Shaun Gunner: Tolkien Society? In Italia ce ne sono due

Tolkien SeminarShaun Gunner è il presidente della Tolkien Society dal 2013 ed è stato a capo del comitato organizzativo dell’evento per i 50 anni dell’associazione tenutosi a Birmingham quest’estate, Tolkien 2019. Volontario della Tolkien Society dal 2011, Gunner è particolarmente attento alla crescita dell’associazione, che si prefigge come obiettivo la diffusione delle opere scritte dal Professore oxoniense che ci ha regalato meravigliose visioni della Terra di Mezzo, aiutato anche dall’essere un professionista nel campo delle comunicazioni.
Durante l’evento Tolkien 2019 ha tenuto un intervento dal titolo Gandalf for President: the Politics of Tolkien ed ha anche gentilmente trovato il tempo per rilasciarci una breve intervista…

Iniziamo l’intervista inquadrando la questione: innanzitutto, cos’è la Tolkien Society e cosa fa durante l’anno?
Shaun Gunner: «La Tolkien Society è un’organizzazione culturale no profit che svolge attività di assistenza e solidarietà sociale, costituita secondo le leggi in vigore in Inghilterra e Galles, che si occupa di far conoscere al pubblico, e di promuoverne la ricerca, sulla vita e le opere di J.R.R. Tolkien. Fondata nel 1969, le nostre attività si sono allargate sempre più nel corso degli anni fino a includere il progetto Tolkien to the World, l’archivio storico, la borsa di studio Tolkien, e tutte le attività di promozione della società che comprendono gli eventi locali, la pubblicazione di articoli e servizi radiotelevisivi da parte dei media e i social network.
Durante l’anno organizziamo un certo numero di eventi ormai fissi come la Cena annuale, il Seminario, la Oxonmoot e naturalmente il Tolkien Toast e il Tolkien Reading Day, mentre pubblichiamo annualmente la rivista Mallorn e ogni due mesi il bollettino dei soci Amon Hen. Abbiamo appena celebrato il nostro 50esimo anniversario e continueremo a fare tutto questo per i prossimi 50 anni!».

Ci spieghi meglio: quando la società è stata fondata e quali sono state le relazioni con J.R.R. Tolkien e i suoi eredi?
«Certo: la Società è stata fondata esattamente nel novembre 1969 da Vera Chapman, nota appassionata conosciuta come Belladonna Took. In quegli anni l’editore inglese, Allen and Unwin, incoraggiò molto la società e la mise in contatto con lo scrittore. Così nel 1972 Tolkien accettò di divenire Presidente della Tolkien Society. Dopo la sua morte, la carica fu offerta al figlio Christopher, ma quest’ultimo declinò perché sentiva che giustamente quella carica appartenesse solo al padre. Così oggi, Tolkien rimane il Presidente Onorario in Perpetuo della società e sua figlia Priscilla è Vicepresidente. Durante tutti questi anni, diversi membri della famiglia dello scrittore hanno presenziato eventi o sostenuto attività della nostra società».

Capisco. Quindi, ci sono ancora contatti diretti e attivi con i membri della famiglia Tolkien?
«Sì, assolutamente».

Lei ha elencato tutti gli appuntamenti fissi della Tolkien Society durante l’anno. Ci faccia capire: il Seminario è il vostro evento più accademico, mentre la Oxonmoot è l’evento più ludico?
«In realtà sono entrambi eventi molto allegri! Entrambi hanno dei momenti più seri, ma la Oxonmoot è più dedicata alla condivisione che include feste, canti, giochi, quiz e laboratori; il Seminario non ha tutto questo. Il Seminario si concentra in un solo giorno di interventi accademici e si svolge proprio il giorno prima dell’International Medieval Congress di Leeds, ma anche in quell’occasione la giornata finisce al pub!».

Atti del convegno su Tolkien 2005Quanto importanti per la Tolkien Society sono i convegni internazionali da voi organizzati nel 2005, 2012 e 2019?
«Per noi sono momenti estremamente importanti perché sono una vera e propria celebrazione internazionale su Tolkien e su tutto il fandom a lui legato. Nel 2005 abbiamo celebrato il 50 anni della pubblicazione de Il Signore degli Anelli e nel 2012 i 75 anni de Lo Hobbit, ma per il nostro anniversario abbiamo voluto fare onore alla nostra storia e ai suoi contributi in tutti questi anni. Per questo per noi è stato importante avere avuto ospiti che sono cresciuti con la società e per gli appassionati di Tolkien è stato importante aver avuto la possibilità di incontrarsi e festeggiare tutti insieme. La cosa più bella di quest’anno è che ho potuto festeggiare con persone che non vedevo da sette anni. È stato fantastico!».

Qual è il rapporto tra la Tolkien Society e le altre Tolkien Society nel mondo?
«Noi lavoriamo con uno spirito di cooperazione con tutte le Tolkien Society, anche quelle che hanno un diverso nome. Sappiamo inoltre che molti membri di altre società tolkieniane sono anche membri della Tolkien Society, come con voi. Però non cerchiamo mai di governarle o dirigerle in un qualunque modo: spetta ai lettori di Tolkien in ogni paese decidere le proprie strutture. Siamo sempre desiderosi di supportare e aiutare le altre società tolkieniane nel miglior modo possibile».

