cavaliere tra caos e cosmos. Infine vanno annunciate due anteprime nazionali. La prima è quella del documentario 1998-2023 Area Performance Silver Anniversary: the storycon, con Emanuele Vietina, e gli artisti di LuccaComics&Games. La seconda è quella della nuova traduzione dello Hobbit, con Wu Ming 4 e ancora Emanuele Vietina, e con le letture di alcuni passi del romanzo realizzate dal doppiatore Riccardo Ricobello. 

Ma ci sarà anche la consegna dei draghi d’oro da parte degli organizzatori del festival e dei rappresentanti dell’amministrazione comunale, come già era stato nella precedente edizione, il premio per le personalità che hanno dato un particolare contributo alla diffusione del fantasy in Italia. Quest’anno tocca alla scrittrice, giornalista e radioconduttrice Loredana Lipperini, al traduttore e saggista Edoardo Rialti, all’illustratore e pittore Vittorio Bustaffa, al character desgner e animatore Sandro Cleuzo. Ciascuno dei premiati terrà anche nei due giorni una propria conferenza. E ancora ci saranno ulteriori workshop, firmacopie di artisti, incontri con illustratori e illustratrici, un concerto dell’Arthuan Rebis Duo, visite guidate alle mostre personali e collettive, tavole rotonde, sfilate di cosplayer. Gli incontri si terranno tra la Rocca, il Teatro comunale e la Tana del Drago (museo e sede AIST), ma tante attività si svolgeranno anche per le strade e i vicoli del borgo.

Se ne vedranno e sentiranno delle belle. Qui il programma completo.

Ci si vede a Dozza, il 21-22 settembre.

ARTICOLI PRECEDENTI:
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito ufficiale di Fantastika
– Vai alla pagina facebook Centro Studi – la Tana del Drago
– Vai al sito ufficiale della Fondazione Dozza Città d’Arte
– Vai al sito di Ivan Cavini

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The War of the Rohirrim: esce il primo trailer

RohirrimÈ uscito il primo trailer dell’attesissimo film The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim. Si torna così nella Terra di Mezzo al cinema con il film di animazione previsto per il prossimo dicembre anche in Italia. Ma, soprattutto, torna nella Terra di Mezzo Peter Jackson, che ha curato ben due trilogie di successo tratte dalle opere di J.R.R. Tolkien. Ecco cosa dice il comunicato stampa ufficiale che lo annuncia.

Germania, la messa è col Signore degli Anelli

Nikolaikirche di EisenachSabato 24 agosto 2024 la comunità Eisenach Nikolai, in Turingia (Germania), invita i propri fedeli ad un altro “servizio fantastico”. Dopo un incontro dedicato alla Compagnia dell’Anello, il focus questa volta è sul secondo volume “Le Due Torri” della trilogia del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien (1892 – 1973), annunciato in anticipo dal pastore Armin Pöhlmann. Le riflessioni della funzione religiosa luterana avranno tematiche e brani tratti da libro.

Le lingue di Tolkien al Michaelmas Club

Exeter CollegeUn articolo del Telegraph dello scorso 24 giugno riporta una sorprendente scoperta effettuata dal professor Simon Horobin mentre svolgeva alcune ricerche negli archivi del Magdalen College di Oxford per il suo libro C.S. Lewis’s Oxford, uscito a maggio per le edizioni della Bodleian Library. Fra i documenti ospitati dagli archivi del college, dove  C.S. Lewis insegnò fra il 1925 e il 1954, si trovano anche i verbali del Michaelmas Club, fondato nel 1928 e composto da studenti e da alcuni professori, fra cui lo stesso Lewis. L’analisi di questi documenti ha rivelato che, nel giugno del 1930, Tolkien fu invitato, probabilmente dall’amico C.S. Lewis, a parlare di Lingue di propria invenzione. L’importanza di ciò sta nel fatto che, finora, si pensava che Tolkien avesse parlato pubblicamente delle lingue da lui create solo l’anno successivo, quando presentò il suo saggio A Secret Vice (Un Vizio Segreto), presso un club letterario del Pembroke College.

Serie tv, gli showrunner: abbiamo improvvisato

Cop-Amazon-PrimeLa seconda stagione del Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potereè appena stato diffuso il trailer finale prima dell’inizio della serie previsto per il 29 agosto – si avvicina e si intensificano gli eventi promozionali della produzione e di tutto il cast di Amazon Prime Video. Dopo aver portato quasi tutti gli attori più importanti al Comic-Con di San Diego e aver dispensato centinaia di interviste, ora scendono in campo anche gli showrunner J.D. Payne e Patrick McKay, che però hanno ammesso candidamente quello che il pubblico ha sostenuto da anni, cioè che per quanto riguarda le opere di J.R.R. Tolkien hanno scelto la Seconda Era della Terra di Mezzo per poter improvvisare.

Da Amazon il trailer finale della 2ª stagione

AnnatarAmazon Prime ha pubblicato il trailer finale della seconda stagione del Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere che mostra la Terra di Mezzo in preda alla discordia seminata da Sauron e l’inganno e la manipolazione che portano alla creazione degli Anelli del Potere. Questo trailer si concentra, infatti, molto sul potere oscuro di Sauron e sulla guerra e distruzione che porta nella Terra di Mezzo. Alleanze improbabili si forgiano nel fuoco, e le vere amicizie sono messe alla prova. I pericoli non sono più celati dall’ombra, ma vengono rivelati alla luce del sole. Decisioni importanti spettano ai regni di Eregion, Khazad-dûm, Lindon, Númenor e alle terre intermedie, mentre la sicurezza e la pace di questi regni sono in bilico. I primi tre episodi della seconda stagione del Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere saranno disponibili in anteprima il 29 agosto 2024, seguirà poi un episodio a settimana sino al finale di stagione, previsto per il 3 ottobre 2024.

