Martedì 8 giugno Carlo d’Inghilterra, il Principe di Galles, nel corso di una visita a Oxford, è passato anche per il Giardino Botanico dell’Università in occasione del suo 400° anniversario, origine che ne fa il più antico giardino botanico del Regno Unito. Il giardino fu fondato come nel 1621 per la coltivazione di piante medicinali per gli studenti di medicina dell’Università di Oxford. Nel 1834, il suo nome fu cambiato in Botanic Garden per riflettere il suo cambiamento d’uso in un luogo di ricerca botanica e luogo di nascita della scienza botanica nel Regno Unito. Carlo ha un legame particolare con questo luogo perché dal 1991 è patrono dell’Oxford Botanic Garden. Il Principe ha potuto visitare le attrazioni più importanti del giardino (tra cui gli storici Walled Garden e Whitty Pear, il Bobart’s Yew e il Mediterranean Rock Garden) e ha fatto un piccolo gesto significativo: ha concluso la messa a dimora di un pino nero, ma non un pino nero qualunque!
Tag: Oxford
Viaggio sulle orme di Tolkien con WM4 e Arduini
Sarà un viaggio deluxe, nello stile di uno dei più grandi tour operator italiani qual è Boscolo viaggi, in joint venture con le Librerie Feltrinelli (a questo link i dettagli tecnici del viaggio). Sarà un viaggio nell’Inghilterra profonda, seguendo le tracce di Tolkien. Non soltanto quelle biografiche, ma anche quelle paesaggistiche e letterarie.
Ma sarà anche molto di più. Sarà un vero e proprio seminario itinerante, che sfrutterà i luoghi per raccontare la vita e l’opera del padre della narrativa fantasy contemporanea, con due guide-relatori d’eccezione: Roberto Arduini (presidente dell’AIST) e Wu Ming 4 (autore de Il Fabbro di Oxford e Difendere la Terra di Mezzo).
Per sei giorni, dal 9 al 14 settembre, gli accompagnatori condurranno i viaggiatori in un percorso a tappe, a ciascuna delle quali corrisponderà un intervento o un lettura legata al luogo in questione. In questo modo si ripercorrerà la formazione e la vita letteraria di Tolkien attraverso ciò che i luoghi e il paesaggio evocano. Un’esperienza che si colloca all’intersezione tra letteratura e psicogeografia, una quest tra luoghi noti e meno noti al grande pubblico, alla ricerca di uno dei grandi autori del Novecento.
È proprio il dato esperienziale quello su cui questo viaggio scommette. È l’idea che studiare un autore attraverso i luoghi della sua vita o della sua ispirazione, farlo con un esperto della materia e uno scrittore come compagni di viaggio, possa essere qualcosa di unico e di straniante, all’insegna delle vicinanze creative e della condivisione.
Oxonmoot 2018, il programma
In Inghilterra si festeggia il compleanno dei due Baggins più famosi con un evento organizzato dalla Tolkien Society: l’Oxonmoot!
Questa quarantacinquesima edizione si svolgerà da giovedì 20 a domenica 23 settembre al St. Antony’s College di Oxford, regalando a coloro che vi prenderanno parte quattro giorni ricchi di conferenze, workshop, quiz, buffet, letture e visite alla mostra Tolkien: Maker of the Middle-earth della Weston Library, per terminare, la domenica mattina, andando a rendere omaggio alla tomba del Professore, al Wolvercote Cemetery (usanza rinominata Enyalië).
Scorrendo i nomi dei partecipanti a questa edizione non può sfuggire un particolare: tra i relatori che presenteranno i propri studi troviamo quello di una giovane italiana…
La mostra a Oxford: ci siamo stati per voi!
Sulla mostra evento dedicata all’arte di Tolkien,
Tolkien: Maker of Middle-earth e inaugurata soltanto pochi giorni fa, il 1 giugno, sono già state spese molte parole, articoli e approfondimenti (noi ne abbiamo scritto qui). Quello però che non è stato raccontato è l’emozione, per chi non ha avuto ancora la fortuna di andarci, di arrivare a Oxford: la città in cui Tolkien ha insegnato e vissuto. per gran parte della sua vita.
Attraversare le vie dove lui è stesso passato, incontrare per strada i professori che insegnano agli atenei e che indossano ancora le toghe che troviamo nelle sue fotografie, vedere i college e il giardino botanico e magari fare anche una pausa, tra fish and chips e club sandwich, a The Eagle and Child, il pub rinomato per i ritrovi degli Inklings, non rappresenta una gita come un’altra.