Può esserci più di una società riconosciuta per ciascun paese, come avviene in Italia?
«Sì, naturalmente. Anche la Svezia ne ha due – Mithlond di Göteborg e Forodrim di Stoccolma – e nel Regno Unito stesso, oltre la nostra società abbiamo anche Minas Anor a Cambridge e Taruithorn a Oxford [è la società studentesca dell’Università di Oxford]».

Roberto Arduini, Andrew Higgins, Dimitra Fimi, Claudio TestiL’AIST – Tolkien Society of Italy, in quanto membro corporativo della Tolkien Society, può fare qualcosa per aiutare la sua casa madre?
«Naturalmente! La cosa che ci aiuta di più è promuovere la conoscenza di Tolkien il più possibile. Certo, se più membri dell’AIST fossero membri della Tolkien Society o – oltre ai Seminar e ai convegni internazionali – venissero anche alla Oxonmoot sarebbe fantastico, ma noi lo facciamo per Tolkien».

Cosa si aspetta dalla serie TV prodotta da Amazon?
«Ha! Non so più di quanto sia pubblico, ma spero di vedere una fantastica realizzazione degli eventi della Seconda Era, incentrati sulla regione dell’Eregion e sulla forgiatura degli Anelli e la guerra contro Sauron. Penso che questo possa essere reso in maniera magnifica, e spero che lo sia!».

Cosa pensi dello sviluppo degli studi tolkieniani? Può esserci una crescita futura?
«Ovviamente sì! Abbiamo appena iniziato a dipanare il bandolo della matassa degli studi su Tolkien. Guardate quanti dottorandi e ricercatori ci sono in giro che vogliono fare studi comparativi di Tolkien con altri autori, esaminare il suo uso dell’invenzione del linguaggio o l’impatto delle sue opere sui lettori. Inoltre, Tolkien continua a evolversi per i lettori con pubblicazioni postume e ulteriori adattamenti, quindi ci saranno sempre nuove cose di cui parlare».

Tolkien SocietyQual è il prossimo progetto della Tolkien Society?
«Dopo un anno come il 2019, probabilmente un periodo di riposo! Ma più seriamente, stiamo guardando alla Oxonmoot del prossimo anno e a come possiamo impegnarci al meglio con i tantissimi soci internazionali che abbiamo. Seguite il nostro sito web per saperne di più su queste attività future!».

Grazie per la disponibilità!
«Grazie a voi per tutto quel che fate: le notizie sulle attività dell’AIST arrivano fino a qui da noi e sono tutte bellissime! Un saluto ai vostri soci e ai lettori di Tolkien in Italia».

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Tolkien 2019, è boom degli studiosi italiani
– Leggi l’articolo Nel 2019 festa dei 50anni per la Tolkien Society

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Tolkien Society

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Oxonmoot 2018, il programma

Oxonmoot 2018In Inghilterra si festeggia il compleanno dei due Baggins più famosi con un evento organizzato dalla Tolkien Society: l’Oxonmoot!
Questa quarantacinquesima edizione si svolgerà da giovedì 20 a domenica 23 settembre al St. Antony’s College di Oxford, regalando a coloro che vi prenderanno parte quattro giorni ricchi di conferenze, workshop, quiz, buffet, letture e visite alla mostra Tolkien: Maker of the Middle-earth della Weston Library, per terminare, la domenica mattina, andando a rendere omaggio alla tomba del Professore, al Wolvercote Cemetery (usanza rinominata Enyalië).
Scorrendo i nomi dei partecipanti a questa edizione non può sfuggire un particolare: tra i relatori che presenteranno i propri studi troviamo quello di una giovane italiana…

Tolkien Society Seminar 2018: il resoconto

Tolkien SeminarVi avevamo anticipato che il vicepresidente AIST Claudio Antonio Testi avrebbe preso parte all’International Medieval Congress di Leeds (potete leggere l’articolo sull’IMC qui) e proprio nello stesso periodo del suo soggiorno a Leeds (più precisamente domenica primo luglio) si sono tenuti i prestigiosi Tolkien Society Seminar, a cui egli ha preso parte ed assistito. Claudio Testi ci racconta brevemente quali sono stati i contenuti degli interventi e condivide con i nostri lettori alcune delle sue riflessioni in merito.
Ogni anno i Tolkien Society Seminar propongono un differente tema: quest’anno si trattava di Tolkien the Pagan? Reading Middle-earth through a Spiritual Lens (Tolkien il Pagano? Leggere la Terra di Mezzo attraverso una lente spirituale).

Nelson GoeringOre 10:00 – 10:20, cominciano i Tolkien Society Seminar! Il primo intervento è di Nelson Goering con Shrouded Shrines and Holy Harrows: a Philological View of (Un)holy Places in Middle-earth.
Chi sono gli dei senza nome, più antichi di Morgoth, nel Lai dei Figli di Húrin? Cosa significava “heathen” (pagano) per Tolkien? Per Tolkien pagano era “non-cristiano”, ma con delle connotazioni particolari. Un intrusione del passato nel presente. Un linguaggio emotivo, che implicava qualcosa di “altro”. Goering fa riferimento agli “heathen tabernacles” (tabernacoli pagani) nella traduzione del Beowulf di Tolkien. Tolkien era interessato alle parole antico inglesi sopravvissute nei moderni toponimi, mostrando termini arcani sopravvissuti nei paesaggi. Un parallelo è il termine Dunharrow, che contiene la parola antico inglese per pagano (in italiano tradotto come Dunclivo) nel Signore degli Anelli di Tolkien, Le connotazioni sono quelle di oscurità e alterità. Dunharrow mostra tutte le qualità che Tolkien vedeva nei “heathen tabernacles” nel Beowulf.
È stato menzionato anche Alan Reynolds «I think we fail to grasp imaginatively the pagan “heroic” temper, the almost animal pride and ferocity of “nobles” and champions on the one hand; or on the other the immense relief and hope of Christian ethical teaching amidst a world with savage values (Mitchell 1968, 12-13).
I’m indebted to Alan Reynolds for that reference, which is tucked away in Mitchell’s introduction to Kevin Crossley-Holland’s translation of Beowulf
».
Commento di Testi: l’autore esamina il tema del paganesimo nel mondo di Tolkien nei Figli di Húrin. Parla della comprensione tolkieniana degli heathen intesi come non cristiani. Esamina anche la tensione presente in Tolkine verso i luoghi pagani. Cita i commenti di Tolkien al Beowulf, in cui si parla di heathen tabernacles.

