Tolkien e Don Camillo: un seminario a Modena

Calendario incontri Istituto tomistico di ModenaContinuano a Modena i Tolkien Labs, gli incontri su J.R.R. Tolkien che allo l’intento di creare uno spazio in cui riflettere e comprendere sempre meglio l’opera dello scrittore di Oxford. Sono organizzati, con cadenza mensile, dalla nostra Associazione in e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e si tengono, solitamente, in via San Cataldo 97, a Modena, presso la sede dell’istituto. L’ingresso del pubblico è di norma gratuito. Lo spazio web del Laboratorio tolkieniano permanente di Modena permetterà di condividere con tutti gli iscritti i materiali che man mano verrano analizzati nei diversi incontri.

Due autori diversi …

1949 GG in ValtellinaDopo l’incontro di ottobre 2015, relativo a Tolkien e san Tommaso, tenuto da Claudio Testi questa volta verranno confrontati dallo scrivente le opere di Tolkien con quelle di uno degli autori moderni italiani più venduti, tradotti e apprezzati all’estero, martedì 24 novembre 2015 alle ore 20.45: Giovannino Guareschi, principalmente noto per aver creato i personaggi di Peppone e Don Camillo. A una prima sommaria occhiata, i due autori sembrano diversissimi:
Giovannino Guareschi (1908-1968), scrittore, umorista, disegnatore, giornalista e molto altro, è noto principalmente per i racconti della serie Mondo Piccolo raccolti in diversi volumi che hanno avuto grandissimo successo sia in Italia che all’estero, e che di se scriveva: «Io, nel mio vocabolario, avrò sì e no duecento parole, e son le stesse che usavo per raccontare l’avventura del vecchio travolto da un ciclista […]. tumblr_m5oslsxJjc1rso3iso2_1280Quindi niente letteratura o altra mercanzia del genere» e che ha ambientato i suoi racconti nella Bassa Padana, in un «mondo piccolo situato in quella fetta di pianura che sta fra il Po e l’Appennino»;
John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973) docente di Anglosassone per oltre 20 anni all’Università di Oxford e specializzato nell’inglese medievale dell’Inghilterra centro-occidentale ma noto principalmente per le opere scritte per passione nel suo tempo libero: lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. Ma Tolkien era principalmente un filologo, e sceglieva con grande attenzione le parole con cui descriveva un mondo fantastico (in molti sensi) con draghi feroci, guerrieri coraggiosi, montagne altissime, torri tenebrose, cupe foreste e profonde miniere.

… ma forse non tanto

Guareschi alle Due Torri PolesineNaturalmente non è nei personaggi che cerco una somiglianza tra di loro. Con chi potremmo confrontare il focoso compagno Giuseppe Bottazzi detto Peppone, sindaco fabbro e meccanico? Con Aule il fabbro, potenza angelica che ha formato le catene montuose e forgiati i Nani? O con timido sindaco di Pietraforata Will Pidebianco? Certamente no! E nemmeno nei luoghi descritti: a parte una indubbia somiglianza tra la campagna curata e pacifica degli Hobbit e le campagne emiliane poco altro ci sarebbe.
I temi di contatto sono altri: per esempio l’importanza dell’acqua nelle sue diverse forme. In Tolkien il Vala delle Acque, Ulmo, manda messaggi attraverso il mare, i fiumi e le sorgenti per farsi 3846_piacenza_reti_nel_fiume_poascoltare da chi ha “orecchie buone per intendere” (come direbbe Guareschi) e riceve notizie di ciò che accade nella Terra di Mezzo gravata dall’ombra di Melkor, il primo Signore Oscuro. In Guareschi l’acqua è spesso protagonista (nella foto: Guareschi alle Due Torri Polesine). Abbiamo l’importanza del Grande Fiume – come egli chiama il Po – non solo come protagonista con le sue piene, i suoi gorghi e le sue mattane, ma anche come consigliere e come narratore di storie. Come dice don Camillo al grande fiume, una volta: «O tu che raccogli le voci del monte e del piano.» sussurrò don Camillo «tu che hai visto le angosce dei millenni passati e vedi quelle dei nostri giorni, racconta agli uomini anche questa storia». E altro ancora c’è da dire, e verrà detto in occasione del prossimo Tolkien Lab. Chi vuole saperne di più, venga ai Tolkien Lab.

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Copertina Tolkien e i ClassiciTOLKIEN E I CLASSICI
CuratoriRoberto Arduini, Cecilia Barella, Giampaolo Canzonieri, Claudio A. Testi
Copertina: “Garthol nella terra dell’Arco e dell’Elmo
(Ivan Cavini)
Effatà Editrice (marzo 2015)
Prezzo: ebook 6,99 euro – volume cartaceo 15,00
(a 12,75 con sconto sugli store online).