Perché a Oxford, in qualche modo, ci si sente più vicini al Professore, come se lo avessimo appena visto uscire dalla porta del pub, con la pipa in mano, pronto per incamminarsi verso casa e riprendere i suoi scritti, da dove li aveva lasciati, o per tornare verso la Bodleian Library, ad approfondire qualche dettaglio linguistico. Il solo lasciarsi coinvolgere da tutto questo, rende lo studioso o il fan di Tolkien quasi pronto per fare poi il suo ingresso nell’imponente Weston Library, di Broad Street, dove una grande insegna indica che quello è il posto giusto: oggi si può incontrare davvero J.R.R. Tolkien, attraverso la testimonianza del suo lavoro, del suo pensiero, della sua arte. Noi l’abbiamo fatto per voi, con l’auspicio che possa diventare un incentivo per andarci di persona.
Apre oggi la mostra su Tolkien a Oxford!
Tolkien: Maker of Middle-earth apre oggi le sue porte ai visitatori. Solo la settimana scorsa l’ultimo dei TolkienLab organizzati dall’AIST assieme all’Istituto Filosofico di Studi Tomistici prima della consueta pausa estiva ha trattato proprio l’arte di Tolkien, con la relatrice Roberta Tosi, ed oggi è sicuramente una giornata speciale per i tolkieniani ed in particolare per chi di loro ha una predilezione per l’arte: Tolkien: Maker of Middle-earth (Tolkien: il Creatore della Terra di Mezzo) si prospetta una mostra unica nel suo genere, la più grande dedicata al Professore degli ultimi cinquant’anni, per la quale hanno perfino creato un sito omonimo. La mostra, tenuta presso la Weston Library, sarà aperta dal lunedì al sabato dalle 10,00 alle 17,00 e domenica dalle 11,00 alle 17,00. L’entrata è gratuita, ma regolata dai biglietti emessi, prenotabili questi ultimi anche online, in quanto ogni giornata avrà un numero limitato di biglietti disponibili.
La mostra, che si concluderà il 28 ottobre, condurrà i visitatori in un vero e proprio viaggio alla scoperta di Tolkien in ogni suo aspetto: lo studioso, lo scrittore, l’illustratore dei propri scritti, ma anche l’uomo e il padre. Famoso per le sue storie, l’aspetto artistico della produzione di Tolkien passa spesso in secondo piano, sebbene il figlio Christopher la ritenga una componente di grandissima rilevanza e che non può essere esclusa dagli studi per comprendere l’operato del Professore. Tutto acquista una profondità ed una complessità ancora maggiore se si considera che Tolkien stesso, nonostante abbia illustrato molte delle sue storie (sebbene solo una parte sia stata effettivamente stampata e resa fruibile al grande pubblico assieme agli scritti) si espresse con toni abbastanza duri contro le immagini che accompagnano i racconti nel suo saggio Sulle fiabe (pubblicato in Italia nella raccolta di saggi tolkieniani Il medioevo e il fantastico da Bompiani).
Tra i pezzi più affascinanti in mostra sono stati annunciati:
- bozze manoscritte de Lo Hobbit che mostrano l’evoluzione della storia, assieme ad acquarelli, schizzi della copertine, disegni e mappe preparate per la pubblicazione
- manoscritti originali del Signore degli Anelli assieme a schizzi della sovracopertina e acquarelli
- manoscritti originali del Silmarillion, i primi scritti di Tolkien sulle antiche leggende degli Elfi, pubblicate postume dal figlio Christopher
- foto e lettere della gioventù di Tolkien
- l’album di disegni realizzati durante la tarda adolescenza intitolato The Book of Ishness
- lettere di apprezzamento di vari ammiratori, inclusi il poeta W. H. Auden, il cantante Joni Mitchell, l’autrice Iris Murdoch
- oggetti personali appartenuti a Tolkien, inclusi i suoi materiali artistici (scatole di colori, matite e ceralacca) e la sua personale libreria
- una selezione di mappe della Terra di Mezzo, inclusa una rara mappa annotata da J. R. R. Tolkien
- una mappa della Terra di Mezzo in 3-D, appositamente realizzata
Tolkien: Maker of Middle-earth, la mostra
La Weston Library, parte delle Bodleian Libraries di Oxford, ospiterà dal 1 giugno al 28 ottobre del 2018 una straordinaria mostra dedicata al Professore: Tolkien: Maker of Middle-earth (Tolkien: il Creatore della Terra di Mezzo). J. R. R. Tolkien trascorse moltissimi anni ad Oxford, prima come studente e poi come professore, e la Biblioteca Bodleian conserva la più grande collezione di manoscritti e disegni realizzati dall’autore. Il Tolkien Archive ha la sua sede presso la Bodleian dal 1979, e l’ultimo elemento da esso acquisito (nel maggio del 2016) è una mappa della Terra di Mezzo annotata da Tolkien stesso.