Studiosi: Claudio TestiOre 10:20 – 10:40, Claudio Testi con Pagan Saints in Middle-earth (un sunto dall’omonimo volume recentemente pubblicato dalla Walking Tree Publishers, traduzione di Santi Pagani nella Terra di Mezzo di Tolkien).
Il mondo di Tolkien è internamente pagano, ma esternamente in armonia con la Rivelazione Cristiana. Entrambi questi aspetti esprimono un modo di pensare fondamentalmente cattolico. La Musica degli Ainur, e le idee elfiche di fato sono eccellenti esempi della sintesi tolkieniana di pagano e cristiano, ad esempio il superficiale politeismo dei Valar ed Eru come Creatore di tutto. Allo stesso modo, la terminologia dei concetti del fato elfico non è cristiana, ma la Provvidenza resta un’idea centrale.
Un commento di un lettore ha annunciato la prossima pubblicazione di una recensione da parte di Jan van Breda su Lembas Extra (rivista della Società Tolkieniana Olandese, Unquendor).

Sultana RazaOre 10:40 – 11:00, Sultana Raza con Shades of Indian Ideologies in the Fellowship.
È illuminante sovrapporre i chakra ai membri della Compagnia dell’Anello, pensando ad essi come parti di un corpo: Gimli = i piedi, Grampasso = le gambe, Merry = lo stomaco, Sam = la schiena, Frodo = il cuore, Boromir = le braccia, Pippin = la bocca, Gandalf = la testa, Legolas = gli occhi.
La studiosa inizia facendo un’esegesi di Ilúvatar, avatar della luce dal punto di vista della lingua hindi, passando poi agli Ainur, termine che in hindi avrebbe un particolare significato, formandosi da una parola che deriva dall’arabo nur = luce, e aaina = specchio (in hindi), per cui gli Ainur sarebbero specchi della luce. Considerando che Tolkien aveva delle nozioni di sanscrito, ci può essere stata un’influenza inconscia.
Raza trova similitudini anche tra chakra e hroa (corpo): in un corpo tutto è collegato. I chakra ci connettono con un mondo superiore e uno inferiore: infatti noi siamo in una Terra di Mezzo. Vengono fatte anche associazioni tra razze e chakra, gli Elfi sono l’alto chakra, gli uomini e gli hobbit il medio, ad esempio.
Per ragioni di tempistiche, la studiosa non è riuscita a spiegare un’altra corrispondenza riscontrata, quella tra le tappe del viaggio della Compagna ed alcuni elementi della mitologia indiana.

Putri PrihatiniOre 11:00 – 11:20, Putri Prihatini con The Names of Túrin Turambar and the ‘Spiritual Burden’ Concept in Javanese Naming Philosophy.
L’autrice non ha potuto essere presente, ed il suo studio è stato letto da Nelson Goering.
I nomi molto significativi nella cultura giavanese, ma possono essere anche causa di un “fardello spirituale”. Come funziona ciò nella Terra di Mezzo, specialmente considerando l’interesse di Tolkien per la nomenclatura? Ad esempio, i nomi elfici sono scelti e cambiati attraverso complesse scelte fatte dai genitori. Túrin continua a cambiare il suo nome, ma la tragedia continua a seguirne i passi. Qual’è l’effetto del (ri)nominare qualcuno? Qual’è l’effetto del nome stesso?
Commento di Testi: i tre nomi degli Elfi sono dati dal padre e dalla madre, e quest’ultimo è basato su una sua conoscenza del bimbo (come esempio di veda Fëanor). Túrin Turambar mostra chiaramente una connessione tra il suo nome e la storia. Sono idee simili a alcune del Giappone e dell’Indonesia, in cui la scelta del nome incide sul futuro.
Putri Prihatini ha un suo blog, per la maggior parte scritto in indonesiano, ma alcuni post su Tolkien sono in inglese.