Sul sito dell’editore, libro + ebook (gratuito) a 15,00 euro
ISBN: 9788869290428

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ARTICOLI PRECEDENTI
– Leggi l’articolo su Nascono i Laboratori tolkieniani
– Leggi l’articolo su Pubblicato Tolkien e i Classici
– Leggi l’articolo su A Modena il 10 marzo ecco Tolkien e Chaucer
– Leggi l’articolo su Il 10 aprile tocca a Tolkien e Dostoevskij
– Leggi l’articolo su Il 7 ottobre Tolkien e San Tommaso
– Leggi l’articolo su Lo Hobbit e Il Milione di Marco Polo

LINK ESTERNI:
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– Vai al sito del Tolkienlab
– vai al sito della casa editrice Marietti 1820

 

Esce Tolkien i Classici per l’editrice Effatà

Seduta di FirenzeEra il settembre del 2013 quando lanciammo il Call for Papers, in occasione del 40° anniversario della morte di J.R.R. Tolkien. Sotto il coordinamento del Gruppo italiano di Studi Tolkieniani e della casa editrice Effatà di Torino si aprivano allora i lavori di quello che era un nuovo modo di lavorare, seguendo l’esempio della critica internazionale e delle modalità applicate per ogni lavoro accademico. Diciotto mesi dopo, quell’idea è ora una realtà concreta, un volume intitolato Tolkien e i Classici, realizzato grazie all’apporto di un numeroso gruppo di studiosi italiani e stranieri e grazie a un accurato e approfondito lavoro di selezione, tutoraggio, curatela e analisi di tutti i testi pervenuti che ha richiesto un lavoro certosino da parte dei curatori, che sono quattro, ma che avrebbero dovuto essere molti di più! Sì, perché le proposte giunte sono state quasi il triplo di quelle attese e ognuna di esse è stata passata al vaglio critico per rispondere ai requisti di qualità accademica cui il progetto mirava. Ma Tolkien i Classici è molto più di un libro e ora ne andiamo a scoprire i dettagli.

Carta, web e work in progress

Tolkien a Moseley BogJ.R.R. Tolkien è indubbiamente un classico della letteratura del Novecento, anzi un classico della letteratura in assoluto. Tuttavia questo fatto non sembra essere ancora recepito negli ambienti universitari, soprattutto italiani, e nelle antologie di letteratura in genere. È da questa consapevolezza che l’Associazione Italiana di Studi Tolkieniani ha promosso il progetto “Tolkien e i Classici”. Si tratta di un work in progress iniziato con il Call for Papers per raccogliere studi non specialistici che confrontassero Tolkien con altri classici, non solo della letteratura, ma della cultura in genere. Ciò che si prefigge questa pubblicazione è di offrire al lettore appassionato, ma anche alle scuole e alle università italiane (nelle quali molto lentamente Tolkien sta iniziando ad entrare) un valido strumento di orientamento critico che possa adeguatamente collocare l’autore del Signore degli Anelli a fianco degli altri classici della cultura, come giustamente merita la sua inimitabile opera. Grazie alla competenza della casa editrice Effatà, che pubblica libri dal 1995 e si occupa anche di editoria digitale, il testo di questo eBook è stato completamente riadattato alla lettura digitale con l’aggiunta di link per una rapida navigazione. Ma il progetto è anche un sito web, in cui è possibile leggere un saggio gratuito (In mezzo scorre un fiume. Tolkien e Grahame di Cecilia Barella) e acquistare anche i singoli saggi che compongono l’antologia. Inoltre, presto, verrà pubblicato anche il volume in cartaceo (in print on demand), che renderà disponibile una selezione dei saggi, cercando di evitare gli argomenti coincidenti. Copertina Tolkien e i ClassiciE ancora, il viaggio proseguirà nei prossimi mesi con la seconda parte di questo progetto che vuole confrontare l’autore del Signore degli Anelli con i maggiori esponenti della letteratura mondiale. I vari saggi ricevuti, dopo un attento lavoro redazionale, sono qui raccolti in tre sezioni: classici antichi, classici medievali, classici moderni. Scorrendo l’indice di Tolkien e i Classici si potrà notare che il voume comprende autori che Tolkien ha citato nelle sue lettere o nelle sue conferenze (è il caso di Kenneth Grahame), autori che siamo certi conoscesse per i suoi studi, che li abbia nominati direttamente o no (Omero, Virgilio, Chaucer), e autori che quasi certamente non ha conosciuto (Giovannino Guareschi). Qui di seguito, l’indice dell’ebook.