GUARDA IL TRAILER FINALE:

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GUARDA IL PRIMO TRAILER:

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GUARDA IL TEASER:

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The War of the Rohirrim: «Rimasti fedeli a Tolkien»

The War of the RohirrimLa Warner Bros. Pictures ha rivelato le prime immagini del prequel animato del Signore degli Anelli. In occasione della presentazione in anteprima di 20 minuti di The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim al Festival Internazionale del Cinema d’Animazione di Annecy, la casa di produzione statunitense ha condiviso le prime immagini ufficiali della protagonista e del villain del film prequel in veste animata della prima trilogia cinematografica di Peter Jackson.
Ma le rivelazioni sono state molte di più, soprattutto grazie al panel moderato dall’ospite speciale Andy Serkis che ha intervistato il regista e fatto un’analisi approfondita dell’attesissimo lungometraggio anime originale. AnnecyThe Lord of the Rings: The War of the Rohirrim dovrebbe arrivare nei cinema americani a dicembre di quest’anno, precisamente il 13 dicembre 2024. Così, il mondo della celebre trilogia ideata e scritta da J.R.R. Tolkien si arricchisce ancora: dopo i film e la serie TV – The Lord of the Rings: The Rings of Power, di recente produzione Amazon MGM Studios basata sui romanzi – un nuovo adattamento è pronto a far discutere gli amanti delle opere dello scrittore inglese.

A Montelago Tolkien è una realtà consolidata

MontelagoCon una media consolidata di 10mila presenze al giorno provenienti da tutta Italia ed Europa, sono stati letteralmente polverizzati i biglietti in prevendita, e all’apertura dei cancelli in poche ore si sono esauriti anche i ticket lasciati disponibili in loco per chi non è riuscito a organizzarsi prima. Insomma, oltre 48mila i biglietti staccati per l’edizione 2024 (31 luglio e 1,2,3 agosto) del Montelago Celtic Festival, giunto all’edizione numero ventuno. Sole, pioggia e grandine non hanno fermato la Città Nomade, confermandosi il festival di cultura celtica e musica folk più importante e influente d’Italia e d’Europa. Nel 2013 l’antropologo statunitense Eduardo Kohn pubblica un libro How Forest Think: Towards an Antropology Beyond the Human che avanza un’ipotesi intrigante. Tutto il vivente, non solo quello interessato dalle relazioni umane, comunica attraverso i segni. Gli alberi, gli animali, i funghi comunicano non con le parole, ma con specifici segni in risposta agli stimoli che arrivano dal proprio ambiente. Per Kohn, ciò non vuol dire calare sul mondo non-umano la capacità – quella sì, profondamente umana – di parlare attraverso un linguaggio. Il linguaggio verbale, per come noi lo conosciamo, è solo uno dei modi per rappresentare il mondo. Impulsi elettrici, campi magnetici, vibrazioni, odori, suoni, colori, consistenze – ovvero l’infinito semiotico del mondo – sono elementi di fitte reti comunicative che trascendono l’umano, ma non lo escludono: con tanta pazienza, anche l’uomo può imparare a decifrare parti di questa semiologia, anche se il Vecchio Entese, si sa, lavora su temporalità più lunghe di quelle a cui siamo abituati. È proprio alle possibilità di comunicazione tra regni diversi che vogliamo dedicare questa edizione di Montelago.

Partendo dalle creature fra le più singolari e affascinanti dell’immaginario tolkieniano, gli Ent, noti anche come Pastori degli Alberi, i Montelagorelatori della Tenda Tolkien sono chiamati a ragionare sull’originario rapporto tra uomo e ambiente, umano e vegetale, per passare agli incroci fra razionalità e magia o tra simboli e narrazioni. Agli incroci musicali, a quelli fortuiti e circostanziali più che a quelli pianificati, è dedicata la programmazione musicale, figlia di una storia mai sopita di migrazioni e comunicazioni non verbali. Al potere semiotico del silenzio, dello sguardo e del corpo sono riservati gli spazi creativi dell’Isola Balfolk e del Davo’s Stage, e anche tutto lo spazio campeggio dove, da ventuno anni ormai, si consacrano le possibilità maieutiche di incontri fuori dall’ordinario.
Questo è l’incipit della ventunesima edizione di Montelago Celtic Festival, o il Vox Populi come recita il mastro libro, in mano a tutti coloro che imboccano l’ingresso del Festival e si ritrovano dentro alla città nomade per la prima, decima o ventunesima volta. Non c’è dubbio che ogniqualvolta ci si appresta a camminare lungo il campo che costeggia il grande parcheggio e si iniziano ad intravedere i pinnacoli delle tende l’emozione cresce a dismisura, perché il popolo di Montelago, il popolo della Città Nomade, aspetta questo festival da un anno. La stessa comunità quando si devono segnare le ferie estive la prima cosa che fa è bloccare la prima settimana di Agosto, perché Montelago va vissuto a 360 gradi e non importa se non sono usciti i nomi delle band e delle novità: chi vive Montelago Celtic Festival sa che le emozioni saranno il focus principale dell’intera manifestazione.