Pausa

Cop-libroBrad-EdenOre 11:40 -12:00, Brad Eden ‪con Tolkien the Buddhist: Reincarnation, Inherited Memory and Theosophy, oh my!.
Tolkien ebbe forse familiarità col Buddismo attraverso gli scritti dello studioso oxoniense Max Müller. La compassione di Frodo e il suo pacifismo potrebbero essere letti come principi buddisti. Allo stesso modo, l’intero Il Signore degli Anelli è incentrato sull’idea di rinunciare a qualcosa (l’Unico Anello). La reincarnazione elfica era un problema dal punto di vista teologico per un devoto cattolico come Tolkien, ma Barfield e Charles Williams non esclusero il concetto dalle loro idee filosofiche. Tolkien era realmente interessato in idee quali la memoria genetica e la parapsicologia, basti pensare ai Notion Club Papers. Il ritorno di Gandalf può essere visto come reincarnazione? E che dire della reincarnazione di Glorfindel, un’idea su cui Tolkien lavorò molto nei suoi scritti tardivi? E la reincarnazione dei Nani? Gandalf potrebbe essere un bodhisattva (cioè destinato all’illuminazione e di seguito a divenire un Buddha)? Gli interessi di Tolkien si estendevano oltre la rigida struttura spirituale del Cattolicesimo. La sua mitologia nasce da filosofia e religione, ma è molto più sincretica di quanto sia ritenuto solitamente.
Commento di Testi: l’autore premette che sa benissimo che Tolkien non era buddista. Ad Oxford, fin dalla seconda metà dell’Ottocento, con Müller, si discute sul senso della mitologia (anche orientale), quindi Tolkien forse ha conosciuto la filosofia orientale quando da giovane studiava a Oxford mitologia e folklore. Il viaggio di Frodo è un lasciarsi andare (non un migliorare), simile al karma. L’atteggiamento di Frodo è simile al buddismo anche per il minor interessamento alla guerra che mostra alla fine del Signore degli Anelli.
Tolkien e la reincarnazione: il Professore ci ragiona per tutta la vita usando termini anche diversi come reincarnazione, resurrezione, transfer di memoria, eccetera. Influenze di C. Williams e Barfield (si veda Flieger in Splintered Lights e A Question of Time). Tolkien in The Notion Club Papers e in The Lost Road sviluppa idee simili al Buddismo, anche nel Signore degli Anelli con Gandaf e Merry. Esamina a lungo il caso dell’Elfo Glorfindel. Anche Gandalf si reincarna. Sulla reincarnazione dei Nani, si ricordi che Durin VI è stato ucciso da un Balrog (come Gandalf e Glorfindel).
È significativo il brano Athrabeth Finrod ah Andreth, con la storia dell’amore di Andreth e Aegnor, e il Tale of Adanel, una delle versioni della Caduta degli Uomini (dal volume Morgoth’s Ring, il decimo della History of Middle-earth).
Differenze col Buddismo: nel Buddismo le anime possono tornare anche in forme animali, non così in Tolkien.
Conclusione: Tolkien è meno cattolico ortodosso di quello che può sembrare, ama esplorare punti di vista diversi.

Markus Davidsen (2)Ore 12:00 – 13:00, Markus Davidsen con Honouring the Valar, Seeking the Elf Within: the Curious History of Tolkien Spirituality and the Religious Affordance of Tolkien’s Literary Mythology.
Davidsen analizza inizialmente i primi movimenti spirituali/religiosi degli anni Sessanta e Settanta basati sulla mitologia di Tolkien (gli Hippy dal 1965 in poi, l’episodio nel deserto del Mojave nel 1973; le Elf Queen’s Daughters nel 1974; i Silver Elves nel 1977), passando agli anni Ottanta, durante i quali movimenti di questo genere ancora proliferano (il Tribunal of the Sidhe nel 1984 arriva a sostenere che Tolkien fosse un changeling, ovvero un bambino umano che è stato segretamente sostituito dalle fate con uno della loro gente), ed infine agli anni Novanta, dove si arrivano a ipotizzare teorie di cospirazione e rituali, con The Magical World of the Inklings di Grant (1990) e High Elvish Working di Bridges (1993). Tutti questi movimenti religiosi sostengono che l’opera di Tolkien mostri una verità spirituale basata su una rivelazione. Essi approcciano Tolkien attraverso dei rituali e percepiscono il mondo di Tolkien e i suoi abitanti come reali. Molti di questi movimenti religiosi/spirituali sostengono che una persona possa essere un Elfo, geneticamente o nell’anima. Perché la mitologia di Tolkien suscita queste reazioni/risposte spirituali? Non abbiamo questo fenomeno in Game of Thrones, per fare un esempio). Le opere di Tolkien sfidano il proprio status di opera di fantasia (ad esempio, proponendo la Terra di Mezzo come un tempo mitico della nostra terra). Questo genere di linguaggio che mette in dubbio l’idea delle opere tolkieniane come semplice invenzione può essere trovata sia nella Prefazione del Signore degli Anelli e nelle sue Lettere.
Commento di Andrew Higgins: sarebbe interessante esplorare l’uso delle lingue inventate da Tolkien all’interno di questi gruppi e dei loro rituali.
Commento di Pat Reynolds: un paper molto interessante! Credo ci sia ancora molto da esplorare in termini delle risposte spirituali più mondane (non religiose, non basate sulla fede), come l’adottare i personaggi di Tolkien nella visualizzazione creativa legata alla guarigione. È stato interessante anche rivedere in prospettiva i dibattiti di venti anni fa.
Commento di Testi: interessante storia di vari movimenti tolkieniani nel nostro mondo primario: gli hippies dal 1965 in poi; nel 1973 nacque un gruppo per cercare realmente i resti di Minas Tirith nel deserto del Mojave; nel 1977 un gruppo femminista si ispirò alle regole e la morale elfiche, coniando anche un loro linguaggio elfico; nel 1984 nasce “Il Tribunale dei Sidhe” in California (ed esistono ancora), un’organizzazione neo-pagana, che si identificano come i veri Quendi; nel 1990 dopo il libro di Grant The Magical World of the Inklings, si inizia a cercare una conoscenza segreta che ispirò Tolkien e ispira nel 1993 un altro libro High Elvish Working che tramite pratiche magiche esplora la verità dietro al mondo di Tolkien. Dal 1995 con internet fenomeni simili si moltiplicano incredibilmente e dal 2001 coi film il fenomeno si accresce ancora esponenzialmente: esempio sono i gruppi Tie elvelieva e Indigo Elves (che dicono di ricevere comunicazioni direttamente da Arwen).
Conclusioni: questi gruppi ritengono che 1) Tolkien è più di fiction, ma una verità forse basata su rivelazioni; 2) il mondo di Tolkien può essere ingaggiato con rituali; 3) il mondo di Tolkien e i suoi personaggi sono reali almeno su un altro piano (quando non su questo) e si può entrare davvero in contatto con Valar ed Elfi; 4) una persona può essere davvero un Elfo (geneticamente o spiritualmente) perché dai mezzelfi il sangue elfico gira ancora tra gli uomini.
La relazione chiude facendo un paragone tra Tolkien e Martin: in Tolkien ci sono alcuni meccanismi (ad esempio l’espediente delle traduzioni, riferimento a luoghi reali, il fatto che nelle lettere dice di registrare qualcosa di accaduto) che lo rendono più credibile e applicabile al mondo primario (anche se questo apre il conflitto autore-narratore).