Tolkien e i Classici

– Prefazione
– Abbreviazioni

CLASSICI ANTICHI
La scelta dell’eroe. Tempo e Destino in Omero e Tolkien di Francesco e Paolo Della Costa
Da Odisseo a Elessar: il Ritorno del Re di Silvia Toffoletto
Il valore dell’obbedienza. Il Signore degli Anelli e l’Odissea di Daniele Vilasco
Giganti, solitari e anarchici. I Troll ne Lo Hobbit e Polifemo nell’Odissea di Gloria Larini
Dove l’Ombra cupa scende. La terra di tenebra in Omero, Virgilio e Tolkien di Francesca Garello
Tolkien e Virgilio. Tra antica sapienza e ispirazione poetica di Lavina Scolari
La Natura del Male in Agostino d’Ippona e Tolkien di Barry C. Livingstone

CLASSICI MEDIEVALI
Tolkien e Chrétien de Troyes. La minestra di una nuova storia di Chiara Nejrotti
Gawain e Gauvain. Tolkien e Chrétien de Troyes di Tânia P. Azevedo
Tra Letteratura e Metafisica. Tolkien e Tommaso d’Aquino di Claudio A. Testi
Storie di viaggi e meraviglie. Lo Hobbit e il Milione di Marco Polo di Valérie Morisi
Gli Elfi e l’Amore Stilnovistico. Tolkien e Dante di Sara Gianotto
L’Inferno di Frodo. Il Signore degli Anelli e i suoi antecedenti classici di Andrew Howe
L’oste e il mugnaio: la gente comune in Geoffrey Chaucer e J.R.R. Tolkien di Roberto Arduini

CLASSICI MODERNI
Debitore suo malgrado. Tolkien e Shakespeare di Luisa Paglieri
Tolkien e Coleridge. I rabdomanti della fantasia di Saverio Simonelli
Su Tolkien e Manzoni di Andrea Monda
Il tema delle stelle in Leopardi e Tolkien di Barbara Sanguineti
Il Doppio fra Tolkien e Dostoevskij di Stefano Giorgianni
Lo hobbit e il burattino. Tolkien e Collodi di Giampaolo Canzonieri
Il giogo di orgoglio e vergogna. Túrin Turambar e Lord Jim di Melissa R. Arul
Identità complesse sedotte dal desiderio. Gollum, Frodo e Mr. Kurtz di Joseph Conrad di Tony Andrea Ceraulo
In mezzo scorre un fiume. Tolkien e Grahame di Cecilia Barella
Potere e Modernità in Orwell e Tolkien di Guido Mastroianni
Due scrittori assai diversi con qualcosa in comune. Tolkien e Guareschi di Norbert Spina

Copertina Tolkien e i Classici
TOLKIEN E I CLASSICI

Curatori: Roberto Arduini, Cecilia Barella, Giampaolo Canzonieri, Claudio A. Testi
Copertina: “Garthol nella terra dell’Arco e dell’Elmo” (Ivan Cavini)

Effatà Editrice (marzo 2015)
Prezzo: 6,99 euro
ISBN: 9788869290428
Vai al sito web
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ARTICOLI PRECEDENTI
il Call for Papers
LINK ESTERNI
– Il sito web di Tolkien e i Classici
– I libri su Tolkien pubblicati dalla casa editrice Effatà
– Il libro La biblioteca di Bilbo
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Tolkien e i Classici: ecco il Call for papers

Libri classiciIn occasione del 40° anniversario della morte di J.R.R. Tolkien, il Gruppo italiano di Studi Tolkieniani e la casa editrice Effatà di Torino aprono i lavori per la realizzazione di un libro intitolato Tolkien e i Classici, pubblicazione prevista per dicembre 2014. Ecco il testo del Call for papers: «I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: “Sto rileggendo…” e mai “Sto leggendo…”», scriveva Italo Calvino nel suo testo Perché leggere i classici. Lo scrittore elenca ben 14 punti per definire un classico, e alla fine conclude: «non si creda che i classici vanno letti perché “servono” a qualcosa». Non ci sono buone ragioni per leggerli, essi vengono semplicemente letti ripetutamente.