In vendita lettere e prime edizioni di Tolkien

Asta auctionLe aste e le vendite di materiale firmato da J.R.R. Tolkien sono ormai eventi che si presentano di frequente, in particolare in occasione di ricorrenze significative legate alla vita o alla produzione editoriale del Professore di Oxford. Dopo quella di Heritage Auctions, di cui abbiamo dato conto qui, è adesso la volta di Bayliss Rare Books che, in occasione dei 70 anni dalla pubblicazione della Compagnia dell’Anello, propone, secondo la propria definizione, «la miglior raccolta giunta sul mercato da decenni».
Il materiale in vendita comprendeva prime edizioni dello Hobbit e del Signore degli Anelli, insieme a varie lettere inviate da Tolkien ad amici, all’editore Allen & Unwin e a Ken Jackson, direttore tecnico dell’adattamento musical-teatrale dello Hobbit portato sul palcoscenico nel 1967 dal coro della New College School di Oxford – Peter non è il primo Jackson ad aver a che fare con Tolkien, a quanto pare – a partire da una sceneggiatura di Humphrey Carpenter – più noto per le biografie autorizzate di Tolkien e degli Inklings – e con musiche di Paul Drayton. Tolkien stesso, che aveva autorizzato la rappresentazione, assistette insieme a Edith all’ultima replica il 17 dicembre 1967. Questa lettera (due pagine scritte a mano) è praticamente l’unica di tutto il lotto ad essere ancora in vendita, per la modica cifra di 17.862,95 euro.
I prezzi dei vari oggetti, infatti, sono lontani dalla portata del comune mortale, con le prime edizioni vendute tra i 10.000 e i 60.000 euro e le lettere tra i 15.000 e i 30.000 euro. Una prima edizione (prima edizione/seconda impressione) dello Hobbit di Tolkien che un tempo era appartenuta allo zio di Tolkien, Walter Incledon, è stata venduta per 10.108,95 euro. Pubblicata nello stesso anno della prima impressione, questa prima edizione illustrata a colori (seconda impressione in assoluto) mostrava per la prima volta la Terra di Mezzo a colori. Questa impressione è stata stampata nel dicembre del 1937 in un’edizione di 2300 copie (423 delle quali sono state distrutte nel magazzino del rilegatore, Key and Whiting, nel bombardamento di Londra del 7 novembre 1940). Si presume che il libro sia stato originariamente dato allo zio da Tolkien stesso. Walter Incledon era un mercante di Birmingham, marito di May Suffield, la sorella della madre di Tolkien. Aveva poco più di trent’anni quando nacque Tolkien, e fornì un aiuto finanziario alla madre di Tolkien e, in seguito, un sussidio a J.R.R. dopo la morte del padre. Walter in seguito regalò la copia a un amico. Il volume è stato poi conservato nella famiglia del destinatario per discendenza dal 1938. La dedica è di Walter Incledon: «CSC / da / WB Incledon. / Rottingdean / gennaio? 1938».

Il Signore degli Anelli Online: tutte le novità estive

LotroIl sogno di ogni appassionato lettore del Signore degli Anelli è di poter esplorare completamente il mondo della Terra di Mezzo. Non solo per la gloria della battaglia o per stare fianco a fianco con i più grandi eroi del regno, ma semplicemente per esplorare i suoi innumerevoli segreti e misteri. Il Signore degli Anelli Online (Lotro) è il gioco più vicino che gli appassionati possano avere per realizzare pienamente quel sogno, un MMO che ha ricevuto elogi assolutamente entusiastici dalla critica al momento della sua uscita (ben 17 anni fa!!!). Spesso considerato uno dei giochi più sottovalutati di tutti i tempi, per sempre all’ombra di MMO più grandi come World of Warcraft e Final Fantasy XIV, Il Signore degli Anelli Online è il pacchetto completo per gli amanti della Terra di Mezzo. D’altronde non è un mistero che anche Lotro sia un mmo rpg theme park orientato al pve (il nemico da battere è il computer) anche se poi il gioco aveva una piccola componente pvp (i nemici sono gli altri giocatori) che si esplicita anche nel “player versus monster” (modalità in cui si potevano prendere i panni di un cattivo quindi ad esempio che un Orchetto o un Uruk-hai). Con sette espansioni al suo attivo, ciascuna delle quali espande sempre di più il mondo della Terra di Mezzo da esplorare per i giocatori, ha superato gli eventi della Guerra dell’Anello e ha permesso ai giocatori di esplorare la Terra di Mezzo in modi nuovi e audaci. Lotro: Echoes of AngmarCon musica meravigliosa, grafica vibrante, anni di contenuti in cui immergersi, una struttura free-to-pay che accoglie nuovi giocatori e una base di giocatori dedicata che è ancora attiva oggi (circa 3700 giocatori al giorno), The Lord of the Rings Online è il videogioco definitivo del Signore degli Anelli. Per un franchise che ha visto alcuni alti davvero meravigliosi e alcuni bassi davvero orribili, The Lord of the Rings Online è una testimonianza delle vette che la serie è in grado di raggiungere se gli vengono applicati abbastanza amore e spirito.

Vanno in stampa I Quaderni di Arda n.4

Va in stampa in questi giorni il quarto numero dei «Quaderni di Arda – Rivista di studi tolkieniani e mondi fantastici», che quest’anno ha il suo focus nelle trasposizioni dell’opera di Tolkien sui mass media (Eterea Edizioni, €25, p. 403).
Quando sul finire degli anni Dieci, l’AIST immaginò di dare vita a una rivista di studi sull’opera di J.R.R. Tolkien e le sue molte influenze e diramazioni, non fu certo per competere con le più illustri riviste internazionali del settore, bensì per avere un punto di raccolta del lavoro svolto e dare a questo una periodicità. Quanto più è ampia l’accezione della parola “studi” che compare nel nome dell’associazione tanto più concreto deve essere l’approccio e possibilmente sedimentare qualcosa per chi verrà dopo di noi. Nell’epoca dei volatilissimi social media, dove è emigrata una gran parte del discorso d’occasione su Tolkien, fondare e portare avanti una rivista nel corso degli anni è un segnale in controtendenza e decisamente vintage. Scripta manent. E ogni nuovo numero non scaccia quello precedente, ma si somma allo stesso, dando conto, anno dopo anno, del nostro percorso di studi e andando a comporre una serie di prestigio. Questo è il modo di lavorare che predilige l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, e vale più di qualunque biglietto da visita o tirata autocelebrativa. In particolare nelle pagine della rivista si cerca di far dialogare tra loro studiosi e studiose di professione con chi invece Tolkien lo studia soprattutto per diletto, facendo collidere creativamente – anziché confliggere – cultura accademica e fandom.