Justin Lewis-AnthonyOre 13:40 – 14:00, Justin Lewis-Anthony con Tolkien’s Mandos. Pratchett’s Death.
Mandos emette verdetti guidato da Eru, Death è più simile ad un freelance nel suo agire. Mandos è severo, ma non implacabile. Death è implacabile (There’s no justice […] there’s just me.). All’inizio della sua carriera l’esperienza di Pratchett come giornalista lo ha portato faccia a faccia con la morte. Le ultime parole di Aragon prima di morire mostrano dolore, ma non disperazione. Nell’Athrabeth Finrod ah Andreth, Andreth sostiene che la morte fu imposta agli uomini da Morgoth, ma la sua idea viene messa in questione.
Commento di Testi: in Tolkien uno dei temi centrali è morte e immortalità. Pratchett scrive in parte come reazione a Tolkien, che ammira: e in lui la Morte diventa un personaggio. Mandos gli si avvicina, ma è molto diverso dal personaggio di Prarthcett: si sposa, prova a essere giusto, eccetera. Anche Pratchett nella sua vita ha avuto molte esperienze di morte. Di esempi sulla morte in Tolkien ce ne sono molti, ma i più importanti sono la morte di Aragorn (esempio di «ars moriendi») e le riflessioni di Andreth. Uno degli ultimi libri di Pratchett (The Shepherd’s Crown) ha Morte come personaggio e dice che dopo morte non c’è speranza.

Ryan HaekerOre 14:00- 14:20, Ryan Haeker con On the Providential Historicism of Middle-earth.
Le tre Ere della Terra di Mezzo come cicli storici separati. La Prima e la Seconda Era includono la Caduto (dei Noldor e dei Númenóreani). Ogni ciclo storico include momenti provvidenziali.
Commento di Testi: la storia della Terra di Mezzo può essere interpretata in un’ottica provvidenziale a partire dalla Musica degli Ainur alla Prima Era e in avanti. Questa idea la si vede anche nella progressiva divisione degli Elfi e dei loro linguaggi, come ha mostrato Verlyn Flieger in Splintered Lights. Lettura in quest’ottica delle varie ribellioni: Melkor, Fëanor, Númenor.

Andrew Higgins - 2Ore 14:20 – 14:40, Andrew Higgins con ‘But Melko take them!’: why did the Elves think Men Worshipped Melko? An Analysis of ‘Si Qente Feanor’.
Si Qente Feanor: un documento che mostra l’inizio dello screzio tra Elfi e Uomini.
Nelle parole di Feanor il male è associato con un cattivo odore. I cuori degli uomini, dice, “can be smelled by Melko”, essi sono “smelled out to be evil”. Le parole di Feanor sono come una propaganda politica – gli Uomini servi di Melko possono essere “smelled out”, fiutati. E di certo questa propaganda comincia con Feanor.
Commento di Testi: sono analizzati i testi presenti in The Book of Lost Tales I (p. 167). Testo legato a due proposizioni in Quenia pubblicato in Parma Eldalamberon 15 (p. 15) e da Higgins tradotto in questo paper. Il frammento tratta di Feanor il saggio che dice qualcosa di opposto a qualcos’altro: Feanor si riferisce agli Uomini e dice che sono cattivi fin dall’origine per questo Melko li “ha annusati”. Feanor pare negare qualsiasi possibilità di redenzione agli Uomini e per tutto ciò dice che hanno venerato Melko. Dietro c’è il mistero della gelosia degli Elfi verso gli Uomini: forse questo fatto che Melkor li ha “annusati” fin dall’origine la può spiegare.
Domande: la Fimi chiede se potrebbe essere una cattiva propaganda di Feanor contro gli Uomini e Higgins risponde che potrebbe essere. Resta da capire perché Feanor parla così in The Book of Lost Tales I.