La mostra sarà un’occasione per esplorare in un modo nuovo il mondo tolkieniano, un evento imperdibile sia per gli amanti di lunga data della Terra di Mezzo che per chi ha appena cominciato ad approcciare il fantastico universo del Signore degli Anelli e l’uomo dietro la creazione.
Sulle orme di Tolkien 2: lo studio alla Bodleian
Il cuore dell’Università di Oxford è la Biblioteca Bodleian, una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo. Questo immenso esempio di gotico inglese è una delle più grandi biblioteche del mondo e contiene più di undici milioni di opere stampate, oltre 50.000 e-journals e tanto altro materiale su supporti diversi. In base a un accordo risalente al XVI secolo, la biblioteca accoglie una copia di ogni libro, rivista o fumetto venga pubblicato pubblicato nel Regno Unito. La biblioteca storica di Oxford è il simbolo degli studi e degli studiosi. Secoli di storia e di studi si respirano in questi antichi locali, in parte attrezzati come alle origini, ma con sistemi di catalogazione al passo con i tempi.
Visitare la Bodleian Library è una esperienza che ti resta dentro.
Seguire stanza dopo stanza un percorso nel tempo e nella tradizione che formano la cultura europea. Regolarmente in funzione per studenti e studiosi, è aperta anche al pubblico e oggetto di visite guidate con partenze ogni mezz’ora e di durata variabile. Un peccato che l’accesso alla Bodleian sia in questo caso limitato a due sole ali dell’intera struttura, cioè appena il 5% di tutte le sale della biblioteca.
Anche così però sono molte le cose da visitare: la sala quattrocentesca della scuola di teologia (Divinity School), la Convocation House and Chancelor’s Court del XVII secolo, la biblioteca quattrocentesca di Humphrey, duca di Gloucester e fratello di re Enrico V, e infine l’interno della Radcliffe Camera. La Divinity School è l’aula più antica dell’università con il soffitto con volta a costoloni, ancora oggi viene usata come “spogliatoio” per il laureandi che sfileranno verso il teatro. Di recente è più nota per essere stata una delle location dei film di Harry Potter, per l’esattezza l’infermeria (del secondo) e il salone delle prove di ballo (del quarto).
La mia preferita rimane però la Duke Humfrey’s Library, anch’essa utilizzata come Biblioteca di Hogwarts, che è la più antica sala di lettura della Bodleian Library ed è ora supervisionata dal Reader Services Department, cioè è una sala di lettura e consultazione. Qui hanno studiato cinque re, 40 premi Nobel, 25 primi ministri inglesi e scrittori come Oscar Wilde, C.S. Lewis e naturalmente Tolkien. È affascinante aggirarsi tra scaffali zeppi di libri antichi molti dei quali di grande pregio. Assai pregevole e caratteristico del periodo lo stile gotico delle strutture. Una biblioteca monumentale meravigliosa e suggestiva, con ambienti talmente suggestivi che restano impressi nella memoria, a lungo. Insomma, se passate da quelle parti… fermatevi a studiare, non si sa mai!
Sulle orme di Tolkien 1: l’AIST a Oxford e Leeds
Per chi studia le opere di J.R.R. Tolkien dovrebbe essere una tappa fissa. Così per la terza volta, abbiamo deciso di tornare a sfogliare e studiare i manoscritti a Oxford. La decisione ha coinvolto il presidente Roberto Arduini e il vicepresidente Claudio Antonio Testi, che per l’occasione hanno accettato di tenere un breve diario di viaggio, così da soddisfare la curiosità anche dei lettori del sito web. La Bodleian Library è uno dei due istituti in cui sono conservati i manoscritti di Tolkien. Il viaggio si è però trasformato in un percorso indietro nel tempo, sulle orme della vita dello scrittore, anche fuori dell’università, in quei luoghi che lo videro muoversi, discutere, ridere e bere… Ecco la prima puntata del diario di viaggio che toccherà sia Oxford sia Leeds, le due città in cui Tolkien visse e insegnò. Buona lettura!
È natale: le vestigia di Yule ad Oxford
Il Natale è tempo di celebrazioni e tante sono le tradizioni legate ai festeggiamenti invernali che sono retaggio di antichi culti, che col tempo sono andate ad affiancarsi o intrecciarsi alla professione di una fede differente. Tra queste usanze c’è un evento assai particolare che si svolge proprio ad Oxford, la città dove studiò e successivamente insegnò Tolkien: si tratta del Boar’s Head Gaudy (Celebrazione della testa di cinghiale), che si tiene ogni anno al Queen’s College, poco distante dal Pembroke College dove insegnò Tolkien.