Dozza, c’è FantastikA il 21-22 settembre

DozzaIl 21 e 22 settembre, nel borgo di Dozza, in provincia di Bologna, si terrà la settima edizione della Biennale d’Illustrazione FantastikA, l’evento che vede alla direzione culturale l’AIST fin dalla sua nascita e organizzato dalla Fondazione Dozza Città d’arte con il patrocinio del comune di Dozza. Il titolo di questa edizione è “LA FORMA DEL DRAGO” e si preannuncia davvero ricca di ospiti ed eventi. FantastikA quest’anno festeggia insieme all’AIST il suo decimo anniversario con il risveglio del gigantesco drago Fyrstan e tante attività artistiche, ludiche e culturali, sia nel castello sia in punti strategici del borgo dipinto di Dozza, tra cui il Centro Studi dell’AIST. Alto oltre 3 metri, con un’apertura alare di 10, il grande drago Fyrstan che dal 2016 riposa nella torre del castello di Dozza, finalmente sta per svegliarsi dopo un lungo sonno di due anni.

Tradusse Tolkien in Bulgaria, scompare Nikolov

Lyubomir NikolovLyubomir Nikolov è scomparso il 20 luglio all’età di 74 anni, come hanno annunciato i suoi colleghi sui social network. Era un giornalista, scrittore, traduttore e autore di numerosi romanzi fantasy, raccolte di racconti e libri per bambini. Tra gli altri, aveva tradotto le opere di Ernest Hemingway, Robert Sheckley, Frank Herbert, Stephen King, John Grisham, Khaled Hosseini: nel complesso, aveva tradotto più di 100 libri di vari generi. Oltre all’inglese, Nikolov parlava correntemente francese, italiano, spagnolo, russo, serbo-croato, tedesco e polacco. La cosa più importante per noi è però che è stato anche la persona che ha tradotto le opere di Tolkien in bulgaro e lui stesso uno studioso tolkieniano estremamente esperto.

A San Marino torna Il Raduno 2024

Torna anche quest’anno, per il suo decimo anniversario, il festival Tolkieniano “Il Raduno”. Dal 26 al 28 Luglio, nella bucolica cornice del Podere Lesignano di San Marino, gli appassionati tolkieniani potranno immergersi, dalla mattina presto fino a tarda sera, nelle atmosfere della Contea, partecipando a conferenze e laboratori tematici legati alla natura e al fantastico, visitando numerosi stand enogastronomici e artigianali, intrattendosi con i giochi dell’area games e, infine, al calar del sole, ascoltando musica folk all’interno di una vera e propria festa hobbit.

Scoperta una nuova poesia di C.S. Lewis

J.R.R. Tolkien e C.S. LewisLa ricerca sulle fonti d’archivio riserva ancora molte sorprese che possono contribuire a una migliore conoscenza degli Inklings e del loro mondo fatto di libri, relazioni personali e raffinati giochi letterari. Nei primi mesi di quest’anno, infatti, è stata portata alla luce una poesia finora sconosciuta di C.S. Lewis che si trovava all’interno del ms. 1952/2/17 della Collezione Tolkien-Gordon, un fondo acquisito nel 2014 dall’Università di Leeds e oggi conservato presso la biblioteca dell’ateneo inglese. L’autore della scoperta è Andoni Cossio, giovane ricercatore presso l’Università dei Paesi Baschi e l’Università di Glasgow. Lewis poemLa poesia di Lewis, che riporta il titolo in Old English Mód Þrýþe Ne Wæg ed è firmata sotto lo pseudonimo di Nat Whilk, consta di 12 versi nei quali l’autore rievoca lo stile poetico del metro allitterativo comune alle prime opere letterarie delle lingue germaniche, con un particolare riferimento al Beowulf, dal quale è tratto lo stesso titolo. In essa, Lewis ringrazia i coniugi Eric Valentine Gordon (1896–1938) e Ida Lilian Gordon (1907–2002) per l’ospitalità ricevuta presso la loro casa a Manchester.

A novembre la nuova traduzione dello Hobbit

Uscirà il 6 novembre 2024 in Italia l’ultima edizione in ordine di tempo dello Hobbit di J.R.R. Tolkien (Bompiani €30), quella pubblicata in Gran Bretagna nel 2023, che contiene le illustrazioni dell’autore. Si tratta di un volume molto bello, perché per la prima volta è possibile leggere il romanzo con l’accompagnamento non solo dei disegni realizzati da Tolkien per le varie edizioni, ma anche con l’aggiunta dei bozzetti e di tutte le mappe da lui stesso utilizzate per scrivere la storia, per un totale di ben cinquantatré illustrazioni. La copertina ricalcherà quella dell’edizione britannica, che a sua volta richiama vagamente quella della prima edizione del 1937, isolandone un dettaglio in un tondo al centro, nel quale sopra le vette dei Monti Brumosi spunta un sole rosso (un risarcimento a Tolkien, che all’epoca dovette rinunciare alla quadricromia) e con le rune a fare da cornice. La firma di Tolkien sostituirà il nome a stampatello dell’autore, e per quanto non immediatamente leggibile non può esserci margine per i dubbi, dato che il nome Hobbit rimanda ormai indissolubilmente a quello di colui che lo ha reso famoso. Il volume è arricchito da un corposo paratesto: una breve nota editoriale, la prefazione all’edizione del 50° anniversario scritta da Christopher Tolkien, e uno stralcio della Libreria BompianiNota sulle illustrazioni che si trova ne L’arte dello Hobbit di J.R.R. Tolkien, scritta da Wayne G. Hammond e Christina Scull.
La novità assoluta però è che per la prima volta dopo cinquant’anni Lo Hobbit avrà una nuova traduzione italiana. Non già un rimaneggiamento della traduzione “classica”, com’era stato nel 2013, ma un rifacimento integrale, realizzato dal socio AIST Wu Ming 4, al secolo Federico Guglielmi. In effetti nell’impresa di ritraduzione dell’opera omnia di Tolkien inaugurata da Bompiani nel 2017 Lo Hobbit mancava ancora all’appello. Questa nuova splendida edizione ha offerto il gancio per colmare la lacuna.

Martin ad Amazon: non si può ignorare il canone

Serie tv payne showrunnerUn duro monito è giunto da George RR Martin – il famoso scrittore statunitense della saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, e notoriamente lettore attento e appassionato di J.R.R. Tolkien – agli showrunner della serie tv di Amazon Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. L’avvertimento è in linea con il pensiero dello scrittore, ma anche con quello dello scrittore inglese Neil Gaiman e perfino con quello che scriveva Tolkien! Vediamo come.