Giovanni Carmine CostabileOre 15:00 – 15:20, Giovanni Carmine Costabile con Also Sprach Feanor, Spirit of Fire: A Nietzschean Reading of Tolkien’s Mythology.
Feanor come rappresentazione dell’Übermensch, avendo inoltre elementi in comune con la storia di Mosè (legislatore, leader della sua gente durante l’esodo, non entra nella terra promessa, eccetera).
Commento di Testi: premessa, Tolkien ha studiato Nietzsche in università durante un suo personale periodo “ateo”. Confronto tra Tolkien e Nietzsche:
– differenze Nietzsche è iniziatore del postodernismo, è maestro del sospetto, mentre Tolkien è un fervente cattolico romano e medievalista,
– similitudini: filologi, influenzati dal Romanticismo, legati a Wagner.
Paralleli:
– l’idea di ombra in Gaia scienza e nel Signore degli Anelli, con Sauron, sebbene nell’Athrabeth Finrod ah Andreth l’ombra ha anche un significato positivo (protegge dal sole)
– la genealogia della morale, Feanor e il Superuomo: Feanor ha moltissimi caratteri in comune con il Mosè visto da Nietzsche e ha idee molto simili al superuomo di Nietzsche.
– il “Dio è morto” di Nietzsche e desiderio di Sauron di farsi Dio.

Brighid Bardsley, che avrebbe dovuto presentare From Ents to Elbereth: Tolkien’s Trojan Horse of Paganism, è stata assente per malattia

Aslı Bülbül CandaşOre 15:20 – 15:40, Aslı Bülbül Candaş con The Nature of Arda: An Artwork as the Embodiment of the Flame Imperishable.
Dalla Musica degli Ainur, alla visione di Arda, ad Arda come reame fisico. La Fiamma Imperitura al cuore di questo processo creativo. La Fiamma Imperitura è nei Due Alberi di Valinor, e in seguito nei Silmarilli. I Silmarilli finiscono nell’aria, nelle fiamme e nell’acqua – correlazione con i Tre Anelli degli Elfi (Vilya, Nenya e Narya). Entrambi gli artefatti sono un tentativo artistico di preservare la Fiamma Imperitura.
Commento di Tom Hillman: Perché la Fiamma Imperitura avrebbe bisogno di essere preservata?
Risposta di Candas: «In my understanding, the Flame Imperishable is the core embodiment of creative power. In physical sense it surfaces in the form of light. So that’s a basic desire for denizens of Arda to put creative power into practice and thus protect it against the linear time perception as Arda’s nature is all they have in the vast void of this cosmology».
Commento di Testi: Arda come opera d’arte grazie alla Fiamma Imperitura: Musica -> visione -> Arda reale. La studiosa vede questa creazione come un processo ancora in atto e non dato una volta all’inizio e basta. Viaggio della Fiamma Imperitura: Ilúvatar → cuore di Arda → i Due Alberi di Valinor → i Silmarilli in aria, acqua, aria (= a tre anelli potere). In Nenya si vede molto la Fiamma Imperitura. Si tratta di un circolo chiuso tra Ungoliant e sue figlie: i Due Alberi di Valinor → i Silmarilli → la Stella di Eärendil → la Fiala di Galadriel.
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La creazione continua anche nel senso che le varie opere d’arte hanno loro caratteristiche spirituali.

Richard HronekOre 15:20 – 15:40, Richard Hronek (da The Tolkien Heads podcast) con ‘That’s what I’m Tolkien about!’: Tolkien Fandom and the Hermeneutics of the Digital Age.
Hronek propone una lettura di un passaggio del Signore degli Anelli e propone una serie di riflessioni letterali, simboliche e personali, unendo una lettura approfondita alla ricezione del lettore.
Commento di Testi: Hronek ascoltò un podcat su Harry Potter e le Sacre Scritture e vide i film di Peter Jackson: in seguito iniziò a discutere di Tolkien con i propri amici, sul modello della Lectio Divina, ma con discussioni molto appassionate sul significato letterale (esempi: parte del capitolo La Vecchia Foresta, l’arrivo a Brea degli Hobbit). Invita a fare assieme questo tipo di Lectio col significato letterale.

Ore 15:40 – 16:00, Jessica Yates con The Origins of Vingilot.
Dove incontrò Tolkien per la prima volta la collezione di componimenti poetici Christ I e la significativa frase “éala éarendel engla beorhtast”? Yates sostiene che fu nell’opera Teutonic Mythology di Jacob Grimm e forse in Hamlet in Iceland di Israel Gollancz.
Commento di Testi: sull’origine di alcuni nomi tolkieniani di cui Yates parlò in altre relazioni:
– Melko (la fonte è “Melkio”: da un libro di fine Ottocento)
– Earendel in Christ II di Cynewulf; forse anche da Hamlet
– Vingilot: mostra un articolo su Gringolet, il cavallo di Sir Gawain (ci ha messo 15 anni per averlo), contenuto in uno dei Saga-Book della Viking Society for Northern Research. In base a manoscritti e pronunce dice che si arriva alla forma Wingalet, nome anche di una barca che è del tutto simile a Vingilot.
– Tolkien era molto ispirato dai cigni e probabilmente lesse articoli su questi nomi: potrebbe aver letto l’ultimo articolo citato verso il 1914, quando stava studiando Chaucer (dai manoscritti si vede come Tolkien passa da V a W poi di nuovo a V nel nome).