Ebbene, J.R.R. Tolkien è ormai un classico e a quarant’anni dalla morte le sue opere maggiori sono state lette da circa 200 milioni di persone. La stima è per difetto, mentre è certo che ormai critici, studiosi e semplici lettori in tutto il mondo riconoscono la grandezza di un autore per lungo tempo definito “di genere” e lasciato ai margini della letteratura cosiddetta “mainstream”.
Negli ultimi anni, sono in numero crescente gli omaggi e i riconoscimenti a Tolkien come autore tra i grandi del Novecento.
Anche in Italia, dopo aver varcato la soglia delle aule accademiche, Tolkien viene sempre più spesso chiamato in causa anche nelle aule scolastiche, anche per percorsi interdisciplinari.
Per stimolare lo studio dell’autore inglese e il suo rapporto con il suo tempo, viene varato ora il progetto dal titolo “Tolkien e i Classici”. Nel confronto con gli altri classici si vuol fare emergere le caratteristiche comuni ai classici che Calvino aveva già evidenziato nel suo saggio, e che si applicano perfettamente all’autore del Signore degli Anelli.
Per giungere alla composizione di un volume dedicato a questo tema, si vuol aprire un confronto più ampio possibile unendo il lavoro di studiosi già noti nel campo degli studi tolkieniani italiani al contributo di coloro che vorranno aggiungere le proprie riflessioni.

Il Gruppo italiano di Studi Tolkieniani, coordinato dall’Associazione Romana Studi Tolkieniani e dall’Istituto filosofico di studi Tomistici di Modena, è composto da saggisti, scrittori, giornalisti e traduttori che da molti anni dedicano attività di ricerca e divulgazione a Tolkien e alle sue opere. Collettivamente e singolarmente hanno pubblicato articoli e saggi, in particolare per le case editrici EffatàMarietti 1820, di cui costituiscono il comitato scientifico della collana Tolkien e dintorni.

Sono già previsti i seguenti saggi:
Tolkien e G. Guareschi;
Tolkien e A. Manzoni;
Tolkien e S.T. Coleridge;
Tolkien e G. Orwell;
Tolkien e San Tommaso;
Tolkien e G. Chaucer.

Il
libro Tolkien e i Classici sarà pubblicato in italiano, in formato eBook e print-on-demand.

Call for Papers

Il Gruppo italiano di Studi Tolkieniani e la casa editrice Effatà invitano gli studiosi in Italia e all’estero che vogliano partecipare al progetto ad inviare una proposta. I candidati possono liberamente proporre la loro linea di ricerca nel campo tematico “Tolkien e i Classici”, tuttavia saranno privilegiati saggi sui seguenti autori: Omero, Virgilio, Chrétien de Troyes, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Matteo Maria Boiardo, William Shakespeare, Charles Dickens, Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli, Fëdor Dostojevski, Italo Calvino, Carlo Collodi, Walter Scott, Louis Stevenson, Rudyard Kipling, Joseph Conrad.

Saranno accettati saggi scritti in italiano o in inglese, di una lunghezza massima di 15.000 battute (spazi compresi). Le proposte di pubblicazione, che non dovranno superare le 300 parole e saranno accompagnate da un breve CV, dovranno pervenire entro e non oltre il 31 dicembre 2013 al seguente indirizzo email: info@jrrtolkien.it.

Sotto responsabilità degli autori, i saggi devono essere inediti e non devono essere stati proposti a altri editori/riviste/siti web.

Gli abstract saranno vagliati dal Comitato Scientifico del Gruppo di Studio, composto da: Claudio Antonio Testi, Cecilia Barella, Giampaolo Canzonieri e Roberto Arduini.
Il Comitato comunicherà agli interessati l’esito della loro proposta. Il testo definitivo del saggio dovrà pervenire entro il 30 giugno 2014, e dovrà essere completo di eventuali note e bibliografia delle opere citate.

Qui si può trovare la versione in inglese

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– I libri su Tolkien pubblicati dalla casa editrice Effatà
– Il libro La biblioteca di Bilbo
– La collana “Tolkien d dintorni” della casa editrice Marietti

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Peter Jackson ha “ucciso” J.R.R. Tolkien?

The Hobbit: An Unexpected JourneyIn questo articolo non voglio parlare dei film di Peter Jackson, di quanto siano stati più o meno fedeli ai libri : voglio cercare di capire quali effetti essi abbiano avuto sulla conoscenza e sulla diffusione delle opere  di Tolkien. Soprattutto attraverso la versione cinematografica realizzata dal regista neozelandese, l’opera di Tolkien è arrivata a un pubblico ancora più vasto che, però, non ha fatto che aggiungersi al progressivo cammino di diffusione e di successo in atto da 40 anni.  L’adattamento cinematografico di Jackson ha guadagnato 17 Oscar (4 per La Compagnia dell’Anello, 2 per Le due Torri e 11 per Il ritorno del Re): il premio come “miglior film” a Il ritorno del Re, può venir considerato un premio dato all’intera trilogia da parte della critica. I film contengono però molte alterazioni rispetto alla storia originale, e hanno un tono un po’ diverso dalla narrazione del romanzo e dalla visione originale di Tolkien. A titolo di esempio, Roger Ebert, critico cinematografico statunitense ha detto: «Jackson ha preso un’opera letteraria incantevole e unica e l’ha ri-raccontata nei termini del cinema moderno […] Fare quello che ha fatto in questi film deve essere stato molto difficile, e merita un applauso, ma rimanere fedeli a Tolkien sarebbe stato ancora più difficile e coraggioso».