Tolkien e l’Opera di Paul Corfield Godfrey

Paul GodfreyFra i molti talenti di J.R.R. Tolkien sicuramente non c’era quello per la musica:

Io amo la musica, ma non ho inclinazione; e gli sforzi sprecati per imparare a suonare il violino in gioventù mi hanno solo lasciato un timore quasi reverenziale quando mi trovo in presenza di violinisti.
Lettera 142
La musica mi dà grande piacere e a volte ispirazione, ma rimango nella posizione rovesciata di uno che ami leggere o sentire recitare la poesia, ma sappia poco della sua tecnica o tradizione, o della struttura linguistica.

Lettera 260

Ciò nonostante è innegabile come la musica permei le opere del professore: Eä – l’universo da lui sub-creato – prende vita, sia letteralmente che letterariamente, dall’Ainulindalë – La Musica degli Ainur, la prima parte del Silmarillion e, secondo un recente studio di John Garth – vedi The Lost Tales Never End, The Chronology of Creation: How J.R.R. Tolkien Misremembered the Beginnings of his Mythology –  una delle prime storie dei Racconti Perduti a essere stata scritta fra il 1916 e il 1917. Inoltre, in quella che forse era la storia a lui più cara, Beren e Lúthien, è proprio la canzone della principessa elfica a commuovere perfino Mandos e a permettere il ritorno in vita del suo sposo mortale. Ad esclusione di alcuni primi adattamenti per la radio, furono relativamente poche le collaborazioni che, durante la vita dell’autore, The Road Goes Ever Onpermisero ad altre menti e altre mani di cimentarsi con la Terra di mezzo. Fra queste, figura quella con Donald Swann. Nel 1965, infatti, il compositore britannico, per il suo personale diletto, decise di mettere in musica sei poesie di Tolkien, nello stile della folk music tradizionale inglese. In seguito Swann contattò Tolkien e il suo editore, per ottenere il permesso di pubblicare ed eseguire queste canzoni in pubblico. Il professore apprezzò molto queste musiche, ma disse a Swann che per Namárië avrebbe preferito uno stile più simile al canto gregoriano. Questo commento portò alla realizzazione di una seconda versione di Namárië in quello stile e alla conseguente pubblicazione del libro/album The Road Goes Ever On: A Song Cycle (proprio in questi giorni abbiamo dato la notizia di un’asta incentrata sulla corrispondenza fra Tolkien e Swann).
Naturalmente, come ben illustrano i molti articoli pubblicati su questo sito dedicati all’argomento, a 50 anni dalla scomparsa del professore sono ormai innumerevoli le opere musicali di tutti i generi ispirate alle creazioni letterarie del professore oxoniense. Pochi però sono gli adattamenti e le sub-creazioni ad aver ricevuto l’approvazione del Tolkien Estate e il pieno appoggio di Christopher Tolkien. Fra questi figurano le opere del Ciclo di Tolkien di Paul Corfield Godfrey, che nel 2023 ha finalmente ultimato e pubblicato il suo Epic Scenes from the Silmarillion, in 5 parti, e recentemente ha annunciato la prossima pubblicazione di The Hobbit e di The Lord of the Rings.

Tradotto Lo Hobbit in gallese… ed è boom!

Hobbit gallese HobydL’attenzione continua del mondo dell’intrattenimento globale sulle opere di J.R.R. Tolkien ha almeno il risultato positivo di aver suscitato una serie di nuove traduzioni, soprattutto da lingue minoritarie, che si sono concentrate perlopiù sullo Hobbit (Tolkien è stato appena tradotto addirittura in lussemburghese e in mongolo). È di qualche settimana fa la notizia della traduzione dell’opera in romancio, la quarta lingua ufficiale della Svizzera, mentre da gennaio è partita la corsa in Cina alle traduzioni, anche se in questo caso è per via della fine dei diritti di copyright in quel Paese. Ora giunge la notizia che Lo Hobbit è stato tradotto in gallese. E, come capitato in Svizzera, l’editore è stato subito sopraffatto dalla risposta dei lettori che se lo sono comprato in massa!

Quante novità dalle aste tolkieniane

Biblioteca Raynor, Marquette University: collezione J.R.R. Tolkien«Fa parte dei ricordi più belli del collezionista il momento in cui comprò un libro, al quale in vita sua mai aveva dedicato un pensiero e ancor meno un desiderio, soltanto perché lo vide solo e abbandonato a se stesso in balia del mercato e come nelle fiabe delle Mille e una notte il principe fa con una bella schiava, lo acquistò per donargli la libertà. Per il bibliomane, infatti, la libertà di tutti i libri consiste nello stare da qualche parte sui suoi scaffali». Così scriveva Walter Benjamin – egli stesso appassionato collezionista – in un felice saggio che del collezionismo forniva una definizione, per così dire, nobile. Sono affermazioni che immancabilmente fanno ragionare su come il collezionismo stesso si sia evoluto nel tempo: in gran parte dei casi, le grandi collezioni – quelle milionarie – più che una passione costituiscono ormai una forma d’investimento che sempre meno ha a che vedere con l’amore per gli oggetti da raccogliere e salvare dall’oblio. Per certi versi, esse parrebbero ricordare in negativo gli Elfi di Lórien: «Imbalsamatori» (Lettere, 154) del tempo più che conservatori del passato.

Chianciano, due giorni vissuti intensamente

Chianciano Terme centroArte, cultura, teatro, libri, musica, cosplayer, birra artigianale e persino una passeggiata notturna tra gli Elfi. È stato ricchissimo il programma del fine settimana di Chianciano Terra di Mezzo 2024. Giunto alla seconda edizione, ha tutte le carte in regola per divenire un appuntamento fisso annuale per gli appassionati dell’universo di J.R.R. Tolkien soprattutto per il grande numero di eventi a cui è possibile partecipare e assistere.