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Tolkien all’IMC di Leeds 2018
– Leggi l’articolo Sulle orme di Tolkien 3: a Leeds per il seminario
– Leggi l’articolo Sulle orme di Tolkien 4: il convegno medievale
– Leggi l’articolo A Leeds un seminario e 4 conferenze su Tolkien

LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Leeds International Medieval Congress 2018
– Vai al sito della Tolkien Society
– Vai al sito di Unquendor, la Società Tolkieniana Olandese
– Vai al blog di Putri Prihatini
– Vai al sito della Viking Society for Northern Research
– Vai al sito della Walking Tree Publishers
– Vai al sito The Tolkien Heads

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I vincitori dei Tolkien Society Awards 2018

Tolkien SeminarIl 22 aprile sono stati annunciati i vincitori dei Tolkien Society Awards 2017, i premi conferiti dalla Tolkien Society conferiti alle eccellenze negli studi tolkieniani e nelle creazioni artistiche ispirate alle opere del Professore, con l’obiettivo di “cercare di divulgare al pubblico, e di promuovere la ricerca, riguardo alla vita e alle opere del Professor John Ronald Reuel Tolkien CBE” (Comandante dell’Eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico, ndt).
Quest’anno, oltre alle storiche categorie dedicate agli articoli, ai libri e alle opere d’arte, si è aggiunta la nomination per il miglior sito web dedicato a Tolkien.
Le nostre congratulazione a tutti i vincitori!

Nel 2019 festa dei 50anni per la Tolkien Society

Tolkien SeminarOgni anno la Tolkien Society organizza alcuni degli eventi tolkieniani più attesi, in particolare i Tolkien Seminar (che quest’anno si terranno domenica primo luglio a Leeds e si incentreranno sul tema Tolkien the Pagan? Reading Middle-earth through a Spiritual Lens) e l’Oxonmoot (abbiamo recentemente parlato dell’edizione del 2018 in questo articolo). Ma nel 2019 un altro grande evento attende i tolkieniani di tutto il mondo: la Tolkien Society inglese celebrerà i 50 anni di attività e già si annunciano festeggiamenti in grande stile dal 7 all’11 luglio. L’evento ha già un un intero sito dedicato, con tanto di countdown per l’inizio delle celebrazioni. Mancano 497 giorni, ma conviene cominciare ad organizzarsi per non perdere l’occasione di prendere parte a questo ritrovo davvero eccezionale!

L’Oxonmoot 2018 dal 20 al 23 settembre

Oxonmoot 2018Sono state annunciate le date della quarantacinquesima edizione della Oxonmoot, evento annuale della Tolkien Society che si svolge dal 1974, solitamente nel weekend più vicino all’Hobbit Day: quest’anno, la manifestazione si terrà dal 20 al 23 settembre al St Antony’s College di Oxford. Caratterizzata da un’impronta più ludica rispetto ai Tolkien Seminar, anch’essi a cadenza annuale, la Oxonmoot è un’ottima occasione per passare del tempo insieme ad altri tolkieniani, partecipare a workshop, quiz e letture, visitare mostre d’arte, e, naturalmente, assistere a conferenze. E d’altronde, il nome stesso della manifestazione, fusione tra Oxonium, il nome latino di Oxford, e moot, è un inno alla convivialità e all’erudizione: le moot, termine antico inglese, erano le assemblee durante le quali si discuteva (e come non pensare all’Entmoot, l’Entaconsulta?). Un portmanteau che, ci piace pensare, sarebbe piaciuto al Professore!

Sulle orme di Tolkien 3: a Leeds per il seminario

LeedsDopo tre giorni a Oxford, passati per lo più nella Bodleian Library a studiare i documenti, ci siamo trasferiti a Leeds, nel nord dell’Inghilterra. A dire il vero, il viaggio è stato un po’ rocambolesco, ma è sufficiente dire che la tanto declamata puntualità britannica non si applica più né ai treni né alle corriere. L’unica possibile scusante può essere stata che a Oxford si festeggiava proprio quel giorno l’Alice Day, il giorno dedicato ad Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, con tanto di persone vestite da Cappellaio Matto e Bianconiglio. Sono sicuro che se avessi chiesto i motivi del ritardo, il capostazione ci avrebbe risposto: «Perché è sempre l’ora del tè, e negli intervalli non abbiamo il tempo di lavare le tazze».

A Leeds un seminario e 4 conferenze su Tolkien

Tolkien Seminar Proseguono le conferenze internazionali dedicate a Tolkien: dopo il Tolkien in Vermont di aprile, il Popular Culture Association/American Culture Association di San Diego, tenutosi sempre ad aprile, e il International Congress on Medieval Studies tenutosi a maggio a Kalamazoo, a luglio sarà la volta di Leeds. La città ospiterà infatti due eventi culturali di rilievo, ovvero l’annuale Tolkien Society Seminar e l’International Medieval Congress 2017. I Tolkien Seminar 2017 si terranno il 2 luglio e la data è stata scelta proprio perché coincidesse con l’International Medieval Congress di Leeds, che si terrà dal 3 al 6 luglio e che quest’anno consta di un numero particolarmente alto di incontri su Tolkien.

A Firenze il gruppo di lettura su Tolkien

FirenzeNasce, o meglio rinasce, il gruppo di lettura del Signore degli Anelli a Firenze. Dopo il primo incontro organizzativo, il gruppo entra nel vivo dell’opera di J.R.R. Tolkien e con un incontro mensile, continuerà fino a marzo 2016, giusto in tempo per celebrare il Tolkien Reading Day. La notizia è bella perché il gruppo era stato molto attivo tra il 2005 e il 2007 e da esso era nato anche uno “smial” tolkieniano, naturalmente iscritto alla Tolkien Society. Ma andiamo per ordine.