Settembre, un mese all’insegna di Tolkien
L’estate volge al termine, e, come da tradizione, anche questo settembre sarà animato da eventi dall’anima tolkieniana, sia in Italia che all’estero.
Agosto si è chiuso con il Raduno di San Marino, tenutosi all’interno del San Marino Comics il 27 e il 28 agosto, con un fitto programma di conferenze che ha visto come relatori, tra gli altri, Oronzo Cilli, Adolfo Morganti, Paolo Gulisano, Chiara Nejrotti, Ferruccio Cortesi, Luisa Paglieri e Gianluca Comastri. Da segnalare anche la mostra In viaggio per Arda dell’artista Fabio Porfidia, che da poco ha pubblicato il suo primo artbook (qui la sua pagina facebook).
Non sono perdute le due poesie «ritrovate» a Oxford
Come al solito bisogna fare chiarezza. Siti web e quotidiani online hanno pubblicato la notizia che sono state ritrovate un paio di poesie di Tolkien, pubblicate nel 1936 in un oscuro giornale scolastico. «Undiscovered J R R Tolkien poems found in 1936 school magazine», è il titolo di oggi dell’Oxford Mail. Un po’ più vicina al vero è la BBC, che ha titolato: «JRR Tolkien poems found in Abingdon school annual». “Ritrovate” è il termine giusto da usare, mentre dire che le poesie sono state “scoperte” è errato. Naturalmente per quotidiani e siti web italiani (dal
Corriere all’Internazionale, dall’Avvenire al Giornale), si tratta di una “nuova scoperta”. Ecco il perché è falso.
Telperion e Laurelin si trovano a Oxford
«Ecco dal tumulo levarsi due snelli virgulti; e in quel momento il silenzio stava sul mondo intero, e altro suono non si udiva salvo il cantico di Yavanna. Alle sue note, gli alberelli crebbero e divennero belli e alti e si coprirono di fiori; e così nacquero al mondo i Due Alberi di Valinor. Di tutte le cose fatte da Yavanna, sono essi le più rinomate, e tutte le narrazioni dei Giorni Antichi si imperniano sul loro destino».
Nel Silmarillion il computo del tempo iniziò così, con la creazione dei Due Alberi: Telperion, dalle foglie verde scuro e argento, e Laurelin, dalle foglie verde chiaro e dai fiori dorati. Entrambi emanavano luce propria, e l’alternarsi dei loro periodi di splendore, rispettivamente argentato e dorato, scandì le giornate di Valinor, fino all’Ottenebramento a opera di Melkor. Yavanna raccoglieva in pozze la rugiada luminosa che cadeva dalle loro foglie, e anch’esse erano fonte di luce, la stessa che Fëanor instillò nei suoi Silmarilli; la Valie inoltre creò la luna e il sole dall’ultimo fiore e dall’ultimo frutto degli Alberi, e Varda creò dalla luce di Telperion nuove stelle per la venuta degli Elfi.
I quadri di Fabio Leone in mostra a Oxford
All’incirca un anno e mezzo fa, viaggiando per internet, ci siamo imbattuti in un’artista italiano con la predilezione per l’antica tecnica dell’iconografia e per i temi tolkieniani. Strano abbinamento verrebbe da pensare, invece le sue opere, studiate a fondo con un lavoro maniacale, paiono ricche di particolari, profonde e capaci di scatenare recondite emozioni. Insomma, sembrano tutto tranne che strane. Il nome di questo artista è Fabio Leone, nato a Latina nel 1979 si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2004. Nel corso degli anni si è specializzato nell’uso del digitale per le sue illustrazioni non disdegnando il ritorno all’antico amore per la pittura iconografica.
Un progetto per Tolkien narrare nuove storie
Un autore e la sua passione: scrivere. Se c’è un modo per celebrare J.R.R. Tolkien è quello di scrivere una storia. Questo devono aver pensato gli organizzatori di un progetto incentrato sull’arte di narrare le storie finanziato dal Tolkien Project offrirà quest’inverno seminari e masterclasses in tutta la contea di Oxford. Firing the Heart – Tales of Exile and Sanctuary (“Colpire al cuore – Racconti d’esilio e rifugio”) è il nome dell’iniziativa, che inviterà le persone a condividere le proprie storie e contribuire alla fase finale di un progetto che durerà tre anni nell’intento di creare nuove storie orali e letterarie.