Beren e Lúthien a Mirandola: il resoconto

Sabato 22 giugno, nel Chiostro dell’antico convento di San Francesco D’Assisi a Mirandola è stato messo in scena lo spettacolo serale “Lords of the Rings in concerto – La Storia di Beren e Lúthien – parte prima: La gemma e il giuramento“, definito dagli organizzatori un «racconto scenico e musicale di una delle più affascinanti vicende della Terra di Mezzo». Già nel 2023, e precisamente il 30 settembre e 1 ottobre presso il parco de La Favorita di Mirandola (Modena) si era svolta la prima edizione del Tolkien Music Festival, nel cui ambito nasce La Storia di Beren e Lúthien.

Il Tolkien Music Festival

Questa manifestazione ha visto la luce solo recentemente — più precisamente lo scorso autunno — ed è organizzata dall’Associazione Culturale Amici della Musica di Mirandola, che quest’anno festeggia 40 anni di attività. L’Associazione, che, secondo il direttore artistico Lucio Carpani, conta al suo interno «molti appassionati di Tolkien e del Signore degli Anelli» ha voluto dar vita a questo evento in occasione del cinquantenario della scomparsa dell’autore oxoniense (ne abbiamo parlato qui). Durante l’ultima edizione del festival, che avrà una cadenza biennale, all’interno del parco La Favorita di Mirandola, sono stati organizzati concerti, un mercatino con stand gastronomici e non solo, laboratori e attività per adulti e bambini, il tutto con al centro Tolkien e la musica.

La gemma e il giuramento

La Storia di Beren e Lúthien è un progetto molto ambizioso che sarà messo in scena in più parti (probabilmente quattro) nel corso dei prossimi anni. Questa è una delle Grandi Storie, quelle che nell’intento dell’autore avrebbero dovuto costituire il nucleo principale del Silmarillion. Tolkien teneva molto a questo racconto e ne parla alcune volte nelle sue lettere:

“La principale fra le storie del Silmarillion, e anche una delle più sviluppate, è la Storia di Beren e della fanciulla elfica Lúthien. Qui incontriamo, fra le altre cose, il primo esempio del tema (che diventerà fondamentale con gli Hobbit) che le grandi linee della storia del mondo, “le ruote del mondo”, sono spesso girate non dai Signori o dai governanti, e nemmeno dagli dèi, ma da quelli che sono apparentemente sconosciuti e deboli, e questo a causa della vita segreta nella creazione, e della parte inconoscibile a ogni saggezza tranne Una, che consiste nell’intrusione dei Figli di Dio nel Dramma. È Beren il mortale fuorilegge a riuscire (con l’aiuto di Lúthien, una semplice fanciulla anche se di sangue elfico reale) dove tutti gli eserciti e i guerrieri avevano fallito: egli penetra nella fortezza del Nemico e strappa uno dei Silmarilli dalla Corona di Ferro. Così egli ottiene la mano di Lúthien e si realizza il primo matrimonio fra un mortale e un’immortale.  Di per sé la storia è una fantasia eroico-fiabesca (secondo me bella e potente), apprezzabile anche con solo una conoscenza vaga e molto generale degli antefatti.”

Lettera 133 a Milton Waldman del 1951

Ma la mitologia (con le lingue associate) ha iniziato a prendere forma durante la guerra del 1914-18. “La Caduta di Gondolin (e la nascita di Eärendil) fu scritta in ospedale nel 1916 mentre ero in licenza per malattia dopo essere sopravvissuto alla battaglia della Somme. Il cuore della mitologia, la vicenda di Lúthien Tinúviel e Beren, scaturì da una piccola radura in mezzo a un bosco piena di “cicuta” (o qualche altra ombrellifera bianca) vicino a Roos sulla penisola di Holderness, dove andavo saltuariamente quando ero libero dai doveri reggimentali mentre ero assegnato al presidio sullo Humber nel 1918.”

Lettera 165 alla Houghton Mifflin Co. del 1955

La prima parte di questo spettacolo musicale in più atti, La gemma e il giuramento, inizia con un dispositivo molto caro al Professore, quello della cornice: la scena si apre infatti su un accampamento di soldati di Rohan, in viaggio verso Minas Tirith con il compito di recuperare la salma del loro defunto re, perito durante la battaglia del Pelennor. Nell’accampamento sopraggiungono due cantastorie, anch’essi in viaggio verso la capitale di Gondor. I due sono stati ingaggiati da Re Elessar per narrare la vicenda di Beren e Lúthien, tanto cara ad Aragorn e alla sua sposa Arwen, in cui le vicende dei loro antichi antenati, anch’essi un uomo e un’elfa, in un certo senso, rivive. Così, in cambio dell’ospitalità offerta dai Rohirrim, i due cantastorie iniziano a narrare la prima parte della cerca del Silmaril, dalle vicende di Beren il fuorilegge nel Dorthonion al suo incontro con Lúthien nei boschi del Doriath. La gemma e il giuramento copre infatti i primi quattro canti del Lai del Leithian, toccando tutti i punti principali della vicenda: di come un tempo Re Thingol regnasse sul reame elfico del Doriath, nel Beleriand, e di sua figlia, la più bella fra gli Elfi; di come Beren sopravvisse allo sterminio del padre Barahir e dei suoi compagni grazie all’avvertimento del fantasma di Gorlim il traditore; della sua fama di fuorilegge nel Dorthonion e del suo viaggio verso sud dopo il recupero dell’anello di Barahir, e di come giunto nelle foreste del Doriath incontri la fanciulla elfica Lúthien e se ne innamori; e infine del confronto fra re Thingol e Beren e della promessa di quest’ultimo di strappare un Silmaril dalla corona di ferro in cambio della mano di Lúthien.