Il 14 agosto a Londra i Tolkien Seminar

LonconAnche quest’anno, come ogni anno, si terrà l’annuale Convention mondiale sulla fantascienza e il fantastico (Worldcon) con l’assegnazione dei premi Hugo, il maggiore riconoscimento per questo genere letterario. La 72a convention, denominata Loncon 3, si terrà a Londra presso l’ExCeL dal 14 al 18 agosto prossimi e sarà ricca di eventi. Tra gli ospiti d’onore ci sarà Robin Hobb autrice della Trilogia dell’Assassino, ma molti altri autori hanno annunciato la loro presenza. Tra gli altri sarà possibile incontrare: Joe Abercrombie, Alastair Reynolds, Lisa Tuttle, Peter F. Hamilton, Mary Robinette Kowal, Patrick Rothfuss e George R.R. Martin. Per quanto riguarda i premi Hugo 2014, da segnalare quest’anno la decisione di candidare al premio come Miglior Romanzo l’intera saga de La Ruota del Tempo, composta da ben 14 volumi più un antefatto, scritta da Robert Jordan e completata recentemente da Brandon Sanderson.

Oxford, sarà abbattuto l’albero di J.R.R. Tolkien

Oxford Botanical GardenCerte notizie, anche se tristi, bisogna darle comunque. L’albero amato da Tolkien a Oxford sarà abbattuto perché è malato. Si trova all’interno del giardino botanico, luogo che lo scrittore visitava spesso per passeggiare o fare un picnic. L’amore del professore per gli alberi nacque in tenera età. Da bambino li immaginava protagonisti di racconti e amava le storie in cui gli alberi rivestono un ruolo importante. «Ogni albero ha il suo nemico, pochi hanno un avvocato», scrive nelle lettere.

Esce The Fall of Arthur: scarica l’introduzione

Dipinti: Finisce l’attesa per l’inedito di J.R.R. Tolkien. È disponibile in libreria e sugli store online l’ultima fatica di Tolkien, soprattutto del figlio Christopher che ha sistemato i molti manoscritti dello scrittore inglese, li ha ordinati cronologicamente e ne ha fornito un ampio apparato critico. E con questo lavoro prende sempre più piede quella che è una nuova branca degli studi tolkieniani, cioè quella dedicata alla riscrittura moderna dei miti “nordici” (scandinavi e anglosassoni), a cui Tolkien si dedicò usando però l’antica poesia allitterativa. Sì, perché The Fall of Arthur altro non è che un divertissement, un esercizio di stile, un raffinato gioco letterario che però coinvolgeva molto il professore e lo portò a scrivere e riscrivere poemi che inserì anche nel mondo della Terra di Mezzo, come I Figli di Húrin. Tolkien si dilettò con l’inglese antico nel Ritorno di Beorhtnoth (The Homecoming of Beorhtnoth, ispirato al poema la Battaglia di Maldon e nelle sue versioni delle saghe norrene The New Lay of the Völsungs e The New Lay of Gudrún, anche se l’unico pubblicato durante la sua vita fu Sir Gawain e il Cavaliere Verde, scritto nell’inglese medio del XIV secolo e da lui reso nello stesso metro in inglese moderno. A quest’ultimo ora si collega idealmente The Fall of Arthur. A fine articolo si può scaricare l’introduzione di Christopher Tolkien.

Aspettando il Tolkien reading day

Bilbo leggeIl 25 marzo per i lettori di Tolkien è il giorno della caduta di Sauron, a conclusione della “Guerra dell’Anello” nel Signore degli Anelli. Dal 2003 è stato scelto dalla Tolkien Society inglese per celebrare il “Tolkien reading Day“, per incoraggiare i lettori a esplorare insieme alcuni dei racconti di Tolkien a scuola, all’università, in gruppi di lettura o in famiglia. Il 25 marzo è divenuto così la giornata dedicata alla lettura delle opere dello scrittore inglese, un momento simbolico, il passaggio dalla Terza alla Quarta Era, una data di rinnovamento che segna la fine di un periodo oscuro e di decadenza e l’inizio del “Ritorno del Re. Ogni anno, la Tolkien Society presenta un tema specifico. Quello per il 2012 lo si può trovare in una pagina espressamente dedicata del loro sito.

Un anno di eventi nel nome di Tolkien

CalendarioSarà il film di Peter Jackson, saranno le congiunzioni astrali particolarmente favorevoli, ma mai come quest’anno gli appassionati di J.R.R. Tolkien hanno l’imbarazzo della scelta. È tutto un fiorire di convegni, conferenze, manifestazioni, pubblicazioni, presentazioni, nuovi libri, gadget, giochi, videogiochi, abiti, anelli, vestiti, … insomma, tutto quel che anche lontanamente potrebbe essere associato al Professore di Oxford! Sembra proprio che il 2012 sia l’anno di Tolkien. La bella novità è che in mezzo alle mille iniziative ce ne sono molte di qualità, degne di essere segnalate per tempo, in modo da permettere, se si vuole, l’organizzazione di una vacanza tolkieniana. Passiamo allora in rassegna l’anno che verrà, con i principali convegni già annunciati.