Oxford, sarà abbattuto l’albero di J.R.R. Tolkien
Certe notizie, anche se tristi, bisogna darle comunque. L’albero amato da Tolkien a Oxford sarà abbattuto perché è malato. Si trova all’interno del giardino botanico, luogo che lo scrittore visitava spesso per passeggiare o fare un picnic. L’amore del professore per gli alberi nacque in tenera età. Da bambino li immaginava protagonisti di racconti e amava le storie in cui gli alberi rivestono un ruolo importante. «Ogni albero ha il suo nemico, pochi hanno un avvocato», scrive nelle lettere.
A Oxford nel 1914 la parodia di Tolkien
La Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien ebbe inizio nel 1914. Questa potrebbe essere una sorpresa, considerando il fatto che Il Signore degli Anelli fu pubblicato nel 1954-55 e anche che Lo Hobbit apparve non prima del 1937. Ma il fatto è che prima e dietro a questi due libri esisteva già un enorme base di lavoro creativo: l’ambizioso e vasto ciclo di storie che sarebbe poi diventato Il Silmarillion, così come gli annali, la descrizione cosmografica, la poesia, le illustrazioni, le mappe e, naturalmente, diversi linguaggi e sistemi di scrittura inventati.
Festa per Lo Hobbit Day, ma in Italia c’è poco
La fine di settembre è un periodo molto inteso per gli appassionati di J.R.R. Tolkien. Il 22 settembre è il compleanno di Bilbo. Ben due eventi iniziano oggi e si annunciano ricchi di sorprese ed iniziative. Si tratta di manifestazioni diverse, ma che esprimono con la stessa intensità la passione per le opere del professore di Oxford. Si svolgono all’estero, precisamente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, ma ormai da anni vedono la partecipazione anche di molti appassionati italiani. Ma andiamo per ordine.
Anche a Oxford da marzo si insegna Tolkien
J.R.R. Tolkien è uno degli scrittori più noti del XX secolo e i suoi libri Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit hanno intrattenuto e, al tempo stesso, incuriosito i lettori per decenni, diventando tra i libri più popolari di tutti i tempi. Molte persone hanno letto questi romanzi, o visto gli adattamenti cinematografici, ma hanno avuto poche opportunità di approfondire maggiormente il loro interesse. Per soddisfare quest’esigenza la Facoltà di inglese dell’università di oxford (dove Tolkien ha insegnato per la maggior parte della sua carriera) ha organizzato la “Oxford Tolkien Spring School”, rivolta a coloro che hanno letto i romanzi dello scrittore inglese e vogliono scoprire di più. Sono previste una serie di lezioni introduttive tenute dai maggiori studiosi di Tolkien a livello mondiale, che si terranno presso la Facoltà dal 21 al 23 Marzo 2013. La facoltà di inglese dell’università di Oxford è la più grande in Gran Bretagna, e una delle più illustri scuole di inglese in tutto il mondo. Fondata nel 1894, ha annoverato tra i suoi membri alcuni dei più importanti critici e studiosi del settore, tra cui J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis, Edmund Blunden, Nevill Coghill, Helen Gardner, Richard Ellmann, Terry Eagleton e molti altri.
I dieci luoghi più “letterari” del mondo
Dieci luoghi per perdersi e ritrovarsi con l’autore preferito. Sul sito Gadling Jessica Festa mette in fila dieci ritrovi del cuore nel vasto mondo, storicizzati e in qualche modo resi eterni dalla penna o dalla semplice presenza di grandi scrittori. Nell’ordine, si parte dalla libreria Shakespeare and company di Parigi dove nel secolo scorso sono passati Fitzgerald ed Hemingway, la cui casa a Key West in Florida è il secondo dei luoghi letterari menzionati. Qui al 907 di Whitehead Street l’autore di Addio alle Armi ultimò molti dei suoi romanzi. Per terzo viene il Globe Theatre di Londra con il suo implicito richiamo shakespeariano, anche il teatro che possiamo visitare oggi è stato ricostruito dopo un incendio nel 1844. E poi Walden Pond a Concord nel Massachussettes, legato alla memoria di Thoreau e Emerson; il Vesuvio Cafe di San Francisco, culla della Beat Generation, il Chelsea Hotel di New York, la Dublino di Joyce (sì in questo caso la giornalista ha scelto proprio la città intera come luogo d’elezione); un’altra città sebbene di dimensioni più modeste come la Hannibal del Missouri è stata invece consegnata alla storia letteraria dalla presenza di Mark Twain, mentre il museo di Haworth in Inghilterra racchiude la memoria delle sorelle Bronte.