Lo spettacolo si compone di una parte narrativa, nella quale le vicende di Beren e Lúthien vengono raccontate attraverso una selezione di testi, in italiano, estratti dal Silmarillion e dal Lai del Leithian e da una parte musicale in cui gli stessi episodi vengono messi in risalto ed espansi da un coro, che in questo caso canta in inglese, accompagnato da un quartetto d’archi, arpa e percussioni. La narrazione è affidata alle voci esperte di Edoardo Siravo e Gabriella Casali, che interpretano il ruolo dei due cantastorie. Le voci del coro sono quelle dei giovani cantanti dell’Ensemble Augusta, un gruppo specializzato in narrazioni musicali dove il racconto di storie si miscela alla musica. Le musiche e i testi affidati al coro sono del maestro Lucio Carpani, che per questi ultimi compie una rielaborazione del Lai del Leithian. Le scenografie, fornite dai cosplayer del gruppo Éored of East Mark, alcuni dei quali si sono prestati anche a interpretare il gruppo di guerrieri del Mark, sono minimali, ma ben si sposano con il contesto del chiostro di San Francesco, le cui colonne, grazie alle luci e alla musica, richiamano alla mente quelle delle mille caverne di Menegroth.

La messinscena, che dura meno di due ore, scorre veloce e risulta apprezzabile anche a un pubblico (in presenza) non composto esclusivamente da appassionati del Signore degli Anelli. La parte recitata e soprattutto le musiche e i cori contribuiscono a trasportare lo spettatore all’interno della vicenda, rendendo perfettamente le atmosfere di ciascuna scena: i boschi del Dorthonion infestati dagli orchi, la potenza di Re Thingol e quella ancor più grande e minacciosa di Morgoth, le foreste del Doriath. Nel complesso lo spettacolo dimostra quello che possono ottenere “altre menti e mani, che praticassero il disegno, la musica e il teatro” quando applicate al Legendarium. A proposito di disegno, la locandina dello spettacolo è stata realizzata da Samuele Gabbanini, giovane illustratore che ha partecipato al concorso artistico bandito in occasione del Tolkien Music Festival nel 2023 e che ha realizzato anche le altre sei illustrazioni incluse in questo articolo. Chi non avesse potuto vedere la rappresentazione, può trovarne una registrazione on-line sul canale Valinor.

 

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Francia, in mostra ad Aubusson tutti gli arazzi di Tolkien

Il 14 giugno sono stati svelati gli ultimi due arazzi dell’opera “Aubusson tisse Tolkien. L’aventure tissée” esposti alla Cité Internationale de la Tapisserie, ad Aubusson (Limosino) in Francia. Si completa così l’ambizioso progetto in collaborazione con la Tolkien Estate, che vede impegnati i laboratori tessili dal 2017. Ed è così tutto pronto per l’inaugurazione della mostra omonima che sarà inaugurata sabato prossimo e che vedrà esposti tutti gli arazzi realizzati dal 29 giugno al 22 settembre.

Fosdinov’Idea 2024: il resoconto del Festival

Fosdinovo 2024Il 22 e 23 giugno 2024, il borgo medievale di Fosdinovo (MS) ha ospitato la seconda edizione di Fosdinov’Idea, il Festival tra Scienza e Fantasia organizzato dall’IRAS (Istituto di Ricerche Astronomiche Spezzino) con la collaborazione del Comune di Fosdinovo, della Regione Liguria, della Regione Toscana e della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest e il patrocinio di molte associazioni, tra le quali l’AIST. Tantissimi i temi e le materie affrontati, seguendo il fil rouge del Tempo: dalla storia alla fisica quantistica, dalla riflessione sull’IA alla paleobotanica, fino alla zoologia e alla letteratura fantastica.

Storia della Terra di Mezzo: esce il sesto volume

Bompiani annuncioCon il volume Il Ritorno dell’Ombra (The Return of the Shadow), in libreria da maggio 2024 per i tipi di Bompiani, l’edizione italiana della Storia della Terra di Mezzo, corpus degli scritti postumi di J.R.R. Tolkien curato da Christopher Tolkien nella sua quadruplice veste di figlio, filologo, membro degli Inklings ed esecutore testamentario delle volontà paterne, tocca contemporaneamente due traguardi. Il primo è il completamento della metà del percorso – componendosi la Storia, com’è noto, di dodici volumi – mentre il secondo è l’avvio di un nuovo “ciclo interno” all’opera nel suo insieme. Dopo i primi due volumi, che raccolgono gli scritti giovanili conosciuti come Racconti Perduti, il terzo che presenta i due grandi poemi epici incentrati sui Figli di Húrin e Beren e Lúthien, e il quarto e il quinto, dove troviamo la prima evoluzione dei Racconti Perduti nel Silmarillion vero e proprio, oltre ad alcuni fondamentali scritti linguistici quali il “Lhammas” e le “Etimologie”, inizia infatti con il sesto volume la sezione dell’opera che è stata denominata “La Storia del Signore degli Anelli”.

La Storia del Signore degli Anelli

Questa “Storia nella Storia” comprende, oltre al sesto volume, anche il settimo (The Treason of Isengard), l’ottavo (The War of the Ring) e una parte del nono (Sauron Defeated). Ad enfatizzarne la natura organica e la coesione interna l’editore HarperCollins ne ha col tempo reso disponibile anche un’edizione a sé stante, in cofanetto, il cui quarto volume, dal titolo The End of the Third Age, corrisponde alla prima sezione del nono originario.
La Storia del Signore degli Anelli”, come si può immaginare, mostra l’evoluzione del romanzo fase dopo fase e stesura dopo stesura. Per esemplificare meglio il concetto basterà dire che questo primo volume presenta ben sei versioni della “festa attesa a lungo”, dai cambiamenti nelle quali si possono ben notare le difficoltà incontrate da Tolkien, specie all’inizio, nel dare al romanzo un’impostazione stabile e per lui soddisfacente. Da improbabili e piuttosto infantili inizi in cui Bilbo annuncia ai concittadini hobbit l’intenzione di partire per… prendere moglie (prima versione) o addirittura la prende sul serio, cresce per 39 anni un figlio, Bingo, che sostiene il ruolo che sarà infine di Frodo, e infine parte con lei (terza versione), la storia inizia infatti ad assumere davvero una forma solo quando l’autore concepisce i Cavalieri Neri, dando alla narrazione quella che oggi definiremmo una svolta dark e rendendola così considerevolmente più adulta. Va detto, tuttavia, che gli stessi Cavalieri Neri non avevano all’inizio una natura ben definita, come provato da un appunto ove si ipotizza addirittura che siano “Esseri dei Tumuli a cavallo”.