Ian Mckellan - Gandalf
Ian McKellen aka Gandalf aka Magneto

La trilogia jacksoniana del Signore degli Anelli ha avuto indiscutibilmente alcuni effetti positivi:

  • ha reso il Signore degli Anelli notissimo. Quasi tutti, a livello mondiale, l’hanno quantomeno sentito pronunciare questo nome;
  • ha indotto molti appassionati dei film a cercar di conoscere ancor meglio la Terra di Mezzo
  • ha fatto diventare “di moda” Tolkien: l’effetto positivo è che molti libri validi sono stati dati alle stampe perché “Tolkien era di moda”, libri che, altrimenti sarebbero stati scartati dagli editori;
  • in Italia, ha aiutato a superare l’errata “associazione” di Tolkien con il fascismo e la destra estrema

Ma ci son stati anche molti effetti negativi, non lievi:

  • cate blanchett
    Cate Blanchett aka Galadriel

    ha fatto diventare “di moda” Tolkien: l’effetto negativo, perfettamente simmetrico a quello visto nei “pro”, è che anche molti libri sciatti e malfatti sono stati stampati solo perché “Tolkien vende”;

  • le immagini tolkieniane dopo il 2001 sono spesso influenzate, talvolta pesantemente, da quelle dei film.
  • l’immaginario collettivo è stato “cristallizzato”. Perfino per me che ho visto solo una volta i film è difficile non pensare Gandalf e vedere il viso di Ian McKellen, o Galadriel e vedere il viso di Cate Blanchett;
  • mi sembra che molti di coloro i quali hanno visto il film sian convinti (in buona fede) di conoscere Tolkien, e che, pertanto, non si preoccupino di leggerne le opere. Come successe già con i film di “Don Camillo” tratti dai
    racconti di Giovannino Guareschi. Anche in questo caso il grande successo dei film mi sembra aver ‘messo in ombra’ i libri. E ciò, naturalmente, non piace a me, appassionato lettore;
  • infine l’effetto che io trovo peggiore, e che a un tempo mi fa infuriare e mi deprime, è che in molti sembrano confondere le opere di Peter Jackson con quelle di Tolkien. E non solo tra gli appassionati “di primo pelo”. Capiamoci: io non demonizzo le pellicole del regista neozelandese; e non ho nulla in contrario che ne siano citate scene e dialoghi. Ci mancherebbe! Ma chi cita Peter Jackson sia conscio che stai citando Peter Jackson e non Tolkien (o viceversa), accidenti! Son stufo di ascoltare (o leggere) frasi del tipo: “nel libro, quando Gandalf a Moria dice che nemmeno i più saggi possono prevedere tutte le conseguenze”. No! È nel film che quella frase è detta a Moria. Nel libro è detta a casa Baggins!
don camillo e peppone
Don Camillo e Peppone

Come (tentare di) minimizzare gli effetti più deleteri?

  • per il problema della “moda”, finiti i film sparisce anche quella – per fortuna;
  • per quanto riguarda l’iconografia ispirata alla terra di Mezzo, credo che col tempo diminuiranno le opere ispirate al film;
  • riguardo la “cristallizzazione dell’immaginario”, è inevitabile, credo. Lo stesso Guareschi ammetteva di essersi immaginato il personaggio di Don Camillo diverso da Fernandel (l’attore che impersona il battagliero parroco nei film) ma di non riuscire, dopo il primo film basato sui suoi racconti, a scrivere nuove storie di Don Camillo senza immaginarlo con la faccia di Fernandel;
  • riguardo il fatto che i film abbiano “messo in ombra” i libri temo si possa fare poco, se non ribadire, ogni volta sia possibile, che i libri sono più alti, più profondi, più belli dei film;
  • riguardo l’ultimo punto, per me il più importante, non ho soluzioni. Cerco di correggere tutti i casi di confusione tra Tolkien e Jackson o viceversa in cui mi imbatta.

 

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