Trotter

Entrando più nel dettaglio, è particolarmente interessante l’introduzione, nel capitolo VIII, del personaggio di “Trotter”, “proto-Aragorn”, o meglio “proto-Passolungo” che, per quanto presenti già molti degli elementi narrativi e caratteriali che si cristallizzeranno poi nella vicenda e nel personaggio definitivi, è inizialmente qualcosa di completamente diverso, una figura di statura minore – in tutti i sensi, trattandosi di uno Hobbit – dal passato più tragico che glorioso e dal futuro che, per quanto rimastoci ignoto a causa dei successivi cambiamenti, si lascia immaginare in questa fase come quanto meno incerto. L’enorme differenza tra “Trotter” e Passolungo richiama alla mente la Lettera 163 a W.H. Auden, nella quale Tolkien, a romanzo pubblicato, scriveva all’amico ed estimatore: “Passolungo seduto in un angolo della locanda fu una sorpresa, e non avevo idea di chi fosse più di quanta ne avesse Frodo”. Alla luce del Ritorno dell’Ombra sappiamo ora che dove è scritto “Passolungo” bisogna leggere “Trotter”, e che effettivamente Tolkien “non aveva idea di chi fosse” e ci mise un po’ prima di farsela. “Trotter” non è una figura incolore, per nulla, e anche lui è circondato da un mistero, ma siamo ben lontani dalla profondità che in seguito caratterizzerà Passolungo/Aragorn, le cui radici, come sappiamo, affondano nel remoto passato fino a giungere alla Seconda Era. Mi permetto qui di passaggio una piccola critica alla traduzione di “Trotter” con “Passolesto”, in quanto, sebbene corretta, da un lato perde l’importante relazione onomatopeica del nome con il rumore prodotto dagli zoccoli di legno che caratterizzano il personaggio – “E ha le scarpe!” dice di lui il futuro Frodo per sottolinearne la peculiarità per uno hobbit – e dall’altro allude in modo troppo diretto al futuro “Passolungo”, cosa che trovo non del tutto opportuna viste le profonde differenze fra i due personaggi.

Tom Bombadil e Il Fattore Maggot

Una piccola perla che troviamo nel volume riguarda Tom Bombadil, che in un passaggio Tom Bombadilsuccessivamente tagliato si autodefinisce “un Aborigeno” e, immediatamente dopo, “l’Aborigeno di questa terra”. Se mantenuta, tale netta affermazione avrebbe forse eliminato alla radice la vexata quaestio del “chi è Tom Bombadil?”, tagliando le gambe a tutti i tentativi di “incastrarlo” a forza nella Terra di Mezzo “classificandolo” come Maia, alter ego di Eru e via cantando; purtroppo fu tolta, ma almeno lascia attestato che Tolkien, in origine, vedeva inequivocabilmente il buon vecchio Tom come un abitante della Terra di Mezzo “non venuto da fuori”. La figura del “genius loci” si affaccia alla mente, non certo per la prima volta. Un altro aspetto interessante, se non addirittura sorprendente, riguarda il personaggio del Fattore Maggot, che in una versione scartata non solo non è uno Hobbit ma una creatura diversa e non ben specificata, di cui addirittura Tom Bombadil dice “siamo parenti […] alla lontana”, e in un’altra è un personaggio violento che si accompagna a dei cani feroci e, nel famoso incontro in cui Bingo, il futuro Frodo, cerca di sgraffignargli dei funghi lo apostrofa con un torvo “T’ammazzerei adesso […] non fossi il nipote del signor Rory”, cipiglio difficilmente conciliabile con il bonario, rustico hobbit dell’opera compiuta.

Un onesto avvertimento

Prima di concludere, è giusto dare agli interessati alla lettura un onesto avvertimento: Il Ritorno dell’Ombra offre un’esperienza decisamente diversa da quella dei primi cinque volumi. Se infatti fino ad ora la Storia della Terra di Mezzo aveva parimenti soddisfatto sia il desiderio di conoscenza – tramite gli inediti e gli scritti linguistici – sia il “senso del meraviglioso” – tramite le versioni alquanto diverse dei miti fondativi, per quanto in costanza del quadro generale – è bene essere consapevoli che da qui e per un po’ a fare la parte del leone sarà la conoscenza. Questo non vuol dire che Il Ritorno dell’Ombra o “La Storia del Signore degli Anelli” in generale manchino di magia, tutt’altro, ma è giusto sottolineare che in questi volumi la componente “accademica” pesa maggiormente. Il Ritorno dell’Ombra è un tesoro inestimabile, ma è bene che il lettore sia preparato ad affrontare la mole di dettagli che Christopher analizza con l’ormai ben nota pignoleria nelle sue note, come ad esempio la girandola di hobbit dai nomi diversi che si alternano e si scambiano vertiginosamente parti e battute nel ruolo di compagni di viaggio di Bingo, il futuro Frodo.

I traduttori e il ruolo dell’AIST

La traduzione del Ritorno dell’Ombra, come quella dei due volumi precedenti, è di Stefano Giorgianni ed Edoardo Rialti, che oltre alle normali difficoltà presentate dalla traduzione di un’opera originale hanno dovuto confrontarsi, in questo caso, con l’ulteriore ingrata necessita di armonizzare la traduzione ex novo delle versioni  precedenti dei testi con quella di Ottavio Fatica degli stessi testi compiuti, sforzandosi, per quanto possibile, di mantenere la corrispondenza dei singoli passaggi rimasti immutati. Quanto alla cura redazionale, prosegue, come fin dal primo volume, l’attività del team AIST composto da Roberto Arduini, Giampaolo Canzonieri, Barbara Sanguineti, Norbert Spina e Claudio Antonio Testi.

 

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